9 Febbraio 2012

Ferriera, avanti fino al 2015

Ferriera: si va avanti fino al 2015 E’ stato firmato l’accordo definitivo tra Lucchini ed Elettra per il rientro del debito di 48 milioni, che permetterà il proseguimento dell’attività siderurgica.  L’accordo è stato siglato nel corso di un incontro mediato dal sindaco di Trieste Roberto Cosolini e dagli assessori regionali al Lavoro, Angela Brandi, e alle Finanze, Sandra Savino, alla presenza dell’assessore provinciale Vittorio Zollia e dell’assessore comunale Fabio Omero.
Il Sindaco Cosolini ha dichiarato: “Sono soddisfatto perché l’iniziativa che abbiamo promosso in una situazione che appariva molto critica per i rapporti tra le due aziende, con la relativa grande preoccupazione per le possibili conseguenze occupazionali immediate, approda ad un accordo stabile.
A questo punto,scongiurata l’emergenza, l’impegno si deve concentrare sulla prospettiva, e quindi sul futuro industriale ed occupazionale dell’area di Servola basato su un piano industriale credibile e sulla compatibilità ambientale che non può più essere in alcun modo sacrificata. Per questo continuiamo a lavorare come amministrazione comunale insieme con alle altre istituzioni, Regione e Provincia in primis, puntando anche ad un coinvolgimento stabile del Governo.”
“L’accordo di oggi costituisce un risultato importante – ha aggiunto l’Assessore alla Programmazione Sandra Savino – in vista del tavolo convocato con il governo il 14 febbraio a Roma, il quale costituirà il secondo passo per la risoluzione delle problematiche relative alla Ferriera di Servola. In questo contesto, la regione richiederà a Roma garanzie puntuali relativamente all’impianto di Servola, anche in considerazione dell’esigenza di un’adeguata tutela degli interessi dei lavoratori”.

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4 commenti a Ferriera, avanti fino al 2015

  1. Franco Tremul ha detto:

    “riconversione dell’area della Ferriera di Servola verso un utilizzo produttivo compatibile e la riqualificazione ambientale: bisogna lavorare intensamente per un accordo di programma con tutti i soggetti pubblici, tra cui indispensabilmente il Governo, e i privati che preveda la gestione delle varie fasi: demolizione, bonifica, riconversione produttiva e occupazionale, riqualificazione ambientale. (Pag.13)
    http://www.robertocosolini.it/wp-content/uploads/Programma-Cosolini.pdf

    Bene, il primo passo è compiuto.

  2. sergio ha detto:

    In questo contesto, la regione richiederà a Roma garanzie puntuali relativamente all’impianto di Servola, anche in considerazione dell’esigenza di un’adeguata tutela degli interessi dei lavoratori”.

    e dei cittadini di Trieste chi ci pensa????? più controlli antinquinamento !!!

  3. Ettore Ribaudo ha detto:

    SERGIO, HAI PROPRIO RAGIONE.
    Consideriamo per un momento che Servola produce danno ambientale e alla Salute dei Cittadini; bene chi ci pensa a loro?
    La Sanità è al collasso e questi non ci pensano che non tenendo conto di questi danni, la Sanità sarà ancora di più in profondo rosso?
    Va bene difendere i lavoratori, però non dimentichiamoci delle decine di migliaia di persone che respirano l’aria di Servola!

  4. Trieste 09 – 02 – 2012

    Ferriera di Servola e futuro della Portualità Triestina, una storia infinita costellata di continui rinvii di quelle che dovrebbero essere le scelte in grado di consentire una pianificazione di medio/lungo periodo per mettere in atto una razionale riconversione utilizzativa dell’area.

    Riconversione utilizzativa, che dovrebbe contemplare la bonifica del sito ed il conseguente recupero di ampi spazi al mare che potrebbero anche essere sfruttati per sopperire alle crescenti esigenze della nostra portualità, nel Golfo Triestino c’è gia un sito inutilizzato “l’Area Ex Aquila” ormai da decenni in attesa di riconversione e rischiamo purtroppo che anche la “la Ferriera di Servola” faccia questa miserabile fine, tutti e due i citati siti per le loro particolari caratteristiche e posizione strategica potrebbe avere certamente un radioso futuro Portuale.

    Radioso futuro che rischia purtroppo di rimanere precluso se non verranno riviste in tempo alcune farraginose e poco chiare Normative che nel nostro Paese attualmente regolano:

    1. La discarica di materiali inerti per poter recuperare ampi spazi al mare.

    2. Le bonifiche ed il possibile recupero dei Siti inquinati.

    3. L’esecuzione dei dragaggi dei fondali di banchine e canali.

    4. La gestione dei fanghi di dragaggio, e che sono attualmente fonte d’interminabili contenziosi e che di fatto stanno notevolmente condizionando in termini di tempi e costi la pianificazione e la cantierizzazione delle grandi opere di cui il nostro Paese avrebbe invece assoluto bisogno.

    Per guardare al futuro e far si che la nostra Portualità possa realmente recuperare un significativo ruolo sulle scene dei Traffici Internazionali e rilanciare economie ed occupazione nei nostri territori, forse sarebbe il caso che finalmente il nostro Paese adottasse anche “le Normative Comunitarie” che favoriscono lo sviluppo e la crescita delle economie e non soltanto quelle che lo penalizzano.
    Normative Comunitarie che di fatto hanno consentito la realizzazione ed il continuo attuale sviluppo di realtà Portuali come “di Rotterdam – Amburgo – Brema – Wilhelmshaven – Portsmouth – Londra – Felixstowe – Le Havre – Algeciras – Fos ecc.” che non si possono certamente considerare sbocchi al mare naturali, poiché sono stai creati artificiosamente dall’uomo con notevoli opere “di recupero di siti – inquinati – sbancamenti – interramenti – e continui dragaggi dei fondali” per renderli adeguati alle crescenti e notevoli esigenze dei vettori marittimi e del mercato.

    Per concludere penso che per affrontare serenamente “la portualita del terzo millennio” bisogna assolutamente risolvere le problematiche che assillano il futuro dei nostri Siti inquinati e della nostra Portualità, quindi credo che il nostro futuro sta in buona parte nelle mani del Legislatore ed in quanto sarà in grado fare per razionalizzare almeno alcune delle citate attuali farraginose Normative che purtroppo spesso sono fonte d’interminabili contenziosi, poiché in presenza di regole chiare e certe i finanziatori anche si trovano, prova ne sia l’apprezzabile proposta d’intenti elaborata tempo fa dalla cordata Unicredit/Maersk per creare nei nostri litorali un Superporto, operazione che purtroppo anche per le citate farraginose nostre Normative sembra sia almeno per il momento svanita nel nulla come una bolle di sapone.

    BRUNELLO ZANITTI Giuliano

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