28 Marzo 2012

Slovenia, referendum boccia nuovo Codice di famiglia

Gli elettori sloveni hanno bocciato lunedì, nel corso di un referendum, il nuovo Codice di famiglia. La consultazione ha visto esprimersi contro il 55% dei votanti, a favore il 45%. Gli elettori che si sono presentati alle urne sono stati molto pochi: il 29,6%. Nessun diritto è dunque riconosciuto alle coppie eterosessuali non sposate, mentre non verranno intaccati alcuni limitati diritti già riconosciuti a quelle gay e lesbiche nel 2005 (che non contemplano però sgravi fiscali, eredità e pensione).

Osteggiata dalla Chiesa e dai partiti conservatori, la proposta legislativa, approvata in parlamento a giugno 2011, tendeva a parificare lo status giuridico delle coppie omosessuali con quello delle coppie etero, sia nei diritti ereditari che nella possibilità di adottare i bambini.

Per il legislatore, il fine principale della legge era tutelare i diritti di tutti i minori, compresi quelli non nati all’interno di una famiglia tradizionale.
A tal fine, la legge proponeva anche una diversa definizione di famiglia, intesa come una comunità composta da uno o due genitori che coabitano ed assistono i propri figli.

Dovrà passare almeno un anno prima che la ‘Family Law Act’ possa essere ridiscussa in parlamento. Il Parlamento sloveno aveva approvato la legge a giugno 2011, ma non è stata mai applicata perché i gruppi civici conservatori, sostenuti dalla Chiesa cattolica, hanno raccolto le 40,000 firme necessarie per il referendum.

La sinistra, i partiti ecologisti e le frange più progressiste della società vedono nella legge un adeguamento all’evoluzione sociale che consente, tra l’altro, di evitare la discriminazione di tutti quei bambini che non vivono all’interno di famiglie tradizionali.

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7 commenti a Slovenia, referendum boccia nuovo Codice di famiglia

  1. Andrej ha detto:

    Mah, la cosa è un po’ da prendere con le pinze…
    La legge slovena prevede che i referendum siano validi senza nessun tipo di quorum.
    La percentuale dei votanti era del 30%. Perciò meno del 17% dei Sloveni ha votato contro la legge sulla famiglia.
    Mi sembra un po’ troppo gridare alla vittoria…

  2. Paolo Nanut ha detto:

    Andrej, hai ragione, diciamo che il referendum non è passato, ma avendo votato così pochi sloveni, solo una seria discussione in parlamento spero vorrà tappare la falla a una legge più che lacunosa. Purtroppo la Chiesa comanda non solo da noi ma anche nella vicina Slovenija.

  3. Dexter ha detto:

    Gli esiti dei referendum vanno rispettati, mi sembra assurdo che tra un anno si possa tornare a discutere di qualcosa che un referendum ha appena bocciato! E se meno del 17% degli Sloveni ha votato contro la legge sulla famiglia, gli sloveni che hanno votato a favore della stessa sono appena il 13,3%. Non credo che la Chiesa li abbia incatenati tutti a casa, anche considerando l’assenza di una richiesta del quorum.

  4. Paolo Nanut ha detto:

    Incatenati no, la Chiesa ha altri modi per dissuadere i fedeli

  5. edvard ha detto:

    I fedeli, dici. Allora come mai ga vinto jankovič? cos’è, la chiesa ga dito di votar anche lui?

  6. ilGrandeColibrì ha detto:

    La cosa assurda è sottoporre i diritti della persona al voto della maggioranza: davvero la possiamo definire una scelta democratica? ricordo che in democrazia la maggioranza sceglie, ma che i diritti devono essere garantiti al di là delle scelte della maggioranza!
    Poi è deprimente constatare come la Chiesa cattolica rimanga sempre più indietro in un mondo cristiano sempre più aperto alla diversità (link: Cristiani a favore dei matrimoni gay).

  7. Paolo Nanut ha detto:

    @Edvard, gli sloveni in quel caso si sono dimostrati capaci di decidere da soli, oppure la chiesa era in quel momento distratta.

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