Il nome della santa siracusana deriva dalla radice latine lux, lucis e fa riferimento alla luce e la santa viene infatti invocata come protettrice della vista.
Il detto popolare “Santa Lucia, la notte più lunga che ci sia” risale però a prima del 1582, quando la sfasatura tra il calendario civile e quello astronomico era divenuto tale che il solstizio d’inverno cadesse proprio il 13 dicembre, giorno onomastico della santa. Rinnovando il calendario a conclusione di accurate osservazioni astronomiche, papa Gregorio XIII decretò che si passasse direttamente dal 4 ottobre al 15 ottobre. Tolse così i 10 giorni di sfasatura ed entrò in vigore il Calendario Gregoriano, ma il detto popolare fu tramandato invariato nei secoli.
Lo storico Ranieri Mario Cossar scrive che un tempo la santa dispensava doni alle ragazze che la sera del 12 dicembre mettevano alla finestra una calza che la mattina trovavano colma di ogni ben di Dio. Le più grandicelle e smaliziate però cantavano: “Santa Lucia/ mamma mia/ porta i bomboni/ nella calzetta mia./ Ma se la mamma/ non li mette/ resterà svode/ le calzette.
Inoltre, oltre al detto “Santa Lucia la notte più lunga che ci sia” si sente ancora ripetere dai vecchi goriziani “Di Santa Lucia fin Nadal, cres il dì un pit di gial” (da Santa Lucia a Natale, il giorno cresce un passo di gallo).
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