10 Agosto 2011

Cinghiali, i cacciatori del Carso dicono la loro

“La giunta Poropat-Godina, nei 5 anni appena trascorsi, è riuscita nell’impresa di creare un “problema Cinghiale”, ingigantirlo amplificandolo senza mettere in atto misure efficaci, nè per mitigare i danni in agricoltura nè per contenere la popolazione, visto che i danni aumentano invece di diminuire”. A prendere posizione sul problema dei cinghiali è il Comitato Cacciatori del Carso. Ecco l’intervento che hanno inviato alla redazione di Bora.La:

Vale la pena di sottolineare che le modalità con cui si affronta il tema dei danni da cinghiale è molto ben conosciuto in Europa, da almeno 50 anni, quindi non c’è nulla da inventare di nuovo, è sufficiente copiare e contestualizzare queste esperienze a livello locale. Che cosa osserviamo invece, da parte della Regione, l’assessore Violino e l’Ufficio studi faunistici, gli unici giuridicamente competenti in materia faunistico-venatoria, il silenzio più assordante.

Ma torniamo a Trieste e alla nuova giunta Poropat-Dolenc che cosa propone per risolvere il problema cinghiale? Vogliono dimostrare di ricavarne addirittura degli utili e quindi celle frigorifere, salami e prosciutti. C’è un aspetto da sottolineare: che la fauna selvatica non è di proprietà della “gastronomia Poropat-Dolenc” ma è proprietà indisponibile dello Stato (LN n.157 del 1992) e concessa in gestione ai cacciatori. Un Ente pubblico non può fare utili con la vendita di fauna selvatica abbattuta!

Le azioni di “controllo” sulla popolazione di Cinghiale o meglio il prelievo in deroga che la Provincia mette in atto da alcuni anni facendo abbattere i cinghiali dai guardiacaccia come fosse routine, è appunto una deroga alla norma, che dovrebbe essere “una tantum” e quindi qualcosa di eccezionale da non ripetersi poiché viene svolta su una specie cacciabile che è oggetto di caccia per 9 mesi (270 gg) all’anno!. A rendere ancora più inspiegabile tale approccio è che i 100 cinghiali abbattuti all’anno dalla Provincia vanno inceneriti.
Uno spreco assurdo di una risorsa che prevede anche un costo da parte della Provincia e quindi un costo per noi tutti, per affidare a una ditta privata il recupero, il trasporto e l’incenerimento dei cinghiali abbattuti dai guardiacaccia provinciali. Una follia per chiunque ma non per la Provincia di Trieste.

Cercando di inquadrare questa vicenda in un ottica di semplice buon senso, quello che colpisce è che gli interventi sono stati svolti fino ad ora nella completa assenza di una qualsiasi analisi tecnico scientifica del fenomeno dei danni e/o di conoscenza della popolazione, sia da parte della Regione organo responsabile della gestione faunistico-venatoria (del tutto irreperibile), sia da parte della Provincia che si ferma agli effetti senza capire le cause.

Ora il vero motivo, direttamente collegato al manifestarsi dei danni, sconosciuto sia alla Regione che alla Provincia, consiste nella difficoltà di gestire il cinghiale in funzione dei danni da parte delle riserve di caccia della Provincia di Trieste che, nonostante l’abbattimento di 600 cinghiali più i 100 abbattuti dai guardiacaccia, vedono un aumento della popolazione e dei danni.

Le riserve di caccia sono state lasciate completamente sole ad affrontare un problema che solo in parte gli compete, in quanto esecutori di strategie che vengono (dovrebbero venire) dall’organo gestore cioè la Regione, e in assenza di questa dalla Provincia che come già sottolineato è totalmente inadeguata nel proporre soluzioni tecnico-scientifiche alla problematica, pensando di risolvere tutto a colpi di carabina da parte della Polizia provinciale.
Ripetiamo ancora una volta, per chi non vuol sentire, che non si tratta di improvvisare o di inventarsi fantasiose strategie del tipo prosciuttificio/salumificio, le soluzioni si conoscono molto bene, quello che manca è la volontà di applicarle.

Il problema è quindi quello di mettere in atto una gestione faunistico-venatoria del cinghiale consapevole, mirata alla riduzione dei danni che freni l’aumento della specie e che rimuova le cause di una gestione venatoria errata, le cui responsabilità locali risiedono in alcune figure in cerca di visibilità che vogliono mantenere piccoli “privilegi di condominio”, capi e capetti non più giovani ed anziani che vogliono sparare al capo più grosso senza comprendere le pesanti implicazioni negative di tali azioni (quanto di meglio si possa fare per aumentare da una parte i danni e dall’altra il numero dei cinghiali).

All’amico Dolenc e alla nuova giunta Poropat-Dolenc consigliamo di non esercitarsi in soluzioni estemporanee improvvisate che non centrano nulla con la gestione della fauna selvatica ma che riguardano piuttosto la zootecnia e l’allevamento di animali domestici come vacche, capre, pecore, maiali ecc.. Misure che risulteranno nella migliore delle ipotesi inutili e ininfluenti sulla dinamica di popolazione di cinghiale e nella peggiore fonte di ulteriori danni e aumento della popolazione e si sarà perso, in ogni caso, del tempo prezioso.
Lasciamo quindi che i maiali facciano i prosciutti, i cinghiali facciano il proprio ruolo ecologico, i guardiaccia facciano i guardiacaccia (così sensibili ai timpani), i cacciatori facciano il ruolo di cacciatori, la Federcaccia si occupi di caccia, la Provincia di Trieste si occupi di cose serie (fin troppe in questo momento storico) senza impegnare i guardiacaccia in ruoli che non gli appartengono, senza spendere soldi pubblici (di noi tutti) in celle frigorifere ambulanti e altre misure inutili.
Chiediamo solo un aiuto di tipo tecnico-scientifico per riprenderci in mano il ruolo che abbiamo sempre avuto di punto di riferimento italiano per la buona gestione faunistico-venatoria.

Caro Igor non ascoltare le sirene interne alla Provincia e/o Federcaccia, sono le stesse che si sono rese responsabili da almeno 5 anni dell’attuale situazione.
Non vorremo che andasse a finire come al Parco Regionale dei Colli Euganei dove dopo 5 anni di interventi dell’ISPRA, ricerche, analisi e un sacco di soldi spesi la situazione gestionale del cinghiale è più che peggiorata. Forse è il caso di informarsi non credi?
Se vuoi veramente risolvere la situazione e non buttare soldi è sufficiente copiare quello che ha fatto la tua collega Mara Cernic a Gorizia, se ha funzionato a Gorizia perché non provare a Trieste (cerchiamo per una volta di essere efficaci lasciamo da parte le gelosie).
Non serve inventarsi nulla di diverso ma piuttosto lavorare con concretezza e sobrietà, tra le migliori caratteristiche della gente del Carso e il tuo impegno verso i cacciatori questa volta sarà capito e condiviso. Non ripetere l’esperienza della LR n. 6 del 2008, perseverare è diabolico.

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26 commenti a Cinghiali, i cacciatori del Carso dicono la loro

  1. kaiokasin ha detto:

    Far dire a una legge dello Stato che la fauna selvatica è concessa in gestione ai cacciatori non sta ne in cielo ne in terra (casomai le specie cacciabili, che sono una frazione minimissima della fauna selvatica, ma neanche in quel caso si può parlare di concessione in gestione. Anche la gestione compete allo stato, tramite gli enti locali, ai cacciatori è consentito il prelievo nelle misure e nei calendari consentiti dalla legge “purchè non contrasti con l’esigenza di conservazione della fauna selvatica e non arrechi danno effettivo alle produzioni agricole”).
    Non è vero che la competenza è solo regionale: intanto la legge è nazionale e le province sono chiamate ad attuare la disciplina regionale, quindi hanno un ruolo operativo sul territorio.
    Nel merito io ho capito che bisogna fare come la Cernic a Gorizia: e cosa fa questa signora, si può sapere?
    Cosa propone in pratica questo comitato di cacciatori (che io personalmente sento per la prima volta) nemici di Federcaccia?
    Un intervento lunghissimo per non dire niente: spiegate in pratica la vostra miracolosa soluzione. Grazie.

  2. mutante ha detto:

    far salvaguardare la fauna ai cacciatori è come mettere il lupo a guardia delle pecore.

  3. ufo ha detto:

    Magari sto per fare la figura del pirla, visto che il mondo della caccia mi è del tutto straniero, ma di questo Comitato qualcuno ne ha mai sentito parlare prima di oggi?

  4. Mentat ha detto:

    Mi sembra assurdo che la Provincia decida di sperperare denaro pubblico per risolvere un problema che i privati possono risolvere volentieri a spese loro. Si faccia un piano degli abbattimenti e si lasci ai cacciatori la decisione di cosa fare con i cinghiali abbattuti. La sola idea che la Provincia si metta a produrre salami e prosciutti è contraria a qualunque principio di corretta gestione delle finanze pubbliche.

  5. Mentat ha detto:

    Aggiungo anche che è ridicolo pagare la polizia provinciale per cacciare i cinghiali, quando i cacciatori sono disposti a pagare tasse salate per poterlo fare. Ma evidentemente le considerazioni economiche in questa vicenda contano poco. A questo punto credo abbia ragione Tremonti: l’unico modo per evitare che il pubblico sperperi denaro in iniziative sttravaganti è tagliare i trasferimenti dallo Stato agli enti locali.

  6. capitan alcol ha detto:

    la fauna selvatica non è di proprietà della “gastronomia Poropat-Dolenc” ma è proprietà indisponibile dello Stato (LN n.157 del 1992) e concessa in gestione ai cacciatori.

    E come tutto quello che lo stato dà in gestione ci si mangia sopra (ferrovie autostrade frequenze).

  7. Triestin - No se pol ha detto:

    soliti magna magna….

  8. ufo ha detto:

    Grandi ragionamenti, grandi sproloqui come al solito, e figurati se non si arrivava ai soliti discorsi di abolire questo e quell’altro. Nel frattempo i tenerissimi cinghiali devastano campi e vigneti ormai da anni, indisturbati e beati. E protetti, con i coltivatori che solo a fargli bum con la bocca rischiano il processo.

    Ma ai pozzi di scienza che esternano su questi lidi sarà mai passato per la mente che magari ci sono quelli a cui questo stato di cose va più che bene, e che il cinghiale è diventato problematico appena quando qualche esemplare si è montato la testa e si è messo a spaccare vetrine in città?

    Nel frattempo, complimenti per l’abolizione della Comunità montana. Bel risultato, sotto gli occhi di tutti. Quanto abbiamo “risparmiato” mandando in rovina l’agricoltura del territorio?

  9. elena bianchi ha detto:

    Sono figlia e nipote di cacciatori che mi hanno insegnato molto sulla natura e sugli animali, molto più di mia madre che è professoressa di scienze naturali, e credo siano una valida categoria da ascoltare ogni qual volta ci siano problemi ambientali che riguardino gli animali.
    Accanto a loro ci siamo anche noi “ambientalisti” che non andiamo a caccia ma che abbiamo gli stessi diritti di godere dell’ambiente e delle specie che ne fanno parte. Entrambe le categorie sono animate da molta “passione”. Mi risulta che ci sia nelle istituzioni (provincia e regione) del personale “assunto e pagato mensilmente con contratto indeterminato” (non come me precaria della scuola!) che dovrebbe con molta professionalità e poca passione occuparsi dei cinghiali, dei nocivi, delle volpi ecc. Dove sono? Li tengono nascosti negli uffici?

  10. ufo ha detto:

    Ma sto sedicente Comitato, alla fine? Mai sentito nominare? Non sarà un nome creato per l’occasione?

  11. Pietro Petruzzi ha detto:

    Personalmente non ho mai sentito parlare di questo “Comitato”.
    Sono stato per 32 anni dirigente della Federazione caccia di Trieste, di cui: 8 anni Consglire; 8 anni segretario e 16 anni Presidente.
    Ora sono Presidente Onorario della stessa Federazione, domando??
    Da dove spunta questo Comitato dei Cacciatori del Carso.
    Esercito la caccia da oltre 40 anni sul Carso,
    sono Direttore di Riserva e vice Presidente del Distretto Venatorio n.13 “Carso”.
    Posso interloquire sul problema cinghiali??
    Grazie. cav. Pietro Petruzzi “petru30@libero.it”

  12. Pietro Petruzzi ha detto:

    La selvaggina è proprietà dello Stato, e demanda la gestione alle Regioni, con un particolare che,
    le Regioni a Statuto Speciale hanno priorità legislativa in materia di caccia con leggi proprie.
    Leggi nbon in contrasto con la legge nazionale ma tenendo conto che l’Italia è lunga e che tra l’altro mentre in Sicilia si va al mare a Bolzano nevica.
    Da ciò nasce un diverso calendario venatorio che deve tener conto delle stagioni della fauna e dei modi tradizioinali della Regione.
    E comunque questo Comitato Cacciatori del Carso è e resta anonimo.
    Io mi sono presentato a corrisponde quiesto Comitato??

  13. massimo p ha detto:

    ufo si è probabile

  14. Stufo ara! ha detto:

    Ocio che kopar il cinghial no xe roba de paletoni, se no sbaglio xe proiettile e no picio. Mica tuti i caciatori fa sta caccia… senza parlar poi che se uno sbaia e el cinghial resta ferì… e ssai incazado… e se trovemo in prossimità di centri abitati, chi paga poi se agredissi qualchedun? Per questo se preferissi che sia i guardiacaccia + esperti a far “el massacro”.

  15. teran ha detto:

    Il vero e unico problema dei cinghiali é stato fatto dai carissimi, ambientalissimi e altamamente illunimamente amanti degli animali che portavano e continuano a portare cibo da mangiare. E tutti pronti a giustificare chi ha subito la sanzione, disposta dal ex-sindaco ed ad criticare chi ha esercitato il proprio dovere, nonche il proprio lavoro.

  16. Mentat ha detto:

    Prevedo duro scontro con la realtà per tutti quelli che pensano ancora che in futuro ci saranno le risorse pubbliche per occuparsi di cinghiali.

  17. sergio ha detto:

    il mio scritto è diretto verso questi politici che con le loro idee non risolvono nessun problema, ci sarà in regione o fuori una macello di selvaggina, bene si vende la carne è il problema è risolto, aprire un macello per selvaggina a Trieste da parte della Provincia, mi vien da ridere, anzi da piangere, quante persone saranno impiegate? Anche qui direttore impiegati macellai, mi risulta che il censimento cinghiali fatto a Trieste supera abbondantemente le 1000 unità, con cinque cinghiali uccisi al giorno in un anno non ci saranno più cinghiali nella nostra Provincia, ma la domanda è questa “Quanti soldi pubblici questi signori avranno speso per la struttura e stipendi?” questi politici che hanno queste idee sarebbe da lanci
    scusatemi ho ripetuto qua la mia opinione

  18. sergio ha detto:

    scusatemi faccio una correzione,
    questi politici che hanno queste idee sarebbero da lanciare

  19. bicicletta81 ha detto:

    Non solo approvo chi ha dato da mangiare ai cinghiali, ma spero che continueranno a farlo!
    Siamo stati a Rosegg con i bambini e ci hanno spiegato che lì, cioè in tutta la Carinzia come in tutta europa, i cinghiali li sanno gestire.

    Questo vuol dire che i cacciatori li cacciano secondo le regole biologiche della specie e i semplici cittadini possono foraggiarli: tutto sotto il controllo degli zoologi che li studiano.

    Al nostro gruppo di Trieste lo hanno spiegato anche ai bambini, mentre da noi entrano nelle vetrine.

  20. Triestin se pol ha detto:

    No xe più i cazzadori di una volta………….

  21. Paolo Geri ha detto:

    Comunque Piero Petruzzi ha posto una domanda seria e non vedo risposte. Chi è (sono) questo fantomatico Comitato dei cacciatori ? Non saranno mica oppositori politici di Igor Dolenc ?

  22. A dir il vero.. ha detto:

    A dir il vero

    Dopo tante chiacchiere forse è il caso di dare dei numeri. Un cacciatore goriziano ha sottolineato un aspetto poco conosciuto che va evidenziato.
    Sul collio goriziano le cui dimensioni sono inferiori ai 10 mila ettari in mezzo ai vigneti, cantine, strade ecc. l’anno scorso sono stati abbattuti 512 cinghiali. Nello stesso periodo sul carso goriziano e triestino sono stati abbattuti 499 cinghiali ma su 20 mila ettari. Ora se la matematica non è un opinione i cacciatori del collio goriziano abbattono il DOPPIO dei cinghiali del carso. Ecco il motivo per cui i cinghiali a Trieste entrano nelle vetrine. A buon intenditor poche parole.

  23. Pietro Petruzzi ha detto:

    Non avuto risposte, chi sono questi del Comitato Cacciatori del Carso ??????
    Sono curioso di saperlo!
    Pietro petruzzi

  24. elena bianchi ha detto:

    A parte i cacciatori che non si conoscono o riconoscono e tentativi vari di tradurre critiche e preoccupazioni in boicottaggi politici, si puo’ avere qualche informazione sulle soluzioni tecniche che la provincia intende adottare che non sia il ripetitivo ed inefficace abbattimento affidato ai guardiacaccia?
    grazie

  25. Pietro Petruzzi ha detto:

    Per quanto riguarda il Collio Goriziano, prima di tarre delle conclusioni e insegnamenti su medopti altrui…..chi scrive a proposito del numero di abbattimenti sul Collio SI INFORMI LE REGOLE CHE LA REGIONE HA STABILITO, NON L’OTTIMO ASSESSORE (a dir il vero senza nome) e vedrà che prima di parlaRE E MEGLIO INFORMARSI.
    Sul Collio Goriziano cacciano con delle deroghe che chi ha scritto di dare l’esempio si informi!!!!!
    Inoltre non ho avuto ancora risposta a chi corrispopnde questo fantomatico Comitato Cacciatorio del carso “mai risposto”
    Alla redazione una risposta anche privatamente. Oppure è un’invezione per danneggiare Igor Dolenc ?????=
    Pietro Petruzzi

  26. matteo ha detto:

    soluzion? far come in slovenia, i la soara, i la magna e no me sembra che i sia invasi o che sia specie in pericolo de estinzion

    ài soliti pseudoverdi pseudopronatura non capiscono un tubo

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