Lisa Angelini, della pasticceria su ordinazione ‘Drops’, ci dà i suoi consigli sulla pinza triestina.
Qualunque ricetta che trovate sulla pinza, nei libri di cucina o navigando in internet, va più o meno bene. Per chi ha tempo e costanza in cucina, la cosa importante da tenere a mente sono le 8 ore necessarie che devono passare nella preparazione della pinza, cioè dall’inizio dell’impasto fino al momento in cui verrà messa in forno. Tutto questo farà si che alla fine avrete un ottima pinza tra le mani.
Ingredienti
1 kg farina
50 grammi lievito birra
mezzo litro latte
200 grammi zucchero
200 grammi burro
4 tuorli
2 uova intere
un pizzico di sale
buccia di un arancio
buccia di un limone
rum
Come si fa
Dalla dose si prendono il mezzo litro di latte (precedentemente intiepidito ma che non superi i 28° C), il lievito di birra, 300 gr. di farina ed un cucchiaino di zucchero: da qui mescolare, fino a sciogliere il tutto, creando una pastella non troppo sostenuta.
Coprire con un canovaccio (per mantenere un’umidità di ca. il 70%) e lasciar lievitare sino al “respiro della pasta” ovvero quando le bollicine in superficie cominciano a scoppiare.
Lasciando da parte un uovo e il burro, a questo punto si possono aggiungere gli altri ingredienti cioè un po’ di farina (tenete un altro po’ da parte per gli impasti successivi), lo zucchero, quattro tuorli, un uovo, il rum, le bucce di arancio e di limone. Impastare per circa trenta minuti aggiungendo un poco alla volta il burro.
Far lievitare sino al raddoppio del volume dell’impasto. Poi lavorare di nuovo l’impasto e lasciar nuovamente lievitare sino al raddoppio.
Eseguire l’operazione ancora 2-3 volte. L’impasto ora è pronto: preparare quindi delle specie di “palle” della grandezza desiderata e pennellare la superficie con l’uovo sbattuto lasciando lievitare il tutto per circa 60 minuti e al termine tagliare la superficie a croce.
Infine infornare per circa 20-30 minuti a 180° C (la superficie della pinza dovrà essere d’orata al termine della cottura).
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E l’etimolgia de pinza?
Go scoperto che anche a Trento xè un tipo de pan (salà però).
anche in Baviera e in Austria xe chama Pinza
anche in slovenia e croazia esisti la
pinca
!
La pinza si mangia da sempre a Tarcento il giorno dell’Epifania.
Però… no me risulta che sia una dolce natalizio… De solito no se prepara per Pasqua?
anche mia nonna de Repen la preparava solo per pasqua
Insieme a le titole, dolze prettamente pasqual: se le porta anche in cesa per la benedizion…
Ottima la pinza col persuto cotto.
ga ragion Maga, Katja e Macia.
Gavevo 4 ani che go comincià
a far le pinze e titole per pasqua.
x nadal el presniz
Quando ero piccola la fornaia istriana le offriva ai clienti per Pasqua. Sono di Fertilia colonia istriana in Sardegna .
che dolce contributo il tuo, Simonetta!
La vera pinsa no la ga scorze de niente, se trata de un dolse vecio e ai tempi no iera tante monade.
@ 1) in Veneto invece si mangia nel cuore dell’inverno, Natale-Epifania, ed è molto più ricca. La pinza veneta contiene uva passa, noci, fichi secchi e frutta.
Intanto, quella pasquale l’ho sbranata tra ieri e oggi 🙂
http://blog.giallozafferano.it/paesechevai/pinza-veneto/
“d’orata”… mamma mia…