23 Febbraio 2012

Rigassificatore di Trieste-Zaule: le strane omissioni della politica locale

di Dario Predonzan
responsabile energia e trasporti
WWF Friuli Venezia Giulia

“Stupiscono, almeno chi abbia seguito con un po’ di attenzione la vicenda, molte curiose omissioni – da parte del mondo politico e istituzionale locale – in merito alla vicenda del rigassificatore che GasNatural vorrebbe costruire a Trieste-Zaule.”

L’assessore regionale all’ambiente ed energia Ciriani, ad esempio, criticando la delibera con cui il Comune di Trieste ha espresso un parere negativo sul progetto definitivo dell’impianto, ritiene che “l’amministrazione di Trieste abbia preferito inseguire un facile e immediato consenso popolare rispetto alla possibilità di approfondire, porre condizioni, discutere sulle potenzialità dirette e indirette di un impianto di questo tipo”.  Gli sfugge però che il tempo per “approfondire, porre condizioni, discutere sulle potenzialità”, ecc. è ormai passato. Da anni. Se si è arrivati al progetto definitivo ed è prossima la conferenza dei servizi che potrebbe rilasciare l’autorizzazione alla costruzione del rigassificatore, è perché nel luglio 2009 il decreto VIA favorevole firmato dai ministri Prestigiacomo e Bondi, ha chiuso la procedura di valutazione dell’impatto ambientale, alla quale avevano partecipato sia i Comuni, sia la Regione.

Chi, se non la Regione, avrebbe potuto – coordinandosi con i Comuni – costringere GasNatural a sedersi ad un tavolo di trattativa per “approfondire, porre condizioni, discutere”, ecc.?
Ovviamente PRIMA del decreto VIA, non dopo…

Lo si sarebbe dovuto fare, va da sé, solo dopo aver risolto le problematiche – ambientali e non – sollevate dal progetto. Problematiche ben note ma irrisolte (impatto delle acque di scarico sull’ecosistema marino, pericolosità di un impianto a ridosso di zone abitate e di altre industrie a rischio, ecc.), come hanno rilevato gli approfondimenti degli ambientalisti, del Tavolo Tecnico promosso dalla UIL-VVF e di altri.

Nulla di tutto ciò ha fatto la Giunta regionale, che si è espressa ufficialmente l’ultima volta sul rigassificatore il 1 giugno 2007 (cinque anni fa! Giunta Illy), con un parere tartufesco che da un lato elencava le innumerevoli lacune del progetto ed i potenziali impatti negativi da approfondire, ma dall’altro scaricava la “patata bollente” sul ministero dell’ambiente. Dopo di allora, il nulla.

In questi anni, la Giunta attuale (in carica dalla primavera 2008) di cui Ciriani è vicepresidente, ha fatto solo qualche dichiarazione ai media, sempre pro-rigassificatore. Come l’ultima del presidente Tondo: “La Regione non si fermerà di fronte a scelte importanti sul tema dell’energia”. E spiegare invece perché la Regione è rimasta inerte in questi quattro anni, no?

L’ex sindaco di Trieste, Dipiazza, qualche tentativo di approfondire e porre condizioni, a modo suo, l’aveva fatto. Da solo. E soltanto per strappare delle concessioni economiche a GasNatural. Risultato: zero virgola zero. Perché anche Dipiazza aveva trascurato la rilevanza strategica della questione ambientale. Che i ministeri avevano poi “risolto” a modo loro: cioè partorendo un decreto VIA raffazzonato (tanto né la Regione, né il Comune di Trieste ci badavano), pieno di incongruità e illegittimità, sì da giustificare ben cinque ricorsi al TAR dal Lazio, tuttora pendenti.

Molto simile a quella della Giunta regionale è la posizione degli industriali, regionali e triestini. Sia per Calligaris, sia per Razeto, infatti, “la salvaguardia dell’ambiente e la tutela delle condizioni di sicurezza per tutti i tipi di impianti sono considerate una priorità”. Sicché “Confindustria non vuole e non può prescindere da alcuni prerequisiti di capitale importanza … quali l’utilizzo delle tecnologie più avanzate in termini di sicurezza e impatto ambientale, la riduzione dell’impatto paesaggistico e la compatibilità con le attività logistiche e portuali presenti e future”. Alleluia.

Non si capisce, però, – conclude Predonzan –  come mai neppure uno straccio di osservazione sia stata prodotta dalle fervide menti confindustriali nella lunga fase (dal 2006 al 2009) della procedura VIA sul progetto di GasNatural. Perché quello era il momento di affrontare tali questioni. Gli ambientalisti e alcuni Comuni (non Trieste) l’hanno fatto: Confindustria no. Perché?

Più stupefacente di tutte è però l’omissione di un dettaglio, che dettaglio davvero non è.

Il citato decreto VIA sul progetto di GasNatural contiene infatti la seguente prescrizione (la n. A.2): “Prima della conferenza dei servizi si richiede l’ottenimento della pronuncia di compatibilità ambientale (cioè un decreto VIA – NdR) relativa alle opere di allaccio del rigassificatore alla Rete Nazionale dei metanodotti, finalizzate al trasporto del gas tramite la rete stessa”.

Logico, perché senza di ciò il rigassificatore non avrebbe alcun senso. Il progetto di tali “opere di allaccio” esiste dal 2008, ma non è di GasNatural, bensì di SNAM Rete Gas e prevede un gasdotto parzialmente sottomarino tra Trieste, Grado e Villesse. Implica però notevoli problemi ambientali anch’esso, tant’è che il relativo decreto VIA non è stato ancora firmato, dopo quasi quattro anni dalla presentazione del progetto e degli studi connessi. Molto lacunosi, come quelli di GasNatural.

E’ tuttora aperto pure su questo gasdotto un contenzioso con la Repubblica di Slovenia (alcuni impatti sull’ecosistema marino si estenderebbero infatti nelle acque territoriali slovene).

Logica vorrebbe che chi si oppone al rigassificatore, si battesse anche contro questo gasdotto, per esempio richiamando l’attenzione del ministro dell’ambiente, Clini (tanto amico di Trieste, si dice…), sull’inopportunità di chiudere la VIA con un responso favorevole, del quale mancano i presupposti. Eppure nessuno sembra ricordarsene e non ne fa menzione neanche la recente delibera del Consiglio comunale di Trieste sul progetto di GasNatural. Strano davvero.

Dario Predonzan

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6 commenti a Rigassificatore di Trieste-Zaule: le strane omissioni della politica locale

  1. Kaiokasin ha detto:

    E’ davvero desolante vedere come i nostri politici prendano le decisioni, senza considerare gli aspetti tecnici, gli impatti ambientali, le conseguenze per l’economia cittadina, i costi/benefici. Spero che l’assessore Laureni, che mi pare persona preparata, si attivi anche sulla questione del gasdotto Snam (dico Laureni perchè non vedo altri).

  2. sergio ha detto:

    ma sto assessore Ciriani, che è stato eletto dai cittadini con chi sta??, speriamo che alla prossima tornata elettorale nessuno lo voti, almeno potrebbe documentarsi sui problemi che si avrebbe con il rigassificatore,

  3. Triestin - No se pol ha detto:

    i furlani che pensi al friul che a Trieste gavemo già dà….dalla Siot, cementificio, inceneritor ( con le scovaze napoletane radioattive e della region )ecc…

  4. Franco Tremul ha detto:

    E gavemo anche una feriera che el Primo Citadin gà promeso de “riqualificare”…
    http://kocijancic.blogspot.com/2012/02/il-cip6-vale-un-milione-di-euro-al-mese.html

  5. ufo ha detto:

    Per costruire una grande opera dovrà essere effettuata una consultazione preventiva con tutti i soggetti interessati“…
    Oggi sul Corsera

  6. effebi ha detto:

    el sindacalista Bonanni…
    un altro che parla neza saver de cossa

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