20 Settembre 2011

Rosolen: “Evitare sprechi e abolire gli Erdisu di Trieste e Udine”

“L’Ente regionale per il diritto allo studio universitario (Erdisu) di Trieste e l’Ente regionale per il diritto allo studio universitario di Udine, istituiti con legge regionale 17 dicembre 1990 n. 55, di seguito indicati anche con il termine Enti, sono soppressi a scadenza di mandato degli attuali Consigli di amministrazione e le relative funzioni sono trasferite alla Regione Friuli Venezia Giulia”.

È quanto cita il primo articolo della proposta di legge firmata dalla consigliera regionale Alessia Rosolen (Gruppo misto) con i colleghi Roberto Asquini (Misto), Paolo Ciani (Fli) e Luigi Ferone (Part. Pens), volta a eliminare due contenitori ritenuti superflui.

“Questa Regione – spiga la Rosolen – aveva intrapreso un percorso di rafforzamento dei diritti degli studenti e di contestuale razionalizzazione delle risorse destinate al nostro sistema universitario regionale, che ho personalmente avviato e seguito da assessore all’Università: ritengo che quel percorso vada ripreso e portato avanti con coraggio, quel coraggio che all’epoca mancò ai consiglieri regionali sia triestini che udinesi”.

“Forse non tutti sanno – precisa la consigliera – che attualmente gli Erdisu sono gestiti interamente da personale regionale utilizzando risorse della Regione. Non si comprende, pertanto, perché la Regione non dovrebbe poter gestire direttamente i due Enti, senza dover ricorrere a sovrastrutture che comportano due Consigli di amministrazione e relativi costi. Oltretutto, con la soppressione dei due Enti il personale attualmente impiegato rimarrà come allo stato attuale, sempre in capo alla Regione”.

“Per questo motivo – sottolinea Alessia Rosolen – non ritengo sufficiente, per dare risposta alla richiesta di semplificazione e miglioramento dei servizi erogati, l’ipotesi di unificare i due Erdisu perché anche uno solo sarebbe superfluo”.

Nessun timore per gli studenti – rassicura infine – visto che il loro ruolo sarà rafforzato all’interno di un Comitato regionale chiamato a coordinare gli interventi.

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29 commenti a Rosolen: “Evitare sprechi e abolire gli Erdisu di Trieste e Udine”

  1. sergio ha detto:

    se è così, la richiesta della Rosolen non fa una grinza, va segato

  2. marisa ha detto:

    Cancelliamo gli ERDISU e restituiamo alle Università di Ud e Ts, i compiti degli Erdisu.

    Infatti, per la Regione (e dunque Tondo e la Rosolen) centralizzare in realtà è sinonimo di “spostare il centro decisionale” dal territorio all’assessore regionale di turno, con tutti gli ovvi squilibri territoriali conseguenti.

    La tipologia degli studenti dei due atenei regionali è profondamente diversa per cui devono essere i due atenei a decidere la strategia degli aiuti allo studio.

    A Udine la maggioranza degli studenti sono pendolari con tutte le necessità che porta con sè questa categoria di studenti.

    A Trieste gli studenti sono invece per la gran parte stanziali e ovviamente hanno esigenze diverse dagli studenti pendolari.

    Si restituisca dunque alle due università la gestione degli aiuti agli studenti.

    La Rosolen è già stata un PESSIMO assessore all’univerità…..che se ne torni nel suo angolo dietro la lavagna!

  3. Marco ha detto:

    Le università non possono gestire il diritto allo studio: è competenza costituzionale e legale delle regioni.

    Senza contare che l’incapacità cronica di gestione nell’università produrrebbe danni enormi ai fondi per il diritto allo studio.
    Sai quanto importa di diritto allo studio a un docente di sessant’anni.

    Comunque ha in parte ragione Marisa: gli studenti udinesi fruitori di ERDISU sono pendolari e quelli di trieste sono per lo più fuori sede, senza contare molte altre differenze. Se in un unico organo andassimo alla conta, Udine o Trieste sarebbero danneggiate.

    La Rosolen è stata un eccellente assessore, di cui si ricorda l’ottima legge sulla gestione dei finanziamenti all’università. Questa però è una cappella.

    C’è profonda diversità in regione e non è dovuta a univ. Ud vs. Univ. Ts, ma a zone areali molto diverse. Non a caso Gorizia, che in spregio a ogni continenza economica e agli indirizzi del ministero continua a portare in sé corsi di studi non ricade nelle logiche di ERDISU udine e ERDISU trieste ed è un casino.

    Non è nemmeno certo il risparmio: ai consigli d’amministrazione il gettone è un bianco e un nero, mi pareva un 60 € a seduta con 1 seduta mese. Se io sommo tutti i costi dei CdA, poi mi chiedo: “E chi gestisce la macchina amministrativa?”.

    I dirigenti regionali costano e tanto.
    La commissione cultura della regione due anni fa aveva vagliato l’ipotesi ed aveva trovato un risparmio risibile.

    Vogliamo perdere buona amministrazione per risparmiare niente o poco?

    Faccio anche un ragionamento pratico.

    Se ci fosse una commissione regionale, ci si immagina la scomodità delle trasferte per membri probabilmente non retribuiti, specie gli studenti?
    E’ come proporre, per risparmiare, di far tenere tutti i consigli regionali del nord-est assieme.

    E’ vero che i due ERDISU mancano di un vero coordinamento, con conflitti periodici, ma atteso il problema questa non è una soluzione.

  4. italiano ha detto:

    Tutto bene, andrei oltre:

    eliminare pure i partitini, a iniziare da Un’Altra Trieste

  5. stefano ha detto:

    non propio partitino visti i voti delle recenti comunali

  6. italiano ha detto:

    @ stefano

    Stefano, se tutti hanno diritto all’esistenza e a drenare finanziamenti..allora anche (se avessimo idee similari) io e te potremmo fare un partito;

    ma se pur tutti avrebbero idealmente diritto a un loro partito, dobbiamo comprendere che in questa situazione congiunturale, ognuno che mette in piedi un partito crea un BUCO e un DISASTRO economico; quindi dovrebbe resistere dal farsi un partito-famiglia

    Un’Altra Trieste è una operazione “megalomane” che costa, e non è il periodo degli sprechi

  7. Francesco ha detto:

    @italiano
    Perbacco che argomentazioni forti.

  8. italiano ha detto:

    @ Francesco

    Beh, la tua è una battutona da Zelig

  9. Francesco Clun ha detto:

    @ Italiano:
    in che senso “costa” Un’Altra Trieste?

  10. Francesco cervesi ha detto:

    @italiano
    Le sue parole riguardo ad un’altra Trieste sono false. Il movimento di cui faccio parte non riceve alcun rimborso pubblico ma si sostiene grazie al contributo di soci e simpatizzanti, oltre al volontariato dei moltisostenitori.
    Probabilmente riguardo ai contributi pubblici si riferisce ad altri partiti.
    Per questo la invito a rileggere le sue parole ed a correggerne il contenuto alla luce della realtà, anche perché quanto ha affermato e’ offensivo al limite dell’ingiuria.

  11. italiano ha detto:

    @ Francesco Cervesi

    La invito a rileggere il mio post, e il senso dello stesso;

    Ho fatto riferimento a finanziamenti? No.

    Mi sembra chiaro che preferisca un sistema più snello, meno frastagliato. Quanti simboli c’erano alle ultime elezioni di Trieste? TROPPI.

    Tutto ciò confonde, sono battaglie di cortile, per una ripicca uno si stacca e crea una sua formazione:
    nel posto @6 rimarco che è tutto legittimo, idealmente fantastico. Non è questo il punto, per quanto molti si sono ritrovati confusi nell’urna a trovarsi una lenzuolata di loghi.

    Penso che un sistema siffatto non funziona ed è perdente(specie per tutti i micro-partitini che gravitano nella stessa area: vero Destra Triestina?), costa comunque alla macchina organizzativa quand’anche frutto di donazioni – son sempre soldi e fluiscono nel sistema politico – e intasano il sistema comunicativo.

    La mia è una analisi politico-congiunturale.

    E nel medio periodo ritengo che non paga (la storia lo insegna).

  12. federer ha detto:

    @2 Marisa

    la Rosolen è stata un ottimo Assessore finchè glielo hanno lasciato fare. A Trieste c’è una grossa percentuale di studenti fuori sede in affitto e dalla frase “se ne torni all’angolo dietro la lavagna” mi sa che la tua inclinazione è strumentalmente a sinistra. Parliamo di fatti non di astrazioni radical chic.

  13. Francesco Clun ha detto:

    @Italiano:

    la frase “Un’Altra Trieste è una operazione “megalomane” che costa, e non è il periodo degli sprechi” ha un significato un attimo diverso rispetto a quanto riportato nel post 11…frasi buttate la al limite dell’ingiuria da parte dell’ennesimo eroe da tastiera che si maschera dietro all’anonimato…

  14. italiano ha detto:

    @ Francesco Clun

    Non c’è alcuna volontà in tal senso. E mi spiace la sua reazione.

    Forse non si vuole capire. Allora la metto semplice: il Centro-Destra avrebbe vinto (forse) a Trieste, se non fosse imploso. Tutti sono responsabili in quell’area del risultato fallimentare elettorale.

    Cui prodest?

    E’ evidente che dividersi non ha aiutato.

    Capitolo costi: penso che organizzare anche una serata in pizzeria abbia un costo. Se si vuol negare l’evidenza, okay. Ma qualsiasi operazione politica ha dei costi: che poi siano dalla tasca propria, da amici, da parenti. Okay. Ma sono soldi. Soldi che entrano nel circolo per fare poltica: io ritengo che non sia il tempo giusto per questo tipo di operazioni.

    Ritengo, in un clima congiunturale che tutti conosciamo, che anche chi pratica la politica dovrebbe farsi carico di tale responsabilità: io penso che due schieramenti siano sufficienti. E il creare un’infinità di movimenti non aiuti a rendere chiaro e stabile lo scenario politico.

    Spero di aver chiarito

  15. marisa ha detto:

    FEDERER, commento nr. 12

    La Rosolen è stata un pessimo assessore all’università, almeno per il Friuli. Altra può essere la valutazione vista da Trieste.

    Non c’era alcuna necessità di una nuova legge regionale sui finanziamenti ai due atenei regionali: bastava l’esistente. Ma la Rosolen voleva un ruolo forte anche in un campo dove le competenze regionali sono minime. E così è stata approvata una mera legge di funzionamento che è tutto meno che una “gran” legge. E comunque della Rosolen, in Friuli, abbiamo un ricordo più che pessimo e abbiamo festeggiato quando l’hanno silurata!

    Per quanto riguarda questa proposta di cancellare i due Erdisu e consegnare la competenza TUTTA nelle mani della Regione, sarebbe anche il caso di finirla di voler accentrare tutta la GESTIONE di QUALSIASI settore tutta nella mani della Regione!

    La Regione dovrebbe limitarsi alla competenza legislativa (come per altro previsto dal nostro Statuto di autonomia !) e delegare tutta la parte gestionale/amministrativa alle Provincie e ai Comuni. E invece c’è un continuo tentativo, dell’Ente regione, di accentrare tutto nelle suo mani togliendo al territorio ogni più piccola competenza.

    ORA BASTA! Il Federalismo non deve essere solo di Roma verso Regione, ma anche della regione verso i territori che compongono la nostra regione.

    E poco imnporta che si sia solo in un milione e duecentomila abitanti: il territorio è duale (Friuli e Trieste) e il Friuli è composito (montagna, pianura, costa, minoranze linguistiche, ecc.): non ci può essere un unico centro decisionale dai monti al mare, da est a ovest, nelle mani dell’assessore regionale di turno (il nuovo Podestà?)!

  16. Marco ha detto:

    @Marisa: No, non bastava la normativa precedente per il finanziamento. Nella normativa precedente, un ammucchio di leggi disorganiche, si trovava di tutto, inclusi finanziamenti ad hoc a singoli corsi di laurea concessi dal consiglio regionale senza sentire le università o contro il parere delle università.
    La legge sul finanziamento abolisce queste leggine e stabilisce che siano sentiti obbligatoriamente gli atenei e dà una buona mazzata ai consorzi, anche se purtroppo pressioni regressive non li hanno del tutto esclusi dal processo decisionale.

    E’ assurdo parlare di accentramento regionale quando il piano di finanziamento sarà di norma approvato all’unanimità da una conferenza con tutti gli enti di alta formazione: la regione interverrà solo se non troveranno un accordo.

    Quanto al decentramento, non ha nessi con il diritto allo studio.
    Non esiste un diritto allo studio legato agli enti territoriali, anzi, meglio se i sindaci, i presidente di provincia e foschi “consorzi per i poli universitari” se ne stiano in disparte.

    Buoni quelli di fare spostare, con promesse, pressioni e allettamenti, un corso di laurea in cima a un albero del loro comune solo per fare turismo ed economia d’indotto.

    E’ vero che il territorio di pertinenza degli ERDISU è plurale e molto vario, ma non sono pertinenti discorsi sugli enti locali.
    I bacini d’utenza delle università nemmeno coincidono con i confini regionali, quindi del tutto peregrino tirare in ballo il dualismo friuli-trieste.

    E’ per questo che una commissione regionale unica rischia di non funzionare e non per decentramenti, localismi e forze centrifughe territoriali.

  17. MARISA ha detto:

    MARCO,

    è vero che la legge regionale sui finanziamenti alle università è – ORA – una legge di funzionamento. Ma “altro” era ciò a cui aspirava la Rosolen nella sua funzione di assessore all’università. E ben so cosa non ha dovuto fare l’Università di Udine, per raddrizzare il tiro! E meno male che a un certo punto la Rosolen è stata scacciata! Ti assicuro che abbiamo fatto festa grande!

    Il decentramento ha forti nessi con il diritto allo studio in quanto le misure attuate (per il diritto allo studio) vanno “pensate” per la tipologia di studenti a favore dei quali vengono messe in atto.

    Se sbagli tipologia di intervento, il diritto allo studio può venire vanificato!
    E chi meglio delle singole Università sanno quale tipologia di interventi vanno bene per i “loro” studenti ?

    Per questo scrivevo che gli interventi dovrebbero essere decisi dalle Università stesse a cui la Regione dovrebbe delegare questo compito.

    Ad esempio per l’Università di Udine (e per i suoi studenti !) diversi mesi fa, era risultata pesantissima la sospensione dei contributi regionali sui trasporti sub-urbani (corriere e treni regionali): e questo perchè questa è una misura di “diritto allo studio” molto importante per gli studenti pendolari: tipologia maggioritaria all’Università di Udine. E questo è solo un piccolo esempio.

  18. MARISA ha detto:

    @ MARCO

    quanto ho scritto di decentrare ai Comuni e province, facevo un discorso generale, che va oltre il tema che stiamo trattando.

    In questo specifico caso (ERDISU), la regione dovrebbe passare la delega alle singole Unviersità. Al limite fissa l’obbligo di coordinarsi nelle sedi periferiche di Gorizia e Pordenone: ma nulla altro!

  19. Francesco Cervesi ha detto:

    @14
    Ringrazio per il chiarimento.
    Lei si sente adeguatamente rappresentato da uno dei partiti che compongono i campi del Centrodestra-Centrosinistra (nella configurazione di quale anno e di quale elezione non importa).
    Io, al pari di molti altri no.

  20. italiano ha detto:

    @ Francesco Cervesi / @19

    Possiamo essere d’accordo. Ma lei è giovane, e lo stesso dubbio esisteva con il proporzionale quando alla fin fine, chi non votava PCI, non sapevo al pari dei suoi dubbi cosa votare all’interno del Pentapartito (non due schieramenti..addirittura cinque opzioni).

    C’è una spinta, da questo punto di vista, a tornare – cambiando sistema elettorale a poco a poco – lì.

    Le grandi battaglie, ing. Cervesi, si combattono dal di dentro.

    La scarsa rappresentatività di uno o dell’altro polo, oggigiorno, è dovuta al fatto che non emergono personalità di valore.

    Ci rifletta. E – se lei è mosso da sani ideali – vedrà che sarà più stimolante una battaglia per una posizione e per affermare i suoi valori in un grande scenario.

    Non è più tempo di Divide et Impera.

  21. Marco ha detto:

    So cosa aveva proposto la Rosolen fin dall’inizio per quella legge e non ha mai avuto tendenze accentratrici.
    Se con accentrare si intende spezzare le reni a certe brame localiste dei consorzi, ben ci sta.

    Gli eventuali difetti del piano regionale per il diritto allo studio, a cui sono imputabili i difetti sui contributi, non c’entrano con la centralità delle scelte di giunta: il piano è uno solo in forza della legge regionale 12/05 (legge Cosolini) e per indicazioni nazionali.

    Gli errori ovviamente ci sono, per esempio la sciagurata trattenuta di parte della borsa per servizi di mensa di cui non di rado gli studenti non possono fattualmente fruire.
    Non so nulla di difetti in contributi ai trasporti suburbani ma siamo seri: Udine la attraversi a piedi in quindici minuti.
    Ci saranno stati errori bene, ma i rappresentanti degli studenti in conferenza regionali non si sono fatti sentire?

    E’ in ogni caso fuori da ogni grazia di Dio , oltre che forse illegale, affidare la gestione alle università credendo che conoscano le esigenze degli studenti.
    Le università sono rette al 80% da docenti – … – che a mala pena sanno gestire la didattica e l’amministrazione ordinaria.
    Sono totalmente insensibili alle istanze degli iscritti e spesso pure dei dipendenti.

    Ti dico solo che un docente responsabile di corso di studi proponeva di tenere un corso interateneo metà a Udine e metà a Trieste.
    Nel senso, primo semestre qui e secondo semestre lì.

    All’obiezione “E come fanno con gli alloggi in affitto? E gli studenti che hanno un lavoro in città?” ha risposto “Sono dettagli tecnici”.

    Considera pure che gli organi accademici non rispondono né alla cittadinanza dei contribuenti né agli studenti, se non in minima parte.
    Se la Regione fa una cazzata, si mobilitano le rappresentanze di 40.000 iscritti, gran parte dei quali potenziali elettori.
    Se l’Università sbaglia, subisci passivamente o tenti disperati ricorsi alla giustizia amministrativa.

    Non si dimentichi che le Università sono in crisi d’organico e non è chiaro come potrebbe gestire un carico aggiuntivo.
    Non sarebbe assurdo pensare di mandare in comando il personale ERDISU presso gli atenei, ma ci sarebbero differenze stipendiali con tutto quello che ne consegue.

    Hai invece del tutto ragione che il diritto allo studio, specie quello integrativo e destinato alla generalità degli studenti, va tarato sugli utenti.
    Sinceramente l’attuale assetto permette di farlo bene.

    Se si trova un modo di mantenere la flessibilità del servizio al netto di un ente strumentale con CdA, direttori, periodiche beghe tra i due ERDISU e tutto il resto, ok: è sacrosanta questa aspirazione della Rosolen, ma non può sacrificare la funzionalità.

    Un ente che costasse un po’ meno ma funzionasse peggio sarebbe, contro le stesse intenzioni del cons. Rosolen, uno spreco.

  22. marisa ha detto:

    @ Marco

    Scrivi: “E’ in ogni caso fuori da ogni grazia di Dio , oltre che forse illegale, affidare la gestione alle università credendo che conoscano le esigenze degli studenti.
    Le università sono rette al 80% da docenti – … – che a mala pena sanno gestire la didattica e l’amministrazione ordinaria.
    Sono totalmente insensibili alle istanze degli iscritti e spesso pure dei dipendenti.”

    Scusa, ma quanto affermi è pura demagogia e populismo. Come in ogni realtà, ci sono docenti e docenti. E secondo te, gli studenti non sono forse capaci di contestare gli uffici amministrativi delle università se operano male? Ma dai!
    E oggi gli Erdisu non sono forse legati ad una Università? O operano al di fuori di essa?

    Comunque mi rendo conto che difendi a spada tratta la Rosolen che come ex-assessore all’università è stata un disastro: meno male che l’hanno cacciata!
    Ti ricordo che affermò (e ho ancora l’articolo di stampa in cui si riportavano le sue parole) che non serviva finanziare la biblioteca della facoltà di giurisprudenza di Udine…..perchè c’era già la biblioteca della pari Facoltà triestina. Dichiarazione fantozziana e triestinicentrica! E di queste tipologie di dichiarazioni è costellata la sua carriera di ex-assessore all’università. Tutte riportate sulla stampa. Infatti è stata contestatissima oltre il Lisert!

  23. Francesco ha detto:

    ….Meno male che Marisa c’e’ …..
    Perche’non ti proponi tu come assessore?

  24. marisa ha detto:

    Francesco…..buona idea!

    Così almeno finalmente troverebbe attuazione l’articolo del nostro Statuto di autonomia che prevede che la Regione si occupi solo di legislazione, delegando ai Comuni e Province la gestione amministrativa!

    E invece, i “cacciatori di sprechi” (stile Rosolen) stanno centralizzando tutto eliminando così la indigesta (per la Regione !) “democrazia territoriale” che mette sempre i bastoni fra le ruote al Podestà, pardon Assessore regionale, di turno….

  25. Marco ha detto:

    @Marisa: Demagogia e populismo? O signor Iddio, non sai di che parli.

    Io ti consiglio di dare una scorsa alle delibere degli organi di governo, ai tempi istruttori e ai tempi esecutori.
    Se un ente locale è a volte lento, una università è biblica.

    Non c’entra nulla la qualità del docente.
    Cos’è, siamo al nonnesco “non fare d’un erba un fascio”?

    Il docente è un dipendente pubblico, in una università il dipendente pubblico assorbito per il 90% dai suoi impegni didattici deve improvvisarsi amministratore o fare l’amministratore perdendo contatto con i doveri d’ufficio.
    Prova a indovinare qual è l’effetto.

    A Trieste l’ateneo ha provato a mettere le mani su un pezzo di diritto allo studio, la casa dello studente “ex-ospedale militare”.
    Si trascina avanti da quasi cinque anni, ritardi infiniti, gestione abominevole dei lavori, orizzonte non ancora in vista.

    Ti credo, metti un ente didattico a costruire servizi ed alloggi!

    Non è minimamente possibile controllare per via democratica l’operato dell’università: gli organi di governo per la gran parte sono sottratti al suffragio dei TA e degli studenti.

    Se porto in piazza duemila studenti contro la gestione di un ateneo, è quasi inefficace.
    Chi lo gestisce non risponde se non minimamente all’elettorato di iscritti: è un dipendente sotto regime di diritto pubblico inamovibile dalla sede e dall’ufficio, insindacabile, non soggetto a poteri politici, che è valutato (quasi) solo da suoi pari.

    E per arrivare all’ultima chicca: SI’, GLI ERDISU SONO ESTERNI AGLI ATENEI, OPERANO AL DI FUORI DEGLI ATENEI E A STENTO COMUNICANO.

    Non lo sapevi? Nei cda ERDISU l’unico legame è la presenza del rettore, o di norma un delegato, su 9 membri e quasi non incide.
    Il personale, le sedi, i bandi e spesso i tempi sono distinti.

    E sai, ma non credo, cos’è il problema dell’uniformità di trattamento?
    Gli studenti devono godere di servizi equi e allo stesso livello, per disposizione nazionale.
    La regione con gli ERDISU, enti strumentali della Regione, a mala pena ci riesce, ma tu invece vorresti assegnare a due enti distinti, autonomi e tra loro in competizione?

    E’ una mera scelta di comodo associare un ente alla sede principale di una delle due università.
    Il metodo ha mostrato tutti i suoi limiti a Gorizia e Portogruaro, dove non c’è identità tra sede universitaria e atenei.

    A parte che non difendo a spada tratta nessuno, visto che trovo sbagliato questo progetto di legge, tu non hai capito.

    Alla base di queste proposte c’è proprio la difficoltà a stabilire una esatta corrispondenza ateneo-ERDISU e una periodica litigiosità tra gli enti (e gli atenei!) che impedisce di coordinare bene.

    Lo ripeto, idea corretta nel fine, non convincente (salvo sorprese) nei mezzi.

    Ma perché intervenire se non si sa nulla di diritto allo studio e ricondurre tutto a beghe campaniliste scodellate su qualsiasi argomento!

  26. Tergestin ha detto:

    @ Francesco 23

    Varda che la te scolta, sul serio ‘sta qua la xe convinta. Per favor, vaghe con le molle…..

  27. marisa ha detto:

    Ecco perchè la Rosolen vuole unificare i due ERDISU !

    Quello che vuole è nascondere che l’ERDISU di Trieste ha il doppio del personale dell’ERDISU di Udine, pue avendo i due atenei – tolti i fuori corso – un numero pari di iscritti. Quello che vuole nascondere è che mentre l’Erdisu di udine funziona e bene (così affermano gli studenti !), quello di Trieste risulta avere problematiche.

    E tanto altro che trovate qua:

    http://comitat-friul.blogspot.com/2010/11/lerdisu-di-udine-troppi-fondi-trieste.html

    Altro che – razionalizzare i costi !

    Alessia Rosolen raccontala giusta e non prendere in giro i friulani, come hai sempre fatto!

  28. capitan alcol ha detto:

    Agli studenti senza alloggio daranno una scatola di cartone e li faranno dormire nel tunnel tra il CERN e il Gran Sasso. 🙂

  29. Marco ha detto:

    La Rosolen, a parole in compagnia pure di Tondo, vuole cancellarli gli ERDISU, non unificarli.
    Un caso perso, ti lascio a googlare selvaggiamente tracce di oppressione antifriulana nella rete.

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