15 Gennaio 2012

La cognata di Istanbul: diario dell’ultimo viaggio di Paolo Ruvidiz

Grande, el xe tornà. Dopo l’intervento de qualche tempo fa sula Trieste della musica apolide, eco che Paolo Ruvidiz, al rientro de un lungo viagio, el ne regala questo manoscrito a puntate, che publicheremo setimanalmente, almeno cussì el ga dito, speremo che no el se dimentichi de mandarne tochi. Per eliminar possibili minimi dubi: no go scrito mi 😉

LA COGNATA DI ISTANBUL

Quando le vette innevate delle Caravanche si svelano agli occhi con i loro impervi pennacchi, lo stanco viandante capisce che è giunto il momento di riposarsi. Per prima cosa è necessario trovare un pino nero sotto il quale acquattarsi, addentare una fetta di strucolo amorevolmente preparata dalle mani di nonna Tinka, e cominciare il lento procedimento attraverso il quale i ricordi si fanno memoria e la memoria si fa racconto.
Il trenino a cremagliera sbuffava arrampicandosi sull’ erta del colle di Scorcola. Il mio viaggio era iniziato trecento metri più in basso, nell’ antica piazza della Caserma, dove il giovane Guglielmo Wilhelm Oberdank, si vide troncato il respiro dalle tenaci corde delle guardie imperiali. Davanti a me si spalancava il mare nostrum, azzurro come solo il cielo della Galizia sa essere nelle giornate in cui spira il freddo vento del nord. Le piccole vele cullate dalle onde, segnavano danzanti l’ entrata nel Corno d’ Oro, meta finale del mio viaggio. Non ero neppure arrivato a Opicina che Istanbul si spalancava lì, a un passo da me. Bastava tendere una mano e provare ad acciuffarla. Ci provai e la strinsi in pugno. La tenni lì per mezzo minuto, ma poi cominciò a scivolare lentamente tra le mie dita, come fosse stata sabbia. Con stupore, mi accorsi che non si trattava di Istanbul, ma di Venezia. Venezia mi ricorda istintivamente Istanbul cominciai a pensare come in un mantra, e in men che non si dica, mi svegliai.
Il sole cocente di Capodistria mi batteva sul capo, mentre bionde ragazze dalle forme sinuose sfilavano accanto a me. More, rosse, bionde. Snelle e rotonde, bellezze di tutti i tipi si avvicinavano ridendo alla riva del mare. Anch’io tenevo per mano una bionda, ma per mia sfortuna era solo una Lasko. Alzai gli occhi e vidi davanti a me un uomo. Le sue sembianze mi indussero a pensare che si trattasse di un ruteno, ma subito lui mi smentì:
– Alzite dei, non te vedi che te sta rompendo i zebedei?
– Chi sei? – Dissi io
– Coss te frega a ti, come che me ciamo mi.
Lo scrutai, indiscutibilmente non era un ruteno. L’ accento poteva ricondursi a una vasta area della città di Tergeste, che andava dalle coste del lido di Barcola alle fumose ciminiere del popoloso rione di Servola. Ero confuso, non capivo perché mi trovassi lì.
– Te vedo confuso, te ga forsi el zervel in disuso? – Mi apostrofò lo strano figuro.
– Non riesco a capire cosa ci faccio qui…perché a Capodistria, e non altrove, a Jesenice, a Karlovac, a Wieselburg an der Erlauf, o a Kunszentmiklòs?
– Perché qua, nel ultimo giorno de magio, comincia el tuo lungo viagio
– Lungo viaggio? E per dove?
– Ma Istanbul no? Monon! Che xe sempre meio che finir in canòn.
Compresi che il sogno di prima non era stato affatto un sogno, ma non capivo cosa poteva essere successo in quel buco spazio temporale che mi aveva colto sul tram di Opicina e mi aveva lasciato sul lungomare di Capodistria. Il mio interlocutore aveva tutta l’ aria di sapere qualcosa a riguardo.
– Buon uomo, dunque lei dice che io sono diretto a Istanbul, ma io non ricordo perché fossi diretto là, né tantomeno come sono arrivato qui a Capodistria. Può darmi qualche delucidazione?
– Caro signor, mi capisso el suo malumor. Lei la se trova su questa costa, a far un’ inaspetata sosta, con un mato che ghe ciacola in rima, mentre riva sera e cala un po’ de zima. Ma mi una roba ghe digo, solo una cussì che me distrigo: per Lei Istanbul xe la meta agognata perché la devi andar a trovar sua cognata. De più mi non posso disvelar, el resto ghe lo conterà questo bel mar. Col suo permesso, ora la precedo, le vie del mondo xe tuto quel vedo, e fino a che non riveremo a domicilio, sarò mi el suo bon Virgilio.
Mia cognata? A Istanbul? Nell’ antica Costantinopoli non risiedeva alcuna mia cognata, non che io ricordassi almeno. Però decisi di dare credito a quello che mi aveva rivelato l’ uomo. Si prospettava un lungo viaggio, e la reisefieber cominciava già a scorrere nelle mie vene. Esaminai velocemente il mio equipaggiamento. Scarpe da camminata, taccuino, penna, e il cappello. Sì, ero pronto. La parte più difficile del viaggio sono i momenti che precedono la partenza, e quella fase l’ avevo già superata senza che me ne fossi accorto.
– Andiamo! – dissi carico di entusiasmo. Dove ci dirigiamo?
– Dove il sol magna le ore. Ovverosia, a Punta Promontore.

1. Continua
Paolo Ruvidiz

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86 commenti a La cognata di Istanbul: diario dell’ultimo viaggio di Paolo Ruvidiz

  1. arlon ha detto:

    ruvidiz me fa sempre rodolar 😀

  2. Martina Luciani ha detto:

    ” More, rosse bionde”: che occasione persa, caro Ruvidz! Nei tuoi momenti migliori avresti perlomeno detto ” more come le ombre notturne sotto la luna stupefatta su una deserta strada transilvana, rosse come un bicchiere di malinovec ghiacciato bevuto alle 14.30 del 15 agosto con le gambe a penzoloni dalla cima del Molo Audace , bionde come un mandarino senza semi sbucciato al termine di una meditazione sotto un tramonto estivo alle Bocche di Cattaro.” Comunque, complimenti davvero: alcuni momenti sono di autentica perfezione rumiziana, vedi Istanbul che scivola come sabbia tra le dita e l’interlocutore che “aveva tutta l’aria di sapere qualcosa al riguardo”.

  3. Katja ha detto:

    😀

  4. Fiora ha detto:

    ma la cognata merita? lo scopriremo solo leggendo…

  5. Fiora ha detto:

    eh, con le cognate è come andare di notte… si può trattare di moglie di fratello o di sorella della moglie o del marito… e se ci sono doppi o tripli sponsali, il censimento risulta ancora più arduo. Ne spuntano da ogni parte…pertanto Istanbul appare una traccia più che perseguibile.
    ” Lì dove el sol magna le ore”, integrativo di scarpe da camminata, taccuino, penna e cappello, sarebbe reperibile un cane molecolare?

  6. sfsn ha detto:

    segnalo per i cultori che a Pupkin Kabarett Dongetti ga leto “La prugna di Smirne”

  7. sfsn ha detto:

    comunque complimenti a Ruvidiz: el toco “Non ero neppure arrivato a Opicina che Istanbul si spalancava lì, a un passo da me” xe da antologia!!!!!

  8. Stari ha detto:

    Ho un nuovo idolo

  9. gropajaco ha detto:

    il sarcasmo piu’ lame che ho letto da un po di tempo a ‘sta parte.

  10. Tergestin ha detto:

    Bisognassi mandarghela al “diretto satirizzato”, questa xe pura poesia!

  11. michele rumiz ha detto:

    …già fatto!

  12. Diego Manna ha detto:

    @11
    se el vol darghe lignade mi so chi che ga scrito.
    per 30 denari e 1 spriz posso vender questa informazione.
    lol 😀

  13. sfsn ha detto:

    orpo diego, alora xe per colpa tua che me son trovà un spudon sula portiera, un tergiscritalo alzà e soto quel altro un biglieto dela NASA che gaveva scrito “ara che sula luna semo rivai prima noi!”

  14. Diego Manna ha detto:

    si ma quei dela NASA xe lofi, no go ancora visto un! 😛

  15. ufo ha detto:

    Lassa perder, Diego. Chi che xe l’autor xe indiferente. L’importante desso xe quando che podemo gaver la seconda puntata, che farne restar cussì in sospeso no xe giusto, ne rosiga dentro. Buto due spriz (un per ti e un per lui) per poder lezer la continuazion tipo subito, che son rimasto incantà. Voio ancora, come i fioi!

    E giusto per stuzigar un poco: meno mal che ogni tanto vien fora sti testi che xe un piazer lezerli, che dopo tuti sti comuncati stampa scriti in pseudotalian burocratese xe veramente un solievo. No podevo più de tute ste lezere “associate alla Casa circondariale” invece che butade in canon come che bona creanza volessi.

  16. sfsn ha detto:

    ciò Diego, la Nasa te ga za pagà (30 dolari, che miseria!), ma Monti te li ga za ciuciai perchè iera capitali in rientro dal estero!

  17. Fiora ha detto:

    ma la cognata de Istanbul vignissi a star zia de Michele…Ruvidiz ? 😉
    No per gnente, ma un nipote con un poco de quel che se ciama, dovesi meterse una man sula cosienza e unirse ala spedizion. Zia xè sempre zia…

  18. Fiora ha detto:

    @16 sfsn ma cossa el cambio denari antichi ebrei e dolari ala pari xè? cos’te se pagavi do’ pize quatro stagioni e gnanca el bever …averla savuda ,Diego, te convigniva alzar la tarifa in spritz

  19. sfsn ha detto:

    xe diego che xeun strafanic… E secondo mi, vista che la rubrica xe sua, riverà Rumiz e lo rocheta…

  20. ufo ha detto:

    Comunque mi me par sai bruto segno quando che anca el libero mercato nero dela coruzion leteraria no aceta più euri e vol eser pagado in valuta foresta. Dove anderemo finir?

  21. Fiora ha detto:

    @19 basta che no i lo rocheti in do’ … el padre lo guanta e el fio ghe da stramusoni.
    Per mi ghe convien colaborar.rivelar tuto e a gratis! atenuanti zeneriche,minimo dela pena e viva l’A

  22. Fiora ha detto:

    ma cognata d’Istanbul xè de più che prozia di Bitonto?

  23. Katja ha detto:

    Diego adesso come minimo te dovessi andar a pie a istanbul:D

  24. capitano ha detto:

    Questo Ruvidiz lo facevo più domacio.
    Roba del tipo ‘La panocia de Teor’, ‘Il pedalò de Marina Julia’, ‘I casseurs de Cassean’, ‘Il Mr.Bean de Bean’, …

  25. aldo ha detto:

    “…bionde ragazze dalle forme sinuose sfilavano accanto a me. More, rosse, bionde. Snelle e rotonde, bellezze di tutti i tipi si avvicinavano ridendo…”

    Ma questo è eros apolide. Se pol?

    Il Maximilian della Cotogna di Istambul vide in Masa “occhi tartari e femori lunghi” e “in lei fiutò l’impasto balcanico fatto di sangue e di miele, di polvere e gelsomini”.
    Insomma: odori forti e ossa ai raggi x, potenti afrodisiaci radicati nel territorio, altro che sfilate con capelli al vento e sorrisetti ammiccanti, global beauty style.

  26. aldo ha detto:

    Scherzi a parte: bellissimo pezzo!

  27. Fiora ha detto:

    @25 splendido commento semiserio Aldo!
    …peccato solo che quel “ossa ai raggi x”, riportandomi in qualche ambulatorio della mutua, mi sottragga un briciolo del pathos dei “femori lunghi”, espressione ben più originale e …essenziale (all’osso,po!) dell’ inflazionatissimo coscialunga dei film di Banfi!

  28. Vanna ha detto:

    Strepitoso!! Attendo con ansia il seguito! 🙂

  29. Macia ha detto:

    Eccelso!!! Grande Fabio!

  30. ufo ha detto:

    Preò sta Instanbul che la cominza al Obelisco la me sembra anca una bela metafora de zerti triestini che vivi su de un isola circondada dal oceano oscuro, zente de una zerta età, voio dir, e de una zerta predisposizion ala lagrima facile. Fin Scala santa ghe va tuto ben, che là ancora se parla per talian, ma dopo la Napoleonica el xe zà un altro mondo, che se no fussi che ghe piasi le lubianske no i se gaveria mai azardado a darghe un kuk de vizin… E visto come che i xe fati, che el sia Istanbul o Perčedol sempre Asia levantina la xe, secondo lori. Zente che nianca no parla per talian, e no se vergonia nianca e no podessi ciavarghe de meno. Sì, podessi eser che per zertuni Repentabor xe più alieno del Corno d’oro, e xe ssai più fazile che i vadi in gita sigillada al Topkapi o a Sharm o Djerba, intrupadi e vardadi a vista dal agenzia, piutosto che ciaparse e andar de soli a nudar nel imenso oceano slavo de Opčina a Vladivostok.

    Xe lontana, Istanbul. El tragheto ghe meti cossa, sete – oto giorni per rivarghe. Ancora più lontana xe Sežana: zerti ghe ga messi quaranta ani per rivarghe, e solo perchè no ghe la fazeva più a impinir el serbatoio e la borsa dela spesa in Italia.

  31. sfsn ha detto:

    ciò, bon che Maximilian xe andà a istanbul: se el restava a trieste inveze che “Masa dagli occhi tartari e femori lunghi” el trovava “Mariucia dai oci cola caterata e i femiori roti”
    e comunque anche lui con “impasto balcanico di sangue e di miele, di polvere e gelsomini” me par poco probabile: l’impasto balcanico xe “cevapcici e cigarete, pelinkovec e benzina petrol”

  32. Fiora ha detto:

    @30 ” gita sigillada al Topkapi” efficacissima immagine, Ufo!… anca zerti comenti, ga la zatada del genio.

  33. Fiora ha detto:

    @31 e cos’ te pareria in version domacia “Ucia coi oci straloci e i femori più larghi che longhi”?
    no per gnente, ma a sto ipotetico Max-secondo- noialtri, ghe la lasemo almeno ziovine sta cognada … ‘ncora lontana dela catarata,…
    occhei per l'”impasto” !

  34. Mc Fly ha detto:

    Buon viaggio caro Ruvidiz, anche se manca il biondo grano della Pannonia e i morlacchi!

  35. aldo ha detto:

    @31

    impasto balcanico

    teniamo conto del contesto: Max fiuta quell’impasto balcanico con la percezione alterata da una bottiglia di vodka gelata: la vodka doveva eser dolciastro-frutata (miele-gelsomino), el se gaveva taià per verzer la botiglia (sangue) e no i netava el local de tanto (polvere)

  36. Franz ha detto:

    volemo che Rumiz a Istanbul incontri Battiato e che i gabbi un dialogo mistico

  37. sfsn ha detto:

    possibilmente in un bagno turco, mentre i sorsegia cafe turchi contandose robe turche e fumando come turchi

  38. Kaiokasin ha detto:

    Secondo mi i se troverà in un internet café, gestito da cinesi, con un beveron de café Starbuck, a parlar dele ultime aplicazioni del I-Phone, fumando Lucky Strike: maledeta globalizazion!

  39. Fiora ha detto:

    xè sta comentà el comentabile. ‘Desso VOLEMO LA SECONDA PUNTATAAAAAAA!

  40. Fiora ha detto:

    …non siamo mica qua a butare sale in mare, ciò!

  41. Fiora ha detto:

    non siamo mica qua a rosigare… femori!

  42. Fiora ha detto:

    no siamo mica qui a spetare dal cielo la …Manna! 😉

  43. Fiora ha detto:

    no siamo mica qui a contare giorni e luganighe ….

  44. Fiora ha detto:

    @39 no siamo mica qui a filare con Berta…

  45. Fiora ha detto:

    ma sula sorte dela cognata, cossa resteremo qui come cavre? Come pampel? Come i ‘taliani con Monti? Al oscuro di tuto fin in ultimo e dopo ce lo cazano ‘ntele TERGA ???!!!

  46. Fiora ha detto:

    mi che a sta soap me stavo pasionando pezo che a Biutiful, nel no veder el solecitato prosieguo, a mi me sorgi un dubio tormentoso. Miga che
    Paolo Rumiz, dioguardi diritura tramite il figlio Michele ga mandà dir che se ga inofeso? 😉

  47. Fiora ha detto:

    Rumiz vs. Ruvidiz: scontro di Titani!

  48. ufo ha detto:

    Alarme: dove xe la seconda puntata? Ciò, xe za pasada una setimana bondante. Semo in crisi de astinenza da cognate. Qualchedun gà de intervenir, la prefetura che la convochi un tavolo, la questura la precetti le careghe, el comun che el se meti dacordo col armaron e la region la serèmo nel armaron che ga zà fato bastanza danni, provincia ciol a nolegio un tapedo, ma sta situazion bisonia che se la risolvi de urgenza; che farne restar curti de cognate xe una crisi come serarne l’aquedoto o el Knulp.

    [La telecamera si sposta verso sinistra per riprendere il classico stereotipo che dovrebbe rappresentare la fermezza delle Istituzioni nell’affrontare la grave e come sempre imprevista crisi di turno: un tutore dell’ordine costituito si piazza in mezzo alla via con una paletta e blocca il traffico, dopo di cui da un cancello semi-antico esce una coreografica colonna di 12 volanti con lampeggianti accesi. La coreografia scade lievemente quando due delle volanti, evidentemente distratte durante le prove, girano a destra invece che a sinistra – ma non fa niente il “porca p…” del coreografo non viene registrato dai microfoni. La telecamere viene opportunamente spenta quando, venti secondi dopo, le volanti vengono riportate a motore spento in direzione della cancellata, avendo esaurito la dotazione settimanale di benzina, come la carrozza di grossa cilindrata della Cenerentola ripristinata ad onesta zucca proletarborghese.]

    Redazion, no gavemo intenzion de subir pasivamente sta violazion dei diriti aquisidi col puf: noi difenderemo quel che ne speta con tuti i mezi necesari, compreso el trator de zio Pepi e el motorin novo de steca del picio Braian. Se servirà useremo i TIR turchi per blocar el pasagio del Stretto de Timavo, e aceteremo la solidarietà dei bisiachi. Pezo ancora, se meteremo dacordo con Codacons per tacar una class action de qualche parte in quei posti dove che i pensa che Istanbul sia in Pakistan, e come risarcimento insisteremo sula Luna (posto de rivar far andar via i eroici svemirnauti dela jugo). Ocio, prevedo pupoli.

    [Immagini da distanza ravvicinata di un corteo visibilmente composto da personaggi agitati. L’inquadratura di qualità non eccelsa risulta mossa, sia perchè i dimostranti risultano essersi preparati psicologicamente all’eventualità di scontri di piazza facendo il pieno di coraggio in numerose tappe di avvicinamento, sia perchè la posizione panoramica sul terrazzino della Elide è ristretta ed i cameramen di CNN, Telequattro e Al Jazeera si ostacolano a vicenda (con gran sollievo di tutti la RAI era impegnata a Porpetto al convegno sul futuro della filatelia austroungarica in lingua friulana, data la presenza del viceassessore alle attività improduttive P.Pallino che è pure candidato alla presidenza del Consorzio per la Bonifica delle paludi alpine). Una volta concordato che lo spazio sul terrazzino verrà equamente suddiviso secondo la massa muscolare degli operatori di ripresa e la relativa propensione ad usare la stessa sul prossimo loro, l’immagine si stabilizza consentendo di vedere in lontananza che una bandiera viene data alle fiamme. Impossibile da questa distanza stabilirne l’identità: potrebbe essere una bandiera della città di Istanbul, dell’Udinese, di Opicina, della perfida Bibione, chissà… Certo che queste cose possono accadere solo a Trieste, grazie all’economica benzina acquistata oltreconfine – in tutta Italia l’idea di usare prezioso carburante per bruciare uno straccio è assurda quanto farlo usando banconote da diecimila lire, visto che tra qualche tempo serviranno di nuovo. Ma ecco che dopo la banda del Dopolavoro, i centri sociali (NdR.: perchè il plurale?), i carri delle compagnie muggesane ed i bambini del Ricreatorio zapatista di Borgo San To Subito sfilano le masse operaie delle sigle sindacali confederate con numerosi cartelli di compensato coperti di slogan scritti col pennarello grosso – ovviamente in inglese, coll’evidente scopo di essere ripresi dalle televisioni internazionali, per cui l’operatore di Telequattro viene poco diplomaticamente invitato a farsi indietro, visto che l’inglese è poco diffuso tra la sua audience e quindi è inutile che riprenda il tutto. Il cartello in posizione migliore per farsi notare, portato da un robusto omaccione in tuta della Wärtsilä, porta scritto con calligrafia incerta “Where is my cognata?“, ed i cartelli adiacenti mostrano slogan analoghi. Poi il corteo sfila minaccioso, guardato a vista dalle forze dell’ordine, guardate a vista a loro volta dal servizio d’ordine dei sindacati, guardato a vista a sua volta da un numeroso gruppo di fotografi in attesa che succeda qualcosa e magari ci scappi il Pulitzer. Ad aumentare la confusione numerosi altri fotografi dilettanti ovvero semplici possessori di macchina fotografica o telefonino con fotocamera, a cui ben poco importa di questo signor Pulitzer, ma a cui uno scatto fortunato che diventa famoso in rete assicurerebbe quel quarto d’ora di fama a cui sanno di avere il diritto anche se non ricordano perchè e percome. Tutto questo guardarsi e scrutarsi a vicenda in attesa di vedere o immaginare un segno di incertezza o di nervosismo ovviamente comporta l’effetto collaterale di distrarre i guardoni/guardiani/guardatori da quanto sta succedendo, per cui il grosso del corteo se ne va per le sue come una macchina col freno a mano abbassato, solenne ed inesorabile e fuori controllo allo stesso tempo. Ora le riprese ci mostrano che i contendenti della sfida all’ultimo sguardo si sono accorti di essere stati superati sia dal corteo che dal progresso, ma testardaggine fa che il primo incerto movimento in direzione del corteo si spenga subito, pur di non essere i primi ad ammettere l’inevitabile. L’imbarazzante situazione viene risolta dal secondo troncone del corteo, che evidentemente aveva fatto una sosta tattica per ripristinare la scorta di coraggio. In testa al troncone una matrona probabilmente non più nel fiore della gioventù, ma decisa all’inverosimile a negare allo scorrere del tempo il tributo dovuto e quindi tirata a lustro come dovesse portare i figli a scuola col fuoristrada ovviamente Mercedes. Nelle sue mani un cartello scritto al computer con quell’orrendo carattere Comic Sans MS che ogni persona di buon gusto aborrisce e che tutti i dilettanti invece credono segno di sensibilità estetica. Equivoco il testo: “Son qua drio de tì, mèmele!“. Il passaggio del secondo troncone fornisce finalmente ai contendenti la scusa per riprendere il cammino senza che ne venga lesa la dignità, per cui una volta passate anche le crocerossine la via resta vuota. All’operatore di telequattro viene finalmente concesso di riprendere quelli che passeranno alla storia come i fatti di Triestanbul.]

    Redazion, noi semo decisi a tuto pur de gaver sta cognata, per cui considereve visadi. Mezo salvadi xe altro discorso, ma disemo che se ve trovemo mezi in aqua e mezi fora no saremo noi a sburtave de soto, ma se volere una man per risalir alora tuto ga un prezo, e el nostro xe el bilieto per Istanbul, prima classe – che no gavevimo tempo de perder a scola, noi. O cussì, o demo l’assalto ala Spaten, prima de tuto perchè Bastilia e Palazo de Inverno xe tropo lontani, e poi perchè sta storia de una redazion virtual no ne va zò, come se pol fara assalto a qualcossa de virtual, e alora dovemo decider noi dove che gavè una sede e assaltar quela, e Spaten xe sai più comodo e central che Locanda Mario. Quela la lassemo per la prosima puntata.

    [Panoramica finale su una carta geografica apparentemente di fresca ristampa, in cui però spiccano indizi di una mal camuffata recente origine digitale. La didascalia legge: Istanbul, former Constantinople and Tzarigrad, near Koper.

    Exits, pursued by a turkey, a peacock or something in between…]

  49. Diego Manna ha detto:

    Ruvidiz me ga dito che el xe sai contento del’afeto che ghe dimostrè.
    però no el ve ga pel cul.
    😀
    scherzo, el ga dito che el ve vol ben e che la seconda puntata sarà in onda mercoledì on the quel dela quela 🙂

  50. ufo ha detto:

    Bon, la revolucija la xe rimandada de novo. Vado a risepelir in cantina el Schmeisser de nono partizan, involtizà in carta oliada. Sempre sul più bel. Remengo.

  51. Fiora ha detto:

    @49 Redaziooooon! cossa xè ste preferenze maschiliste ????? protesta Ufo per la latitanza e ghe xè imediata rasicurazion. Protesto mi co’una cofana de post degni de eser scolpidi ‘ntela piera come le Tavole de Mosè e…gnanca pel iodri?!*

    * xè X 😀 😀 😀 , ciò!

  52. Fiora ha detto:

    xè ritardi che se paga cari, questi…No,no de mi! Mi no son vendicativa… ma no saver le robe per tempo sta fazendo nasser pupoli. Gira per Trieste un vagon de babe che aferma de eser lore la vera cognada de Ruvidiz…pezo che quela volta dela povera Anastasia Romanoff che sburtava radicio za ani anorum e lo stesso girava pel mondo una zaia tra furbete e coffe che se spaciava per ela…
    Fin una pelicola i ga fato i ‘mericani! …magari i ‘taliani vien qua, se imposessa de sto nostro thriller patoco, i fa un cineputiza e i se beca l’Oscar!

  53. Diego Manna ha detto:

    ciò ruvidiz no ga ancora mandà el toco.
    ghe sbasseremo la paga (cioè in pratica ne doverà lui soldi :P)

  54. Fiora ha detto:

    @53 no siamo mica qui a ingossarci … di fiabe! 😉

  55. Fiora ha detto:

    no siamo mica qui a incugnarci di deroghe

  56. Fiora ha detto:

    no siamo mica qui a beverci bubole…

  57. ufo ha detto:

    Vol dir che poso far ripartir la revolucija? Please? 🙂
    Forconi, falzi e rastrei de tuto el TLT, ingrumève – no gavè niente de perder oltra che le ciave del porton e del cadenaz! Asalto al palazo – sonemo tuti i campanei fin quando qualchidun no ne verzi!

  58. Fiora ha detto:

    no contar su de mi Ufo!…me go inofesa perché la voce dele soldatesse de questa armata Brancaleon no vien tignuda in nisuna considerasion dal Comandante Supremo.
    Basta inveze ch’el colonelo Ufo vadi a raporto con un ai bai tu mi stai e vien subito emanà el boletin esplicativo che gnanca co’ l’Austia ga intimà guera ala Serbia…

  59. Fiora ha detto:

    iera più giorni che luganighe che solecitavo una ciara e con tuti i crismi e i carismi ciò! go perfin riesumà arciduchesse imperiali russe defonte…
    ah! tuta sta parità ,più teorica che altro…i meio posti e anca el dialogo a zerti livei volè mantignirlo un vostro apanagio ‘ncora ‘desso!

  60. Fiora ha detto:

    e de desso in avanti co’ scrivo à la façon de Bersanì, non siamo mica qui… vadi inteso rivolto limitatamente ale quote rosa, eco!

  61. Diego Manna ha detto:

    ma nooo, la risposta iera per tuti 🙂
    non disperate, mercoledì no xe ancora finì, atendiamo fiduciosi! anche perchè semo stufi de gaver lasko vs union in home page 😛

  62. Fiora ha detto:

    bon, che la camini e anzi sempre per senso de tacamento ala santa causa ve aviso che se co’ ve sona el telefono sentì una vose che ve disi sono la più più famosa cognata di tuti i tempi,la cognata di Ruvidiz, NO XE’ VERO! xè l’enesimo truco de Teletù per flociarve che se ve metè con lori no pagherè più el canone Telecom.

  63. Fiora ha detto:

    anche la cognada de Biancaneve se missia con sto spechio dele mie brame chi xè la più cognada del reame, ma che la torni a vender pomi (cotogni! 😉 ), orpo! Di cognate ce n’è una… (la ” nostra po’!)ogni altra xè nissuna!

  64. ufo ha detto:

    Orpo de bacco, no xe posibile! Flora! Te ne abandoni proprio nel momento più delicato? E desso come femo? No se pol far revoluzija senza una Pasionaria in testa al Pelizza da Volpedo, che figura fazessimo con i posteri, i poster e el merchandising?

    Savè cossa? Inveze che revoluzija femo ribalton, che costa anca de meno, e xe meno roba de netar drio de lui. “Deme un punto de apogio e vè ribalto el mondo” gaveva dito quel altro. Se no ne vedè per un poco de tempo xe perchè semo in giro per bareti a cercar el punto de apogio giusto. Pena trovado, tornemo.

  65. ufo ha detto:

    E desso una picia pausa un poco meno seria del solito. So che ve go bituadi (viziadi) parlando sempre seriamente e senza la minima ombra de humor o de ridariola, ma una pausa me farà ben anca mi e alora me permeto, solo per questi do paragrafi, de far el pajazo e butarla un atimin in rider.

    Redazion, vista la richezza linguistica dei frequentatori patochi de queste pagine e l’impenio dimostrado de tuti quanti nel tenir vivo e vivace lo svilupo del triestin no solo parlado: gavè pensà magari de andar busar ala porta de sti mati? Xe tempo fin ultimo del mese, e mi me sa che bora.la meritassi sai più de tanti altri lugheri che ghe proverà.

  66. Diego Manna ha detto:

    grazie ufo per la stima e per la dritta 🙂
    quei però xe radiofonici e televisivi, no xe el nostro campo
    MA
    iera anche quel per le altre robe, scrite e musicali, e gavemo partecipà, si. E co sarà el tempo faremo outing sui progeti che gavemo presentà 🙂

  67. Katja ha detto:

    bela idea ufo, forsi podessi far domanda anca kublaikan qua:

    http://www.youtube.com/watch?v=zJBgEy_1rLg

  68. ufo ha detto:

    Diego, clicca soto dove che scrivi dialetti veneti. I disi che “Sono previsti finanziamenti nel settore degli studi e delle ricerche, delle attività culturali e dello spettacolo, della comunicazione, dell’istruzione, della toponomastica e della cartellonistica.

  69. ufo ha detto:

    Katja, podessi sì, ma dopo che go vardà circa tre quarti del filmato e el mato no gà nianca cominzà avicinarse al argomento me sa che nianca per sbaio no riva far domanda entro fine mese. Se taca desso podessi rivar scriver una per el 2013, casomai.

  70. Diego Manna ha detto:

    ara si ciò. ciò, in dicembre scadeva quel pel 2011 e un mese dopo quel pel 2012!
    bela ufo, grazie! 🙂

  71. Fiora ha detto:

    el mio “abandono” Ufo, pol eser ipotizabile solo per vitz. Reale inveze el tacamento ala ns band a Diego in primis natural e l’auspicio ch’el persegui con successo questa e ogni altra iniziativa atta “a tignir vivo e vivace el svilupo del Triestin”*

    * IPSE DIXIT. parole de Ufo. parole sante. ciau Ufo!

  72. Fiora ha detto:

    che lofia, ara la cognada de Biancaneve!’pena ch’el specio ghe ga confermà cognata te xè, ma quela di Ruvidiz è più cognata di te, dela gelosia ghe ga ciapà un cinciùt che la ga spacà el specio in mile tochi…robe che la ne porti sete ani de sfiga, pezo che i Maya!
    MOVITE DIEGO a presentar la domanda prima che vadi in lavor al primo febraio 😉 el sortilegio dela cognada de Biancaneve!

  73. Fiora ha detto:

    SERIAMENTE, daghe de maniza Diego!…che per una volta i combativi lanfur dela situazion, semo noialtri patochi! 🙂

  74. Fiora ha detto:

    ma “‘CA MARE” no xè de più che… marilenghe?!
    😀

    no rivo, no pivo,
    ma brindo cocasero
    perché cussì sia vero!

  75. Stari ha detto:

    Ruvidiz!!!

  76. ufo ha detto:

    In primis? Ipse dixit? Fio’, te me meti in sogezion con tuto sto latinorum – mi no go mai fato scole più alte del secondo pian, e anca quele le me xe veniude un poco per sbiego. Me sa che dovero cior repetizije de granzichebologia per rivar tuo livel.

    Comunque, per capirse, no xe che el Ruvidiz ga magari anca specificado qual mercoledì che el gaveva in mente? No xe che ghe ne sia cora tanti fin la fine del mondo… Where is my cognata?

  77. Fiora ha detto:

    Nel bordello di Istanbul, la femmina procace languidamente allungata sull’ottomana,al tempo stesso giaguara e serpente, a maschili occhi vogliosi che in una sorta di soggezione la accarezzano da lontano sen’osare di avvicinarla, “QUANTO LA SVELTINA?”…
    Indifferente,assorta piluccando esotiche bacche e sorseggiando un dorato nettare direttamente da un vitreo recipiente brunastro che a Paolo pare familiare.
    Con circospezione egli si avvicina, in un tumulto di emozioni e interrogativi che gli affollano la mente e gli inibiscono la favella. Gli occhi offuscati dal fumo dall’acre inconfondibile aroma, tuttavia intravvedono i caratteri del cartiglio verdastro che identifica il nettare del vitreo recipiente, dal quale l’ammaliante creatura sugge l’aureo nettare: “LASKO”.
    Ogni dubbio, ogni remora dissolta! Siii! “PUTT,LA COGNADA!”, è proprio lei!.
    Dominandosi,com’è nell’atavico costume delle nostre genti, Paolo la raggiunge, le sussurra MRS, RUVIDIZ I SUPPOSE.

    CIAPA UFO! altro che latinorum!

  78. Fiora ha detto:

    ..la statua di carne prende vita , lo sguardo da drago trapassa Paolo da parte a parte , si schiudono le soavi labbra cesellate ” Ciù Paulo cos’te vol, ah?! NOSEPOL gnanca beverse una bira in pase che se diventa cognade tue,’desso?! cos’te xè de chi l’ha visto,ciò?! pitosto de diventar tu’ cognada, me sparo in boca…un’altra Lasko ara!
    O te consumi o te papuzi! se no, ciamo la security!”
    Deluso, umiliato e mesto, Paolo indietreggia e guadagna l’uscita tra gli sberleffi degli astanti che poco hanno compreso, ma TUTTO capito…
    Egli una cosa soltanto ha ben chiara. La sua ricerca della cognata di Istanbul è solo agli inizi!

  79. Fiora ha detto:

    dagli occhi di basilisco della cinica femmina scivola una lacrima : povero Paulo, me dispiasi che go tratà cussì mal un patrioto, ma mio cognà se ciama Ucio, el xè in canon in Coroneo e mi son qua anca per mandarghe qualcossa a lu’.
    Riva el mulo Paulo el me disturba sul lavor ,tra che le xè tute invidiose de mi ste pu…ne de coleghe, tra che no semo in italy che se pol far pausa …bira ogni dò per tre…bon indiferente e auguri ch’el la trovi! ‘Vanti giovinoti! o papuzè fora,anca voialtri!

  80. ufo ha detto:

    Ben semo messi. Se la cognada la xe cussì … peta solo de conosser la suocera! Quela no la xe de Corinto o de Aleppo, la xe universal.

  81. Fiora ha detto:

    urremengo go lavorà in paralelo, go precorso i tempi e anca a bissa 🙁 meno mal che la mia iera anca ela una cognada apocrifa e che go lassà verte tute le strade…de Istanbul!
    Comunque,no tenete conto dela mia testimoniansa inatendibile, Vostro Onore!… avrò sentuto le voci come la Pulzela (ma nooo! no quela Friulana, quela autentica,dei!). sarà stato per via di tuta quela cafeìna dela cocasero….

  82. Fiora ha detto:

    a quanti ugualmente interessati alla sebbene NON incognatata Ruvidiz,ma pur sempre ragguardevole concittadina, per motivi professionali temporaneamente espatriata Istanbul, preciso che all’anagrafe Triestina figurava iscritta come Nives (il resto privaci) successivamente in arte nota come SEMIRAMIDE.

  83. Fiora ha detto:

    Una notte senza storia…Semiramide è stata come al solito superba… il turpe manutengolo conta l’incasso e si sfrega le mani sudaticce e gonfie, mentre nel suo incomprensibile idioma bofonchia” che bon afar ara che go fato a cior lavorar la mulona! un per de Lasko de investimento e la me marcia come un treno”.
    Lei, sebbene ebbra del citato misterioso nettare ambrato, percepisce un’emozione ormai remota…”PAULO! a mi sto mato cussì per la fameia ch’el vien a pie a zercar la cognada fin qua, cussì pien de quel che se ciama, me ga fato vignir tuto un missiamento ‘ntei budei… una colica? NO ORPO, IO L’AMO!”
    SEEE ! ella sa che che lui, di lei ora SA! che non si vedranno mai più , che quand’anche si rivedessero,massimo massimo lui le offrirebbe una Lasko Special Reserve..che vita sarebbe ormai la sua, senza Paolo,il cognato di un’altra???? ” BASTA, VOIO MORIR! Remengo anca mio cognà Ucio che speta i bori in Coroneo… RANGITE! subito che rivi un aspide che voio far come la Liz Tailor in quela pelicola d’Egito!”
    Riva el famiglio che se rangiava sbrodigar per
    triestin con un cesto ” Here it is Ma.m! no aspis found, but a sariandol is quite the same” ” cossa ‘desso co una sariandola me suicidarò? ndemo dei! volerà dir che tegnarò el fià” e con Paolo nel cuore e negli immensi occhi bruni Piazza dell’Unità, Barcola, Miramare ed il Faro ,( e negli immensi occhi bruni ci stava tutto!) mentalmente canticchiando co’ son lontan de ti Trieste mia, in un’apnea da Guinness, la ridiventata Nives lascia questa valle di lacrime.

  84. Fiora ha detto:

    finale alternativo: Semiramideeee! Siiii? BANG!
    FINE! 😉

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