10 Novembre 2011

Santin: “Accelerare l’aggregazione delle università del Fvg”

“Prendere ad esempio il modello federativo Univeneto e accelerare il processo di collaborazione e aggregazione tra le Università del Friuli Venezia Giulia, che nella forma attuale non hanno più ragione di essere”.

A chiederlo, in un’interrogazione alla Giunta, è il consigliere regionale del Pdl Paolo Santin.

“In una regione di appena un milione e duecento mila abitanti, quanto un quartiere di Roma, Napoli o Milano, è evidente che i poli universitari e scientifici di Trieste, Udine e Sissa debbano trovare forme di collaborazione e abbandonare lo specchietto per le allodole delle Conferenze regionali di dubbia utilità”.

“In Veneto, regione con una popolazione ben più numerosa della nostra, con quasi 5 milioni di residenti – sottolinea Santin – si è creata l’alleanza federativa fra i quattro atenei Ca’ Foscari, IUAV di Venezia, Padova e Verona, finalizzata a unire le forze nel campo della didattica e della ricerca per offrire un ventaglio formativo ampio e specializzato. Nel Friuli Venezia Giulia dei campaniletti e del ‘fasin di besoi’ questo non sembra possibile. Perché?” – si chiede il consigliere commentando che “è importante conoscere a che punto sia il tavolo di lavoro che era stato promesso in Consiglio, finalizzato ad avviare l’analisi delle opportune forme di collaborazione e di federazione fra gli atenei regionali”.

“Razionalizzazione non vuol dire meno offerta – commenta Santin – ma una migliore e puntuale offerta formativa evitando le facoltà doppie tra le diverse province che sembrano servire solo ha rimarcare negativi e sterili individualismi territoriali, ormai fuori da ogni tempo”.

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28 commenti a Santin: “Accelerare l’aggregazione delle università del Fvg”

  1. brancovig ha detto:

    intanto chiariamo

    i) un professore universitario guadagna meno del rimborso per le spese d’auto dei nostri consiglieri regionali, per non parlare di un ricercatore. Incominciamo a razionalizzare da lì.

    ii) il veneto difende con molta forza i suoi atenei (vedi le recenti polemiche per il miliardo di euro dato agli atenei del sud). Qualcuno in regione FVG ha battuto i pugni sul tavolo?

    iii) faccio un’esempio che conosco, le facoltà di medicina e chirurgia di Verona (267) e Padova (455) fanno complessivamente 722 docenti in Veneto, mentre le università di Trieste (112) ed Udine (102) Fanno assieme 214 docenti in FVG. Meno della sola Verona.

    Esiste quindi un problema a monte, di debolezza della regione in ambito nazionale che non riesce a difendere il suo sistema universitario.

  2. Tergestin ha detto:

    Ocio che tra un poco riva savemo chi…..

  3. Dexter ha detto:

    “In una regione di appena un milione e duecento mila abitanti, quanto un quartiere di Roma, Napoli o Milano”

    Popolazione di Roma: 2.770.822 – suddivisa in 19 municipi (ciascuno con presidente e 4 assessori!) -> il quartiere medio di Roma ha meno di 150.000 abitanti
    Popolazione di Napoli: 957.637 -> meno della nostra regione
    Popolazione di Milano: 1.334.077 -> poco più della nostra regione

    Una cosa che mi fa bollire il sangue nelle vene è che noi in FVG diciamo tanto che 2 università per la regione sono troppe… mentre in Lombardia stanno pensando a costruire una nuova università a Sesto San Giovanni perché (così mi è stato riferito, testuali parole) “eh, a Sesto non c’è ancora un’uni”… notare che la Bicocca dista circa 200 metri dal confine Milano-Sesto.

    Quindi, accorpamenti possibili (alcune facoltà, determinati servizi, ecc…) per evitare gli sprechi si, farci prendere per i fondelli no. Che il consigliere Santin pensi alle spese del consiglio regionale!

  4. Francesco ha detto:

    Trieste ha già deciso di regalare la facoltà di architettura a Gorizia.
    Motivo “ufficiale” non si trovavano gli spazi.
    I nostri rappresentanti: sindaco e presidente della provincia, non hanno battuto ciglio.

  5. Dag ha detto:

    #4
    L’Università di Udine ha sedi distaccate (e facoltà, corsi di studi…) a Gorizia, a Pordenone e Gemona del Friuli.
    A me pare una ricchezza questo tipo di espansione ed un contributo giusto ed importante che viene dato anche nei confronti del territorio.
    Perché, invece, se questo accade per l’università di Trieste deve essere visto di cattivo occhio?
    Comunque io vedo di buon occhio l’integrazione tra i due atenei quando ciò significa collaborazione, iniziative comuni, scambi di docenti. Ma, per il resto, ognuno resti nel suo, con la propria indipendeza ed autonomia di gestione.

  6. marisa ha detto:

    D’accordo con DAG. Due università sono una ricchezza. Ci può essere collaborazione, che oltre tutto c’è già, ma nella piena autonomia.

    Con il Veneto c’è poi una differenza fondamentale: Padova ha aiutato le altre università venete (leggi ad esempio Verona che ha anche una facoltà d Medicina…) a nascere e crescere. Trieste ha fatto l’impossibile per impedire che fosse istituita l’università friulana: unica università italiana nata con una proposta di legge popolare a seguito di una raccolta firme (per la precisione 125 mila firme, molte raccolte sotto le tende del Friuli terremotato). Mi pare sia una differenza fondamentale e sufficiete per i friulani per respingere qualsiasi lontanissima idea di federazione o altro con Trieste….

    Collaborazione si, ma ognuno padrone a casa sua!

  7. Marco ha detto:

    Sono d’accordo con DAG e Marisa, perché la collaborazione può e deve nascere con intenti di miglioramento dell’offerta formativa. In quanto a Gorizia (come pure a Pordenone), rammento che anche l’Università di Trieste è già presente da molto tempo. Poi la città è piccola, tranquilla e adatta a diventare una sede privilegiata di studi universitari.
    E’ vero che Trieste ha fatto di tutto pur di non avere un’altra università in regione, ma rammento a Marisa che anche molti maggiorenti friulani non vedevano di buon occhio l’istituzione. Il perché non si è mai capito.
    La storia dell’Università di Udine è molto interessante e combattuta.
    In quanto a Dexter, direi che ha ragione da vendere. La battuta sulla popolazione della nostra regione che è quanto un quartiere di Milano, circola da tempo. Ha fatto bene a smontare questo solito, idiota, luogo comune e credo che mantenere due presidi universitari possa anche essere il presupposto per una maggiore attrattiva di cervelli.
    I nostri politici regionali litighino di meno per questioni di poco conto e lavorino di più per una crescita coordinata della comunità che gestiscono.

  8. brancovig ha detto:

    Due atenei di piccole/medie dimensioni dovrebbero razionalizzare l’impegno sul territorio.

    L’università funziona, riduce i costi, aumenta la produttività se riesce a creare una massa critica minimale. Altrimenti sono soldi buttati

    Sedi distaccate a PN, Portoguaro, Gemona, Gorizia dovrebbero venir chiuse. Servono solo a far contenti i politici locali.

    @Marisa
    pur essendo cosciente che il ragionamento e la verità sono due cose in antitesi alla tua persona, suggerisco ai lettori della bora di guardare al numero di docenti di Padova e Verona e la loro tendenza negli ultimi 10-15 anni e paragonali con quelli di Udine e Trieste. Oramai come dimensioni del corpo docente Trieste ed Udine sono paragonabili ben diversa la situazione tra Padova e Verona.

  9. Marco (non quello sopra) ha detto:

    @Francesco: Quando Gorizia si prese la sede di architettura, allettata da promesse di finanziamenti e di spazi, il comune di Trieste tirò su un casino della madonna in consiglio.
    Contro le “intromissioni” del comune nelle decisioni della Libera Repubblica dell’Università di Trieste si alzarono i lai di cui rappresentanti degli studenti, ambedue ora eletti per il centrosinistra (uno in circoscrizione per il PD e uno comune per l’IdV). Piero Camber chiese in modo duro l’intervento della regione, ma si sa: come dicono il Milic e il Rumiz, CAMBER! CASTA! CASTA! OH! AH!

    Per chi volesse sapere chi fossero gli studenti cosoliniani che patrocinarono lo spostamento a Gorizia di architettura, qui l’articolo: http://www-amm.units.it/RStampa.nsf/a/A3725AD03D169DE1C12575A7002DE060/$FILE/ArchiPic.pdf .

  10. Marco (non quello sopra) ha detto:

    La Regione non può intromettersi nelle scelte d’aggregazione degli atenei, purtroppo.
    E’ materia dello stato e la legge Gelmini, col suo decreto attuativo sui casi di commissariamento, ha indicato la via.

    Non è una cosa semplice.
    Rifare uno statuto, rivedere tutta l’enorme normativa interna, scegliere la sede, dismettere edifici per svariate decine di milioni di euro…

    Sarà un processo inevitabile, perché i fondi non bastano per troppe sedi.
    Però, il rettore Peroni ha sempre detto che non ci crede alle fusioni, la rettrice Compagno è campanilista: sarà una via lunga e accidentata.

  11. marisa ha detto:

    L’università friulana è – PER LEGGE – un’università legata al suo territorio: il Friuli. E nell’articolo di legge che la istituisce ne sono anche indicate le finalità: far crescere il territorio friulano sotto il profilo economico, culturale e linguistico.

    E’ dunque PER LEGGE, un’università TERRITORIALE. Piaccia o non piaccia, è così che l’hanno voluta i friulani e così l’ha voluta il Parlamento italiano istituendola.

    Quando ormai il Parlamento aveva deciso l’istituzione dell’Università friulana, Trieste cercò di giocare un’ultima carta proponendo a Roma “l’università unica regionale”: IL PARLAMENTO ITALIANO RESPINSE QUEST’ULTIMO TENTATIVO DI TRIESTE di impedire la nascita dell’università friulana!

    trieste comunque continuò ancora per decenni ad ostacolare la crescita dell’ateneo friulano.

    Ricordo che l’Università friulana è stata l’UNICA università italiana istituita con il vincolo di “non” istituire corsi di laurea già esistenti a Trieste (che all’epoca era un’università già completa). Un vincolo “IMPOSTO” da Trieste. A Trieste, all’epoca, mancava il corso di laurea in lingue straniera, UNICO corso di laurea esistente all’epoca a Udine. Che ti fa Trieste, immediatamente, subito dopo l’istituzione dell’Università di Udine? Istituisce il corso di laurea in lingue straniere!!!

    Alla faccia dei doppioni che Udine non avrebbe dovuto istituire….

    Questo per la cronaca….

  12. Alessandro Duiz ha detto:

    Marisa il tuo furlanismo è veramente irritante.

    Se non conosci la realtà delle università scendi dal campanile, per favore.

    Paragonare gli atenei di Ts e Ud a Pd e Vr è come mettere a confronto due capanne con due grattacieli.
    In regione le risorse sono sempre meno per tutti, i corsi chiudono, gli insegnamenti sono sempre più rarefatti e gli studenti vanno a Padova, Venezia e Bologna. Sia da Trieste che da Udine. Ecco il risultato.

    Un polo unico avrebbe rappresentato uno sforzo in una direzione unica a vantaggio di tutti: ricorda che l’interesse nel migliorare servizi ed offerta formativa è degli studenti, non di chi, come te, fa di tutto per avere bandiere da sventolare contro il Capoluogo di regione.

    Ma colgo in te un freudiano complesso, un’invidia latente verso quello che qui c’è e dalle tue parti no.
    Vuoi anche la Sissa, magari a Mortegliano?
    O il sincrotrone, magari a Tarcento?

  13. marisa ha detto:

    ALESSANDRO DUIZ, perchè ti dà tanto fastidio che ricordi fatti di cronaca stranoti anche a Trieste?

    Nessun complesso freudiano e nessuna invidia, solo “SANA” consapevolezza di ciò che è successo quando il Friuli richiese, e con suo pieno diritto, l’istituzione di una sua università. Ti ricordo che all’epoca il Friuli era il fanalino di coda in Italia per numero di laureati e che una università è importante per lo sviluppo economico e culturale di un territorio.

    Ti ricordo anche che l’Università di Padova aveva offerto a Udine l’opportunità di creare una università collegata a Padova. Ma l’allora rettore dell’università di Trieste, corse subito a Padova e interferì…

    Forse sarebbe il caso tu ti leggessi qualche libro sulla storia dell’istituzione dell’università friulana. E’ un saggio “molto” interessante su come Trieste cerca sempre di impedire lo sviluppo “degli altri”. Non è forse questo che oggi sta cercando di fare con il porto di Monfalcone e il progetto UNICREDIT? E una costante di Trieste questo comportamento di “campanilismo estremo”.

    Comunque in Friuli gli studenti non vanno nè a Padova, nè a Milano, nè a Trieste, visto che il numero degli iscritti al primo anno quest’anno sono aumentati e anche di molto (mi riferisco ovviamente all’università friulana). E ciò nonostante un pesantissimo sottofinanziamento di 12 milioni di euro all’anno. Problema che la politica regionale non ha mai voluto cercare di risolvere…
    Informati meglio!

  14. Marisa ha detto:

    Aumentati del 30% gli iscritti al primo anno (Università del Friuli):

    http://rassegna.uniud.it/media/files-rassegna/11-11-2011/MV.pdf

    BUONA LETTURA!

  15. Marisa ha detto:

    Il link precedente riguardava i corsi di laurea dell’università friulana a Gorizia.

    Il link seguente è invece relativo all’Università friulana nel suo complesso, e registra un aumento quasi del 3% di immatricolazioni:

    http://rassegna.uniud.it/media/files-rassegna/09-11-2011/GAZTNOUDINEX_Universita_del_Friuli_con.pdf

  16. Marco (non quello sopra) ha detto:

    Ma a Marisa hanno spiegato, sì, che il legislatore non ha smesso di esistere con l’Università di Udine e che la riforma Gelmini prevede esplicitamente la possibilità di fondere gli atenei?

    E basta con ‘ste boiate sul sottofinanziamento!

    Marisa, leggi i bilanci e non gli articoletti di fogli on line.

    Udine ha spese inferiori a Trieste: meno corsi, meno edifici, meno servizi, meno personale.
    La necessità degli atenei non corrisponde al numero di iscritti ma ai costi di gestione complessiva.

    Infatti Udine, che è misconosciuta ai ranking internazionali, ha un rapporto FFO-spese di personale inferiore al 90%.

  17. Marco (non quello sopra) ha detto:

    …e giusto per restare in tema di spigolature di stampa, quest’anno l’Università di Trieste ha segnato un + 8.5% di immatricolazioni, circa 350 unità in più.

  18. Marco (non quello sopra) ha detto:

    …e non è vero che gli udinesi non vengano a studiare a Trieste. Ingegneria, filosofia, scienze, lettere hanno buone quote di veneti e di friulani.

  19. marisa ha detto:

    @ MARCO(NON QUELLO SOPRA)

    …quindi le due università godono di buona salute e non c’è alcun motivo di fonderle? O NO?

    E il sottofinanziamento dell’università del Friuli è riconosciuto anche dal MIUR, come è noto ( anche al MIUR !) che l’università di Trieste è sovra-finanziata del 14%….
    E il sotto o sovra-finanziamento è il rapporto tra quanto spetta ad ogni ateneo in base ai criteri del merito stabiliti dal Ministero stesso e quanto effettivamente riceve. Il numero degli iscritti è solo uno dei parametri e neppure il più importante…
    E essere sotto-finanzianti significa avere la certezza di avere un rapporto finanziamenti statali/costi del personale, MOLTO più alto di un’università sovra-finanziata: in questo caso il sovra-finanziamento è un ombrello protettivo!

    …come è ovvio che se uno studente friulano vuole iscriversi ad un corso di laurea che non c’è nella sua università….DEVE iscriversi altrove (Padova, Milano, Bologna in primis). E a Trieste ci sono corsi di laurea che non ci sono a Udine.

    Rimane il fatto che l’assessore regionale PAOLO SANTIN, che mi risulta nato in VENETO, farebbe bene a lasciar perdere questa sua idea balzana…..

    DEXER – commento 3 – ha ragione da vendere.
    Quante università ha Milano? E quante università si sono a Napoli? E non parliamo poi di Roma. Non è ora di finirla di voler centralizzare e unificare tutto? Non è ora di finirla che la politica regionale voglia mettere le mani su tutto? Peccato che non si parli più di cancellare i vitalizi dei consiglieri regionali. Idem i mille e uno privilegi di questa SUPER-CASTA….

  20. Jasna ha detto:

    Scusa Marisa, ma perché Università “del Friuli”? Sulla mia pergamena c’è scritto “Università degli Studi di Udine”.

    Non metto in dubbio le tue argomentazioni perché non mi sono mai interessata di questi dati e non ne so nulla, ma dato che qui i triestini o comunque gli anti-friulani sono compatti, forse certe piccole accortezze aiuterebbero la discussione a scorrere un po’ meglio. :-] Buona serata

  21. Alessandro Duiz ha detto:

    Marisa, andiamo per gradi. Non mi danno fastidio le tue argomentazioni da tredicesima pagina del Gazzettino di Udine.

    Ascolta Jasna, per prima cosa. Io ho un grande affetto e rispetto per i friulani (ci lavoro tutto l’anno), ma il tuo atteggiamento è veramente maleducato, alla pari degli anti-friulani di Trieste.
    In ogni topic non perdi occasione per provocare. Facile da anonimi, no? Vengo sul sito dei triestini e mi sfogo. Tropa roba, ciò. Ti dovrebbero premiare a qualche fiera di paese.

    Se non lo sai, la netiquette base delle discussioni web equivale a scrittura in maiuscolo = urlare. Abbassa i toni. Intanto.

    Poi, forse, vedrai che le discussioni procederanno su binari più scorrevoli e piacevoli.

    Mandi.

  22. Jasna ha detto:

    Alessandro Duiz, un paio di chiarimenti:
    1) Non sono friulana e non parlo il friulano
    2) Non credo di aver mai partecipato a discussioni in cui ci fossi anche tu, comunque né qui al post 20, né altrove, ho usato il maiuscolo.
    3) Non mi sembra di aver mai provocato nessuno, il mio post era per Marisa che effettivamente è abbastanza aggressiva (usando il maiuscolo e toni non proprio pacati), però è anche vero che in generale su Bora.la l’atteggiamento verso i friulani è sempre di scherno. Non credo sia offensivo né pesante (almeno io non l’ho percepito così), però per una come Marisa che è sensibile su questi argomenti è un’occasione in più per saltare su. Io comunque non ho rivolto appelli ai non friulani del sito, ma proprio a Marisa, perché magari col tempo si possa impostare una discussione meno rissosa. A me il tema dell’Università interessa, certo però che se devo impararne di più tra insulti vari non è il massimo. Quindi ho avanzato una proposta, tutto qui.

    Non capisco perché mi hai scritto con questo tono e che cosa del mio post ti abbia dato fastidio.

  23. Sandi Stark ha detto:

    Frutàts, se vuelis čhacarâ di rispiet, tolerance, difese de lis lenghis, cence che une comunitât provi a meti lis pîds parsore la čhâv de lis altris grops, l’unic soluziòn je di tornâ cun l’Austrie. Lis taliàns mètin simpri i un cuintri i altris. Gno von mi puartâv a čhatâ lis sô camaradis KuK; in Čhars fevelèvin par čharsolin, a Gurice par slovèn, a Mosse par furlàn, a Rončhis par bisiàc, a Grau par graisàn. E tra di lòr Totdèsc, cualchi paraulis di onğharês e altris leghis de l’Impèri.

    Nel 97° Regimènt jerin crauats, slovens, triestins, bisiàcs, graisàns e furlàns; duc fràdis. Furlàns orientâls a dî il vêr, parcè chej de l’ocident jerin un ninin disferents. Cetant ce la Filologiche jere talmentri fašist da tonâ cuintri i “sclavs” e da sgrifignâr la seculâr ‘autonomie di Gurice in tel 1919 e 1920, fradis furlàns includûts. D’acuardis coi fašists triestìns, fradis tra di lòr.

  24. Alessandro Duiz ha detto:

    Ma no!! Marisa, ascolta Jasna (esortazione). 😉

  25. Jasna ha detto:

    @24 Alessandro Duiz

    Porca miseriaaaa è meglio andare a dormire, per oggi ho già dato 😀

    Scusa

  26. Rosy ha detto:

    Bravo Sandi!!

  27. Francesco ha detto:

    E intanto Gorizia ne ga’ “ciava'” architettura.
    Ole’.

  28. Bibliotopa ha detto:

    #23 e soprattutto quando c’era l’Austria, per far star zitti tutti, non c’era alcuna università in tutto il Litorale! nè a Trieste, nè a Udine, nè a Lubiana, le lauree di Padova non erano riconosciute, quindi tutti a Graz o a Vienna o a Innsbruck!

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