12 Marzo 2012

Quando una videosimulazione vale più di mille parole…

Una videosimulazione vale più di mille parole. Grazie ai video girati dagli Amici Campomartino, volontari del museo ferroviario di Campo Marzio, ci si imbarca a fianco del macchinista e si fa un bel cabride lungo i binari attorno a Trieste per vedere di che si tratta quando si parla di metropolitana leggera. Vi invito al viaggio.

Abitavo a Guardiella, casetta con giardino e sferragliar di treni. Erano treni merci che salivano e scendevano dalla ferrovia Transalpina. Mio nonno raccontava di quando sbarcavano alla stazioncina donne dell’est per vendere le merci a San Giovanni. Tempi di prodotti biologici e lentezza, in cui il latte ci arrivava a casa direttamente dai fattori. Da allora molte cose sono cambiate e una sicuro in peggio: le persone e le merci dal retroterra si bloccano al confine.

Caduta la rete di ferro che ci ha isolati per 50 anni, pensavamo di recuperare un ruolo baricentrico rispetto l’Europa, e siamo ancora qui ad aspettare. Il porto di Capodistria sta macinando commesse, il porto di Trieste languisce in attesa di investimenti sull’allargamento delle banchine. I treni che da sempre connettono i territori come una ragnatela, e che hanno fatto la fortuna del nostro scalo ai “bei tempi” sono oggi, in tutta Italia, un mezzo di trasporto per ostinati.

La polemica sollevata da organi di stampa e intellettuali triestini sull’isolamento della città dal resto dei traffici nazionali è sacrosanta, ma forse un po’ tardiva. Sono anni che mi chiedo quali possano essere le strategie per togliere Trieste dall’impasse di un circolo vizioso: i treni si tagliano per pochi viaggiatori, o i viaggiatori non prendono i treni per la scarsa offerta? Il fatto è che solo un servizio accattivante può generare la domanda, è difficile che siano i potenziali viaggiatori a occupare le banchine invocando le carrozze. Tuttavia pendolari disperati che occupano i binari io li ho già visti!

A Roma, dove oggi vivo, come a Trieste e nel resto della Regione, affrontare un appuntamento affidandosi alla puntualità dei treni locali è un azzardo. Ecco allora che si ripiega su auto o moto, nel mio caso provenendo spesso da Venezia, macchina e autostrada sono fuor di dubbio!

Nella lentezza di un tempo, in cui le automobili scarseggiavano, c’era forse più tempo per riflettere. Sono quasi felice che le mie di riflessioni siano oggi condivise, ci sono voluti degli anni, eppure qualcuno ancora non è convinto che tornare sui propri binari sia una scelta vincente. Ci si interroga sui costi-benefici, sui bacini d’utenza, come se tutto dovesse essere per forza mercato, come se l’utilità della cosa pubblica fosse subalterna alla divisione degli utili. Qualsiasi osservazione sull’economia di un collegamento ferroviario da Trieste al suo hinterland dovrebbe passare attraverso l’analisi di quali vantaggi a catena scaturirebbero alla sua realizzazione.

Trieste ha bisogno di nuova linfa. La provincia è piccola, il resto della Regione guarda a Udine, il Nord-Est è distaccato. Con tutta evidenza la città ha un 20% di attrazione dal monfalconese (secondo certi studi) e un altrettanto potere attrattivo dalla costa sloveno-croata. Il retroterra carsico-sloveno si divide fra Lubiana e Trieste. Parlo di mezzi d’informazione, attività culturali, shopping, commercio, servizi. Tutto questo però non sarà mai radicale finché non vi sarà un collegamento “fisico” rapido e frequente. Le infrastrutture ci sono, le linee pure (penso alle 26 corse giornaliere da/per Lubiana con terminal alla stazione di Sesana), una coscienza politica che prenda atto di ciò e lo organizzi, no (ma forse qualcosa si muove).

Si parla da decenni di metropolitana leggera, una o più linee di superficie che colleghino i punti nevralgici della provincia e le aree a cui accennavo. Mancano i 6 km di binari per Koper; manca una stazione all’aeroporto di Ronchi, una sorta di hub con linee veloci per Venezia; mancano rotte per Budapest e Vienna. C’erano, le hanno tolte. Le buone intenzioni sono ancora sulla carta: 3 miliardi stanziati ad AdriaA per gli studi di fattibilità sulla futuribile “metropolitana transnazionale”, eppure come per i progetti Tav pare si aspetti la grande opera anziché sfruttare al meglio l’esistente. Nella mia simulazione l’idea è molto semplice: si allungano i treni da Lubiana-Sesana a Villa Opicina e da lì si fanno partire delle navette per Trieste Campo Marzio. Il tempo di percorrenza è di 20 minuti, si servono aree strategiche come Università, la nuova sede della Sissa, San Giacomo e il rione di Chiadino-Rozzol; nel nuovo scenario si potrebbero addirittura ottimizzare le linee bus e utilizzare i mezzi privati con parcheggi d’interscambio, in più valorizzare l’uso della bicicletta e potenziare il museo ferroviario (un unicum in Italia) con un servizio turistico di tale livello… Altre piccole e medie città europee già lo fanno. Da noi si pensa che treni, musei, bici e veicoli elettrici siano una spesa insostenibile, peggio: utopie per ostinati.

A proposito, mercoledì 14 marzo con partenza alle 18 dalla Stazione Centrale un corteo spontaneo per sostenere la stazione e il museo di Campo Marzio.

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18 commenti a Quando una videosimulazione vale più di mille parole…

  1. effebi ha detto:

    go fato un sogno:

    fora del pergolo de casa mia se fermava una navicella, ogni 7 minuti a mezo…
    la gaveva una tabela luminosa con scrito:
    “dovunque”
    …la viaggiava lentamente, lassandome el tempo de rifletter su temi fondamentali:
    -el teritorio libero de trieste
    -le esumazioni dalla foiba de basovizza
    -l’occupazione fascista de lubiana
    -el giorno del ricordo
    -le identità cancellate
    -l’uso delle banane nel castel de boranera
    -se ri-vinzi cosolini…

    me go sveià col mal de testa…

  2. capitano ha detto:

    Una volta ogni città aveva il tram.
    Poi è arrivata una nota famiglia torinese.

  3. Luigi (veneziano) ha detto:

    Una volta si viveva nell’Eden: uomini e animali popolavano il creato gli uni accanto agli altri, in perfetto amore.

    Poi è arrivata la nota mela.

    L.

  4. capitano ha detto:

    Una volta la parola lavoro aveva un significato, poi sono arrivati i manager.

  5. effebi ha detto:

    una volta se stava pezo

  6. Diego Manna ha detto:

    ..ma solo in aparenza, perchè in realtà se stava meo. ma se lo capirà solo dopo.

  7. Fiora ha detto:

    anca quela volta i diseva che se stava mejo una volta…

  8. stefano ha detto:

    né navicelle né vaporiere, una sorta di Udine-Cividale http://www.ferrovieudinecividale.it/ che anziché servire un bacino di 70mila abitanti (50mila quadrante sud-est di Ud+19mila fra Cividale, Remanzacco e Maimocco) ne servirebbe più di 100mila (4 circoscrizioni triestine) oltre a collegarsi coi treni Sesana-Lubiana. Udine-Cividale sì e Trieste-Sesana (Lubiana) no?
    La Storia grazieaddio è fatta di cambiamenti!

  9. effebi ha detto:

    si, appunto.

  10. dimaco il discolo ha detto:

    no voio girar el cortel tala piaga, ma forse xe ora de capir che a nissun ghe frega niente dele nostre zone. no voio eser ripetitivo, effetivamente cossa ga combinà lo stato italian qua? e con stato intendo la politica no le singole persone. perchè oltre a far proclami, propaganda e far finta de investir soldi ben poco ga fate de robe che iera utili veramente per la zente. aprimo i oci, no credo che l’italia gabi investi tanto quanto ga investi la defonta in sti posti. A parita de investimenti e de ritorni economici me par che la bilancia la sia tuta dala parte dela AU.

  11. Luigi (veneziano) ha detto:

    Noialtri no vivemo mai dentro ‘na volta, ma dentro ‘sta volta.

    E no ghe xe più le meze stagion.

    L.

  12. Luigi (veneziano) ha detto:

    Mi po’ no vojo l’A, ma l’U.

    L.

  13. Giampaolo Lonzar ha detto:

    @ METRO’ LEGGERA – Primi anni ’90 scrissi una lettera al Piccolo chiedendo come mai non si pensava di utilizzare i binari esistenti
    per dotare Trieste di una metropolitana a cielo aperto Indicando le direttrici ,oltre a quella del video , Trieste/Dolina (Grandi Motori), Trieste/Barcola usando la neo-galleria con accessi in Piazza Foraggi e Via Giulia dove esistono le condotte di areazione si riesce a fare un’ampia circonvallazione ferroviaria Triestina con tutti i villaggi del Carso e non ultimo
    costruire un cross-over con Capodistria visto che dalle Noghere al cavalcavia del Risano
    sono circa 2000 metri di galleria da scavare
    La risposta fu che il bacino d’utenza era troppo basso per autofinanziare poi la gestione !!!
    Cosa risponderebbero oggi ???

  14. stefano ha detto:

    @lonzar. il discorso è complesso. non si tratta tanto di una questione di autofinanziamento in quanto NESSUN sistema di trasporto pubblico (neanche i bus) riesce a sostenere le spese. Per legge è sufficiente coprire il 30%, il resto è a carico della comunità. così come a carico nostro i vari studi di fattibilità. Con 3 milioni di euro qualche lavoro sulle infrastrutture, o quantomeno un supporto al museo ferroviario, si riesce a fare.

    Purtroppo un’ipotesi come la tua è MOLTO improbabile che trovi strada, se non nelle promesse, poiché sia la galleria di circonvallazione sia i raccordi dopo Aquilinia stazione (all’inizio di via Flavia) non sono attrezzati per il trasporto passeggeri. Gli investimenti sarebbero troppo alti allo stato dei fatti.
    Diverso il caso in cui si riescano a completare i binari da Noghere a Capodistria, elettrificare tutta la linea e adibirla ai viaggiatori su una tratta potenzialmente solida che vada diretta fino a Ronchi Aeroporto. Così il bacino si amplierebbe servendo circa 350mila abitanti e i turisti diretti in Slovenia. A questo ci stanno pensando anche gli sloveni e qualcosa si sta muovendo.

    Il progetto che invece è illustrato nel video e articolo non ha bisogno di alcun grosso adeguamento in quanto già elettrificato e adibito ai passeggeri, è stato rotta per 2 anni del Rondò che risultava essere uno dei tratti ferroviari più redditizi della regione (pur funzionando solo nei weekend) e ha l’indubbio vantaggio di fare da bretella per una linea diretta Trieste-Lubiana. Circa 500mila abitanti di bacino più gli eventuali turisti (un rapporto simile Trieste-Venezia anche come tempi di percorrenza).
    Purtroppo per sbloccare questo tragitto s’invoca la TAV!

  15. capitano ha detto:

    E’ chiaro che se il progetto prevedesse un tunnel di almeno 57 km (indifferente dove) i finanziamenti ed i sostenitori politici non mancherebbero.

  16. sfsn ha detto:

    belissimo video, che per l’ennesima volta spiega che a Trieste come servizi de mobilità gavessimo za tuto (i podessi anche potenziar le linee de trasporto locale maritimo), ma che no ghe xe l’interesse a farle funzionar. Perchè no ghe farìa far soldi ai soliti noti, ma anzi -probabilmente- lori ghe rimeteria

  17. flo ha detto:

    complimenti per el video.
    te ga valorizza’ un percorso passeggieri strategico per la citta’. (tanto de capel)

    Queato un percorso stupendo, per el tempo de percorrenza ed el fatto, che non servi andarse inbotiliar in machina a Trieste, po cercar posteggio ecc.

  18. Giampaolo Lonzar ha detto:

    @14 STEFANO – Ringrazio per l cortese commento. E’ chiaro che inziare con quello che esiste è sia più facile che più economico- Non avendo conoscenza del ramo trasporti su rotaia, ho il pensiero ingenuo che dove ci sono binari si possa mettere un treno passeggeri, ma credo che oltre il problema finanziario ,l’ostacolo maggiore senza dubbio sara’ quello burocratico non ultimo a quale partito deve andare la paternità della buona idea !!!

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