di Sara Matijacic e Luciano Santin
Giovani che guardano al loro futuro, e persone più in là con gli anni, ma attente al domani di Trieste. Giornalisti, educatori, docenti e studenti, imprenditori, operatori nelle diverse branche della cultura, rappresentanti di associazioni di volontariato. Personaggi che hanno avuto ruoli di spicco alla Regione, negli Enti locali, nel Porto (persino un ministro dell’Ambiente). Tutti aderenti a titolo individuale, a un appello che è sostanzialmente un “parliamone!”, una richiesta di coinvolgimento dei cittadini nel discorso sul rigassificatore.
Prendendo spunto da questo documento, al quale si associa, Bora.La registrerà i nomi che si aggiungeranno a quelli dei primi sottoscrittori, avviando la campagna informativa intitolata Focus Rigassificatore, che vuole essere un libero spazio di informazione e di confronto (a cura di Sara Matijacic e Luciano Santin).
L’APPELLO:
Siamo un gruppo di cittadini preoccupati per gli effetti che potrebbero derivare dalla costruzione di un rigassificatore on shore a Trieste. Progetto contro cui si sono consultivamente pronunciati i consigli comunali di Trieste, Muggia e San Dorligo della Valle, e il consiglio provinciale, mentre i livelli regionale e nazionale non hanno ancora fatto delle scelte, pur se l’orientamento appare marcatamente favorevole.
Riteniamo che in materia non ci siano state trasparenza e informazione sufficienti, che non siano state prese in esame soluzioni alternative (di impianti cioè più moderni e meno impattanti, esistenti altrove). E che sia stato scarso il coinvolgimento dei cittadini.
Vogliamo tentare di migliorare la chiarezza, la comunicazione e la partecipazione, favorendo anche la creazione di una rete tra le iniziative intenzionate a sviluppare un dibattito argomentato e non aprioristico sul tema, verificandone i costi e i benefici.
Si tratta di un’iniziativa sicuramente politica, nel senso etimologico (destino della città), ma che non è emanazione di partiti, amministrazioni o associazioni. Possono peraltro aderirvi persone legate agli uni e alle altre, ovvero portatori di interessi di categoria, all’insegna del dibattito civile e costruttivo.
Annarita Aiuto
Fabio Amodeo
Fausto Biloslavo
Franco Biloslavo
Marina Bon
Willer Bordon
Fulvio Camerini
Claudio Calandra
Alessandro Cargnelli
Roberto Curci
Diego D’Amelio
Antonio Giacomin
Giorgio Godina
Diego Manna
Federica Manzon
Sara Matijačič
Enrico Maria Milič
Franco Musi
Giovanni Panjek
Marco Pilia
Livio Poldini
Boris Premru
Ariella Reggio
Pino Roveredo
Paolo Rumiz
Fulvio Salimbeni
Enrico Samer
Luciano Santin
Federica Sgorbissa
Paolo Stanese
William Starc
Fulvio Vida
Marino Vocci
Michele Zanetti
FOCUS RIGASSIFICATORE, LA CAMPAGNA DI INFORMAZIONE:
– L’intervista all’Assessore del Comune di Trieste, Laureni, sul rigassificatore
– Parla Zanzottera, degli Spedizionieri del Porto: “Vogliamo chiarezza”
PER ADERIRE E RESTARE IN CONTATTO CON LA CAMPAGNA:
rigassificatore@bora.la
Facebook
Bella iniziativa. Tuttavia ci tengo a segnalare che esiste un tavolo tecnico che da anni valuta in maniera molto puntuale e dettagliata i benefici ma soprattutto i costi di questo tipo di impianti. In che rapporto siete con il Tavolo tecnico rigassificatori Trieste (TTRT)? Li conoscete? Avete provato a contattarli? Ritengo il loro lavoro più che prezioso su questo tema.
bella iniziativa, mi piace.
iniziativa interessante!
Bene, benissimo
Come posso aderire?
sono con voi
Gentile sindaco, invii una mail a rigassificatore@bora.la. Inoltre la invito a visitare la pagina facebook: https://www.facebook.com/rigassificatore
Ottimo. Ma anche il rigassificatore off shore utilizzerebbe le stesse tecnologie con uso di acqua marina e riproporrebbe gli stessi impatti ambientali denunciati nel recente documento del WWF.
7 si, ma ovviamente una cosa è il riversamento di cloro in una “pozza” (l’area ristretta della baia di zaule) altra cosa sarebbe la “diluizione” in un contesto diverso come quello del posizionamento al largo (con più fondali e maggiore corrente).
In ogni caso la soluzione migliore credo sia quella delle navi rigassificatrici che agganciano la “boa-terminale”
Giusto, ma con tecnologia di rigassificazione a ciclo chiuso (cioé senza l’uso dell’acqua di mare nel processo). Anche perchè fuori dalle dighe foranee di Trieste i fondali sono pur sempre poco profondi (max 23 m. contro i 16 del Vallone di Muggia) e le correnti non sono tali da “diluire” gli inquinanti.
Il primo passo per cominciare a ragionare seriamente di alternative, comunque, non può essere che l’accantonamento definitivo dei progetti on shore e off shore presentati.
7, 8
E’ in tutto l’Adriatico (tutte e 2 le sue sponde) che questi impianti, SE SERVONO, vanno fatti funzionare “a ciclo chiuso”, cioè senza ricorrere all’uso dell’acqua di mare
bisogna essere coerenti o si è a favore o contro se lo si deve fare lo si fa a Trieste se no largo alle energie alternative senza troppe pregiudiziali
@ stefano
cosa vuoi dire?
è fondamentale comprendere e scegliere la tecnologia che si usa per le energie alternative. se la tecnologia distruggesse l’ambiente, il paesaggio e l’economia (vedi il rigassificatore di cui sappiamo per trieste), queste energie sarebberp ben poco “alternative” o “rinnovabili”…
@ 11
> “se lo si deve fare”
Questo è un punto fondamentale. Siamo in assenza di un Piano Energetico Nazionale (e quello Regionale è solo poco più che uno schema di principio, che comunque non contempla i rigassificatori…), la programmazione di queste infrastrutture è affidata alle società “energetiche” in regime di concorrenza e di (semi)libero-mercato (garantito dagli incentivi al 71% pagati dalle nostre bollette).
Come / Chi decide “se lo si deve fare” ?
aderisco molto volentieri. c’è estremo bisogno di ordine e chiarezza. molti non hanno ancora capito. ben vengano queste iniziative di divulgazione non contaminate dai partiti.
io personalmente sono dell’idea che il rigassificatore vada realizzato, naturalmente sfruttando al meglio tutta la migliore tecnologia esistente. Come tutti gli impianti di questo genere e tutte le infrastrutture in generale, impatterà sul territorio. Ma, a mio avviso, questo aspetto negativo è bilanciato dal fatto che una rete di impianti di questo tipo ci permetterà di diversificare i nostri approvvigionamenti energetici, un tema strategico per lo sviluppo economico.
Quanto pubblicato oggi sul Piccolo non mi dispiace: porta a razionalizzare le proposte e il consumo di territorio.
=> La richiesta è del commissario Ue all’ambiente Potocnik: «Serve più dialogo tra i governi dei paesi dell’Alto Adriatico»
Secondo Potocnik, una soluzione che fosse il risultato del dialogo tra i due Paesi, sarebbe sicuramente migliore per l’ambiente e per gli stessi Paesi coinvolti che non una soluzione che prescindesse da un sereno confronto tra Roma e Lubiana. Per il commissario, in prospettiva e’ necessario pensare a una strategia comune per l’Alto Adriatico, che coinvolga tutti e tre gli stati che vi si affacciano: Italia, Slovenia e Croazia.
@nick: beato lei, che ha quaste certezze. Io invece voglio sapere, capire e poi decidere.
Il punto non è tanto quello di essere certi oppure no di qualcosa. Il punto è che, in relazione al contesto, quell’impianto può avere un ruolo molto rilevante: rappresenta un investimento, assicurerà indotto e posti di lavoro, introiti diretti e indiretti alle casse degli enti locali, e rappresenta un tassello nell’ottica della diversificazione degli approvvigionamenti.
se non ricordo mal el consiglio comunal de trieste se gaveva espresso con un solo voto contrario per el NO al rigassificator.
No completo. Non con possibili spiragli alla costruzion del rigassificator a Zaule.
Iniziativa lodevolissima. Vorrei aderire al focus. E’ importante diffondere le informazioni e consentire alla gente di poter interloquire su argomenti che riguardano il territorio in cui vive.
diffondere informazioni o diffondere un’idea preconcetta e di partenza già contraria al rigassificatore? perchè se alla fine deve diventare l’ennesima platea dei No Rigass, che si rivolge al medesimo pubblico sempre Non Rigass non si va molto avanti, gia qui dal tenore si capisce che alla fine altro non sarà che una campagna per convincere tutti a dire No al rigassificatore…nè più nè meno..
non capisso perchè bisogna trovar per forza aggiustamenti e andarghe incontro ala multinazionale trapolera GasNatural, quando el consiglio comunale (e la maggioranza della cittadinanza) se ga za espresso in maniera conraria. basta con queste aziende che devi sempre e comunque raggiunger i propri obiettivi con tutti i mezzi e a scapito della democrazia.
Allora spiega tu perchè va fatto.
Io vorrei capire esattamente quali sono le parole in base alle quali qualcuno ritiene che nella proposta di Bora.La ci sia un “no” preconcetto. Vorrei che la frase venisse virgolettata. Mi sembra invece di cogliere, nelle diffidenze espresse, atteggiamenti positivi verso il rigassificatore. Bene, siamo qui per registrarli, meglio ancora se corredati e suffragati da dati precisi (e da fonti), che spieghino le ragioni del favore verso la scelta on shore e a circuito aperto.
mi rivolgevo a #21
sfavorevoli o favorevoli
l’importante è che siamo tutti sufficentemente informati, anche delle alternative possibili all’impianto del rigassificatore “classico”
se possiamo avere una rete di approvigionamento che escluda “questo” sistema ma ne adotti un altro meno impattante che facciamo ? andiamo avanti su questa strada solo perchè sotto c’è un certo bizznizz ?
e comunque: di quanto gas ha bisogno l’Italia ? con quante “postazioni gas” si copre il fabbisogno ? sono sufficenti delle connessioni ? quante ? dove ? o bisogna pure stoccare ? quento ? dove ?
qualche governo ha incaricato qualcuno di scrivere due paginette su asta cosa ? o sparpagliamo le coste di impianti di rigassificazione e poi si vedrà ?
dopo gli stadi… qualcuno ha trovato un altra fonte di “approvigionamento” ?
Sicuramente si sente la mancanza di un piano energetico nazionale coerente e ragionato. E questo è un grave problema.
Tuttavia, l’investimento previsto a TS è notevole e le ricadute sarebbero altrettanto significative. Non so se il territorio può permettersi di perdere un’opportunità del genere.
Sono convinto che un’efficace mediazione potrebbe permettere alla città di ospitare un impianto sicuro e alla società che ha proposto l’investimento di vedere garantita la giusta redditività.
@ nick
sei convinto sulla base di quale dato?
tutte le previsioni di ricaduta economica sonpo nebulose.
mi sembra che già parecchie associazioni, comitati di scienziati e/o studiosi si siano espressi per un no motivato, la gasnatural e simili hanno presentato sempre documenti incompleti o mistificatori rapporti…cosa stiamo cercando, ma di cosa state parlando, posti di lavoro, rispetto dell’ambiente….una bella pietra carsica a tappo della proposta!
NO’ forte e’ chiaro
http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2012-03-07/trieste-altro-rischio-fuga-223937.shtml?uuid=AbC4KH4E
Qui si parla di investimento di 500 milioni, 4500 posti di lavoro per i 40 mesi necessari alla costruzione dell’impianto, 70 posti di lavoro per l’impianto a regime + altri 320 di indotto.
Non mi sembrano propriamente noccioline…
@ 32
L’ultima delle “grandi opere” che ha interessato Trieste è la galleria “Carso” della Grande Viabilità. Ingenti quantitativi di danaro che non so quali e quante ricadute economiche hanno lasciato sul territorio. Gli operai vivevano in un villaggio fatto di container, li dentro dormivano e li andavano in mensa. Gli stipendi percepiti li spedivano a casa loro. Chi ci ha guadagnato sono gli azionisti delle grandi imprese di opere pubbliche. Ma qui cosa è rimasto (a parte l’opera realizzata – indubbiamente utile) ?
@32 nick ….senza offesa ma quelle noccioline ce le propinano pensandoci scimmie, anche in ferriera lavorano 1000 persone…quanti triestini o persone che spendono in città?
i tuoi numeri mi sembrano molto diversi da quelli letti fino ad oggi
tralatro se l’impianto rovina l’ambiente (come lo rovinerebbe) ma che c’azzecca quante persone lavorano?
direi che l’opera realizzata – “indubbiamente utile” – non sia un dettaglio…
Diciamo che adesso si arriva più in fretta e più comodamente a Trieste, l’incrocio ad H è un vecchio ricordo e anche sotto il profilo dell’inquinamento di sicuro è meglio così.
Comunque se a voi 70 posti di lavoro diretti + 320 indiretti sembrano pochi, fate pure.
..basta leggere ciò che scrivi per darti una risposta…ma dove vivi….perchè solo 4500 posti di lavoro facciamo 10000..
@34: quei numeri non sono miei. Li riporta il Sole 24 ore al link che ho postato al post 32.
ci voleva, ottima iniziativa!
@ 35
Ok per “indotto”, a patto di confrontarlo con quello della SIOT (numero che io non conosco). I 70 addetti in impianto dove vanno a prenderli, sapendo che la ditta è spagnola e che ha già esperienza – a Barcellona e non solo – di conduzione di impianti di rigassificazione ? Tra i “locali” o li prenderebbe a casa sua ?
questo è già in funzione, consolati http://www.senzasoste.it/lavoro-capitale/rovigo-nel-terminal-del-rigassificatore-solo-operai-stranieri
Interessante però cosa dice il segretario generale della Cisl, sulle responsabilità del territorio che si è perso in chiacchiere.
@ 41
Qui hanno tentato di allacciare discorso, con la ditta proponente. Era un chiodo fisso della precedente amministrazione comunale, quello di arrivare a quantificare “royalties”, partecipazioni di Acegas e ricadute varie.
Niente di niente…
Ferriera NO
Stock SI
Rigassificatore NO
………….. …
Un giorno dovrò capire il perchè
@ 43
Vediamo se riesco a spiegartelo, nel tuo stesso linguaggio
Alcatel SI
Manifattura tabacchi SI
Diaco SI
Grandi Motori/Wartsila SI
Depositi GPL NO
Centrale a carbone NO
Zona industriale sul Carso NO
#32
Ma e’ possibile che 70 posti di lavoro con l’impianto a regime debbano giustificare un’opera del genere? Quando finiremo di guardare con quest’ottica puramente occupazionale? E’ possibile anche ragionare sull’impatto ambientale? Sulla necessita’ di rovinare ulteriormente una provincia gia’ molto inquinata? Arrivera’ il giorno in cui le istituzioni ragioneranno su di un futuro di rispetto e valorizzazione dell’ambiente? Non si potrebbero magari creare anche piu’ di 70 posti di lavoro valorizzando ambiente e turismo? Per quanto tempo ancora questa miopia e scarsa voglia ad elaborare progetti alternativi legati allo sviluppo del territorio, della natura, della sua bellezza e dei suoi prodotti? Ottima iniziativa che seguiro’ sicuramente. Parliamo anche di ferriera? Facciamo uscire dei dati?
I numeri citati da Nick sono interessanti. C’è però da osservare che il Sole 24 è il giornale degli industriali, i quali sin dal primo giorno si sono pronunciati a favore. La cosa può starci, nella “logica del fare”. Però le stime sono di Gas Natural. E forse un’analisi affidata a un soggetto terzo potrebbe essere più affidabile, perché io un oste che mi dicesse che il suo vino non è tanto buono e che costa un po’ troppo caro non l’ho ancora incontrato.
Osserverei ancora una cosa. Quello che è stato commentato sinora è un semplicissimo appello al parlare sulla base di dati e fonti attendibili. Praticamente non abbiamo ancora cominciato, quindi si stanno esprimendo posizioni abbastanza aprioristiche, e innescando dinamiche di azione-reazione. In qualche modo siamo nel campo della simpatia.
Nei prossimi giorni proveremo a cercare elementi concreti e – nei limiti del possibile – asseverati.
Cercheremo di verificare cosa si è fatto altrove, e come. A chiedere lumi agli stessi proponenti. A capire quali garanzie possano venir fornite sul piano dell’occupazione locale e, in generale, dell’economia.
Concordo sulle osservazioni di Luciano Santin. Sia relativamente al fatto che un’analisi fatta da un soggetto terzo sarebbe molto importante; sia sul fatto che stiamo già commentando nel merito un appello ad osservare un metodo.
Quanto al post 45, effettivamente, presi in termini assoluti, 70 posti di lavoro non sono molti. Tuttavia, vanno inseriti in un progetto più ampio, che prevede grandi investimenti (e quindi risorse destinate ad imprese chiamate a lavorare) e che prevede un indotto stabile e qualificato, altrettanto importante. Insomma, parliamo di 500 milioni di euro (mezzo miliardo di euro!).
viviamo in un mondo in cui una fonte imparziale è il Sole-24Ore.
fè voi
enrico, viviamo in un mondo in cui “l’ aumento dell’ aspettativa di vita potrebbe mettere a rischio i bilanci degli stati”
http://www.repubblica.it/economia/2012/04/11/news/fmi_nessun_investimento_sicuro_la_longevit_mette_a_rischio_i_bilanci_degli_stati-33121970/
se amiamo la nostra patria dobbiamo suicidarci. non in massa, ma in una opportuna percentuale, che verra’ calcolata in base a un algoritmo messo a punto da un pool di esperti della bocconi.
nick: “Sicuramente si sente la mancanza di un piano energetico nazionale coerente e ragionato. E questo è un grave problema.
Tuttavia, l’investimento previsto a TS è notevole e le ricadute sarebbero altrettanto significative. Non so se il territorio può permettersi di perdere un’opportunità del genere.
Sono convinto che un’efficace mediazione potrebbe permettere alla città di ospitare un impianto sicuro e alla società che ha proposto l’investimento di vedere garantita la giusta redditività.”
ho capito chi sei, MARCEGAGLIA!
@47: parliamo di un progetto che, se realizzato on shore, blocca due porti.
molte risposte serie vien fornide dal prof. Trincas nella trasmission Meridiani de Tv Koper del 26.03.2012 e come sempre Gas Natural declina ogni dibattito e discussion….
http://tvslo.si/predvajaj/meridiani/ava2.132461844/
Intanto, a suo tempo Boniciolli – che di portualità ne capisce parecchio – ha detto e ripetuto che un porto non può temere qualche centinaio di navi in più all’anno. Se un porto si blocca per qualche centinaio di navi in più all’anno e meglio che chiuda.
Quanto al Sole 24 Ore, non sarà imparziale – come non lo è nessuno – ma credo che comunque vada preso in considerazione. E’un po’ troppo semplicistico tacciare di parzialità una fonte che non riporta dati che non piacciono.
Forniscili tu dei dati che smentiscano quanto riportato da quell’articolo.
efficace mediazione…. si chiama così ora? no perchè verrebbe da pensare ad altro sotto quel termine generico ed è opportuno vigilare acciocché non accada
«Le previste 120 gasiere portate al rigassificatore in un anno non sono niente, non interferiscono
coi suoi traffici, e la bora non ha mai fatto male a nessuna nave».
http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2009/11/29/news/rigassificatore-menia-sicurezza-e-ambiente-1.12065
Così Boniciolli ancora nel 2009 a proposito di Porto e gasiere.
Peraltro ne sarebbero previste solo 120. Io ho scritto diverse centinaia, sbagliando.
http://ricerca.gelocal.it/ilpiccolo/archivio/ilpiccolo/2009/11/28/NZ_13_SPAL.html
Qui Boniciolli spiega che le 120 gasiere “portate al rigassificatore in un anno non sono niente, non interferiscono coi suoi traffici”.
Ricordavo peraltro male, pensavo che potessero essere diverse centinaia di navi; ne sarebbero previste invece solo 120.
nel post 53 volevo dire “che riporta dati che non piacciono”.
55) chi garantisce che non si possano superare le 120 gasiere…possono arrivare oltre quelle da 145.000 mc. anche più piccole come a Panigaglia da circa 70.000 mc. quindi sicuramente un numero maggiore ( sempre che l’impianto riesca ad operare al 100%, i rigassificatori in Spagna sono sotto utilizzati e operano al 30% ) …per quanto riguarda i famosi 4500 addetti del Sole, ricordo la notizia del giornalista Marsanich che parlando dell’impianto di rigassificazione dell’isola di Veglia (Croazia) ha riportato che avrebbe creato 10.000 posti di lavoro…infatti i proponenti hanno rinunciato al progetto visto la difficile questione legata al mercato e ai contratti di fornitura, ma anche perchè c’è un’abbondanza di gas (il costo del GNL è maggiore rispetto a quello fornito via tubo )…infine a fine 2012 partirà il progetto del gasdotto South-Stream… nel link troverete l’elenco degli impianti in progetto che mensilmente vengono cancellati e sospesi http://www.globallnginfo.com/World%20LNG%20Plants%20&%20Terminals.pdf
in riferimento ai dati del Sole 24, Gas Naturiel dichiarava nelle sue presentazioni del 25.05.2006. Occupazione locale: in fase realizzativa 600 unità (forza lavoro media), in fase di esercizio 80 unità di profilo professionale medio-alto con impiego di personale di provenienza locale, nonché 350-400 unità stimate come possibile indotto. A Rovigo sappiamo poi come è finita…con accordi sottoscritti poi non rispettati sulle compensazioni…
Ma sì, approvvigioniamoci completamente con il South Stream. Speriamo solo che un giorno il signor Putin non si alzi con la luna storta e decida di chiudere i rubinetti, facendoci tornare all’età della pietra. Resto dell’idea che dipendere da uno o pochissimi fornitori rappresenti una debolezza.
Quanto al post 57, se anche le gasiere fossero più di 120, non mi preoccuperei. Boniciolli, ripeto Boniciolli ha detto che “120 gasiere non sono niente”. Se perciò fossero anche il doppio, il doppio di niente è sempre poco.
Ho notato i vari commenti, faccio notare che le informazioni ricevute dalla popolazione in tutti questi anni sono sempre state razionate al minimo, Gasnatural non ha mai dato dei ”numeri” esatti, il tavolo tecnico ha dato le sue dotte informazioni gia’ diverso tempo fa, screditando in toto questa opera che non e’ assolutamente positiva da nessun punto di vista. Anche se ci fossero i famosi 50 o 70 posti di lavoro, quanto altro lavoro andrebbe perso solo per le sospensioni dei lavori delle navi presenti in porto durante la permanenza delle gasiere??? nessuno lo dice ma sicuramente questo e’ un aspetto assolutamente negativo.
come diceva qualcuno esistono diversi tipi di rigassificatori inclusi queli off shore a ciclo chiuso con impatto ambientale praticamente nullo che puo’ servire, se locato in posizione giusta, tutti gli stati confinanti (Italia, Slovenia e Croazia), basta metterlo tra Savudria e Lignano, con le tubazioni sottomarine che, appunto, arrivano sia in Croazia che Slovenia che Italia
Invito tutti i triestini a farsi un giretto a Socerb, sopra San Dorligo, ed ammirare il paesaggio, da li’ si vede tutto il golfo da Pirano fino a Monfalcone, e poi guardate sotto di voi la pianura di San Dorligo e giudicate cosa abbiamo di tanto bello a Trieste, guardate bene tutto attorno e poi girate gli occhi sotto di voi e giudicate cosa vuol dire progresso o, meglio, cosa vuol dire farselo mettere in quel posto in nome di che cosa?? non si sa, poi fate un giretto vicino all’ex Aquila e guardate bene cosa rimane, io mi metto sempre a piangere per come siamo riusciti a ridurre il nostro piccolo territorio, poi pensate al rigassificatore e tornate a scrivere, voglio vedere i vostri commenti
Nick, pfv, riusciamo a tornare sul punto ?
La questione non va posta in chiave referendaria “SI o NO”, ma piuttosto “se SI, come e dove ?”.
chi xe Boniciolli…? per favor informite de chi ga lavorà con lui e come ga fatto carriera, no xe la boca della verità, per quanto riguarda i gasdotti non arriva solo dalla Russia, e comunque come esisti un cartel del petrolio ( Opec ) esisti anche un futuro cartel del gas il Gecf http://www.gecf.org/
http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2012/04/19/news/ammoniaca-dalla-ferriera-ultimatum-del-comune-1.4384260
lodevole iniziativa ma non mi sembra aprioristica. mi sembra che già dall’introduzione ci sia una dichiarazione di principio che schiera il dibattito (legittimamente)
Come sempre: non nel mio cortile.
magari nel tuo cortile sì ?
credo che la giustificazione dei nuovi posti di lavoro a seguito di una possibile costruzione del rigassificatore sia troppo debole, nei confronti dei rishi per la salute (70 posti di lavoro fissi non sono neanche tanti, non si parla di 1000, 2000 posti, quindi l’impatto economico sulla disoccupazione non mi pare troppo vantaggioso. Poi ritengo che se si vuole puntare su una Trieste turistica il rigassificatore non sia propriamente uno spettacolo gradevole. Infine penso che a Trieste siamo veramente indietro, un esempio virtuoso da seguire sarebbe il porto di Genova, che ha investito in fonti rinnovabili e nell’ammodernamento delle strutture.. dovremmo quindi prima pensare a una riqualificazione del porto, e quella sì che porterebbe a un aumento durevole dei posti di lavro. http://www.porto.genova.it/index.php/it/sala-stampa/comunicati-stampa/474-presentato-il-piano-energetico-ambientale
Rigassificatori dove e come ???
http://trieste-rigassificatore.jimdo.com
Mi sembrano assolutamente condivisibili le ricorrenti affermazioni sulla necessità che un Paese come il nostro debba assolutamente cercare di diversificare le fonti d’approvvigionamento energetico, quindi deve essere presa in considerazione anche l’esigenza di pianificare la realizzazione di alcuni impianti, ma:
• La loro localizzazione non deve essere potenzialmente in grado di creare condizioni di pericolo per le aree urbane circostanti e per il comparto industriale.
• Considerate le particolari e notevoli esigenze funzionali del processo di rigassificazione non dovrebbe essere inseriti in siti con fondali non sufficientemente profondi, o comunque in bacini chiusi con scarso ricambio acqueo per non intaccare l’equilibrio dell’ecosistema.
• L’impatto ambientale complessivo dell’opera rigassificatore e metanodotto dovrebbe essere contenuto e comunque attestato su valori accettabili per le ricadute economiche/occupazionali che l’impianto sarebbe in grado di generare sul territorio Provinciale.
• Le manovre d’avvicinamento / ormeggio e la posizione del pontile d’attracco non dovrebbero assolutamente condizionare “con limitazioni più o meno temporanee l’operatività dello Scalo” e comunque nemmeno le attività nautiche comprese quelle da diporto.
Comunque rimanendo sempre in tema dell’assoluta esigenza di dover diversificare le nostre fonti d’approvvigionamento energetico, sarebbe opportuno che nella nostra Regione venga debitamente – affrontato – approfondito – finanziato – lo sviluppo – -del solare/fotovoltaico – del geotermico – dell’eolico – della centrali idroelettriche cercando di ottimizzare lo sfruttamento delle non trascurabili potenzialità dei numerosi piccoli/grandi corsi d’acqua ed invasi naturali ed artificiali presenti sul nostro territorio-.
Nb. In merito ai futuri programmi relativi al possibile sfruttamento dell’energia solare, forse a Trieste potrebbe essere preso in considerazione anche l’ampio anfiteatro della dismessa Cava Facanoni, che data la sua notevole estensione e la favorevole esposizione a Sud potrebbe accogliere “un impianto fotovoltaico” che per le sue caratteristiche (10/20.000 m2) oltre che dare un seppur modesto contributo alla diversificazione del nostro approvvigionamento energetico, possa diventare anche un valido strumento al servizio della vicina Area di Ricerca per consentire la sperimentazione e lo sviluppo di nuove tecnologie, per poter incrementare ed ottimizzare lo sfruttamento di questa inesauribile fonte energetica.
Per concludere
Penso sia comunque anche opportuno che in aggiunta alle doverose verifiche sull’idoneità e sulla sicurezza dei vari progetti presentati relativi alla realizzazione nel Golfo di Trieste in prossimità del Canale Navigabile di un impianto di rigassificazione, prima di concedere le varie ed indispensabili autorizzazioni per un impianto di questo tipo e del previsto gasdotto costiero sottomarino “Grado / Trieste” per potersi collegare poi con la rete di distribuzione Nazionale in prossimità di Villesse, venisse valutata attentamente soprattutto la compatibilità con quelli che dovrebbero essere i previsti futuri sviluppi della Portualità Triestina http://triestesuperporto.jimdo.com poiché va preso in debita considerazione il fatto che già l’attuale presenza e l’operatività dei pontili della S.I.O.T. generano una serie di vincoli e limitazioni sulla libertà di navigazione in questo ristretto specchio di mare, e quindi la presenza degl’ulteriori vincoli e limitazioni che normalmente sono previsti in prossimità di un impianto di rigassificazione come la delimitazione in prossimità dei pontili di un’ampia area di sicurezza avente un raggio quantificabile in alcune migliaia di ml, e la presumibile obbligatoria creazione di un corridoio di fuga per consentire alle gasiere di poter raggiungere rapidamente in caso d’incidente il mare aperto, non sarebbero certamente compatibili con l’operatività e lo sviluppo dello Scalo Triestino.
Considerato che nelle citate aree purtroppo sarebbe previsto l’assoluto divieto di transito e ancoraggio per tutti i natanti almeno per il periodo relativo alla movimentazione ed allo scarico delle motonavi gasiere, credo sia impensabile poter supporre che questa rilevante serie di vincoli/limitazioni siano in grado di generare le condizioni ideali per poter favorire l’eventuale insediamento e l’operatività delle nuove infrastrutture portuali pianificabili e realizzabili in futuro nel Vallone di Muggia “siano esse un moderno Terminal Contenitori realizzabile al posto della Ferriera di Servola oppure il nuovo Hub Ro/Ro da porre al servizio delle autostrade del mare previsto nell’area Ex Aquila”.
BRUNELLO ZANITTI Giuliano