9 Gennaio 2012

I dubbi del WWF-FVG sulle dichiarazioni del ministro Clini riguardo al rigassificatore di Trieste

Intervistato da un quotidiano locale, il ministro dell’ambiente Corrado Clini a proposito della conciliabilità tra il progetto del rigassificatore di Zaule e lo sviluppo del traffico portuale, il 28 dicembre scorso ha dichiarato: “Dipende dalle decisioni che l’Autorità portuale intende prendere per lo sviluppo del porto. Posso dire che abbiamo bisogno di un Piano energetico per capire, a livello nazionale, quanto gas ci serve. Ci sono pipeline e altri progetti, per cui credo che dovremo sicuramente capire qual è il ruolo che vogliamo dare all’Italia. Vogliamo farne un hub per smistare il gas in eccesso? Si tratta di scelte strategiche.” Due affermazioni in evidente contrasto tra loro. Se c’è bisogno di un Piano energetico (gli ambientalisti lo chiedono da decenni…) per capire quanto gas ci serve, il Governo – di cui Clini fa parte – lo faccia.
Allora però anche la decisione sul rigassificatore di Zaule dev’essere rinviata a dopo la definizione del Piano, senza essere scaricata sull’Autorità portuale, alla quale non competono certo le scelte “strategiche” della politica energetica nazionale.
Poi l’intervistatore chiede lumi sull’iter del Piano regolatore portuale e Clini risponde che: “Per quanto di nostra competenza, abbiamo già avviato le procedure unificate di Valutazione ambientale strategica e Valutazione impatto ambientale, ed è la prima volta che succede. Credo che a fine gennaio avremo finito, poi la parola passerà al ministero delle Infrastrutture e quindi alla Regione.” Stupefacente.
Clini, che è stato per lunghi anni direttore generale – cioè il numero uno dell’intera struttura – al ministero dell’ambiente, sembra ignorare l’ABC della valutazione di impatto ambientale (VIA) e della valutazione ambientale strategica (VAS). Regolate entrambe da una legge che l’ex direttore generale dovrebbe conoscere a menadito…
Una legge (il decreto legislativo 152 del 2006) che attua peraltro delle Direttive europee, in base alle quali la VAS, tra l’altro, dovrebbe essere avviata ancor prima dell’adozione del Piano. Cosa che nel caso del Piano regolatore portuale non è stata fatta. Il che solleva, sia detto per inciso, molte perplessità sulla legittimità dell’unificazione tra VIA e VAS che sarebbe stata avallata a livello ministeriale.
Anche ammettendo che l’unificazione delle procedure sia legittima, tuttavia, resta la perplessità di fondo: VIA e VAS sono procedure complesse, che prevedono varie fasi di approfondimento e la partecipazione di molti soggetti (non ultimi i cittadini, i quali hanno 60 giorni di tempo per esaminare gli elaborati prodotti dal proponente e per formulare le proprie osservazioni).
Sono infatti molte le questioni da affrontare in una VIA (e VAS) su un piano regolatore portuale: quelle attinenti gli effetti del piano, delle opere in esso previste e dei traffici dallo stesso generati, sulla qualità dell’aria (ad es. le emissioni in atmosfera delle navi), sull’ecosistema marino (ad es. per la movimentazione dei fanghi – inquinati – dai fondali del Vallone di Muggia), sulla mobilità stradale e ferroviaria nel territorio retrostante il porto, e così via.
Lo scopo è infatti quello di prevenire danni all’ambiente, individuando gli eventuali correttivi progettuali e le mitigazioni o compensazioni del caso.
L’esperienza dimostra che le VIA richiedono parecchio tempo per essere portate a termine: quella sul progetto del rigassificatore di Zaule, ad esempio, partita nel marzo 2006, si è conclusa nel luglio 2009. E non si tratta certo di un caso limite. Proprio la compatibilità tra questo progetto e le previsioni di sviluppo dei traffici portuali dovrebbe essere, tra l’altro, uno degli argomenti da analizzare nella VIA (e VAS) sul Piano regolatore del Porto di Trieste…
Come possa quindi il ministro pensare che si possa finire a gennaio (ma forse si riserva di precisare l’anno!), resta un mistero. Così com’è un mistero il perché la VIA sul Piano regolatore del Porto non sia partita già nella primavera del 2009, quando il Piano fu adottato dal Comitato portuale.
Spettava all’Autorità depositare al ministero dell’ambiente la relativa domanda, corredata dagli elaborati prescritti dalla legge, ma ciò non è avvenuto, benché da tutti o quasi tutti gli ambienti politico – economici triestini si ripeta da anni che la crescita dei traffici portuali, connessa con lo sviluppo delle infrastrutture del Porto, sia strategica per il futuro della città.
Lo si fosse fatto allora, forse oggi davvero il ministro Clini potrebbe annunciare la conclusione della procedura. Perché invece non è stato fatto? L’allora presidente Boniciolli e l’attuale presidente Monassi dovrebbero delle spiegazioni alla città.

Dario Predonzan
Responsabile energia e trasporti
WWF Friuli Venezia Giulia

Tag: , , .

31 commenti a I dubbi del WWF-FVG sulle dichiarazioni del ministro Clini riguardo al rigassificatore di Trieste

  1. Triestin - No se pol ha detto:

    no decidi nè la Monassi nè Tondo o Clini…..basta con sto rigassificador

  2. Mauricets ha detto:

    sembra che il gasdotto South Stream non transiterà per i balcani. troppa turbolenza e mancanza di soldi per costruirlo.
    avra solo la diramazione italy, dalla grecia alla puglia.

    a quel punto il rigasificatore diventa strategico non solo per l’italia, ma per tutta l’europa.
    trieste come porta del polo energetico diventa strategica. chi non lo vuole, se sarà questa la posta in gioco, non ha speranza di impedirlo.

    sara realizzato e basta.

  3. Dario Predonzan ha detto:

    Tutto il ragionamento del sig. Mauricets si regge su un “sembra”: che valore hanno quindi le sue conclusioni così perentorie?

  4. Srečko ha detto:

    Si ha l’impressione, che anche l’attuale governo di Roma o non abbia le idee ben chiare oppure non voglia dire chiaramente che cosa vuole. Certo e’ un governo a termine, ma…

    Quello di cui invece ha bisogno la gente, sono prese di posizione chiare. Tergiversare, menare il can per l’aia, non e’ piu’ tollerabile. Tutte le istituzioni coinvolte, da entrambi i lati del confine, dovrebbero dire se i rigassificatori li vogliono oppure no. Con un si o un no. Temporeggiare non e’ piu’ ammissibile, la decisione deve essere presa e messa agli atti.

    Se la decisione sara’ NO, ci metteremo il cuore in pace. Se la decisione sara SI, dovremo prenderne atto e lottare, cercare i modi per impedire la realizzazione dei piani…

  5. Maximilian ha detto:

    Non so se quelli che sono contrari per principio a qualsiasi cosa sanno che la città sta morendo dal punto di vista dei posti di lavoro. Magari seduti su una comoda seggiola in Comune o in Regione o una qualsiasi partecipata a scelta.

  6. Srečko ha detto:

    Mx

    Io non sono contrario per principio, ne’ sto seduto in uno dei posti da te elencati. Sono contrario perche’ convinto, che TS e la zona attorno ne avranno poco lavoro, poche risorse finanziarie e molti rischi.

  7. Dario Predonzan ha detto:

    Veramente a me risulta che la grande maggioranza di quelli “comodamente seduti su una comoda seggiola in Comune o in Regione o una qualsiasi partecipata a scelta”, siano stati favorevoli al rigassificatore (ricordate Dipiazza, ma anche Illy, la sua Giunta, quasi tutto il consiglio comunale di Trieste prima delle ultime elezioni, ecc.?).
    Salvo, alcuni, fare il salto della quaglia nell’ultima campagna elettorale.
    Idem per quelli nelle partecipate, ACEGAS in testa. Forse il signor Maximilian era all’estero negli ultimi anni e non se n’è accorto…

  8. Mauricets ha detto:

    3Dario Predonzan
    “sembra” non lo dico di certo io, ma riporto organi di stampa:

    “…Inoltre il potenziamento di questa “rotta sud” permetterebbe a Mosca di essere meno vincolata alle relazioni con gli instabili paesi balcanici: la Bulgaria proprio in questi giorni ha ufficialmente dichiarato, per bocca del primo ministro Boiko Borisov, che non pagherà alla Russia i debiti accumulati nella fase di progettazione dell’oleodotto Burgas-Alexandroupolis, affossandone di fatto la realizzazione, ma facendo allo stesso tempo rassicuranti dichiarazioni sui rapporti energetici con il partner russo; la Serbia sta vivendo una difficile fase con una politica estera da definire,tentata da un uso “politico” del gasdotto (Alexei Miller, presidente di Gazprom, ha recentemente dichiarato che un ramo del South Stream potrebbe passare per la Repubblica Srpska), senza dimenticare il mai risolto problema Kosovo; ed infine va segnalata la non definita situazione dei pemessi di Gazprom per la realizzazione del tratto austriaco.”

    http://eastjournal.net/2012/01/06/russia-la-turchia-dice-si-al-south-stream-e-sposta-gli-equilibri-geopolitici-a-favore-del-cremlino/

    mi fa strano che il WWF-FVG non compia ricerche geo- politiche approfondite su tematiche energetiche. sarebbero utili.

  9. Triestin - No se pol ha detto:

    sig. Mauricets no servi el rigasificador de Zaule….
    SOUTH STREAM
    L’innalzamento delle stime sull’incremento della domanda di gas europea conferisce nuovi margini di realizzabilità al South Stream, il più ambizioso tra i progetti avviati lungo il corridoio orientale d’approvvigionamento energetico europeo, tanto in termini di capacità quanto di costi di realizzazione. Lo scorso 25 maggio, a Bruxelles, i vertici di Gazprom e il ministro russo dell’Energia hanno tenuto una conferenza di presentazione del progetto indirizzata
    principalmente ai rappresentanti della Commissione europea – una cui delegazione,
    guidata dal commissario per l’Energia, Gunther Oettinger, ha presenziato all’evento. Alla Commissione il Consorzio South Stream da tempo richiede, infatti, l’inserimento del gasdotto tra le infrastrutture considerate “di interesse europeo” nell’ambito dello sviluppo delle Reti Trans-Europee dell’Energia (RTE-E) e dunque eleggibili per sovvenzioni comunitarie. Più di recente, il consorzio South Stream – sostenuto dalle autorità governative russe – ha inoltre richiesto alla Commissione l’esenzione dalle disposizioni in materia di unbundling (la separazione proprietaria delle reti dalle società di produzione e distribuzione di energia) contenuta nel Terzo pacchetto sull’energia che i paesi membri dell’Ue dovranno recepire entro il marzo 2012.
    La freddezza con la quale Oettinger si è rivolto ai partecipanti alla conferenza sembra
    tuttavia lasciare poco spazio a concrete prospettive di collaborazione tra la Commissione e Gazprom. Pur rimarcando l’importanza della Russia nel quadro dell’approvvigionamento europeo di gas e sottolineando una volta di più il principio dell’interdipendenza alla base delle relazioni tra Bruxelles e Mosca, il Commissario per l’Energia ha ribadito che obiettivo prioritario della politica energetica europea resta quello della diversificazione dei fornitori e, dunque, dell’accesso diretto ai paesi produttori del Caspio attraverso uno dei progetti in cantiere lungo il corridoio meridionale (Nabucco, ITGI e TAP). Il South Stream non rientra dunque nelle priorità europee e, non secondariamente, dovrà adeguarsi alla normativa promossa dal Terzo pacchetto. D’altra parte, ha sottolineato Oettinger, allo stato attuale il gasdotto appare più “un’idea che un progetto concreto”,
    rimarcando le incertezze che ancora circondano, ad esempio, i canali di approvvigionamento di gas così come il tragitto che esso percorrerà dal confine russo.
    NABUCCO
    In attesa che le autorità azere decidano sull’assegnazione del gas che andrà in produzione nei giacimenti di Shah Deniz II, lo scorso 8 giugno il consorzio Nabucco Gas Pipeline International GmbH ha finalizzato il quadro giuridico necessario alla costruzione del gasdotto. Nel corso di un incontro tenutosi a Kayseri, in Turchia, il consorzio ha, infatti, siglato il Project Support Agreement con i ministri competenti in materia energetica dei cinque paesi – Turchia, Bulgaria, Romania,
    Ungheria ed Austria – interessati dal transito dell’infrastruttura. La serie di accordi, definiti dal direttore generale del Consorzio, Reinhard Mitschek, una «pietra miliare vitale» per la realizzazione del progetto Nabucco, stabiliscono un regime di transito agevolato e di lungo periodo in linea con la normativa europea e con quella turca. Non secondariamente, inoltre, gli accordi costituiscono il logico presupposto per il co-finanziamento della costruzione
    del Nabucco da parte delle istituzioni finanziarie internazionali. Il vertice di Kayseri ha offerto inoltre l’opportunità per l’organizzazione del primo incontro della Commissione politica del Nabucco, organismo istituito con l’intento di facilitare la realizzazione del progetto e assicurare un efficace coordinamento tra le politiche dei paesi coinvolti. Nonostante il risultato conseguito a Kayseri, la principale fonte di incertezza che ancora indebolisce il Nabucco è costituita dalla mancanza di un’offerta di gas sufficiente a giustificarne la costruzione. Secondo le stime della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) per rendere economicamente profittevole l’investimento necessario alla costruzione del Nabucco, il gasdotto necessiterà di almeno 20 Gmc/a di gas sui 31 di capacità preventivata. Fermo restando che la seconda fase del progetto Shah Deniz, in Azerbaigian, potrebbe assicurare al gasdotto circa 10 Gmc/a, resta da individuare una seconda fonte di approvvigionamento che – dati i dubbi che circondano le capacità di coinvolgimento nel breve periodo dell’Iraq (Cfr.2.3) e l’esclusione dell’alternativa iraniana – potrebbero giungere verosimilmente solo dal Turkmenistan. Questa soluzione, oltre a essere sostenuta politicamente dalla Commissione europea, beneficia del tradizionale favore del governo statunitense, da oltre un decennio interessata alla realizzazione di un collegamento infrastrutturale tra le due sponde del Caspio, in grado di legare direttamente i produttori centroasiatici ai mercati europei, liberandoli della tradizionale dipendenza infrastrutturale dalla Russia e dalla crescente pressione della repubblica popolare cinese. Non è dunque un caso che, in occasione della conferenza tenutasi a margine della XVIII edizione della fiera internazionale “Caspian Oil & Gas” lo scorso 10 giugno, Richard Morningstar, inviato speciale del Dipartimento di stato statunitense per l’energia in Eurasia, abbia ribadito il sostegno della Casa Bianca al progetto Nabucco che, a differenza dei progetti infrastrutturali concorrenti, necessiterebbe di un collegamento tra Turkmenistan e Azerbaigian. Anche in ragione della necessità di definire i canali di approvvigionamento del Nabucco, il consorzio ha reso noto, a inizio maggio, la decisione di dilazionare di un anno il calendario previsto per l’avvio della costruzione (2013) e la messa in opera (2017) del gasdotto.

  10. Triestin - No se pol ha detto:

    sempre più progetti de rig. vien sospesi e cancelladi….
    http://www.globallnginfo.com/World%20LNG%20Plants%20&%20Terminals.pdf

  11. Mauricets ha detto:

    il rigasificatore servira e sara strategico.

    perche devi sapere che a palmanova hanno gia costruito uno snodo di collegamento (snam) che è connesso a tarvisio. adatto a essere allacciato alla piattaforma off-shore da costruire in golfo.

    perchè il gasdotto South Stream probabilmente non passera per i balcani, ma risalira la penisola italica. visto che abbiamo gia una rete gas che arriva fino a tarvisio dalla puglia.

    … Il tracciato del South Stream terminerà in Italia, privilegiando dunque l’opzione sud, e non in Austria, seconda possibilita’ sul terreno per il tratto che il gasdotto attraversera’ su terra.
    Gazprom ha infatti deciso di portare il percorso fino ai confini del nostro Paese, arrivando quindi ad Otranto ed abbandonando il progetto alternativo di terminare la linea nell’hub austriaco di Baumgarten, di proprieta’ del gruppo Omv….

    …le due opzioni sono appunto la penisola balcanica e Austria da una parte (opzione che una fonte di Gazprom ha definito ora obsoleta) e la Grecia e il canale di Otranto dall’altra…

    http://www.blitzquotidiano.it/energia/accordo-eni-gazprom-south-stream-italia-1060888/

    perche il gasdotto

  12. Mauricets ha detto:

    ecco la rete italiana pipiline snam.

    si puo notare come con pochi aggiornamenti dalla puglia si arrivi a tarvisio, di come lo snodo di palmanova (visibile anche dall’autostrada)sia facilmente collegabile ad un rigasificatore in golfo e quindi il gas entri in rete. rete che arriva a tarvisio e da li in puo arrivare in centro europa.

  13. Mauricets ha detto:

    qui avete una cartina piu dettagliata, con i cantieri in corso d’opera, in particolar modo direttrice nord-sud sul tratto appenninico.

    cioe potenziamento della connessione puglia-tarvisio.

    http://www.snamretegas.it/repository/file/Archivi_anni_termici/Anno_termico_2009_-_10/Informazioni_agli_utenti/Rete_Nazionale_dei_Gasdotti/Rete_Nazionale_Gasdotti_Ottobrex202009.pdf

  14. Mauricets ha detto:

    cosa serve investire milionate in un gasdotto ex novo nei balcani, inaffidabili, quando ne esiste uno gia pronto?
    che al massimo e da ampliare.

    contro ogni logica.

  15. Triestin - No se pol ha detto:

    collegamento South Stream con Otranto già fatto, ma per l’Austria tutto ancora da definire….se esistono già le reti che si possono potenziare non capisco a cosa serve poi il rigassificatore nel golfo di Ts… sempre meglio i contratti a lungo termine, più convenienti rispetto ai costi del GNL che verrebbe sottoutilizzato ( pagato quindi in bolletta dai cittadini grazie alla delibera dell’Autorità per l’energia 178/05 ). Niente di strategico per l’Italia ma solo business per pochi….

  16. Mauricets ha detto:

    16Triestin – No se pol
    ma certamente che diventa strategico.
    costruita la rete che fornisce l’itali e attraverso di essa il centro europa devi garantire l’approvvigionamento, in tutti i casi.
    anche nel caso estremo di chiusura dei rubinetti da parte della russia o, piu probabile turchia.
    con i rigasificatori puoi immettere gas prelevato da altri venditori.
    quindi non sei vincolato a un soggetto, o piu soggetti, che potrebbero rendere la rete inutile.

  17. Mauricets ha detto:

    16Triestin – No se pol
    con l’austria non c’è niente da definire, la rete snam e gia connessa al sistema austriaco e centro europeo.
    passa per tarvisio.

  18. Mauricets ha detto:

    quanto è in ballo è strategico per tutto il centro europa, oltre che per trieste. diversificare le fonti di approvvigionamento ed evitare stati turbolenti è indispensabile.

    per non farsi ricattare come avviene ora.

  19. Dario Predonzan ha detto:

    Giusto, ma il progetto del rigassificatore di Trieste grida vendetta al cielo: pare che solo il sig. Mauricets non se ne sia reso conto. Tra la decina di progetti di rigassificatori ancora in ballo in Italia, non credo che convenga puntare su quello, per una lunga serie di gravi controindicazioni (impatti insostenibili sull’ambiente marino, vista l’estrema ristrettezza del bacino e i fondali bassissimi, blocco di fatto per le prospettive di sviluppo dei traffici portuali convenzionali, rischi evidenti per la sicurezza della popolazione in caso di incidente o attentato, ecc.) che solo chi ha le fette di prosciutto sugli occhi non riesce a vedere.

  20. Mauricets ha detto:

    20Dario Predonzan
    io non credo verra realizzato a zaule il rigassificatore.

    penso che sia in effetti in un luogo sbagliato.

    io penso, e questa è una idea personale, che verra posizionata in mare aperto una piattaforma, e da li a palmanova.

    difatti non ho mai accennato a zaule.

  21. Mauricets ha detto:

    probabilmente ho sbagliato a non dirlo subito.

  22. Mauricets ha detto:

    io penso, idea personale, che l’impianto meno peggio sarebbe un Offshore GBS

  23. Dario Predonzan ha detto:

    Già, ma il post iniziale e tutto il dibattito successivo verteva sul rigassificatore di Zaule…

  24. Mauricets ha detto:

    infatti ho scritto che ho sbagliato.

  25. Mauricets ha detto:

    una cosa vorrei pero sottolineare, ed è pure questa una mia opinione,
    ormai oltre ai legittimi interessi locai, regionali, e nazionali, bisogna inserire un’altra categoria di necessita.

    gli interessi della UE.
    dobbiamo andare oltre è, nel limite del possibile, puntare a fare gli interessi dell’europa tutta.

    assolutamente.

  26. Triestin - No se pol ha detto:

    se gli interessi della Ue sono come quelli dell’oleodotto della Siot ( depositi, pontili e pipe-line obsoleti… ) allora stiamo freschi… andare oltre vuol dire investire in sicurezza ma anche in tutela dell’ambiente e della salute dei residenti…..( una volta fatto l’impianto a rischio si pensa nel tempo a fare solo businnes tagliando poi investimenti, aggiornamenti tecnologici e nelle manutenzioni…) La UE non tutela “assolutamente”……

  27. Mauricets ha detto:

    27Triestin – No se pol
    mi sembra che disastri ambientali in golfo, sul territorio di ts e negli altri stati che ospitano l’oleodotto, non vi siano stati.

    la gestione mi sembra ottima.
    il resto è retorica politica ideologica o tifo da stadio.

  28. Mauricets ha detto:

    Jankovic sconfitto .solo 42 voti!

  29. Rigassificatori dove e come ???

    Mi sembrano assolutamente condivisibili le ricorrenti affermazioni sulla necessità che un Paese come il nostro debba assolutamente cercare di diversificare le fonti d’approvvigionamento energetico, quindi deve essere presa in considerazione anche l’esigenza di pianificare la realizzazione di alcuni impianti, ma:

    • La loro localizzazione non deve essere potenzialmente in grado di creare condizioni di pericolo per le aree urbane circostanti e per il comparto industriale.

    • Considerate le particolari e notevoli esigenze funzionali del processo di rigassificazione non dovrebbe essere inseriti in siti con fondali non sufficientemente profondi, o comunque in bacini chiusi con scarso ricambio acqueo per non intaccare l’equilibrio dell’ecosistema.

    • L’impatto ambientale complessivo dell’opera rigassificatore e metanodotto dovrebbe essere contenuto e comunque attestato su valori accettabili per le ricadute economiche/occupazionali che l’impianto sarebbe in grado di generare sul territorio Provinciale.

    • Le manovre d’avvicinamento / ormeggio e la posizione del pontile d’attracco non dovrebbero assolutamente condizionare “con limitazioni più o meno temporanee l’operatività dello Scalo” e comunque nemmeno le attività nautiche comprese quelle da diporto.

    Sarebbe opportuno che in aggiunta alle doverose verifiche sull’idoneità del progetto, prima di concedere le opportune autorizzazioni per la realizzazione di un impianto di rigassificazione sul Litorale Triestino in prossimità del Canale Navigabile, venisse anche avviato un serio approfondimento in merito a quelle che “attualmente nel mondo” sono le tecnologie più innovative in termini di trasporto e rigassificazione del G.N.L., per non rischiare che il nostro impianto nasca già obsoleto e quindi difficilmente interfacciabile con quelle che saranno le future tendenze del mercato.

    Il tema dei rigassificatori e chiaramente alquanto complesso e variegato, e penso che in alternativa alla citata e ventilata ipotesi “di voler realizzare uno sulla terraferma in prossimità del Canale Navigabile a Trieste” forse sarebbe il caso di valutare se prendere in considerazione l’ipotesi Offshore da inserire eventualmente sul litorale della Regione F.V.G. al largo di Fossalon o dell’Assua Corno.

    L’impianto potrebbe essere sia fisso realizzato in cemento armato come quello posizionato sul fondale 15 km al largo di Porto Viro in Provincia di Rovigo, oppure galleggiante utilizzando Motonavi F.S.R.U. come quella che molto probabilmente sarà posizionata ed ancorata una decina di km al largo di Livorno.

    Nb. Le imbarcazioni denominate F.S.R.U. essendo in grado di sbarcare e stoccare ed anche di rigassificare LNG, ci consentirebbero in tempi molto brevi di poter alimentare direttamente i nostri metanodotti e quindi in questo modo potremo risolvere “anche se pur temporaneamente” i nostri problemi legati alla necessità di dove diversificare al più presto le nostre fonti d’approvvigionamento energetico.

    Comunque rimanendo sempre in tema dell’assoluta esigenza di dover diversificare le nostre fonti d’approvvigionamento energetico, sarebbe opportuno che nella nostra Regione venga debitamente – affrontato – approfondito – finanziato – lo sviluppo- del solare – del geotermico – dell’eolico – della centrali idroelettriche cercando di ottimizzare lo sfruttamento delle non trascurabili potenzialità dei piccoli/grandi invasi naturali ed artificiali -.

    BRUNELLO ZANITTI Giuliano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *