Ringraziamo gli studenti del Galilei che ci hanno mandato questa importante testimonianza sui giorni di autogestione del Liceo triestino.
Bisognava riacquistare credibilità; l’abbiamo fatto. Abbiamo dimostrato in questa nostra autogestione che non siamo fannulloni qualunquisti ma che abbiamo voglia di cambiare le cose, di informare e di informarci, per dire che le cose così non ci vanno bene e che ci stiamo impegnando per migliorare il nostro presente e il nostro futuro, per chiedere, anzi per pretendere, migliori riforme, meno tagli,più sicurezza nei nostri istituti perlopiù fatiscenti e per provare a fermare questo processo di privatizzazione delle scuole che permetterebbe risultati prevalentemente ai più ricchi, acuendo la distinzione sociale. Il L.S. G. Galilei, con i giorni di autogestione ha voluto, come affermato più volte dagli organizzatori, “sensibilizzare” quei ragazzi che conoscevano meno i motivi della protesta e, per tale ragione, non se ne interessavano. I dibattiti sulla crisi prima del professor Raoul Kirchmayr, professore di Filosofia e Storia del liceo stesso, e poi del docente dell’università di Trieste Romeo Danielis, nonché la discussione tra quest’ultimo e lo studente universitario attivista Davide Fiorini, hanno permesso agli studenti di assumere una maggiore coscienza sui problemi attuali e sulle cause della crisi economica mondiale che sta trascinando il nostro paese sull’orlo di un baratro. Inoltre si sono svolti corsi ed attività educative, come l’intervento da parte dell’attivista Alessandro Capuzzo sui centri spontanei di aggregazione giovanile, il dibattito sula Primavera Araba, la visione con conseguente discussione su film dal forte impatto politico come Videocracy di Eric Gandini e il Centro Documentazione e Centro Stampa, sempre attivo per il desiderio da parte di giovani “giornalisti” di dare un’informazione interna e soprattutto esterna, per far conoscere alla città e a tutta l’Italia, se possibile, ciò che si è svolto all’interno di questo edificio scolastico in questi giorni di scuola “alternativa”. Rilevante, poi, lo spazio concesso alla mattina all’EYP(European Youth Parliament) per continuare un progetto, proposto dalla scuola in orario pomeridiano e che grazie all’autogestione ha potuto aumentare il numero di ore di incontro. Infine si sono tenute importanti riunioni per l’organizzazione delle attività future, per dare una continuità alla protesta tramite l’ideazione di tipi alternativi di manifestazioni, come flash mob, sit-in nelle piazze con slogan o disegni sulle magliette ed occupazione delle stesse con tende e tanta voglia di fare come sta accadendo in Piazza Unità; tutte forme di protesta inusuali per acquistare visibilità senza dover causare troppi disagi, perchè il nostro interesse non è arrecare danni ma migliorare il futuro. Infine, oltre a corsi per il potenziamento dell’inglese e della matematica, era presente uno spazio per lo studio peer to peer, dedicato a chi non ritenesse interessanti le numerose attività e volesse semplicemente continuare a studiare. Le numerose assemblee dei giorni precedenti hanno, inoltre, fatto sì che la scelta dell’autogestione fosse presa democraticamente, mediante votazione, e che il confronto civile fra le controparti fosse sempre ascoltato e incoraggiato in quanto vogliamo costruire una scuola autogestita in modo civile e democratico dove ognuno possa misurarsi con tutti e far conoscere a tutti la propria opinione, nel rispetto, nella maturità richiesta agli studenti delle scuole superiori e nel desiderio di conoscere, non solo le materie tradizionali, ma anche il mondo che ci circonda, discutendo con i propri pari e con i professori per farsi una propria idea e una propria coscienza della società in cui viviamo: conoscerla per migliorarla.
grazie per la testimonianza muli. bravi.
dito da un ex-oberdanin val dopio, tra l’altro 😉