5 Settembre 2011

Via Ascoli, l’antica strada del ghetto dedicata al glottologo goriziano

Via Graziadio Isaia Ascoli è la strada che va dalla piazzola antistante la chiesa di san Giovanni fino alla via Italico Brass, dove un tempo scorreva il torrente Corno.

La casa al civico 1 è proprio casa Ascoli, quella della famiglia del glottologo e filologo di fama mondiale e fondatore della Scuola italiana degli studi di linguistica indo-europea che vi nacque. Senatore del Regno d’Italia, membro delle principali Accademie d’Europa e d’America, insignito delle più alte onorificenze d’Italia e di altri stati del mondo, esordì a 16 anni a Gorizia, sua città natale, con un’opera sull’idioma friulano. Fu successivamente (1861) chiamato a Milano dove insegnò lingue orientali presso l’accademia scientifico-letteraria, per lunghi anni. Fu autore di opere interessanti che sono ancor oggi oggetto di studio e tra l’altro fu l’Ascoli a denominare Venezia Giulia e Venezia Tridentina il Litorale e il Trentino.
La famiglia Ascoli gestiva nella via un laboratorio di filatura della seta sin dal Settecento e la torcitrice a 144 fuselli esposta oggi ai Musei Provinciali appartenne a Lazzaro Norsa, antenato dello studioso.

Tante altre attività commerciali si trovavano allora nel Ghetto, gestite tutte da Ebrei. Erano “strazzerie”, “ferravezza”, “effetti contadini”, generi commestibili e banchi di pegno che solo nell’Ottocento ebbero la possibilità di trasferirsi in via Rastello e in Piazza Grande.

La via, l’antico “ghetto degli Ebrei”, fu ribattezzata nel 1876 quando Graziadio Isaia era ancora in vita, e fu l’anno in cui le scritte sui muri agli angoli delle strade furono sostituite da quelle a caratteri blu su tavolette di maiolica a fondo bianco.
Dal 1756 in via Ascoli sorge la Sinagoga di Gorizia, sul sito dove sin dal 1699 esisteva un oratorio ebraico, anche se la presenza di ebrei a Gorizia coincide con l’inizio della storia della città.
La costruzione è stata completata con l’attuale facciata e il cortile interno, ricavato quest’ultimo dalla demolizione di tante case del ghetto.
Nell’atrio esterno della Sinagoga troviamo la lapide che ricorda la deportazione ad Auschwitz del 23 novembre 1943 di ebrei goriziani. Il giardino accanto alla Sinagoga è intitolato a Bruno Farber, figlio di ebrei goriziani, deportato e ucciso a soli tre mesi. La più anziana ebrea deportata fu Emma, l’ottantanovenne madre di Carlo Michelstaedter che morì durante il viaggio verso Auschwitz.

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3 commenti a Via Ascoli, l’antica strada del ghetto dedicata al glottologo goriziano

  1. Ezio ha detto:

    Pillole di storia che fà sempre bene ingerire…………

  2. Andrea ha detto:

    Un appunto che spero arrivi a chi di dovere, la via dovrebbe essere a traffico limitato, invece passano e sostano in troppi, anche con targa SLO, non sarebbe male qualche controllo in più

    ciao a tutti

  3. Jack ha detto:

    La via è totalmente abbandonata. Il comune dovrebbe chiuderla come una VERA Zona a Traffico Limitato. Solo così potrebbe vitalizzarsi e rivivere…

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