20 Settembre 2011

Sabato la possibilità di visitare il Castello di Rubbia

Sabato 24 settembre alle ore 15 a Gorizia, in casa Ascoli (via Ascoli 1), sede della Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia, si terrà il convegno titolato “La ricostruzione di architetture fortificate danneggiate dalla Prima Guerra Mondiale problemi metodologici – i casi del Castello di Gorizia e del Castello di Rubbia”, nel corso del quale saranno affrontati i diversi approcci che hanno contraddistinto la ricostruzione dei due manieri: quello di trasformazione “politica” nel caso del Castello di Gorizia ricostruito ed inaugurato nel 1937, e quello, per quanto più possibile filologico, nel caso del Castello di Rubbia, distrutto anch’esso dalle medesime vicende belliche connesse con la presa di Gorizia dell’agosto del 1916.

Del Castello di Gorizia parlerà l’architetto Livio Tomasi, autore del volume “La selezione dei beni culturali: il restauro del Castello di Gorizia”, edito dalla Cassa di Risparmio di Gorizia nel 1985; del Castello di Rubbia, che fu dei conti Bianchi, parlerà l’arch. Roberto Raccanello, autore dell’impegnativo intervento di ricostruzione in atto.
I due relatori saranno preceduti dall’introduzione di Lucio Fabi, storico e consulente dei musei di Trento e Rovereto per le vicende del Primo conflitto mondiale e la valorizzazione dei percorsi turistici connessi, che illustrerà gli accadimenti che portarono alla distruzione dei due castelli isontini.

Il convegno, del quale sarà moderatore l’architetto Diego Kuzmin, sarà preceduto dai saluti del Presidente del Consorzio Castelli Sergio Gelmi di Caporiacco, da quelli dell’Assessore Regionale alla Cultura Elio De Anna e dall’introduzione del Soprintendente ai Beni Architettonici e Paesaggistici del Friuli Venezia Giulia, arch. Luca Rinaldi.

Al convegno, seguirà poi a Savogna d’Isonzo la visita guidata al cantiere di ricostruzione del Castello di Rubbia, a cura dell’architetto Raccanello progettista e direttore dei lavori, che si concluderà con un rinfresco a base di vini della nota azienda agricola “Castello di Rubbia”, della famiglia Černic, che con notevole impegno, da anni è impegnata alla ricostruzione del maniero.

Il convegno è organizzato nell’ambito delle “Giornate europee del patrimonio – anno 2011”, 24 e 25 settembre, durante le quali è previsto l’ingresso gratuito a tutti i musei, aree archeologiche, monumenti, archivi e biblioteche statali.

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5 commenti a Sabato la possibilità di visitare il Castello di Rubbia

  1. Istriano54 ha detto:

    Notevole!! Interessante, non per niente c’è di mezzo Diego Kuzmin, una delle menti più lucide e fertili di Gorizia!!!
    ps: quest’uomo va premiato con le chiavi della città (o non so come si chiama il premio di Gorizia per i suoi uomini illustri)

  2. abc ha detto:

    C’è stato un notevole afflusso di persone interessate sia al convegno che alla visita al castello.

  3. Diego Kuzmin ha detto:

    Devo proprio ringraziare per la grande partecipazione, il folto pubblico, inaspettato per la concomitante presentazione di due pubblicazioni e la manifestazione “Gusti di Frontiera” baciata dalla fortuna di un bellissimo sole, che alle ore 15 di sabato 24 settembre in Casa Ascoli, ha preso parte al convegno promosso dal Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli storici e dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici, del Friuli Venezia Giulia, col tema “La ricostruzione di architetture fortificate danneggiate dalla Prima Guerra Mondiale problemi metodologici – i casi del Castello di Gorizia e del Castello di Rubbia”. Dopo i saluti di rito da parte di Sergio Gelmi di Caporiacco, Presidente del Consorzio, e del Soprintendente Luca Rinaldi che ha brevemente illustrato lo spirito delle “Giornate Europee del Patrimonio” le quali, istituite nel 1954, nel corso degli anni hanno assunto tale rilevanza, che nel 1999 il Consiglio d’Europa e la Commissione Europea ne hanno fatto un’azione comune, al fine di aumentare la consapevolezza dei cittadini nei confronti della grande ricchezza che la diversità culturale genera all’interno dell’Europa.
    L’introduzione al convegno è stata affrontata dallo storico Lucio Fabi, che ha delineato le vicende belliche che nel 1916 hanno portato alla distruzione dei due manieri, auspicando che il castello di Rubbia possa diventare punto di riferimento, per la museizzazione “open air” dei territori isontini oggetto del Primo conflitto mondiale, che nel 2014 compirà il secolo.
    L’architetto Rinaldi, si è quindi soffermato sul significato che rappresenta l’oggetto architettonico per la memoria storica di una collettività, oggetto materiale e tangibile e quindi ben diverso dalla memoria scritta, significato che ha poi portato alla ricostruzione, anche molti anni dopo, di tanti episodi architettonici demoliti, come la città di Dresda, vittima dei bombardamenti alleati nel 1945, la cattedrale di Kazan sulla piazza Rossa, demolita per ordine di Stalin nel 1936, per finire col castello di Gorizia ricostruito nel 1938 e con quello di Rubbia, in fase di esecuzione.
    Livio Tomasi, ha raccontato la genesi che ha portato alla ricostruzione del Castello di Gorizia in forme diverse da quelle di prima del conflitto, per conferire al monumento una veste veneta e quindi italiana per il simbolo della città da poco annessa al Regno, ma soprattutto per togliere di mezzo quello che da vent’anni era ormai un cumulo di macerie che non deponeva a favore della nuova Amministrazione, ancorché l’architetto Brasini ne teorizzasse la conservazione (delle macerie) quale simbolo del sacrificio bellico, contestualizzato da una scalinata con arco di trionfo, ascendente al Colle dalla piazza Vittoria. Vicende queste, ben descritte dal Tomasi nel suo libro “La selezione dei beni culturali: il restauro del Castello di Gorizia”, edito dalla Cassa di Risparmio di Gorizia ancora nel 1985, ormai introvabile che, si spera, possa vedere una nuova riedizione a cura della Fondazione CaRiGO, per l’intrinseca importanza culturale che la pubblicazione possiede.
    Il Castello di Rubbia è stato infine descritto da Roberto Raccanello, progettista e direttore dei lavori di ricostruzione in corso, soffermandosi sulle difficoltà incontrate già per rilevare la struttura diroccata e pericolante,nonché invasa da edere, alberi e piante di ogni tipo, poi per il difficile rinvenimento dei materiali di costruzione, dato che anche la calce spenta, quella che una volta era fornita in pasta bianca, non è di facile reperibilità, così come difficile è stato trovare in Slovacchia le travi in rovere di grossa sezione per la copertura, ma soprattutto le maestranze capaci di ricostruire, senza centine, le volte in mattoni dei solai del primo piano.
    A termine del convegno, moderato da me, è seguita a Savogna d’Isonzo la visita guidata al cantiere di ricostruzione del Castello di Rubbia, con un rinfresco al quale hanno partecipato anche le tante persone che non hanno potuto assistere al convegno, per l’incapienza della sala: almeno duecento persone, coi vini della nota azienda agricola “Castello di Rubbia”, offerti dalla famiglia Černic, che con notevole impegno e da anni, si prodiga meritevolmente alla ricostruzione del maniero, a quasi un secolo dalla sua distruzione.
    Grazie ancora, tanta partecipazione è manifesto dell’amore che tanti goriziani portano alla loro (nostra) città.

  4. abc ha detto:

    Grazie soprattutto a voi che avete organizzato molto bene questa interessante manifestazione.

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