2 Marzo 2012

Rosolen chiede alla Giunta di fare chiarezza sul rigassificatore

Alessia Rosolen, consigliere regionale di ‘Un’Altra regione’, ha chiesto alla Giunta, in un’interrogazione, di sapere qual e’ l’orientamento sul rigassificatore di Zaule.

Dopo aver ricordato la presa di posizione del vicepresidente della Regione, Luca Ciriani, che aveva criticato il ‘no’ del consiglio comunale all’impianto, Rosolen nell’interrogazione ha precisato che e’ necessario ”che la Giunta regionale chiarisca, prima dell’ ufficializzazione nelle sedi preposte, come intende muoversi sul rigassificatore. E’ un passo dovuto sia per rispetto dei cittadini – ha detto – sia per consentire un sereno dibattito in merito”.

“Contrariamente a quanto pensa Ciriani infatti – ha spiegato Rosolen – la decisione del Consiglio comunale di Trieste e’ stata ponderata ed e’ frutto di valutazioni consapevoli: economiche, ambientali e legate alla sicurezza dei cittadini.
Se la Regione, ha ulteriori e diversi elementi da sottoporre lo faccia nelle sedi opportune e non dalle pagine dei giornali, dove il rischio e’ soltanto quello di alimentare polemiche”, ha concluso.

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2 commenti a Rosolen chiede alla Giunta di fare chiarezza sul rigassificatore

  1. Rigassificatori dove e come ???

    Mi sembrano assolutamente condivisibili le ricorrenti affermazioni sulla necessità che un Paese come il nostro debba assolutamente cercare di diversificare le fonti d’approvvigionamento energetico, quindi deve essere presa in considerazione anche l’esigenza di pianificare la realizzazione di alcuni impianti, ma:
    • La loro localizzazione non deve essere potenzialmente in grado di creare condizioni di pericolo per le aree urbane circostanti e per il comparto industriale.

    • Considerate le particolari e notevoli esigenze funzionali del processo di rigassificazione non dovrebbe essere inseriti in siti con fondali non sufficientemente profondi, o comunque in bacini chiusi con scarso ricambio acqueo per non intaccare l’equilibrio dell’ecosistema.

    • L’impatto ambientale complessivo dell’opera rigassificatore e metanodotto dovrebbe essere contenuto e comunque attestato su valori accettabili per le ricadute economiche/occupazionali che l’impianto sarebbe in grado di generare sul territorio Provinciale.

    • Le manovre d’avvicinamento / ormeggio e la posizione del pontile d’attracco non dovrebbero assolutamente condizionare “con limitazioni più o meno temporanee l’operatività dello Scalo” e comunque nemmeno le attività nautiche comprese quelle da diporto.

    Sarebbe opportuno che in aggiunta alle doverose verifiche sull’idoneità del progetto, prima di concedere le opportune autorizzazioni per la realizzazione di un impianto di rigassificazione sul Litorale Triestino in prossimità del Canale Navigabile, venisse anche avviato un serio approfondimento in merito a quelle che “attualmente nel mondo” sono le tecnologie più innovative in termini di trasporto e rigassificazione del G.N.L., per non rischiare che il nostro impianto nasca già obsoleto e quindi difficilmente interfacciabile con quelle che saranno le future tendenze del mercato.
    Comunque rimanendo sempre in tema dell’assoluta esigenza di dover diversificare le nostre fonti d’approvvigionamento energetico, sarebbe opportuno che nella nostra Regione venga debitamente – affrontato – approfondito – finanziato – lo sviluppo- del solare – del geotermico – dell’eolico – della centrali idroelettriche cercando di ottimizzare lo sfruttamento delle non trascurabili potenzialità dei piccoli/grandi invasi naturali ed artificiali -.
    BRUNELLO ZANITTI Giuliano
    Nb. Ulteriori approfondimenti sul come sfruttare il nostro frontemare si possono trovare anche visitando i miei siti.
    >>>> superporto-regione-f-v-g.jimdo.com
    >>>> triestesuperporto.jimdo.com

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    Trieste 09 – 02 – 2012

    Ferriera di Servola e futuro della Portualità Triestina, una storia infinita costellata di continui rinvii di quelle che dovrebbero essere le scelte in grado di consentire una pianificazione di medio/lungo periodo per mettere in atto una razionale riconversione utilizzativa dell’area.

    Riconversione utilizzativa, che dovrebbe contemplare la bonifica del sito ed il conseguente recupero di ampi spazi al mare che potrebbero anche essere sfruttati per sopperire alle crescenti esigenze della nostra portualità, nel Golfo Triestino c’è gia un sito inutilizzato “l’Area Ex Aquila” ormai da decenni in attesa di riconversione e rischiamo purtroppo che anche la “la Ferriera di Servola” faccia questa miserabile fine, tutti e due i citati siti per le loro particolari caratteristiche e posizione strategica potrebbe avere certamente un radioso futuro Portuale.

    Radioso futuro che rischia purtroppo di rimanere precluso se non verranno riviste in tempo alcune farraginose e poco chiare Normative che nel nostro Paese attualmente regolano:

    1. La discarica di materiali inerti per poter recuperare ampi spazi al mare.

    2. Le bonifiche ed il possibile recupero dei Siti inquinati.

    3. L’esecuzione dei dragaggi dei fondali di banchine e canali.

    4. La gestione dei fanghi di dragaggio.

    5. L’impatto ambientale delle opere.

    Forse sarebbe il caso che per far si che la nostra Portualità possa affrontare serenamente le sfide del terzo millennio “nel nostro Paese si cercasse finalmente di adottare le Normative Comunitarie che favoriscono lo sviluppo e la crescita delle economie e non come purtroppo sembra stia accadendo soltanto quelle che lo penalizzano”.

    Normative Comunitarie che di fatto hanno consentito la realizzazione ed il continuo attuale sviluppo di realtà Portuali come “di Rotterdam – Amburgo – Brema – Wilhelmshaven – Portsmouth – Londra – Felixstowe – Le Havre – Algeciras – Fos – ecc.” che non si possono certamente considerare sbocchi al mare naturali, poiché sono stai creati artificiosamente dall’uomo con notevoli opere “di recupero di siti – inquinati – sbancamenti – interramenti – e continui dragaggi dei fondali per renderli adeguati alle crescenti esigenze dei vettori marittimi.

    Per concludere penso che per affrontare serenamente “la portualita del terzo millennio” bisogna assolutamente risolvere le problematiche che assillano il futuro dei nostri Siti inquinati e della nostra Portualità, quindi credo che il nostro futuro sta in buona parte nelle mani del Legislatore ed in quanto sarà in grado fare per razionalizzare almeno alcune delle citate attuali farraginose Normative che purtroppo spesso sono fonte d’interminabili contenziosi, poiché in presenza di regole chiare e certe i finanziatori anche si trovano, prova ne sia l’apprezzabile proposta d’intenti elaborata tempo fa dalla cordata Unicredit/Maersk per creare nei nostri litorali un Superporto, operazione che purtroppo anche per le citate farraginose nostre Normative sembra sia almeno per il momento svanita nel nulla come una bolle di sapone.

    BRUNELLO ZANITTI Giuliano

    Nb. Ulteriori approfondimenti in merito ai temi della Portualità si possono trovare anche visitando
    I miei Siti >>> sistemi-di-banchinamento.jimdo.com
    >>> triestesuperporto.jimdo.com
    >>> portualita-del-terzo-millennio.jimdo.com

  2. sergio ha detto:

    Un bellissimo commento, ma una cosa ci manca la materia prima: la politica, e tutti quelli che sono nel campo che si pigliano una barca di soldi e che da anni stanno profondamente dormendo, e ora di cambiarli con altri che affrontino il problema e lo concludano, troppe opere sono ferme da decenni, ne cito una, il riempimento di Barcola che poteva venir fatto con il materiale di scavo della grande viabilità, non abbiamo assolutamente teste, questo è il problema di Trieste

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