25 Febbraio 2012

Crisi del settore della pesca in Fvg: si cercano soluzioni

Il presidente della II Commissione consiliare attività produttive, Federico Razzini, ha incontrato i rappresentanti delle Associazioni di pescatori del Friuli Venezia Giulia. La riunione ha dato seguito al percorso intrapreso da Razzini per coinvolgere l’intero settore della pesca, in ginocchio dallo straordinario freddo di questo inverno.

“Quest’anno le condizioni meterologiche sfavorevoli hanno notevolmente inciso sull’attività dei nostri pescatori che, nei
giorni di bora, hanno dovuto tenere fermi i pescherecci per ben 21 giorni, un danno economico ingente per tutto il settore. La cosa più grave – spiega Razzini- è che, nonostante le condizioni del tempo siano migliorate, le basse temperature raggiunte dall’acqua in questi freddissimi mesi hanno portato alla totale desertificazione del nostro Golfo: i pescherecci escono in mare ma non c’è pescato”.

Durante la riunione sono emerse anche altre problematiche che investono il settore ittico, si pensi, ad esempio, che a causa della recente normativa comunitaria relativa alle dimensione delle maglie delle reti non è possibile pescare tutte quelle specie di pesci i cui esemplari adulti sono comunque di piccole dimensioni, come ad esempio i latterini di cui il nostro golfo è pieno.

“Occorre prestare maggiore attenzione al settore della pesca che è importantissimo per la nostra Regione – conclude Razzini – così mi attiverò personalmente per sostenere la richiesta di risarcimento per calamità naturale e sarà mio impegno sensibilizzare la Giunta affinché trovi strumenti efficaci e immediati per consentire la ripresa dell’intero comparto ittico”.

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3 commenti a Crisi del settore della pesca in Fvg: si cercano soluzioni

  1. Andrea L. ha detto:

    Il sovrasfruttamento del patrimonio ittico inizia a dare i suoi risultati. Non si prova nemmeno a creare nursery o zone protette perchè già si sa che i pescatori delle regole se ne battono, anche quando questo porta al depauperamento della loro risorsa prima. E ora sbattono la faccia sui risultati di decenni di pesca selvaggia.

  2. fabry ha detto:

    Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto,
    l’ultimo fiume avvelenato, l’ultimo pesce pescato, vi accorgerete che non chiedere la calamità naturale non basta.

  3. danielec. ha detto:

    bisogna pensare che per qualsiasi attività bisogna investire una parte del guadagno. dal mare come dai fiumi abbiamo sempre e solo preso. 1 domanda questi contributi serviranno ad allargare le case, comprare automobili e motori per le barche + potenti o piuttosto cercare di restituire quello che abbiamo preso per tutto questo tempo? facendo un paragone tra la pesca e l’agricoltura è come se vivessimo ancora di raccolta dei frutti della terra “spontanei”. ve lo immaginate ci ammazzeremmo per una mela cresciuta spontaneamente da un albero…questo vale anche per il mare e per il pesce.
    utilizzate i soldi per dragare i canali cosi’ la laguna tornerà a respirare, lasciate stare il pesce (quello piccolo) per qualche tempo e vedrete che anche la nostra laguna si riprenderà.
    non preoccupatevi tanto arriverà il giorno in cui ognuno di noi pagherà per questo inquinamento e per questo non rispetto e le parole non serviranno + proprio come ai nostri cari pesci..
    un saluto da un pescatore di mestiere

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