5 Settembre 2011

Il Gruppo teatrale per il dialetto torna a Kromberk con “I Rusteghi”

Il Gruppo Teatrale per il Dialetto diretto da Gianfranco Saletta è riuscito a recuperare la data saltata a causa del maltempo: appuntamento quindi con I Rusteghi di Carlo Goldoni, all’Anfiteatro di Kromberk (Nova Gorica) il 7 settembre, alle 20.30. Uno spettacolo piuttosto attuale che contrappone una visione anacronistica e conservatrice al “nuovo che avanza”.
L’ingresso è ovviamente gratuito, grazie alla collaborazione di Gorizia Spettacoli e al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia e della Fondazione Coronini Cromberg.
E’ un appuntamento che oramai si ripete da molti anni, questo del Gruppo teatrale con i goriziani, che va oltre le tanto apprezzate Maldobrie. Fondamentale anche quest’anno la relazione con il Comune di Nova Gorica che, come sempre, ha dimostrato grande entusiasmo nell’organizzazione della serata oltre confine. Gianfranco Saletta si fa accorato portavoce dell’idea di poter costruire un cartellone integrato tra Gorizia e Nova Gorica, considerandolo uno sfogo naturale e logico.

Dei Rusteghi, ciò che subito salta all’occhio sono i pochi movimenti di scena e la staticità, contrapposti ad un’inarrivabile musicalità dei dialoghi, non tanto per il significato delle parole, quanto per l’armonia dei suoni.

«I Rusteghi in lingua Veneziana non è lo stesso che i Rustici in lingua Toscana. Noi intendiamo in Venezia per uomo Rustego un uomo aspro, zottico, nemico della civiltà, della cultura, del conversare e posso dire quest’opera una delle mie più fortunate». Questa l’introduzione che ne fa l’autore stesso, Carlo Goldoni, nel 1760, anno in cui scrisse quello che molti critici ritengono un grande capolavoro dell’arte goldoniana, immancabile nei cartelloni delle grandi compagnie dell’Ottocento e del Novecento.

Il Gruppo Teatrale si è già cimentato con le opere di Goldoni, ultima in ordine di tempo “La Finta malata”, rappresentata in Castello nell’estate del 2009, con il tutto esaurito in ogni serata, a fronte di un centinaio di posti a sedere del Cortile dei Lanzi. La sorpresa è stata quella dell’anno scorso, con il trasferimento dello spettacolo al Parco di Villa Coronini e il ritorno alle Maldobrie di Carpinteri&Faraguna: 500 persone hanno letteralmente invaso il Parco per assistere allo spettacolo. Un attestato di stima che Saletta e il suo Gruppo Teatrale hanno accolto con stupore e gratitudine, preparando il bis per quest’estate sperando nello stesso successo.
Vedremo sul palco i volti ormai noti di Giorgio Amodeo, anche autore della riduzione dell’opera, Riccardo Canali, Gianfranco Saletta, regista, Eva Mauri, Mairim Cheber, Federica Zoldan, Riccardo Beltrame, Liliana Decaneva, Sergio Maggio, Julian Sgherla. Anche quest’anno la musica è stata curata da Livio Cecchelin, le scene sono state affidate a Remigio Gabellini, i costumi sono di Rossella Plaino.

A proposito dei Rusteghi, due le interpretazioni principali date dai critici: possiamo assistere ad un’opera buffa che non ha altra finalità che quella di divertire, oppure aderire all’interpretazione in chiave ideologica e addirittura psicanalitica che mette in evidenza il contrasto generazionale e le differenze tra la visione della vita delle donne da una parte e degli uomini dall’altra.
Infatti, i Rusteghi sono quattro borghesi veneziani contro cui Goldoni non attua nessuna satira, nemmeno manifesta eccessiva simpatia per l’elemento femminile: Goldoni sta dalla parte dei giovani, di tutti coloro che colgono il cambiamento che sta interessando la società veneziana e che forze retrograde cercano di tenere lontano.

Dal punto di vista creativo, Goldoni ama profondamente i questi suoi personaggi maschili, che fanno ridere per il loro anacronismo e per il loro attaccamento a comportamenti divenuti vecchi e sciocchi; sono le donne le più pronte a cogliere la sfumatura, a risolvere un problema che se i rusteghi avessero continuato a trattare a modo loro, cioè con quella chiusura mentale e con quella mentalità ancorata alle vecchie leggi del passato, sicuramente sarebbe sfociato nella tragedia o peggio nella farsa.
L’invito ad abbandonare un simile atteggiamento conservatore non è riservato a un mondo preciso, ma all’umanità intera: “ame se volè esser amai”.
Un’ulteriore replica è prevista a Cervignano al teatro Pasolini il giorno 9 settembre alle 20.45 (intero €10, ridotto €8).

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