12 Aprile 2012

La cucina dell’incontro: radicela mon amour!

Mi appresto a scrivere un ‘ode: un’ode al tarassaco, soffione, radicéla per l’appunto. Questo radicchio selvatico, la pianta più diffusa al mondo, che ogni anno annuncia la vera primavera riempiendo prati, aiuole, marciapiedi di foglie vispe e fiori gialli come il sole.

C’è chi la considera pianta amarissima, chi cibo per conigli, chi una fastidiosa infestante del proprio giardino, e chi, bambini soprattutto, un simpatico gioco, ma nel corso dei tempi uomini e donne si son cibati delle sue foglie ad ogni scoccar di primavera: se raccolte giovani, quando la pianta non è ancora fiorita, non son così amare come si racconta, ed offrono un’insalata sana ed economica, che ripulisce sangue e fegato dalle tossine accumulate durante l’inverno (andateci piano,non più di dieci giorni di consumo quotidiano, è un officinalis). Se raccolte con la pianta in fiore, o dopo, son sì più saporite, ma sempre gradite a chi piace il gusto amaro. Andate subito a prenderne un po’, accanto alle piante già fiorite ce n’è ancora di giovani in boccio, pronte a saltar nel piatto.
Altro che amara, buonissima!

 

BRUSCHETTE DI TARASSACO
Raccogliere alcune manciate di tarassaco ed alcuni boccioli, lavare, asciugare e tritare entrambi grossolanamente, condire con sale, olio ed aceto balsamico. Nel frattempo bruschettare il pane, insaporirlo con uno spicchio d’aglio e versarci sopra la verdura.

 

RADICCHIATA SELVAGGIA “vecchia maniera”
Raccogliere, lavare ed asciugare una buona porzione di radicéla, metterla in una terrina capiente. Le ricette della tradizione carsolina, ma anche friulana, a questo punto consigliano una fetta di lardo tagliata a quadretti, da soffriggere, spegnere con un cucchiaio di aceto e versare calda sulle foglie di tarassaco. Il lardo caldo ha la doppia funzione di ammorbidire le foglie ed addolcire il loro sapore.

 

RADICCHIATA SELVAGGIA con patate
Le foglie di tarassaco possono essere ammorbidite anche con un paio di patate lesse, sbucciate ed unite alla radicchiata ancora calde. Condire con sale, olio extravergine d’oliva, aceto balsamico e dell’erba cipollina tritata.

 

RADICCHIATA SELVAGGIA “big apple”
Originale e fresca, ma nutriente: unite alla radicchiata una mela a spicchi e alcuni gherigli di noci e, a chi piace, del pecorino fresco a pezzetti o ricotta salata, (salate), pepate, buon olio extra vergine e succo di limone. Provare per credere, e il maiale ringrazia.
Con un’erba dedita alla depurazione, vien difficile consigliare un vino, ma sia con le bruschette che con le radicchiate si lega bene un bicchiere di friulano.

Se l’effetto che il tarassaco ha su di voi è lo stesso che ha su di me, potrete ascoltare, in un impeto di passione a volume sostenuto,
Lauryn Hill, Can’t take the eyes off of you…too good to be true

Per informazioni ed approfondimenti: www.laviolanelpiatto.it
info@laviolanelpiatto.it

 

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8 commenti a La cucina dell’incontro: radicela mon amour!

  1. sfsn ha detto:

    viola,
    te consiglio anche el risoto cola radicela, radicela col ovo sodo e fritaia coi FIORI de radicela.
    Comunque me ricordo che giravo in ungheria nel 1988 e me fazeva impression perchè la gente ingrumava erbe selvadighe perchè in boteghin costava tuto tropo: adesso semo noi cussì. Viva el capitalismo e el libero mercato!

  2. Martina Luciani ha detto:

    Questa però xe un’erba selvatiga de nichia! A Gorizia la vendono anche al mercato, unico problema non si sa dove viene raccolta. E siccome cresce ovunque, meglio tutelarsi dal mettere in tavola un concentrato di veleni assorbiti lungo le strade, e andarsela a raccogliere in campi sicuri.
    Non è difficilissimo preparare lo sciroppo con i fiori di tarassacco, dalla consistenza del miele, buono da morire su pane e burro.

  3. isabella ha detto:

    Io ho appena finito il miele di tarassaco, è davvero buono.

  4. gaia viola ha detto:

    naturalmente quando si parla di erbe spontanee, bisogna assolutamente raccoglierle in luoghi lontani da ogni fonte di inquinamento, strade, campi con erbicidi, fossi con acqua di dubbia provenienza, e, con tutto rispetto, lontano anche dalle passeggiate dei cani. Fatto questo, buon appetito, col tarassaco in tutte le salse, dolce, salato, crudo e cotto…

  5. Martina Luciani ha detto:

    Isabella, lo fai tu? Che ricetta hai, quella della Treben?

  6. itala furlan ha detto:

    e lessada, cundida co oio e limon? o passada in tecia? un spigul de ai e oio e la radicela lessada …. bononon

  7. isabella ha detto:

    No Martina, l’ho trovato per la prima volta, qualche mese fa, in una bancarella della Coldiretti a Gradisca.

  8. elena ha detto:

    con l’ultima ricetta la musica ci sta apennello! gustosa passione fiorita ah! grande Tarassacco re dei prati ! ciaooo Elena

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