9 Marzo 2012

Scampoli di storia: Umberto Tommasini, operaio e militante

Nota della redazione:  ripartono  gli  “Scampoli di Storia”,  appuntamento quincinale con la storia di Trieste e dei triestini, curato da Paolo Geri che ringraziamo per la collaborazione.  Molti “scampoli di storia” si possono trovare inoltre nel gruppo facebook da lui fondato, a questo link.

Una targa in via Mazzini sulla casa dove abitò lo ricorda. A lui è intitolata la biblioteca del Centro Studi Libertari di Trieste. Oggi parliamo di Umberto Tommasini, operaio e militante ma soprattutto uomo libero e solidale.

Umberto Tommasini, nato nel 1896 a Trieste, è stato un tipico anarchico della sua generazione. Affrontò il carcere e mise di frequente a repentaglio la vita con estrema naturalezza e serenità, mantenne intatta la propria integrità e coerenza fra scontri armati, condanne, evasioni e ancora preparazione di attentati a Mussolini, conflitti all’ interno del movimento operaio e libertario incontrando e spesso scontrandosi con figure di rilievo della storia italiana quali Rosselli, Berneri, Di Vittorio, Vidali, Bordiga, Valiani, Pertini, Pannella….
Ricordo che Vittorio Vidali diceva di lui “non ho mai nè capito nè sopportato gli anarchici, ma Tommasini merita rispetto per il suo impegno antifascista, la sua coerenza e la sua statura morale”.
Combattente nella prima guerra mondiale, ferito e internato a Mauthausen, Tommasini, assieme al fratello Vittorio, agli inizi degli anni Venti aderisce all’ idea anarchica. Scontata a Ustica e Ponza una condanna al confino, nel 1932 espatria in Francia. Attivo antifascista a Parigi, accorre nel 1936 a difendere la Repubblica spagnola, contro Franco. Combatte assieme a Carlo Rosselli di “Giustizia e Libertà” e con l’ anarchico Camillo Berneri.
Rientrato in Francia, durante la seconda guerra mondiale è internato nel campo di concentramento di Fernet d’Ariège, in seguito confinato a Ventotene e Renicci d’ Anghiari. Nel dopoguerra Tommasini partecipa a Trieste alle attività degli anarchici ma viene arrestato dalle autorità d’ occupazione anglo-americane. Successivamente fonda a Trieste il circolo “Germinal”. Partecipa alle attività della Federazione Anarchica e dirige il settimanale “Umanità nuova”. Tommasini muore il 22 agosto 1980 a Vivaro in provincia di Pordenone. Una targa in via Mazzini sulla casa dove abitò lo ricorda. A lui è intitolata la biblioteca del Centro Studi Libertari di Trieste.

 

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73 commenti a Scampoli di storia: Umberto Tommasini, operaio e militante

  1. aldo ha detto:

    Certamente Tommasini “si incontra e si scontra” con figure di rilievo come Rosselli, Valiani, Pertini, Pannella, ma…

    …con Vidali e con i comunisti-stalinisti in generale non si tratta di scontri, ma di persecuzione nei suoi confronti in Spagna, come nei confronti di tanti anarchici, repubblicani, socialisti, comunisti dissidenti del POUM, come viene raccontato anche nel film Terra e libertà di Ken Loach.

    Insieme a un’altro anarchico e a due repubblicani, Tommasini viene arrestato nel febbraio del 1937 dai comunisti-stalinisti e incarcerato a Valencia, dove viene “trattato” dagli aguzzini della GPU. Riesce a fuggire, ma deve riconsegnarsi per aiutare i suoi compagni di prigionia, poi rischia di essere fucilato e tale è il ricordo di quel periodo in compagnia dei suoi aguzzini che, tornato in Italia, rifiuta di partecipare alla resistenza perchè non vuole avere più niente a che fare con i comunisti-stalinisti, dei quali Vidali era l’indiscusso capo triestino.

    http://ita.anarchopedia.org/Umberto_Tommasini

  2. effebi ha detto:

    “…nel 1921 viene ferito da un gruppo di fascisti che aveva fatto irruzione nella fabbrica in cui lavorava. Nell’estate dello stesso anno partecipa ad una spedizione punitiva contro un gruppo di squadristi di ritorno da un’azione compiuta nel quartiere rosso di san Giacomo: il lancio di bombe provoca una trentina di feriti tra i fascisti; suo padre, che mal sopportava questo genere di azioni, sceglie di rompere ogni rapporto con lui.”

  3. sfsn ha detto:

    gran personagio. Co iero giovine frequentavo el circolo germinal e iera sto vecio che gaveva un carisma formidabile! omini coerenti come lui no ghe ne esisti più

  4. aldo ha detto:

    Pochi giorni prima dello scoppio della prima guerra mondiale, Umberto Tommasini scappa con la famiglia da Trieste a Vivaro (PN) per non combattere con l’Impero Asburgico e anzi combatterà contro, nell’esercito italiano, ma non certo per ragioni nazionalistiche, visto che già…

    …”a tredici anni Umberto scende in piazza per partecipare allo sciopero generale dell’ottobre 1909 contro la fucilazione dell’anarchico spagnolo Francesc Ferrer i Guardia”

    http://it.wikipedia.org/wiki/Umberto_Tommasini

    Una vita nel segno dalla coerenza libertaria e contro l’autoritarismo, prima quello reazionario degli imperi centrali, poi quello totalitario del fascismo e del socialismo reale.

  5. hobo ha detto:

    non vorrei sbagliare, ma credo che tommasini, dopo essere espatriato nell’ allora non belligerante italia per non dover combattere con la divisa dell’ impero, fosse stato poi arruolato suo malgrado nell’ esercito italiano.

    la scelta di non partecipare alla resistenza, pur comprensibilissima dal punto di vista umano, mi pare invece miope da quello politico, sia per l’ importanza della posta in gioco, sia perche’ la resistenza fu anche automobilitazione dal basso, e sperimentazione di forme di democrazia diretta. (lo dico non per sminuire l’ impegno antifascista di tommasini, ma per ribadire le ragioni di chi invece alla resistenza decise di partecipare, dal ghetto di varsavia all’ ossola, alla jugoslavia alla grecia, alla francia, ecc. ecc.)

  6. aldo ha detto:

    @6

    La fuga da Trieste avvenne nel maggio 1915, pochi giorni prima dello scoppio della guerra tra Italia e Austria e quando già si sapeva che stava per scoppiare. Vista l’età di Tommasini era ovvio che sarebbe stato richiamato, ma evidentemente ha preferito esserlo contro piuttosto che con l’Impero Asburgico, anche se non certo per ragioni nazionaliste, visti i precedenti di precocissimo impegno politico.

    Sono d’accordo che la non partecipazione alla resistenza fu un errore politico, evidentemente causato dalla terribile esperienza personale vissuta nelle mani degli aguzzini stalinisti.

  7. Luigi (veneziano) ha detto:

    Non vorrei deludere alcuni, ma Umberto Tommasini non nacque a Trieste bensì a Vivaro in qualità di suddito del Regno d’Italia, come i suoi genitori. Nella Grande Guerra combatté con onore, tanto da esser promosso al grado di sergente. Due volte ferito, venne decorato con Croce di Guerra al Valor Militare.

    L.

  8. capitano ha detto:

    Forse no ga fato la resistenza perchè ghe ne gaveva za fata ‘sai prima.

  9. hobo ha detto:

    @capitano

    ma infatti non discuto il lato umano della vicenda, solo quello politico.

    visto che di questi tempi, in italia, ogni pretesto e’ buono per buttare merda su chi la resistenza l’ha fatta (fatta per davvero, intendo, rischiando la vita, sparando, e anche ammazzando, perche’ la guerrilla quello e’. e lo stesso tommasini in spagna la guerrilla l’aveva fatta eccome), ho sentito il bisogno di ribadire le buone ragioni di chi ha fatto una scelta diversa da quella di tommasini (diversa e secondo me politicamente piu’ coerente).

  10. Tergestin ha detto:

    Gran quoton per hobo, a malincuor: de ‘ sti tempi ogni pretesto xe bon per butar merda sula Resistenza. Triste.

  11. capitano ha detto:

    hobo mi ogni tanto me dago spizigoti per ricordarme che la storia gà un filo (a leger tanti comenti no se dirìa). Per quel che so mi la resistenza taliana la xe fìa de quela spagnola. 😉

  12. hobo ha detto:

    ah si’, questo e’ sicuro. e le brigate internazionali in spagna a loro volta sono figlie dei gruppi armati di autodifesa degli operai dei contadini, nati in tutta europa negli anni 20/30 per contrastare lo squadrismo fascista. tommasini e’ dentro questa storia, e questo e’ fuori da ogni dubbio.

  13. eleonora rogn ha detto:

    lo go incontra’ al Germinal che frequentavo regolarmente, una persona eccezionale

  14. Bibliotopa ha detto:

    Non vorrei essere prosaica fra tante memorie idealistico- politiche, ma per me la casa con la targa è soprattutto quella del negozio di sport Tommasini, non penso sia una combinazione, immagino sia una parentela, se non lo è smentitemi pure, dove generazioni di triestini acquistarono abbigliamento e attrezzatura da sport ( pure il mio vecchio zaino vien da là).

  15. aldo ha detto:

    La totale rottura con i comunisti-stalinisti fino al rifiuto di qualsiasi collaborazione con loro, non fu dovuta solo alla sua esperienza personale, ma anche all’assassinio stalinista a Barcellona del suo amico Camillo Berneri, leader insieme a Carlo Rosselli, della Colonna Ascaso, di ispirazione libertaria, nella quale Tommasini era entrato per combattere in Spagna.

  16. hobo ha detto:

    aldo, lo sappiamo tutti che le persecuzioni staliniane contro anarchici e trotskisti a barcellona sono una delle ferite mai rimarginate della storia del movimento antifascista e piu’ in generale del movimento operaio. oltre ad aver macinato vite umane, hanno avuto conseguenze devastanti sulla lotta al nazifascismo.

    ciononostante io mi ostino a considerare i militanti e i combattenti anarchici e comunisti nella guerra in spagna come appartenenti allo stesso phylum rivoluzionario e antifascista.

    accetto le contraddizioni, i conflitti, le lacerazioni, e non pretendo ne’ di scioglierli, ne’ di rimuoverli. anzi, me li tengo stretti, perche’ dai conflitti c’e’ sempre da imparare qualcosa.

  17. Luigi (veneziano) ha detto:

    George Orwell, “Omaggio alla Catalogna”. Resoconto autobiografico sulla guerra di Spagna, descrive anche in modo notevole la macchina propagandistica comunista che dopo la distruzione delle forze anarchiche rovesciò su di esse l’accusa d’essere in combutta con i fascisti per prendere Barcellona.

    Con tutti i debiti paragoni, invito a leggere la stampa comunista italiana su Tito pre e post Cominform. Quello che a maggio del 1945 era il leader di una lotta partigiana che portava benessere e libertà a tutti i popoli che incontrava, pochi anni dopo diviene un porco sciovinista, a capo di un paese infiltrato da fascisti d’ogni risma, servo del capitalismo.

    L.

  18. Giampaolo Lonzar ha detto:

    15 @ BIBLIOTOPA – Confermo la parentela,
    conosco personalmente ALDO TOMMASINI ultimo
    proprietario e gestore del negozio omonimo,
    che raccontava di questo personaggio , che se ricordo bene si riferiva a lui come “zio”.

  19. Tizio Caio ha detto:

    Purtroppo essendo nato nel ’77 non sono riuscito a conoscerlo ma ha lasciato un’impronta indelebile nel movimento.
    Segnalo che è da pochissimo uscito su Odradek la sua autobiografia in italiano dopo che la versione in triestino dell’84 era esaurita da anni.
    http://www.odradek.it/Schedelibri/fabbroanarchico.html

  20. sfsn ha detto:

    lojze,
    la tua equazion xe:
    comunisti=cativi, chiunquexecontroicomunsti=boni.

    dunque (in spagna):
    comunisti=cativi, trotzkisti e anarchici=boni

    dunque (dopo la rotura del Kominform):
    comunisti cativi= titoisti boni (!!)

    Anche Lojze nel Tito fan club! dame l’indirizo che te fazo aver una titovka e la foto de Jovanka con autografo!

  21. Paolo Geri ha detto:

    Una precisazione sul luogo di nascita di Umberto Tommasini. E’ ben vero che Wikipedia (e anche altre fonti) lo dà per nato a Vivaro ma la “Rivista anarchica on line” del Gruppo Germinal di Trieste così scrive:

    “Nato da una famiglia operaia e socialista (Trieste, 1896)…..”

    http://xoomer.virgilio.it/anarchivio/archivio%20testi/086/86_08.htm

    A me personalmente risulta dicesse sempre di essere nato a Trieste.

  22. Paolo Geri ha detto:

    #19. Lonzar e 15. Bibliotopa

    Confermo anch’ io la parentela con Aldo Tommasini. Umberto doveva essere uno dei fratelli del padre di Aldo ma non ne sono del tutto sicuro.

  23. Luigi (veneziano ha detto:

    @ sfsn

    Se non ci arrivi da solo, fattelo spiegare da Geri, che mi pare ferrato.

    L.

  24. Claudio Venza ha detto:

    Per i dubbi e le precisazioni (luogo di nascita, motivi della suo arruolamento -non volontario! nell’esercito italiano nella Prima G.M., ecc.) rinvio al libro appena uscito e che ho avuto l’onore di curare con Clara Germani (Il fabbro anrchico, Odradek, Roma, 2011). Chi vuole la versione antica (più lunga e in semidialetto) può andare sul sito: http://www.germinalonline.org e scaricarla. Ma sono 543 pagine! La nuova edizione, che si sta presentando in varie città italiane e che verrà presentata anche a Trieste nella nuova sede del Germinal, comprende anche un’intervista a Claudio Magris che definisce il volume “un libro epico” e “una voce straordinaria ” quella di Umberto.
    Volevo solo ricordare che Tommasini, dopo aver rischiato il plotone d’esecuzione stalinista in Spagna ha avuto dei dubbi sul partecipare alla Resistenza (lui, da sempre antifascista, anche con due tentativi di attentati a Mussolini!). Il motivo molto semplice è che nella sua zona (Appennino bolognese) i capi erano dei comunisti e che sarebbe stato molto facile eliminarlo in un’azione armata, magari poi dandogli tutti gli onori…Le sue proteste eclatanti contro l’assassinio di Berneri e le responsabilità degli stalinisti in Spagna, lo avevano già segnalato all’apparato repressivo del PCI, come risulta anche da documenti ufficiali redatti nel 1943 a Ventotene. In altre zone (Carrara, Genova, Piacenza, Pistoia, Milano, ecc.) dove gli anarchici avevano formazioni proprie, in genere oggi poco conosciute, si può valutare che non si sarebbe lasciata scappare l’occasione della lotta armata antifascista. Del resto, nel primo dopoguerra a Trieste, l’aveva svolta senza timori o incertezze, anche con comunisti di base.
    La difficile e poi impossibile, dopo il maggio 1937, convivenza fra antifascisti, nella Spagna della guerra civile, e cioè fra volontà anarchica e del Poum di rivoluzione sociale (milizie, collettivizzazioni, anticlericalismo,…) e ricerca di alleanze con la borghesia (che i comunisti perseguivano: infatti si opponevano alle collettivizzazioni rurali e urbane in nome delle “priorità belliche”,che loro valutavano avendo alle spalle l’URSS) è al centro di molti lavori storici, di memorie dei protagonisti, di analisi politiche e teoriche. Mi permetto di segnalare il mio lavoro: “Anarchia e potere nella GCS” ed. Eléuthera, 2010.
    In conclusione mi ha sorpreso, molto piacevolmente, il fatto che la figura di Tommasini, e tutti i problemi storici che esso ha vissuto, suscitino interesse e dibattito. E’ segno che l'”eredità” di Tommasini, morto poverissimo, è molto ricca. Moralmente, s’intende! Claudio Venza

  25. luca ha detto:

    Per Claudio Venza
    C’è qualche libreria triestina che vende il libro? In der Tat? Minerva?
    grazie

  26. effebi ha detto:

    Venza: “…i capi erano dei comunisti e che sarebbe stato molto facile eliminarlo in un’azione armata, magari poi dandogli tutti gli onori…”

    era un modo di operare “normale” anche da queste parti, si pensi a quante soffiate fatte dai comagi jugoslavi per sbarazzarsi dei compagni italiani e/o quante eliminazioni anche dirette di resistenti che non fossero “comunisti doc” (porzus, via rossetti… indifferentemente poi se italiani e/o di altra etnia)

    chissà se e quando se ne potà parlare senza essere immediatamente accusati di fascismo e/o di quelli che “ogni pretesto e’ buono per buttare merda su chi la resistenza l’ha fatta”

    la resistenza qualcuno l’ha fatta in un modo, e con certe motivazioni… altri l’hanno condotta con altre “modalità” per ben altri scopi finali.

    tommasini ne è la testimonianza. (senza poi doverlo sistemare in una classifica di buoni-cattivi)

  27. dimaco il discolo ha detto:

    no lo voio el venezian nel Tito fanclub

  28. ufo ha detto:

    @25 Grazie della segnalazione – lo sto leggendo ed è interessantissimo!

    Mi ha impressionato il fatto che in pieno Regno del Male Assoluto vicino a casa mia si sia tenuta indisturbata una “conferenza clandestina con un centinaio di partecipanti” 🙂

  29. sfsn ha detto:

    … ma ormai el xe iscrito de uficio: el ga riconossù che i cativi comunisti filosovietici ghe dava dosso a Tito…

  30. capitano ha detto:

    Mi pare strano il Tommasini non trovasse formazioni di ispirazione anarchica a cui aderire. Da quel poco che so in Carnia il movimento era molto forte.

  31. Tergestin ha detto:

    Valutar con i criteri morali de oggi chi in quei anni DOVEVA sparar per liberar el mondo dal nazismo e dal fassismo, xe e resta una stronzada galattica. Per farse capir meio, Ghandi no saria dura’ un minuto a Berlin.

  32. effebi ha detto:

    nianche a mosca

  33. effebi ha detto:

    …per farse capir mejo

  34. aldo ha detto:

    Tergestin, il leninismo e lo stalinismo non sono un problema morale, ma politico che si chiama TOTALITARISMO perchè…

    …mentre c’era chi si batteva contro il nazifascismo per la libertà, seppure intesa in modi diversi (a sinistra repubblicani, azionisti, socialisti, anarchici, comunisti non leninisti), invece i comunisti leninisti/stalinisti volevano instaurare un totalitarismo di segno opposto sul modello dell’URSS. I metodi da loro usati(accuse di socialfascismo ai socialisti, assassinii di anarchici, POUM e altri in Spagna e non solo in Spagna, patto Molotov-Ribbentrop con i nazisti per spartirsi la Polonia, eliminazione di partigiani scomodi, ecc.) non erano metodi immorali, ma moralmente e politicamente coerenti con i regimi totalitari instaurati, dall’URSS di Lenin/Stalin fino alla Kampuchea Democratica di Pol Pot.
    Dunque, quelli che combattevano il nazifascismo non erano tutti uguali, ma non per ragioni morali, bensì per ragioni politiche: c’era chi voleva la libertà e chi un altro totalitarismo.

  35. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Claudio Venza
    Ti ringrazio per l’intervento qui sopra e per l’indicazione libraria. Mi scuserai se invece di acquistare il tuo libro, ne ho scaricato la prima edizione direttamente dal sito.

    Con le tue parole sull’andazzo comunista di eliminare chi stava sotto/sopra/a fianco/a destra/a sinistra/avanti/indietro rispetto alla linea del momento (sempre modificabile in futuro, per cui gli ortodossi di oggi divetano gli eretici di domani) avresti dovuto spezzare qualche cuore qui dentro, ma vedo che la cosa non colpisce chi è avvezzo a far delle proprie sinapsi terreno di coltura del dittatorucolo di turno. Per questi è troppo difficile pensare che un Trotzki o un Tito non sono degli eroi sui quali versare una lacrimuccia visto che divennero dei nemici giurati di Stalin: avendone ammazzati a migliaia e migliaia, sempre dei criminali rimangono. Hitler ai primi di maggio del 1945 diede ordine di fucilare Himmler, ma la cosa non rende il “fedele Heinrich” un baldo eroe senza macchia.

    Ma torniamo a noi.

    Quindi è confermato dal tuo libro: Umberto Tommasini è nato a Vivaro e s’è trasferito a Trieste dopo la morte della madre. Perché a Trieste? Perché lì il padre lavorava come facchino.

    Devo dirti però, caro Venza, che le notizie sul periodo militare di Tommasini nel tuo libro sono assai scarne: partì in guerra richiamato – ed io aggiungo: richiamato per forza, visto che non è mai stato suddito austroungarico bensì “regnicolo” nel periodo di Cecco Beppe – ma non c’è nemmeno una parola sulle sue promozioni, che lo portarono da soldato semplice fino al grado di sergente. Né esiste notizia della Croce di Guerra che gli venne concessa al Valor Militare, né tantomeno delle due ferite di guerra che riportò. Queste notizie le inserisco allora io, permettendomi di integrare in minimissimissima parte il tuo mastodontico lavoro, per il quale ti rivolgo ancora i miei complimenti e i miei ringraziamenti.

    Luigi (veneziano)

  36. sfsn ha detto:

    @ claudio venza:
    Lojze (luigi) venezian xe una nostra vecia conoscenza de sto sito: adesso el xe tuto mieloso e complimentoso, ma ocio, che co el se acorzerà che in spagna i anarchici ga attuado la riforma agraria, distibuì la tera ai contadini e – orrore – fato fora un pochi de borghesazzi ricconie proprietari terrieri, el smeterà imediatamente de aver sti toni e el comincerà a smarronarte anche a ti.

  37. dimaco il discolo ha detto:

    sfsn, la redazion dovarà meter el cartel in home con scrito: “attenti al Luigi”?

  38. hobo ha detto:

    a me non pare che qui qualcuno abbia inneggiato a questo o a quel dittatore.

    per quanto mi riguarda, io rivendico la lotta al nazifascismo, che fu lotta collettiva, di massa, da barcellona, a varsavia, a stalingrado, e che non puo’ essere ridotta all’ azione di questo capo o di quella nomenklatura.

    a tal proposito, riporto parte di un intervento di wm1 su giap, che condivido:
    ____

    “[…] [il] “Culto del Capo”, [il] Führerprinzip, […] è un aspetto particolare di un modo di ragionare tutto per Grandi Individui, Grandi Personalità, Grandi Nomi, il Genio, l’Eroe… Una “reductio ad unum” tutt’altro che materialistica, che va a scapito della molteplicità e della collettività dei processi. […] A sconfiggere il nazifascismo sul fronte orientale [non fu Stalin ma] fu la classe operaia sovietica organizzata nell’Armata Rossa, a partire dalla controffensiva di Stalingrado. La grandiosità di quell’evento e di quella risposta di massa va rivendicata fino in fondo, a prescindere da tutte le critiche anche durissime che facciamo all’URSS, ai suoi tragici errori, alla burocratizzazione “del socialismo in un solo Paese”, a tutte le contraddizioni di quell’esperienza. […]

    Certo è che le purghe staliniane di danni ne fecero *parecchi* […] anche e soprattutto sul piano militare.

    Intanto, come avevano fatto i nazisti ad arrivare fino a Stalingrado?

    La risposta è relativamente semplice: le purghe avevano decapitato l’Armata Rossa, eliminando gli alti ufficiali più capaci, a partire da Tuchačevskij (accusato di “trotskismo” e di voler rovesciare Stalin con un putsch, torturato sotto la supervisione di Yezov, infine ucciso con un colpo alla nuca), allargando subito la repressione a Jakir, Uborevič, Ejdeman, Kork, Putna, Fel’dman, Gamarnik e Primakov (praticamente la crema dello stato maggiore!), per poi scendere giù, fino ai gradi inferiori. Furono colpiti 35.000 ufficiali su 144.300. Un’ondata di paranoia e terrore che a partire dalla primavera 1937 compromise gravemente l’abilità dell’Armata Rossa di resistere a un’invasione come quella tedesca del 1941.

    Tuchačevskij fu pienamente riabilitato nel 1957, con la “destalinizzazione”. Non è che io voglia farne l’apologia, era stato anche il repressore di Kronstadt, ma è innegabile che negli anni ’30 lui e quella leva di alti ufficiali avessero iniziato una grande modernizzazione dell’Armata Rossa, introducendo l’aviazione, i paracadutisti e le forze corazzate.

    Quel processo di modernizzazione fu interrotto e compromesso dal terrore staliniano. L’Armata Rossa fu decimata e questo è il motivo del grave scacco dell’estate ’41, quando con l’Operazione Barbarossa il Terzo Reich penetrò in Unione Sovietica come un coltello nel burro.
    Per riorganizzarsi in modo efficace, le forze armate sovietiche ci misero un sacco di tempo, e il ritardo fu fatale.

    E’ probabile che, senza le purghe, i tedeschi a Stalingrado non ci sarebbero nemmeno arrivati. E forse la seconda guerra mondiale sarebbe finita molto prima.

    Ergo, la leadership di Stalin rischiò seriamente di far vincere i nazisti. La controffensiva di Stalingrado si ebbe *nonostante* lui, e in ogni caso riparò a una catastrofe che lui e la sua cerchia avevano creato.”

    http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=6524&cpage=2#comment-10363

  39. ufo ha detto:

    Comunque mi me ga sempre fato una gran tenereza l’anedoto dei anarchici che in Spagna i fucilava le statue dela madonna per colaborazionismo…

  40. Tergestin ha detto:

    Che el movimento partigian, tra eliminazioni interne, uccisioni de inocenti ed episodi come quel descrito da Chinaski, gabi avudo le sue colpe e fato i sui erori, no saro’ mi a negarlo.

    Ma se xe sorto, xe sorto perche’ se doveva contrastar la piu’ devastante ideologia mai aparsa prima, l’ideologia dell’eliminazion fisica rispeto ai esseri umani consideradi inferiori e dela repression verso tute le classi piu’ deboli o in dificolta’ nela societa’.

    Quindi a mi la bufonada che vai sai de moda adesso, de tirar fora le fiction scadenti con el fassista bon che salva ebrei perche’ savemo che ga fato tuto i tedeschi, de smaronar coi crimini partigiani e vai de colpo al cercio e ala bote per equiparar le due robe, me fazeva e me fa tutt’ora senso.
    Per altro trovo anca ridicolo el voler abbater muri che la storia ga za’ abatudo visto che no esisti pericoli comunisti piu’ in ‘sta parte de mondo da anni e anni.

  41. effebi ha detto:

    a xe nato prima l’ovo o la galina ?

  42. Tergestin ha detto:

    @ Effebi

    La roba cocola de ti xe che te stuzighi sempre, te fa tante domande ai altri, ma te sta atento come nissun a no sbilanciarte mai. E me ricordo ben che tempo fa te ga espresso in un post disgusto verso i “subdoli”….. sara’ l’acqua Fiuggi che rendi tuti piu’ boni.

  43. hobo ha detto:

    infatti, tergestin, un perlasca non basta a lavare i crimini fascisti. e scaricare le colpe sui tedeschi e’ un trucco da quattro soldi. il nazifascismo e’ stato un fenomeno europeo. l’italia e’ stata il primo paese in cui il fascismo e’ andato al potere, e i fascisti italiani sono stati alleati dei nazisti e complici dei loro crimini fino alla fine della guerra.

    per il resto, effebi, ognuno ha le sue posizioni. tu hai le tue e io le mie. e va bene cosi’, per me e’ giusto che restino ben distinte.

  44. effebi ha detto:

    “Il bolscevismo è stata una corrente del Partito Operaio Socialdemocratico Russo nato nel congresso di Londra il 17 novembre 1903, che prese il potere nel paese nel novembre 1917”

    xe nato per combatter el nazifascismo ?

  45. effebi ha detto:

    orpo, me dispiasi, go fatto un altra domanda… me se turba el tergestin…

  46. hobo ha detto:

    effebi, tergestin ti rispondera’ se ne avra’ voglia. ma tergestin aveva parlato del movimento partigiano, non del bolscevismo. quindi la tua domanda e’ mal posta.

    comunque, se ti puo’ interessare, la rivoluzione in russia scoppio’ nel bel mezzo di una guerra che causo’ 16 milioni di morti, di cui 6 milioni di civili (1 milione per azioni di guerra e 5 milioni per fame e malattie), scatenata dal nazionalismo e dalle mire espansionistiche delle borghesie di *tutti* i paesi europei.

  47. effebi ha detto:

    http://www.uccronline.it/wp-content/uploads/2011/05/Cadavere-di-suora-Spagna.jpg
    http://archiviostorico.corriere.it/2011/maggio/17/Spagna_cosi_sinistra_apri_strada_co_9_110517016.shtml
    Mieli sostien che in spagna l’ovo xe nato insieme alla gallina….

    “Entrambi, Ochoa e Batet, pur nella diversità dei loro orientamenti politici, «erano servitori dello Stato, antifascisti e anticomunisti, rappresentanti di un’ area sociale e di opinione consistente, fatta soprattutto da classi medie, ma sostanzialmente interclassista, desiderosa di vivere in un sistema liberale, democratico e capitalista, incline a favorire un’ emancipazione, più o meno graduale, delle classi popolari dalla loro prevalente condizione di miseria estrema e a modernizzare la Spagna, seguendo il modello dei grandi paesi dell’ Occidente». Appartenevano cioè a quella Spagna che fu la vera vittima innocente della guerra civile.”

    ma se sa… bisognava combatter el nazifascismo…. miga altro….

  48. effebi ha detto:

    hobo …:) “la prima guerra mondiale…scatenata dal nazionalismo e dalle mire espansionistiche delle borghesie di *tutti* i paesi europei.”
    !?

    questa xe mitica !

  49. effebi ha detto:

    http://madrid.cnt.es/historia/imagenes/anarquistas-muertos.png
    Cadáveres de jóvenes libertarios asesinados por la represión comunista.

    …un altra domanda:
    ¿Donde està Nin?

  50. hobo ha detto:

    mai sentito parlare di colonialismo, imperialismo, corsa agli armamenti?

    se si e’ pigri, basta guardare su wikipedia in inglese (se si e’ un po’ meno pigri, sono citate tutte le fonti)

    “Long-term causes of the war included the imperialistic foreign policies of the great powers of Europe, including the German Empire, the Austro-Hungarian Empire, the Ottoman Empire, the Russian Empire, the British Empire, the French Republic, and Italy.”

    “The arms race between Britain and Germany eventually extended to the rest of Europe, with all the major powers devoting their industrial base to producing the equipment and weapons necessary for a pan-European conflict.[24]”

    “The assassination on 28 June 1914 of Archduke Franz Ferdinand of Austria, the heir to the throne of Austria-Hungary, by a Yugoslav nationalist was the proximate trigger of the war. It resulted in a Habsburg ultimatum against the Kingdom of Serbia.[10][11] Several alliances formed over the previous decades were invoked, so within weeks the major powers were at war; via their colonies, the conflict soon spread around the world.”

    http://en.wikipedia.org/wiki/World_War_I

  51. hobo ha detto:

    @48

    se e’ per questo, un po’ di anni fa mieli, in una delle sue pillole di storia sulla rai, aveva presentato franco come un dittatore soft, meritevole in fondo di essere assolto dalla storia.

  52. effebi ha detto:

    mejo de stalin sicuro, diria… e a lui me par che ancora qualchidun lo assolvi…

  53. capitano ha detto:

    Al casellario politico centrale risulta fosse nato a Trieste.

    http://151.12.58.148/cpcview/ShowDocument.aspx?iu=140640

  54. Luigi (veneziano) ha detto:

    Fa perfino tenerezza il sfsn, che mi rincorre affannosamente di qui e di là senza mai proporre nulla più della sua bile nei miei confronti.

    Agli altri ricorderò che il fatto di aver contribuito a distruggere il nazismo non salva per nulla il regime sovietico, né tantomeno l’idea comunista di una società d’uguali imposta a suon di milioni di morti.

    La “gloriosa” Armata Rossa del 1941/42/43/44 è la stessa che nel 1940 fece fuori circa 22.000 ufficiali polacchi a Katyn: un colpo alla nuca e poi giù, nella fossa comune! Che ci faceva l’Armata Rossa in Polonia? E’ “brutto” ricordare che era alleata dei nazisti? Prima gran proclami, poi strette di mano dopo aver fatto fuori la Polonia!

    Questi qui – miei cari – erano esattamente come i nazisti, con la grossa differenza che quelli che per i secondi erano irrimediabilmente da eliminare a causa del loro “sangue” (per così dire), per i primi lo erano a causa del loro “status”.

    E poi, via cinquant’anni di balle e controballe!

    “L’Unità” il 24 giugno 1945 titolava: “L’accordo raggiunto a Mosca liquida definitivamente i reazionari polacchi”: si trattava in pratica della presa di potere dei comunisti. In quell’articolo L’Unità si scagliava con veemenza contro chi aveva lanciato “le turpi accuse (…) contro l’Unione Sovietica a proposito delle fosse di Katyn”.

    E sulla guerra civile spagnola, che ci racocntava l’Unità? Nel numero 1 dell’edizione clandestina del 1937, raccontava che i trotzkisti andavano combattuti ferocemente, perché in realtà erano dei traditori che combattevano contro la Repubblica!

    L’operaio, il contadino, ma anche l’intellettuale potevano anche non capire tutto ciò, ma ci pensava Gramsci a spiegare – dalle stesse pagine de l’Unità in quegli anni che “non ci si può proporre, prima della conquista dello Stato, di modificare completamente la cosicenza di tutta la classe operaia: sarebbe utopistico, perché la coscienza della classe come tale si modifica solo quando sia stato modificato il modo di vivere della classe stessa, cioè quando il proletariato sarà diventato classe dominante, avrà a sua disposizione l’apparato di produzione e di scambio e il potere statale. Ma il Partito può e deve nel suo complesso rappresentare questa coscienza superiore; altrimenti esso non starà alla testa, ma alla coda delle masse, non le guiderà ma ne sarà trascinato. Perciò il Partito deve assimilare il marxismo e deve assimilarlo nella sua forma attuale, come leninismo”.

    Il dottore ordina a sfsn e a dimaco un corso intensivo di rieducazione in un campo di lavoro e studio del Partito, per deviazionismo potenziale.

    Il nemico peggiore è sempre quello interno.

    L.

  55. hobo ha detto:

    sai, effebi, qual e’ stata la sfiga di mieli? che giusto l’ anno dopo hanno cominciato a saltare fuori le fosse comuni di franco

    http://www.ipsnotizie.it/nota.php?idnews=1587

  56. Claudio Venza ha detto:

    @ Luca, n. 26: il libro lo trovi anche a In der Tat.
    @ capitano, 31: La Carnia libertaria fu molto presente nella Resistenza antifascista. Ma diamo un’occhiata alla cartina: ci saranno 3-400 km. di distanza dall’Appennino bolognese. E in periodo di guerra non è proprio facile muoversi…
    @ Tergestin, 32: Nella lunga intervista e nel Casellario Politico Centrale, all’Archivio Centrale dello Stato a Roma)non ho trovato riferimenti al grado di sergente. Qual’è la tua fonte?
    @ufo, 40: la famosa foto con un gruppo di miliziani (chissà se anarchici? L’anticlericalismo era logicamente molto diffuso nella Spagna del 1936)che spara alla statua del cristo non lo fa per “collaborazionismo” filogolpista dello stesso, quanto come atto di rivolta verso l’oppressione clericale che si alleava a quella militare e latifondista. E in parte industriale.
    @ tutti/e: ¡Salud! (saluto laico che evitava l’A…dios…)

  57. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Claudio Venza
    Ero io e non Tergestin ad aver parlato del grado di sergente.

    La mia fonte è “Volontari delle Giulie e della Dalmazia”, Trieste 1930 (seconda edizione), p. 448.

    L.

  58. sfsn ha detto:

    Orpo Lojze,
    un testo che sicuramente riporta la Verità!

  59. Paolo Geri ha detto:

    #59. sfsn

    Cosa vuoi, ognuno si sceglie le fonti che preferisce. Poi anche da quello si capisce “da che parte el pica”

  60. dimaco il discolo ha detto:

    e novo no me lassa meter i commenti, epur son sta bravo.

  61. effebi ha detto:

    56 hobo sai qual’è la sfiga…
    che scrivi a vanvera (47)

  62. sfsn ha detto:

    efebi (49):
    se no xe stade le mire espansionistiche dei paesi europei a far scadenar la prima guera, cossa xe sta? Me par che no xe più epoca che i se dichiara guera per i bei oci de Elena de Troia…

  63. effebi ha detto:

    paesi, nazioni, imperi… qua tutto fa brodo…
    vabben.. almeno capimo el livel…

  64. effebi ha detto:

    anche el nazionalismo romano ga scadenado le guerre puniche 🙂

  65. hobo ha detto:

    una panoramica sui vari fattori scatenanti della I guerra mondiale:

    http://en.wikipedia.org/wiki/Causes_of_World_War_I

  66. effebi ha detto:

    da cui si evince che fu scatenata “dal nazionalismo e dalle mire espansionistiche delle borghesie di *tutti* i paesi europei” ?

    mah…

    comunque come ga dito un qua… “ognuno si sceglie le fonti che preferisce”

  67. Tergestin ha detto:

    @ Effebi 45

    Domanda poco azecada, mi qua parlavo dela Resistenza, che includi no soltanto i comunisti bruti, sporchi e cativi ma tante persone diverse tra de lore.

  68. sfsn ha detto:

    beh, “tuti i paesi” in quanto ghe iera quei emergenti (come l’impero tedesco) e quei che gaveva za posizioni consolidade (come impero britannico e francia) che veniva messe in crisi dalla crescita tedesca. Me par che ogni paese (o ogni classe dirigente de quel paese) gaveva el suo interesse nel entrar in guera

  69. hobo ha detto:

    te ga voia. inglesi e njoki iera deceni che se contendeva el predominio in africa. per no parlar dei scazzi in medio oriente.

  70. effebi ha detto:

    e, vista l’ora:
    buonanotte !

  71. vanja adamski ha detto:

    emozionante davvero che susciti ancora tanto entusiasmo..
    sappiate ch è in preparazione, uscita prevista a fin 2012 un documentario su Tommasini, dal titolo An Anarchist Life, produzione IG società cooperativa e Drop Out, regia di Ivan Bormann e Fabio Toich…
    seguiteci su facebook
    An Anarchist Life

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