9 Gennaio 2012

‘Il Riformista’ ricorda Leopold Hawelka, “l’anima del miglior cafè di Vienna”

Riprendiamo un pezzo di Luigi Spinola pubblicato sul Riformista del 31 dicembre in ricordo di Leopold Hawelka

Aveva una certa grazia da ballerino, Leopold Hawelka, e anche con il bastone della vecchiaia si muoveva tra i velluti rossi del suo locale quasi danzando. Se n’è andato mercoledì dopo aver compiuto cento anni, per settanta dei quali è stato l’anima del migliore café di Vienna, sulla corta Dorotheergasse che condivide col rivale di sempre Braunerhof, a un tiro di schioppo dalla Stephansplatz. Leopold lo aprì con la moglie Josephine poco dopo l’Anschluss nazista e lo dovette chiudere quasi subito per andare in guerra.
Quando tornò dal fronte l’Hawelka diventò un punto di riferimento della Vienna occupata dagli alleati perché era un posto caldo. Leopold si svegliava all’alba per trovare la legna, così gli ufficiali sovietici venivano col pranzo al sacco, e i viennesi ordinavano caffè e li guardavano mangiare.
Poi le cose andarono meglio e i viennesi iniziarono a frequentare l’Hawelka per il “buchteln” di Josephine (che sapeva fare i dolci ma era assai meno sorridente del marito), per le diverse variazioni della caffetteria locale, dal “melange” (sorta di cappuccino) al “kleiner brauner” (caffè stretto macchiato), e soprattutto per il resto.
La meglio gioventù di Vienna viene all’Hawelka con i primi flirt, magari dopo le lezioni di valzer del giovedì della scuola di ballo Elmayer. Le studentesse universitarie vengono a preparare gli esami, fermandosi anche dalla mattina alla sera, perché Leopold Hawelka non ha mai mandato via nessuno. Così anche i più squattrinati qui passano il tempo al caldo, a parlare, fare progetti e bere caffè. E a parlare, fare progetti e bere caffè sin dagli anni ’50 iniziarono a venire attori (Oskar Werner più birra che caffè), scrittori, professori che da questo avamposto sull’orlo di quella che allora era l’altra Europa s’ingegnavano a rifare il mondo.
Veniva qui anche Vaclav Havel, scomparso dieci giorni prima del suo amico Leopold. E il meglio della mitteleuropa se ne va proprio quando a poche centinaia di chilometri dall’Hawelka, dove la crisi picchia più duro, riemerge il peggio dell’Europa. A Budapest la destra di Fidesz imbavaglia la stampa, cancella l’indipendenza della magistratura, ridisegna circoscrizioni e leggi elettorali per ridurre al minimo le fastidiose incertezze della democrazia e dà forma costituzionale al nazionalismo più retrivo, utile anche per colpire i dissidenti accusandoli di intelligenza con gli stranieri, nemici per definizione.
Anche i fratelli europei? Finora non ci siamo quasi fatti sentire con Budapest, forse perché troppo impegnati a far di conto. Ma sarebbe ora di ripassare anche un po’ di Storia e Geografia, per ricordare che i principi fondamentali della casa comune non possono fermarsi al distretto più orientale di Vienna.

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4 commenti a ‘Il Riformista’ ricorda Leopold Hawelka, “l’anima del miglior cafè di Vienna”

  1. Fiora ha detto:

    un nipote de Leopold Hawelka ghe volessi per i Speci !

  2. Luciano ha detto:

    e un cugin per el san marco, che anche se xe aperto, sembra più serà dei speci…

  3. Rosy ha detto:

    c’è anche questo incredibile sito nel quale si vede l’interno.
    L’Austria è un paese ordinato e organizzato.
    Non è più nostro purtroppo…

    http://homepage.mac.com/wkaemena/FS/Vienna/HAWELKA/index_swf.html

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