13 Febbraio 2012

Storie de casa nostra: fiabe per i fioi e per i poco cressùi

di Nicolò Giraldi

La letteratura per bambini non è mai fuori moda. All’interno di un panorama generale sulla fiabe, sulle novelle e sulle favole bisogna tuttavia distinguere il luogo da dove provengono e dove diventano tradizione. Per quanto riguarda la componente italofona delle nostre zone, l’origine linguistica della fiaba – la lingua con cui viene tramandata – trova certamente ragion d’essere nell’uso del dialetto, cioè  nel tramandare la fiaba per via orale, ascoltando le nonne, chi ha ascoltato prima di noi quelle meravigliose storielle giunte fino a lì chissà da dove.

Nel corso degli anni, nelle nostre zone si è scritto tanto sulla fiaba. Nel novembre del 2003 Giacomo Scotti uscì con un lavoro notevole per produzione intitolato “Fiabe e leggende dell’Istria”. Era il frutto di un peregrinare, di lunghi itinerari che lo avevano condotto per ragioni professionali, legate al nostro giornale, in buona parte della penisola istriana. Lì era riuscito ad ascoltare queste fiabe, poi riprodotte all’interno del volume pubblicato dalla casa editrice Santi Quaranta di Treviso. Nella nota che apriva il volume, Scotti affermava “più che trascrizione esse sono la rielaborazione o rifacimento in lingua italiana di racconti, fiabe e leggende popolari che, in una ragione secolarmente aperta agli influssi della culture e delle lingue italiana, tedesca e slava, sono il frutto di reciproci prestiti e arricchimenti”.C’erano ventotto racconti popolari, rielaborati e trascritti con l’intento di fornire al lettore la possibilità di non perdere la fiaba istriana.
Nelle librerie è disponibile il volume di Andrea Andolina e Valentina Burolo dal titolo “Fiabe Giuliane e Istriane”.  Si tratta di un lavoro giovane, creato da due giovani autori di teatro con la passione per il racconto ai più piccini. Andolina e la Burolo infatti sono impegnati presso la scuola di teatro per ragazzi presso il Teatro Miela di Trieste e attraverso la volontà di Editoriale Programma, hanno elaborato questo bel volume. Ci sono diciassette fiabe, di cui nove ambientate a Trieste e provincia e otto invece ambientate in Istria. Anche nel lavoro dei due giovani autori triestini emerge la voglia di confrontarsi con una categoria letteraria difficile e che porta con sé una enorme responsabilità. Come responsabile e eticamente corretta è la scelta di porre in fondo al libro la bibliografia dalla quale sono state “estrapolate” le fiabe presenti. Certamente un bel gesto.
Le fiabe sono “costruite” per i bambini e infatti anche in questo contesto siamo in presenza di rielaborazioni, di trascrizioni, di mantenimento della tradizione orale. La raccolta, la trascrizione, la reinterpretazione di fiabe conosciute e non, è parte del lavoro che è necessario per avvicinarsi a questa categoria letteraria. “Fiabe Giuliane e Istriane” interseca la propria ragion d’essere con alcuni pilastri che sorreggono il mondo delle campagne, il mondo popolare, le tradizioni secolari, le rispettive credenze. Infatti, nel lavoro di Andolina e della Burolo, emergono con forza i tratti religiosi di un paesaggio come quello del Carso triestino o della campagna istriana, dove certamente la presenza dei segni divini, religiosi e la loro rappresentazione terrena attraverso la chiesa, si è fusa con la vita dei villaggi e ha creato uno degli strati su cui edificare la fiaba. Al contempo c’è la dicotomica presenza del Diavolo, inserita così nell’inevitabile sdoppiamento dell’animo umano e nell’indicazione del bene e del male.
Troviamo narrazioni fresche e sequel de il ben più famoso “Pifferaio magico”, ambientato nelle nsotre zone. Non poteva mancare la presenza del mare e della Bora, vento che ispira, che movimenta l’immobile, ricreando immagini facilmente immaginabili anche dai più piccoli. Si basa anche su realtà acquisite dai più piccoli, su alcuni riferimenti che danno il senso di essere dentro alla storia.

Ciò che è importante in questo lavoro è il fatto che leggendolo, ci si imbatte nella volontà di conservazione e mantenimento culturale. Se pensiamo senza retorica che il futuro siano i giovani – in questo caso i giovanissimi -e se pensiamo che le nostre zone dovrebbero spendersi di più per affrontare il problema di un assimilazione che può portare alla scomparsa di tradizioni secolari, se pensiamo che tutto ciò debba venir risolto, allora, il volume di Andrea Andolina e Valentina Burolo è l’immagine che siamo sulla strada giusta.

di Nicolò Giraldi

13 commenti a Storie de casa nostra: fiabe per i fioi e per i poco cressùi

  1. effebi ha detto:

    bella iniziativa, devo ciorlo… cioè anzi, se pol averlo anche a gratis ? 🙂

  2. Diego Manna ha detto:

    effebi, femo un grupo de aquisto, ciolemo una copia e dopo femo fotocopie 😀

    scherzi a parte, anche a mi me ispira, lo ciolerò.

  3. Nicolò Giraldi ha detto:

    Se pol ciorlo. El xe in tante librerie de Trieste. L’Edit de Fiume ga comprà anche 100 copie per le scole fora cussì che me par che sia una bela roba. E poi i muli che lo ga scrito xe giovini. Trovarghene de mularìa cussì 🙂

  4. effebi ha detto:

    xe sta fata o se farà una presentazion ?

  5. Nicolò Giraldi ha detto:

    La presentazion xe stada za fata, però se pol sempre parlar co i autori, xe muli disponibili, magari se i xe d’accordo presentarlo anche in qualche logo, associazion. So che la Comunità de Buie vol presentarlo anche la.

  6. Fiora ha detto:

    El soggetto me entusiasma. xè un libro che no doverà mancarme in casa. Speto drite per l’acquisto.

  7. Fiora ha detto:

    sarò sempia (anzi el Grop disi che son sempia… e s’el disi lu’, che “sa tuto” 😉 ) ma no go capì s’el xè zà in libreria. Con sti fredi no go frequentà.
    Ala Lovat per esempio?

  8. tomaz ha detto:

    “…una ragione secolarmente aperta agli influssi della culture e delle lingue italiana, tedesca e slava…”
    no esisti una lingua slava. esisti le lingue slave (sloven, croato, russo..), come che esisti le lingue romanze (sardo, francese, italian, rumeno…).
    tomaz

  9. Martina Luciani ha detto:

    Molto interessante, anche se onestamente non capisco come una fiaba possa essere “costruita” per i bambini e rielaborata. La fiaba ha contenuti simbolici che entrano, senza che ci sia nostra elaborazione razionale, a far parte del nostro modo di pensare, sedimentati attraverso i secoli e appartenenti a quell’enorme enciclopedia del vissuto che sono gli archetipi: parlo delle fiabe tradizionali, perchè le fiabe contemporanee avranno, forse, una morale ma non hanno contenuti segreti ( spero!).

  10. Katja ha detto:

    interessante lavoro. anche se ha ragione Martina la tradizione orale dovrebbe essere trascritta abbastanza fedelmente. le varie interpretazioni personali romanzate a volte stonano. non parlo di questo lavoro è una considerazione generica.
    ho un libro che mi ricorda questo, ci sono anche leggende istriane. ne ho lette alcune ai ragazzi e sono piaciute molto. non so se sono le stesse
    http://www.itacalibri.it/it/catalogo/scotti-giacomo/fiabe-e-leggende-del-mar-adriatico.html?IDFolder=144&IDOggetto=31708&LN=IT

  11. effebi ha detto:

    fiabe, credo sia essenziale che alla fine siano raccontate da qualcuno ai bambini. che non rimanga un esercizio (l’invenzione o il riadattameto) fine a se stesso.
    non so se questo lavoro si poneva l’obiettivo di essere un recupero fedele o un riadattamento (dichiarato).
    immagino che anche nella trasmissione orale, un tempo, capitava che qualcuno aggiungesse o riadattasse a piacimento.
    mi piace già solo il fatto che dei giovani si siano impegnati in questo lavoro. bravi.

  12. Fiora ha detto:

    doppiamente bravi, perché presumo che come tutti i giovani si tratti di supersmanettoni da Fb Twitter& co. e da parte loro riconoscere l’importanza di un “ritroso” così gli fa doppiamente onore.

  13. isabella ha detto:

    Quasi quasi lo prendo per il nipotino.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *