12 Marzo 2012

L’Omo vespa…ottant’anni e non sentirli

L’Omo vespa fa 80 anni! Renè, esperto de triestinità e robe patoche, ne conta la sua storia con anche qualche pupolo. Per chi se lo gaveva perso, eco un altro articolo de Renè sempre sul’Omo vespa con ancora più pupoli!

L’OMO VESPA… OTTANT’ANNI E NON SENTIRLI!
di Renè

80…
… un numero grande ed importante.

Ottanta, come gli anni passati da un lontano 7 marzo dell’anno 1932 allorquando sui giornali cittadini (in primis “Il Piccolo”) iniziarono a comparire i primi, inquietanti articoli di cronaca dedicati ad un
misterioso, alquanto “strano” maniaco apparso all’improvviso nelle strade di Trieste, durante le ore notturne.
Un maniaco alto, avvolto in una pesante cappa ottocentesca. Un uomo sadico con un unico, empio divertimento: nascondersi nei vicoli più bui e nascosti della città, approfittando delle tenebre per attendere l’incauto passaggio di giovani fanciulle, per poi successivamente pungerle dolorosamente sulle terga con un punteruolo acuminato (un grezzo rompighiaccio). Non appena le vittime venivano improvvisamente
raggiunte e ferite dal punteruolo, lanciando urla di terrore misto a dolore, il maniaco in preda ad una risata isterica fuggiva via, senza lasciare traccia di sé.
Una specie di Fantômas in salsa triestina!

Tali attacchi notturni si svilupparono con maggior frequenza nei giorni successivi, provocando in città una specie di fobia con conseguente caccia all’uomo da parte delle autorità.
Sui giornaletti satirici (come “Il Marameo”) iniziarono a comparire sempre più frequentemente delle simpaticissime vignette in tema.
Ad ogni modo, il testimone più efficace di questi strani eventi fu Flaminio Cavedali, eccellente giornalista de “Il Piccolo”, nonché persona dotata di molto morbin (che usava per pompare maggiormente i
suoi articoli dedicati al maniaco).
Alla vicenda, il popolo dedicò una simpatica canzonetta folkloristica, nata per metà sulle note di una marcetta austroungarica, e per metà sul ritornello di “Tommy”, una canzone allora molto in voga, resa
celebre dal cantante melodico Mario Latilla (padre di Gino Latilla, anch’esso cantante)… era così nata la spiritosissima “L’Omo Vespa”.
Canzonetta che rese eterna questa malvagia, eppur simpatica figura tutta patoca. Ancora oggi viene cantata con gusto, soprattutto dai giovani, nei ritrovi conviviali e nelle osmize. Complice anche l’accattivante
versione rockettara incisa nel 1978 dal cantautore nostrano Lorenzo Pilat, che riportò fortemente in auge il tema dell’Omo Vespa (con il passare del tempo un po’ sbiadito, a partire dagli anni ’50 sino ad
allora)!
Qui la storia, più completa, di questo mito tutto triestino, con l’aggiunta di alcuni miei pupoli (disegni) in tema, in parte tratti da un mio fumetto (sono un appassionato autodidatta di disegno, a livello puramente amatoriale) risalente all’anno 2001, dedicato proprio a questa vicenda, e che prima o poi scannerizzerò completamente per pubblicarlo sul web.
Non mi resta che aggiungere, parafrasando una vecchia réclame con Dinone Zoff: “80 anni e non sentirli! Tanti auguri Omo Vespa!!!”
René

Hai scritto qualcosa (o fatto foto, o video, o pupoli…) di divertente/ironico/satirico su Trieste, Gorizia e dintorni? Mandacelo al Quel dela Quela! Scrivi a manna@bora.la

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3 commenti a L’Omo vespa…ottant’anni e non sentirli

  1. Fiora ha detto:

    grazie Renè per la rievocazione non ovvia di questa figura tra le più note ma meno “indagate” del nostro folklore.

  2. massimilianoR ha detto:

    🙂

  3. aldo ha detto:

    La commissione pari opportunità ha chiesto che venga finanziato un progetto per una…

    …DONA VESPA!

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