1 Novembre 2011

Il Milite ignoto, 90 anni fa

di Alessandro Minisini

Papa Benedetto XV la definì “flagello dell’ira di Dio”, “orrenda carneficina che disonora l’Europa”, “un mondo fatto ospedale e ossario”, “il suicidio d’Europa” ed infine “la più fosca tragedia dell’odio umano e dell’umana demenza”. Per il filosofo Benedetto Croce la vittoria “è venuta piena, sfolgorante e quel che è meglio, meritata”. Sul bollettino della Vittoria, il generale Diaz disse che “i resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza”.

Il sentimento degli italiani al termine del primo conflitto mondiale era questo, orgoglioso della vittoria ma turbato dalla sterminata memoria dei morti e dal pietoso pianto delle madri e delle mogli, in particolare di coloro che non avevano neppure una tomba ed un corpo su cui posare un fiore.

Tutto questo, unitamente al desiderio nazionale di onorare i caduti, fecero nascere l’esigenza di lenire il dolore, rendendo gli onori ad una salma di un combattente anonimo, che rappresentasse tutti i morti in combattimento.

L’Italia sentì l’esigenza di avere un simbolo di gloria e di virtù, nonché punto di riferimento per le generazioni future, avrebbe dovuto essere un eroe puro e sublime, che racchiudesse in se tutte le migliori virtù del soldato italiano. Nel 1920 l’allora colonnello Giulio Douhet, propose per primo di onorare i caduti italiani, le cui salme non furono identificate, con la creazione di un monumento al Milite Ignoto a Roma. Dopo non poche resistenze della monarchia, che vedeva in questo simbolo una sconfitta, in quanto riteneva che la Vittoria fosse giunta per merito dei propri condottieri e capi e non per merito dei soldati (oltretutto di coloro che non si conosceva il valore e neppure il nome), venne deciso di collocare la tomba del Milite Ignoto sotto la statua della dea Roma, presso il complesso monumentale del Vittoriano a piazza Venezia.

La proposta venne approvata ed il 20 agosto 1921, il ministro della guerra, On. Gasparotto, emanò le prime disposizioni in merito alle “solenni onoranze alla salma senza nome di un soldato caduto in combattimento alla fronte italiana nella guerra italo-austriaca 1915-1918”. Il ministro dispose la costituzione di una speciale commissione con a capo il Ten. Gen. Paolini (ispettore per le onoranze alle salme dei caduti), della stessa fecero parte anche il Ten. Col. Paladini (capo ufficio dell’ispettorato stesso), un ufficiale superiore medico designato dall’ispettore e quattro ex combattenti (un ufficiale, un sottufficiale, un caporale ed un soldato) designati dal sindaco di Udine.
Con apposita delibera datata 26 settembre, Il Cav. Luigi Spezzotti, sindaco della cittadina friulana, designò quali membri della commissione il Ten. Augusto Tognasso (mutilato e con 36 ferie), il Serg. Giuseppe de Carli, (decorato di medaglia d’oro al Valor Militare), il C.le Mag. Giuseppe Sartori, (decorato di medaglia d’argento e di bronzo) ed il soldato Massimo Moro, (anch’esso medaglia d’argento al V.M.). Il Sindaco nominò anche quattro supplenti in modo tale da assicurare l’ininterrotto funzionamento della commissione: Col. Carlo Trivulzio, il Serg. Ivanoe Vaccaroni, il C.le Mag. Luigi Marano ed il soldato Lodovico Duca.
Ad accompagnare la commissione, ma senza farne parte, ci fu il cappellano militare Don Pietro Nanni.

Il ministro dispose che la ricerca della salma da esumare fosse effettuata alla presenza di tutti i membri della commissione e che essa avrebbe dovuto appartenere ad un caduto “certamente non identificabile”, inoltre la salma avrebbe dovuto essere prelevata a caso tra i corpi di 11 militari acquisiti sui tratti più avanzati del fronte di guerra: San Michele, Gorizia, Monfalcone, Cadore, Alto Isonzo, Asiago, Tonale, Monte Grappa, Montello, Pasubio e Campo Sile.

Il ministro dispose inoltre che tutte le salme fossero collocate in bare di legno grezzo, di forma e dimensioni identiche, fatte allestire a Gorizia, inoltre per ogni esumazione avrebbe dovuto redigersi un verbale, per evidenziare tutte le cautele adottate. Le operazioni avrebbero dovuto terminare entro il 27 ottobre 1921 ed entro tale data le 11 salme sarebbero dovute giungere nella cattedrale di Aquileia (UD) dove per il giorno successivo era fissata la cerimonia.

Alle ore 9 di domenica 2 ottobre la commissione venne fatta riunire a palazzo Caiselli di Udine e prima di partire per Trento, il Ten. Gen. Paolini fece fare solenne giuramento a tutti i membri, per assicurarsi che mai e poi mai avrebbero rivelato i luoghi ove si sarebbero svolte le esumazioni.

Doveroso è quindi precisare che le successive indicazioni sono frutto di varie testimonianze e indicazioni, prima fra tutte quella del Ten. Col. Cadeddu che nel 1998 pubblicò uno scritto per il Circolo Vittoriense di ricerche storiche, in occasione dell’80° della Vittoria.

Lunedì 3 ottobre la commissione da Trento si spostò sui monti circostanti Roveredo ma non trovando salme insepolte, decise di prelevarne una dal cimitero di guerra di Lizzana (TN). La commissione prelevò un fante “in atto di tranquillo e sereno riposo, vestito della sua uniforme e con indosso le giberne”. Il corpo venne avvolto nel tricolore e composto in una delle 11 bare ed il capo del soldato venne poggiato su un cuscino di rami di pino. Era la prima salma raccolta.

La commissione a questo punto attraverso il Pian delle Fugazze e le Porte del Pasubio, giunse in un cimitero allestito nelle vicinanze delle trincee e qui, con le stesse modalità precedenti, venne riesumato un corpo di un soldato. Su richiesta del sindaco di Schio le salme vennero portate nella chiesa affinché la cittadinanza tributasse il giusto onore ed in particolare le spose “… che con il cuore straziato accarezzarono con infinito amore le teste dei bimbi, che negli occhi portavano l’immagine del padre defunto”.

Le ricerche successive portarono la commissione sull’altopiano di Asiago dove sul Monte Ortigara, in un crepaccio chiuso da un groviglio di filo spinato, furono ritrovati i corpi di due soldati con a fianco ancora i moschetti e le cartucciere nelle giberne. Uno solo di essi fu scelto per essere traslato.
La tappa successiva fu il Monte Grappa, dove venne prelevata una salma di un corpo segnalato da una croce in legno, in una piccola valle.
Sul Montello, non trovando più corpi che non fossero già tumulati, la commissione decise di recarsi presso il cimitero di guerra di Collesel delle Zorle (dove erano presenti circa 9000 caduti) e recuperare uno fra i 3000 corpi senza nome. Il cadavere pietosamente ricomposto nella bara in legno, fu poi trasportato, unitamente agli altri cinque, a Conegliano per gli onori della cittadinanza.

La sesta salma venne invece esumata nel pressi di Jesolo nel cimitero di Guerra di Ca’ Gamba ed anch’essa venne poi portata per i saluti della cittadinanza a Conegliano.
A questo punto la commissione portò le sei bare avvolte nel tricolore a Udine dove, su affusti di cannone e due ali di popolo, i feretri furono depositati nella chiesetta del castello e cinti da una ringhiera di vecchi moschetti raccolti nelle trincee.
Da Udine la commissione si recò sulle Dolomiti e non trovando corpi nella zone di battaglia delle Tofane e del Falzarego, decise di esumarne uno dal locale cimitero di guerra del Monte Crepa. La salma raggiunse poi Udine per congiungersi alle altre sei nella chiesa del castello da dove successivamente furono trasferite in quella di Sant’Ignazio di Gorizia, distrutta dalle granate, sul fronte più avanzato della Grande Guerra.

Sulla cima del Rombon, nei pressi di Caporetto (oggi territorio Sloveno), lungo la risalita dell’Isonzo, sotto un cumulo di sassi ed accanto ad un’anonima croce, venne ritrovata l’ottava salma ed anch’essa inviata a Gorizia.

Sul Monte San Michele, vero calvario per i fanti italiani, alle pendici del San Marco, fu rinvenuto un corpo segnalato da una croce in legno e con ancora in pugno la propria arma. Anche questo corpo fu traslato nella chiesa di Sant’Ignazio a Gorizia.

La penultima tappa fu Castelgnevizza del Carso, dove sotto un groviglio di filo spinato ed un palo spezzato, fu rinvenuto il corpo di un militare sepolto accanto ad un altro. Anch’esso fu trasportato a Gorizia.
L’ultimo eroe senza nome invece venne traslato nella Chiesa di Sant’Ignazio, dalle foci del Timavo da San Giovanni Tuba, dove sotto una croce consumata dal tempo giaceva il suo corpo anonimo.

A questo punto il compito della commissione giunse al termine, aveva scelto gli undici corpi da portare ad Aquileia. Il 26 ottobre il corteo si mosse verso l’antica colonia romana passando al cospetto del Monte Sabotino e del Monte San Michele, ovunque scene strazianti del dolore materno, silenzi profondi, pianti e canti in onore del protagonista della Vittoria: il Soldato Ignoto.

Nel pomeriggio del 27 ottobre la Canzone del Piave, cantata dalle voce degli alunni delle scuole elementari, accolse l’arrivo del corteo. La prima bara fu portata da alcune madri, le successive a spalla da combattenti e mutilati, tutte ricoperte dalla bandiera tricolore e da un elmetto cinto di alloro.
Senza l’intervento di alcun oratore ufficiale, agli 11 cataletti fu impartita l’assoluzione e poi vennero collocati su due grandi catafalchi, cinque a destra e sei a sinistra dell’altare maggiore della Basilica. Al termine di un semplicissimo rito, il tempio venne fatto sgombrare e per tutta la notte le bare vennero cambiate di posizione, così da essere sicuri che nemmeno una particolare venatura del legno o una posizione di un chiodo, potesse suggerire a qualche addetto ai lavori, su quale fronte fosse stata recuperata quella che da li a poco sarebbe divenuta la salma del Milite Ignoto.
Alle ore 11 del 28 ottobre, Monsignor Angelo Bartolomassi, Vescovo di Trieste, officiò la cerimonia ed al termine, dopo la benedizione dei feretri con l’acqua del Timavo, venne il momento della struggente scelta della salma da traslare a Roma. Tale mesto compito fu affidato a Maria Bergamas di Trieste il cui figlio irredentista Antonio, aveva disertato l’esercito austriaco per arruolarsi come volontario in quello italiano, cadendo in combattimento senza che il suo corpo fosse identificato.

In un silenzio assurdo rotto solo dai colpi a salve dei cannoni, scortata da quattro medaglie d’oro, la donna venne portata al cospetto delle undici bare ed inginocchiandosi davanti all’altare, portò le mani al volto, piegò il capo e piange. Trascorsi alcuni istanti di intensa commozione dove non vi fu lacrima che tenne, da Emanuele Filiberto Duca d’Aosta, Comandante dell’invitta III^ Armata all’ultimo dei soldati, Maria guardò lentamente le 11 bare quasi come avesse deciso di voler prima passare dinanzi ad ognuna, ad interrogare il silenzio, a salutare i corpi che contengono, ma tremante e curva, con movimenti quasi irreali, oltrepassò la prima bara ed improvvisamente cadde in ginocchio davanti alla seconda, alzò un braccio e pronunciando il nome del proprio figlio Antonio, congiunse le mani sulla bara dove depone un velo nero: Maria Bergamas, madre delle madri italiane aveva scelto il rappresentante dei figli d’Italia, sarà quello per l’eternità il Soldato Ignoto.

A questo punto la bara venne chiusa in una seconda di zinco, poi in un terza di quercia i cui quattro angoli erano sostenuti da autentiche bombe a mano trovate sui campi di battaglia, sul coperchio venne fissata un’alabarda d’argento, dono del comune di Trieste ed in una teca d’argento venne collocata una medaglia d’oro, dono dei comuni di Udine, Gorizia ed Aquileia. Trasportata da reduci decorati e più volte feriti, la bara venne caricata su un affusto di cannone trainato da cavalli e depositata su un vagone ferroviario appositamente allestito, su cui fu incisa la citazione dantesca “l’ombra sua torna che era dipartita”. Alla presenza di un irrigidito e commosso Duca d’Aosta, al suono de “La Leggenda del Piave”, il treno, guidato dal pluridecorato Giuseppe Marcuzzi di Cervignano partì alla volta della Capitale.

Le cronache, le fotografie e le riprese cinematografiche dell’epoca raccontano e mostrano la commozione di centinaia e centinaia di migliaia di italiani che rendono il loro saluto al Milite Ignoto, il commosso saluto di una nazione a tutti i suoi figli perduti, in ogni città, in ogni stazione e lungo tutto il percorso il treno attraversò l’Italia tra due ali di folla inginocchiata, c’erano tutti, l’Italia era unita del dolore, era il viaggio dell’Anima stessa dell’Italia. Treviso, Venezia, Bologna, Firenze, l’Italia era ad attendere.

Giunto a passo d’uomo a Roma, il convoglio raggiunse le stazione Termini, il milite Ignoto fu calato dal carro funebre e trasportato da 12 medaglie d’oro alla Basilica di Santa Maria degli Angeli, dove i romani poterono onorare il soldato senza nome.
Alle ore 9,00 del 4 novembre 1921, terzo anniversario della Vittoria, il feretro fu prelevato dalla Basilica e posato su un affusto di cannone. Il corteo era guidato da un plotone di Carabinieri a cavallo e da un reparto in armi in cui, oltre ad esercito e marina, erano inquadrati ascari eritrei e libici del Corpo delle Truppe Coloniali, Guardia di Finanza ed agenti di Pubblica Sicurezza, seguivano le 753 Bandiere dei reggimenti d’Italia e i gonfaloni dei comuni decorati al Valor Militare, al centro c’era l’affusto di cannone con il Milite Ignoto con a fianco i decorati al Valore, venti madri e venti vedove di guerra, seguito da 1800 Bandiere appartenenti alle Associazioni Combattentistiche.

Alle 10 il corteo fece il suo ingresso a piazza Venezia, il rombo dei cannoni sparati da Monte Mario e dal Gianicolo, unitamente alle campane suonate a gloria in tutta l’Italia, accompagnarono il feretro sulla scalinata del Vittoriano, ad attenderlo tutte le autorità militari, politiche e la Real Casa al completo.
Otto decorati portarono a spalla il feretro sotto la statua della dea Roma, il Re fissò con un martello d’oro la medaglia d’oro al Valor Militare conferitagli con la seguente motivazione: “Degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglie e cadde combattendo senz’altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della Patria”.

Un soldato semplice pose sulla bara l’elmetto del fante, dopodiché il sarcofago venne calato nel sacello e su di esso venne depositata per l’eternità la pietra tombale con incisa la scritta latina “Ignoto Militi”.

Erano le ore 10,36 del 4 novembre 1921 e da quell’istante il fuoco eterno arde davanti all’ara.

Maria Bergamas, quell’eccezionale e coraggiosa donna che arditamente aveva affrontato la straziante cerimonia nella Basilica di Aquileia, morì nel 1952 a Trieste, ma dovette attendere per due anni il rientro della città giuliana all’Italia, affinché si potesse esaudire il suo ultimo desiderio: essere sepolta per sempre accanto ai suoi dieci figli.
Sulla tomba dietro il tempio aquileiense, sotto la statua del Cristo che distoglie una mano dalla croce per carezzare il soldato ferito, a perenne ricordo venne fissata un’iscrizione “MARIA BERGAMAS PER TUTTE LE MADRI – IV NOVEMBRE MCMLIV”.
Mai iscrizione fu più degna.

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217 commenti a Il Milite ignoto, 90 anni fa

  1. bona lama ha detto:

    non cambia nulla ma i vecchi dicevano che qualcuno conosceva i dati del defunto, cui va la nostra gratitudine, come a tutti i 600000 caduti

  2. Luigi (veneziano) ha detto:

    Antonio Bergamas nacque a Gradisca d’Isonzo il 9 ottobre 1891. Era maestro comunale a Trieste, quando nel 1914 venne richiamato alle armi dalle autorità austriache. Disertò nell’autunno del 1914 riparandosi in Italia, dove fece attività di propaganda interventista. Lo stesso giorno d’inizio delle ostilità italiane (24 maggio 1915) si arruolò volontario nel 2° Reggimento di Fanteria. Col grado di sottotenente del 137° Fanteria cadde il 18 giugno 1916 alle falde orientali del Monte Cimon. Decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare, con la seguente motivazione: “Volontario di guerra, guidava con mirabile esempio di valore e di calma il suo plotone all’assalto, cadendo – colpito a morte – sui reticolati nemici”.

    L.

  3. Mauricets ha detto:

    furbo è?

  4. Kat ha detto:

    chi oggi morirebbe x l’Italia con lo spirito di allora (leggi senza i 5000 euro al mese)

  5. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Mauricets
    9,9 furono i milioni di militari morti nella Grande Guerra.

    La parola “furbo” non credo sia la più appropriata.

    L.

  6. Mauricets ha detto:

    tutti volontari? distinguerei fra quelli che vennero costretti, in italy dai carabinieri, o comunque coscritti, dai volontari. o no?

  7. Mauricets ha detto:

    a si, gli interventisti erano guerrafondai.
    anche un certo Benito era interventista ben prima di fondare il partito fascista.
    e i risultati si sono visti.

  8. Mauricets ha detto:

    la guerra se la facciano i guerrafondai, tra loro, e possibilmente nel deserto. in modo da lasciare gli altri in pace.

  9. gianbo ha detto:

    Oggi le guerre non si fanno più con gli elmetti e le baionette. Sono economiche ed è sotto gli occhi di tutti in questi giorni che l’UE e l’Euro sono a fine corsa sotto i tiri di cannoni speculativi dannosi quanto quelli militari. L’utopia dell’Europa stato senza confini e con una sola moneta (peraltro già realizzata dai romani 2000 anni fa) è fallita. Dopo questo fallimento si raccoglieranno macerie sociali paragonabili a quelle di 90 anni fa. I popoli europei non possono vivere insieme. Sono rivali fra loro. L’esempio ne è questo blog dove mai e dico mai viene spesa una parola per nessun motivo in favore delle ragioni degli altri. Poi immagino idee di gente giovane che non ha vissuto niente di quello che scrive. Se le società europee sono queste non vedo un futuro di pace. Ma la pace a tutti i costi non serve.

  10. Mauricets ha detto:

    9gianbo
    insomma… in iraq o afghanistan…

  11. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Mauricets
    Anche fra i coscritti furono moltissimi quelli che “guidavano con mirabile esempio il proprio reparto ecc. ecc.”.

    I tedeschi nella Grande Guerra concessero 3.803.384 Croci di Ferro di Seconda Classe e 145.024 Croci di Ferro di Prima Classe. Tutti “furbi”?

    L.

  12. gianbo ha detto:

    @Mauricets
    Con il crollo delle economie non ti lasceranno in pace. Tu non conti niente e non decidi niente. Ci hanno trascinato in una guerra economica globale e ne usciremo a pezzi. Ancora vi illudete che la colpa è di Berlusconi. Il gioco è molto più grande. Il nostro debito pubblico è così dal 1991 e lo abbiamo sempre onorato e ci hanno ammesso nell’Euro conoscendo bene la cosa. Adesso da 3 mesi a questa parte bisogna far fallire l’Italia per risolvere che? Questa guerra non mi quadra.

  13. capitano ha detto:

    La colpa invece è anche di Berlusconi se dobbiamo pagare il 6,2% di interessi a chi ci presta denaro.
    Tu da uno che dispensa buste a gente poco raccomandabile compreresti un’auto usata?

  14. italiano ha detto:

    @ gianbo

    Sottoscrivo la tua analisi. E’ la mia stessa idea. E’ in corso la Prima guerra finanziaria mondiale, e la gente parla ancora con slogan e ideologie come 30 anni fa.

  15. Rosy ha detto:

    Fa quasi vomitare l’indegna retorica di questo articolo, che celebra la peggiore vicenda del secolo breve, la prima guerra civile europea, combattuta sulla pelle di chi non voleva combatterla, ma fu suo malgrado costretto per la cupidigia delle classi dominanti di allora…

  16. Rosy ha detto:

    il rombo dei cannoni sparati da Monte Mario e dal Gianicolo, unitamente alle campane suonate a gloria in tutta l’Italia, accompagnarono il feretro sulla scalinata del Vittoriano, ad attenderlo tutte le autorità militari, politiche e la Real Casa al completo.
    Otto decorati portarono a spalla il feretro sotto la statua della dea Roma, il Re fissò con un martello d’oro la medaglia d’oro al Valor Militare conferitagli con la seguente motivazione: “Degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglie e cadde combattendo senz’altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della Patria”.

  17. chinaski ha detto:

    “onore ai caduti” e’ una bestemmia. non c’e’ nessun onore nel morire dilaniati da uno shrapnel o sbudellati da una baionetta, dopo essere stati ubriacati di grappa dai propri ufficiali. l’ unica cosa sensata ed umana sarebbe chiedere scusa, a tutti i caduti, con novant’ anni di ritardo.

    http://www.flickr.com/photos/brightblightcafe/2902268695/

  18. Mauricets ha detto:

    12gianbo
    il nostro generale chi è? abbiamo scelto bene?
    lui è in grado di comandare?
    chi sono i nostri alleati?

    faremo l fine del secondo conflitto?
    guerra economica si, ma siamo dalla parte giusta o sbagliata?

  19. maja ha detto:

    Rosy #15

    + 1

  20. massimo p ha detto:

    Dove si trova Castelgnevizza? se proprio vuole usare il nome italiano almeno lo scriva nel modo giusto..

  21. matteo ha detto:

    i morti sa solo una roba, che xe meio eser vivi

    luigi

    tra 1934 salme sepolte nel cimitero de duino aurisina ghe xe una lapida in italian, nato a trieste

    Driol Giovanni

    56 reg. Fanteria

    Morto per la patria
    la moglie, i figli e i loro congiunti
    http://www.cimeetrincee.it/cimiterimil.htm

    Patria austriaca, no dimentichemo

  22. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ matteo
    Ci mancherebbe altro che io dimentichi i morti per la “patria austriaca” (a parte il piccolo particolare che i triestini in quell’epoca non erano considerati austriaci, come ora)!

    Ritengo scorretto giudicare “moralmente” quei fatti di cent’anni fa con gli occhiali dell’oggi. C’erano delle persone che facevano tranquillamente dei ragionamenti che oggi apparirebbero allucinati a tutti quanti (tipo “la bellezza del sangue che scorre” o robe del genere). E ce n’erano parecchi che partivano volontari o che si alzavano dalle trincee al suono delle trombe, a cercar “la bella morte”.

    Buona parte degli stati europei si ritrova al centro della propria capitale un monumento al “Milite Ignoto”. A Vienna si chiama “Grabmal des unbekannten Soldaten “, e sta nella “Piazza degli Eroi” (Heldenplatz). Chi sono questi “eroi”? La montagna di “furbi” (per dirla con Mauricets) che si fecero ammazzare per l’Imperatore.

    Checcevuoifà? Tutto il mondo è paese.

    L.

  23. Mauricets ha detto:

    niente di nuovo sul fronte occidentale, e nemmeno su quello orientale direi.
    se non capisci pazienza.

  24. matteo ha detto:

    luigi

    no cosa iera ufo, polemiche sterili e fate aposta per denigrar

    chi xe quei morti? gente che no gaveva scelta

    e chi invece la scelta la gaveva xe morto per un ideale che no esisteva

  25. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ matteo

    Ripeto: non giudichiamo con i parametri di OGGI comportamenti di un secolo fa. La situazione era più variegata.

    Pensa che ai tempi delle guerre napoleoniche era ritenuto disonorevole che un ufficiale sul campo di battaglia si gettasse a terra se vicino a lui stava per esplodere una bomba dirompente (alcuni cannoni lanciavano un proietto costituito da una bomba con una miccia: la miccia veniva accesa prima del lancio, in modo tale che questa bomba esplodeva qualche secondo dopo esser caduta a terra nel campo nemico).

    E quindi che facevano questi qui – in nome dell’onore? – rimanevano in piedi!

    Cosa direbbe mauricets, che capisce tutto al volo? “Furrrrrrrbissimi!”

    L.

  26. mutante ha detto:

    la più mostruosa, orribile delle guerre.

  27. chinaski ha detto:

    pero’ esattamente 100 anni fa succedeva anche questo:

    http://ita.anarchopedia.org/Augusto_Masetti

  28. matteo ha detto:

    se e per quello i samurai avevano un codice d’onore molto piu severo

  29. dimaco ha detto:

    il film di monicelli ” la grande guerra” mostra tutta la nobilta’ di quel conflitto. Infatti e stato censurato per anni.

  30. dimaco ha detto:

    Dagli italiani ovviamente

  31. Luigi (veneziano) ha detto:

    Censurato dagli italiani? Tu non sai quel che dici: venne presentato alla Mostra del Cinema di Venezia e vinse il Leone d’Oro!

    Probabilmente ti stai confondendo col film di Kubrick “Orizzonti di gloria” (1957), la cui visione venne vietata in Francia fino al 1975.

    L.

  32. abc ha detto:

    “Dopo non poche resistenze della monarchia, che vedeva in questo simbolo una sconfitta, in quanto riteneva che la Vittoria fosse giunta per merito dei propri condottieri e capi e non per merito dei soldati”.
    Questa frase dimostra ulteriormente quanto fosse lontano dal popolo il re di allora, che regno per ben 46 anni.

    “Sulla cima del Rombon, nei pressi di Caporetto (oggi territorio Sloveno) … venne ritrovata l’ottava salma”.
    Questo monte si trova immediatamente a nord di Plezzo/Bovec. Va precisato che fu imposto di non includere fra le salme da cui scegliere il milite ignoto nessuno dei caduti alla rotta di Caporetto, in quanto si consideravano non meritevoli di questo onore tutti coloro che persero la vita in quei luoghi e in quella circostanza. In realtà fu abbondantemente dimostrato che responsabili di quella disfatta furono i generali(fra cui Badoglio), i quali mai pagarono per quei gravi errori. Il caduto del Rombon non c’entra con le vicende di Caporetto.

    “Sul Monte San Michele, vero calvario per i fanti italiani, alle pendici del San Marco, fu rinvenuto …”.
    Delle due l’una: o è il monte San Michele a est di Gradisca, oppure è il monte San Marco a nord di Sempeter pri Gorici/san Pietro di Gorizia.

  33. abc ha detto:

    @ 29 e 31 probabilmente si tratta invece del film “Uomini contro” di Francesco Rosi
    http://it.wikipedia.org/wiki/Uomini_contro

  34. abc ha detto:

    La casa natale di Antonio Bergamas si trova nel centro storico di Gradisca nell’omonima via ed è opportunamente segnalata.

  35. dimaco il discolo ha detto:

    Per la prima volta la sua rappresentazione venne depurata dalla propaganda retorica divulgata durante il fascismo e nel secondo dopoguerra, in cui persisteva il mito di una guerra favolosa ed eroica dell’Italia, e per questo la pellicola ebbe problemi di censura al momento dell’uscita nelle sale, e fu vietata ai minori di 18 anni.[7] Fino a quel momento infatti i soldati italiani erano stati continuamente ritratti come valorosi disposti ad immolarsi per la patria.[8] Emblematica ed indimenticabile in questo senso la scena dei festeggiamenti nel paese (subito trasformatisi in silenzioso dolore) e della retorica ostentata da autorità ed intellettuali al rientro delle truppe dalla sconfitta di Caporetto.
    Il film denunciò inoltre l’assurdità e la violenza del conflitto, le condizioni di vita miserevoli della gente e dei militari, ma anche i forti legami di amicizia nati nonostante le differenze di estrazione culturale e geografica. La convivenza obbligata di questi regionalismi (e provincialismi), mai venuti a contatto in modo così prolungato, contribuì a formare in parte uno spirito nazionale fino ad allora quasi inesistente, in forte contrasto con i comandi e le istituzioni, percepite come le principali responsabili di quel massacro

  36. chinaski ha detto:

    “o gorizia tu sei maledetta”

    http://www.youtube.com/watch?v=lO3seQWlGZE

  37. chinaski ha detto:

    qua c’e’ la storia della canzone, e delle reazioni che suscito’ quando fu presentata al festival di spoleto nel ’64.

    http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=47

    p.s. so che i zuf de zur ne hanno cantato una versione con le strofe in due lingue, italiano e tedesco. qualcuno ce l’ha?

  38. Paolo Geri ha detto:

    L’ unico commento possibile:
    “O Gorizia tu sei maledetta !”

    http://www.youtube.com/watch?v=L7p4nBtrM10

  39. effebi (maaagaalà) ha detto:

    ..? che ? che disse quel Papa cattolico ??

    mi sembra di ricordare che fu proprio un imperatore cattolicissimo a firmare l’avvio della prima grande mattanza

    pace al milite, a tutti i militi, ignoti e non…

  40. effebi (maaagaalà) ha detto:

    38 …evidentemente di qua dai reticolati ci si poteva lamentare… di là ? si andava all’assalto felici e sorridenti ? si regalava la vita al cattolicissimo imperatore perchè era giusto che l’imperiale famiglia se ne stasse nei suoi imperiali castelli a suicidarsi di noia ?

  41. effebi (maaagaalà) ha detto:

    stesse

  42. effebi (maaagaalà) ha detto:

    “Militarmente il conflitto si aprì con l’invasione austro-ungarica della Serbia, e parallelamente, con una fulminea avanzata tedesca in Belgio, Lussemburgo e nel nord della Francia, giungendo a 40 chilometri da Parigi.”

    eh già…quei santi tedeschi…

    ma tutto quello che qualcuno qui sa citare è “oh Gorizia tu sia maledetta”…

    eh già già… onesti… veramente…

  43. effebi (maaagaalà) ha detto:

    i mali del mondo stanno nel fatto che l’Italia (ovviamente fascista) ha censurato (forse) un film (realizzato peraltro dagli stessi italiani)…

    eh già… già… onesti… veramente…

  44. chinaski ha detto:

    effebi

    lo sai perche’ i zuf de zur hanno cantato quella canzone con le strofe in italiano e tedesco? perche’ i soldati italiani e quelli austriaci (e quelli tedeschi, francesi, inglesi…) erano accomunati dal fatto di essere mandati al macello da politici cinici e generali psicopatici.

  45. chinaski ha detto:

    e comunque nessuno si poteva lamentare, ne’ di qua ne’ di la dei reticolati.

  46. effebi (maaagaalà) ha detto:

    44 si, “da politici cinici e generali psicopatici”
    …e da imperatori cattolicissimi

    bastava non firmare quel pezzo di carta… chissà a che pensava ? al fratello inviato al massacro in mexico ?

    secondo te è più responsabile un generale psicopatico o il suo imperatore ?

  47. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ chinaski
    Come ho già scritto: non giudichiamo con la testa del 2011 fatti accaduti nel 1916!

    Quando il treno del Milite Ignoto fece il suo viaggio, letteralmente MILIONI di persone andarono a omaggiarlo. Ci sono anche i filmati. Oltre mezzo milione di persone partecipò all’inumazione della bara al Vittoriano di Roma.

    Dopo c’erano anche quelli che cantavano “Gorizia tu sia maledetta”, ma c’erano anche quelli come il nonno di mia moglie (classe 1894), che raccontava della “presa di Gorizia” in maniera epica.

    La realtà era molto, ma molto, ma molto variegata, ma indubbiamente i toni enfatici facevano parte del contesto.

    L.

  48. Luigi (veneziano) ha detto:

    E poi, china, posso dirti che parlare di “psicopatici” non ha alcun senso?

    Erano “psicopatici” i trecento delle Termopili? Erano “psicopatici” i comandanti dei sovietici che si fecero ammazzare fino all’ultimo uomo a Sebastopoli?

    Se fosse così facile…

    L.

  49. effebi (maaagaalà) ha detto:

    si, di qua molti non solo si lamentarono ma si rifiutarono anche di andare all’assalto
    e i carabinieri ne fucilarono parecchi

    di là ? tutti volontari ? tutti pronti a morire per l’imperatore ? per la sua bella barba ?

    mi sambra che (vedi i boemi) qualcuno passo persino da questa parte, dalla parte degli psicopatici… ma guarda un pò…

  50. chinaski ha detto:

    luigi

    anche nel 1916 c’era chi giudicava quei fatti in maniera diversa da quella ufficiale. appunto, la situazione era variegata. per questo e’ ancora piu’ assurdo che nel 2011 non ci si sia ancora liberati da quella retorica, e non si sia trovato un modo diverso di ricordare i caduti.

  51. effebi (maaagaalà) ha detto:

    50 ricordiamoli “biasimando” gli imperatori (si può ? è possibile ? o è “lesa maestà” ?)

    si può dir male di “quell’imperatore” che scatenò il putiferio per interessi che erano suoi personali e che non erano certo quelli dei “suoi” popoli ?

    daltronde di un imperatore che trattò a quel modo suo fratello… ci si poteva aspettare cosa ?

  52. chinaski ha detto:

    effebi
    con me non attacca. il mio discorso riguarda tutti i paesi (con le loro elites politiche ed economiche) e tutti gli eserciti in campo nel 1914/18.

    luigi
    nel ’41 i sovietici erano stati aggrediti. si trattava di una guerra totale in cui morirono piu’ di venti milioni di civili.
    nella prima guerra mondiale tutti i belligeranti erano aggressivi e alla vigilia di sarajevo si trovavano in una situazione di mexican standoff.

  53. maja ha detto:

    effebi #51

    sì, si può.

  54. Bibliotopa ha detto:

    Mah, l’imperatore era poco convinto… erano i politici che insistevano. Lui disse: “Voi non sapete cos’è la guerra. Io l’ho vista. A Solferino”. Poi però firmò lo stesso l’ultimatum, perchè pensavano di cavarsela facendo un boccone della Serbia e stop.

  55. effebi (maaagaalà) ha detto:

    54… “povero nostro franz” era un bel tipetto… che in famiglia bacchettò un pò tutti (in vario modo) per la loro eccessiva “morbidezza”
    ..il fratello (inviato a purgare in messico, non prima di avergli tolto tutti i titoli) il figlio (che si “suicidò”) e pure la moglie (che preferiva fare lughi viaggi lontano da lui …vista la fine degli altri !?)…

    povero… “nostro” franz …?

    povero Carlo, piuttosto…

  56. effebi (maaagaalà) ha detto:

    53 maja: delle volte ci può ritrovare su qualcosa. basta non farsi distrarre…

  57. effebi (maaagaalà) ha detto:

    54 bibilotopa, che dici, del “parallelamente” …ne era al corrente ?

    “Militarmente il conflitto si aprì con l’invasione austro-ungarica della Serbia, e parallelamente, con una fulminea avanzata tedesca in Belgio, Lussemburgo e nel nord della Francia, giungendo a 40 chilometri da Parigi.”

    mi sa che ci piace assolverlo il “povero nostro franz”… cussì cocolo …senza de lui no gavessimo avudo nianche le maldobrie…
    e lu ghe ne ga combinada una proprio bela…

    ma i triestini (originali eh !) ghe da colpa al italia…

  58. sfsn ha detto:

    go sempre pensà a sto povero soldatin disgrazià, mandà a morir per i interessi de altri e che dopo morto ghe ga toca diventar el simbolo de una guera e un’ideologia guerrafondaia che le ga copà

  59. dimaco ha detto:

    ci stiamo dimenticando un piccolo dettaglio che l’italia era alleata dell’austria e della germania e che voltoò loro le spalle. In questo c’è poco eroismo e gloria.
    Riguardo ala gloria e riguardo alla classe degli ufficiali che guidò le truppe? faccio solo un nome che è sinonimo di incompetenza e nullità: Cadorna. alla fine della guerra avrebbero dovuto processarlo e impiccarlo al primo albero disponibile davanti al tribunale, visto che lui fu una delle cause maggiori del macello a causa della sua totale incapacità.

  60. Bibliotopa ha detto:

    #57- non farmi rovistare fra i libri, ma è ovvio che la frase è riferita a prima dell’ultimatum alla Serbia, non ricordo se fra il 28 giugno e il 23 luglio, o ancora prima quando si parlava di una guerra preventiva contro la Serbia.

    #59- sulla sorte dei generali: Cadorna FU abbondantemente discusso e oggetto di una commissione di inchiesta e venne pensionato anticipatamente, per la responsabilità di Caporetto, ovviamente se processiamo per omicidio tutti i generali che hanno mandato a morte i propri soldati possiamo incominciare con Napoleone!

    Ricordo che il generale Hindenburg, pur perdente la guerra, fece una carriera mica male dopo..

  61. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ dimaco

    E’ vero: la gloria invece sta nel lanciare un ridicolo ultimatum alla Serbia e senza nemmeno aspettare la risposta dichiarare guerra, come fece l’Austria. Oppure nell’attaccare paesi neutrali, come la Germania.

    Oppure ancora, pochi anni prima l’Austria, papparsi la Bosnia sapendo che i turchi oramai non sono un problema. Oppure, settant’anni prima, chiamare lo zar a far fuori gli ungheresi in rivolta e poi impiccarli a raffica.

    Kvesta ezzere krante gloria|

    Su Cadorna, egli applicò le stesse teoriche di arte militare che vennero applicate praticamente da tutti i generali dell’epoca in situazioni analoghe. Il “Leone dell’Isonzo” (Boroevic von Bojna) dirigeva le truppe stando a Lubiana, e dopo esser stato sostituito dal tedesco von Below a Caporetto, riprese in mano le redini dell’Armata per lanciarla nel giugno 1918 in un attacco frontale a difese italiane schierate, causando nelle proprie file circa 150.000 perdite in meno di tre settimane. Praticamente condivide il numero di perdite causato da Cadorna al proprio esercito in una singola battaglia: nel caso di quest’ultimo, si tratta dell’undicesima battaglia dell’Isonzo (agosto 1917).

    L.

  62. Bibliotopa ha detto:

    Naturalmente, l’idea della tomba del Milite Ignoto non è un’invenzione italiana, anzi i primi furono nel 1920, un francese ed un inglese.
    Un elenco degli Stati che celebrano il Milite ignoto:
    Australia: all’Australian Memorial di Canberra
    Austria: a Vienna, nella Heldenplatz
    Belgio: a Bruxelles, alla base della colonna del Congresso
    Brasile: a Rio de Janeiro, alla base del monumento nazionale ai caduti della seconda guerra mondiale.
    Canada: al Monument commémoratif de guerre du Canada di Ottawa
    Finlandia: nel cimitero militare di Helsinki
    Francia: a Parigi, alla base dell’Arco di Trionfo
    Germania: a Berlino, nel mausoleo Neue Wache in via Unter den Linden
    Grecia: a Atene, in Piazza Syntagma
    Iraq: a Baghdad
    Italia: a Roma, al Vittoriano
    Italia: a Pozzuolo del Friuli, al Tempio di Cargnacco, dedicato ai caduti e dispersi italiani nella campagna di Russia
    Polonia: a Varsavia
    Portogallo: a Batalha, nella sala capitolare del monastero
    Romania: a Bucarest
    Russia: Tomba del milite ignoto, a Mosca ai Giardini di Alessandro
    Regno Unito: a Londra nell’Abbazia di Westminster
    Stati Uniti: al Cimitero Nazionale di Arlington in Virginia
    Stati Uniti: a Filadelfia in Piazza Washington, nello Stato di Pennsylvania
    Ungheria a Budapest, in Piazza degli Eroi

  63. maja ha detto:

    effebi, la posto qua una poesia, va ben lo stesso?

    E’ una gola di verzura dove un fiume canta
    impigliando follemente alle erbe stracci
    d’argento: dove il sole, dalla fiera montagna
    risplende: è una piccola valle che spumeggia di raggi.

    Un giovane soldato, bocca aperta, testa nuda,
    e la nuca bagnata nel fresco crescione azzurro,
    dorme; è disteso nell’erba, sotto la nuvola,
    pallido nel suo verde letto dove piove la luce.

    I piedi tra i gladioli, dorme. Sorridente come
    sorriderebbe un bimbo malato, fa un sonno.
    O Natura, cullalo tiepidamente: ha freddo.

    I profumi non fanno più fremere la sua narice;
    dorme nel sole, la mano sul suo petto
    tranquillo. Ha due rosse ferite sul fianco destro.
    (L’addormentato della valle, A. Rimbaud, 1870)

    (Volevo meter anche Generale, ma son indecisa tra la version originale de De Gregori e quela de Vasco Rossi. Voi cossa disè?)

  64. sfsn ha detto:

    @ lojze e dimaco:
    l’eroismo dei stati no esisti.
    anche l’italia se ga macià de delitti vergognosi (come i bombardamenti in Libia e l’uso delle armi chimiche) né più né meno che i altri.
    L’unico atto de eroismo xe la diserzion (e xe de esser orgogliosi che la diserzion de massa dei soldai austroungarici e tedeschi ga fato finir la guera)

  65. chinaski ha detto:

    maja

    quando mia nonna e’ tornata da wagna, dopo caporetto, lei e gli altri bambini giocavano tra i corpi dei soldati, sulle rive della vrtojbica. lei aveva “adottato” un soldato, che aveva due denti d’oro, e che sembrava sorridesse.

  66. dimaco ha detto:

    chinaski anche i tuoi nonni iera a wagna? i miei bis bis noni i xe ancora là. i xe morti e i xe stadi sepolti la. Me domando se esisti ancora el cimitero però, no go mai vu tempo de andar là.

  67. ufo ha detto:

    Avevo un fratello alpino.
    Un giorno, la cartolina.
    Fece i bagagli, e via,
    lungo la strada del Est.

    Mio fratello è un conquistatore.
    Il popolo nostro ha bisogno
    di spazio. E procurarsi terre su terre
    è per noi un vecchio sogno.

    Lo spazio che si è conquistato
    è nel colle di Caporetto.
    E’ lungo un metro e ottanta,
    uno e cinquanta di profondità.

  68. chinaski ha detto:

    dimaco

    mia nona iera a wagna nel ’16 e ’17. suo fradel grande iera al fronte in montenegro. co’l xe torna’, iera devastado dela malaria, e xe morto dopo pochi mesi.

  69. ufo ha detto:

    Bertold Brecht, ovviamente.

  70. dimaco ha detto:

    steso periodo i miei bis bis noni, lori iera de san michele sopra ozeljan. go dele foto fade proprio in periodo de internamento a wagna. Invece da parte de mio pare i iera a pottendorf.
    fradel de mio nono iera clase 1899 e franz josef lo ga ciama a far el soldato nele retrovie dove fregava le botiglie de rum e grapa giù dala teleferica che coreva da aidussina verso el fronte. iera un grande. veramente.

  71. effebi (maaagaalà) ha detto:

    63 maja no so come ringraziarte ma mi da ignorante son andà su gugle e me risulta:
    Jean Nicolas Arthur Rimbaud (Charleville-Mézières, 20 ottobre 1854 – Marsiglia

    xe questo ? xe sloven ? croato ? tedesco de quaste terre ? dai, trovime una…

    (de gregori ? vasco rossi ? ma…italiani !!??)

  72. chinaski ha detto:

    dimaco

    mia nona iera de rozna dolina e mio bisnono iera el custode del cimitero ebraico (no’l iera ebreo, pero’ conosseva un poco de zente dela comunita’, e un de lori a wagna li ga anche aiutadi, regalandoghe cibo extra e coverte)

  73. effebi (maaagaalà) ha detto:

    wagna ? wagna…

    “Rovigno era stata evacuata. Era scoppiata in maggio la guerra dell’Italia contro l’Austria. Dopo qualche tempo seppi che i miei erano stati portati come bestie prima in Ungheria, vicino Pécs, in quelle miniere di carbone, e poi nell’accampamento di Wagna, prezzo Leibnitz, nella Stiria. La situazione era penosa”.

    Monsignor Santin

    beh, povero nostro franz non voleva che i suoi cari e devoti sudditi fossero esposti a rischi in periodo e zona di guerra… con tanti generali italiani paranoici in giro.

    che caro veceto… eh l’austria era un paese ordinato… caro lei !

  74. effebi (maaagaalà) ha detto:

    70dimaco2 novembre 2011, 16:05

    “fradel de mio nono iera clase 1899 e franz josef lo ga ciama a far el soldato nele retrovie dove fregava le botiglie de rum e grapa giù dala teleferica che coreva da aidussina verso el fronte.”

    alora no xe colpa del italia se l’austria ga perso la guera…

    i triestini (originali eh!) desso sa a chi rivolgerse…

  75. dimaco ha detto:

    effebi l’italia ha ben pochi meriti per quella vittoria come la definisci tu.

  76. chinaski ha detto:

    effebi, te vol saver se i miei bisnoni iera contenti quando franz josef ghe ga spedi’ el fio al fronte? no, no iera contenti per un cazzo. quel giorno i pianzeva tuti. esatamente come pianzeva i genitori dei muleti italiani.

  77. effebi (maaagaalà) ha detto:

    75… lo so, l’ho scritto: è TUTTO (de)merito del “fradel de tuo nono”

    76… a causa dei generali paranoici “italiani” ?

  78. effebi (maaagaalà) ha detto:

    75 la vittoria come la definisco io è una vittoria

    le ruberie di rum e grappa come le definisci tu sono ruberie (compiute da chi stava in retovia, di materiale destinato a chi si faceva ammazzare, ma come dici tu: “iera un grande. veramente” orpo ! de contar in giro per i blog… proprio…)

  79. chinaski ha detto:

    effebi, le tue provocazioni sono stucchevoli. io ho parlato di generali paranoici e basta, e risulta assolutamente chiaro da tutto cio’ che ho scritto oggi e negli ultimi due anni che per quanto mi riguarda i generali paranoici erano equamente distribuiti in tutti gli eserciti.

  80. chinaski ha detto:

    vedi commento #44

  81. effebi (maaagaalà) ha detto:

    79-80 china

    36-37 sembrava ti fossi concentrato sulla “melodia” italiana, hai per caso altri esempi in altre lingue ?

  82. sfsn ha detto:

    l’Austria Ungheria (come la Germania) xe cascada perchè se ga verificà una diserzion de massa. I soldai tornava a casa perchè no i podeva più, i iera alla fame e ala fame iera anche la popolazion. Xe un mucio de comunicazioni dei uficiai al comando italian, che co le trupe italiane ga sfondà el fronte a Vitorio Veneto i ga semplicemente trovà le trincee nemiche svode.

  83. chinaski ha detto:

    effebi, visto che l’articolo parlava della guerra dal punto di vista italiano, io ho linkato quella canzone che esprimeva un altro punto di vista italiano.

    vuoi canzoni contro la guerra in tedesco? questo e’ brecht:

    Als der letzte Krieg vorüber war,
    gab es Sieger und Besiegte:
    Bei den Besiegten das nied’re Volk hungerte.
    Bei den Siegern hungerte das nied’re Volk auch.

    […]

    General, dein Tank ist ein starker Wagen.
    Er bricht Wälder nieder.
    Er zermalmt hundert Menschen.
    Aber er hat einen Fehler:
    Er braucht einen Fahrer.

    General, dein Bomberflugzeug ist stark.
    Es fliegt schneller als der Sturm
    und trägt mehr als ein Elefant.
    Aber es hat einen Fehler:
    Es braucht einen Monteur.

    General, der Mensch ist sehr brauchbar,
    er kann fliegen, er kann töten.
    Aber er hat einen Fehler:
    Er kann denken.

    Das Brot der Hungrigen ist aufgegessen.
    Das Fleisch kennt man nicht mehr.
    Der Schweiß des Volkes
    ist nutzlos vergossen.
    Aus den Schloten der Munitionsfabriken
    steigt Rauch.

    Dieser Krieg ist nicht unser Krieg.

  84. maja ha detto:

    effebi

    se te insisti proprio tanto te cito l’inno sloven, tratto da una poesia scritta da un certo France Prešeren nel 1844:

    Žive naj vsi narodi
    ki hrepene dočakat’ dan,
    da koder sonce hodi,
    prepir iz sveta bo pregnan,
    da rojak
    prost bo vsak,
    ne vrag, le sosed bo mejak!

    Prima che te vadi guglar, te digo subito che nela poesia xe anche strofe meno pacifiste, ma questa xe quela che fazo mia.
    (perchè te la devi butar sempre in rissa? ma perchè?)

  85. capitano ha detto:

    efebi cerchi di spostare la linea di demarcazione tra i commentarori perchè tu non riesci vivere senza le tue liste dei buoni e dei cattivi.
    Qui la linea che vuoi imporre al dibattito è
    AU vs Italia.
    Te ne suggerisco una più interessante (sempre per soddisfare la tua voglia di stilare linee sulla sabbia). Antimilitaristi vs guerrafondai.

  86. sfsn ha detto:

    ciò efebì,
    la prima guera mondiale xe sta una guera de poveri cristi mandai a morir per difender i interessi del capital.
    Averla vinta no xe un gran merito: torno a dir, mi son sai orgoglioso che i miei noni ala fine ga tuti disertà, chi per scampar, chi per zercar de far la rivoluzion, ma ala fine xe sta sta diserzion a far finir la maceleria. Dopo i politici e i generaloni italiani ghe ga speculà sopra. Però ga mancà poco che anche i francesi, i inglesi e i italiani moli, e che anche le potenze ocidentali venissi travolte dela diserzion de massa. Pecà, gavessimo avù un mondo miglior.

  87. Nessuna guerra, nessun fatto e nessun episodio è paragonabile ad un altro, bisogna giudicare pensando a quello che in quell’istante succedeva, ai modi di fare, di essere e di vivere. Oggi spesso fatti epici del passato sarebbero insignificanti perché al giorno d’oggi siamo dotati di tecnologia, di cultura superiore, abbiamo gli occhi sul e nel Mondo.
    Giudicare si, ma con gli occhi del passato!

  88. dimaco il discolo ha detto:

    effebi mio prozio aveva poco più di 16 anni quando fu chiamato sotto le armi.
    ora giusto per rinfrescarti la memoria se non fose stato per gli americani e gli inglesi a parare il culetto agli italiani (come al solito) gli austriaci sarebbero arrivati a milano in pochi giorni se non ore. la cosa che impdei agli austriaci di poter sfondare sul piave fu l’avanzata troppo rapida che impdi alla logistica di fare il lavoro che doveva fare e cioè rifornire di munizioni le prime linee che si sono arrestate proprio sul piave per mancanza di supporto. Devo pure ricordarti che il coraggiosissimo re aveva già levato le tende ed era scappato( e di gran carriera) verso roma, un atteggiamento che si è ripetuto nel 43. un cuor di leone veramente. così come nella seconda guerra mondiale il reuccio lasciò le truppe e fece in modo che fossero gli altri a risolvere i problemi salvo poi gloriarsi dopo che tutto è finito.

  89. Rosy ha detto:

    dissento pienamente del fatto che bisogni giudicare con gli occhi del passato.
    Anzi, è proprio con gli occhi dell’oggi che bisogna giudicare i fatti di allora, quanto meno per non caderci di nuovo.
    Per esempio bisogna giudicare il comportamento del re fellone, in quanto tale e nello stesso mod,o sia a Caporetto, come per Brindisi.
    Alla dinastia non si sarebbe dovuto restituire il passaporto.
    La carta costituzionale, scritta con tanta saggezza, non andava modificata…

  90. Matteo ha detto:

    Ma mi son orgoglioso che mio bisnono ga combatu contro i taliani

  91. Sandi Stark ha detto:

    Solita diffamaziòn passada per Storia. Sarìa colpa de l’AU se tutti i Stati dopo Sarajevo, se gaveva dichiarà guerra uno con l’altro, e tutti gaveva i suoi motivi per far guerra, al di là dei pretesti.

    Tutti meno meno uno: el nostro Stato. Che gaveva speso meno de l’Italia in armamenti, pur essendo granda quasi el doppio, e la gaevva le Forze Armate tanto scalcagnàde che Conrad diseva che l’unico obbiettivo possibile iera de finìr in glòria.

    Se iera uno Stato che no ghe convignìva far guerra, iera el nostro.

    Ma lori i ve conta che la colpa della Prima Guerra iera de l’Austria, giusto? No la xe cussì. E no xe nianche vero che l’AU voleva farse un boccon de la Serbia.

    Sempre balle, altre balle per sempre balle.

    La Serbia iera lo Stato canaglia dei tempi. Nel 1913 l’AU ghe gaveva za dà un “ultimatum”, con con el consenso dei alleati, per via de l’invasiòn de 3/4 de l’Albania. I ve ga mai contà questo? Sicuro che no.

    L’Italia partecipava insieme con l’AU, a tutte le spedizioni balcaniche, compreso el blocco delle coste Montenegrine, Dio ne vardi che i Russi rivassi sull’Adriatico tramite la Serbia. Questo spaventava tutte le potenze, ma pur de sputtanàr l’Austria, i ve conta che la gaveva invaso i poveri serbi.

    La Corona regnante de Serbia, iera composta da una banda de banditi de strada, rivada al potere tramite l’omicidio del Re de prima, che i lo ciamava el “Re buono” o qualcossa del genere.

    Al processo de Princip e de Gavrilovic, iera risultà ciàro che i iera massoni. Nissun dubbio che l’organizzatòr iera el col. Apih. Nissun dubbio che a la Russia ghe convigniva indebolìr l’AU e che i vedeva come el fumo nei oci, i programmi autonomistici de Franz Ferdinand per i “slavi del sud”.

    Ciò, miga monade… entro breve el sarìa diventà Imperatòr, e se el ghe cavava i motivi de malcontento ai slavi dell’Impero, cossa gavessi fatto la Russia e la massoneria internazionale che lo minacciava de morte una settimana si e una no? I sarìa stài ciavài, e cussi pulito, i ga mazzà Franz Ferdinand.

    Franz Josef iera l’unico che no voleva punìr la Serbia, anche a Trieste co’ se gaveva savù de la mobilitaziòn, iera stada festa granda, due-tre giorni de baldoria, giorno e notte. Ma pochi sa ‘sta roba, solo quei che compra libri de storici triestini o austriaci.

    L’invasiòn de la Serbia iera a carattere provvisorio; fatta giustizia e neutralizzado l’esercito, dàdo un monito a tutte le nazioni che proteggeva el terrorismo internazionale (a certa gente in Italia forsi ghe fis’ciava le orecie), l’Austria sarìa tornàda a casa.

    Tutti saveva, nissuna persona al mondo podeva dubitàr de la parola de Franz Josef… che nova, iera miga un Savoia, no?

    Eppur, tutti i altri gaveva deciso de fàr guerra. No i ve conta che iera za anni che se parlava de la guerra mondiale, e che se spetava da un momento a l’altro un qualcossa che la scadenassi.

    No i ve conta ste robe, i ve conta che iera tutta colpa de l’Austria.

    Ma la roba più fenomenale, xe che l’Italia sarìa centrada qualcossa con la Serbia. No la centrava 1 beneamato klinz. Anche pensando màl, che l’invasiòn della Serbia sarìa stada permanente, ghe spetava un compenso territoriale (art. 5 della Triplice Alleanza). I gaveva domandà el Tirolo meridionale (gennaio del 1915) i lo gaveva avù dopo un mese. Alla fine, i gaverìa avù no solo TN, ma tutte le “terre irredente” meno TS che sarìa restada “Città Libera” (idea de Salandra, eh?).

    Anche i nostri nonni, sarìa stadi riciamadi dai fronti de guerra. Pensè un poco, l’Austria rinunciava a 150 mila soldài, proprio nel suo momento peggiore de la guerra.

    Questo e altro, gaveva offerto l’Austria nel aprile del 1915 per tignìr bona l’Italia.

    Ma questo no i ve conta, no i ve disi che Giolitti e i pochi pacifisti diseva che iera assurdo, che l’Italia gavessi podù aver più de quel che la sognava pochi mesi prima, senza sparàr nianche un petardo.

    No i ve conta nianche che l’Italia gaveva firmà el Patto de Londra coi franco-anglo-russi, essendo ancora nostra alleata.

    Si, gavè capì ben: i iera ancora alleati. Neutrali, ma alleati. I se gaveva ciamà fora de l’Alleanza, solo dopo 10 giorni avèr firmà el patto con el nemico. E i fa finta de no esser traditori.

    Ma ancora pèzo, perchè i se iera scritti de “dichiarare guerra solo quando le condizioni saranno favorevoli ed avremo la certezza della vittoria.” (Salandra, di San Giuliano e dopo Sonnino).

    El momento favorevole iera rivà, noi gavevimo ciapà una batosta in Russia perdendo 800 mila omini, i stava per superàr el passo Dukla e rivàr a Budapest. Sembravimo spacciài. E allora i ‘taliàni ga firmà in fretta e furia e i ga fatto guerra. Ma Dio no xe furlàn, nel frattempo che i se cincischiava, i due alleati austro tedeschi scadenava un’offensiva sui Carpazi, i allontonvava i Russi e i podeva liberàr le divisioni che podeva servìr per difenderse dai ‘taliàni.

    Credè o no, a mi no me cambia. Ma Salandra gaveva scritto nelle sue memorie, che se el gavessi savù de la nostra offensiva sui Carpazi, no el gavessi mai dichiarà guerra.

    Insomma i avvoltòi gaveva sto bel programma: Trieste e Lubiana entro 3 settimane, dopo el Regio Esercito se fussi diviso in due colonne, una verso Vienna e una verso Budapest, sperando de rivàr prima dei Russi.

    Altro che “liberaziòn”… xe ancora le cartine geografiche con i piani de Cadorna.

    Insoma per farla curta, ‘sti traditori, banditi de strada e avvoltòi, i ne gaveva invaso, e i nostri se difendeva fin a Caporetto, quando i le gaveva ciapade coi interessi. Dopo l’Impero se ga disfà e la xe finìda come che savè. Ma ‘sti mati, forsi i se ga fatto i cavoli suoi zitti zitti per far dimenticàr tutte le malefatte?

    Macchè… i ga glorificà i traditori e i disertori de la nostra patria. El mondo ribaltà: disertori e terroristi internazionali, che diventa eroi. El mondo ribaltà anche per altre robe ma lassemo perder, se parlava de guerra.

    E no solo i continua a contaghela al mondo che i gaveva fatto guerra per “liberarne” a noi, ma i se incazza i ve insulta se no ghe disè de sì. Ed infine, a mi cossa ma ciava del milite ignoto dei invasori e traditori? Niente de più de qualsiasi altro povero cristo che ghe gaveva lassà le penne. Ma chi che difendeva casa sua, dovessi esser onorà, sempre de più de chi che aggrediva.

    Ma nel mondo ribaltà dei ‘taliani, le robe xe sempre l’opposto de come le iera e de come le dovessi esser.

  92. Matteo ha detto:

    Sandi stark

    L’italia e la puttana d’ europa, churchill

  93. Mauricets ha detto:

    92Sandi Stark
    concordo al 100%
    difatti tutti i popoli “fratelli” della yugo sono scappati dall’abbraccio Serbio. in primis la slo e dopo tutti gli altri.
    parenti serpenti

  94. Mauricets ha detto:

    anche oggi dove la comunita serba è consistente fa sempre lobby e resta chiusa su se stessa, affari e lavori sempre divisi fra loro. rimanendo ancorato a belgrado, dove la chiesa ortodossa cerca sempre di controllare la diaspora.

  95. chinaski ha detto:

    @ alessandro minisini

    giudicare con gli occhi del passato? ma con quali occhi? quelli dei fucilati per codardia o quelli dei loro fucilatori? quelli dei soldati che maledicevano gorizia, o quelli dei generali che li mandavano al massacro? quelli del sottotenente dub o quelli del buon soldato švejk? oppure torniamo indietro di qualche anno, parliamo di libia (1911). con quali occhi giudichiamo? con quelli di pascoli o con quelli di masetti? con quelli di chi cantava “tripoli bel suol d’amore”, o con quelli di chi cantava “tripoli suol del dolore”?

    tutti i paesi europei in quegli anni erano attraversati da conflitti sociali violentissimi, e la frattura interventisti/antiinterventisti era trasversale. la rivoluzione di febbraio, in russia, fu una conseguenza diretta dell’ insostenibilita’ delle condizioni di vita dei soldati in trincea. gli ammutinamenti e le diserzioni riguardarono tutti gli eserciti.

    prendere *un* punto di vista del passato e farne *il* punto di vista del passato e’ un’ operazione puramente ideologica.

  96. Rosy ha detto:

    chinaski ha ragione!

  97. ufo ha detto:

    La comunità serba chiusa su se stessa? Mica tanto, io ci lavoro benissimo. Secondo me è solo questione di lingua.

  98. maja ha detto:

    ufo #97

    pa ne da so se južni bratje končno naučili slovensko? 😉

  99. Srečko ha detto:

    Alessandro Minisini

    Assolutamente non posso concordare. Io non ho ne’ gli occhi ne’ la testa di allora, non posso giudicare e pensare come la gente di allora. Dovrei rinunciare a tutto cio’ che e’ avvenuto nel frattempo, dovrei fingere che la storia e le tragedie accadute nel frattempo e che hanno aperto gli occhi a milioni di persone, non siano mai accadute. Inaccettabile.

    Il linguaggio dell’articolo e’ infarcito di retorica patriotarda che nel 2011 e’ completamente fuori luogo!

  100. Srečko ha detto:

    maja

    Ma nemoj! ufo priča srpski, srpskohrvatski i hrvatskosrpsi, može i bošnjaški i crnogorski. Sve što treba, samo da dobije pare. 🙂

  101. dimaco ha detto:

    ma xe questo l’autor del articolo?
    http://www.alessandrominisini.it/index.php?option=com_content&task=view&id=13&Itemid=34

    perchè spiega tante cose.

  102. Luigi (veneziano) ha detto:

    Eppure Minisini non ha fatto altro che esporre in modo tranquillo l’ABC del far storiografia: non usare categorie dell’oggi per giudicare l’ieri o l’altroieri.

    Altrimenti facciamo come gli storici marxisti, che parlavano di “lotta di classe” per la Roma imperiale.

    Come ho già rilevato due volte, basta leggere un minimo di memorialistica dell’epoca per capire che le idee erano molto varie, e comprendevano pure tutta quella retorica patriottarda oggi tanto esecrata.

    Il messaggio più divertente comunque rimane sempre quello di Stark, che riassumerei nel suo soloti schema mentale: Italia merda, Austria figata. La prossima volta – invece di mettere insieme il solito carico da undici di panzane sesquipedali – potrebbe scrivere solo queste quattro parole. Tanto lo si è capito perfettamente che è il suo mantra. Quanto soffre!

    L.

  103. alpino UNI ISO 9001 ha detto:

    @Matteo
    varda ti, mi invece son orgoglioso che il di bis nonno ed i suoi fratelli (sepolti a Redipuglia) abbiano combattuto contro gli austriaci..fa ti

  104. maja ha detto:

    srečko #100

    (pare, novac ili lovu? sve valja?)

  105. Srečko ha detto:

    maja

    Pa valjda! Sve valja, samo talijanska lira više ne valja…

  106. Srečko ha detto:

    maja

    … pa izvini, zaboga, može da i talijanska lira valja… kao toaletni papir

  107. Alessandro ha detto:

    Chi non se la sente può non onorare la memoria dei fanti italiani e il 4 novembre. Io lo farò, libera scelta, così come è libera la scelta di chi non lo farà.

  108. dimaco ha detto:

    @102
    L’ABC della storiografia? Mi pare eccessivo definirlo tale. Sembra più un’ opuscolo di propaganda.

  109. Fiora ha detto:

    @97 sempre più identità di vedute, Ufo! io non ci lavoro,ma frequento i Serbi e non superficialmente… teste calde forse,ma comunità chiusa, proprio NO!
    E per parlarci…anglofoni, italofoni e disposti a venire incontro sorridendo divertiti a chi si sforzi di parlargli nella loro lingua madre…
    Altro che quegli spocchiosi di albionici, subito a dirti “pardon?” se non ci si esprime in perfect english! 🙁

  110. dimaco ha detto:

    alessandro tu dici cose giuste, per me alpino o altri possono andare a onorare tutti i caduti italiani che vogliono, ma non devono obbligare gli altri a farlo se non ne sentono il bisogno o non si sentono italiani per svariate ragioni pur essendolo burocraticamente. Io mica ho obbligato nessuno a venire a presenziare alla cerimonia per i caduti partigiani e NOB al cimitero di gorizia però altri vogliono che io vada a chinare il capo a Redipuglia.

  111. dimaco ha detto:

    dimenticavo, concordo con fiora, i serbi i xe molto più aperti de altri. oltretutto sempre pronti a far festa nela maniera giusta e poso anche dir che se i pol farte un favor i te lo fa senza chieder niente in contrario. a diferenza de altri(e con questo intendo anca i sloveni)

  112. alpino UNI ISO 9001 ha detto:

    no Dimaco no no ora non ti cospargere il capo di cenere..nessuno obbliga a festeggiare il 4 novembre sei tu (l’uomo delle scovazze del caffè degli specchi!) ed altri qui dentro che avete inasprito la discussione ed attaccato, ci sono centinaia di vostri messaggi di lode all’austria ora anche alla serbia poi riverà montenegro bosnia ecc ecc e di totale diprezzo per l’Italia, disprezzo che diffondete in ogni thread anche se questo tratta la vendita di carciofi, non solo non volete celebrare il 4 novembre e fin qui nessun problema, siete profondamente intolleranti ed offensivi nei confronti di chi lo vuole fare ed i suoi ideali…ringraziando il cielo a voi austrofili e slavofili rimane solo la tastiera ed il monitor per mugugnare e battere virtualmente i piedini e il caldo invito ad utilizzare uno dei tanti varchi verso Tarvisio o verso Casa Rossa direzione terre promesse.

  113. Sandi Stark ha detto:

    MauriceTS, el “comitato dei slavi del sud” che se agitava nel 1917, iera composto da sloveni e croati. No i iera per niente contenti de finìr sotto la Serbia, ma sempre mejo che cascàr sotto i ‘taliàni. Per questo i iera andài, ma fin a l’ultimo, tanti a Lubiana sperava che gavessi seguito la proposta federativa de Carlo 1°.

    I primi segni de separatismo slovèn li gaveva notài i tedeschi a Kranij nell’ottobre del 1917, disendo che la popolaziòn no iera amichevole. El comitato dei SHS, quel de Trumbic e soci, iera appena stà fondà a Corfù, alla fine de luglio.

    Eppùr, tra i eroi de Caporetto, quei che gaveva sfondà le prime ore Bovec e che dopo gaveva conqistà i monti intorno per andàr a Tarcento, iera i sloveni, i austriaci, e varda un poco, el 2° Tiroler Kaiserjeger. Che reclutava a Trento… varda là, quante robe che no conta i ‘taliàni.

    No i conta che dopo qualche settimana che i iera rivài a Kobarid, oltre che cambiarghe nome e ciamarla Caporetto, i gaveva fucilà un triestìn, gendarme, che el gaveva sposà una mula de Kobarid e che el se scondeva in paese.

    No i conta che l’ufficial che comandava a Kobarid gaveva verto un casìn, e che el fazeva batter le mule de Kobarid e dintorni, delle quali, due iera sorelle e gaveva 17 anni. Minorenni, come dìr. El ghe scattava anche foto pornografiche e dopo le vendeva.

    Altra roba che i ‘taliani no conta, xe i 6 paesi che i gaveva brusà sotto del Monte Nero, e la decimaziòn de 60 civili. I contava che i “allogeni” ghe taiava le man ai feriti e che i ghe sparava, per pararse el cul dalla loro inettitudine militare.

    Iera fine maggio del 1915. A Lucinico i gaveva fatto idem nelle stesse ore, 5 fucilài su la decimaziòn de 50 cittadini. A Villesse pochi giorni prima repete; anche qua per pararse el cul. Succedeva che de notte, le nostre pattuglie passava el confine per farghe casìn, e de notte iera stài sparài dei colpi a Villesse. E lòri gaveva decimà i civili.

    Giusto per definìr quante bone intenzioni che i gaveva de “liberarne”. Te savevi che a Cervignàn i gaveva internà 400 persone? Prova a pensàr in un paese dove tutti i omini da 19 a 52 iera zà in guerra, cava i fioi e i veci, immagina cossa che podeva esser, deportàr 400 civili. E Cervignàn iera el paese più “irredentista” de tutto el Friùl.

    Camillo Pavan nelle sue interviste ai superstiti, el conta de una certa signora Cantarut de Brazzano, la diseva che sua nonna gaveva ciapà el tifo, che i ‘taliàni i la gaveva portada in ospedàl militare e che i la gevava soppressa dandoghe una pìrola. La deduziòn vigniva dal fatto che la vicina de letto de la nonna Maddalena, la gaveva fatto finta de ciòr la pirola e no ghe iera successo niente, inveze la nonna de la Cantarut iera morta dopo pochi minuti. La signora contava anche che dopo el ’20 i ghe gaveva cambià el cognome in “Cantarutti”, e che i arditi iera dei delinquenti molài da le galere, che i metteva trappole esplosive per dispetto su le cluke de le porte quando i se ritirava per Caporetto, e che i fiòi zogando se ferìva e i perdeva le màn.

    So za che i me dirà che conto balle, ma le opere de Pavàn xe anche su Internet, podè controllàr tutti.

    E mi dovessi avèr simpatia per el Milite Ignoto? Che podeva anche esser uno de ‘sti delinquenti? Che i se fazi le sue onoranze a casa sua, a Roma. E che i la finissi de contarne balle. Ma te vederà che prima o dopo i la finirà: la verità vien sempre a galla.

  114. dimaco ha detto:

    io non ho inasprito niente alpino, ho solo dato una mia opinione. ma cosa pretendi che si prenda per oro colato tutto quello che certi pseudostorici italiani ci propinano? e no bello mio,non funziona così. ammetto che la battuta sulle scovazze è stata di pessimo gusto e inopportuna, ma non venirmi a dire che gli italiani (intendo la classe militare che dirigeva i soldati non i soldati in prima linea che crepavano da entrambe le parti per stronzate dei politici) si sono comportati da eroi. Non lo erano per nulla.

  115. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Stark
    Too long, didn’t read. Te l’ho già detto: puoi riassumere il tutto in quattro parole:

    Italia merda – Austria figata.

    Se poi me lo chiederai gentilmente, ti farò l’elenco delle panzane che hai scritto in questi due ultimi messaggini d’amore.

    L.

  116. MARCANTONIO ha detto:

    Dimaco su Cadorna ti do ragione era un inetto e un arrogante presuntuoso, su tutto il resto naturalmente la penso in modo completamente opposto, quanto ai generali(classe militare dirigente) ce ne son stati anche di eroi in primis il Duca D’Aosta che non era come re pippetto che veniva a scattare foto nelle retrovie.

  117. alpino w il 4 novembre ha detto:

    e tu di tutto un conflitto ora ti perdi e sti struggi per le gesta dei Generali? pensoo e ritengo che chiunque con un minimo di conoscenza abbia gia processato quell’infame di Cadorna ed è stato anche ribadito, detto questo vi furono azioni belliche portate avanti da uomini a sacrificio della vita, per ideali…no probabilmente no..a comando? si probabilmente si.. ma quelle azioni le hanno portate avanti con onore e dignità, ma siccome la dignità e l’onore delle armi spetta solo agli austriaci o agli slavi..diamo addosso anche al milite ignoto.
    Per fortuna i contadini del sud ebbero la meglio sui mangiacrauti delle montagne e ci saranno sempre Redipuglia, Oslavia e Montegrappa a sbatterlo in faccia a chiunque voglia pensare il contrario

  118. Sandi Stark ha detto:

    Dimaco il discolo, ti devo correggere. I nostri dicevano si: “nach Miland”, ma era una parola d’ordine diffusa tra le truppe. Nessuno aveva mai pensato non solo di oltrepassare il Piave, ma nemmeno il Tagliamento. Tieni presente che il primo treno di munizioni giunse sul Piave appena 3 settimane dopo; la logistica per rifornire un esercito non è banale.

    Tutto il 1917 era stato all’insegna dei tentativi di pace, da quello del Papa all’affaire Sisto, ossia i disperati tenativi di Carlo 1° di chiedere la pace. Te la faccio corta, ma quando il contenuto delle proposte di pace apparve sui giornali, pubblicate da Poincarè, dalla Germania partì una campagna contro l’Imperatrice Zita (detta l’italiana erroneamente visto che era una Borbone), visto che non potevano denigrare direttamente Carlo 1°. Tentarono però di isolarlo ed anche di deporlo, convincendo alcuni alti funzionari dello Stato.

    In poche parole fecero terra bruciata intorno a lui, per evitare che facesse altri tentativi di pace separata. E’ certo che nella primavera del 1918, i due Kaiser litigarono ferocemente dalle parti del Piave, qualcuno dice anche che si schiaffeggiarono.

    Il tentativo di sfondamento del giugno 1918 era suicida, non si producevano più munizioni nè fucili; l’industria bellica era completamente ferma ed a Vienna si moriva di fame già dall’anno precedente. I nostri soldati sul Piave morivano come mosche per la malaria e per la denutrizione.

    Boroevič non voleva saperne dell’attacco suicida, e tentò di dissuadere Carlo 1° fino a che questi gli disse che la loro unica speranza, era di conquistare Venezia per costringere l’Italia alla pace.

    Ma l’Italia non solo non voleva, non poteva fare la pace. C’erano gli inglesi ed i francesi sul Piave, navi di aiuti che giungevano dagli USA. Finirono di pagare i debiti con gli inglesi nel 1988. Erano, usando un termine di attualità, “commissariati” dagli alleati.

  119. MARCANTONIO ha detto:

    Mio nonno fu uno di quelli che porto’ a casa la pelle, combatte’ e fece la ritirata di Caporetto(grazie a Cadorna e a un non dimenticato Badoglio), non era un guerrafondaio ma nella Patria ci ha creduto fin quando e’ vissuto e ricordando quei tempi diceva sempre andava fatto(Per la cronaca tre medaglie d’argento al valor militare, una gamba e un occhio e un orecchio in meno)

  120. dimaco ha detto:

    mio prozio invece raccontava che a caporetto non trovarono nessuna resistenza e che si trovarono sul territorio presidiato dalle truppe italiane senza quasi accorgersene e senza trovare nessuno.

  121. MARCANTONIO ha detto:

    Infatti se ti rileggi bene la storia era stato lasciato solo un gruppo a coprire la ritirata era stata una bella pensata di quel genio di Cadorna, furono abbandonate intatte armi e munizioni

  122. dimaco ha detto:

    non giriamo la storia adesso, una geniale trovata di cadorna, dai adesso, non facciamo mica cabaret qui.

  123. MARCANTONIO ha detto:

    Non e’ cabaret ci fu anche un’accesa discussione negli alti vertici, ma Cadorna era il generalissimo e con l’appoggio del tirapiedi di Badoglio fece prevalere quello che aveva in testa lui.
    Se ti ricordi proprio dopo Caporetto fu immediatamente sostituito da Diaz.

  124. maja ha detto:

    la verità vera sullo scoppio della grande guerra:

    http://www.youtube.com/watch?v=uk37TD_08eA

  125. dimaco ha detto:

    solo un’idiota poteva pensare una cosa simile.Sopratutto perchè non ci metteva la pelle di persona. quindi possiamo dire che gli è andata di culo. Potevamo fermarci sul tagliamento e Cadorna l’avrebbe presa nel fiocco? Se avessimo sfondato sul piave? Cosa avrebbe fatto cadorna?
    non è una genialata, è una mossa suicida che avrebbe potuto avere conseguenze devastanti per gli italiani. sfortunatamente non è stato così.

  126. MARCANTONIO ha detto:

    Cadorna era un idiota (come Badoglio) convinto di essere un genio

  127. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Sandi Stark

    Secondo me con quest’ultimo messaggio hai raggiunto l’apoteosi.

    Ricapitolando: Cecco Beppe non voleva la guerra, voleva la pace. Venne in pratica costretto a dichiarare guerra da una serie di brutti e cattivi. Muore lui e arriva Carlo, che – per carità di Dio! – non voleva oltrepassare il Piave: anche lui voleva la pace, ma si prese un sacco di schiaffoni da Guglielmo II e quindi fu costretto a ordinare a Boroevic (anche lui pacifista convinto) di dare battaglia, mandando al macello 150.000 dei suoi.

    L’Italia non solo voleva la guerra, ma addirittura DOVEVA fare la guerra per una questione di debiti, finiti di pagare addirittura nel 1988! Qui Stark si confonde “leggermente”: non sa che questi debiti si dividono in due: britannici e americani. Quelli inglesi vennero ridotti di due terzi nel 1926, e tutti e due – GBR e USA – non vennero più pagati dagli anni ’40 in poi, ma che vuoi che sia: spariamo cazzate, poi qualcosa resterà! Certo che con i numeri sei proprio una frana, vecchio mio…

    Ovviamente l’Italia faceva schifo militarmente e di fronte ai baldi imperiali si sarebbe sciolta al sole, ma gli inglesi e i francesi – guerrafondai! – la tennero in piedi.

    Il mio commento finale è il seguente: è evidente che distanza di quasi cent’anni dalla sparizione dalla faccia della terra del beneamato Impero, questo qui ancora soffre di brutto!

    L.

  128. Il sottoscritto non ha nulla a che vedere con l’ex consigliere comunale di Trieste Alessandro Minisini (che non ho il piacere di conoscere).
    Il testo che ho scritto ha l’intento di far conoscere la storia del Milite Ignoto.
    Nessun altro fine ideologico!!

  129. Sandi Stark ha detto:

    La ritirata di Kobarid fu un evento molto complesso, che non si può riassumere in due righe. Gli italiani si arresero ad ondate, ma non tutti e non ovunque. Chi colse la palla al balzo per darsela a gambe, erano i sopravissuti della 10° ed 11° battaglia, spostati verso Tolmin perchè si riteneva che quel settore del fronte fosse più tranquillo. Loro sapevano benissimo cosa li attendeva proseguendo la guerra, erano dei miracolati e non si fecero scappare l’occasione per salvarsi la vita.

    Interi reggimenti si arresero in massa anche nelle prealpi pordenonesi e nella valle del Boite, ma non comprendo cosa si pretenda da una formazione militare circondata e tagliata fuori dai rifornimenti. Di morire fino all’ultimo uomo stupidamente? I nostri non lo facevano, si ritiravano prima e contrattacavano quando possibile, di sorpresa.

    “Soldà scampà xe bon per un’altra volta”, questo disse in triestino, un capitano ceko a mio nonno in Galizia.

  130. Mauricets ha detto:

    Sandi Stark
    io piu che “l’Italia” userei il termine “i Savoia” perchè il contadino calabrese o veneto, o siciliano, sarebbe stato volentieri a casa.

  131. Mauricets ha detto:

    a parte pochi fondamentalisti. oggi li chiameremmo così. o nazionalisti. a scelta.

  132. alpino w il 4 novembre ha detto:

    Dimacoooooooooo rileggi meglio il post di Marcantonio! sta dicendo che era una pensato di quel genio di Cadorna per dire che era un mona!! era ironico il post azzo ma te sta diventando vecio omo mio

  133. Sandi Stark ha detto:

    Mah, Maurice… certo che el Re d’Italia iera responsabile, ma fin a un certo punto. Quando Cadorna ghe gaveva fatto el primo rapporto, el ghe gaveva ditto: “Ho rafforzato le difese sul confine occidentale, l’esercito è schierato contro la Francia, i piani d’attacco sono stati aggiornati, le 4 divisioni che dobbiamo mandare in aiuto alla Germania, sono state già mobilitate”.

    El Re ghe gaveva ditto: “Bene bravo mon generàl.” Solo el giorno dopo, i gaveva savù che el Governo Salandra gaveva dichiarà la neutralità.

    Giusto per farse un’idea de quanto contava i Savoia in quel momento.

    E pensa che prima de Cadorna iera Pollio, un germanista sfegatà con moglie austriaca israelita. El ghe gaveva suggerì a tedeschi e austriaci, de attaccàr per primi, e che anzichè le divisioni pattuite el ghe ne gavessi mandade de più.

    Ma Pollio iera morto in circostanze misteriose, giusto due giorni dopo l’attentato de Sarajevo.

    Se te ga voia vada qua, xe una recensiòn assai interessante ad un libro su Pollio:

    http://www.archiviostorico.info/interviste/4215-la-strana-morte-del-tenente-generale-alberto-pollio-intervista-con-giovanni-dangelo

  134. Matteo ha detto:

    Chi ha l’ abc della storia luigi? La storia la si puo scrivere in mille modi, uno e denigrare gl altri e glorificare altri

    Che poi mica l’abc lo sai,non sai nulla

  135. Mauricets ha detto:

    Sandi Stark
    certamente, una vergogna la monarchia è chi razzolava intorno.
    una “cricca” o “casta” di marpioni. certi epiteti stranamente usati anche oggi…

  136. Mauricets ha detto:

    ho letto, attentamente. grazie.

  137. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ matteo

    ABC della *storiografia*, Matteo: STORIOGRAFIA!

    Caspita: impara a leggere, almeno!

    L.

  138. dimaco il discolo ha detto:

    ocio, no ste tocarghe a gigino el mitile ignoto che se incaza come una vongola.me racomando.

  139. chinaski ha detto:

    ma qui piu’ che di “storiografia” si tratta di “macchina mitologica”. allora potrebbe tornare utile furio jesi:

    “Si avverte la necessità ideologica di appiattire le differenze che la storia pone nel passato, e di disporre di un valore compatto, uniforme, sostanzialmente indifferenziato. E si avverte la convinzione di entrare in rapporto con quel valore ricorrendo a locuzioni e stilemi che non a caso saranno poi quelli della retorica fascista: ‘un maschio viso’, ‘viril fierezza’, ‘momenti storici fatidici’ * (…) Così si estenderà il più possibile il numero degli italiani che avranno come cultura il rapporto con quel mucchio indifferenziato e sacrale di roba di valore, che è il passato della patria. Essi stessi diverranno sempre più culturalmente indifferenziati, massa, e un sacramento tipico di questa comunione con il valore indifferenziato sarà poi tutto il rituale di culto del Milite Ignoto (…)
    E’ l’elemento più caratteristico e diffuso della cultura di destra: possiede tutta la sua oscurità che è dichiarata chiarezza, tutta la sua ripugnanza per la storia che è camuffata da venerazione del passato glorioso, tutto il suo immobilismo veramente cadaverico che si finge forza viva perenne. (…)
    Lusso spirituale è precisamente (…) rifiuto del ‘materialismo’, omogeneizzazione della tradizione culturale e delle caratteristiche storiche e contraddizioni del passato, e poi composizione, con quella pappa, di feticci positivi e negativi. (…) La materia su cui opera il lusso spirituale è sempre la stessa: un passato che non c’è. Tutto quello che il passato è stato, è divenuto una pasta che si può modellare e cuocere come si vuole: la materia per eccellenza dei miti tecnicizzati (…)
    L’omogeneizzazione del passato raggiunge la fase più caratteristica, quella appunto della modera cultura di destra, del fascismo e del neofascismo. Le fisionomie dei grandi uomini si raggruppano in categorie che divengono i vari volti del passato, ma di un passato atemporale, di un ‘eterno presente'”.

    Furio Jesi, da Cultura di destra, Garzanti 1993, pagg. 105, 109-110, 126-127, 140.

    il volume e’ introvabile. io non ho avuto modo di leggerlo in originale, ma ne ho letto vari stralci citati in volumi di altri autori che da li’ sono partiti.

    il collage di citazioni che ho riportato viene da qua:

    http://cadavrexquis.typepad.com/cadavrexquis/2004/11/sulla_cultura_d.html

  140. dimaco il discolo ha detto:

    te lo trovi qui chinasky. meno de 10 secondi per trovar l’introvabile. xe scontado e pure in consegna in 24 ore

  141. dimaco il discolo ha detto:

    http://www.ibs.it/ser/serfat.asp?site=libri&xy=Cultura+di+destra

    scusa dimenigà de incolar il link 🙁

  142. effebi (maaagaalà) ha detto:

    Papa Benedetto XV la definì “flagello dell’ira di Dio”, “orrenda carneficina che disonora l’Europa”, “un mondo fatto ospedale e ossario”, “il suicidio d’Europa” ed infine “la più fosca tragedia dell’odio umano e dell’umana demenza”.

    …il tutto avviato da quell’imperatore pio e devoto, il cattolicissimo Ciccio-Beppe…

    …ora le sue insegne sono nello stemma della nostra diocesi…
    …fans dell’umana demenza ?

  143. Matteo ha detto:

    Luigi impara a essere umile, non sei un genio che Sto arrivando! Tutto, non saresti su questo forum

  144. Matteo ha detto:

    Effebi ogni volta scrive per dire nulla

  145. chinaski ha detto:

    grazie dimaco. lo hanno ristampato! ora lo ordino.

  146. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Matteo

    Ma che caspita c’entra l’umiltà? Io ho scritto “storiografia” e tu scrivi “storia”. Hai presente la famosa storia di “fischi” e “fiaschi”?

    A chinaski: anni fa sono stato a Mosca. Alla luce di quanto tu hai riportato sul culto dei morti nella cultura di destra, come inquadri il mausoleo di Lenin con tutta la sua immane retorica, che il Vittoriano se la sogna?

    E poi nel 2006 sono stato a Pechino: nell’immensa piazza Tien-An-Men c’è un tempio intero dedicato a Mao, il cui corpo sta lì dentro, difficile perfino a descriversi. Tu sei in fila e dei militari passano continuamente su e giù, riprendendo con ordini secchi chi OSA ridere o parlare a voce alta.

    Che ti pare? I fasci sono arrivati fin lì?

    L.

  147. chinaski ha detto:

    luigi, io penso ogni male del culto del corpo di lenin e del tempio dedicato a mao.

    si tratta anche in quel caso di “miti tecnicizzati”, ma di tipo diverso rispetto al culto del milite ignoto. ugualmente stupidi, ugualmente funzionali al potere, ugualmente lugubri, ma di tipo diverso, perche’ fanno riferimento a una diversa temporalita’.

    ma qui si parla del milite ignoto, no?

  148. effebi (maaagaalà) ha detto:

    144 e che si dovrebbe dire allora di chi poi commenta …il “nulla” ?

  149. Luigi (veneziano) ha detto:

    China, guarda che a Mosca c’è – non distante dal cenotafio di Lenin – anche la tomba del Milite Ignoto, fatta costruire negli anni ’60.

    E non è stato l’unico regime comunista a costruire una tomba al Milite Ignoto: l’hanno messa su anche nell’allora Cecoslovacchia e in Bulgaria. Oltre a ciò, era stata costruita anche in altri paesi (come Polonia e Romania) prima del regime comunista, che ha continuato ad onorarla come prima. Se non ricordo male, non c’è pure un monumento al milite ignoto francese a Lubiana?

    Il libro di Jesi – che ho acquistato e letto al tempo dei miei studi sui negazionisti – non è “esclusivista”, nel senso che non esclude per nulla che la simbologia del culto dei morti sia utilizzata anche in altri ambiti storico/politici.

    L.

  150. Luigi (veneziano) ha detto:

    Per non dire poi delle tombe al milite ignoto che si trovano a Londra, ad Arlington (USA), Gallipoli (Turchia), Damasco, Belgrado ecc.ecc.. Tutti fasci?

    L.

  151. Luigi (veneziano) ha detto:

    Adesso che mi ricordo: pochi ani fa hanno costruito una NUOVA tomba al Milite Ignoto, addirittura in Nuova Zelanda:

    http://www.rsa.org.nz/remem/unknown_warrior.html

    L.

  152. dimaco ha detto:

    nessun fascio luigi ma solo in italia gli si da una valenza retorica e propagandistico-politica, ma è in ogni caso comprensibile visto che la politica ha bisogno di qualcosa unisca il paese proprio perchè la politica stessa non è capace di farlo.

  153. effebi (maaagaalà) ha detto:

    sotto sotto… napolitano è un fascio

  154. effebi (maaagaalà) ha detto:

    saragat… pertini… tutti fasci…

  155. effebi (maaagaalà) ha detto:

    ciampi …avanguardista

  156. effebi (maaagaalà) ha detto:

    tutti nel mondo hanno una bandiera ma solo noi, in italia, la ostentiamo dandole una “valenza retorica e propagandistico-politica”

  157. effebi (maaagaalà) ha detto:

    lo stesso cosolini, indossa il tricolore solo per dargli una “valenza retorica e propagandistico-politica”

  158. chinaski ha detto:

    luigi, non ho capito di cosa tu mi voglia convincere. non ho nessuna simpatia retroattiva per i regimi del socialismo reale, ne’ per il loro uso strumentale della memoria dei morti.

    (comunque ci sono vari modi di ricordare i morti, anche se il fatto in se’ di ricordare i morti e’ un universale antropologico)

    jesi in quel libro si occupa della cultura di destra, e credo dedichi un capitolo all’ analisi del culto del milite ignoto in italia.

    mi dici che anche a sinistra si producono miti tecnicizzati? e sai che scoperta.

    ma qui si sta parlando del milite ignoto in italia, del modo in cui la “reductio ad unum” dei 650mila morti italiani sia servita ad occultare la realta’ della vita di trincea, a trasformare la morte oscena riservata a quei soldati in “fulgido gesto eroico”. di tutto il resto non si doveva parlare. spariti gli ammutinamenti, sparita l’ opposizione popolare alla guerra, sparito tutto.

  159. giampaolo lonzar ha detto:

    @133 SANDI STARK : So che e’ come aprie una porta aperta ma sarebbe il caso di ricordare:
    ” AI MIEI POPOLI ”
    Il Re d’Italia mi ha dichiarato la Guerra.Una FELLONIA quale la storia non conosce eguale, venne perpetrata dal Regno d’Italia verso i suoi due alleati. etc,etc. F. J. Vienna 23 Maggio 1915.

    Fermo restando il rispetto dovuto ai defunti ; mio nonno classe 1881 richiamato in servizio , dovette presentarsi a Lubiana e fu inviato come Sottoufficiale sull’Isonzofront
    mi raccontava che era vergognoso come gli Italiani mandavano all’attacco i propri soldati contro le mitragliatrici!!!!

    L’Italia ha mandato a morire 600Mila persone, per acquisire territori abitati si e no dal doppio dei caduti, dei quali diciamo meta’ non parlavano neanche elementi di Italiano !!!
    Premio di guerra durato solo 20 anni !!!

    Disgusting!

    Riguardo monumenti ai caduti ,interessante e’ il film ” Il tocco della Medusa” dove il personaggio interpretato da Richard Burton fa una filippica in un tribunale contro l’abitudine dei governi di erigere monumenti alle guerre, e’ veramente grande. .

  160. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ dimaco

    Solo in Italia? Ma tu lo sai che a Mosca le coppie di neosposi portano i mazzi di fiori alla tomba del Milite Ignoto, chiedendo figli e prosperità?

    A Mosca hanno costruito un monumentale, smisurato Museo della Grande Guerra Patriottica (così viene chiamata la Seconda Guerra Mondiale, in quel paese) che tu vedi da chilometri di distanza. Percorri un lunghissimo viale che ocnduce all’ingresso, costeggiato da decine di fontane. Una volta all’anno, l’acqua che zampilla da queste fontane viene colorata di rosso, a simboleggiare il sangue dei sovietici morti. Io l’ho visitato di giorno, ma ho visto le foto notturne del giorno in cui zampilla il sangue, illuminato da potenti fari. In fondo a questo viale c’è una piazza ellittica, al centro della quale trovi un obelisco lungo esattamente un multiplo dell’unità di misura prescelta (se non ricordo male, un’unità di misura tradizionale russa), pari al numero dei giorni di guerra che coinvolsero l’URSS. In rilievo su questo obelisco, le scene delle grandi battaglie sul fronte orientale. Il tutto in proporzioni smisurate. Dentro il museo, culto dei morti a go-go, con divise insanguinate, diorami di giovani che si lanciano all’assalto dei tedeschi e via andare…

    E non è finita!

    A fianco del palazzo del museo, c’è la più grande installazione del mondo all’aperto di mezzi militari. In pratica, un parco enorme nel quale hanno trasportato da tutto il fronte mezzi di tutti i tipi: carri armati, treni blindati, aerei, camion eccetera eccetera. Tutti disposti come se stessero ancora in movimento.

    Come chiamiamo questa cosa qua? Francamente, la retorica italiana impallidisce al confronto, diventa una robetta di minimissimo conto.

    L.

  161. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ chinaski
    Io non voglio convincerti di nulla. Quella che tu chiami “reductio ad unum” dei 650mila morti e blablablabla, è un tratto comune a tutte le civiltà sotto tutte le latitudini: al tempo dei Romani si costruivano archi, cenotafi, arche, templi, il tutto dedicato ai “grandi morti in battaglia”.

    Il signor Jesi – come ripeto – non afferma che questa è una caratteristica ESCLUSIVA della destra, ma che è stata utilizzata ANCHE dalla destra. E parla in maniera molto maggiore della Germania, piuttosto che dell’Italia (pochissimo spazio dedicato al Milite Ignoto: quel capitolo di cui parli non c’è).

    L.

  162. dimaco ha detto:

    luigi non sto parlndo di folklore sto palando dell’utilizzo del milite ignoto come forma di propaganda retorica a sfondo politico, mentre il milite ignoto è un monito. Sta li a rappresentare i morti in una guerra(monito per altro mai ascoltato) e non per essere usato come ultima carta da giocare per distrarre l’opinione pubblica da altre cose.

  163. chinaski ha detto:

    luigi, l’ho gia’ detto che il libro non l’ho letto perche’ era introvabile. ora lo hanno ristampato, e appena mi arriva lo leggo. comunque una cosa mi sembra indubitabile: quel libro parla della cultura di destra. a me interessano le categorie di “macchina mitologica” e di “mito tecnicizzato”, e mi piace metterle al lavoro su un sacco di situazioni. oggi mi andava di metterle al lavoro sul culto del milite ignoto.

  164. effebi (maaagaalà) ha detto:

    Comando Supremo, 4 novembre 1918, ore 12

    La guerra contro l’Austria-Ungheria che, sotto l’alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta.

    La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatré divisioni austroungariche, è finita.

    La fulminea e arditissima avanzata del XXIX Corpo d’Armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria. Dal Brenta al Torre l’irresistibile slancio della XII, della VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente.

    Nella pianura, S.A.R. il Duca d’Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute.

    L’Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell’accanita resistenza dei primi giorni e nell’inseguimento ha perduto quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinquemila cannoni.

    I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.

    Il capo di stato maggiore dell’esercito, il generale Diaz

  165. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ effebi

    Pensa che strano: dopo aver letto quanto incoscienti, guerrafondai, codardi e perdenti erano gli italiani a petto dei fantastici soldati imperiali, che proprio non volevano far la guerra, erano tutti pacifici, non spendevano uno scellino per le armi mentre tutti gli altri erano kattivizzzimi, ero convinto che i prodi gialloneri avessero vinto con una mano legata dietro la schiena, a occhi chiusi. Pensavo che gli illetterati italioti fossero fuggiti al primo “Buh!”.

    Com’è stato possibile che quattro fantaccini straccioni bifolchi abbiano avuto la meglio di fronte ai maestri delle buone creanze?

    Siora Nina, no ghe xe proprio più religion…

    L.

  166. dimaco ha detto:

    avrei voluto vedere le truppe italiane senza i rinforzi angloamericani e affini. ma tant’è. ma la nomea di voltafaccia e venduti ve la siete guadagnata,sia nel 15 sia nel 43. anzi direi che è più che meritata. e questo dalla storia non lo potete cancellare, nemmeno se andate a piedi fino a plutone. buoni festeggiamenti.

  167. giampaolo lonzar ha detto:

    @@@ vari –
    … un giorno cori el can un giorno el levro
    ,nela prima le xe stade dade ,nela seconda ciapade anche quele dade nela prima .
    o no conta ???

  168. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ lonzar

    Vista come fosse una partita andata/ritorno di Champions League, il risultato però mi pare inequivocabile: l’Austria le ha prese sempre.

    L.

  169. giampaolo lonzar ha detto:

    @169 LUIGI –
    orpo , la me xe andada quasi ben pensavo peso

  170. matteo ha detto:

    vittoria per culo

  171. sfsn ha detto:

    andè in archivio militare de Roma: troverè i dispacci dell’avanzata italiana a vittorio veneto. Tuti i uficiai comunica la stessa roba: i rivava a sfondar el fronte solo perchè le trincee iera svode. I soldai AU gaveva disertà in massa perchè no i gaveva più de magnar.

  172. dimaco ha detto:

    toh è scomparso un commento.

  173. matteo ha detto:

    sfsn

    ai au xe sta dito de lasar el fronte

  174. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ sfsn

    Forse sei arrivato a capire il concetto di “guerra moderna” (qualcuno l’ha anche chiamata “guerra capitalistica”): benvenuto nel club!

    L.

  175. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ dimaco 168
    La cosa più divertente non è partecipare ai festeggiamenti per il 4 novembre, ma vedere quanto rosichi a bbbestia!

    L.

  176. matteo ha detto:

    certo che ti sprechi a insulti

  177. giampaolo lonzar ha detto:

    @173 sfsn – frecciate a parte , mio nonno mi raccontava che l’impegno militare della AU aveva sguarnito completamente le campagne ed erano rimaste praticamente solo le donne a coltivare la terra e le derrate prodotte non erano sufficenti a sfamare i soldati al fronte.
    Inoltre il blocco navale della coalizione ad Otranto non permettava ai mercantili di nazioni amiche di rifornire l’AU via mare.
    In effetti l’AU ha terminato la guerra con la flotta quasi intatta a parte le corazzate affondate praticamente all’ancora da ardite azioni.
    Mio nonno stesso raccontava che una mattina fine ottobre si svegliò e si trovò con altri quattro commilitoni e attorno non c’era più nessuno , si guardarono si tolsero le divise
    si tenne una baionetta e dalle vicinanze di Motta di Livenza tornò a casa a piedi , camminando di notte.Raccontava che negli ultimi giorni per dar sapore al rancio facevano bollire i cinturoni e le giberne di cuoio. Una dele componenti della sconfitta oltre i nazionalismi emergenti,la rivoluzione di Ottobre in Russia che fece sollevare la flotta del Danubio che innalzò bandiere rosse, fu anche la fame.

  178. Alessandro ha detto:

    @168 “avrei voluto vedere le truppe italiane senza i rinforzi angloamericani e affini. ma tant’è”. Credo sia abbastanza normale. In fondo l’europa si sarebbe liberata dal nazi fascismo nel 3000 se non fossero intervenuti militarmente gli americani e non ci fosse stata la grande guerra patriottica russa. Le resistenze europee ebbero praticamente nessun impatto se non a guerra praticamente finita e anche la resistenza yugoslava (che reputo, ahimè, tra le più valide militarmente) non è rimasta del tutto avulsa da aiuti internazionali se non sbaglio. Sul voltafaccia del ’15 e del ’43 (il secondo ancora più vergognoso nei modi) ti posso dar ragione

  179. Alessandro ha detto:

    @179 per la germania lo scenario fu simile. talvolta si parla di crollo del fronte interno. ma anche questo è un fattore della guerra

  180. effebi (maaagaalà) ha detto:

    http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/5/5c/Manifesti_su_Vienna.jpg

    « In questo mattino d’agosto, mentre si compie il quarto anno della vostra convulsione disperata e luminosamente incomincia l’anno della nostra piena potenza, l’ala tricolore vi apparisce all’improvviso come indizio del destino che si volge.

    Il destino si volge. Si volge verso di noi con una certezza di ferro. È passata per sempre l’ora di quella Germania che vi trascina, vi umilia e vi infetta.
    La vostra ora è passata. Come la nostra fede fu la più forte, ecco che la nostra volontà predomina e predominerà sino alla fine. I combattenti vittoriosi del Piave, i combattenti vittoriosi della Marna lo sentono, lo sanno, con una ebbrezza che moltiplica l’impeto. Ma, se l’impeto non bastasse, basterebbe il numero; e questo è detto per coloro che usano combattere dieci contro uno. L’Atlantico è una via che già si chiude; ed è una via eroica, come dimostrano i nuovissimi inseguitori che hanno colorato l’Ourcq di sangue tedesco.
    Sul vento di vittoria che si leva dai fiumi della libertà, non siamo venuti se non per la gioia dell’arditezza, non siamo venuti se non per la prova di quel che potremo osare e fare quando vorremo, nell’ora che sceglieremo.
    Il rombo della giovane ala italiana non somiglia a quello del bronzo funebre, nel cielo mattutino.

    Tuttavia la lieta audacia sospende fra Santo Stefano e il Graben una sentenza non revocabile, o Viennesi.

    Viva l’Italia! »

  181. effebi (maaagaalà) ha detto:

    …non fu lanciata una bomba.

  182. effebi (maaagaalà) ha detto:

    VIENNESI!

    Imparate a conoscere gli italiani.
    Noi voliamo su Vienna, potremmo lanciare bombe a tonnellate. Non vi lanciamo che un saluto a tre colori: i tre colori della libertà.
    Noi italiani non facciamo la guerra ai bambini, ai vecchi, alle donne.
    Noi facciamo la guerra al vostro governo nemico delle libertà nazionali, al vostro cieco testardo crudele governo che non sa darvi né pace né pane, e vi nutre d’odio e d’illusioni.

    VIENNESI!

    Voi avete fama di essere intelligenti. Ma perché vi siete messi l’uniforme prussiana? Ormai, lo vedete, tutto il mondo s’è volto contro di voi.
    Volete continuare la guerra? Continuatela, è il vostro suicidio. Che sperate? La vittoria decisiva promessavi dai generali prussiani? La loro vittoria decisiva è come il pane dell’Ucraina: si muore aspettandola.

    POPOLO DI VIENNA, pensa ai tuoi casi. Svegliati!
    VIVA LA LIBERTÀ!
    VIVA L’ITALIA!
    VIVA L’INTESA!

  183. effebi (maaagaalà) ha detto:

    forse qualche manifestino arrivò fino al fronte… invece del rancio… 🙂

  184. MARCANTONIO ha detto:

    Dimaco nel 43 re pippetto, badoglio e company a parte non tutti furono voltagabbana Decima dixit

  185. effebi (maaagaalà) ha detto:

    http://it.wikipedia.org/wiki/Ansaldo_S.V.A.

    Gli Ansaldo S.V.A. erano una famiglia di biplani da ricognizione e bombardamento italiani sviluppati nella seconda fase della prima guerra mondiale. Protagonisti di diverse imprese, come il volo su Vienna con Gabriele D’Annunzio nel 1918 o la trasvolata Roma-Tokyo di Arturo Ferrarin nel 1920, trovarono un discreto successo nell’esportazione venendo utilizzati da 11 paesi, tra cui Francia e Stati Uniti, e furono costruiti in circa 2 000 esemplari….

  186. matteo ha detto:

    forse dimentichi anche

    italia la puttana d’europa, winston churchill

  187. matteo ha detto:

    a si

    senza le truppe anglofrancesi non ci sarebbe stato vittorio veneto

  188. giampaolo lonzar ha detto:

    183 EFFEBI – mi veramente no capisso el messagio che LA vol dar ! A parte ‘sto copia e incola de manifesti,proclami,poesie etc.
    Tuto roba de altri ! Mentre tuti da qualcossa de suo, LEI cossa la conta de storia de famea o personale. I sui noni,bisnoni con chi i ga combatu’ ?? AU,ITALIA, JUGOSLAVIA,PARTIGIANI,i GHE ga cambia’ cognome ??? perche’ no xe giusto che LEI solo la pol giogar schedine,anche mi vojo ! Se no no se capissi niente !Dei qualcossa che sia farina del suo saco !!

  189. MARCANTONIO ha detto:

    Matte’ e che Churchill aveva il verbo? dai su ognuno ha sempre tirato l’acqua al suo mulino, non dimentichiamoci che il citato Churchill era un ammiratore di Mussolini

  190. effebi (maaagaalà) ha detto:

    “Italiani rompiscatole che non servono a nulla” …«suonatori d’organetto»

    Matteo, ti senti meglio ?

  191. effebi (maaagaalà) ha detto:

    190 …credo che save de tuto e de più.. ah !?

  192. matteo ha detto:

    poi non dimentichiamo le gentili parole dei alleati e come volevano spartire

  193. gropajaco ha detto:

    beh, non serve spingersi fino alle due guerre mondiali, bastava dare un’occhiata al misero spettacolo offerto dal governo italiano nell’affaire libia/gheddafi. qualcuno direbbe che il tradimento subdolo sia lo sport preferito dagli italiani.

  194. matteo ha detto:

    effebi

    gli italiani sono invasori a trieste

  195. massimo p ha detto:

    ocio vedrete deso arriva el lojze

  196. giampaolo lonzar ha detto:

    @193 EFFEBI – …….mi no !!!!

  197. sfsn ha detto:

    @ Alessandro, Lojze, Matteo e Lonzar:
    sicome le trupe italiane ga sfondà un fronte sguarnì, no me par che sia de ricordar el 4 novembre come vitoria militare, no capisso cossa ghe entra l’eroismo dei militari in una strategia che xe sta vincente solo perchè l’intesa ga affamà la popolazion dei imperi centrali e perchè i gaveva el cul pien grazie ai americani.

    Al simpaticissimo Lojze: naturalmente go capì che la prima guera mondiale xe sta una guera capitalistica solo grazie a ti. Del fato che la xe s’ciopada perchè ghe iera interessi contraposti del capitale dei diversi belligeranti no savevo assolutamente niente.
    Grazie ancora per la tua onniscienza. Grazie de esister

  198. Luigi (veneziano) ha detto:

    E’ bello vedere come i nipoti e pronipoti hanno digerito la storia della guerra: praticamente è rimasta sul gozzo, non è andata né su né giù.

    Però c’è un dato precisopreciso: questo forum è pieno di gente con l’ulcera perforante, ereditata direttamente dai tempi dell’Imperatore.

    Provo però a fare una domanda seria: la crisi identitaria triestina non riposa proprio in questo atteggiamento mentale, che impedisce di far passare un passato che in tutto il resto del mondo è morto e sepolto?

    O credete che in altre località europee si stia lì a menarsela su ciò che ha detto Franz Joseph nel 1915 come se l’avessimo sentito con le nostre orecchie giusto ieri alla radio?

    Ragazzi: il resto del mondo va avanti, che voi lo vogliate o no! Ma qua leggo da anni oramai sempre le stesse ricette: tornare a cent’anni fa, o a sessant’anni fa, o chissà quando. E’ l’ “eterno ritorno”, che vi frega, il pensare che le ricette di cent’anni fa valgano anche per il futuro, il sogno perenne di megacazzate intergalattiche come il nuovo TLT, il ritorno dell’Austria o robe del genere.

    L.

  199. effebi (maaagaalà) ha detto:

    190 Giampaolo

    Te vol che te conto cossa ? De mio nonno ?

    Ah, nono Toni, italianissimo.. ovvio, mandà in Russia, con scarso equipaggiamento (ovvio)Giorni e giorni senza magnar (ovvio)

    Fin che ‘l ga trovado un russo morto, ben vestido, stivai, capoto e tuto…

    Se ga cambià la divisa… (ovio) e se ga sistemà al caldo in tun buso (imboscado po, come tuti i taliani…ovio)
    Te sa no !? I disi che le bombe no casca mai nel stesso buso… i disi…
    Ecco, co i russi ga ingrumado quel che restava de nono Toni i ga scrito sula cassa: “неизвестный” …sconosudo.. ovio…

    Desso i sposi ghe porta i fiori in Piaza Rossa… e che ghe toca sorbirse ogni anno l’inno sbaglià… no se pol aver tuto nela vita e nianche nela morte…ovvio

  200. effebi (maaagaalà) ha detto:

    De note in sogno el me conta che a Roma ghe xe un certo Karl… de avisar la famiglia… ma no capisso mai el cognome… ostia ! sti cognomi slovacchi…

  201. effebi (maaagaalà) ha detto:

    anche Karl, ga pesà de cabiarse capoto…
    🙂 i se fa certe ridade… altro che noi mone qua…

  202. effebi (maaagaalà) ha detto:

    …e anche lui ghe toca sorbirse ogni anno l’inno sbaglià, beh, no se pol aver tuto nela vita e, pareria, nianche dopo morti…

  203. effebi (maaagaalà) ha detto:

    Trieste xe in Italia, scusè, no se pol aver tuto nela vita … 🙂 Ovio

  204. sfsn ha detto:

    @ Lojze:
    mi me par che tra retorica patriotarda, esuli, foibe e compagnia cantante a far restar la cità a 60 o 100 ani indrio sia sempre stada la classe politica (che po rifleti i interessi dela classe economica: lobbies varie che vol tenir tuto fermo perchè cussì i mantien le rendite de posizion)

  205. matteo ha detto:

    effebi

    quante ciacole per dir gnente

    la roba importante xe scriver monade de destra

  206. effebi (maaagaalà) ha detto:

    matteo te go za dito, ma te son duro de comprendonio…

    mi dirò anche “gnente”… ma ti te me vien drio a commentarlo…

  207. Matteo ha detto:

    Effebi

    Me piaxi leger il gnente e comentarlo, specialmente se me fa rider

  208. Giampaolo Lonzar ha detto:

    @190 EFFEBI – anche mi son duro de comprendonion perkè no rivo capir coss ke La vol dir ?! In ogni caso ,visto ke la zerca ‘sta Trieste del SI,del,DA, del Ja se posso sugerir ,senza meter in dubio la sua kultura ;de legerse un saggio scritto da Renate Lunzer viniù fora in Tedesco ” TRIEST Eine Italienisch Oesterreichische Dialektik del 2002 tradotto in Italiano nel 2009 ed.LINT
    con el Titolo”IRREDENTI REDENTI -intelettuali giuliani del 900.
    Te vedara chi ke jera BOBI BAZLEN che ga anche anche scrito in Tedesco, educa’ con cultura Giudaico/Protestante (senz’altro no te son antisemita) poi La se legi Giani Stuparich e le sue riflessioni sulla guera ; po’ va a pagina 239 e te legi quel che ga scrito Enrico Rocca ,Gorizian, alla 5a riga.
    Te vara’ delle sorprese!!!
    Po’ no jera el caso ke te srivi per “cirilica”
    NEISVESTNYIJ .

    MAAAVAALA’

  209. Rosy ha detto:

    205 effebi (maaagaalà)
    “Trieste xe in Italia, scusè, no se pol aver tuto nela vita … Ovio”
    Purtroppo, l’essere fisicamente in Italia, è tristemente vero!

  210. Rosy ha detto:

    non si può aver tutto dalla vita…

  211. Rosy ha detto:

    anche quando sarebbe bastato così poco!

  212. ufo ha detto:

    Ha ragione Ratzinger.

    Non su tutto, ovvio, ma quando denuncia i mali del relativismo, morale o meno, e certe affermazioni che vedo passare per questo blog ne sono l’eclatante esempio di questo malaffare, dove la pomposità dell’affermazione è ritenuta più importante della sua fondatezza, tanto tutto fa brodo.

    Qualche mese fa c’era stato un gran baccano riguardo all’intitolazione di una strada nel Goriziano ad una certa “vittoria” del Podgora. Da buon scettico sono andato a verificare (sul sito dei Carabinieri, per evitare accuse di frequentare siti disfattisti) ed ho scoperto che questa “vittoria” sarebbe consistita nel rimanere piantati davanti alle trincee austriache inviolate, a far da bersagli su un terreno esposto al fuoco da davanti e da dietro, fino ad esaurimento dei bersagli. Se questa è una “vittoria“, ho pensato, cosa sarà mai una sconfitta? Poi mi sono ricordato dei Campionati mondiali di corsa al Piave… e del fatto che il nome italianizzato di Kobarid sia divenuto famoso in una cinquantina di lingue come sinonimo di disfatta. Un simbolo quasi universale.

    Il “quasi”, in questo frangente, ci viene dal buon Marcantonio, che unico su questo pianeta è riuscito a ribattezzarla “ritirata” di Caporetto, lassù al @119. Marcanto’, spiegacelo tu al Ratzi, che lui in cambio ti spiega che a questo mondo non tutto è relativo. A meno che quella “ritirata” non sia da intendersi come sinonimo di “cesso”, nel qual caso mi dichiaro d’accordo.

    Per la gioia ed il diletto dei lettori ricorderò loro un particolare che dà da pensare: il fatto che, se durante la Grande guerra inglesi e francesi ci tenevano tanto ad avere l’Italia come alleata da offrirle letteralmente mari e monti (altrui, mica i propri) pur di comprarsela, in occasione della Seconda guerra mondiale anche nei momenti di peggiore crisi e disperazione hanno evitato accuratamente di offrire neanche “una scinca e un boton” per analogo fine. Evidentemente l’esperienza gli è bastata, e preferivano gli italiani alleati ai propri nemici piuttosto che alleati loro (e alla fine non se ne sono pentiti). Meditate, gente, meditate. E festeggiate, se vi pare.

  213. effebi ha detto:

    celebrato, festeggiato, onorato…

    appuntamento al prossimo anno !

  214. ufo ha detto:

    Son sicuro che el xe sai contento. Nasvidenje v prihodnji vojni…

    (no ste vardarme strano – iera el titolo de un film)

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