5 Agosto 2011

Un macello per selvaggina per non mandare all’inceneritore i cinghiali abbattuti in Carso e Collio

Creare un macello o un centro lavorazione carni dedicato alla selvaggina tra le province di Trieste e Gorizia per evitare lo spreco della carne dei cinghiali abbattuti. E’ la proposta, unita a quella di ampliare i possibili abbattimenti degli ungulati, formulata attraverso un ordine del giorno proposto dai consiglieri regionali Igor Gabrovec (PD-Slovenska skupnost) e Sergio Lupieri (Pd) e accolto dal Consiglio regionale.

Il problema è molto sentito sul Carso e nel Collio Goriziano, ma sicuramente interessa anche molte altre zone agricole e centri abitati della regione. A conferma di ciò sono le firme sul documento di diversi altri colleghi consiglieri (di maggioranza e opposizione) che si sono aggiunte a quelle dei due proponenti e il voto favorevole dell’Aula, nonostante la Giunta, con l’assessore competente Claudio Violino, si sia espressa con parere contrario.

L’ordine del giorno si fonda sulle considerazioni che nonostante l’incremento del numero degli abbattimenti, soprattutto nelle province di Trieste e Gorizia, la popolazione dei cinghiali permane decisamente in soprannumero, con gravi ripercussioni sull’agricoltura. Gli indennizzi gestiti per tramite delle Amministrazioni provinciali, seppur incrementati, non si avvicinano minimamente all’entità dei danni realmente subiti dai singoli cittadini e dalle aziende agricole.

Prendendo ad esempio la legislazione in materia nella vicina Slovenia, che viene considerata sotto molti aspetti più efficace nel perseguire l’obiettivo del contenimento della fauna degli ungulati, e considerando le proposte che sono emerse nel corso dei tavoli verdi convocati dalle Amministrazioni provinciali di Trieste e Gorizia, il documento approvato dal Consiglio regionale impegna la Giunta a predisporre un testo di modifica della normativa vigente per ampliare i periodi e gli orari di caccia e quindi controllare con maggior efficacia l’esplosione demografica degli ungulati.

Con lo stesso ordine del giorno, i consiglieri Gabrovec, Lupieri, Codega, Kocijancic, Brussa, Brandolin e Valenti chiedono all’Esecutivo regionale di sostenere la creazione di un macello o di un centro lavorazione carni dedicato alla selvaggina. Tale struttura potrebbe essere organizzata e gestita in comune tra le due province di Trieste e Gorizia e permetterebbe innanzitutto di non gettare ai grifoni o nell’inceneritore (con relativi costi) le carcasse dei cinghiali abbattuti nei pressi dei centri abitati dai guardiacaccia provinciali, oggi Polizia ambientale. Tale centro sarebbe ovviamente utile anche ai cacciatori per la lavorazione delle carni dei capi di selvaggina abbattuti, favorendo lo sviluppo e le diffusione di prodotti alimentari locali derivanti dalla lavorazione delle carni selvatiche (es. salame e prosciutti di cinghiale).

I consiglieri propongono infine il finanziamento di corsi di aggiornamento destinati ai cacciatori e l’incremento del capitolo finanziario dedicato agli indennizzi per i danni subiti dagli agricoltori, sempre molto superiori ai fondi disponibili.

L’ordine del giorno va in un certo senso a confermare e a coronare gli sforzi delle due province, in accordo con le associazioni degli agricoltori e quelle venatorie.

“Il problema dei cinghiali si può risolvere soltanto facendo gioco di squadra tra chi è chiamato a legiferare, chi a controllare la proliferazione delle specie e non da ultimo chi, come gli agricoltori, ne sta subendo il danno e quindi il prezzo maggiore” conclude il consigliere espressione della comunità slovena Igor Gabrovec, che sta da tempo lavorando in stretto accordo con i due vicepresidenti delle Province di Gorizia e Trieste.

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30 commenti a Un macello per selvaggina per non mandare all’inceneritore i cinghiali abbattuti in Carso e Collio

  1. sfsn ha detto:

    sarà contento Dongetti che per l’intervalo del prossimo pupkin in castel gaverà come aprovvigionarse!

  2. digei ha detto:

    me sembra una cosa sensata, posti de lavor e carne controllada… visto po cos che costa el cinghial!!!

  3. dimaco ha detto:

    quoto digei, anche per le entrate finanziarie che ne deriverebbero con la vendita della carne. è pazzesco che per assurde regole europee in questo paese si debba buttare il latte nelle fogne e macerare milioni di tonnellate di frutta solo per non appesantire il mercato. E? uno spreco. da una aprte buttano via la roba dall’altra paghi un kg di pesche 2 euro e passa. se ti va bene.

  4. digei ha detto:

    no son antieu (immagino anche dimaco) ma butar via roba de magnar e che te faria anche guadagnar xe peccato da sempre…

  5. sfsn ha detto:

    ma sta roba vol dir che la prossima volta che stiro un capriolo col auto no poso più magnarmelo come rimborso del dano del auto, ma devo portargelo nel wildy macello?

  6. isabella ha detto:

    @digei “ma butar via roba de magnar e che te faria anche guadagnar xe peccato da sempre…” hai pienamente ragione. Il cibo non si butta, mai, come fanno invece tanti supermercati o strutture pubbliche.

  7. kaiokasin ha detto:

    Per quanto personlmente sia contro la caccia, la proposta mi pare sensata. Comunque i cinghiali abbattuti, di riffa o di raffa, finivano in piatto, quindi meglio che la cosa sia istituzionalizzata e ci sia un controllo.

  8. dimaco ha detto:

    alora mi son antieu sopratutto se delle regole impongono di macerare futta verdura e buttare via latte percè sforano i parametri della produzione creati dalla comunità europea. con quella frutta si potrebbe fare molte cose invece di farla finire sotto i cingoli di una ruspa. la si potrebbe distribuire nelle scuole al posto delle merendine o di altre porcherie che sono nei distributori. succhi di frutta al posto dellle bibite gassate e zuccherate. per il latte uguale. ma non si può fare. si ricaverebbero dei soldi utili con cui fare cose utili. chi se ne frega se la pesca ha 5 di diametro invece dei 6 previsti o una pera è di un giallo diverso. fanculo, c’è gente che non arriva a fine mese che sarebbe contentissima di ricevere una cassa di pomodori o frutta in regalo.invece piuttosto che darla via gratis e fare del bene la distruggono. questo fa schifo nel sistema.

  9. digei ha detto:

    hai ragione dimaco, ma le regole si possono cambiare e finchè la gente va la per scaldar la poltrona (e qualchidun neanche quel) andaremo avanti cussì.
    Saria ora de cambiar ma con la testa giusta.

  10. marino ha detto:

    Sono assolutamente d’accordo che lo spreco va combattuto, ma devo fare due considerazioni:
    1) Portare le carcasse all’inceneritore è spreco, ma non lo è darle ai grifoni.
    2) La costituzione di un centro lavorazione carni deve prevedere un certo volume di produzione e quindi di materia prima. Dubito che le carcasse attualmente disponibili possano giustificare economicamente un struttura siffatta. Non vorrei che fosse un escamotage per poi lamentare carenza di materia prima e di conseguenza agire sulla legislazione venatoria per far “lavorare” di più i cacciatori.

  11. Paolo Geri ha detto:

    Con tutto il rispetto per ogni forma di vita animale, Trieste è letteralmente assediata dai cinghiali. Ieri pomeriggio uno ha rotto con il muso la vetrina di un negozio in via San Cilino, che non è periferia, ma zona urbana della città. Per non parlare dei danni alle coltivazioni in Carso. A me il salame di cinghiale piace. Ottima la proposta del macello.

  12. Francesco ha detto:

    Redazione e’vero che i cinghiali li ha “portati” cardarelli dall’Abruzzo (l’imprenditore del Giulia, della cava di sistiana ecc) che si era fatto una tenuta nell’area della cava facannoni?

  13. sergio ha detto:

    per creare una struttura che funzioni sempre ci vuole avere una continuità di materia prima, abbiamo tanti animali da abbatterre???
    quanto ci costerà questa struttura?? è la solita menata per far spendere al cittadino migliaia e migliaia di euro, è meglio che tutto resti così, piuttosto si dovrebbero sterilizzare i cinghiali e monitorarli, cari signori mi pare che avete le idee un po’ confuse

  14. sergio ha detto:

    altra soluzione è dare questa carne a qualche macello privato, logicamente avendo anche un utile

  15. fabry ha detto:

    Non sarebbe piu’ semplice ed economico individuare un numero ristretto di macellai onesti e farli lavorare in convenzione invece di buttare soldi per mettere in piedi una struttura che lavorerebbe a singhizzo?

  16. fabry ha detto:

    *singhiozzo 🙂

  17. Hafez ha detto:

    Sempre che si faccia qualcosa….

  18. francesco ha detto:

    Che la provincia di Trieste si metta a fare un macello mi pare il colmo.
    Con quali risorse poi se non ha nemmeno per tenere le scuole in stato decente?
    (non buttare la carne si, fare come dice fabry è il metodo più semplice ed economico- forse per questo non ci pensano nemmeno…)

  19. Valter De Monte ha detto:

    @ Marino: attenzione, le carcasse portate ai grifoni non sono cibo solo per loro, ma alimentano anche altri uccelli opportunisti (gabbiani, gazze, cornacchie, ecc., ma soprattutto corvi imperiali) che possono così aumentare di numero e, essendo comunque dei predatori, possono provocare gravi danni alle altre specie di uccelli. Quindi, rifornire i carnai con MOLTA cautela.
    @ Francesco: una delle versioni è che alcuni cinghiali maremmani siano stati portati a Trieste da una tenuta presidenziale (San Rossore?) e che poi siano scappati da un recinto. Ovviamente non hanno tardato ad accoppiarsi con quelli già presenti sul Carso ed è per questo che alcuni cinghiali abbattuti sono di taglia più piccola della media, eredità appunto dei “piccoli” maremmani. Detto questo, è documentato che i “nostri” cinghiali si sono spostati negli ultimi 30-40 anni da alcune zone particolarmente impervie al confine tra Slovenia-Ungheria-Croazia verso ovest, invadendo Carso, Collio e Pianura friulana dalla fine degli anni ’80.
    @ Sergio: “si dovrebbero sterilizzare i cinghiali e monitorarli”. Mi sembra una proposta difficile da realizzare. Hai idea di cosa significhi gestire un cinghiale da 1 o 2 o 3 quintali che, per dirla in maniera cruda, non ha alcuna intenzione di lasciarsi tagliar le palle? E poi, rimettendoli in libertà dopo la sterilizzazione, sarebbero isolati e rifiutati dagli altri e destinati ad una vita da reietti, senza contare che devono pur mangiare e spostarsi, quindi i danni alle colture e alle autovetture verosimilmente non diminuirebbero. Gira gira, la soluzione (almeno parziale) è introdurre modifiche legislative in modo da poter abbattere senza limitazioni e durante tutto l’anno i giovani cinghiali sotto i 35-40 kg di peso, prima che entrino nell’età fertile, con il risultato, dopo alcuni anni, di diminuire la popolazione. Sarà una soluzione cruenta e antipatica a molti, ma secondo me è la sola via per trovare una giusta convivenza tra cinghiale-uomo-ambiente. Non dimenticare che il cinghiale si nutre di tutto, ma proprio di TUTTO (dalla pantegana morta al cucciolo di capriolo all’agnellino di Cherso), quindi una popolazione eccessiva causa danni anche alle altre specie animali.
    @ Fabry: la convenzione con alcune strutture di lavorazione carni mi sembra una buona possibilità. Tieni presente che però la vigente normativa, anche europea, richiede la separazione, a scopi sanitari, tra le carni provenienti da allevamento e quelle dei selvatici, con locali e frigoriferi separati. Questo si può fare, costerebbe sempre meno che un centro autonomo lavorazione carni dedicato alla selvaggina, che giustamente funzionerebbe a singhiozzo. Altra soluzione, sempre con modifiche normative, istituire la possibilità da parte della Provincia di vendere al pubblico, previa visita veterinaria , i capi abbattuti con i cosiddetti “prelievi in deroga”, ad un prezzo stabilito per legge, magari poi destinando i proventi al risarcimento dei danni da fauna selvatica. Lo hanno fatto, per esempio, in Valle d’Aosta, con buoni risultati.
    Saluti.

  20. kaiokasin ha detto:

    #19 Visto che sei informatissimo in materia: ti risulta che i cacciatori foraggino i cinghiali con granaglie, ecc. (oltrettutto con finanziamenti pubblici)? Se questa cosa è vera (non sono sicuro) è chiaro che questi più mangiano e più si riproducono.

  21. massimo p ha detto:

    e reintrodurre alcuni predatori già presenti qua in passato no?

  22. Hafez ha detto:

    Situazione strana,una volta,per esempio venevano liberati fagiani,a caccia chiusa, per ripopolare la truppa;ora il problema è opposto….

  23. Hafez ha detto:

    Mah,le gazze , i corvi e le ghiandaie una volta si potevano abbattere anche fuori calendario di caccia,sono anche nocivi,ma c’è ne sono tanti perchè non sono commestibili,ora a dire il vero ho perso il filo delle regole,ma è rimasto qualche cacciatore,mi sembra….

  24. Valter De Monte ha detto:

    @ kaiokasin: quando si fa la caccia di selezione (= caccia “mitteleuropea” praticata dall’altana, cioè da una torretta alta alcuni metri, scegliendo il capo da abbattere in base a precisi criteri tecnici e di pianificazione faunistica), è importante lasciare piccole quantità di cibo nei pressi dell’altana stessa, in modo che gli animali classifichino il posto come fonte di alimento e quindi si avvicinino. Questa è la normale pratica, ma può succedere che qualche cacciatore esageri, volutamente o per eccesso di zelo, fornendo quantità eccessive di cibo. E’ un comportamento da eliminare, anche se non è molto diffuso. Del resto, non mi risultano finanziamenti pubblici per l’acquisto di questo cibo, di solito granella di mais.
    @ massimo p: l’unico nemico naturale del cinghiale è il lupo. Ora, l’ipotesi di lanciare sul Collio e sul Carso alcuni branchi di lupi mi sembra francamente eccessiva…! Ma stai tranquillo, arriveranno, arriveranno prima o poi i lupi bosniaci: già nel gennaio 2010 a Basovizza ci sono stati attacchi ad un allevamento con 9 bestie predate, ma quelli erano animali ibridi lupo/cane.
    @ Hafez: quello del lancio di fagiani di allevamento per ripopolamento o “pronta caccia” (= liberati sabato sera per essere cacciati la domenica mattina) a mio parere è una delle vergogne del mondo venatorio. Non mi spiego che gusto ci sia sparare ad un fagiano che fino a pochi giorni prima era in allevamento. E’la stessa cosa che appendere il cartello “SONO UN FAGIANO” alle galline di mia nonna e liberarle dal pollaio per mandarle a farsi sparare. Tieni presente poi che una percentuale spaventosa (penso il 50-70%) dei fagiani liberati muore entro pochi giorni, letteralmente di fame perché non sa procurarsi il cibo o perché è inerme e rincoglionita vittima di predatori, principalmente volpe. Ma dietro a questa pratica c’è un grossissimo giro d’affari (assolutamente legale) e, purtroppo, anche il sostegno di una parte del mondo venatorio. Se solo si facessero quattro conti sull’effettivo costo unitario dei (pochi) fagiani prima liberati e che poi vengono effettivamente abbattuti durante la caccia, si potrebbe facilmente scoprire che tale spesa non giustifica il gusto di mangiare un fagiano “selvatico” che fino a pochi giorni prima sbeccozzava allegro mangime e antibiotici in qualche allevamento…. .
    Per quanto riguarda gli “animali nocivi”, tieni presente che la nostra normativa nazionale, derivante da quella europea, protegge TUTTA la fauna. Certe specie, in certi periodi dell’anno, in certi orari e con certe modalità, si possono cacciare. Le altre specie sono PROTETTE. Per esigenze di tutela della salute pubblica, della salvaguardia di importanti beni economici, degli equilibri ecologici, ecc., si possono abbattere anche queste specie normalmente protette, in deroga a queste norme. Sono questi i “prelievi in deroga”, eseguiti normalmente dalla polizia provinciale e anche da un certo numero di cacciatori a ciò abilitati.
    Saluti

  25. dimaco il discolo ha detto:

    poi i fagiani di allevamento non hanno certo il gusto (della carne intendo ) di quelli selvatici. sanno di mangime accidenti

  26. Katja ha detto:

    avevo letto dimaco il discobolo:-)))

  27. Hafez ha detto:

    @ Valter.All’epoca le femmine non si potevano cacciare,quindi se vivevano,non venivano poi abbattute;del resto mi hai detto cose che già sò,o meglio,sono anni che non aggiornato,ma potevo immaginarle;credo in ogni caso che con un po’di buona volontà il caso dei cinghiali potrebbe essere risolto,se si vuole.

  28. sfsn ha detto:

    “con un po’di buona volontà il caso dei cinghiali potrebbe essere risolto,se si vuole.”

    bastassi rasarli e dir che i xe porchi…

  29. Hafez ha detto:

    Ma poi ti accusano di truffa…..mica facile agire in Italia….

  30. sergio ha detto:

    @ Valter De Monte,

    Grazie per la esaudiente risposta, il mio scritto era diretto verso questi politici che con le loro idee non risolvono nessun problema, ci sarà in regione o fuori una macello di selvaggina, bene si vende la carne è il problema è risolto, aprire un macello per selvaggina a Trieste da parte della Provincia, mi vien da ridere, anzi da piangere, quante persone saranno impiegate? Anche qui direttore impiegati macellai, mi risulta che il censimento cinghiali fatto a Trieste supera abbondantemente le 1000 unità, con cinque cinghiali uccisi al giorno in un anno non ci saranno più cinghiali nella nostra Provincia, ma la domanda è questa “Quanti soldi pubblici questi signori avranno speso per la struttura e stipendi?” questi politici che hanno queste idee sarebbe da lanciarli

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