27 Gennaio 2012

Il prefetto ricorda Giovanni Palatucci, questore di Fiume. Salvò 5mila ebrei

Riceviamo dalla Questura e pubblichiamo:

Alla presenza del Prefetto di Trieste Alessandro Giacchetti, del Vice Questore Vicario Lorenzo Pillinini e del Direttore della locale Casa circondariale Enrico Sbriglia, oltre ad autorità militari e civili, questa mattina è stata deposta una corona alla lapide che ricorda la prigionia nella struttura triestina di Giovanni Palatucci, ultimo Questore italiano di Fiume, “Giusto tra le Nazioni”, “Servo di Dio” e “Medaglia d’oro al Merito Civile”. Il cappellano provinciale della Polizia di Stato, don Paolo Rakic, ha benedetto la lapide assieme al cappellano del carcere, padre Silvio Alaimo.

Nato in provincia di Avellino nel 1909, Giovanni Palatucci frequentò il 14.o corso per Vice Commissario di Pubblica Sicurezza e fu assegnato alla Questura di Genova. A partire dalla promulgazione delle leggi razziali del
1938, egli, in servizio presso l’Ufficio Stranieri della Questura di Fiume, divenne il protettore in particolare degli ebrei, con la cui comunità fiumana intratteneva cordiali rapporti di stima e di amicizia. Egli salvò la vita a più di 5 mila ebrei, avviandoli a un campo di raccolta in provincia di Salerno dove era Vescovo uno zio, che li prese sotto la propria protezione.
Il precipitare degli eventi dopo l’8 settembre 1943 fecero sì che Giovanni Palatucci rimanesse da solo a reggere la Questura di Fiume e un anno dopo fu arrestato dalla Gestapo e condannato a morte, ma la pena gli fu commutata nel carcere a vita. Trascorse due giorni nella struttura di Trieste e da lì fu tradotto nel campo di sterminio di Dachau, dove mori il 10 febbraio 1945, all’età di neanche 36 anni.
Giova ricordare che il Giorno della Memoria è una ricorrenza istituita con la legge 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento italiano che ha in tal modo aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio come giornata in commemorazione delle vittime del nazionalsocialismo e del fascismo, dell’Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.
Le manifestazioni in città connesse con il Giorno della Memoria (conferenze, dibattiti, proiezioni per le scuole e recital) sono iniziate già lo scorso 16 gennaio con un convegno sulla Shoah e sono culminate con una cerimonia solenne svoltasi questa mattina nella Risiera di San Sabba. Due concerti presso il teatro Miela a cura della locale Comunità ebraica le concluderanno sabato 28 e martedì 31.

78 commenti a Il prefetto ricorda Giovanni Palatucci, questore di Fiume. Salvò 5mila ebrei

  1. brancovig ha detto:

    MI ha sempre affascinato chi, pur essendo fuori dalle mire della ferocia nazi-fascita non ha girato la testa dall’altra parte (le motivazioni potevano essere molteplici).

    E’ sempre sorprendente quanto bene possano dare alla società ed all’umanità certe persone.

    Un dovere ricordarle

  2. Tergestin ha detto:

    Son d’accordo. Se dovessi ricordar piu’ spesso queste poche e brave persone.

  3. gropajaco ha detto:

    a me ivece ha sempre affascinato il fatto che si celebri un gerarca fascista , asservito al potere che, aiutando chi da quel potere veniva annichilito, continuo’ poi a servire tranquillamente il potere in questione come se nulla fosse…

    la voce wiki recita cosi’:

    «Ho la possibilità di fare un po’ di bene, e i beneficiati da me sono assai riconoscenti. Nel complesso riscontro molte simpatie. Di me non ho altro di speciale da comunicare»

    dopodiche’ ha deciso che servendo la repubblica sociale al soldo dei nazisti pote fare piu’ bene che unendosi ai partigiani. singolare.

    nel nostro paradigma etico E’ DOVERE morale per ogni essere umano investito di poteri esecutivi salvaguardare vite umane. e’ un dovere, non una opzione.

    in italia, chi assolve questo DOVERE MORALE evidentemente si merita una celebrazione speciale.

  4. Andrea ha detto:

    @3
    Nessuno ti chiede di celebrarlo se per te uno che salva 5000 persone in un contesto del genere e muore in un campo di sterminio non ne è degno. Almeno rispetta chi intende farlo

  5. brancovig ha detto:

    @3
    certamente Palatucci era un fascista e stava dalla parte sbagliata… ma questo non gli ha impedito di salvare delle vite ….contro gli ideali nazifascisti ed al costo della sua vita.

  6. Dario Predonzan ha detto:

    Anche Giorgio Perlasca, che salvò oltre 5.000 ebrei ungheresi fingendosi un diplomatico, era fascista.
    Magari ce ne fossero stati tanti, di fascisti così…
    E comunque, né Palatucci, nè Perlasca mandarono mai nessuno nelle foibe.

  7. ufo ha detto:

    Sicuro?

  8. Luigi (l'altro) ha detto:

    @gropajaco

    Ad essere onesti, Palatucci non era un gerarca fascista, ma il reggente della Questura di Fiume.

    I gerarchi difatti erano i dirigenti del Partito Nazionale Fascista (colla RSI Partito Fascista Repubblicano), nella scala “gerarchica” dal Segretario del Partito al Segretario politico dei vari Fasci di combattimento e ai suoi vice.

    Il Questore era invece il capo della sezione provinciale della Pubblica Sicurezza. Nell’ordinamento italiano di allora (anche colla Repubblica di Salò) il Questore e i suoi sottoposti erano funzionari dello Stato e non del Partito.

    E non era nemmeno detto che dovessero essere per forza appartenenti al Partito fascista. Che io sappia difatti Palatucci non era nemmeno iscritto al PNF. E Alla Questura di Fiume ci stava dal 1937.

    @ufo

    Sarei davvero curioso di sapere chi Palatucci o Perlasca (ma forse qualsiasi italiano che passò per queste terre) buttò in foiba qualcuno.

    L.

  9. gropajaco ha detto:

    luigi

    tecnicamente non fa una gran differenza se fosse gerarca o funzionario, iscritto al partito o meno. importa che fu espressione organica di potere totalitario. un potere storicizzato come il male assoluto. tecnicamente non importa se il questore dell’ordinamento italiano dell’epoca pote’ decidere della vita e morte di persone sventolando la tessera o meno.

    e francamente non mi sorprende tutto questo tecnicismo tutto italiano che traspare nei commenti. infatti e’ tecnicamente singolare come in un clima di giornata della memoria, istituita come monito(oltreche’ commemorazione) affinche’ ‘il naziFASCISMO non abbia piu’ piede nelle nostre societa’, in italia si tenda a celebrare i fascisti buoni, seppellendo abilmente sotto il tappeto dell’immaginario collettivo i crimini di guerra fascisti commessi in mezzo mondo, liquidando la questione con un “a noi c’ha rovinato er nazismo”.

    durante la giornata della memoria e dintorni, non ho mai visto sulle reti italiane un documentario che trattasse il male assoluto fascismo e i suoi crimini.

    al massimo si vedono documentari su mussolini e le sue donne o su ciano e la sua sciarpetta nobile incompatibile con la ferocia di quel zoticone drogato di goering.

    potrei aggiungere come corollario il presidente del consiglio che derubrica i campi di concentramento fascisti a luoghi di villeggiatura per poi ottenere come risultato la mentalita’ dell’italiano medio condensata nel vigliacco titolo de “il giornale”: “noi abbiamo schettino, voi avete auschwitz”.

    dico: potrei aggiungere, ma sarei subito bollato come titino.

  10. hobo ha detto:

    “Palatucci, lo “Schindler italiano”
    in realtà collaborava con i nazisti.
    Dichiarato martire da papa Giovanni Paolo II “per aver salvato 5000 ebrei”, riconosciuto come “un giusto” da Israele, in realtà – secondo il Centro Primo Levi – Giovanni Palatucci ebbe un ruolo fondamentale nel trasferimento ad Auschwitz di 412 ebrei di Fiume. E il museo dell’Olocausto di Washington ha rimosso il suo nome dalla mostra.”

    http://www.repubblica.it/esteri/2013/06/21/news/lo_schindler_italiano_collaborava_con_i_nazisti-61538511/

  11. hobo ha detto:

    “La verità sullo Schindler italiano è emersa dopo che i ricercatori del Centro Primo Levi hanno avuto accesso a documenti italiani e tedeschi, nell’ambito di una ricerca sul ruolo di Fiume come terreno fertile per il fascismo, città dove Palatucci lavorò come funzionario di polizia dal 1940 al 1944. Stando alla versione accreditata finora, quando i nazisti occuparono la città, nel 1943, Palatucci distrusse i documenti per scongiurare che i tedeschi spedissero gli ebrei di Fiume nei campi di concentramento. La sua stessa morte nel campo di Dachau, a 35 anni, avvalorò poi la tesi.

    Ma Natalia Indrimi, direttore del Centro Primo Levi, ha invece dichiarato che gli storici sono stati in grado di consultare questi stessi documenti, da cui è emerso che nel 1943 Fiume contava solo 500 ebrei, la maggior parte dei quali, 412, pari all’80%, finì proprio ad Auschwitz. La ricerca ha poi fatto emergere che piuttosto che ricoprire la carica di capo di polizia, Palatucci era vice commissario aggiunto responsabile dell’applicazione delle leggi razziali fasciste.
    Nella lettera inviata questo mese al museo di Washington, Indrini ha quindi scritto che l’uomo era “un pieno esecutore delle leggi razziali e, dopo aver prestato giuramento alla Repubblica sociale di Mussolini, collaborò con i nazisti”.

    La sua stessa deportazione a Dachau, nel 1944, non fu determinata dalle sue gesta per salvare gli ebrei, piuttosto dalle accuse tedesche di appropriazione indebita e tradimento, per aver passato ai britannici i piani per l’indipendenza di Fiume nel dopoguerra.

    Indrimi ha precisato che “il mito” di Palatucci iniziò nel 1952, quando lo zio vescovo Giuseppe Maria Palatucci raccontò questa storia per garantire una pensione ai parenti dell’uomo. “Giovanni Palatucci non rappresenta altro che l’omertà, l’arroganza e la condiscendenza di molti giovani funzionari italiani che seguirono con entusiasmo Mussolini nei suoi ultimi disastrosi passi”, ha concluso Indrimi nella lettera inviata al museo di Washington.”

  12. GIAMPAOLO LONZAR ha detto:

    @ HOBO 10 & 11 : Ad integrazione di queste notizie apparse ieri sull’International Herald Tribune “e su “Le monde”.
    Che riportavano che già tempo fa il Corriere della Sera aveva segnalato questo fatto, in inglese americano come ,” scam” che e’ piu’ pesante come termine perchè significa truffa.
    Articolo che aveva provocato una dura reazione da parte della famiglia di Palatucci.
    Il centro Americano Ebraico che segue questa faccenda ha attivato ulteriori ricerche per
    verificare quanto e emerso dagli ultimi rapporti.

  13. sfsn ha detto:

    go sentì un’intervista con Marco Coslovich che diseva – molto convincentemente – come el mito Palatucci sia sta costruì. El ga scrito un libro a riguardo: “Giovanni Palatucci. Una giusta memoria” della editrice Mephite- napoli, che quasi subito xe sta cavà dal commercio. me par che questo la disi longa sula costruzion del solito mito dei “italiani brava gente”

  14. hobo ha detto:

    se sta roba xe vera, come pareria, saria de far una petizion per cambiar nome ala via dela risiera.

  15. GIAMPAOLO LONZAR ha detto:

    Surnommé parfois le “Schindler” italien, un policier resté dans les mémoires pour avoir sauvé quelque 5 000 Juifs dans sa ville de Fiume entre 1940 et 1944, était en réalité un collaborateur nazi, selon les conclusions d’une équipe de cherc…See more
    Le “Schindler” italien était en réalité un collaborateur nazi
    http://www.lemonde.fr

  16. GIAMPAOLO LONZAR ha detto:

    @ HOBO 15 : Testo da Le monde
    urnommé parfois le “Schindler” italien, un policier resté dans les mémoires pour avoir sauvé quelque 5 000 Juifs dans sa ville de Fiume entre 1940 et 1944, était en réalité un collaborateur nazi, selon les conclusions d’une équipe de cherc…See more
    Le “Schindler” italien était en réalité un collaborateur nazi
    http://www.lemonde.fr
    Giovanni Palatucci, mort à Dachau en février 1945 à l’âge de 36 ans, avait été honoré du titre de “Juste parmi les nations” par le Mémorial de Yad Vashem à Jérusalem en 1990, et déclaré “martyr” par le pape Jean Paul II, une étape vers la béatification.

  17. GIAMPAOLO LONZAR ha detto:

    @ 16 & 17 Giampaolo :

    per l’articolo premere “International”
    e sotto la terza foto inizia la storia …

  18. GIAMPAOLO LONZAR ha detto:

    @ 19 CAPITANO :
    Si , confermo e’ lo stesso articolo
    e la stessa firma del IHT di ieri

  19. dimaco il discolo ha detto:

    bruta roba scoprir che il mito dei taliani brava gente xe solo una roba sula carta.

  20. Fiora ha detto:

    @21
    Homo hominis lupus, in ogni tempo e in ogni luogo.

  21. Luigi (non veneziano) ha detto:

    “La verità sullo Schindler italiano è emersa” ecc ecc. Quale verità? Io finora leggo di uno studio condotto dal Centro Primo Levi di New York fondato su documenti, che non è stato ancora pubblicato. Magari aspettare prima di vedere se si tratta di verità o… bolle di sapone.

    Inoltre la sign.ra Natalia Indrimi che parla di 500 ebrei a Fiume nel 1943 dice per me una bufala. Nel 1938 il conteggio fatto dagli italiani in previsione delle leggi razziali ne conteggiò per la Provincia del Carnaro ben 1.782. Difficile credere che in cinque anni gli ebrei fiumani (erano concentrati quasi tutti a Fiume e Abbazia) si siano ridotti di più del 70%.

    Inoltre anche sul numero di deportati, ci sono altri numeri. Secondo Silva Bon – dell’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione del Friuli-Venezia Giulia – in uno studio di qualche anno fa proprio sul tema, gli ebrei deportati in Germania da Fiume e Provincia (nota: la provincia allargata dopo il 1941) si calcolerebbero in meno di 350. Di questi 170 sarebbero stati prelevati da Fiume, 40 da Abbazia, qualche decina da località vicine (Laurana, Susak, Arbe, ecc) e il centinaio scarso restante dal resto dell’Italia.

    Quindi, anche ipotizzando che nel 1943 il numero dei fiumani si fosse ridotto di 1/3 da quello del 1938, verrebbe fuori che la percentuale dei deportati era di neanche il 30%.

    Tanto per dire.

  22. hobo ha detto:

    natalia indrimi nella pagina di discussione di wikipedia su palatucci (18 aprile 2012):

    “Le leggi razziali avevano decretato l’espulsione degli ebrei stranieri a cui venivano però concessi visti di transito prevalentemente per aiutare l’economia portuale. Non era previsto l’arresto, ma l’allontanamento dall’Italia. La faccenda degli 800 ebrei dell’Agia Zoni è ormai ben documentata. Si tratta di un’operazione dell’Alya Beth in cui Palatucci è coinvolto soltanto marginalmente. La corrispondenza uffiale tra il Ministero è la questura è firmata dal Questore Grimaldi e dal Prefetto Genovese. Partirono 490 profughi che avevano pagato mediatori italiani caro prezzo per ottenere visto di transito a Fiume e una nave per 800 persone. La nave si rivelò una carretta con la metà dei posti. Dopo un negoziato di 10 giorni con le autorità portuali la comunicazione di partenza fu data dallo stesso Prefetto di Fiume il 17 marzo del 1939. La nave arrivò in Palestina via Grecia. Gli altri furono rimandati al confine. La data è corretta e confermata dai documenti di partenza e da quelli di arrivo. Palatucci non puo aver salvato 5000 ebrei perché sono molti di piu di quelli che erano a Fiume. La Comunità di Fiume contava secondo il censimento del 1938 1.530 ebrei. Di questi circa 400 furono internati nel 1940 e altrettanti lasciarono Fiume prima del 1941. Il censimento del 1943 conta 570 presenza di ebrei a Fiume. Con l’inizio delle retate proprio in base a questo censimento 412 ebrei vengono deportati.”

    http://it.wikipedia.org/wiki/Discussione:Giovanni_Palatucci

    prima di costruire il mito di palatucci, sarebbe stato bene consultare qualche documento.

  23. hobo ha detto:

    una parte degli studi del centro primo levi e’ stata presentata nell’aprile del 2012 in una conferenza a new york:

    http://vimeo.com/40177189

  24. Luigi (non veneziano) ha detto:

    @hobo

    Intanto va detto che i 5.000 ebrei salvati da Palatucci (senza discutere sulla cifra) non erano tutti fiumani. E già qua casca l’asino.

    Ad ogni modo: premesso che i numeri esposti nel tuo quote non mi sembrano – letti ora – così inattendibili (a parte il dato del 1938 che non corrisponde) la signora ha parlato in una discussione internettiana, senza richiamarsi ad alcunché di documentale. Non dico, sia chiaro, che non abbia dietro nulla. Dico solo che ha tirato fuori numeri senza citare la fonte.

    E sarebbe stato anche meglio che la signora Indrimi avesse citato, oltre ai deportati sul totale rimasto nel 1943, anche il numero di quelli internati altrove o spostatisi.

    Quanto infine al “mito” di Palatucci: doveva essere gracilino se giornali come Repubblica e il Corriere hanno titolato la notizia nei modi rispettivi: “Lo ” Schindler italiano ” collaborava con i nazisti” e “«Palatucci non fu un Giusto» Yad Vashem riapre la questione”.

    L.

  25. hobo ha detto:

    @26 i dati e i documenti li trovi nel video di un’ora abbondante che ho linkato. ci sono le slides con le lettere, i rapporti, eccetera. ho linkato l’intervento di natalia indrimi su wiki per mostrare qualcosa che fosse scritto da lei e non riportato dai giornali.

    i documenti dimostrano che palatucci non salvo’ nessun ebreo. o meglio: non esiste alcun documento che attesti alcun salvataggio di ebrei da parte di palatucci. inoltre i documenti dimostrano che la sua possibilita’ di manovra a fiume era nulla, e che la *deportazione* al *campo di concentramento* di campagna (quello gestito dal vescovo) di una quarantina (non 5000 come c’e’ scritto nell’articolo) di ebrei fiumani era stata decisa dai suoi superiori. eccetera eccetera. adesso aspettiamo tutti che escano gli articoli sulle riviste storiche, ovviamente, ma una conferenza non e’ che non valga un tubo, eh.

    la domanda giusta peroo’ e’: sulla base di quali documenti si afferma che palatucci avrebbe salvato migliaia (addirittura 5000) ebrei? questi documenti non ci sono. il mito di palatucci e’ stato costruito, e deve essere ormai piuttosto radicato, visto che, per esempio, proprio ieri a pordenone gli hanno dedicato una via.

  26. dimaco il discolo ha detto:

    in nase a quei che ga falsificado in qualche cantina. 5000e par un numero piutosto alto.

  27. John Remada ha detto:

    Dimaco 21@….non vorrai che per colpa di uno ci sputtaniamo tutti….la cattiveria ci salva la vita,ne sanno qualcosa i tuoi ex paesani…

  28. dimaco il discolo ha detto:

    john note ga nessun bengalese de netarghe tra i diti dei pie ogi?

  29. John Remada ha detto:

    No zè mio compito…pecà che no i zè capitadi nela vecia yugo,a sta ora saria già risolto el tuto…in un certo senso ve invidio,siete più risoluti de noi.

  30. hobo ha detto:

    ho letto e riletto il comunicato della questura e sono sempre piu’ allibito. il numero totale di ebrei internati a campagna nell’arco di 4 anni e’ di 573, di cui solo 42 provenienti da fiume. qua l’elenco completo:

    http://www.annapizzuti.it/pdf/campo2.php

    il campo fu operativo fino al settembre ’43. l’ 8 settembre, gli internati furono fatti fuggire dalla popolazione locale, che li nascose per difenderli da fascisti e nazisti. il 19 settembre campagna fu liberata dagli alleati.

    quindi:

    1) non e’ vero che palatucci mando’ migliaia di ebrei a campagna.

    2) al massimo ne mando’ 40, e in un periodo precedente all’ 8 settembre ’43. quindi non li mando’ a campagna per salvarli dai tedeschi, ma in ottemperanza alle disposizioni del regime fascista, che disponevano l’internamento di tutti gli ebrei residenti in italia.

    3) nel sito di annapizzuti ci sono un sacco di dati, e una sezione speciale dedicata a fiume. il numero totale di ebrei fiumani o profughi della croazia di pavelic che da fiume furono internati in italia fino al settembre ’43 e’ di diverse centinaia.

  31. hobo ha detto:

    continuo citando anna pizzuti:

    “L’8 settembre del 1943 trovò, nei campi e nelle località di internamento 209 ebrei stranieri che nel 1940 risiedevano nella provincia del Carnaro e 274 profughi che in Italia erano entrati attraverso quella stessa provincia, compresa Sušak, per un totale di 483 internati. Tra di essi ce ne sono diversi per i quali la documentazione sull’internamento è ferma, allo stato attuale delle ricerche, al 1940 ed altri per i quali manca quella successiva al 1941-42 . Per essi potrebbe essere intervenuto, come in qualche caso sicuramente accadde, il proscioglimento.
    La distribuzione delle presenze conferma il consistente spostamento degli internati dai campi alle località. Solo a Ferramonti ne troviamo 53, ma questa presenza ancora relativamente consistente è dovuta allo spostamento verso questo campo deciso dal Ministero per quasi tutti gli internati in provincia di Asti e di Viterbo, dove si trovavano diversi dei profughi passati attraverso la provincia del Carnaro. Negli altri campi, compreso quello di Campagna, erano rimasti in tutto poco più di una decina di internati provenienti dalla provincia del Carnaro. La chiusura di quest’ultimo campo, avvenuta il 19 novembre del 1943, insieme a quella del campo di Ferramonti avvenuta più di due mesi prima comportò la salvezza per tutti coloro che vi si trovavano.
    Per quanto riguarda le località, invece, non sempre fu così, in quanto molte si trovavano nelle zone che rimasero più a lungo sotto il controllo dei nazifascisti. Vicenza e Sondrio erano le province del nord in cui la presenza di internati provenienti dalla provincia del Carnaro era più consistente, seguite da Modena, Piacenza, Pesaro. Nel centro sud, invece, le province in cui si trovava il numero maggiore degli internati di cui ci stiamo occupando erano L’Aquila, Chieti, Potenza. Ai dati presentati va aggiunto, come necessario completamento, che sette persone riuscirono ad emigrare e che altre sette morirono, per cause naturali, durante l’internamento.
    Perché si possa operare un confronto tra il destino cui andarono incontro gli ebrei internati e quello riservato agli ebrei che erano rimasti nella provincia del Carnaro, si ritiene opportuno fornire i dati relativi ad ambedue le vicende. Come sappiamo, la provincia del Carnaro ed i territori ad essa annessi rientrò nella zona cosiddetta del Litorale Adriatico, che fu, dopo l’8 settembre 1943 annessa direttamente ai territori del Reich e quindi si trovò sotto il controllo diretto dei tedeschi. Questi dettero inizio al pogrom di Fiume il 30 gennaio 1944 con l’incendio della Sinagoga. La polizia tedesca, avvalendosi dei registri del municipio ebbe compito facile nel ritrovamento delle persone che voleva arrestare. Dopo due settimane dalla distruzione del Tempio, la Guardia di Finanza incominciò ad accertare la presenza ed il patrimonio degli ebrei rimasti e ad impadronirsene.
    Secondo gli ultimi aggiornamenti del Libro della memoria1 curato da Liliana Picciotto gli ebrei nati e/o residenti nella provincia del Carnaro che furono deportati furono 366. Di essi 182 furono arrestati a Fiume, 42 ad Abbazia, 6 a Susak, 2 ad Arbe, 2 a Laurana. Almeno 6 morirono in eccidi perpetrati in Italia, nella stessa provincia di internamento o in altro luogo. I rimanenti 126 furono arrestati fuori della provincia o alla frontiera svizzera, mentre cercavano di espatriare2. Questo ultimo numero dovrebbe essere comprensivo dei 51 internati (35 già residenti in provincia del Carnaro e 16 profughi) che furono deportati”

    http://www.annapizzuti.it/storie/fiab08.php

  32. hobo ha detto:

    insomma, lasciamo stare la faccenda se palatucci avesse collaborato attivamente coi tedeschi o meno, vedremo nei prossimi mesi cosa verra’ pubblicato.

    la cosa incredibile e’ che si parli di 5000 ebrei mandati a campagna “per salvarli”, mentre in realta’ a campagna furono mandati 42 ebrei, e non per salvarli, bensi’ in ottemperanza alle disposizioni del regime.

    queste cose erano note gia’ prima dell’articolo del nyt e delle ricerche del centro primo levi. come e’ possibile che la questura di trieste abbia scritto un comunicato come questo?

  33. Fiora ha detto:

    “arrestato dalla Gestapo,condannato a morte, pena commutata nel carcere a vita,muore nel campo di sterminio di Dachau a NEANCHE 36 ANNI ( all’età in cui molti contemporanei stanno ancora a pensione da mammà)”
    tutta una montatura ovviamente! in realtà è tuttora vivente. Un arzillo centenario che si gode due pensioni . Una tedesca ed una Italiana…O NO?!

  34. Fiora ha detto:

    ..io non farei una piega, come non ne faccio per alcun’altra stronzscritta su muri e monumenti cittadini,ma qualora ne comparisse una ingiuriosa del povero Palatucci, qualcosa mi dice che nessuno qui si scomporrebbe più di tanto

  35. hobo ha detto:

    @35@36 ce l’hai con qualcuno?

  36. Fiora ha detto:

    @37
    domanda schiocchina e sintomatica di malignità che non m’appartengono, squalificante semmai dell'”onnisciente” che me la pone.
    l’unica analogia consentita è che a Palatucci non è stato concesso di sopravvivere all’inferno e potersi difendere da accuse infamanti.
    Piuttosto gradirei sapere come inquadrare la figura di Palatucci, a fronte della sua fine.
    uno sporco fascista collaborazionista o un martire?

  37. hobo ha detto:

    @38 ho capito, ce l’hai con gli storici che fanno il loro lavoro di storici. e mi sa che non hai nemmeno capito quale sia, ora, il problema nella questione di palatucci.

    il problema e’ che su di lui e’ stato costruito un mito senza nessuna base storica.

    che sia morto a dachau e’ un dato di fatto. come tutti i morti nei campi di concentramento, merita il piu’ profondo rispetto e la piu’ profonda pieta’.

    dopodiche’ c’e’ il discorso che e’ stato costruito su palatucci, e questa e’ tutta un’altra questione. palatucci non fu mandato a dachau perche’ salvava ebrei, ma perche’ aveva preso contatti con gli alleati, e aveva passato loro delle informazioni. palatucci non salvo’ 5000 ebrei. a yad vashem e’ stato inserito tra i giusti per il salvataggio di una sola ebrea. infatti tra i giusti non conta la quantita’, non si fa contabilita’ e ragioneria. pero’ se dovesse saltare fuori che palatucci, mentre salvava quell’ebrea, metteva la sua firma sotto gli ordini di deportazione di altri ebrei, allora le cose cambierebbero. ma lasciamo stare questa cosa, aspettiamo che escano gli articoli sulle riviste di storia. in questo momento la questione e’: perche’ e’ stata inventata la storia del salvataggio di 5000 ebrei? perche’ per 70 anni si sono scritte cose palesemente false? perche’ la polizia scrive un comunicato come questo, in cui si parla di 5000 ebrei mandati a campagna, quando per campagna in totale passarono 570 ebrei, di cui solo 40 provenienti da fiume?
    sono queste le cose di cui si discute ora.

  38. Fiora ha detto:

    @37
    E a darti spago sull'”avercela” ti rispondo, ce l’ho con i supporters a senso unico.
    con i Grandi Protagonisti, mai!

  39. capitano ha detto:

    Piuttosto gradirei sapere come inquadrare la figura di Palatucci, a fronte della sua fine.

    Io gradirei sapere come inquadrare la figura dello zio di Palatucci, a fronte delle balle che presumibilmente si è inventato.

  40. dimaco il discolo ha detto:

    io invece mi chiedo come mai ci sono così tanti martiri e cosi pochi boia tra gli italiani il che é paradossale se si guarda alla storia. poi bisogna dire che il termine martire è ampiamente abusato in questo paede.

  41. Fiora ha detto:

    @41
    “a fronte delle balle che presumibilmente si è in ventato”
    ah, meno male che gli è concesso il beneficio del dubbio a questo zio “presumibilmente” contaballe.
    un po’ mi divertono tutte le demolizioni un po’ fatte in casa che leggo in barba alla dichiarazione del 1990 di Giovanni Palatucci Giusto tra le Nazioni.
    quanto al termine “martire” ,dimaco è una scelta convenzionale.
    Si può dire morto di fame o di stenti o d’entrambi e nel caso di Palatucci ci starebbe.
    Il mio è un paese di santi,navigatori, eroi,artisti, nonché mafiosi, boia,e se vuoi mettici tutto il campionario delle nefandezze .
    una volta che le avrai allineate tutte, la domanda mi sorgerà spontanea: embè , dove vai a parare? l’essere umano è così. Tutto e il contrario di tutto, con quel quot d’innegabile genialità da ascrivere al popolo italiano ,chissà se per il clima,se per gli eventi storici,se per la mescolanza di cromosomi.
    Razzistaaa! Seee!

  42. hobo ha detto:

    @43 “fatte in casa”? michele sarfatti, uno dei massimi storici dell’ebraismo in italia:

    d: Perché tanta confusione su Palatucci, professor Sarfatti?
    r: Su Palatucci il pasticcio è che sono state messe insieme cose diverse. La prima è che Palatucci è stato arrestato dalla polizia nazista, deportato a Dachau, e lì ucciso per maltrattamento e malattia. In questo senso, la sua tragica fine merita rispetto, e merita cautela. Ne conosciamo anche i motivi, perché c’è un appunto del famigerato Kappler , che agli inizi del ’45 risponde alla polizia italiana: l’abbiamo arrestato “per aver mantenuto contatti col servizio informativo nemico”. Da altri documenti sappiamo, è una storia complessa, che lui era in contatto con agenti britannici, col nemico. Se è stato arrestato, quindi, è perché partecipò a un complotto di fatto anti-tedesco, e per questo venne deportato. Faccio questa precisazione solo per dire che non è giusto dire che sia morto perché aiutava gli ebrei. Il che non vuol dire credere al contrario.

    d: Quindi lei dubita del suo ruolo di “schindler” italiano?
    r: L’altro aspetto molto importante è proprio che non abbiamo trovato traccia del fatto che lui abbia salvato migliaia di ebrei. Molti di quelli che ne parlano fanno la cifra di cinquemila. Non ci sono evidenze storiografiche del salvataggio di migliaia di ebrei da parte di Giovanni Palatucci. Qui è accaduto che l’onoranza pubblica alla persona ha preceduto la ricerca degli storici, cronologicamente. E quindi sono state assegnate a Palatucci delle benemerenze non basate sulla ricerca scientifica. Che vanno revocate senza che questo voglia dire spostarlo nel campo dei cattivi.

    d: Come cambia la sua figura, alla luce di tutto questo?
    r: La cosa certa dal mio punto di vista è che va ridimensionato rispetto alla gigantografia, all’ingrandimento infinito che ne è stato fatto. Dopodiché questo paese sconta su Palatucci un grande ritardo: non aver svolto un’indagine storica accurata. Non c’è traccia documentaria e di contestualizzazione storiografica del salvataggio di migliaia di ebrei. Se è per questo, non ci sono tracce di evidenze storiografiche neanche del salvataggio di centinaia di ebrei.

    d: Dobbiamo ripensare la figura dell’italiano buono?
    r: Beh, Perlasca ha sempre detto che era fascista. E lui ha salvato migliaia di ebrei a Budapest. Ma ha continuato ad essere fascista. E le due cose possono coesistere in una persona. Anzi, paradossalmente, nella situazione dell’Italia e degli altri paesi durante la Shoah, più una persona era fascista, o aderiva all’ideologia dominante reazionaria del suo paese, maggiori possibilità aveva di salvare degli ebrei. Questo significa che nel campo fascista ci sono state persone che hanno detto no: voglio sabotare questa realtà. E c’è stata una maggioranza rimasta dentro, fedele alle consegne ricevute. A differenza di Palatucci, sulla questione di Perlasca il progredire della ricerca storica e delle onoranze pubbliche è andata di pari passo, senza trovarsi in frizione. Questo paese ha ancora un disperato bisogno di eroi, oltre che di santi e navigatori.

    d: Natalia Indrimi, del Centro Primo Levi sostiene sul NYT che il mito di Palatucci è cresciuto “perché sembrava accrescere la reputazione di Papa Pio XII, che alcuni gruppi ebraici descrivevano come indifferente al genocidio”.
    r: C’è una dura polemica in atto sulla stampa israeliana, con una serie di botta e risposta con l’Osservatore Romano sul ruolo della chiesa. Però questa è una cosa sulla quale noi non riusciamo dall’Italia a fare chiarezza, e aspettiamo che ci venga dai colleghi storici dello Yad Vashem. Palatucci è stato fin dall’inizio presentato come cattolico, ovviamente, ma non come agente della chiesa cattolica. È tuttavia possibile, ma questo è un grosso punto interrogativo, che Palatucci sia stato utilizzato, come spesso capita: i vivi ricordano i morti nel modo che è utile ai vivi. Bisogna dare rispetto a Palatucci, e capire che cosa sia stato lui di fronte a se stesso, e indagare di più, anche se siamo in ritardo. Un’ultima cosa: resto perplesso su una frase della giornalista del NYT, secondo la quale Palatucci avrebbe “aiutato i tedeschi a identificare gli ebrei da rastrellare”. Frase che attribuisce ai “ricercatori”, senza specificare chi. Ma di questo non esiste prova alcuna.

    http://www.huffingtonpost.it/2013/06/20/giovanni-palatucci-intervista-sarfatti-prove-ebrei_n_3472699.html?utm_hp_ref=italy

  43. hobo ha detto:

    se yad vashem ha chiesto di vedere i nuovi documenti scoperti dagli storici del centro primo levi di new york, vuol dire che queste ricerche non sono proprio “fatte in casa”.

    girala come vuoi, fiora, ma il mondo e’ un po’ piu’ grande di trieste.

  44. hobo ha detto:

    @45(continua) e se il grande mondo ti fa paura, c’e’ sempre il patoco marco coslovich, che gia’ nel 2008 aveva pubblicato “giovanni palatucci. una giusta memoria”

    http://www.marcocoslovich.it/libri.html

    libro in cui viene smontato il mito di palatucci, e la sua figuara viene presentata e contestualizzata in modo storiograficamente corretto.

    ” Il libro è costato lunghi anni di ricerche ed ha rappresentato una lotta solitaria contro la marea montante che ha visto la figura del Commissario di polizia di Fiume Palatucci assurgere agli onori degli altari e all’alto riconoscimento civile della medaglia d’oro. Quest’uomo, che ha aiutato e soccorso alcuni ebrei pereseguitati dal fascismo e dal nazismo, è diventato un’icona idoleggiata e mitizzata, un oggetto di culto civile e religioso. Una democrazia matura e moderna non dovrebbe aver bisogno di questi “eroi” costruiti che danno la stura alla rincorsa di chi lancia l’elogio più sperticato. La storia rifugge l’apologia e l’agiografia: almeno così dovrebbe essere.”

    questo nel 2008.

  45. hobo ha detto:

    e questa e’ un’intervista di coslovich del 2008.

  46. hobo ha detto:

    dice coslovich:

    “Come recita il titolo del mio libro, io credo che la memoria dovrebbe essere giusta, ovvero che si dovrebbe riconoscere se ci sono stati, tra le sue azioni, reali gesti di effettivo aiuto agli ebrei. Ma dopo anni di ricerche mi domando: è ancora possibile farlo? C’è una tale nube di retorica, patriottismo straccione, di superstizione da patrono di paese (l’irpino eroico), una tale profusione di cattiva coscienza su di lui, che temo non sia più possibile far riemergere il personaggio reale. Io non escludo che lui abbia potuto intraprendere alcune azioni individuali meritevoli, ma oggi è quasi impossibile dimostrarlo. La macchina celebrativa che è stata montata su di lui è terribile. La macchina, l’apparato messo in piedi attorno alla figura di Palatucci, è un qualcosa di grottesco che, nella maniera più assoluta, non regge di fronte alla più elementare indagine storica.”

  47. John Remada ha detto:

    @42 Ci sono pochi boia perchè la carica è stata abolita da tempo,difatti famoso è rimasto il penultimo boia in servizio,l’ultimo aveva poco tempo a disposizione e potè giustiziare solo 6 persone,carica legalizzata s’intende;poi c’era certo scalfaro che di diede da fare con buoni risultati;ma in ogni caso nello stand by della tua yugo dimaco,sia boia,sia martiri hanno tenuto la top ten per mesi e anni,quindi se non ne vedi quà,li trovi nei tuoi territori…..

  48. hobo ha detto:

    @50 immagino che dimaco si riferisse ai 1280 criminali di guerra italiani, presenti nelle liste dell’ onu, che l’italia si rifiuto’ di estradare. nella top 10 si trovano personaggi come badoglio, graziani, roatta, robotti, grazioli… responsabili di massacri in libia, etiopia, jugoslavia…

  49. dimaco il discolo ha detto:

    la domanda era posta per chiedere come mai gli italiani sono sempre martiri e mai aguzzini. cosa che è comumque contradetta dalla storia. poi stiamo parlamdo di un probabile collabbota spacciato per eroe senza motivi fondati e confermati

  50. hobo ha detto:

    @51 rettifico: i criminali inseriti nelle liste dell’onu erano 750.

  51. hobo ha detto:

    @53 no no, 750 erano quelli accusati crimini in jugoslavia. poi c’erano quelli accusati di crimini in etiopia, grecia, albania…

  52. Fiora ha detto:

    che il mondo sia più grande di Trieste dovresti forse dirlo prima a te che stando qua leggi le cose che riporti esclusivamente dal tuo punto di vista riduttivo.
    Io leggo le stesse cose che riporti tu e vi si dice che la fine di Palatucci merita rispetto . vi si dice che se non è provato che aiutò ben 5000 Ebrei, è provato che ne aiutò alcuni e soprattutto che non è provato nulla di contrario.
    Io penso che ammesso (com’è ammesso e non concesso in quel che mi hai dato da leggere)anche che sia sovradimensionato l’operato di questo giovane morto a Dachau, se ne sia fatto una sorta di emblema di quanti come lui vissero per arginare ed opporsi alla follia nazista(in modi e occasioni diverse) nei limiti che gli fu possibile e pagarono con la deportazione e la morte la loro scelta.
    Comunque mi sto accorgendo che questa manciata di “fissi” siamo ormai come caratteri della sceneggiata napoletana: “a patriota” “o’ fascio” “o’ antitaliano” ” “o nostalgico” “a minoritaria” ecc.ecc.
    mah! 🙁

  53. hobo ha detto:

    guarda che nell’intervista che ho linkato c’e’ scritto:

    ” In preparazione di questa intervista il Centro Primo Levi ha ottenuto da Yad Vashem le due testimonianze riguardanti il riconoscimento di Palatucci: una del 1956 che non fu accettata perché´´ndiretta e non corroborata da testimonianze di ebrei che furono salvati. Si tratta di Pina Castagnaro che dichiara che sua madre le aveva raccontato di aver ospitato alcuni ebrei in fuga su richiesta di Palatucci. L’altra del 1988, di Elena Ashkenazy che dichiara che Palatucci ritardò`di alcune settimane l’internamento del marito. Non è chiaro in cosa sarebbe consistito il salvataggio visto che l’evento avviene nel 1939 e i coniugi Adchkenasy seguirono la via dell’internamento come moltissimi ebrei fiumani”

    se non ti rendi conto del danno enorme che una costruzione mitologica come questa provoca alla ricostruzione storica del periodo, alla memoria di chi veramente salvo’ migliaia di ebrei come perlasca, e alla credibilita’ delle istituzioni italiane, vuol dire che il tuo “patriottismo” ti acceca.

  54. hobo ha detto:

    inoltre c’e’ scritto che il motivo per cui palatucci fu deportato a dachau non ha niente a che fare con presunti salvataggi di ebrei, ma riguarda una faccenda di contatti coi servizi segreti inglesi per negoziare una qualche forma di indipendenza per fiume dopo la sconfitta (ormai avvertita come imminente) della germania.

  55. hobo ha detto:

    e basta con ‘sta roba che mettere in discussione le falsificazioni e le mistificazioni storiche in italia viene sempre considerato anti-italianismo! questa cappa di conformismo caramelloso e’ asfissiante. se essere “buoni italiani” significa prendere per buoni i comunicati della questura senza farsi domande…

  56. michela ha detto:

    @55 : bellissime ed azzeccate le ultime tre righe 🙁

  57. hobo ha detto:

    il comunicato ufficiale del centro primo levi, con la sintesi delle nuove scoperte negli archivi di fiume (di prossima pubblicazione):

    http://www.gariwo.net/dl/ComunicatoPalatucciFarkas.pdf

  58. John Remada ha detto:

    55@Prego mettere ‘O novo (nuovo) sul personaggio assegnatomi!

  59. Fiora ha detto:

    @61
    “o’ guastatore”…e beccalo come un complimento,Johnny! 😉

  60. GIAMPAOLO LONZAR ha detto:

    @ VARI : La storia di Palatucci ha un origine
    confusa e piena di contradizzioni.
    Oltre ai documenti citati del centro Primo Levi si e’ attivata anche la ADL ( Anti-defamation League) di NY che e’ nota per la sua imparzialità.
    Il “Corriere della Sera di ieri riporta la testimonianza della figlia di Salvator Conforty, Renata Conforty
    (cognome originario Konforti) che racconta che la sua famiglia fu salvata da Palatucci e che lei e sua sorella devono la vita al suo intervento.
    Bisogna dire che come anche già citato dopo l’8 settembre i funzionari italiani avevano potere pari a “zero” ; i funzionari graditi nominati dal governatore del “Litorale Adriatico – Adriatische Küstenland” Reiner furono per Fiume Il Prefetto Alessandro Spalatin, Il Comissario Croato Frank Spekar ed il consigliere Tedesco Dott. Rossman.
    La fuga degli ebrei dalle ns. zone cominciò ben prima , se si pensa che a Trieste c’erano poco meno di 6000 , deportati noti lista dei nomi scritti sulla stele nel Cimitero Ebraico circa 700 ,tra cui una mia lontana parente; ora la locale comunità ne conta circa 800.
    Dalla zona Croata durante la guerra e’ famosa l’evacuazione da Spalato di Ebrei Croati e non ,con una nave da guerra Inglese
    che li portò nella Palestina Mandataria Britannica ,dove chi era nell’età si arruolò
    nella legione King David che sbarcò in Italia e la risalì tra loro c’era anche una triestina con il grado di Maggiore che con la sua conoscenza delle lingue a Trieste si adoperò dopo la guerra all’avvio degli Ebrei europei e dell’Est Europa ad andare in Israele. Come commentò un mio amico ebreo,certa politica italiana vuole farsi bella con i morti degli altri.

  61. Fiora ha detto:

    E su prezioso suggerimento di hobo, (post 56)per me rivendico il ruolo di “a’ cecata”!
    e seriamente, ben vengano i ridimensionamenti dei personaggi e i commenti correlati … forse risulterebbero più “commestibili” se non trasudassero ostilità antitaliana*

    *parere d’ ” a’cecata”

  62. hobo ha detto:

    @giampaolo lonzar

    sui conforty, nella nota del centro primo levi c’e’ scritto:

    “Una terza testimonianza riguarda il caso di una famiglia jugoslava, i Conforty, protetta dal colonnello italiano
    Antonio Bertone. Il fascicolo in questione indica che Bertone richiese a Testa di procurare loro un permesso di
    soggiorno. Palatucci, produsse e consegnò i documenti ma non ebbe altro ruolo che quello di esecutore degli ordini
    di Testa.”

  63. hobo ha detto:

    @64 non si tratta di ridimensionare i personaggi, si tratta di smontare i falsi miti che impediscono di leggere in modo critico il proprio passato. tu vedi anti-italianismo dappertutto. invece di anti- qua c’e’ solo l’anti-retorica, l’anti-manipolazione della storia, l’anti-racconto tossico del passato, l’anti-autoassoluzione. per inciso: da questa storia escono male anche il vaticano e israele, che hanno avallato questo mito come tassello del mosaico delle loro relazioni diplomatiche.

  64. hobo ha detto:

    @65 (continua) le testimonianze devono sempre essere integrate dai documenti. il permesso di soggiorno dei conforty aveva la firma di palatucci, ma i documenti in archivio dimostrano che palatucci ci ha messo solo quello: la firma. aveva ricevuto dal suo superiore l’ordine di compilare il permesso di soggiorno, e questo ha fatto. dopodiche’ la famiglia conforty ha (ovviamente) attribuito a lui il merito del salvataggio, che invece era di altri.

  65. GIAMPAOLO LONZAR ha detto:

    @ 65 HOBO : Io non so se la terstimonianza diretta della figlia sia in cotraddizione
    con quanto riscontrato dal Centro Primo Levi.

    Ma considerato il problema ritengo che sia giusto citare anche la tesimonianza diretta a favore del Palatucci.

    Io a differenza della giustizia italiana credo ancora nell’ Habeas Corpus ed in dubio pro reo.

  66. hobo ha detto:

    @68 ma guarda che nel caso della famiglia conforty non c’e’ nessun reo. c’e’ solo che non sarebbe giusto attribuire a tizio i meriti di caio. non sarebbe giusto per caio.

  67. hobo ha detto:

    @69(continua) in particolare: la famiglia conforty era protetta dal colonnello bertone, che doveva essere abbastanza potente da poter chiedere a un antisemita attivo come testa di rilasciare un permesso di soggiorno ai conforty. poi testa ordina al suo sottoposto palatucci di preparare il permesso. questo risulta dagli atti contenuti in archivio.

  68. GIAMPAOLO LONZAR ha detto:

    @ HOBO : a questo punto , io ho sololetto quanto evidenziato dai media e da
    documentazioni raccolte nel tempo.

    Ho un idea personale, ma attendo quello che
    verrà fuori dalle nuove indagini.

    Visto poi lui e’ stato vittima del sistema
    nel quale prestava servizio, dovrebbero
    venir fuori le motivazioni vere.

    Ha aiutato famiglie ebree per caso di coscienza o perchè ha intascato danaro , ha passato informazioni agli alleati,ha commesso qualche reato comune cioè si e’ appropriato di fondi delle istituzioni .

    Aggiungo che non credo che i grandi e piccoli
    burocrati italiani siano stati degli antisemiti viscerali, ma come sono ancora oggi solo lacchè del potere e carrieristi
    a caccia di stipendi,pensioni e vitalizi
    più degni di un “enalotto” che di meriti personali.

  69. maja ha detto:

    ma antisemita xe più che antiitaliano?

  70. GIAMPAOLO LONZAR ha detto:

    @ 72 MAJA :

    dipendi ! ghe vol far un censimento e veder quanti xe i italiani e quanti xe i semiti e dopo se sà ! 🙂

  71. ufo ha detto:

    E con quei che nona parlava come femo?

  72. maja ha detto:

    prova a domandarghe a “a patriota” che la dovessi saver.

  73. Fiora ha detto:

    @75
    ah,le mie “NONE parlava…” e una l’incontrario de l’altra. Sichè la bala xè restada al centro e per pegiorar la situazion la nona “s’ciava” me ga portà a veder la principessa Sissi e po anca a Schönbrunn e cussì me go impizà per la Defonta.

  74. Fiora ha detto:

    @66
    D’accordissimo sul “da questa storia escono male Vaticano…”nonché dal silenzio assenso di Pacelli, contrabbandato per tentativo di evitare ripercussioni peggiori per Roma.
    Anzi Hobo, se s’interpretasse oggi quel silenzio papale….

  75. GIAMPAOLO LONZAR ha detto:

    @ VARI : Oggi anche ” Il Piccolo” si è svegliato.

    Per il giornalista praticamente Palatucci era
    un ingranaggio necessario alla macchina burocratica dell’epoca e della situazione;
    passacarte e vittima incosciente.

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