È approdata ieri al Bar Knulp (via Madonna del mare) “Akabkadabra, la mostra personale del fumettista Gabriele Dibenedetto, in arte Akab, realizzata in collaborazione con l’associazione Daydreaming Project. L’artista non è una figura di poco peso. Oltre ad esssere il fondatore di Shok Studio, infatti, il disegnatore vanta collaborazioni con le principali case editrici statunitensi, come Marvel e Dark Horse. Akab dimostra la sua vena poliedrica e sperimentale intraprendendo la strada dell’animazione, che nel 2003 l’ha portato alla ribalta con “Mattatoio”, selezionato per la Biennale di Venezia (quell’anno giunto alla sua 60° edizione). Seguono poi “Il corpo di Cristo” e “Vita e opere di un Santo”, episodio conclusivo della trilogia d’animazione.
Se il tutto non bastasse ad inquadrare l’importanza del personaggio, anche nel panorama triestino si è già affermato, realizzando diversi progetti con l’associazione Daydreaming Project. Nel 2010, Dibenedetto ha partecipato all’esposizone “In quattro in viaggio con Ulissse”, esposizione dedicata a James Joyce, mentre nell’anno successivo ha presentato, il volume e l’esposizione “Le 5 fasi”. Dal 2010, inoltre, il fumettista è entrato nel collettivo Dummy.
Con stasera, inoltre, parte un altro progetto in collaborazione con Akab: “Il segno del ricordo”, un workshop della durata di tre giorni, che vedrà coinvolti i partecipanti nella creazione di un fumetto autobiografico. Il corso, che si tiene nello spazio Metrokubo (via dei Capitelli 65b) dalle 21 alle 22 e 30, è composto da esercizi che mirano a far emergere la propria visione sul mondo e la propria “voce”. Dibenedetto sottolinea come questi tre brevi appuntamenti siano orientati al <lavorare sulle differenze e non sulle similitudini. Lavorare sugli errori e non su i dogmi. – “Il segno del ricordo”, spiega l’artista, è – un lavoro sull’onestà e le diverse possibilità narrative e stilistiche. Si vuole esprimere non il robot, ma l’essere umano>.
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