“Can we go back to the sixties?” La sera di giovedì 19 aprile il teatro Miela è stato proiettato nei dorati anni ’60 con un concerto funky energetico e ironico. Carattere distintivo del sound: arriva dal Giapppone con furore. Ad intrattenere il pubblico e a farlo ballare con una performace grintosa, gli Osaka Monaurail. Dopo aver calcato palchi come quello del Montereal Jazz Festival, la band arriva per la prima volta anche a Trieste, grazie al contributo della cooperativa Bonawentura.
Per chi non è afferrato in materia, il nome è nuovo, ma chi si intende di funky li ha già incontrati. Il gruppo, che ha compiuto il suo 20° anniversario questo aprile, sta celebrando l’occasione con un tour che attraversa tutta l’Europa. Fondata nel 1992, da compagni di college tutti amanti del jazz e di James Brown, la band ha fatto un lungo cammino artistico. In Giappone ha partecipato a festival di grande spicco a partire del 2002: Sunset Festival, Gli Osaka Monaurail mantengono le idee d’origine: l’obiettivo è fare funk, un funk vintage e ballabile. Alla James Brown, per l’appunto, ma con una produzione propria: con “State of the world” la formazione vanta il settimo album.
Cuore della performance (e del gruppo) è lui, il frontman, Ryo Nakata, che fa il suo ingresso trionfale sul palco con una spaccata. Le movenze grintose, che si rifanno molto all’ispiratore degli Osaka e la sua voce allegra e un po’ironica scaldano il pubblico del teatro. Se i giapponesi “copiano” un modello occidentale, lo fanno con eleganza tipica e lo rendono loro. Ecco che a completare la coreografia del cantante è il gruppo degli strumenti a fiato, facendo fare ai propri strumenti, tra una nota e l’altra, delle spettacolari evoluzioni. A conclusione della “ricetta” del gruppo, i ritmi incalzanti delle percussioni e l’incursione costante di trombe e sassofono nella melodia che hanno scatenato gli spettatori nella danza.
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