6 Ottobre 2011

Rizzani De Eccher: “Nel 2012 al via i primi interventi nel Porto Vecchio di Trieste”

Portocittà, la società che ha in concessione il Porto Vecchio di Trieste e riqualificherà l’ex area portuale di 60 ettari, è pronta a iniziare i primi lavori nel corso del 2012.

Lo ha indicato oggi, conversando con l’Ansa a margine della Barcolana, Marco De Eccher, presidente di Rizzani De Eccher, tra i quattro soci di Portocittà.
“Il forte obiettivo per il 2012 – ha detto De Eccher, che ha presentato il plastico dell’operazione – è che si lavori almeno in uno primo stralcio rappresentativo dell’intero progetto”.

Lo stralcio comprenderà l’area immediatamente vicina al mare, dove sorgeranno delle marine, e quella retrostante: verrà in sostanza scelta una sezione della grande area che funga anche da ‘showroom’ del progetto di riuso per cui sono previsti investimenti che sfiorano il miliardo di euro. Oltre a Rizzani De Eccher, i soci di Portocitta’ sono Maltauro, Biis (Intesa Sanpaolo) e Sinloc.

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174 commenti a Rizzani De Eccher: “Nel 2012 al via i primi interventi nel Porto Vecchio di Trieste”

  1. mutante ha detto:

    un bel posto per ricchi e cementificatori, gli altri a far la fila all’ufficio collocamento… lì dentro, tuttora, si può importare e trasformare merci esentasse. rendetei conto del futuro che cercano di sfilarci.

  2. Franco Tremul ha detto:

    Far tanti moleti per barche e barchete me par squalificar la zona, no riqualificarla.
    E la “showroom”: un “nonsense”…

  3. Mauro M. ha detto:

    Concordo con chi ha scritto prima di me. I progetti attuali (oltre a non rispettare le norme nazionali ed internazionali) non farebbero altro che rovinare definitivamente il porto.

    Abbiamo la fortuna di avere un Porto Franco, risorsa di inestimabile valore, non facciamocela scippare in questo modo!

  4. bruno ha detto:

    ma xe poderà andar a pescar sul moleto?

  5. effebi ha detto:

    no se pol, no xe bel, no servi… se iera l’austria o el tlt saria sta tuta un altra storia, perfin con tito desso fossimo tutti siori… e in ogni caso:
    ghe sarà le indicazioni quadrilingui ?

  6. mutante ha detto:

    iera un’altra storia si, no iera un porto abbandonà e una città dismessa.

  7. Alessandro ha detto:

    Domanda non provocatoria: perchè è stato costruito il porto nuovo se il porto vecchio andava tanto bene?

  8. mutante ha detto:

    per espandere traffici in crescita prima che l’italia paralizzasse tutto. il porto vecchio non era più sufficente, tanto per dire. c’è una cartolina del ’53 che ipotizza il porto con l’italia. l’immagine di un porto vuoto come oggi.

  9. mutante ha detto:

    i casi del destino sono strani: le ultime grandi opere del porto, come il silos per le granaglie, furono completate dal fascismo. persino sotto un regime criminale come quello nazista, vennero mantenute certe autonomie per trieste. l’italia repubblicana, temendo per la salute di genova e venezia, ha ben provveduto a bloccare tutto.

  10. sfsn ha detto:

    @ 6 (alessandro): bela domanda
    @ 7 (mutante): ottima risposta! el porto vecio no iera più sufficiente ai traffici. Difatti iera stada costruida anche el secondo scalo ferroviario della città (Campo Marzio)

  11. Alessandro ha detto:

    Infatti nella mia tesi di laurea sull’edilizia avevo preso nota di diversi investimenti per i Magazzini Generali durante il XX. Sulle autonomie di Trieste sotto i nazisti bisogna anche dire che per ragioni di opportunità avevano disconosciuto la politica fascista di “italianizzazione” consentendo anche la stampa di riviste e opuscoli in lingua slava e alimentando il mito di trieste mitteleuropea in seno al reich. Come ultimo punto l’Italia trascura con dolo trieste perchè non è in grado di progettare una politica di espansione economica verso l’est europa e i balcani. PS: ci aggiungerei anche la vergognosa impasse delle nostri classi dirigenti triestine…

  12. Kat ha detto:

    qui manca sandi stark

  13. Ma se le concessioni sono illegittime (concesse da chi non ne ha l’autorità) come possono iniziare i lavori? Stiamo parlando di un’area extraterritoriale quale il Porto Franco Nord di Trieste… Il caso è ora oggetto anche di inchiesta dell’Unione Europea vista la violazione del Trattato di pace commessa dall’Italia… Trieste deve difendere con le unghie il proprio porto… Aspettiamo anche la sentenza del Consiglio di Stato italiano. Ma se dovesse essere confermata la violazione del trattato di Parigi nessun altro intervento sarà possibile se non quello delle Nazioni Unite…

  14. Alessandro ha detto:

    @12 “Ma se dovesse essere confermata la violazione del trattato di Parigi nessun altro intervento sarà possibile se non quello delle Nazioni Unite…”

    All’ONU non credo interesi molto la questione di trieste per cui se passa questa linea campa cavallo che l’erba cresce… e crescerà veramente molto nei prossimi 50 anni di oblio a colpi di ricorsi e contro ricorsi

  15. mutante ha detto:

    la questione all’onu è in elaborazione perchè posta dal comitato porto libero.

  16. capitan alcol ha detto:

    Che bello vedremo i puffi in giro per Trieste.

  17. Alessandro ha detto:

    @16 va ben… vederemo come che va a finir. el TLT xe dà a 350, el nulla de fatto a 1,05.
    Quasi quasi 10 euro sul TLT li giogo 🙂

  18. Mauricets ha detto:

    ma è legale dismettere il punto franco? in fondo dovrebbe essere ormai di competenza UE.

  19. Lorenzo Battista ha detto:

    straquoto #13

  20. SERGIO ha detto:

    come da copione, hanno speso negli anni settanta ottanta miliardi per costruire la piattaforma in cemento che doveva essere destinata per navi traghetto ed ora dopo anni di voluto abbandono, grazie ai poilici che abbiamo, ecco spuntare case per siuri, alberghi etc, chissa se potremo ancora entrare nell’ ex porto vecchio??

  21. paolo apollonio ha detto:

    secondo me dovreste costruire una enorme serra per contenere tutto il porto vecchio, appenderci un cartello all’ingresso, che reca la seguente scritta: MUSEO DELLA MENTALITA’ TRIESTINA.
    penso che verrebbero da tutto il mondo per vedere da vicino come si ragiona in questa citta’.

  22. arlon ha detto:

    Mentalità triestina un corno.

    Ghe xe stade (e ghe xe) dele volontà ben precise, nel tignir tuto fermo. E le vien sia da Trieste (4 gatti masso-mafiosetti) sia da Roma (tuti i governi per 60 anni).

    El triestin medio, me par mi, che o xe emigrado o la ga ciapada in schena.

    El bel xe che ogi, che se sta verzendo i archivi, le diventa anche provabili con nomi e cognomi, ste “volontà”…

  23. arlon ha detto:

    Xe el stesso concetto del “no se pol”… i xe rivadi fin a farne creder che saria parte della mentalità triestina!!!
    Quando in realtà xe parte de un disegno preciso e zercado per tignir tuto fermo (potere dei media, ah).

  24. Fabio27 ha detto:

    Copio e incollo l’articolo 12 della legge 84/1994, quella vigente sulla portualità:

    “È fatta salva la disciplina vigente per i punti franchi compresi nella zona del porto franco di Trieste. Il Ministro dei trasporti e della navigazione, sentita l’autorità portuale di Trieste, xon proprio decreto stabilisce l’organizzazione amministrativa perf la gestione di detti porti franchi”.

    A quanto ne so, il ministero si è dimenticato (per 15 anni!) di decretare in proposito. Per cui il Porto franco esiste in teoria, ma non in pratica, per la mancanza dello strumento amministrativo. Ricordo che i 15 anni hanno visto governi di ogni tipo, di destra, di sinistra, tecnici, tutti distratti sul problema.

    La colpa degli establishment triestini e regionali è di non aver mai sollevato il problema. Evidentemente il porto franco che non funziona fa comodo a tutti.

    Faccio notare che se anche ci fosse lo strumento amministrativo, scatterebbe il piano B: l’opera di Trenitalia, che semplicemente non serve il porto di Trieste (lo fa in teoria, a tariffe spaziali). Trenitalia è monopolista di fatto: l’ingresso di altri operatori è impedito da norme amministrative talmente complicate che i player internazionali preferiscono tenersi alla larga.

    In conclusione è una faccenda tutta italiana, coperta dal silenzio connivente delle autorità locali (siamo tutti patrtioti, no?)

  25. Alessandro ha detto:

    @21 “chissa se potremo ANCORA entrare nell’ ex porto vecchio??”

    Mah, senza polemiche, no entro nel merito della legge ma me par che entrar nel porto vecchio iera perlomeno difficile anche fin ‘desso…

  26. giampaolo lonzar ha detto:

    @ 7 Alessandro e altri- La costruzion del porto nuovo si rese necessaria oltre che per l’aumento dei traffici anche per l’aumento del tonnellaggio medio delle navi che avevano bisogno di piu’ pescaggio, in effetti ora anche i fondali del Porto nuovo sono per la stessa ragione limitativi, il progetto di allargare i moli e’ per avere a disposiione fondali ben oltre i 10 mt. Gia con l’Austria esisteva il progetto del Molo VII costruito solo dopo la 2a Guerra .
    Il PFV va da una profondita’minima di 3,65 Mt ad una Max di 8,82 solo il terminal Adria ha 12,77 mt ma e’ poco praticabile perche se c’e’ bora le navi la hanno al traverso e per l’effetto vela rischiano di rompere gli ormeggi inoltre l’ingresso Nord che ha un pennello trasversale rende rischiosa la manovra d’ingresso.
    Il PFN ha pescagg da 8,51 a 10,03 mt
    tranne il terminal ro-ro 12,16 mt mentre il VII va da 9,72 a 14,29 MT
    La destinazione diversa piu’ che dei traffici
    toglie la possibilita’ della trasformazione delle merci in regime di punto franco che in soldoni vuol dire che se arrivano sia via terra che via mare pelli greggie , partono borsette o come succedeva prima arrivava alcool, vino etc, partiva cognac imbottigliato .
    La chiusura ai traffici merci oltre che una violazione dei trattati internazionali e’ l’ennesimo furto all’economia cittadina.
    Qui siamo difronte ad una futura speculazione edilizia che pochi eletti avranno beneficio.
    Il terminal passeggeri escluse le grandi navi
    che sono un biglietto da visita, per traghetti verso la Grecia es. otrebbbe essere fatto
    presso la ex Frigomar in Zona Industriale che ha fondale di 7,90 mt e con poco investimento ristrutturare gli edifici esistenti , molto pratico perche vicino alla grande viabilita’ con zero impatto sul traffico cittadino gia congestionato di suo.
    Io non credo al “NO SE POL ” ma credo al “NO SE VOL” che e’ tutto un altro concetto.

  27. marisa ha detto:

    Assomiglia tanto a ciò che sta facendo PROMOTUR nella montagna friulana: milioni su milioni di euro spesi per piste da sci da discesa e funivie che incrementano solo la speculazione edilizia delle seconde case e non fermano minimamente il disastroso spopolamento della montagna friulana….

  28. Paolo Geri ha detto:

    #19. mauricets

    “ma è legale dismettere il punto franco?”

    Se per “dismettere” intendi abolire non si può fare. Se invece parliamo di trasferirlo ad altra localizzazione (ad esempio nel porto nuovo) i pareri sono contrastanti. Ma la maggioranza degli esperti di diritto afferma che è lecito farlo.

  29. SERGIO ha detto:

    penso che il PAOLO APPOLONIO non ha capito molto, anzi…, secondo lui è meglio fare palazzi per siuri, che posti lavoro per l’economia di Trieste, e bravo, se non lo ha ancora capito la mentalità di quelli che hanno a cuore il futuro di questa città andata progressimamente in malora, non avendo politici con le ……, avrebbero voluto che il porto tornasse a lavorare come porto Franco,

  30. SERGIO ha detto:

    mi scuso PAOLO APOLLONIO

  31. arlon ha detto:

    Trattato de pase, Allegato VII, Articolo 3.4 — FORMALMENTE VALIDO ANCHE PER L’ITALIA:

    In case it shall be necessary to increase the area of the Free Port such increase may be made upon the proposal of the Director of the Free Port by decision of the Council of Government with the approval of the popular Assembly

    = NO, no se pol spostar un bel niente, al max se pol slargar.

    —–

    In general, invitassi tuti a legerse la legge sul porto, e farse un’idea. Xe terrificante cos’ che i tien tuto blocado. E noi che ghe lasemo candidamente…

    Basta zercar su google (o dove che volè) per trovar sia i testi originai, sia commenti vari
    http://www.google.com/search?client=safari&rls=en&q=%22peace+treaty%22+%22annex+viii%22+%22trieste%22&ie=UTF-8&oe=UTF-8

  32. arlon ha detto:

    p.s: iera allegato VIII, quel citado.

  33. arlon ha detto:

    p.p.s: con bona pase de “la maggioranza degli esperti di diritto”, probabilmente pagada per esser conniventi ad hoc.

  34. Kaiokasin ha detto:

    Provo a fare la pecora nera. Pur con tutte le preoccupazioni e i dubbi, soprattutto per i soggetti coinvolti nell’operazione, che non mi ispirano per niente fiducia, sono favorevole a utilizzare (la parte attualmente inutilizzata) del porto vecchio: meglio costruire in ambiti già urbanizzati che edificare ancora in Carso o in Costiera (i siori potranno farsi la casa lì e non far danni altrove). Idem per le darsene, che stanno massacrando le coste italiane (e non solo), meglio farle lì (qualche posto di lavoro ci scapperà pure). Idem per l’università che si mangia m.te Valerio, mettiamola là. Poi ci sarebbe spazio per un polo museale (una follia mandare il museo di storia naturale in periferia, dove un turista non arriverà mai) e altre strutture per il turismo. Se la classe politica fosse capace, non dovrebbe costituire ‘sto gran problema spostare il punto franco in porto nuovo. Che senso ha avere i tir in piazza libertà e sulle rive? (adesso skatenatevi con le risposte, evitate gli insulti, grazie).

  35. Dag ha detto:

    Mi fa piacere che Rizzani De Eccher abbia tante commesse (è un’azienda friulana), ma mi crea più di qualche sospetto che abbia così tante commesse pubbliche…
    Porto di Trieste, il nuovo villaggio di Sistiana, la costruzione della sede del FVG di Udine…

  36. giampaolo lonzar ha detto:

    @35 KAIOKASIN . Fermo restando l’aspetto giuridico della questione, per evitare i TIR in citta’c’e’ gia’ la galleria di circonvallazione costruita a questo proposito (20 anni)per evitare il famoso treno delle rive, non per i TIR ma per mettere i containers sul treno e fare shuttle tra PFV e PFN
    L’uso del PFV ad uso traffico navale e’chiaramente superato per la dimensione delle navi attuale, ma questo non limita l’uso di trasformazione delle merci per cui il Punto Franco e’ stato fatto, Per il resto Lei ha completamente ragione, ma chi mettiamo a fare arbitro sulla destinazione di usi civici e civili , rispetteranno secondo Lei i volumi oppure faranno qualche grattacielo , io non mi fido !!!

  37. Tergestin ha detto:

    @ Arlon 34

    Te sa si’.
    L’amarezza in sta’ cita’ xe de gaver le pezze al cul o quasi e gaver la cassaforte piena. Ma le ciave no i ne le vol dar.

  38. Kat ha detto:

    36 Dag lo pensano tutti. non siamo mica scemi. spiegateci il motivo Rizzani De Eccher

  39. capitan ha detto:

    e Vidoni? I gà fat un scagaz a Pieris.

  40. Paolo Geri ha detto:

    #35. kaiokasin

    “Provo a fare la pecora nera …..”

    Siamo già in due 🙂

    #34. arlon

    “la maggioranza degli esperti di diritto”, probabilmente pagada per esser conniventi ad hoc”

    Se siano pagati o meno non lo so. Ma so sicuramente che sono loro che determineranno le decisioni in merito che saranno assunte da chi di competenza (Governo Italiano, Europa e persino ONU). Se loro dicono che “il Trattato di pace è superato da quello di Osimo” (cosa su cui personalmente ho seri dubbi) così sarà deciso. Allora forse è il caso che iniziamo a pensare COME gestire le novità nell’ interesse della città, senza restare fermi al NO SE POL.
    Detto per inciso all’ incontro Giunta- III Circoscrizione il sindaco Cosolini ha chiaramente affermato che per lui il punto franco si può spostare.

  41. Fabio27 ha detto:

    @37: è vero, esiste la galleria di circonvallazione. Ma manca il vettore che possa usarla. Trenitalia ha sospeso il servizio in uscita da Porto vecchio, rendendo praticamente inutile Adria Terminal. Qualcuno ha protestato timidamente, poi silenzio. Si vede che va bene così.

    @41: il trattato di Osimo non può essere richiamato a proposito del trattato di pace in quanto si tratta di un bilaterale. Il trattato di pace fu firmato da una quantità di paesi, alcuni dei quali, cito gli Stati Uniti, non proprio irrilevanti. Sul tema dell’allegato VII, il trattato di Osimo non può sostituire neppure il Memorandum di Londra, che confermava il porto franco nei termini dell’allegato VII, in quanto i firmatari non erano gli stessi. E non è un caso che la legge 84/1994, successiva a Osimo, confermi il porto franco. Solo che, guarda caso, i governi si sono sempre dimenticati del regolamento attuativo (quello sì, fonte di possibili grane giusiziarie).
    Morale: di fronte al partito del cemento sono tutti molto pronti a prendere posizione. I traffici del porto di Trieste non suscitano l’interesse di nessuno. Sarà un caso bipartisan?

  42. arlon ha detto:

    Geri:
    “Se siano pagati o meno non lo so. Ma so sicuramente che sono loro che determineranno le decisioni in merito che saranno assunte da chi di competenza (Governo Italiano, Europa e persino ONU).”

    Questa xe bella. Lasando star la barzeleta italiana, perché mai UE e ONU dovessi preferir scoltar esperti (ma quali, po’?), piutosto che semplicemente andarse a leger l’unica legge IN VIGOR e aplicarla?

    “Se loro dicono che “il Trattato di pace è superato da quello di Osimo” (cosa su cui personalmente ho seri dubbi) così sarà deciso.”

    Benissimo. L’articolo che go citado xe de le parti del tratato che NO vien tocade da Osimo (che peraltro val quel che val, cioé ben poco).
    Indi, anche l’italia nel 2011 ga i articoli entro el 20 del allegato VIII come PROPRIE LEGGI.

    L’Italia stessa no aplica le sue leggi, violandole anzi apertamente, e tignindo ferma una cità per farghe favori a amici e mafie. Curioso, no? “Curioso” anche che nisun giornalista se stia inacorzendo de questo…

  43. Mi pare che si tenda a semplificare un pò tutto… Non vedo come si possa superare un Trattato di pace con una decisione univoca dello Stato sconfitto… Il Trattato di Osimo è a sua volta illegittimo perché mero accordo bilaterale tra Italia e Jugoslavia mai ratificato dai sottoscrittori del Trattato di pace… In ogni caso anche se si pensasse di poter superare la legalità internazionale (ma questo diventerebbe un precedente pericoloso) rimarrebbe sempre da capire come potrebbero essere avviati i lavori nel Porto Vecchio entro il 2012 visto che i progetti dovrebbero appena essere sottoposti alla procedura di VIA…

  44. Luigi (veneziano) ha detto:

    Roberto Giurastante dice che il trattato di Osimo è illegittimo: la stessa identica posizione del MSI dei tempi di Almirante e di Forza Nuova oggi!

    L.

  45. arlon ha detto:

    @Kaiokaskin:
    nisun disi che no devi eser riutilizado el porto vecio. Ma, prova a pensar se el regime de porto franco/libero previsto da le leggi atuali fossi aplicado: te podessi gaver el tuo tocheto de magazzin/etc, e importar-lavorar-esportar QUALSIASI prodotto senza pagar tasse.

    No se podessi integrar questo tipo de lavori, insieme a qualche ufficio, marina, e co. oltre che a qualche nave “feeder”?

    Ma saria bel farlo in legalità, no a condizioni de PURA SPECULAZION (i paga 7€ al metro quadro de affitto al anno, se rendemo conto?)!

  46. Franco Tremul ha detto:

    # 35 Kaiocasin

    Sicuramente il tuo è un discorso ragionevole, il guaio è che il progetto per come è stato impostato rischia di far diventare la zona una specie di Porto San Rocco triestino, cioè una specie di ghetto per ricchi completamente avulso dalla città.
    Allo stato attuale, prescindendo dal degrado nel quale versa il Porto vecchio e dalla mancata utilizzazione di un’enorme area all’interno del centro cittadino, il vero problema, a mio avviso, è la frattura che esiste tra il centro e Barcola. Mai visto qualche triestino passeggiare in Viale Miramare tra la stazione e Barcola? Mai visto qualche turista su quei marciapiedi? Viale Miramare in realtà è una specie di strada statale urbana che divide due zone di Trieste rendendo Barcola, di fatto, tale e quale ad un paese carsico: praticamente irraggiungibile se non su ruota.
    Da quello che si capisce, il progetto Portocittà (www.portocitta.com/it/progetto/)non si occupa minimamente di sanare tale frattura, anzi Il muro che dalla stazione corre lungo il viale sino a Barcola permarrebbe, ci sarebbe insomma un di là e un di qua del muro che non integrerebbe la zona riqualificata con il resto della città. Il progetto prevede infatti il recupero del “waterfront” (e ogni volta che inconttro barbarismi dove si potrebbe usare la lingua italiana io sento odor di fregatura, mi spiace ma son fatto così) ma volta completamente le spalle al retroterra non immaginando un’altra facciata verso il viale.
    Altri dubbi sorgono inoltre quando si leggono le cifre: 30.000 fruitori quotidiani mi sembra un numero completamente esagerato per una città in costante decremento demografico, i 35.000 mq2 di verde sembrano completamente avulsi – mi ricordano lo spazio destinato a prato di fronte al Palatrieste, non viene usato neanche per portare a passeggio i cani – da un un utilizzo razionale, gli 84.000 mq2 di nuovi edifici non si capisce bene a cosa dovrebbero essere destinati se non a creare una cittadella turistica popolata per un paio di masi all’anno. Neanche dire che stento ancora a capire cosa sia concretamente un “centro direzionale”.
    Ecco, lasciando stare l’eterno dilemma “no se pol”-“no se vol”, quello che mi pare è che gran parte del progetto assomigli a quello della TAV, cioè molta teoria, molte congetture, ma scarsa adesione alla realtà, senza una razionale utilizzazione degli spazi una compatibilità col contesto che lo circonda.

    # 4 Bruno

    Se te ga un panfilo de trentazinque metri te poderà pescar sul moleto, cagar in acqua, far insoma quel c…o che te vol!

  47. Franco Tremul ha detto:

    # 47 le ultime righe leggisi: senza una razionale utilizzazione degli spazi, senza una compatibilità col contesto che lo circonda.

  48. arlon ha detto:

    a chi che specula no ghe ga mai interesado de far le robe in modo sensado: masta mover bori.

  49. arlon ha detto:

    iera: basta.

  50. Kaiokasin ha detto:

    Sì, anch’io ho mille dubbi come Franco Tremul. Il rischio di creare un ghetto per “siori” (o se si escludono le residenze, come dice qualcuno, un pezzo di città vivo solo dalle 8.00 alle 20.00 e poi deserto, tipo la Dèfense di Parigi), sicuramente c’è. Allora aggiungiamo qualche casa dello studente e qualche casa popolare (ce n’è un gran bisogno), così sarà un pezzo di città viva in più. Poi non so se le case popolari interessano a Rizzani De Eccher e le banche finanziatrici. Quando la defonta ha costruito il Borgo Teresiano e il Borgo Giuseppino come ha fatto? Ci vorrebbe una cosa del genere. Gli appetiti speculativi rimangono un macigno, ma anche il non fare niente sarebbe criminale. (e Giurastante stranamente non ha citato il terrapieno del ferroviario che in pratica se non erro è una discarica, forse anche quello è un problema da affrontare).

  51. Franco Tremul ha detto:

    Anche a me piacerebbe sapere cosa ne pensa Roberto Giurastante sulla bonifica del terrapieno.

  52. Fiora ha detto:

    ,”gli appetiti speculativi rimangono un macigno ma anche il non fare niente sarebbe criminale”
    E dici bene Kaiokasin !!
    Leggo di promesse di smentite e di svariate ipotesi, con distacco, disincanto divenuto ormai fastidio, direttamente proporzionali all’amore per la mia città.
    Cresce il distacco, il disincanto e il fastidio, man mano che tutto rimane tale e quale.
    Speriamo che non siano solo blabla e che “gli
    appetiti speculativi” non ci mangino un’ altra fetta così cospicua del nostro patrimonio, per farne, per dirla con parole tue ” un ghetto per siori”.

  53. Mauro M. ha detto:

    #51 & #52: Giurastante parla della discarica del terrapieno di barcola e di molte altre nel suo libro “Tracce di legalità”. Potete trovare qualche parola in proposito anche in questi due articoli: http://www.greenaction-transnational.org/index.php?option=com_content&view=article&id=180:balneazione-una-regione-a-cinque-stelle-nere&catid=1:campagna-coste&Itemid=50 e http://www.greenaction-transnational.org/index.php?option=com_content&view=article&id=153:un-mare-di-veleni&catid=36:campagna-inquinamento&Itemid=41
    (sicuramente ce ne saranno anche altri, ma possono bastare per farsi un’idea di massima)

  54. Paolo Geri ha detto:

    #43. arlon

    Ne riparliamo fra qualche anno e vedremo che cosa sarà successo.
    Negli anni Settanta erano in tanti a sostenere che il Trattato di Osimo non “poteva avere validità internazionale”. E oggi è una realtà.

  55. Bibliotopa ha detto:

    Io ringrazio il commento n 27 che ci dà le misure dei fondali. Dove sono i tanto decantati fondali di 18 metri??

  56. Franco Tremul ha detto:

    # 54

    Grazie Mauro, però mi sono espresso male.
    Quello che mi interesserebbe sapere da Roberto Giurastante è come pensa si possa fare la bonifica della discarica, quali sono i tempi che secondo lui sarebbero necessari ed eventualmente quali sarebbero i costi. Il tutto per capire la reale praticabilità dell’operazione, perlomeno in tempi brevi.

  57. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Paolo Geri
    Negli anni ’70 quelli che dicevano che Osimo non era valido erano sostanzialmente i neofascisti. L’ONU ha regolarmente registrato il trattato e nessuna delle potenze firmatarie del Trattato di Pace del 1947 ha aperto bocca.

    Pensare oggi – 2011 – di rimettere in discussione questo trattato, che volenti o nolenti è un cardine assoluto non tanto della Repubblica italiana, quanto della Repubblica di Slovenia, significa far esplodere letteralmente quest’ultimo paese. Tornerebbe in ballo il trattato di adesione della Slovenia all’UE, una decina di trattati e accordi confinari fra Italia, Slovenia e Croazia, gli accordi per l’ingresso nell’UE della Croazia.

    I neo/postfascisti e gli esuli più incazzosi lo sanno benissimo, per cui loro è da quarant’anni che danno contro al trattato.

    Sorprendente che uno come te sia perfettamente in linea con uno come Lacota.

    L.

  58. Mauro M. ha detto:

    @Luigi:

    Il trattato di osimo, anche se lo si volesse dare per valido (pur non essendolo per svariati motivi), dice tra le tante cose che:
    1. italia e (ex)yugoslavia devono cooperare per far funzionare a dovere il porto franco di trieste (cosa che non sta accadendo);
    2. dopo 30 anni dalla sua entrata in vigore può essere ridiscusso e modificato.

    Ora, per quanto riguarda il punto 1, i contraenti non stanno rispettando i patti presi (con conseguente impoverimento di trieste e non solo) e per questo (ma non solo) sarebbe più che logico decidere di rescindere il contratto per inadempienza delle parti.

    In particolare vorrei sottolineare che la volontà di far rispettare le leggi non è né di destra né di sinistra, ma si tratta semplicemente di buon senso, onestà e amor proprio (e della città).

  59. Mauricets ha detto:

    il trattato di osimo è stato una gabella per l’italia che ha pagato piu del dovuto. questo è il punto altro che fare salti mentali e allusione. e tu Luigi lo sai benissimo. non fare il solito demagogo.

  60. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Mauro P.

    Intanto bisogna dire che quello che comunemente si chiama “Trattato di Osimo” – e cioè l’accordo sui confini – non parla nemmeno di striscio della zona franca di Trieste. Quello è un ALTRO TRATTATO, e precisamente l’ “Accordo sulla promozione della cooperazione economica” firmato da Italia e Jugoslavia il 10 novembre 1975, a latere del Trattato sui confini.

    Se poi vai a leggere questo accordo, ti accorgerai che hai sbagliato due volte: infatti in esso non si parla dello sviluppo del porto franco di Trieste, ma della “famosa” creazione della “Zona Franca” del Carso! Non solo: all’art. 7 dell’accordo si stabiliva che Italia e Jugoslavia avrebbero dovuto incoraggiare “una cooperazione stretta e permanente fra i porti dell’Adriatico del Nord”. Quindi in realtà Italia e Jugoslavia prendevano in considerazione Fiume, Capodistria, Trieste, Porto Nogaro, Venezia e Ravenna, non solo Trieste!

    Tutto ciò premesso, è assolutamente noto a tutti che questo SECONDO accordo in pratica non è mai partito, così com’è assolutamente noto a tutti che il trattato sui confini non solo è assolutamente valido, ma – è stato ribadito in almeno cinquanta salse diverse – è pietra ANGOLARE dell’esistenza della Slovenia e della Croazia, che non hanno nessunissimo interesse a ridiscuterlo, anzi: escludono asoslutamente qualsiasi forma di discussione in merito.

    Ma non solo: come evidentemente non sai, l’accordo sui confini – ai sensi dell’articolo 7 – è stato notificato ancora nel 1975 agli Alleati e al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Nessuno di essi ha avuto nulla a che ridire, il che significa che il trattato di pace del 1947 è stato – su questo punto, come su molti altri – superato sia dalla storia che dal diritto internazionale.

    Chi è allora che è ancora incazzato contro Osimo?

    Una parte oramai minoritaria del mondo degli esuli, che sperava nel momento dello sfacelo della jugoslavia di poter ridiscutere i confini.

    In pratica, quattro gatti, cui si aggiungono i quattro gatti TLT-isti.

    Otto gatti in tutto.

    L.

  61. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Mauricets

    Io invece dico che il trattato di Osimo è stato un atto dovuto: nel 1975 non si poteva nemmeno pensare di arrivare al dopo Tito col problema dei confini italo-jugoslavi ancora aperto.

    Slovenia e Croazia dovrebbero ricordarsi di questo trattato come di un ENORME passo a favore della Jugoslavia da parte dell’Italia, e di riflesso a favore dei suoi stati successori. Ripeto: si pensi solo per un momento a cosa sarebbe successo se il confine fra Italia e Jugoslavia non fosse stato definito, al momento dello scoppio delle guerre in Jugoslavia! Niente niente che a qualche furbone potesse venire in mente di impelagare le forze armate italiane in quell’allegra carneficina!

    L.

  62. Mauricets ha detto:

    ma questo non toglie che è stato pagato dall’alitalia piu del dovuto. non un trattato alla pari, ma pagato a prezzo d’inflazione. ora abbiamo stati diversi, monete diverse. cosa c’entra la slo con la jugo? è ora di andare oltre e di competere alla pari. senza la palla al piede che ci vogliono appioppare.

  63. #57 I costi della bonifica integrale del terrapieno di Barcola sono stimabili tra i 75 e i 100 milioni di Euro per la parte a terra a cui bisogna aggiungere quelli della bonifica dei fondali marini antistanti nemmeno analizzati. Considerando la vastità dell’inquinamento portato ai fondali marini le cifre sarebbero esorbitanti. Il problema però non è solo il terrapieno di Barcola. Da Barcola fino a Muggia l’intera area portuale è un susseguirsi continuo di discariche a mare. Almeno una ventina di km di discariche. Si consideri che questo pesantissimo inquinamento ha interessato pesantemente i fondali marini. Due terzi del Sito Inquinato Nazionale di Trieste riguardano aree a mare. Nessuna analisi (caratterizzazione) dell’inquinamento marino è stata fino ad ora eseguita. I costi di una bonifica completa di tutte le zone inquinate nel porto di Trieste possono essere stimati in almeno 4 miliardi di Euro. Ma la bonifica sarebbe estremamente lunga e complessa (prima le discariche costiere con barriera di contenimento a mare, poi i fondali di cui dovrebbero essere dragati molti metri). Si consideri che l’inquinamento in alcuni punti ha superato i venti metri di profondità. Stiamo parlando di un grande disastro ambientale scaricato su Trieste dalla “buona” amministrazione italiana.

  64. bruno ha detto:

    64@ 75-100 millionniii troppo buono, co’ riva i disinquinatori l’apppettittto vien mangiando…gavè visto le servizio delle jene della maddalena…plotta de cemento a terra e quel che xe zà in mar el resta, no ghe xe soluzion, dimentichemose le bonifiche e andemo avanti a far quel che se devi…. porto e lavor (cossa credevi?).

  65. giampaolo lonzar ha detto:

    @@@ Vari – Trattato di Osimo – Luigi “please “lascia stare i fascisti che sono quelli che hanno fatto il maggior danno a Trieste. Il Trattato di Osimo e’ stato un tradimento alla citta’e “puzza di bruciato” perche’ fatto e sottoscritto di notte a Villa Leopardi e alla mattina quando mi son svegliato ed ho comprato il giornale ho letto il ” fait complì”, nessuno ne sapeva nulla . Le cose piu’ importanti erano che la linea di demarcazione tra la Zona A e la Zona B diventava confine di stato, l’Italia rinunciava la sovranita’ sulla Zona B e la riconosceva “de jure” territorio Jugoslavo,il progetto di una Zona Franca a cavallo del confine Zona Fernetti , mai realizzato ed il Commissario del governo Italiano non esisteva piu’,( che era in pratica l’Ambasciatore Italiano nel TLT) in quel momento Trieste e’ diventata territorio Italiano ed il TLT e’ cessato di esistere e non nel 1954 come erroneamente tutti credono.
    La prova e’ che tutti quelli nati nella Zona B fino al ’75 hanno titolo per chiedere la cittadinanza Italiana .
    Il trattato di Osimo fa riferimento all’atto di costituzione del TLT, legato al trattato di pace del ’47 il quale prevede che tutti gli accordi bilaterai tra Italia e Jugoslavia devono essere sottomessi
    alla comissione Franco-Anglo-Americana ed ai rappresentati di URSS per approvazione e seguente presentazione all’ONU,
    apparentemente la procedura prevista non e’ stata seguita, questo diventa campo di battaglia dei giuristi internazinali , io non sono all’altezza di valutare questi cavilli ,inoltre sembra che chi ha firmato i protocollli non avesse i mandati previsti , qui
    c’e’ in ballo la nullita’ dell’atto .

  66. giampaolo lonzar ha detto:

    56 BIBLIOTOPA – Io ho omesso i fondali del Terminal SIOT (Oleodotto ) perche’ ho ritenuto non interessanti ai fini del traffico portuale,
    per completezza sono Ormeggio 1 – 16,72 Mt- Ormeggio 2,3,4 : 17,33 Mt. e relativo canale di accesso Per la cronaca le profondita’ sono sempre riferite alla media delle piu’ basse “basse maree” dell’anno.

  67. Paolo Geri ha detto:

    #58. Luigi (veneziano)

    Leggi meglio quanto scrivo. Non discuto politicamente il Trattato di Osimo. Figurati. Come PCI l’ abbiamo sostenuto a spada tratta negli anni Settanta. Ed è del tutto evidente che oggi è intoccabile e immodificabile anche per le ragioni che giustamente esponi. Dico – ed è altra cosa – che è un pasticcio giuridico. E come me la pensavano – come ho ricordato – due che proprio stupidini non erano come Manlio Cecovini e Diego de Castro. Cecovini negli anni Ottanta chiedeva l’ autonomia amministrativa per Trieste (sul modello per capirsi della provincia autonoma di Bolzano) proprio facendo leva – anche in sede europea, dove fu parlamentare – su questa base. Poi se avesse ragione o meno è un altro discorso su cui le opinioni possono essere diverse.

  68. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Paolo Geri
    Come sicuramente saprai, il diritto internazionale pubblico è sostanzialmente un diritto di natura pattizia. Non esiste un codiece di procedura; non esiste – salvo per determinate materie – un tribunale cui appellarsi.

    Ti faccio un esempio: il Kosovo ha dichiarato la propria indipendenza. Ne aveva diritto, stanti le norme interne jugoslave prima e serbe poi? Manco per il cavolo! Eppure l’ha dichiarata, e una gran parte dei paesi occidentali ha riconosciuto il paese.

    La Serbia secondo te può far causa a Pristina? E a chi la fa? Quando? Dove?

    Lo stesso dicasi per Osimo: qualsiasi fosse il presupposto, la procedura, la storia eccetera, e da pazzi pensare che tramite le carte bollate si rimetta in piedi quell’aborto mai nato del Territorio Libero di Trieste.

    E poi – detta francamente – l’unico paese che avrebbe tutto da guadagnare dall’invalidazione del Trattato di Osimo sarebbe l’Italia. Si pensi solo al fatto che a questo punto la proprietà di oltre il 90% degli immobili di Capodistria, Isola, Pirano, Buie, Cittanova ed altre cittadine tornerebbe disputata. Gli esuli potrebbero piantare migliaia di cause, e perfino parte del terreno su cui sorge il porto di Capodistria (!!!) – rapinato a vari esuli negli anni ’50 – tornerebbe in discussione.

    A questo punto, uno potrebbe pensare che questi fautori del ritorno del TLT siano sovvenzionati da qualche oscuro servizio segreto italiano per destabilizzare Slovenia e Croazia…

    L.

  69. Comitato Odbor PLT ha detto:

    fintantoche ci si riferisce a illustri giuristi internazionalisti italiani o di parte allora avremo sempre scritto e riscritto detto e stradetto trito e ritrito che il TLT non é mai esistito e che il Porto Libero, o franco pei italiani, é un porto italiano, come Koper é un porto sloveno.

    La legge parla chiarissima e tutte le varie INTERPRETAZIONI sono irrilevanti.
    se si mette in discussione il Trattato di Pace con l’Italia allora veramenente si vuole un’altra guerra in terra europea.

    Il Territorio Libero e il Porto Libero di Trieste sono delle entitá legali a tutti gli effetti di legge e NESSUNO puó contrastare questo status.

    Il popolo del Territorio Libero di Trieste c’é esiste, ma é stato ed e’DISCRIMINATO.

    La continua violazione degli accordi internazionali che riguardano i DIRITTI CIVILI POLITICI ed UMANI dei cittadini del TLT, e la continua violazione degli accordi internazionali, come la 16-esima Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, non fanno “bene” a noi, ma neanche al mondo intero che si aspetta che questa Organizzazione internazionale mondiale, l’ONU, garantisca l’efficacia e il rispetto della legge colla conseguenza diretta di assicurare tutti noi un mondo fatto di pace e di sicurezza internazionale di rispetto dei diritti umani e l’indiscriminazione di tutti gli esseri umani.

    Due sono i punti fondamentali che insistono sull’annullamento degli Accordi di Osimo: come é stato possibile parlare a nome del Popolo del Territorio Libero di Trieste, e da chi hanno avuto l’autorizzazione o mandato per darsi una sovranitá di un territorio internazionale e demilitarizzato garantito dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, oltre al l’inconcepibile assunzione di proprietá o sovranitá del Porto Libero di Trieste, territorio delle Nazioni Unite.

    http://www.portoliberotrieste.org , leggi l’analisi degli accordi di osimo e non solo.

    Triestini a chi vi dice che il TLT non esiste e a chi vi dice che il Porto Libero é un porto italiano e a chi vi dice che voi come triestini non avete nessun diritto tranquillamente podé MANDARLO IN MONA!
    é piú importante il futuro di tuo figlio o assecondare l’illegalitá con tutto il marciume putrulento che porta?

    Comitato Odbor PLT – prima di parlare bisogna leggere assieme la legge scritta e questa é il Trattato di Pace con l’Italia.

    Il consiglio di Sicurezza e il Secretary-General sono informati, aspettiamo la loro presa di posizione per la finalizzazione del TLT-PLT, la Nazione Internazionale di Trieste (primo esempio mondiale di territorio internazionale governato dalle Nazioni Unite).

  70. Luigi (l'altro) ha detto:

    @ Paolo Geri

    Mi ripeto anche qua.

    De Castro non ha detto da nessuna parte che Osimo non ha del tutto chiuso giuridicamente la questione del TLT.

    Il suo passo a cui credo tu ti sia riferito per la tua affermazione, parla difatti solo delle riserve di carattere politico (non giuridico) che in Italia e, soprattutto, in Jugoslavia si nutrirono in generale sulle risoluzioni dei trattati riguardo i confini, anche dopo Osimo.

    Queste riserve erano nate alla vigilia della firma italiana al Trattato di Parigi del 1947. Da una parte difatti l’Italia lo riteneva eccessivamente duro, vedendosi costretta ad accettare clausole dure, specie sulla frontiera orientale (e per questo alcuni intimavano pure di non arrivare alla firma). Dall’altra la Jugoslavia sapeva che non ne sarebbe uscita sentendosi pienamente realizzata nelle sue aspirazioni territoriali.

    Quelle stesse riserve si erano poi ovviamente ingigantite colla situazione di incertezza sul TLT per la mancata piena applicazione dell’art. 21 del Trattato di Pace con l’Italia.

    Fatto salvo ciò, De Castro metteva però bene l’accento sul fatto che invece giuridicamente, come rilevava Udina (da lui citato), il Trattato di Osimo fosse stato la pietra tombale su tutto.

    Pure le Nazioni Unite avevano, dopo aver registrato il Trattato, accolto la richiesta congiunta di Italia e Jugoslavia del 23 maggio 1977 per la cancellazione dell’o.d.g sulla nomina del governatore del TLT.

    Perciò, in soldoni, De Castro affermò il contrario di quanto gli hai messo in bocca te.

    Per leggere il mio primo messaggio (con le citazioni) vai qui: https://bora.la/2011/10/04/a-trieste-non-ci-sara-via-12-giugno-1945-bocciata-la-mozione-di-unaltra-trieste/comment-page-3/

    @ Comitato Odbor PLT

    Senza cattiveria, mi chiedo come fai a ripetere sempre pedantemente la solita tiritera e non voler guardare in faccia altra realtà che quella che ti sei fatto.

    L.

  71. Marcus ha detto:

    caro Luigi, allora de Castro no so chi fossi ma senz’altro el xe de poco conto, come del resto tutti i altri pseudo triestini che ga vendù la patria dei loro fioi e nipoti ai taliani. Insomma un dei tanti che se ga fatto corromper tramite el UZC e desso che sti fioi e nipoti no ga più futuro sti veci xe ancora e ancora la per dar de bever ai giovani che NO SE POL far niente. Ma te se rendi conto che sti quattro corrotti xe giunti alla massima ipocrisia al quale un essere umano pol giunger???
    Allora se no esisteria una 16° Risoluzion del Consiglio de Sicurezza che definisci in chiare lettere che la sovvranità nel TLT xe della comunità internazionale ovvero dei Cittadini con cittadinanza del TLT e che el Consiglio de Sicurezza stesso se prendi tutte le responsabilità per la sicurezza del territorio allora podessimo forsi discuter su ste interpretazioni strampalate de sti grandi lumini della scienza del Diritto Internazionale che ga scrito chilometrici ipotesi che el TLT podessi esser un giorno Italia, ma siccome ESISTI sta 16° Risoluzion http://www.triestfreeport.org/wp-content/uploads/2010/09/IT-La-Nascita-della-Naz.-Internaz.-di-TS.pdf anche un fiol de 8 anni riesci a capir che sti altri professori ne ga ciolto per i fondei per 60 anni.
    Perciò co te affermi che “Pure le Nazioni Unite avevano, dopo aver registrato il Trattato, accolto la richiesta congiunta di Italia e Jugoslavia del 23 maggio 1977 per la cancellazione dell’o.d.g sulla nomina del governatore del TLT.”.
    Allora sto maledetto Trattato de Osimo 1975 tanto decantato da quei che lo ga sostenudo e lo sostien anche tutt’oggi xe sta REGISTRADO al ONU nel 1987 ovvero 12 anni dopo che lo ga firmà la Jugo e l’Italia. La richiesta congiunta del Rappresentante Permanente per l’Italia e quello per la Jugoslavia de levar dal Ordine del Giono del Consiglio de Sicurezza la “Questione Trieste” e “la nomina del Governador” iera nel 1977 ovvero undici anni prima della registrazion. Ora ne el Memorandum de Londra 1954, ne el Trattato de Osimo 1975 xe mai sta RATIFICA’ dal Consiglio de Sicurezza.
    Cosa significa questo?
    Che la sovranità sul TLT xe sempre dei Cittadini del TLT (anche se i xe solamente ca. 700.000 de lori quà e sparsi nel mondo perché esiliati con mille raggiri da parte degli stati confinanti) e la responsabilità xe sempre del Consiglio de Sicurezza come deciso colla 16° Risoluzion del 10 gennaio 1947.
    E Gigi te digo ancora una roba, sta situazion de cacca (amministrazion temporanea e senza sovranità territoriale della Jugo e Italia) ga generà criminalità organizzata e poi nianche el Consiglio de Sicurezza e nemmeno el Padre Eterno pol decider de darghe la sovranità territoriale ai stati confinanti perché se se podessi far saria mi el primo a saludar sta novità perché almeno cussì esistessi una legge alla quale te se pol atinir, poiché cussì no semo ne carne ne pesce e solamente un stupido (vedi l’articolo del quale se parla) va a investir soldi nel PLT (e anche nel TLT)con una concession dada dal amministrador provvisorio. Già me vien de rider de solo co vedo le facce dei concessionari che ga ottenù concessioni dal 1947 in poi e che tutto un colpo devi tornar a chiederle all’autorità competente ovvero al Direttor del PLT definitivo ovvero insediado dal Governador del TLT.
    Insomma un investidor con zervel punteria tutto su la scomessa che el Consiglio de Sicurezza nomini sto Governador e senz’altro no su un Autorità Portuale precaria e per de più incompetente. saluti

  72. ufo ha detto:

    Insoma l’idea de fondo xe che se metemo tuti quanti comodi e tranquili, che prima o poi i paroni del pianeta se rendera conto che su un zerto tratato nisun ga messo la marca da bollo de lire venti e centesimi setanta e, esendo che dal ‘antacinque no i ga mai visto una situazion iregolare senza andar a refar la fazenda xe più che sicuro che spetando un poco prima o dopo i caschi blu nepalesi, liberiani, coreani e dele Figi i fa lo sbarco al Ausonia per impor manu militari la riparazion al orendo eror giudiziario che de decenni pesa su queste terre. Dopo setanta ore de bombardamento preliminare, se capissi, che no i xe miga merli. Perché farse copar a svodo, che tanto le bale de canon le ghe vien rimborsade a piè di lista. Prometo de eser in prima fila cola Nikon, cussì documento, e guai a chi che me pasa davanti l’obietivo. Me par che i più contenti podesi eser i coreani, che no ghe meterà sai a capir che la jota e el kimchi qualcosa in comun lo ga, e i se fermerà qua al posto dei cinesi andai vanti a zercar fortuna de altre parti meno tristi, tanto chi de noi riva veder diferenza tra cinese e corean. Poi visto che ghe xe gloria per tuti e specialmente che gavemo el petrolio (ben trentado serbatoi, sento la spuza fin qua) anca le grandi potenze le scenderà in campo. I mericani che vien via del Irak basta che i fazi el giro largo e i xe za qua, magari i ripeterà lo sbarco in Sacheta per far contenti quei dela CNN che la prima volta xe rivai tardi (no i trovava Trst sula carta, fin quando un ghe ga dito vizin Koper), e se xe mericani no pol mancar i russi, se no i fa la figura de chi no xe più grande potenza. Qualchidun, solito dificile, podessi gaver de ridir sui russi, ma cossa volè, a piantar la bandiera sul Reichstag no i xe zerto rivadi busando le porte e chiedendo se per piazer i li fazeva pasar. Tranquili, no se sa per dove, ma riva anca lori. E dove che riva lori vol venir anca i cinesi (cio, i xe andai anca nelo spazio de sola invidia, no vegnerà a Trst), dove xe i cinesi no pol mancar giaponesi e indiani, e se xe indiani devi eser pachistani, question de orgolio nazional e de preservar l’eredità del centro de fisica che i lo senti come de lori. Insoma dele some, i vien tuti e dopo che i ga libera quel che resta dela cità e che i se ga varda in giro (Cio, ma cossa femo qua? Xe per sto buso che semo partidi in guera?) i cominza a zecar sti famosi abitanti del TLT che i gaveva sto gran bisonio de eser liberai, e desso che i xe liberi podessi gaver voia no digo de eser riconoscenti, ma almeno de rangiarse un poco de soli per far funzionar el posto. Nel fratempo i triestini i xe al bar che i bevi spriz Aperol e i se lamenta del scagaz che i fa tuti sti foresti, che no se pol nianca dormir che fussì un dirito de tuti el silenzio asoluto ale undese e un minuto. E co le potenze ghe chiedi de formar un governo i rispondi “Volentieri”. Se no i gavessi de andar far la spesa de Tuš e dopo del gomista cambiar le riode.

    Bati e ribati ala fin i riva trovar un par de lori che se ga stufà de zogar ogni zorno briscola tresete e va ben se proprio cori i ghe disi de si che i zogera a far el governator e el governo. Prima roba che i fa xe de meter tuto atorno una rede de cantier cussì par che se lavori, seconda roba xe de farghe i busi per i veci che vol cucar drento. Terza roba no i fa, se finidi i soldi. Alora i se ciapa e i va in giro a pitocar per un cafè. El governator del TLT che ghe chiedi al senegalese un euro, e giura che no xe per la bira, la bira ormai costa due. Quel altro no ga, ma ghe regala un libro de poesie del apartaid e un soriso. Intel fratempo tuti quei col fucil in man i xe ga un poco stufà de sto posto che no sucedi niente e no ghe xe nianca un spaceto ventiquatroore o un casinò come che se devi i xe in istria a tociar i pie in smoio, e de la verso casa che i ga familia che speta e robe de far, no i pol perder mesi per sta ciolta per ***. E cossa ga de far un povero governator? Va in giro a veder se qualchidun vol, o volessi, o magari in qualche modo insoma che dopo tuto la multietnica metropoli multicultural la sarà un poco passè e spuza de vecio e de stanza serada, ma che magari col sconto e promese de futuri favori podessi ancora servir qualcossa, e la vien dopotuto con sedise metri de fondal e un per de moli seminovi e un castel sai bel de veder e una Barcolana e quel che xe rimasto de colibrì, cussi magari i prometti de comprtarse ben e qualchidun se la ciol in casa magari per iutar coi lavori. Italia? No, grazie. Abbiamo gia dato, e in cambio se gavemo teniudo la colomba vola e quela Motta e ghe gavemo dà Camber e Menia in tel parlamento, che fin desso no i ga dito niente ma i se la ga ligada giusto un poco. Padania? Quasi che sì, stava per andar, piemontesi e lumbard (che no i ga ben presente de cos’che se parla) i gavessi anca dito de si, basta che sia gratis, ma i furlani, vara ti che boni vizini, i xe andai contarghe tuta la storia e desso i sedise metri de fondal i vol farli no soto del molo setimo ma la del Timavo, che nianca per sbaio un no rivassi pasar. Anca cocodrili, pena che cala el prezo, e fin quel momento se refa con quei che se gonfia. Austria? Nein, danke. Foi rotto giocattolo, foi tenere frantumi. Slovenia? Ne, hvala. Una volta ne gavessi podù vignir utile, ma desso che Koper sta vignindo su tanto ben… e po’ perchè dovessimo far entrar in casa zentomila pensionati e zentoventimila spuzafadighe? Se i iera furlani un pensierin se podeva farghe, ma cussì no.

    Ecco, questa xe in breve la storia de come Trst xe tornada a eser TLT (no la voleva nisun), de come che el vecio tazaanime ga finalmente gavudo el casinò che ga pasà venti ani a sburtar l’idea (no iera altri modi de grumar do lire per pagar i urbi, che anca loro de quando i ga dovudo scontrarse coi paracadutisti dele Figi i vol l’indenità de servizio in tempo de pupoli), e de come che el governator spera tanto che nissun riconossi lo stato più zovine dela tera, perché se i vien e i verzi un ambasciata poi per creanza bisogna restituir el favor e insoma ste robe costa e no ga con quai. Za ghe xe veniudo un colpo co ghe xe cascade le pagine giale in tera e le se ga verte proprio sula pagina del Ambasciata de Abruzo, prima che i ghe spiegassi.

    Pero funziona. Come dito, basta gaver pazienza e prima o dopo i torti i vien indrizai e la giustizia trionfa, o contrario, no son sicuro, devo guardar. Dio, saria sai meio se no fussi de spetar el zorno del giudizio niversal, magari un poco prima se se pol – ma importante xe no perder la fede. Vederè. Come quei de Aquileia, che xe domila e ciapilo ani che i speta de eser riconossudi come legitima seconda cità del impero roman, che no i ga mai meso la marca da bollo sule carte che i ga firmà per no eser più, e no ghe xe la controfirma dei Uni, dei Persiani e dei Altri. E te vedi che ben che i stà, no i ghe da fastidio nissun e no i ga nianca Menia e Camber.

    Che poi magari xe tuto colpa de un semplice eror de traduzion, sta storia che Trieste vol eser libera e indipendente e teritorio, ma senza far fadiga. Chi che ga gira el mondo sa che xe inizià tuto cola Rivoluzion francese, e che per meterla in moto lori i ga per una volta saltà el pranzo e fato la presa dela Bastiglia. Qua de noi la storia la xe rivada un poco diferente, robe che sucedi, tipico patoco co va pel mondo parti baul e torna casson, e cussì Trieste la lota per l’indipendenza la ga capido che xe de farla partir con la ciolta dela pastilia. Quela per dormir, che no se pol far de meno per via del bareto sei cantoni più in là che a mezanote ancora i ciacola in strada e no xe ben e no se pol far ste robe che i pensionati i ga de dormir che doman i se alza sai presto che i ga de far robe importanti tipo cucar nei busi dele redi de cantier per veder cossa nassi sto giro.

    Me par quasi come la storia dela Liberazion de Trieste, quela cola maiuscola. Che come che me la ste contando ghe iera sì quei che xe andai in bosco per vero, e za nel quarantuno, e per liberazion intendeva robe come spararghe veramente a quei altri, ma no se fa cussì, no xe elegante, el vero modo triestin de eser liberadi el xe quel de spetar che ghe pensi qualchidun altro, masimo masimo riunirse de sconto in qualche saloto e scriver letere e se proprio se devi qualcosa tipo un proclama, ma scondendolo in tel casetin che no xe bel atirar atenzion, che podessi suceder che un se fa magari ciapar e portar in via Cologna e dopo xe de perder altro tempo e favori e salamelecchi col prefeto per meterse dacordo e far in modo che i lo sposti magari in piaza Oberdan dove che i xe più civilizai. E poi cossa tuto sto casin dopo le undese e tiri de sciopo e tiri de canon – el vero modo patoco de far una liberazion xe quel de incasar la paga in Reichsmark fino al ventisete de aprile, poi corzerse che no ghe saria stado un altro ventisete del mese e alora andar comunque lavorar, meter una bandiera tricolore sul balcon del posto de lavor (statale) e ciamarla liberazion. Perchè cussì xe andada, i me disi quei che disi de saver: insoma ghe iera sti dozento più furbi dei altri che ga pasà i ani de guera a far i pompieri e i vigli urbani e sai poco altro, e l’ultimo zorno inveze i me disi che i ga gavù un scato de orgolio e ga fato fora vari batalioni de crucchi che inveze i ga pasa i ultimi quatro ani a spararge per vero ala zente e a farse sparar indoso. Se ghe credè a questa pode creder anca ala nipote de Mubarak, semo là. Ma l’importante xe, come go za dito, no perder la fede. No, no quela sul dito, se sè patrioti quela la gavè za regalado ala patria per sostegnir l’econimia autarchica, e no sto parlando nianca de Emilo Fede, che quel chi che lo perdi fa un afar. La fede che Trieste la se, overo podessi eser, insoma se proprio bisogna, e se no se riva trovar altro modo, circa come dir in grado de pretender no volessi dir l’indipendenza, che semo tuti letricisti e ne vien in mente l’impedenza del antena nova per veder digital terestre, no digo quel par de milioni per la piataforma logistica, ma magari cussì un do scartozi de orzo per i colibrì e una coverta per l’inverno per URSSus.

    E son tanto contento de saver che prosimo ano ghe sarà i primi lavori in tel porto vecio, ma se qualchidun disessi anca quando che sarà inveze i ultimi? No che no me fido, ma no xe che femo de novo brute figure come per Cattinara e superstrada? Stavolta metemoghela, sta marca da bollo, volè?

  73. Marcus ha detto:

    caro UFO te ga ragion in tutto, ma ahimé pel porto vecio sulla marca da bollo no pol esser scrito Republica Italiana ma devi esser scrito Teritorio Libero de Trieste.

  74. Alessandro ha detto:

    el tlt pol anche starghe ma nella realtà delle cose, salvo sconvolgimenti allucinanti e imprevedibili accadimenti, el tlt no esisterà mai. No me par cussì difficile de capir che a nissun ghe frega niente del tlt come stato autonomo e indipendente.

  75. giampaolo lonzar ha detto:

    @@@ VARI – Da questa lettera si vede che l’Italia nel 1954 subentra all’amministrazione Anglo-Americana ma il Territorio non diventa Italiano
    http://freeterritory.files.wordpress.com/2011/10/040b.jpg
    http://freeterritory.files.wordpress.com/2011/10/041b.jpg

  76. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ lonzar

    Chissà perché, tutti questi TLT-isti regolarmente dimenticano che la grande maggioranza dell’estensione in kmq TLT non è passata all’Italia, ma alla Jugoslavia. Chissà perché, tutti questi TLT-isti non esistono al di là dell’attuale confine.

    Ma – dico io – avete l’idea di come verrebbe presa localmente la notizia per cui Capodistria o Cittanova o Umago dovrebbero staccarsi da Slovenia e Croazia per andare a far parte di un microstato con capitale Trieste? A forconate nella schiena finirebbe, altro che storie!

    L.

  77. Mauricets ha detto:

    voi parlate di osimo come di un trattato degno di questo nome. osimo è sato portato avanti da eugenio carbone. un affiliato alla P2.

    e volete dare qualche parvenza di onestà intellettuale a tale accordo? concordato tra un piduista e una oligarchia yugo? alla triestina “DEMO DEI!!!”

    ” Eugenio Carbone, il cui nome verrà in seguito trovato nella lista degli iscritti alla Loggia P2″

    http://it.wikipedia.org/wiki/Trattato_di_Osimo

  78. Mauricets ha detto:

    e per quanto riguarda Silvio e i contatti con Eugenio, risulta:

    Dalla lettera del 27/9/92 inviata a Silvio Berlusconi da Eugenio Carbone, allegata agli atti del caso Kollbrunner in cui e’ inquisito Claudio Martelli: “…Licio (Gelli n.d.r.) ed Egidio (Carenini n.d.r.) si erano offerti a farle pervenire una mia “lettera-proposta” al fine di rendere piu’ probabile che lei, pur col suo enorme e assorbente lavoro, la leggesse…” e prosegue “…la mia situazione, Licio forae le ha detto, dipende sempre dalla controversia non ancora chiusa, dopo 10 anni, per la fratellanza…”. Altra lettera del 29/7/92, sempre di Eugenio Carbone a Berlusconi “…non avrei mai immaginato di doverla disturbare per questo, ma e’ solo a un vero amico che e’ possibile farlo, pensando che egli sia l’unico che possa foronteggiare la cosa, senza ricorso a banche ma ad altri enti finanziari…”. Sotto la firma Carbone scrive un’annotazione: “Inviato a Licio e ad Egidio”., l’italiano non e’, evidentemente, la materia piu’ studiata da certi potenti…. anche se sufficiente per comprendere i rapporti fra “sua emittenza” e la P2.

    DEMO DEI!!! gli istriani votando PDL se lo sono messi in quel posto da soli. Bravi.

    http://www.strano.net/wd/ba_bl/berlu002.htm

  79. Mauricets ha detto:

    Luigi Veneziano DEMO DEI!!! tu sai e fai finta di non sapere.

  80. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Mauricets

    Se per quello, anche il padre della legge sul divorzio – Antonio Baslini – era della P2.

    Che vogliamo dire, che adesso la aboliamo?

    Ragiona con la tua testa e non per slogan!

    L.

  81. Mauricets ha detto:

    legge sul divorzio fata malissimo. da riformare certamente. o no? o sostieni che è una ottima legge?

  82. Mauricets ha detto:

    ma a me non frega niente di beghe ideologiche, mi interessano i fatti tipo questo:
    “La costruzione dell’autostrada, peraltro contemplata come obbligatoria per la Slovenia dagli Accordi di Osimo, dovrebbero cominciare non prima del 2014 o del 2015. Difficile prevedere l’inizio dei lavori in quanto le casse statali slovene al momento piangono.

    http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2011/07/02/news/autostrade-slovenia-pronta-a-partire-con-la-cosina-fiume-1.711235

  83. Mauricets ha detto:

    cosa vuol dire? che PAGHERA’ L’ITALIA?

  84. Marcus ha detto:

    @Luigi er Veneziano, ma a te chi ti dice che gli amministratori, temporanei e senza sovranità territoriale sloveni e croati, gli dispiace di restituire al legittimo propretario ovvero alla comunità internazionale o ancora meglio ai cittadini del TLT, la zona B??? Tu sei talmente in dietro con le carte che non ti sei ancora accorto che il TLT è un autentico guadagno per questi due piccoli stati che in questo momento si trovano in difficoltà economica.
    Poi chi ti dice che ai concittadini con cittadinanza del TLT che hanno dovuto emigrare dalla zona B gli dispiace di riottenere ciò che hanno perso quando sono emigrati? caro Luigi prima di scrivere pensa cosa che stai scrivendo se con dar del tempo perdi credibilità.

  85. giampaolo lonzar ha detto:

    @ 77 VENEZIANO : Ognuno ha le proprie opinioni che ritengo sono sacre del resto vede Lei che e’ di Venezia parla anzi scrive liberamente su cose e problemi che riteniamo
    a torto o ragione NOSTRI, nessuno o forse molto pochi le hanno detto ” MIND YOUR OWN GONDOLAS”, vorrei vedere se vado su una rubrica Veneziana , non so se esiste , se mi lasciano commentare cose lagunari come Lei fa con quelle Triestine. Inoltre quelli che di noi sono filo TLT o Austronostalgici , ci lasci almeno sognare , perche’ l’Italia che adesso e’ di destra e prima per piu’ anni era di sinistra sempre Italia e’,era e sara’!!!

  86. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ lonzar

    Certo che lei vive in un mondo vagamente allucinato, dove un triestino non può commentare ciò che accade a Venezia e viceversa.

    Ad ogni modo, io genero parte del mio reddito a Trieste, città dove passo dai quattro ai dieci giorni al mese.

    Concludo però dicendomi d’accordo con lei: sognare non costa nulla, per cui continui pure nella massima tranquillità.

    L.

  87. Tergestin ha detto:

    Esser indipendentisti o austriacanti xe una libera scelta. Quando -e solo quando- qualchedun me trovera’ anca solo el 10% tra i tanti indipendentisti che ghe iera soto el TLT (terzo partito iera el Fronte dell’Indipendenza) de pregiudicadi, picchiatori, criminai de guerra, razzisti dichiaradi, agenti dei servizi deviadi, massoni e agitatori de profession, rispeto a quei che ingrossava e ingrossa le frange nazionaliste, allora e solo allora podera’ venirme a dir qualcossa sperando de gaver un briciolo credibilita’.

  88. giampaolo lonzar ha detto:

    87 Veneziano : Vede , come vivo comunque sono affari miei, pero’ ho un educazione , cosa che purtroppo Lei non ha e non avra’ mai !!!Io non mi permetterei mai e poi mai di dirLe che vive in un mondo allucinato. La mia cultura ed educazione Imperial Regia avuta dalla mia famiglia non me lo fa venir fuori perche’ io rispetto anche quelli che non la pensano come me.
    Inoltre gia’ nella sua dichiarazione che il suo reddito lo ha a Trieste perche’ viene 3/4 volte alla settimana,si sente in diritto di offendere ed insultare attraverso questi post tutta la gente che non e’ in linea con il suo pensiero; questo dimostra la ua velleità colonialista ,non so se della Repubblica Veneta o di quella Italiana ma comunque colonialista!!!
    Lei e’ solo arrogante e come Le ho gia detto anche un antipatico inutile ed e’ gente Italica come Lei che mi fa essere Austronostalgico e filo TLT ; quelli come me sono l’effetto di gente che si comporta come Lei.
    Per sua informazione le cito quello che disse un corrispondente Viennese a Trieste quando dovette abbandonare la citta’ che stava per essere “liberata” dall’Italia : ” Lascio questa citta’ con rammarico e dispiacere ,che il Governo di Vienna fece crescere e prosperare e che purtroppo verrà amministrata dall’arroganza figlia dell’ignoranza ” , Fu un profeta !!!!

  89. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ lonzar
    Confermo quanto ho scritto: è un mondo vagamente allucinato quello in cui uno di Venezia non può parlare di Trieste, e viceversa. Un mondo dove esistono ancora questi gustosi aneddoti su corrispondenti viennesi morti cent’anni fa presi come fosse oro colato.

    A differenza sua, però, non scaglio anatemi o proclami; non giudico un intero popolo sulla base di babbionate galattiche; non scrivo espressioni come “gente Italica” o “gente barbara” o “gente nipponica” o “gente scandinava”: mi piace – se del caso – giudicare una persona per quel che fa, non per quel che è o che penso che sia. Non ho – di conseguenza – nessuna puzza sotto il naso né verso gli italiani, né verso gli austriaci, né verso i bantù, né verso chicchessia.

    E poi, sa che le dico? Più passano gli anni, più mi pare che gran parte dei problemi di Trieste derivino proprio da quelli che vedono le cose col cannocchiale rovesciato, e che vivono nel tempo di Sua Maestà Regia e Imperiale o al tempo del Maresciallo Tito.

    Continui pure a vivere nel trapassato remoto, lonzar: ma non creda che questo le faccia avere chissà quale primogenitura.

    Pensi un po’ il caso e rifletta su questo aneddoto: quest’anno ho avuto la necessità e la voglia di rifarmi l’equipaggiamento da montagna. Ho fatto risuolare le mie scarpe da ferrata da un tizio di Montebelluna; ho acquistato un paio di pantaloni di una ditta di Bolzano più un sacco a pelo e uno zaino di una ditta piemontese da un rivenditore tedesco, una giacca a vento austriaca in Inghilterra, un paio di maglie in lana merinos da un tizio delle Marche, un altimetro francese da un rivenditore francese. Ritengo che chi non è attrezzato per un orizzonte per lo meno europeo non abbia la possibilità di interpretare la realtà attuale. Pensi un po’ che posso pensare di quelli il cui confine mentale si ferma a San Giusto o – per dirne un’altra – in piazza San Marco a Venezia, e tutto ciò che sta a ovest e a sud (come agli altri punti cardinali) è merda.

    Mi stia bene.

    L.

  90. Alessandro ha detto:

    @vari. Al di la delle preferenze politiche di ognuno, possiamo almeno concordare sul fatto che il TLT è un ipotesi remotisssssssssssima, o no?

  91. giampaolo lonzar ha detto:

    @90 Luigi V. – Mi dispiace per Lei , ma continua ad essere maleducato , nonostante si sforzi di controllarsi non ce la fa , oltretutto capisce quello e come vuole Lei ; i latini dicevano ” Quod natura non datur ars non fit”.Visto che vuol sfondare con la sua internazionalita’ e quello che Le preme e’ dimostrare che e’ superiore perche’ ha un complesso di superiorita’ Le faccio sapere
    che il mio confine non e’ San Giusto ( si vede che conosce Trieste) anchio so dov’e San Marco, presto la mia opera in un attivita’navale a Trieste con filiali in Slovenia,Croazia, Montenegro; che opera per marchi Tedeschi,Inglesi,Americani, Russi, Polacchi che mi portano a essere sempre in questi paesi oltre al Triestino parlo Italiano, Inglese, Croato, Spagnolo, Francese, Tedesco ,so leggere anche in cirillico e scriverlo pero’ solo in stampatellio, ho alle mie spalle una carriera a bordo delle navi mercantili come Uff.le di Coperta e Comando, ho una Laurea in Scienze Politiche conseguita negli USA, ora sono single ma ho 3 figli e 5 nipoti e ho 70 anni e lavoro ancora perche’ mi piace vado in palestra 3 volte alla settmana se sono a Trieste ed in Europa fino a 1000 Km vado in auto.
    Se Le servono altri elementi per continuare ad insultare ,me lo dica e sara’ mia premura e dovere collaborare

  92. Mauricets ha detto:

    90Luigi (veneziano)
    hai scritto una valanga di cagate.
    i tuoi compaesani hanno una visione del mondo come i cavalli: con il paraocchi. basata vedere quanti votano Lega. altro che visione europea! in veneto al di la dell’orto non si vede. se non altro per quella nebbia che riduce in muffa il cervello.DEMO DEI!

  93. Fabio27 ha detto:

    Vorrei precisare che il Memorandum di Londra, nel testo ufficiale (inglese) parlava di linea di confine tra Italia e Jugoslavia. Nella traduzione francese, per fare un favore all’Italia, si trasformò in linea di demarcazione. I governi italiani poterono così dire di non aver rinunciato alla sovranità sulla zona B. Era una balla. Stati Uniti e Gran Bretagna considerarono sempre il confine come definitivo, in attesa di un trattato diretto tra Italia e Jugoslavia. Ogniqualvolta la diplomazia italiana provò a sollevare la questione della sovranità della zona B, non risposero neppure. Il problema non esisteva. Osimo non fu altro che una ratifica di un dato di fatto, stipulato su pressione della diplomazia americana che, dopo Helsinki, considerava ridicola una questione di frontiera ancora aperta in Europa. L’Italia non rinunciò a nulla. Quella della sovranità sulla zona B dopo il 1947 è una favola metropolitana che la DC sostenne per tenersi buoni gli esuli, e che poi gli si rivoltò contro. Che poi l’Italia abbia amministrato male Trieste, il suo porto e i suoi collegamenti ferroviari è un’altra questione.

  94. giampaolo lonzar ha detto:

    @91 Alessandro : In effetti puo’ sembrare remotissssssima ma nella situazione politica attuale , che siamo vicini a quello che una volta si chiamava “RIBALTON” e’ anche un opportunita’.
    Negli ultimi 30 anni abbiamo visto cadere cose che sembravano immortali come le Piramidi . Io ero a Berlino 3 settimane prima della caduta del muro , la Germania si e’ riunita e nessuno avrebbe scommesso un Groschen su questo avvenimento epocale. E’ caduta l’Unione Sovietica,sono rinati gli stati Baltici, tutte le Reppubliche Turcomanne sono indipendenti i Cechi si son Separati dai Slovacchi,quasi tutte le nazioni dell’ex Patto di Varsavia fanno parte della NATO, la Jugoslavia si e’ spaccata
    dopo una sanguinosa guerra in altri 7 stati.
    Pertanto le probabilita’ del remotissimo sono uguali a quelle dell’immediato.

  95. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ lonzar
    No è la prima volta – e non credo nemmeno sarà l’ultima – che internettianamente uno mi dice “lei non sa chi sono io”.

    Buon per lei che possa sfoderare quel po-po di curriculum.

    Resta il fatto che il detto latino da lei citato (fra l’altro malamente: il verbo al passivo “datur” qui non ci sta) è esattamente opposto: “Quod natura relinquit imperfectum, ars perficit”.

    @ mauricets
    Sei troppo oxfordiano per i miei gusti.

    @ Fabio27
    Sono d’accordissimo con te. Mi permetto solo di aggiungere che chi s’inventò la teoria della permanenza della sovranità italiana sulla zona B del TLT fu un giurista dell’università di Trieste, nell’anno del Signore 1949.

    L.

  96. Mauricets ha detto:

    94Fabio27
    non è vero. l’italia rinnuncio a NON accollarsi miliardi di pensioni inesistenti per un giorno di militare. rinuncio a far pagare i pedaggi autostradali. rinuncio a far valere il ruolo del porto di trieste. rinuncio a perseguire i criminali yugo. l’italia calo le braghe e vendette i propri diritti per un piatto di lenticchie dato agli esuli. cioè per voti alla DC. basta dire che eugenio carbone guido la trattativa. un uomo legato alla P2

    “Fu il primo trattato internazionale i cui negoziati per l’Italia non vennero curati dal Ministero degli Affari Esteri. L’incarico venne affidato dal Governo ad un dirigente del Ministero dell’Industria, Eugenio Carbone, il cui nome verrà in seguito trovato nella lista degli iscritti alla Loggia P2, e che resterà successivamente coinvolto in indagini giudiziarie”

    SVEGLIA!!!!!

    http://it.wikipedia.org/wiki/Trattato_di_Osimo

  97. Luigi (veneziano) ha detto:

    Ed ho sbagliato pure io: “ars perfecit”, non “perficit”!

    L.

  98. giampaolo lonzar ha detto:

    @ Fabio 27 – Mi scusi se voglio fare una precisazione sulla Demarcation Line . Io
    ho sia delle carte geografiche del ” Hydrographic Office USA che di altri Istituti Geografici di organizzazini governative ante 54 ed ante Osimo dove il tratto che va dalle vicinanzee di Punta Sottile verso est a congiungere il confine del TLT dell’epoca sta scritto “DEMARCATION LINE” mentre il confine del TLT dalla strettoia di San Giovanni in Tuba e’ scritto STATE BOUNDARY appena dopo Osimo le carte sono state corrette con la dicitura State Boundary.
    Per il resto non eltro nel merito in quanto e’ tuttora termine di opinioni ed interpretazioni.

  99. Mauricets ha detto:

    96Luigi (veneziano)
    pensa al tuo veneto dove gli imprenditori dopo la giacca e cravatta vanno con i trans, per poi andare in chiesa alla domenica. dove ci sono piu tossici che nel bronx.

  100. Fiora ha detto:

    @Giampaolo Lonzar,visto il tuo esplicito quanto lusinghiero outing, mi permetto un personal O.T. hai fatto l’Accademia Navale di Livorno come A.U.C. durante il servizio militare?
    @Luigi, che bel ogni tanto un latinista!
    ” Quis fuit orrendos primus qui protulit enses. Quam ferus et vere ferreus ille fuit”
    E pò bon!
    Cossa la xè diventada coffe ? Siiii ! 😀

  101. giampaolo lonzar ha detto:

    98 L. Veneziano : Ora Lei anche pateticamente infantile.
    .

  102. giampaolo lonzar ha detto:

    101 FIORA – No niente AUC – Finito il nautico sono andato direttamente a bordo di una petroliera Americana della GULF OIL come Alllievo Uff.le di Coperta

  103. arlon ha detto:

    Ufo, te prego. Scrivi un libro!

  104. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Fiora
    Latinista? Non allarghiamoci: ho solo fatto il classico. Come prof. di latinogrecoitalianostoriageografia al ginnasio avevo un prete, con la mania di farci andare a memoria brani interi sia di greco che di latino.

    Per cui m’è rimasto

    “Amnis ab his tacuit. Factum mirabile cunctos
    moverat; irridet credentes, utque deorum
    spretor erat mentisque ferox Ixione natus ecc.ecc.”, così come

    Ἠὼς μὲν κροκόπεπλος ἀπ’ Ὠκεανοῖο ῥοάων
    ὄρνυθ’, ἵν’ ἀθανάτοισι φόως φέροι ἠδὲ βροτοῖσιν·

    La prima volta che ho visto il libro di greco di mio fratello maggiore, ricordo d’aver pensato: “Perché mio padre sta studiando l’arabo?”

    L.

  105. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ lonzar 102
    Faccia pace con sé stesso. La prego.

    L.

  106. Mauricets ha detto:

    cosa vuol dire “Ed ho sbagliato pure io”?
    traduciamo?
    pure io sommo sapiente e unto dal signore una volta ogni mille anni sbaglio. quasi come voi mortali.

  107. chinaski ha detto:

    ‘desso fazzo anche mi el figo:

    Keine Gegenstände aus dem Fenster werfen!

  108. chinaski ha detto:

    oui je suis Catherine Deneuve

  109. maja ha detto:

    anche mi, anche mi!

    so scriver in cirillico. anche in corsivo. (savevo una volta, perlomeno.) son figa?

  110. chinaski ha detto:

    ja, natürlich! pero’ scometo che no te sa scriver in grego stando su un pie solo.

  111. maja ha detto:

    no, quel no, go fato solo un umile scientifico. però posso porconar in qualcosa come 6 lingue (calcolando anche i dialeti). val per la gara?

  112. chinaski ha detto:

    el porcon val dopio. e se te rivi a anagramar coretamente el toponimo “codroipo” entro 10 secondi, te ga el bonus.

  113. chinaski ha detto:

    (ah, questo me lo ga segnalado el picolo chimico http://www.youtube.com/watch?v=mr1Bm5h5B3w )

  114. maja ha detto:

    cellò, cellò!
    cosa go vinto? el classico mongolino?

  115. Katja ha detto:

    anche mi so scriver in cirillico corsivo cossa finzo?

  116. maja ha detto:

    quel del 115, katja. xe bastanza per tuti, me par.

  117. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Mauricets 107
    Significa semplicemente quel che ho scritto: ho corretto una frase in latino di Lonzar, ed ho sbagliato pure io.

    Non pensavo che fosse difficile da capirsi: è italiano.

    L.

  118. chinaski ha detto:

    me par ben. lahko noč (dopo un canon come quel del 115 me par sconta’) (peca’ che no esisti emoticon adeguadi al caso)

  119. chinaski ha detto:

    120 iera per maja e katja, oviamente. ma se luigi vol un tiro, i won’t bogart that joint.

  120. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ chinaski
    Ti parrà una cosa strana (ma forse anche no), eppure io non ho mai assunto nessuna droga in vita mia, di nessun tipo. E sono anche stato due anni in stanza con un tizio di Campobasso che quasi tutte le sere si faceva un supercannone di (come lo chiamava lui) “ternano purissimo”. Quindi – tuttalpiù – qualche dose di fumo passivo è stato il massimo.

    L.

  121. maja ha detto:

    ma forse anche no.

  122. Fabio27 ha detto:

    @99–Gianfranco Lonzar. In proposito è esplicito Diego de Castro nel suo “La questione di Trieste” (vol.2, pagina 1021): «Non riuscimmo a far adottare nel testo ufficiale le parole “linea di demarcazione” (demarcation line), ma furono usate quelle che significano “confine” (boundary, border) e così il Memorandum fu provvisorio per noi e definitivo per gli jugoslavi. Ripeto che il trattato di Osimo costituì la fatale conseguenza di questa ambiguità del Memorandum, voluta dagli Alleati».

  123. giampaolo lonzar ha detto:

    @106 -Veneziano – Purtroppo ha ragione ,non si puo’ combattere la maleducazione !!!

  124. giampaolo lonzar ha detto:

    126 Fabio – La ringrazio per il riferimento.
    Testo che ho anch’io. In ogni caso quello che era mia intenzione evidenziare e’ che nella cartografia ufficiale degli stati tipo Istituti Idrografici,Mappe Militari questa dicitura “Demarcation Line ” e’stata usata fino al Trattato di Osimo. Una volta mi e’ capitata tra le mani anche una carta nautica dell’Istituto Idrografico Sovietico e pure su quella era riportata la stessa dicitura.

  125. giampaolo lonzar ha detto:

    @111-112-113 etc – Gave’ ragion de far ironia!
    ma un che se senti internazional perke’ el va del kaligher a Montebelluna me ga fato scapotar.

  126. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ lonzar

    Io capisco che lei possa sperare di trovare qualche sponda, ma il problema rimane tutto suo: deve cercare di far pace con sé stesso, id est con la storia della sua città.

    Altrimenti finirà come Alberto Sordi: “A me m’ha rovinato la guera…”

    E basta con ‘sta storia del 1918, del 1945, del 1954, del 1975.

    Mentre lei si perde in pipponi intergalattici, un posto come Montebelluna – che a lei fa tanto ridere – è diventato in quarant’anni la capitale mondiale della scarpa sportiva: l’altroieri girava con le pezze al culo, ieri l’ha sorpassata in curva, oggi le fa ciao ciao con la manina girandosi all’indietro!

    Ma lei può continuare a sognare.

    L.

  127. Fiora ha detto:

    @130 Montebelluna diventata la metropoli della scarpa? bravi e ‘vanti de … sto passo 😉 ‘lora!
    Infati, “Bisogna che tutto cambi…” vecia , ma sempre attuale, come nel suo disincanto altrettanto efficacemente sintetizza il Maestro Pilat mutevolezza e intercambiabilità delle umane cose e situazioni :

    ” Te volessi ‘ndar in ferie a ONOLULU O PORDENON”

    Ps: un sentito grazie a Dave the Wave, per aver catalogato tutta la produzione del Nostro e di altri illustri cantautori nostrani, facilitandone il recupero mnemonico! 🙂

  128. giampaolo lonzar ha detto:

    @130 Veneziano – La giri .la volti come vuole.
    Da come la espone rimane sempre un maleducato.
    Io senza suoi suggerimenti faccio e penso quello che voglio, punto. Inoltre la snmetta perche’ sta rasentando lo ” Stalking”

  129. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Fiora

    Ebbene sì, cara Fiora. A Montebelluna e nell’immediato circondario trovi gli stabilimenti di:

    Geox
    Diadora
    Lotto
    Scarpa
    Asolo
    Nordica
    Tecnica
    Caber
    Lange
    Brixia
    San Marco
    Lowa
    Stonefly
    Rollerblade ecc.ecc.

    Questi qui mentre Trieste era il primo porto dell’Impero – grazie al monopolio imposto da Vienna – morivano letteralmente di fame ed avevano un tasso di analfabetismo spaventoso. Adesso sono il primo distretto della scarpa al mondo, primi nello scarpone da montagna, primi negli stivali da moto, primi nelle scarpe da ciclismo, primi nei pattini da ghiaccio e in linea, secondi nelle scarpe da calcio e da tennis, con oltre 500 aziende, 8.000 addetti diretti e 70.000 con l’indotto, e oltre 2 miliardi di Euro di fatturato diretto nel settore. Da soli, i signori di Montebelluna esportano più merci dell’intero Friuli-Venezia Giulia.

    C’è un famoso saggio socio-economico sulla mentalità di questa gente, all’interno del quale si legge che nel 1970 non esisteva una piscina in tutta la zona, perché la morale comune la riteneva cosa troppo licenziosa, alla pari del rossetto troppo vivace e delle calze di nylon.

    L.

  130. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ lonzar
    Stalking? Lei può ovviamente pensare e fare tutto quel che vuole, ma dovrebbe usare parole delle quali conosce il significato.

    L.

  131. Marcus ha detto:

    @Luigi (veneziano), Fabio27 e giampaolo lonzar
    Il Memorandum di Londra 54′ non è mai stato ratificato ne dall’Italia, ne dalla Jugoslavia e nemmeno dal Cosiglio di Sicurezza. Detto questo il Trattato di Osimo 75′ che cerca di rendere le zone d’amministrazione A e B affidate all’Italia e Jugoslavia, temporaneamente e senza sovranità territoriale, privo dell’elemento fondante ovvero la ratifica da parte del Consiglio di Sicurezza e dunque Nullo e Non Avvenuto.
    Mi preme di spiegare questo fatto in quanto sia l’Italia, sia la Jugoslavia e successivamente la Slovenia e Croazia per poter far parte dell’ONU devono attenersi alle prescrizioni date da questa organizzazione internazionale che comprende quasi tutte le nazioni di questo globo ed a tal proposito consiglio di leggere il Trattato sul interpretazione dei Trattati stipulati tra Stati, Stati ed Organizzazioni Internazionali e tra Organizzazioni Internazionali (vedi http://untreaty.un.org/ilc/texts/instruments/english/conventions/1_2_1986.pdf ).
    @ Fabio. Insomma bisogna evitare di correre dietro ad interpretazioni di giuristi come De Castro che naturalmente non hanno alcun valore in merito al diritto internazionale e tanto meno del TLT anche perché fatte in maniera infantile e di parte.
    @ Giampaolo. Per quanto riguarda la questione “LINEA DI DEMARCAZIONE” questa definisce solamente il confine tra le due zone d’amministrazione (A e B) ovvero ce solamente un riferimento a questa linea che si trova nel Allegato VII all’articolo 1 che cita: “Fino all’entrata in funzione del
    Governatore, il Territorio Libero continuerà ad essere amministrato dai comandi militari
    alleati operanti ciascuno nella LORO RISPETTIVA ZONA.” (vedi anche http://portoliberotrieste.org/ doc ufficiali).
    Nel caso del TLT esiste ufficialmente solamente una “LINEA DI CONFINE” tra l’Italia ed il TLT e tra la Jugoslavia ed il TLT e poi quella più importante di tutte la inea di confine marittimo (vedi Trattato di Pace con l’Italia 1947 artt. 4, 11 e 22 e Annex I).
    Perché?
    Il Porto Libero di Trieste PLT (Annex VIII, “Strumento per il Porto Libero di Trieste”) è territorio extraterritoriale ovvero su questo territorio nessun Stato di tutto il mondo può applicare la propria legge nazionale ovvero un altra legge che quella contenuta nel predetto Allegato. Questo significa che i confini marittimi del TLT garantiscono al traffico marittimo destinato al PLT, che è territorio internazionale, l’accesso alle acque internazionali.
    Allora mi pare che ce poco da filosofare, o le 193 nazioni facenti parte del ONU + il TLT (che deve essere naturalmente ancora attuato, vedi articolo 38 del Allegato VI Statuto Permanente per il TLT) decidono all’unaminità di regalare all’Italia il loro territorio situato nel PLT oppure come credo personalmente sarà finalizzato entro breve il TLT applicando il sudetto articolo 38 che cita: “Il presente Statuto entra in vigore nella data che sarà determinata dal Consiglio di Sicurezza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.”
    Come ultimo accorgimento per Luigi (veneziano) voglio precisare che il Trattato di Pace con l’Italia, RATIFICATO in data 15 settembre 1947 sostituisce tutti i trattati italiani precedenti a questa data ed è l’unico documento che definisce i confini politici e territoriali dell’Italia attuale e appunto la sovranità italiana finisce sul confine dell’attuale Slovenia e alle foci del Timavo con il TLT.
    Insomma è inutile continuare ad insistere che la provincia di Trieste (come anche la zona B) sarebbe territorio con sovranità della Repubblica d’Italia (Slovenia, Croazia), poiché questa sovvranità non ci sarà mai neanche tra un millione di anni, perciò per il bene del popolo italiano, sloveno e croato dobbiamo accettare e rispettare il popolo internazionale triestino (cittadini con la cittadinanza del TLT, Allegato VI, art. 6) che non è altro che un mix di tanti popoli incluso quelli dei stati confinanti.

  132. giampaolo lonzar ha detto:

    @135 MARCUS – Ringrazio , in ogni caso avevo coscienza della “linea di Demarcazione” ed era a questa che mi riferivo ed e’ questa che viene riportata sulle Carte Geografiche da me
    citate. Per il resto concordo.

  133. Alessandro ha detto:

    @135 e quando sarà “finalizzato” il tlt secondo lei?

  134. Marcus ha detto:

    @ 136 Giampaolo, grazie.
    @ 137 Alessandro, poco tempo fà al Consiglio di Sicurezza ONU è stato formalmente richiesto la rimessa all’ordine del giorno della “nomina del Governatore per il TLT”.
    Per il secondo quesito ovvero “la questione Trieste”, questo nella richiesta di messa al o.d.g. è stato tralascito con la motivazione che il problema non esiste più a causa della situazione storica radicalmente mutata. In pratica non esiste più il motivo d’attrito interetnico (sloveno/italiano), e l’attrito ideologico (comunismo e capitalismo) in quanto la “cortina di ferro” è stata dissolta nel 1989 con la fine della guerra fredda.
    Perciò auguriamoci che la diplomazia internazionale lavori velocemente così che possiamo quanto prima iniziare a gestire il porto come previsto legalmente.
    In poche parole, ricuperare la credibilità internazionale che significa investimenti per aggiornare (costruire, ri-costruire) il porto per le esigenze dell’utenza del Centroeuropa nonché mondiale.
    Se viene gestito legalmente il porto automaticamente esiste anche il TLT tutto, ovvero da Devin a Cittanova (vedi anche la spiegazione dei confini delle acque territoriali nel post 135).

  135. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Marcus

    Mi dispiace, ma il tuo ragionamento è un vero disastro completo.

    1. Il trattato di Osimo è del 1975.
    2. Il “Trattato sull’interpretazione dei Trattati stipulati tra Stati, Stati ed Organizzazioni Internazionali e tra Organizzazioni Internazionali” è del 1986, ma – udite, udite! – NON E’ ANCORA ENTRATO IN VIGORE! L’Italia l’ha firmato ed è per questo motivo che nel 1987 ha spedito il Trattato di Osimo all’ONU (questa distanza di 12 anni i TLT-isti credono sia densa di oscuri significati…) ritenendosi obbligata al suo rispetto nonostante non sia ancora entrato in vigore. Ma la Slovenia non l’ha ancora firmato, e ovviamente la Jugoslavia non lo firmerà mai. ERGO: attualmente non c’entra un fico secco e non ha alcun valore coattivo. Sul totale degli stati mondiali, è stato firmato da 29 (ventinove!), e cioè da una piccola minoranza. Mancano – fra gli altri – gli USA, la Russia, la Cina e la Francia, e cioè i quattro quinti dei membri permanenti del consiglio di sicurezza dell’ONU!
    3. Il memorandum di Londra non è stato mai ratificato perché – come ti spiegherà uno studente al secondo anno di giurisprudenza – non era e non è un vero e proprio trattato internazionale, come invece il trattato di Osimo. Di conseguenza, non aveva alcuna necessità d’essere ratificato dal nostro parlamento.

    Roba da matti…

    L.

  136. Luigi (veneziano) ha detto:

    @marcus

    “Insomma è inutile continuare ad insistere che la provincia di Trieste (come anche la zona B) sarebbe territorio con sovranità della Repubblica d’Italia (Slovenia, Croazia), poiché questa sovvranità non ci sarà mai neanche tra un millione di anni, perciò per il bene del popolo italiano, sloveno e croato dobbiamo accettare e rispettare il popolo internazionale triestino (cittadini con la cittadinanza del TLT, Allegato VI, art. 6) che non è altro che un mix di tanti popoli incluso quelli dei stati confinanti.”

    Hai dimenticato un corollario: se vale solo e unicamente il trattato di pace, i passaggi di proprietà del TLT a seguito del memorandum di Londra sono nulli, di conseguenza il 90% dei beni immobili di Capodistria, Pirano, Isola, Buje, Salvore, Cittanova, Umago e tutte le campagne, DEVONO tornare ai proprietari originari, o ai loro eredi.

    Una pacchia per gli esuli, e a questo punto il 20% del terreno su cui sorge il porto di Capodistria va ai privati!

    L.

  137. Alessandro Bortolin ha detto:

    sono stato a Buie d’Istria tempo fa e nel centro, a riempire le case abbandonate, la seconda generazione di serbi e altri popoli dell’ex-yugo. Qualora, remota ipotesi, il TLT si costituisse e le proprietà dovessero tornare ai proprietari ed eredi, si dovrebbero cacciare gli attuali residenti o si procederebbe ad una liquidazione in denaro? e in tal caso chi verserebbe i soldi? Sono curioso…

  138. Marcus ha detto:

    @ Luigi er veneziano, ti te parli, parli e te se contradixi sempre, ma perché me devo occupar sempre de fenomeni che no sa cosa che i parla e scrivi, famè saver se i te paga e chi te paga per el tempo che te passi a scriver cazzade.

    Allora te affermi: “Il “Trattato sull’interpretazione dei Trattati stipulati tra Stati, Stati ed Organizzazioni Internazionali e tra Organizzazioni Internazionali” è del 1986, ma – udite, udite! – NON E’ ANCORA ENTRATO IN VIGORE! ” DOVE STA SCRITTO che no xe in vigor anzi a sto punto te domando se per te la “Carta delle Nazioni Unite http://treaties.un.org/doc/Publication/CTC/uncharter.pdf ” xe in vigor oppure no ????.

    Poi te scrivi: “3. Il memorandum di Londra non è stato mai ratificato perché – come ti spiegherà uno studente al secondo anno di giurisprudenza – non era e non è un vero e proprio trattato internazionale, come invece il trattato di Osimo. Di conseguenza, non aveva alcuna necessità d’essere ratificato dal nostro parlamento.”
    Allora spiega ai lettori de BoraLA, come xe possibile che i taliani e jugi ga stipulà, firmà e ratificà el Trattato de Osimo del 10 novembre 1975 e anche registrado all’ONU nel 1987 el quale warda caso zerca de far diventar el confin tra la zona A e B un confin internazional visto che el Memorandum de Londra NO XE NIANCHE UN TRATTATO ma come te dixi ti carta cul? In pratica te digo mi che i ga fatto sto trattato de Osimo sulla base de una lettera d’intenti per serar la question del risarcimento dei danni de guerra da parte del Italia alla Jugoslavia utilizzando i beni dei esuli come merce de scambio. Ma warda ti che furbi! Tuttavia no servi poiché come già spiegà e recipì dalla maggiornaza dei lettori de sto online giornal, la sovranità talianska e jugoslovanska nel TLT no iera e no sarà mai. Leggitè l’appropriazion illegal del TLT http://portoliberotrieste.org/ .
    Gigi taja curto e va farte almeno la 5° elementare e no sta parlar de studenti de giurisprudenza al secondo anno.

    Poi te scrivi: “Hai dimenticato un corollario: se vale solo e unicamente il trattato di pace, i passaggi di proprietà del TLT a seguito del memorandum di Londra sono nulli, di conseguenza il 90% dei beni immobili di Capodistria, Pirano, Isola, Buje, Salvore, Cittanova, Umago e tutte le campagne, DEVONO tornare ai proprietari originari, o ai loro eredi.

    Una pacchia per gli esuli, e a questo punto il 20% del terreno su cui sorge il porto di Capodistria va ai privati!”

    Ma cos’ te passa per la testa!!! Xe logico che i beni privati che son stadi nazionalizzati illegalmente nel TLT zona A e B, va restituidi o risarcidi (conforme le possibilità attuali) ai leggittimi proprietari. Ma te par che i cittadini del TLT xe ladri??????!!!!!!
    No te ga ancora capì che al TLT no ghe ne pol fregar a meno de risarcir i propri cittadini derubati in quanto metterà in conto el risarcimento a quei che ga fatto el danno. Dio no xe venezian (furlan), chi no paga oggi paga doman.

    Scusè la modifica del dito, e naturalmente senza offesa se pol anche dir “dio no xe talian, chi no paga oggi paga doman”

  139. Marcus ha detto:

    @ Alessandro Bortolin, come già spiegato al Luigi saranno senz’altro risarciti i beni abbandonati. Il motivo sta nel fatto che l’ex Jugoslavia non poteva nazionalizzare niente nella zona B in quanto come detto era ed è solamente un amministratore provisorio e senza sovranità territoriale della zona affidata tramite il MoU di Londra 1954. Per tale motivo è chiaro che il governo del TLT farà di tutto che venga messo apposto questa incresciosa situazione, mettendo in conto i danni subiti dai leggitimi proprietari dei beni abbandonati, ai stati che gli hanno provocati.
    Naturalmente è chiaro che le persone ai quali sono stati consegnati (in affitto) o venduti questi edifici non possono essere discriminate a causa dei sbagli fatti dalle amministrazioni d’allora e dunque ipotizzo che i casi saranno valutati singolarmente da una commissione statale del TLT. Probabilmente andrà a finire in alcuni casi con un risarcimento in altri con la restituzione della casa o terreno e nel caso di restituzione sarà dato ai occupanti della casa la possibilità di un appartamento in affitto messo a disposizione dal Comune (tipo ATER).
    Insomma la procedura sarà simile come capitato alla mia famiglia da parte di madre che aveva possedimenti in Lituania. All’epoca il governo Lituano aveva scritto (mi pare nel 1992) a tutti gli esiliati (in maggioranza tedeschi della Prussia orientale) della II° guerra, offrendo la restituzione del bene abbandonato oppure un risarcimento dello stesso. In realtà dovrei chiedere a mio zio come che è andata a finire poiché sono rimasto al punto che nelle proprietà della mia famiglia era stato insediato un “Kolhosp”, ovvero una cooperativa agricola sovietica, composto da varie centinaia di persone che ovviamente non sono state sfrattate e credo che lavorano tutt’oggi i campi.
    Sia come che sia, uno stato onesto provede che la proprietà privata sia salvaguardata dalla legge dello stesso e cosi sarà ovviamente anche nel TLT.
    Voglio sottolineare che comunque nessuno sarà cacciato dal TLT, sia dalla zona A che B in quanto la popolazione non ha alcuna colpa per quanto accaduto nei anni dopo la II° Guerra, anzi spero che la “seconda generazione” dei immigrati si senta in eguel maniera cittadini del TLT come quelli originari.

    Per finalmente crescere demograficamente ed economicamente in questo territorio è fondamentale la convivenza pacifica e rispettosa delle varie genti che lo popolano. Perciò dovremo chiudere con qualsiasi forma di rancore o razzismo e questo sarà possibile se le nazioni confinanti il TLT smettono di alimentare sentimenti nazionalistici oramai stra superati nel vecchio continente (vedi UE).

  140. Comitato Odbor PLT ha detto:

    Bravo Marcus ben dito.

    El Luigi venezian lo conosemo ben e xe solo che tempo perso spiegarghe le robe perche LUI GA SEMPRE RAZON E TI TE SON UN MONA.
    dito questo te pol capir che te sprechi el tuo tempo a risolver el misciot che fa de dati e toki de storia distroti a piacimento con provocazioni ed insulti generalizzati ma anche spessisimo personali.

    fintantoché la gente se riferirá a de castro e el libro che ga fato “la Questione di Trieste” come BIBBIA del TLT allora la strada xe solamente in salita e sará dura spiegarghe alla gente cosa xe in realtá la legge vigente.

    Comitato Odbor PLT – gavemo un TESORO nele man e gavemo pur la ciave per verzer el forzier.

    qualchidun me spieghi perché i triestini citatdini del Territorio Libero di Trieste dovesi gaver paura de verzer sto forzier?

  141. Luigi (veneziano) ha detto:

    Si dà il caso che io abbia sostenuto l’esame di diritto internazionale, di conseguenza mi permetto di domandare agli illustri signori che continuano a sparar boiate: la conoscete la differenza fra un trattato ed un altro atto? Quali sono gli elementi costitutivi di un trattato, secondo voi?

    Adesso possiamo passare ad una seconda domanda: il memorandum di Londra contiene questi elementi costitutivi?

    Terza e ultima domanda: il trattato di Osimo contiene questi elementi costitutivi?

    Fantastico poi il giro di parole col quale parlate dei beni degli esuli: saranno ridati indietro se possibile, se no saranno costruite nuove case o sarà dato del denaro, però non saranno mandati via gli attuali proprietari.

    Non avete nemmeno la più pallida idea di che cosa si sta parlando!

    Qui si sta parlando del 90% (circa) dei beni immobili di queste zone, per un valore attuale (stimato) fra i 5 e i 7 miliardi di Euro!

    E voi pensate che si possa:

    1. Ricostruire UN’ALTRA zona B del TLT (visto che non si possono cacciare via gli attuali proprietari, bisogna costruire a fianco degli esistenti edifici un’ALTRA serie di edifici!).

    OPPURE

    2. Costringere Slovenia e Croazia a tirar fuori dai 5 ai 7 miliardi di Euro per darli agli esuli o ai loro eredi, avendo tolto nel contempo alla Slovenia l’UNICO sbocco al mare che ha, con annesso UNICO porto!

    Va bene sognare, ma qui siamo al delirio…

    L.

  142. Marcus ha detto:

    @Luigi 145, xe grave che un che ga sostenù l’esame de diritto internazional veni a domandarne cosa che xe i elementi costitutivi de un trattato internazional dopo che l’ga ricevù (post 135) e persino sputanà /post 139)la Convenzion de Vienna 1986 sul interpretazion dei trattati vedi http://untreaty.un.org/ilc/texts/instruments/english/conventions/1_2_1986 .

    A tutte le altre domande ho già risposto nei post precedenti e credo che la maggior parte dei lettori abbi capito di cosa che stiamo parlando, ma per te rispondo ancora una volta “il Territorio Libero (TLT) insieme al Porto Libero de Trieste (PLT) sono una Nazion Internazionale per la quale si prende tutte le responsabilità il Consiglio di Sicurezza dell’ONU” vedi:
    1) 16° Risoluzion del 10 gennaio 1947
    2) Trattato di Pace con l’Italia ratificato il 15 settembere 1947

    Se in questi 2 documenti ce scritto da qualche parte che il TLT e PLT sono territori nei quali vige la sovranità politica e territoriale dell’Italia o Slovenia o Croazia allora hai ragione tu che questi 3 stati si opporanno a restituire alla collettività internazionale ed ai cittadini con cittadinanza del TLT la nazione che è la casa di tutti i popoli.

    Invece se nei 2 documenti non ce scritto che vige la sovranità politica e territoriale dell’Italia o Slovenia o Croazia allora questi 3 stati sono solamente “amministratori provvisori e senza sovranità territoriale” del TLT/PLT ovvero della Nazione Internazionale di Trieste.
    Questo significa che devono rendere conto su come che hanno amministrato nei ultimi 57 anni questa nazione e nel caso che un cittadino del TLT (per esempio io) dovrebbe sostenere che il TLT e PLT è stato amministrato male, allora si ritorna a quanto previsto dai 2 documenti che sostanzialmente sono sublimi come modello per la gestione dell’unica nazione internazionale esistente. I due documenti includono naturalmente anche la difesa del popolo internazionale che ci vive dentro.

    Detto questo pare chiaro che non conviene occupare militarmente questo piccolissimo stato, bensì prenderlo come modello per il “sviluppo economico, progresso socioculturale, rispetto dei diritti umani e sicurezza internazionale” di tutti i popoli.

    Caro Luigi, grazie a dio le tue paure sono infondate!

  143. Luigi (veneziano) ha detto:

    E dàgliela!

    Come ti ho già scritto, la convenzione di Vienna NON E’ IN VIGORE! Lo capisci l’italiano, vero?

    E se anche fosse in vigore, non affronta la questione – puramente dottrinaria – relativa agli ELEMENTI COSTITUTIVI DI UN TRATTATO INTERNAZIONALE.

    Dopo di che, se tu ritieni che un trattato – come quello di pace del 1947 – sia un atto immodificabile negli anni (addirittura tu parli di UN MILIONE di anni) e che le carte e le firme nella comunità internazionale superino la REALTA’, allora va’ e continua a sognare.

    Vuoi che ti faccia un esempio rapidorapido di atto contrario al diritto internaizonale e ai trattati? Il bombardamento della NATO in Serbia. Te lo ricordi? To-tal-ment-te contrario alla carta dell’ONU. Eppure non è che le bombe non sono cadute. Non è che la Serbia non sia stata bombardata. Non è che il Kosovo sia ancora lì, ferreamente in mano ai serbi.

    Tu sei uno di quelli che di fronte a un terremoto va in giro sventolando la cartina: “Qui dicono che sarà bel tempo! Qui dicono che non pioverà!”. E intanto il paese è stato raso al suolo. Esattamente come il TLT.

    L.

  144. giampaolo lonzar ha detto:

    @ marcus 146 – Ma lassa perder !! Coss’ te ghe nianche rispondi a quel mato che xe solo
    maleduca’,arogante muss, violento,superbo,
    chissmomì, el sa solo che insultar e ofender che el odia tuto quel che xe triestin, austriaco,istrian sia che abi torto o che abi ragion!!! Mi co’scrivi lu’ no legio nianche piu’ el post. Vorwaerts!!!

  145. Marcus ha detto:

    La NATO no xe l’ONU e nemmeno dipende dal Consiglio di Sicurezza.
    Per quanto l’interpretazione degli trattati vedi:

    http://treaties.un.org/pages/CTCTreaties.aspx?id=23&subid=A&lang=en

    http://treaties.un.org/doc/Publication/MTDSG/Volume%20II/Chapter%20XXIII/XXIII-1.en.pdf

    Affermi: “Dopo di che, se tu ritieni che un trattato – come quello di pace del 1947 – sia un atto immodificabile negli anni (addirittura tu parli di UN MILIONE di anni) e che le carte e le firme nella comunità internazionale superino la REALTA’, allora va’ e continua a sognare.”

    Confermo è immodificabile salvo che l’Italia inizi un’altra guerra mondiale che ovviamente è possibile, l’ha già fatto una volta.
    Tuttavia il TLT/PLT resta poiché la dovrebbe vincere contro tutte le nazioni ovvero 193 ovvero su 7,5 miliardi di persone.
    Bravo Luigi, sei veramente un uomo di scienza, e se non di scienza almeno di fantascienza.

  146. Marcus ha detto:

    che non mi dimentico, il su detto trattato è ratificato ed in vigore per la maggioranza degli stati firmatari del Trattato di Pace con l’Italia di conseguenza anche per l’International Commission for the Free Port of Trieste che è presieduta dallo Stato TLT.

  147. Luigi (veneziano) ha detto:

    Visto che a te piacciono tanto queste menate formali: lo sai che la Germania non ha mai firmato un trattato di pace? A questo punto – visto che ci sei – assieme al reclamo per ricostituire il TLT deposita anche un reclamino per la ricostituzione – a botte di carte bollate – del Terzo Reich.

    Forza, che ci facciamo quattro risate in allegria!

    L.

    Ps Per quale cavolo di motivo l’Italia dovrebbe far guerra a 7,5 miliardi di persone (tu devi smettere di bere a pasto!)? Siete voi del TLT che dovete fare guerra all’Italia, alla Slovenia e alla Croazia, o in alternativa dovete convincere 190 stati a far guerra a questi tre. Forza, ché vedo già la fila di norvegesi pronti a morire per il TLT!

  148. capitano ha detto:

    Anarchy in the TLT

  149. Mauricets ha detto:

    certo che una provincia autonoma, stile trento, per ts sarebbe un bel passo avanti. Luigi tu dovresti esserne paladino. il popolo triestino la vorrebbe, con l’appoggio anche dei veneti sarebbe cosa fatta.

  150. Comitato Odbor PLT ha detto:

    Marcus te gavevo avertì…

    anca Lonzar te ga avertì.

    se te entri in discussion con sto mato te pol pasar a consumenrte i dedi a scriver, ma senza nisuna ragione finale. xe tempo perso e lù no conta un binbim.

    Comitato Odbor PLT – per lori el Trattato di Pace con l’ITALIA xe vecio oramai e che xe superà, che no conta più… la violazione della loro legge nazionale oltre che a quella internazionale è all’ordine del giorno e quindi come te fa a gaver un dialogo?
    sarà lo stesso Security Council of the United Nation Organization che li meterà in riga….come sempre.

    i xe convinti che gli acordi de osimo sia validi e perfetamente legali.
    dime ti chi che xe mato o mona!

  151. Comitato Odbor PLT ha detto:

    Solo col Decreto n 184 del 7 giugno del 1955 è stata introdotta nel Territorio di Trieste (Zona A di amministrazione del Territorio Libero di Trieste sotto responsabilità italiana) la norma del DLP del 19 giugno del 1946 numero 1: Dal 6 giugno 1955 anche a Trieste pertanto le sentenze sono pronunciate “in nome ddel popolo italiano”.

    Comitato Odbor PLT – ecco come i ne ga inizià a ciavar.

  152. capitano ha detto:

    Cos I’m
    T.L.T.
    I’m Triestin
    T.L.T.

    http://youtu.be/jDXlYPkhzg4

  153. Mauricets ha detto:

    “i xe convinti che gli acordi de osimo sia validi e perfetamente legali.”

    io non lo so, ma questo trovo scritto:
    Fu il primo trattato internazionale i cui negoziati per l’Italia non vennero curati dal Ministero degli Affari Esteri. L’incarico venne affidato dal Governo ad un dirigente del Ministero dell’Industria, Eugenio Carbone, il cui nome verrà in seguito trovato nella lista degli iscritti alla Loggia P2, e che resterà successivamente coinvolto in indagini giudiziarie.

    fonte:
    http://it.wikipedia.org/wiki/Trattato_di_Osimo

  154. Marcus ha detto:

    @Mauricets, il trattato di Osimo è nullo e non avvenuto, non solo perché dovrebbe essere firmato o da un capo di stato o almeno da un ministro degli esteri, ma principalmente perché viola come minimo 7 trattati e accordi internazionali. Credo che a questo punto non occore aggiungere altro, poiché salvo che l’Italia e oggi la Slovenia e Croazia (ex Jugoslavia) dimostrino che quanto affermato dal ComitatoPLT e presentato al Consiglio di Sicurezza dalla presidenza della Commissione Internazionale per il PLT sia falso (vedi analisi legale: L’appropriazione illegale del Territorio Libero di Trieste, Seconda Parte su Tre “Analisi del Trattato di Osimo del 1975” No. 24848 http://portoliberotrieste.org/

  155. Mauricets ha detto:

    158Marcus
    per me, anche se tutto fosse stato fatto a regola d’arte (ma così non è a quanto dici) è un accordo immorale. dove faccendieri e marpioni di ogni risma hanno messo una gabella indecente alle nostre terre. ovviamente è una mia oppinione, ognuno ha una propria etica e morale. e se a qualcuno piacciono i faccendieri della loggia P2 o i lestofanti di ogni risma sono affari suoi.

  156. Mauricets ha detto:

    158Marcus
    e poi la vedo difficile che un capo di stato si faccia complice di simili personaggi. cioè che avalli trattative gestite da un affiliato alla loggia P2. una organizzazione eversivo-mafiosa.

  157. Mauricets ha detto:

    155Comitato Odbor PLT
    ma in verità “i ne ga inizià a ciavar” dal 1918.
    se non prima, con l’irredentismo.

  158. Tergestin ha detto:

    @ Mauricets

    Si’ ma se ti te vardi le robe, TS ga avudo due periodi de gran rilievo internazional e xe apunto stai uno soto l’A/U l’altro soto el TLT. Due forme de governo diversissime tra de lore a livel storico, politico e geografico.

    Pero’ vardacaso funzionanti entrambe perche’ la cita’ gaveva autonomia e se fazeva lavorar porto e cantieri.

    Tuto molto semplice ma no tuti lo ga capi’ e lo vol capir.

  159. Mauricets ha detto:

    162Tergestin
    per questo penso che ora sarebbe possibile applicare al territorio di trieste una autonomia simile a quella di trento. i furlani vogliono star da soli? mai di meglio! meio soli che mal accompagnai. Koper pensa di essere il centro del mediterraneo? meglio! che si arrangi, a noi la nostra autonomia e la possibilità di liberarci delle palle al piede.

  160. Comitato Odbor PLT ha detto:

    Mauricets, de novo con sta assurda e pazza idea della “maggiore autonomia” sotto amministrazione taliana???

    no te ga basta come esperienza la colonizzazione avvenuta con la prima guerra 1918-1920 1920-1943, e l’amministrazione provvisoria che vigi dal 1954?

    Comitato Odbor PLT – ma che paure gavé? dové spiegarmelo!

  161. Marcus ha detto:

    @Mauricets 163,
    tu scrivi “per questo penso che ora sarebbe possibile applicare al territorio di trieste una autonomia simile a quella di trento.”. Se qualcuno paga posso fare da consulente per questo quesito ed assicurare che Trieste avrà ancora di più autonomia del Trentino Alto Adige.
    Permettimi di dire che a Trieste tutti parlano di “autonomia” ma quando si tratta di affrontare realmente il problema tutti in coro dicono NO SE POL?
    Che devo dire, personalmente sono un semplice consulente marittimo per questioni legali internazionali e come normale se qualcuno mi ordina (ovviamente a pagamento) di intraprendere una intermediazione per ottenere un cambiamento, naturalmente in meglio in termini economici e in questo caso socioculturali, io inizio a lavorare e come stabilito da contratto consegno il risultato. Unica cosa che non ammetto sono interferenze da parte del ordinante, fin quando è in esecuzione il contratto.
    Chissà se lo Stato, Regione, Provincia o i Comuni compresi nella provincia di Trieste mi faranno un ordine di lavoro per risolvere il problema della disoccupazione, economia in stallo, giustizia impantanata ecc. risolvibili con una più ampia “autonomia”?
    Quando che vogliono, singolarmente o insieme possono interpellarmi ed io farò il lavoro nella stessa maniera e con i stessi risultati come che lo faccio nel contesto marittimo internazionale.
    Insomma “no problem” basta fare un ordine di lavoro.

  162. Marcus ha detto:

    aggiungo, la stessa offerta vale anche per un ordinante privato.

  163. mauricets ha detto:

    Porto di Trieste inserito tra scali strategici Ue

    Da oggi cambia la storia!!!!
    finalmente riconosciuto a livello UE le prerogative di Trieste!!!!! alla faccia degli invidiosi!!!!!

  164. mauricets ha detto:

    165Marcus
    presto avrai lavoro a iosa!!!

  165. Gianugo (Udine) ha detto:

    Triestino ma gave capì che col vostro “NO SE POL” gave rovinà una città magnifica?

    Perchè ogni volta che qualcuno vuole fare qualcosa di nuovo per la città fate a gara per dire cazzate che ostruiscono le iniziative?

    (MA AVETE VISTO COMÈ RIDOTTO IL PORTO VECCHIO?!)

  166. Marcus ha detto:

    @Gianugo
    i triestini non dicono cazzade e se è vero che il porto di Trieste è strategico non occorre che lo inseriscono in qualche listino UE in quanto i triestini lo sanno già. Insomma per portare a questo livello di distruzione un porto strategico, l’Italia ce ne ha messo dei divieti per 93 anni!!!.
    Tuttavia il porto ha un preciso Strumento per la sua gestione ( http://www.portoliberotrieste.org/?page_id=34 )e dunque vediamo cosa dirà della concessione 70ennale a € 6.70.- al/m2 per i 680.000 m2 di territorio del Porto Vecchio, il nuovo direttore del PLT che come tutti possiamo leggere al articolo 18 NON sarà ne un cittadino italiano, ne un cittadino dell’ex Jugoslavia?
    Gianugo non ce problema per trovare dei investitori una volta che il direttore del porto di Trieste non sarà più italiano ovvero su quella poltrona siede una persona incaricata legalmente, competente e senza interessi pilotati dall’Italia nel caso nostro odierno ancora di più da un club di furbacchioni che si interpretano le leggi come se fossero degli dei (dei miei stivali).
    Cmq una cosa è certa che Rizzani si metterà di nuovo in fila non per chiedere e forse ottenere NON una concessione territoriale ma un piccolo appalto per la ricostruzione del porto.
    Riccordiamoci che il detto NO SE POL nasce con l’entrata dell’amministrazione provvisoria e senza sovranità dell’Italia nel Territorio Libero zona A. Dunque questo detto si disolverà quando l’amministrazione provvisoria italiana sarà terminata e quella legale internazionale e triestina sarà finalizzata permanentemente.

  167. Alessandro ha detto:

    @marcus, aspetto con ansia che le robe che te scrivi, un poco ossessivamente, diventi reltà. Almeno dopo poderò dir “me iero sbagliado” a considerar la (ri)nascita del TLT assolutamente impossibile.

  168. Marcus ha detto:

    @Alessandro, no spiego ossessivamente el TLT ma semplicemente la realtà. El porto xe dell’UNU e devi esser amministrado dai triestini ovvero dai cittadini con cittadinanza del TLT.
    Se no fossi cussì oggi saremo come Singapore, inveze se trovemo una città, territorio e porto in totale stato d’abbandono.
    Insomma no xe solo una convenienza privata triestina finalizzar el TLT, ma xe sora de tutto un’atto de responsabilità nei confronti de tutto el mondo, far funzionar come per legge questo lembo de terra con el suo porto strategico per tutti.
    Tutto quà.

    Doman mattina alle 10:30 in Galleria Fenice 2 (terzo pian) xe la conferenza per il 63esimo anniversario della “Dichiarazione Universal dei Diritti Umani”. Se te ga piazer vien scoltar, sarà senz’altro interessante per capir e “..considerar la (ri)nascita del TLT..”.

  169. Miri ha detto:

    Marcus,

    Il prezzo della concessione sarà anche ridicolo e per i costruttori sarà anche un affare ma non puoi non tenere conto delle esternalità positive che ha questo progetto sulla città. In termini di produzione di ricchezza e creazione posti di lavoro temporanei e permanenti, minori oneri sociali per il futuro per la citta’ e mi fermo qua per non allungarmi. Quindi chi prende in concessione investirà per potere fare utili futuri. Quindi per finire anche a me piacerebbe che il porto splendesse come un tempo ma preferisco un qualsiasi progetto che la totale rovina in qui si trova.
    Saluti
    Miri

  170. Marcus ha detto:

    @ Miri

    non è il prezzo della concessione di € 6,70/mq, che sarebbe il minore problema, anche se devo sottolineare che il mq vale dai € 6.700.- a 20.000.-/mq in quanto il territorio è extraterritoriale (internazionale) perciò totalmente esent tasse di qualsiasi stato incl. Italia. Il problema sta alla radice ovvero quel territorio non può essere dato in concessione dall’Italia ovvero dalla presidente del A.P. o dal ministro alle infrastutture e trasporti italiano in quanto la legge vigente in quel territorio è internazionale (vedi http://www.portoliberotrieste.org/?page_id=34 ) e come cita giustamente la legge sulla portualità italiana 84/94 all’art. 6 paragrafo 12:
    “12. E’ fatta salva la disciplina vigente per i punti franchi compresi nella zona del porto
    franco di Trieste.
    Il Ministro dei Trasporti e della Navigazione, sentita l’Autorità Portuale di Trieste, con proprio decreto stabilisce l’organizzazione amministrativa per la gestione di detti punti franchi.”
    Insomma la legge 84/94 vale per tutti i porti italiani meno che per i punti franchi del porto di Trieste, quindi il primo capoverso annulla il secondo.

    Miri se vedi un cartello “divieto di marcia” in quanto il “senso unico” è dal lato opposto, che fai? Prendi un altra strada ed è già fatta!

    L’unica strada percoribile è quella dell’Allegato VIII del Trattato di Pace con l’Italia 1947. Prima che l’Italia si dimette dalla guida del Porto Libero di Trieste prima si sbloccano cosi tanti soldi che nessun triestino si avrebbe mai sognato nemmeno quando cera l’Impero d’Austria Ungheria.

    So benissimo che tutto il mondo brama per aver la cittadinanza italiana, ma purtroppo nel Porto di Trieste questa non vale niente, ovvero 2 di spade quando comanda denari.

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