18 Ottobre 2011

Natalino Balasso apre la stagione di prosa a Monfalcone

Martedì 18 e mercoledì 19 ottobre, alle ore 20.45, si apre la stagione di prosa del Teatro Comunale di Monfalcone. Ad inaugurare il cartellone è Natalino Balasso, autore ed interprete fra i più brillanti ed originali del teatro italiano ma anche apprezzato attore del grande e piccolo schermo, che dopo il grandissimo successo riscosso nella passata stagione con Rusteghi – I nemici della civiltà, torna al Comunale con lo spettacolo Ercole in Polesine, il monologo comico di cui è anche autore che da qualche anno incontra ovunque il favore di pubblico e critica.

Ercole in Polesine. Ovvero: il mito greco tra i fumi della Val Padana è un divertente viaggio attraverso 5000 anni di storie, miti e leggende che ci parlano di Dei cornuti e imbroglioni, di eroi svogliati e mitomani, di uomini disperati e sbruffoni.
Fra leggerezza e profondità, Balasso mette in scena le storie degli antichi greci, che hanno percorso in lungo e in largo l’Italia, ci hanno insegnato a leggere e a scrivere, ci hanno lasciato i loro fantastici racconti ma di cui non ci ricordiamo più. Eppure sono molto più vicini a noi di quanto sembri. Perché i desideri, le ansie e le paure sono rimasti gli stessi.
Sorprendente e bravissimo, Balasso sceglie ancora una volta un contenuto inconsueto per le sue iperboli comiche e la sua grottesca parlata, che sembra fatta apposta per raccontare i più antichi fra i miti greci.
Il viaggio, nel tempo e nel mare, di Ercole in Polesine non è però una parodia perché, pur assolutamente esilarante, ha origine in una trattazione quasi ferrea del mito, ricavata dai racconti degli antichi attraverso le versioni di alcuni importanti saggisti (fra i suoi riferimenti bibliografici figurano titoli quali I Miti greci di Robert Graves, Mito e tragedia di Vernant e Vidal-Naquet, Gli eroi del Mito di Edwin Oliver James).

Scrive Balasso nelle sue note allo spettacolo: “[…] C’è tutto un materiale umano negli antichi racconti mitologici, fatto di sudore e di gioia, di guerra e di sesso, che sembra nascosto dalle parole difficili dei nostri letterati traduttori. Quello che voglio fare con questo spettacolo è restituire a quelle storie le passioni vere, gli odori e i sapori che non sono perduti, perché sono quelli che viviamo tutti i giorni, in quest’epoca poco epica”.

Le storie che Balasso mette in scena (Fetonte e il carro del Sole, la nascita di Paride, Orfeo ed Euridice, gli Argonauti) e gli argomenti che affronta (da l’era matriarcale ai primi Dei greci fino ai concetti di maschio e femmina nella società occidentale) ci aiutano quindi a riflettere su come siamo adesso, su tutta quella strada che (non) abbiamo fatto “dai primordi della civiltà ai postumi del bancomat”.

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