23 Ottobre 2011

La chiusura del Centro Didattico Naturalistico di Basovizza è l’ennesimo duro colpo alla cultura ambientale

Quando la scorsa settimana ho scritto personalmente una lettera al Presidente della Giunta Regionale Tondo invitandolo a preservare l’attività del Centro Didattico Naturalistico di Basovizza, non pensavo certo ad un esito così rapido e nefasto. Il Centro viene chiuso, nonostante le 15 mila visite annuali e i due milioni e mezzo di euro investiti appena tre anni fa. E poi parliamo degli sprechi del Sud!

Non so come la prenderà la Comunità europea, ma so già quanto male la prenderanno tutti quegli utenti che ogni anno hanno potuto godere dello splendido e attrezzato centro, scuole in primis. E che dire del turismo ecosostenibile e dell’indotto di questa attività?
Tra l’altro molte scuole si erano già prenotate quest’anno sapendo di poter contare sulla disponibilità e competenza dei forestali; già lo scorso anno era stato azzerato lo storico progetto “Conoscere per crescere” che contribuiva a far conoscere (gratuitamente) a migliaia di studenti della Regione le bellezze delle aree protette. Si tratta perciò di un altro duro colpo al mondo della didattica in Natura, nonostante i proclami del 2011 come “anno internazionale delle foreste”.
Ogni volta che si sacrificano attività indirizzate all’educazione ambientale se ne va un tassello di quella difficile “costruzione del cittadino dell’Ambiente”, perché i giovani, distratti da messaggi consumistici superficiali, perdono la predisposizione naturale ad interessarsi allo splendido patrimonio naturale che vanta la nostra Regione.
Confido in un ripensamento, anche perché mi sembra che non sia ancora chiaro come si intenda utilizzare la struttura dismessa e pertanto non vedo, francamente, la necessità di sopprimerla con così tanta urgenza.
prof. D. Gasparo

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15 commenti a La chiusura del Centro Didattico Naturalistico di Basovizza è l’ennesimo duro colpo alla cultura ambientale

  1. bona lama ha detto:

    E’ l’ennesimo scempio compiuto nell’indifferenza generale e che magari è spunto di diatribe politiche. L’ambiente è troppo prezioso per lasciarlo in mano ai politici e il personale addetto troppo preparato, quindi ritengo sia una cosa impugnabile, spero che l’europa “li fazi novi”, cosa ci si aspetta? una speculazione edilizia? il punto franco? perchè la cittadinanza non è adeguatamente informata? Ma tagliamo gli emolumenti a questi politici, non trovano i soldi, FACCIANO MENO ROTONDE!!!e MENO VIAGGI ISTITUZIONALI E CHIUDANO LE SEDI ESTERE!

  2. Triestin - No se pol ha detto:

    no se pol… cosa fa le assessore de ts in giunta regional ? viva là e po bon….

  3. Paolo Geri ha detto:

    Per quanto può contare il presidente della Circoscrizione competente Milkovic ha fondato su Facebook un gruppo contro la chiusura. Aderite.

  4. digei ha detto:

    VERGOGNOSOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!

  5. chinaski ha detto:

    maja, tira fora el bren e daghe de bianchera.

    (disclaimer per gli altri lettori: trattasi di battuta scherzosa, che fa riferimento a una serie di witz sparsi in post precedenti)

  6. maja ha detto:

    chinaski

    deso no sta tirar el cul indrio, sa?
    vara che la tua divisa e il passamontagna xe pronti. te li go stiradi giusto ieri.

  7. chinaski ha detto:

    mi no tiro el cul indrio, son za pronto. videm je naš! pero’ gavevo capi’ che i passamontagna ne li stirava loize.

  8. maja ha detto:

    se spetemo lojze, i lanfur riva fin ljubljana.
    falso come tuti i sporchi borghesi!

  9. chinaski ha detto:

    si’, fussi per lui, se gavessimo trova’ coi passamontagna mastruzai. no se pol! eleganza anche in battaglia! W KRA!

  10. brancovig ha detto:

    Mi sembra uno spreco ingiustificabile
    ed ho alcune domande in proposito

    Quanti sono i centri in regione e quali sono quelli che vengono chiusi?

    qual’è il loro bacino d’utenza (visite anno)o se preferite il rapporto costo/benefici

    quanto risparmia la regione con questa chiusura?

  11. brancovig ha detto:

    PS
    lo spreco si riferisce ovviamente alla chiusura

  12. marisa ha detto:

    @ BRANCOVICH

    Il parco naturale delle Dolomiti friulane (da un anno o poco più dichiarato “patrimonio dell’Umanità dall’Unesco) si è visto tagliare in maniera spaventosa i finanziamenti e oggi è a rischio.

    Il Problema è dunque culturale: questa Giunta regionale non ce la fa proprio a capire che lo sviluppo economico non è solo secondo case (in montagna), funivie e piste di sci di discesa….

    Leggi un po’ qua…

    http://www.frontefriulano.org/rassegna.asp?ID_RASSEGNA=491&ID_AREA=0

  13. marisa ha detto:

    Voi di Bora.la conoscete solo la realtà di ciò che succede nella provincia di Trieste, e non vi spingete mai oltre la Slovenia o la Provincia di Gorizia. Ma date un’occhiata anche a quanto succede nella Bassa friulana e i disastri che sta combinando “ovunque” in regione la Giunta regionale di Renzo Tondo

    http://laboratoriomuzzana.blogspot.com/2011/10/tondo-vuole-vendere-volpares-marianis.html

  14. Julius Fabbri ha detto:

    TRIESTE. Oggi pomeriggio, domenica 30 ottobre 2011, una numerosa delegazine dell’Associazione Culturale Adriantartica ha partecipato con entusiasmo alla visita del bellissimo Centro per manifestare solidarietà ai dipendenti ed agli operatori del settore. Vi erano centinaia di famiglie, scolaresche e curiosi per protestare contro la chiusura. Gli studenti hanno potuto studiare il Carso, i serpenti, creare fossili e coltivare minerali attraverso gli interessantissimi laboratori del Museo del Corpo Forestale, del Museo di Storia Naturale e dell’Immaginario Scientifico: sarebbe un vero peccato se una realtà così importante dovesse chiudere! E pensare che proprio a Trieste è nato il termine internazionale “carsismo”. Contribuisci anche tu parlandone su Facebook, grazie! Julius Fabbri, Presidente di Adriantartica no-profit
    http://www.adriantartica.org

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