23 Luglio 2011

Via libera al terminal off-shore nel golfo di Trieste. Lo annuncia la stampa slovena

L’annuncio arriva dalla stampa slovena: “L’Italia ha approvato la valutazione di impatto ambientale relativa al terminal off-shore e al gasdotto Trieste-Grado-Villesse”. Nessun notizia in merito, invece, sul sito del Ministero dell’Ambiente (nella foto il ministro Prestigiacomo), dove ad oggi la pubblicazione delle Via è aggiornata al 5 luglio scorso.

Questo il testo dell’agenzia battuta oggi dalla Sta: “L’Italia ha approvato la costruzione di un terminal off-shore nel golfo di Trieste e del gasdotto Trieste-Grado-Villesse. All’opera si sono opposti gli ambientalisti sloveni e italiani. La Slovenia deciderà per un eventuale azione contro il rigassificatore una volta esaminata la documentazione completa”.

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159 commenti a Via libera al terminal off-shore nel golfo di Trieste. Lo annuncia la stampa slovena

  1. bruno ha detto:

    non serve chiudere la ferriera…moriremo tutti col gas….ciò ma xe i soliti che i fà le robe sora le nostre teste, altro che differenziata, pezzo delle scovazze. dove xe firma per un referendum?

  2. bruno ha detto:

    e no ve scrivo el terzo post perchè irresponsabile

  3. Jil unica - Verit ha detto:

    LETTERA della PRESTIGIACOMO al suo CARO ROKO!!!
    http://lindro.it/IMG/pdf/lettera.pdf

  4. mutante ha detto:

    qua bisogna organizzarsi prima che chiudano la baia con un impianto pericoloso nel quale guadagnano i soliti quattro gatti. trieste sveglia!

  5. Triestin - No se pol ha detto:

    adesso aspettemo Roberto quel del libretto rosso che ghe rispondi a dovere…bisogna cominciar a denunciar anche qua chi no ga rispettà le leggi nazionali e europee…noi semo in una region a statuto speciale…e non esisti un piano energetico nazionale… non xe stada coinvolta la popolazion su queste decisioni quindi le loro carte val meno de niente…se Obelix no arriva a bloccar che el prepari un bel referendum….

  6. Mauricets ha detto:

    ” Nessun notizia in merito, invece, sul sito del Ministero dell’Ambiente”

    e sulla gazzetta ufficiale?

  7. Mauricets ha detto:

    a me risulta che con comunicazioni scritta sia stata comunicato a lubiana che a breve, ripeto, A BREVE, sarà approvato la valutazione di impatto ambientale relativa al terminal off-shore . SARA’ appunto. comunicazione del ministro datata 18 luglio. certe notizie si prega di darle correttamente.

  8. Comitato Odbor PLT ha detto:

    per informarvi come l’Unione Europea legifera per il territorio internazionale di Trieste e del suo Porto Libero, senza autorità e senza autorizazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

    http://ec.europa.eu/environment/eia/home.htm

    Environmental Assessment

    Environmental assessment is a procedure that ensures that the environmental implications of decisions are taken into account before the decisions are made. Environmental assessment can be undertaken for individual projects, such as a dam, motorway, airport or factory, on the basis of Directive 85/337/EEC, as amended (known as ‘Environmental Impact Assessment’ – EIA Directive) or for public plans or programmes on the basis of Directive 2001/42/EC (known as ‘Strategic Environmental Assessment’ – SEA Directive). The common principle of both Directives is to ensure that plans, programmes and projects likely to have significant effects on the environment are made subject to an environmental assessment, prior to their approval or authorisation. Consultation with the public is a key feature of environmental assessment procedures.

    The Directives on Environmental Assessment aim to provide a high level of protection of the environment and to contribute to the integration of environmental considerations into the preparation of projects, plans and programmes with a view to reduce their environmental impact. They ensure public participation in decision-making and thereby strengthen the quality of decisions. The projects and programmes co-financed by the EU (Cohesion, Agricultural and Fisheries Policies) have to comply with the EIA and SEA Directives to receive approval for financial assistance. Hence the Directives on Environmental Assessment are crucial tools for sustainable development.

    This website provides information on the European Union’s laws on Environmental Impact Assessment of public and private projects and the Environmental Assessment of public plans and programmes together with other related information.

    Comitato ODbor PLT – repete…niente di nuovo sotto il cielo del TLT.

  9. matteo ha detto:

    ste freschi, xe come el prg, per cosa crede che lo ga elimina per noi poveri mone che no valemo un klinc? i lo ga anula perche el comun ga ciapa la denuncia de danni dai costuttori del rio martesin, sicome xe diventa non costruibile

    i ve lo meti e lo metera sempre dove no bati il sol, prima capi meio xe

  10. Fiora ha detto:

    …capì se ga, matteo, perfin mi che credevo ‘ncora ala Befana…fasista ( 🙂 ) se definitiva, dopo tanti blabla, la ‘ssai sporca… ma come se fa a pararla?

  11. pianoinclinato ha detto:

    Perchè, c’è qualcuno che governa in Italia?

  12. Triestin - No se pol ha detto:

    a lato a sx si trova la lettera inviata al ministro sloveno..

    http://lindro.it/Su-Trieste-scontro-diplomatico-tra

  13. Mauricets ha detto:

    esatto, “mi accingo “.

  14. Dario Predonzan ha detto:

    Giusto, xe (un poco) come el piano regolatore.
    Desso, per paura de la causa per dani che gà minacià al Comun i costrutori de Rio Martesin, tornerà el piano de Illy. Quel che ghe piasi tanto a Matteo, perché ga fato costruibile el suo teren. Desso capisso perché Matteo no se firma mai col cognome: el ga paura che quei del comitato de Rio Martesin vegni a casa sua coi forconi…:-)))

    Venendo alle cose serie. Firmi pure la ministra il suo decreto: la aspettiamo al TAR, dove c’è già il ricorso di WWF e Legambiente (insieme a diversi altri) contro l’altro decreto favorevole per il rigassificatore di Gas Natural.
    Poi vedremo cosa farà il nuovo sindaco di Trieste: cosa avrebbe fatto Dipiazza (cioé nulla) lo sappiamo già.
    E i consiglieri comunali? Interessante vedere come si schiereranno. Per esempio quelli della Lega “padroni a casa nostra”…solo contro i Rom e i poveri diavoli o anche contro le multinazionali e i ministri che si mettono al loro servizio?
    Acc… dimenticavo che quei ministri sono loro alleati!

  15. Mauricets ha detto:

    io sono contrario al progetto, per il semplice fatto che South Stream passera a tarvisio. con un ramo puo scendere a villesse quindi a monfalcone (centrale enel) e trieste (centrale ferriera). ma non è che gli slo vogliono impedire questo?

    “Una correrà dentro la penisola Balcanica, e da qui verso l’Austria, mentre l’altra verso l’Italia passando per la Grecia e il canale di Otranto[9]. Sebbene non esistano ancora né accordi intergovernativi con l’Austria né accordi commerciali con la principale compagnia austriaca, la OMV, un importante tassello verso la realizzazione del gasdotto è stata l’acquisizione da parte di Gazprom del 50% della società che controlla l’hub gasifero di Baumgarten, possibile punto di approdo del braccio nord del South Stream”

    http://it.wikipedia.org/wiki/South_Stream

    gli slo vogliono il controllo stile ucraina?
    in parole povere essendo loro gli ultimi sul rubinetto, che cosa vogliono capitalizzare?
    è evidente che si fanno solo i loro interessi e noi siamo il pollo. che anche dovrebbe finanziare la costruzione con Eni e Gazprom.
    quindi merce di scambio l’impianto di zaule.

  16. Comitato Odbor PLT ha detto:

    Dario,

    no basta el TAR, e no basta la EU. dovemo ndar oltra.

    Comitato Odbor PLT – xe estremamente seccante che un idiota te installi una bomba ad orologeria in caxa tua, e l’orologio lo contralla lù ovviamente.

    mi go scelto el TLT e el PLT e ti cos te speti che i te rigassifichi el bux del cul?

  17. Mauricets ha detto:

    va bene tutto, ma pensare che a lubiana sono dei santi e fanno tutto in base a ideali ecologisti, scusate, mi sembra una favola per i gonzi. ecologia si, ma farci fregare no. anche a sinistra occhi aperti.

  18. Dario Predonzan ha detto:

    La sinistra farà quello che crede (fino a poco tempo fa la maggior parte di loro era favorevolissima a tutti rigassificatori: ricordate Sonego, Zvech, ecc.?).
    La Slovenia farà, come sempre, i suoi interessi.
    Gli ambientalisti, per lo meno quelli veri, alle favole non ci hanno mai creduto.
    Alcuni triestini, invce, pare di sì. Per esempio quelli che hanno votato per Dipiazza & co (sono nello stesso partito della Prestigiacomo, no?). Ricordate? “Se scoppia il mio rigassificatore (il suo, di Dipiazza!), farà al massimo qualche ferito”.
    Da scrivere in caratteri cubitali sul portone di casa sua.

  19. Mauricets ha detto:

    esatto, la slo fara i suoi a discapito degli altri, e noi cosa faremo?

  20. Mauricets ha detto:

    pagheremo la realizzazione di South Stream? e non saremo nemmeno allacciati?
    si sa come procede o no questo corridoio energetico?

  21. Mauricets ha detto:

    visto che su questo tema ci sono gia accordi bilaterali tra serbia e slo.

  22. Mauricets ha detto:

    “Rafforzata la partnership slovena

    A cementare il monopolio di Gazprom nel mercato energetico europeo, l’accordo, stetto poco più tardi, dal Capo di Gazprom, Aleksej Miller, con la slovena Geoplin Plinovodi. Da essa, è nata la South Stream Slovenia, una compartecipata al 50% da Mosca e Lubliana, incaricata della costruzione — e della successiva gestione — del Southstream nel territorio dell’ex repubblica jugoslava. “L’accordo — ha evidenziato Miller — testimonia la volontà della Russia di andare avanti col progetto di rifornimento di gas all’Europa Occidentale e Meridionale. Ora — ha continuato — anche l’Unione Europea si convincerà della maggiore convenienza, rispetto al Nabucco”. Noto come Gasdotto Ortodosso, il Southstream è stato progettato da Gazprom ed ENI per trasportare gas russo in Europa Occidentale, bypassando Paesi ritenuti instabili come Romania, Ucraina, e Moldova. Lungo circa 900 chilometri, è compartecipato dalle compagnie statali dei Paesi interessati, Macedonia, Bulgaria, Serbia, Grecia, Slovenia, ed Austria. Ad essi, si sono aggiunte la tedesca RWE e la francese Suez-Gaz de France. Con una capacità di 63 miliardi di metri cubi annui, è previsto trasporti oro blu russo, tramite il fondale del Mar Nero, fino a Varna, in Bulgaria. Da qui, un ramo rifornirà Grecia ed Italia. Un altro, Macedonia, Serbia, Slovenia, ed Austria.”

    http://ilradicchioavvelenato.wordpress.com/2011/03/26/guerra-del-gas-piu-germania-e-slovenia-nel-southstream/

  23. Mauricets ha detto:

    “Per ora l’obiettivo dell’Ue è però quello di rompere l’egemonia Gazprom. La risposta russa: tentare di mettere Bruxelles di fronte al fatto compiuto. Mosca dovrebbe sbarazzarsi dei gasdotti che possiede nei Paesi baltici, in Polonia e Germania. Di fatto, sta cercando di «estendere con South Stream questo sistema ad altre regioni dell’Ue, come la Grecia, la Bulgaria, l’Austria e la Slovenia. E in Serbia, Paese che aspira a diventare presto parte dell’Unione», afferma Socor.

    «Putin e Medvedev stanno creando un quadro legale in cui Gazprom si rifiuta di rispettare le leggi Ue. E Bruxelles potrebbe accettare lo status quo», avverte l’analista. Difficile, infatti, immaginare oggi una reazione forte da parte di un’Europa divisa. O una Russia che rinunci a cuor leggero al connubio produzione-distribuzione che ancora rimpingua le casse di Mosca”

    http://ilradicchioavvelenato.wordpress.com/2011/03/26/guerra-del-gas-piu-germania-e-slovenia-nel-southstream/.

    si puo ben capire come trieste sia di nuovo oggetto di scambio, o pressione, un citta usata per altri scopi. e, ripeto ai verdi, alla sinistra, guardate piu in la.

  24. Mauricets ha detto:

    una egemonia russo-balcanica nella distribuzione del gas in europa? ma pensate che vera permessa?!?! se il rigasificatore servira ad impedirlo si fara. senza se e senza ma.

  25. Dario Predonzan ha detto:

    E Maurice sarà in prima ad applaudire:-)))

  26. Dario Predonzan ha detto:

    Errata corrige: in prima fila!

  27. Mauricets ha detto:

    a me il rigasificatore non piace, ma dobbiamo stare attenti a non metterci la corda al collo da soli. ripeto: fare i nostri interessi senza scrupoli. come fanno tutti.

  28. mutante ha detto:

    se ti dicono che il tuo interesse è mangiare cianuro, ti ci abbuffi?
    usare la testa e fregarli in corner, è l’unica soluzione.

  29. mutante ha detto:

    -unirsi tra associazioni e comitati per una politica coordinata
    -indire una consultazione locale: non si fanno i conti senza l’oste
    -massimizzare l’informazione, anche dei vicini sloveni
    -supportare l’associazione tlt, che è brava gente che vuole solo che i triestini decidano del loro futuro (www.cittadinitlt.org)
    se ci muoviamo, si può fare. ovvio che su queste cose forse mr. predonzan ne sa di più…

  30. Dario Predonzan ha detto:

    Beh, visto che già ora contiamo su varie fonti di approvvigionamento del gas (la Russia è solo una di queste), e ci sono già due rigassificatori in servizio con una capacità complessiva di 12 miliardi di mc su circa 85 miliardi di consumo annuo, non mi pare che South Stream sia – di per sè – decisivo nell’aumentare la nostra dipendenza da Gazprom. A meno che, naturalmente, l’ENI che partecipa alla costruzione del gasdotto, non decida che a lui – non all’Italia… – conviene che così sia.
    Senza dimenticare che una strategia energetica lungimirante dovrebbe comprendere anche interventi sul lato della domanda (per l’efficienza degli usi finali e quindi la riduzione dei consumi) e non solo su quello dell’offerta di energia.
    Il problema, in realtà, è che la politica energetica in Italia l’hanno sempre fatta produttori e venditori di elettricità, gas e petrolio (per lo più controllati dal Governo). I quali guardano solo, è ovvio, ai loro profitti e non hanno alcun interesse a che i consumi calino, anzi!
    Tanto il conto finale lo pagano sempre e solo i consumatori.

  31. Triestin - No se pol ha detto:

    05/07/2011 Il sottosegretario all’economia
    Saglia: nella Sen previsti 25-30 mld mc di rigassificazione
    “Nella Strategia energetica che proporremo in autunno ci saranno 5-6 mld di mc di stoccaggio e 25-30 mld di capacità di rigassificazione. In pratica 4 terminali”. Lo ha detto il sottosegretario al Mse Stefano Saglia intervenendo all’assemblea annuale di Anigas. Guarda caso lo stesso Saglia dichiarava che i rigassificatori si sarebbero contati sulle dita di una mano….ma dopo l’ok all’impianto siciliano di Porto Empedocle ha dichiarato che ci vogliono ancora uno o due….Attualmente in funzione Panigaglia e Rovigo, mentre si sta per completare l’off shore di Livorno…la scorsa settimana è arrivato l’ok della conferenza dei servizi per il rigassificatore off shore Api di Falconara-Marche e per ultimo quello di Porto Empedocle che con l’ok del consiglio di Stato può partire con i lavori ( quindi sono cinque …) Questi “romani” prima danno i pareri poi preparano per l’autunno la “Strategia energetica nazionale”…intanto se arriverà o no il GNL i costi degli impianti li pagheremo noi in bolletta grazie alla delibera dell’Autorità per l’Energia n°178 / 05 art. 13 comma II… Grazie ROMA

  32. Luigi (veneziano) ha detto:

    E’ vero che consumiamo 85 miliardi di metri cubi di gas naturale, ma secondo il ministero dello sviluppo economico il nostro fabbisogno energetico (espresso in Mtep) passerà da 185,2 del 2000 a 212,0 nel 2010 e 243,6 nel 2020.

    In questo ambito, l’idea è quella di incrementare in modo esponenziale il gas naturale, passando da 58,4 Mtep del 2000 a 98,2 nel 2020, mentre il petrolio passerà da 91,3 Mtep nel 2000 a 90,4 nel 2020. Anche le rinnovabili dovranno aumentare noevolmente (da 12,9 a 24,1 Mtep), così come l’import di energia elettrica (da 9,8 a 16,8 Mtep).

    I rigassificatori fanno parte quindi di un progetto a lungo termine, che modifica sensibilmente la politica di approvigionamento del nostro paese.

    Per quanto riguarda l’efficienza energetica, è dalla seconda metà degli anni ’70 (cito sempre dati del ministero dello sviluppo economico) che l’Italia registra costanti miglioramenti, con un fabbisogno energetico che è SEMPRE cresciuto meno della crescita del PIL.

    L.

  33. Matteo ha detto:

    Te go dito me ciamo aieie braso

    Per quanto riguarda era di piazza xe de stender veli pietosi, cosa el ga fato per Trieste?

    Per quanto riguarda i costruttori de Rio martesin gA ciapa sul serio el comun la denuncia e se i vinsi xe de rider, te fazevo più informa e su come funziona la politica

    X chi no sa la politica xe una putana

    Sul rigasificator noi semo in un paese de veci, a nisun ghe frega un tubo, x cambiar dovessimo iniziar a andar a tute le riunioni e far valer le nostre ragioni ogni secondo, questo voldir stanghe adoso col fiato sul collo ogni secondo, ciamandoli a tute le ore del giorno, xe lori al nostro servizio e no el contrario

    Cmq la sinistra no xe roba nova, xe solo cambia de posto e la carega, del resto xe roba vecia, tutti

  34. Matteo ha detto:

    Guarda che la statistica no vol dir gnente, basta ciapar un par de numeri, e dopo te pol girarli come te vol, no ne sa dir gnente, per coreteza te doveria metter anche quanto che xe la forbice de sbaglio e altre robe

    Del resto la statistica no pol far previsioni, tutti lo sa

  35. Matteo ha detto:

    I numeri ce il ministro cita xe solo roba campada per aria che no vol gnente

  36. Mauricets ha detto:

    ma tornando al titolo, ha firmato o solo si appresta a firmare? e cosa fa in via una lettera che dice, testuale,“mi accingo “? per mandarne una dopo due ore con scritto “ho firmato”? cio saro duro, ma no capiso!

  37. Mauricets ha detto:

    scaramucce diplomatiche?

  38. Triestin - No se pol ha detto:

    La sfida del secolo di Piero Angela : ” Con i gasdotti il trasferimento del metano costa da due a tre volte quello del petrolio via mare. Con la liquefazione e le navi metaniere da cinque a sette volte…

  39. Mauricets ha detto:

    e popovic cosa dice?

  40. Dario Predonzan ha detto:

    Mah, tutte le previsioni sui consumi futuri di energia, fatti negli anni e nei decenni scorsi, si sono rivelate sbagliate per eccesso.
    Mi sa che anche quelle citate dal veneziano faranno la stessa fine.
    Ripeto, la politica energetica in Italia finora l’hanno fatta – per interposto ministero – più che altro l’ENEL e l’ENI-SNAM. Le previsioni sui consumi futuri sono funzionali a ciò.
    Quanto all’efficienza, il potenziale sfruttabile, in tutti i settori degli usi energetici finali, è enorme, come dimostrano ad esempio le valutazioni dell’APAT (ora ISPRA) e del Politecnico di Milano.

  41. Triestin - No se pol ha detto:

    adesso con l’alleanza Popovic, Cosolin, Premolin, Poropat, Nesladek….no dovessi esserghe nessun problema per affossar Gas Innatural…sempre se i vol

  42. Matteo ha detto:

    Secondo previsioni e statistiche, il petrolio doveva finire già nei anni 80

  43. bruno ha detto:

    leggendove ve sento abbastanza convinti…..i ne la cazza anche sta volta…

  44. Luigi (veneziano) ha detto:

    Mi pare che ci si contraddica.

    Prima si dice che il governo non ha la minima idea di dove andare a parare, dopo – una volta citati i dati governativi – si dice che essi sono solo delle ipotesi.

    Prima si dice che la politica la fanno i petrolieri, dopo – visto che si parla del rigassificatore – si dice che trasferire petrolio via mare costa meno che fare gasdotti e rigassificatori.

    Nel frattempo, il rigassificatore di Rovigo è in funzione da due anni.

    Piuttosto faccio notare una cosa che sicuramente avrete già notato: qui si parla del terminal off-shore di Trieste, e quindi NON di quello di Zaule (che ha già la VIA)! In questo caso – quindi – Gas Natural non c’entra: il progetto è di Endesa. Fra l’altro, qualcuno conosce ESATTAMENTE dove sarebbe posizionato questo terminal?

    L.

  45. Mauricets ha detto:

    questa volta luigi ha delle buone ragioni. ma io metterei la vicenda trieste in una ottica ben più grande. che coinvolge interessi enormi che si incrociano. e ben più della tav qui è in gioco il futuro della nazione. e noi dobbiamo fare gli interessi dell’italia. per non piangere in futuro.

  46. mutante ha detto:

    trieste deve fare gli interessi di trieste, o dell’area che la circonda che include una parte di friuli e veneto, austria, slovenia. l’italia a trieste non ha dato niente, quindi non merita nulla.

  47. mutante ha detto:

    endesa? in mezzo a un golfo che è una pozzanghera.

  48. Luigi (veneziano) ha detto:

    Ho capito, ma in mezzo al golfo… dove?

  49. Mauricets ha detto:

    “da collocare in mare, 15 chilometri al largo della costa”

    http://www.clickutility.it/italian/news.php?start=4590&idnews=528

  50. Mauricets ha detto:

    tutto facile, ma se continua la crisi vedrai come i nostri redditi andranno a picco. sia quelli dei dipendenti pubblici, che partite iva che dipendenti privati, e anche meno soldi ai pensionati.di conseguenza meno benzina in slo, meno branzini e ciba in slo, meno spesa al tus, meno soldi buttati a portorose, meno badanti e donne delle pulizie da oltreconfine. basta questo e mezza slovenia peggiora lo stato di crisi che la attanaglia.

  51. Mauricets ha detto:

    adesso dico a chi ha a cuore l’ambiente:
    che impatto avra sulla centrale di monfalcone?
    che impatto avra sulla centrale della ferriera?

  52. Mauricets ha detto:

    e sopratutto saremo libere dal vassallaggio del tubo balcanico.

  53. mutante ha detto:

    è uno studio che dice: incidenti improbabili.
    come le famose centrali nucleari sicure.

  54. Mauricets ha detto:

    nucleare no
    gas no
    carbone no
    petrolio no
    eolico no
    idroelettrico no
    ferriera no
    inceneritore no
    con cosa?

  55. mutante ha detto:

    maurice: il rigassificatore a trieste non porta una banana economicamente. come la siot: all’inizio tanti impiegati nella costruzione, adesso 12 persone e puzza di benzina. pensi che pagherai di meno il gas? perchè endesa è forse babbo natale?

  56. matteo ha detto:

    mutante ga ragion, poi xe de agiunger una roba che deturpa el paesaggio, a meno che no ghe sia de quei che no xe piataforma ma che xe sommersi, allora quei poderia anca eser, cmq citar come stupenda sta idea me par na cavolada mai vista

  57. Luigi (veneziano) ha detto:

    Tecnicamente, credo che il rigassificatore off-shore non sia “a Trieste”. Guardando le mappe, pare più vicino a Grado o a Punta Grossa che a Trieste.

    L.

  58. Mauricets ha detto:

    praticamente in linea con il “nodo” di villesse. gia costruito per chi non se n’è accorto. lo si vede benissimo prendendo lo svincolo.

  59. Fiora ha detto:

    Domanda seria per Luigi Ve. Noi siamo forse troppo coinvolti, per essere obiettivi.
    Tu come la vedi la cosa?

  60. Triestin - No se pol ha detto:

    https://sites.google.com/site/amicigolfots/

    qua troverè a fianco a dx la nuova posizion del rigassificador che no xe più dell’Endesa ma della E.On tedesca….a circa 15 km da Ts e in linea tra Piran e Grado ( che dista a 10 km circa….Per quanto riguarda l’ok al gasdotto Snam concludi così l’iter per del rigassificador della Gas Natural de Zaule…( manca ancora la pubblicazion degli atti con inserimento in Gazzetta … forsi a dopo settembre )

  61. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Fiora

    Premesso che:

    1. L’attività di rigassificazione è attualmente intrapresa in vari paesi del mondo, con buoni ritorni economici ovunque.

    2. L’Italia ha la necessità di diversificare al massimo le proprie fonti di approvigionamento di energia.

    3. Un rigassificatore non si può fare avendo contrarie le popolazioni locali.

    4. Il rigassificatore off shore è praticamente invisibile da Trieste, essendo notevolmente più vicino a Grado e Pirano che non al capoluogo giuliano.

    5. Il rigassificatore di Rovigo (in realtà costruito al largo di Porto Viro), dopo anni di discussioni è operativo dalla fine del 2009 e finora non ha provocato nessun tipo di allarme.

    Tutto ciò premesso, io credo che il progetto off-shore nelg golfo di Trieste sia da considerarsi positivamente, mentre a Zaule non farei l’impianto.

    Vista dal punto di vista geostrategico, è anche il modo per evitare che le nostre importazioni di gas naturale ci leghino ai gasdotti oggi esistenti, in mano a paesi non fidatissimi come Russia, Algeria e Libia.

    Infine, esiste anche un altro motivo che consiglia i rigassificatori: la variabilità dei prezzi (unitiamente al costo enorme per la costruizione di un gasdotto) è tale per cui alla fine del 2010 il trasporto di gas via gasiere era fino al 30% inferiore al trasporto via gasdotto.

    Ricordo anche che ENI recentemente ha espresso forti dubbi sulla convenienza di South Stream.

    L.

  62. matteo ha detto:

    1. ho letto che gli americani li fanno in mare aperto non so quante miglia dalla costa e non in centri chiusi, mi sembra anche che non ce ne siano altri in previsione in eu

    2.balla che la ascoltiamo da piu di venti anni da quando si è eliminato il nucleare, ovviamente non esistono dati certi e se ci sono sono teorici – non veritieri

    3.praticamente quello di zaule lo hanno approvato senza la popolazione

    4.dela seria chi se ne frega per i triestini, è roba dei gradesi

    5.ne sono felice, ma la questione qua è che non ci porta benefico e siamo in un posto chiuso, poi a rovigo non ci sta la bora

    il che non vuol dire nulla

    o magari alla odiata slovenia, dato che passera per di la il gas, in piu ce da dire che il gas proviene da quei paesi li e figurati che se non lo mandano per terra de lo danno per mare

    parlando a lungo termine puo anche aumentare del 3000000%, la previsione del disel a 2 euro non è un buon auspicio e siamo leagti sempre dal import, insomma non è un approvigionamento serio dato che influisce il petrolio da cui è legato per i prezzi e per il trasporto, solo un paio di anni fa conveniva il trasporto su gomma anziche su rotaia, ora è il contrario, in economia non esiste un pensiero a lungo termine, si cerca il profitto e subito

    strano che hanno firmato, poi eni è una multinazionale che con l’italia centra tanto quanto il south africa

  63. Triestin - No se pol ha detto:

    l’Eni partecipa con Gazprom a South Stream al 50% quindi ha tutti gli interessi a sostenere il gasdotto…..esistono poi nel caso si voglia diversificare senza dover inserire strutture pericolose nei centri abitati, le gasiere con rigassificatore a bordo che scaricano direttamente il metano in una boa sommersa al largo…quindi alla fine dell’attività non rimangono strutture da demolire….o come a Rovigo un’isola di cemento armato…

    http://www.excelerateenergy.com/energybridge.html

  64. matteo ha detto:

    A Rovigo il primo rigassificatore off shore del mondo
    http://www.ilgiornale.it/economia/a_rovigo_primo_rigassificatore_off_shore_mondo/20-09-2008/articolo-id=291982-page=0-comments=1

    la preoccupazione “degli Usa per l’approvvigionamento energetico dei paesi europei da una sola fonte”. “Faremo tutti gli sforzi – ha detto – perché paesi nostri alleati non debbano dipendere da un solo fornitore sebbene sappiamo che la Russia è e rimarrà un partner importante per l’Italia e gli altri paesi Ue”

    be ovvio, è meglio che lo portiamo direttamente da loro

    ora partono i dati per screditare in qualunque modo

  65. matteo ha detto:

    Altri due aspetti negativi del ciclo di rigassificazione sono legati alla reimmissione delle acque raffreddate in natura (il GNL è a -160°) e alla necessità di immettere grandi quantitativi di cloro, che confluirà in natura, per impedire la naturale colonizzazione delle tubature da parte di alghe ed altri esseri viventi.
    http://it.wikipedia.org/wiki/Rigassificatore_(GNL)

    inquina piu del nucleare

  66. Triestin - No se pol ha detto:

    Pericoli dei rigassificatori che vengono taciuti come a Panigaglia…
    http://speziapolis.blogspot.com/2011/05/golfo-della-spezia-rischio.html

  67. matteo ha detto:

    ovviamente el rigassificator xe l’unica cosa che i nostri politici locai i pol partorir dale loro menti, non me sembra che ghe sia uno, dico uno che gabi un idea de cosa far per l’economia dela cita e no me sembra che ghe esisti qualchedun che pol dir cosa far, primo perche i xe sempre quei, gira e gira no cambia, secondo no ghe interesa e se ghe interesa i vien demolidi dal alto, legi roma, ste robe no parti da sole

    Un sito di quel genere (che conta, pochi lo sanno, 60 ettari, quasi quanto l’intero porto vecchio), affacciato sul mare (che è il più economico luogo di trasporto), con fondali profondissimi e inesistenti altrove in Adriatico, ha un valore enorme: negli scorsi anni più di un investitore si era fatto avanti per rilevarlo, finendo poi dissuaso dall’indeterminatezza di tempi, oneri, intenzioni. I costi di smaltimento e bonifica dell’impianto attuale saranno ingentissimi. Ma, se precisati e anche solo parzialmente supportati dalla Regione (o non c’è qui, ben più che altrove, un interesse pubblico?), possono ben entrare in un piano di business come componente dell’investimento privato, che una concessione molto lunga nel tempo renderebbe profittevole.
    http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2011/07/24/news/ferriera-trieste-davanti-ad-un-bivio-1.743781

    in questo capimo che noi semo governai da gente che no ghe interesa e sfido chiunque a dimostrarme el contrario

  68. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ matteo

    1. Non è vero. Tutti i rigassificatori USA sono sulla costa, tranne due ancora in costruzione.

    2. La balla sarebbe che dobbiamo diversificare le fonti di approvigionamento? L’alternativa quale sarebbe: 100% petrolio? Mi sa che non hai le idee molto chiare.

    3. Quello di Zaule l’hanno approvato con i governanti locali che hanno dato TUTTI l’ok.

    4. Non c’entra nulla “della serie”. Il “della serie” sta a significare che secondo alcune ricostruzioni simil-terroristiche sarebbe stato fatto praticamente di fronte a Piazza dell’Unità. Invece da Trieste nemmeno si vedrà.

    5. A Rovigo non c’è la bora, che invece a Trieste c’è. Immagino quindi che a Trieste non ci sia nemmeno un porto…

    6. Tu non conosci la struttura societaria (e la componente azionaria) dell’ENI. Detta in due parole, è l’unico mega-conglomerato italiano, uno dei più potenti al mondo. Teniamocelo stretto, altrimenti noi italiani dovremmo dipendere totalmente dalle multinazionali USA, da Gazprom e da pochi altri.

    @ Triestin – No se pol
    L’ENI – secondo vari rumors, il cui eco ha raggiunto anche la stampa nazionale – ha rivisto la questione di South Stream, non ritenendola più così esiziale per il proprio futuro: investimenti mostruosi per ritorni non così certi e non così importanti. Tanto che su richiesta di ENI è stata aperta una finestra per far entrare nell’affare anche la francese EDF.

    E’ vero che le royalties del rigassificatore di Porto Viro non arrivano a Rovigo, ma questo – di grazia – che c’entra?

    L.

  69. Fiora ha detto:

    Grazie LuigiVe. Ora ho le idee più chiare.

  70. massimo p ha detto:

    non mi sembra proprio che i govarnanti locali erano d’accordo…ti risulta che i comuni di dolina e muggia hanno dato l’ok??

  71. Mauricets ha detto:

    ecco come produce energia la centrale in ferriera.

    http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2011/07/24/news/ferriera-trieste-davanti-ad-un-bivio-1.743781

    e nessuno dice niente!!

  72. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ massimo p

    Qualsiasi fosse la situazione, oramai credo che tutti abbiano chiaro che il rigassificatore di Zaule non si farà.

    Vorrà dire che qualche illuminato troverà un altro disposto ad investire nella zona.

    Scommessa: tra dieci anni scommettiamo che tutto sarà come prima, salvo la ferriera che sarà chiusa e praticamente sarà una bomba ecologica a cielo aperto?

    L.

  73. Potrebbe essere vero proprio il contrario. Il terminal off shore viene utilizzato per consentire la realizzazione di quello già autorizzato nel porto di Trieste e che quindi è avanti di circa due anni come iter (anche in chiave ricorsi amministrativi). Il terminal off shore si trova troppo vicino al confine marittimo con la Slovenia e la zona di interdizione alla navigazione per motivi di sicurezza (due miglia) sconfinerebbe proprio nelle acque slovene. Inoltre le navi gasiere per accedere alla piattaforma dovrebbero transitare nelle acque croate e slovene creando seri problemi per l’espansione del traffico commerciale del porto di Koper (l’Italia ha già distrutto il porto di Trieste, ma fare altrettanto con l’unico porto della Slovenia potrebbe essere più difficile…).

  74. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ giurastante

    L’interdizione alla navigazione – per Porto Viro – è in un’area circolare di 1,5 miglia. Vista la mappa, quest’area non tocca le acque territoriali slovene.

    Riguardo al passaggio delle navi gasiere, sempre dalle mappe non risulta che queste entrerebbero nelle acque territoriali slovene e croate. Ad ogni modo, secondo il Trattato di Osimo (allegato III) le navi italiane non da guerra possono – per esigenze di traffico – anche sconfinare nelle acque territoriali slovene e croate nella parte nord dell’Adriatico.

    Il rigassificatore off shore avrebbe un impatto nullo nei confronti dei traffici portuali di Capodistria, così come avrebbe un impatto nullo nei confronti dei traffici del porto di Trieste.

    L.

  75. massimo p ha detto:

    luigi, come mai sei così sicuro che non avrebbe nessun impatto sul porto? ti ricordo che ad ogni operazione di scarico delle nave gasiere entrerebbero in vigore delle limitazioni notevoli che inevitabilmente andrebbero a ripercuotersi sul traffico navale..

  76. Luigi (veneziano) ha detto:

    Ne sono sicuro, e adesso cerco di spiegarlo.

    Contrariamente a quanto è scritto in svariati siti contrari ai rigassificatori, non è vero che esiste una normativa universale sulla navigazione e l’attracco delle gasiere. Di passata, aggiungo anche che è totalmente falso che mentre una gasiera è attraccata, per 1,5 miglia non ci si può avvicinare. Tutto deriva dal fatto che è stato fissato un limite di divieto alla navigazione per il terminal di Porto Viro (primo al mondo off shore) di 1,5 miglia circolari, e questo ha portato molti a inventarsi delle norme in merito.

    Prendiamo ad esempio il rigassificatore nel porto di Sines, in Portogallo.

    Le norme attuali sono estremamente dettagliate e prevedono – per esempio – che durante le operazioni di scarico del gas non ci si possa avvicinare a meno di 200 metri, salvo permesso scritto concesso dall’autorità competente.

    Esistono norme che trattano il tema del movimento delle gasiere a Sines relativamente al vento, alle onde marine, alla temperatura dell’aria, alla pioggia, alla pressione atmosferica eccetera eccetera.

    Quando sta arrivando una gasiera all’attracco, essa deve comunicare tutti i suoi dati subito dopo aver lasciato il porto di partenza, a cinque giorni dall’attracco, e dopo – in sequenza – a 48, 24, 12, 4 e 2 ore prima dell’arrivo. Tutte le navi lungo la rotta e in altre rotte ma in zona vengono avvisate del transito della gasiera, che è obbligatoriamente dotata di sistemi radar che rilasciano un particolare segnale. La distanza dalle altre navi deve essere al minimo di 1 miglio nautico (l’attracco di 600 metri), e in rada la gasiera dev’essere accompagnata da quattro rimorchiatori.

    Queste sono le principali regole d’ingaggio.

    Adesso mi si spieghi come e qualmente un porto come quello di Trieste o come quello di Capodistria dovrebbero fermarsi, se a circa 15 miglia dalla riva avvengono le operazioni di attracco di una gasiera, secondo le stesse identiche regole valide per i portoghesi.

    L.

  77. Luigi (veneziano) ha detto:

    Aggiungo che nel porto di Barcellona c’è un rigassificatore.

    Lo si vede qui:

    http://maps.google.com/maps?f=d&hl=en&geocode=12967178176659133979,41.338540,2.158771&time=&date=&ttype=&saddr=Unknown+road+%4041.338540,+2.158771&daddr=41.403531,2.174349&mra=mi&mrsp=1,0&sz=15&sll=41.398606,2.179799&sspn=0.014229,0.029182&ie=UTF8&ll=41.3397,2.15847&spn=0.056967,0.11673&t=k&z=13&om=1

    Le gasiere che entrano in porto non hanno minimamente intralciato le altre attività, e la rotta che esse seguono è la stessa identica di quelle che entrano in uno dei moli commerciali (nella mappa lo si vede appena sopra).

    L.

  78. Matteo ha detto:

    Sei anche sicuro che non inquini? Inquina più del nucleare

  79. Il terminal off shore si troverebbe a 600 metri dalle acque territoriali slovene e a circa 2 km da quelle croate. La zona di sicurezza indicata dal Ministero dell’Ambiente non è di 1,5 miglia ma di soli 2 km. Ma anche così (non rispettando le norme di sicurezza internazionali) si sconfina nelle acque territoriali dei due Paesi confinanti. L’aspetto sicurezza è stato per questi motivi completamente sorvolato sia dalla società proponente, sia dal Ministero dell’Ambiente… Alla Slovenia non sono stati nemmeno forniti tutti i documenti richiesti per potere fare una seria valutazione e il Ministero dell’Ambiente italiano si è trincerato pure dietro ad una sentenza di Cassazione per spiegare alla Slovenia che non deve ficcare il naso in questi progetti di competenza esclusiva delle autorità italiane… trasparenza ZERO e risultati conseguenti…

  80. Matteo ha detto:

    1. Infatti anuovo li fanno al largo

    2.mia sa che non puoi sindacare nulla, non esose un piano, quella e la balla non altro, il primo piano doveva essere fatto subito dopo il referendum (che non era abrogativo), che poi si e scelto il petrolio, CMq hai centrato il piano e 100% petrolio, altro le menti dei politici non sanno partorire, o credi di si?

    3.ovviamente Roma ha deciso e Trieste ha eseguito, i politici parlano a vanvera e non decidono nulla, specialmente a trieste

    4.sei sicuro che non si vedrà? Si vede sino la punta estrema del Istria lignano, non sai di che parli

    5.finalmente hai capito che il porto l’Italia lo ha disintregrato

    6.mi immagino che fai parte del consiglio di amministrazione per sapere tutto su ENI, siamo già dipendenti usa e gazprom

  81. Luigi (veneziano) ha detto:

    Che non inquini non sono sicuro. Però i dati sull’inquinamento causato dal terminal di Porto Viro segnalano inquinamento praticamente pari a zero, ed ha già rigassificato il carico di oltre 150 gasiere. Le stazioni di rilevamento (ce n’è una nell’isola artificiale e una a terra) non hanno ad oggi rilevato alcun incidente, nemmeno minimo.

    A febbraio scorso è stata presentata una pubblicazione derivante dal continuo monitoraggio dell’ambiente marino lungo un tratto di costa di 15 km, attuato da quattro anni dalla società che gestisce il rigassificatore assieme all’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), dal quale risulta che l’impatto del manufatto è stato nullo.

    Ovviamente potrebbero essere dati falsi, ma questo è quanto risulta.

    L.

  82. Mauricets ha detto:

    tanto sara la UE che deciderà. se ci sono inadempienze verranno a galla. come il caso della vendita di case agli stranieri in slo; tanto fumo e poco arrosto. ho pensate che le leggi le fanno a lubjana? i tempi della federativa sono finiti. oggi si applica lo stato di diritto. a si ti ricordo che nella UE si circola liberamente all’interno di essa. non esiste lo sconfinamento. altrimenti i TIR che transitano sulla rete stradale UE sconfinano?

  83. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Giurastante

    Il terminal off shore non si troverebbe a 600 m dalle acque territoriali slovene. Basta guardare la mappa con un righello per rendersene conto. Nel tuo intervento numero 78 hai scritto che c’è un’area di interdizione alla navigazione di 2 miglia.

    Secondo quanto previsto invece dal “Maritime Safety Regulations Order n.63/2008” (Autorità Portuale di Chioggia), c’è un divieto di navigazione e pesca di 2 km, e un divieto di ancoraggio (Area to be Avoided/Mandatory No Anchoring Area) di 1,5 miglia marine. Faccio notare che 1,5 miglia marine sono DI PIU’ di 2 km.

    Ciò premesso, l’International Maritime Organization ha recepito e reso cogente questo stesso divieto, con determinazione della 52ma Sessione del Sub-Comitato per la Salvaguardia della Navigazione, (NAV 52/3/8 del 12 aprile 2006).

    Adesso vorrei capire meglio: quali sono le norme di sicurezza internazionali non rispettate? Vorrei cortesemente avere un dato preciso: tipo di norma, testo della norma, data della norma, ambito territoriale e temporale di vigenza della norma.

    L.

  84. Mauricets ha detto:

    ma è inutile discutere di queste cose. tutte le norme e regole dovranno essere rispettate giocoforza. altrimenti niente permessi dalla UE.
    e logico pensare ad aziende che investono milionate di euri che si fanno bloccare per un… divieto di sosta? ma pensate che sono allocchi!?! avranno alle spalle studi legali con gli attributi. mica sono fessi!

  85. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ matteo

    Fammi capire: sto discutendo con uno che prima mi ha detto che non esistono rigassificatori USA sulla costa, e invece la verità è che OGGI non ne esistne NEMMENO UNO che non sia sulla costa.

    Adesso – di fronte all’evidenza – dice che gli USA infatti li stanno progettando solo off shore. A parte il fatto che se fosse vero, allora l’impianto off shore di Trieste sarebbe da questo punto di vista OK, ma purtroppo nemmeno questo è vero: gli USA stanno progettando o costruendo UNDICI rigassificatori: di questi, DUE sono off shore, e NOVE sulle coste. Addirittura ce ne sono un paio su coste fluviali, come quello denominato Crown Landing LNG Terminal, sulle coste del fiume Delaware.

    Poi tu dici che oggi l’Italia è dipendente USA e Gazprom. Come poi se USA e Gazprom fossero la stessa cosa.

    Potresti per cortesia studiare un minimo le cose, prima di continuare a discutere?

    Grazie.

    Luigi (veneziano)

  86. 2.2.2.1 Condizionamenti sulle Acque Territoriali Slovene e Croate
    La localizzazione finale proposta per il Terminale GNL è prevista in acque territoriali
    italiane. Come si può vedere in Figura 4, dove è riportato il limite delle acque territoriali, il
    Terminale dista:
    • circa 600 m dal limite delle acque territoriali slovene;
    • circa 2 km dalle acque territoriali croate.

    Estratto dallo studio di impatto ambientale del terminale off shore

  87. Mauricets ha detto:

    e allora? decidera la UE se si o no. ne lubjana ne roma ne zagabria. questo si chiama diritto.

  88. Mauricets ha detto:

    non ci si inventa niente. le regole saranno rispettate. altrimenti niente permessi. e rispettate da tutte le parti in causa.

  89. massimo p ha detto:

    inquina, eccome se inquina. con tutte quelle navi che arriverebbero anche fare solo un bagno a barcola non sarebbe più lo stesso questo è poco ma sicuro

  90. Matteo ha detto:

    Ma devastar qua a risponderte, un che credi de Saver tutto

    Ma va studiar ti le robe che te vien a impor el tuo pensiero, la prox volta no sta scriver

    Grazie

  91. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Giurastante

    A che documento esattamente fai riferimento?

    PErché nel sito del ministero dell’ambiente non c’è scritto quello che tu hai riportato.

    Qui: http://www.dsa.minambiente.it/via/DettaglioProgetto.aspx?ID_Progetto=146

    Trovi il dettaglio del progetto, dove leggi che la distanza dalle acque slovene è di “circa 1 km”. Dove trovi scritto “600 m”? Se piazzo le coordinate sulla mappa nautica, scopro che in realtà siamo poco sopra il km.

    Ma se confronti la mappa nautica con quella postata più sopra da Triestin – Nosepol (intervento numero 63) noterai che la posizione proposta da E.On è più spostata ad ovest, e quindi più distante rispetto ai confini delle acque slovene.

    Scusami, ma credo che tu dovresti sforzarti d’essere un po’ più preciso.

    L.

  92. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ massimo p

    Non ho capito: tu hai idea di quante navi in più stiamo parlando? Decine? Centinaia? Migliaia?

    Dopo di che, non siamo qui a dire che il porto di Trieste dovrebbe come minimo raddoppiare i traffici? Hai idea di quante navi in più stiamo parlando, in questa seconda ipotesi? Se TS raddoppiasse i traffici non ci si bagnerebbe più in Adriatico, da Spalato in su?

    L.

  93. Luigi (veneziano) ha detto:

    @matteo
    Mi no so tuto, ma siccome de ‘sta roba ghe ne gavemo parlà ancora mesi fa par Zaule, alora me go informà diretamente da le fonti uficiali.

    Se ti ti me conti che gli USA progeta solo rigasificatori off shore e sta roba no xe vera, cossa go da dirte: che ti ga razon anca se ti ga torto?

    Varda che ti xe un bel tipo, sa?

    L.

  94. mutante ha detto:

    ricordo inoltre che il rigassificatore viene costruito qui, perchè a monfalcone un paio d’anni fa c’è stata una mobilitazione molto importante al riguardo.

  95. Triestin - No se pol ha detto:

    73 Venezian : te riporto quanto scritto dalla Presti a Zarnic…” La pronuncia di compatibilità ambientale sarà condizionata al rispetto di una serie di prescrizioni attinenti la realizzazione e gestione degli impianti, la realizzazione di opere di mitigazione e COMPENSAZIONE AMBIENTALE, l’effettuazione di monitoraggi e controlli….” de solito le compensazioni vol dir dar qualcosa in cambio del mostro… ROYALTIES che a Rovigo no xe arrivade…questo domani val anche per Trieste…nima nic…..
    e no xe vero che il comun ga dà un parere favorevole ai rigassificador….anche se xe scampà uno favorevole al gasdotto…

  96. Triestin - No se pol ha detto:

    99 ) dopo il no a Monfalcone sancito da referendum i signori romani a fronte della sconfitta ga cercà in questi anni de aggirar le normative de allora per far calar dall’alto el rigassificador….come per esempio la legge voluda da Bersani e Pecoraro Scanio : LEGGE 29 novembre 2007, n. 222 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1 ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l’equita’ sociale. (GU n. 279 del 30-11-2007 – Suppl. Ordinario n. 249)

    Art. 46.
    Procedure di autorizzazione per la costruzione e l’esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquefatto.
    1. L’autorizzazione per la costruzione e l’esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquefatto, anche situati al di fuori di siti industriali, e’ rilasciata ai sensi dell’articolo 8 della legge 24 novembre 2000, n. 340, a seguito di valutazione dell’impatto ambientale ai sensi del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. Nei casi in cui gli impianti siano ubicati in area portuale o ad essa contigua, il giudizio e’ reso anche in assenza del parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici di cui all’articolo 5, comma 3, della legge 28 gennaio 1994, n. 84, che deve essere espresso nell’ambito della conferenza di servizi di cui al citato articolo 8 della legge n. 340 del 2000. In tali casi,
    l’autorizzazione e’ rilasciata con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, d’intesa con la regione interessata. L’autorizzazione costituisce variante anche del piano regolatore portuale.

  97. Luigi (veneziano) ha detto:

    I “signori romani” che impongono sulla testa dei triestini i rigassificatori, hanno ricevuto almeno dieci volte l’OK da parte di Illy, sia quando era sindaco, sia quando era presidente della Regione. Hanno ricevuto la VIA da parte della Regione. Hanno ricevuto la VIA da parte dello stato. Hanno ricevuto l’OK da parte di Dipiazza (per Zaule).

    Adesso la nuova amministrazione comunale pare negativa, ma non credo abbia grandi poteri per il rigassificatore off shore. Comunque sia, si metta di traverso e blocchi tutto!

    Come al solito – però – dal mio punto di vista non c’è problema.

    – Non si vuole la TAV a Trieste? E non si faccia la TAV!
    – Non si vogliono i rigassificatori? E non si facciano i rigassificatori!
    – Non si vuole il megaporto di Monfalcone? E non si faccia il megaporto!
    – Non si vuole il parco acquatico? E non si faccia il parco acquatico!

    Visto che i soldi ce li ha la Regione FVG (che non a caso è regione a statuto speciale), ce li ha lo stato, e ce li hanno i privati, sarebbe il caso che qualcuno spiegasse quali progetti possono essere approvati a Trieste, che abbiano un senso dal punto di vista economico e che attirino investimenti.

    Occhio: c’è una regoletta per cui di solito chi caccia i soldi vorrebbe anche guadagnarci sopra.

    Idee concrete?

    L.

  98. Dario Predonzan ha detto:

    Quando Illy era sindaco (cioé fino al 2001) non c’era alcun progetto di rigassificatore in previsione a Trieste, né nel Golfo.

    I rigassificatori non hanno mai “ricevuto la VIA dalla Regione”, per il semplice motivo che la VIA su questi impianti è di competenza statale.

    La Regione nelle VIA statali esprime solo dei pareri, obbligatori e non vincolanti. Nel caso dei due rigassificatori di cui si parla i pareri regionali non sono stati né favorevoli, né contrari.
    Le delibere della Giunta regionale del 2007 che li contengono, prima elencano in alcune decine di pagine le carenze degli studi dei proponenti, poi se ne lavano le mani e scaricano sul ministero dell’ambiente la responsabilità di decidere il da farsi. Ponzio Pilato non avrebbe saputo fare meglio.

    Nessun altro parere è stato espresso ufficialmente dalla Regione dopo quelle delibere. A meno che non si considerino tali alcune dichiarazioni ai media di assessori e del presidente Tondo. Chi un po’ capisce di queste cose, sa però che una cosa sono alcune frasi buttate là da un politico ad un giornalista, ben altro sono gli atti ufficiali.

    L'”ok di Dipiazza” è solo fumo mediatico. Anche il Comune di Trieste esprime un parere non vincolante nella procedura VIA e il parere espresso dal Consiglio comunale (non dal sindaco o dalla Giunta) è stato negativo, motivato peraltro solo con l’insufficienza delle compensazioni economiche da parte di Gas Natural.

    Poi se invece si pensa, come il veneziano, che qualsiasi impianto ed investimento debba essere inghiottito a Trieste, perché porta soldi (a chi?), allora resta davvero poco spazio per discutere, ragionare su numeri, le leggi, ecc. Basta che qualche multinazionale si metta d’accordo con il capataz politico di turno (con quello che davvero decide, però, non con quelli che danno solo pareri) ed il gioco è fatto.

    Però se è così, tanto vale eliminare del tutto le procedure VIA e altre balle del genere: sono solo perdite di tempo e fumo negli occhi, no?

    Si vede che a Venezia fanno così.

  99. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Predonzani

    Ci mancherebbe anche che io pensi che qualsiasi impianto debba essere inghiottito da Trieste! E lascia perdere cosa fanno a Venezia, per cortesia: non c’entra un tubo ed è unicamente un addendum polemico.

    Allora riformuliamo meglio.

    1. Illy si è espresso a favore del rigassificatore almeno 10 volte.

    2. La Regione FVG si è espressa favorevolmente almeno dieci volte per il tramite del suo governatore e della sua maggioranza. Poi quando si è trattato di votare, ha detto “ni” o “so”, affrettandosi a specificare per il tramite dei rappresentanti dell’allora maggioranza – fuori dall’aula – che il sì sarebbe comunque stato dato “per uno dei due progetti”.

    3. Il Comune di Trieste si è espresso:
    a. Il 18 gennaio 2007, rigettando la proposta di pronuncia di compatibilità ambientale per Zaule. La motivazione? La spiega Dipiazza “apertis verbis”: non s’è messo d’accordo con Gas Natural per gli indennizzi. In pratica, la delibera presentava un testo favorevole approntato dalla maggioranza, poi la maggioranza stessa l’ha affondato (fantastico!).
    b. Il 3 luglio 2008, viene votato il parere di compatibilità ambientale del metanodotto Trieste-Grado-Villesse, che viene negato in senso generale, aggiungendo però che se il ministero dell’ambiente avesse comunque dato la VIA al progetto, allora si sarebbero dovute rispettare alcune prescrizioni di seguito elencate. In pratica, il comune dice “io direi di no, ma se voi dite di sì allora si faccia così e colà”. Un fantastico modo di dire sì dicendo di no! Il PD non vota contrario, ma esce dall’aula (questo poi è un doppio bizantinismo fantastico!).
    c. Il 30 luglio 2009 viene deliberato il parere favorevole “in linea tecnica” al metanodotto, e di fatto votando il sì al metanodotto si dice sì al progetto completo (si legga il testo della delibera e si capirà come si può dire no dicendo sì, e sì dicendo no), con voto favorevole anche del PD. La delibera è qui: http://sites.google.com/site/amicigolfots/Del.Met.30_07_09.pdf?attredirects=0

    Ciò detto, io ripeto quanto ho già scritto prima: se non si vogliono i rigassificatori, allora le magigoranze consiliari sia in comune, che in provincia che in regione si mettano di traverso, ed è supersicuro che i rigassificatori non si faranno.

    Resto ancora in attesa di sapere che cosa in concreto si PUO’ fare, e chi deve tirar fuori la grana.

    L.

  100. Dario Predonzan ha detto:

    Non è appunto quello che ho scritto io?
    Una cosa sono le dichiarazioni ai media dei politici, altro sono gli atti ufficiali.
    Evidentemente per te contano solo le prime, per me (e per fortuna anche per i tribunali) i secondi.
    E di atti ufficiali nettamente a favore dei rigassificatori di Trieste e del Golfo c’è -per ora – solo il decreto VIA ministeriale del 2009.
    Poi magari domani anche quello sul gasdotto e quello sul rigassificatore off shore.

    Buona notte

  101. @ Veneziano
    i dati sulle distanze del terminale dalle acque territoriali slovene e croate sono quelli delle ultime integrazioni presentati dalla società proponente su richiesta del Ministero dell’Ambiente nel maggio del 2009 e sulla base dei quali è stato dato il parere di compatibilità che ora porterà il ministro Prestigiacomo alla firma del decreto. C’è molta confusione… sono d’accordo… Infatti alla Slovenia non sono stati nemmeno forniti tutti i documenti per potere esprimersi… Il ministero dell’ambiente italiano ha così risposto a quello sloveno che chiedeva l’accesso a questi documenti: “… il diritto di accesso ai documenti della pubblica amministrazione non può essere trasformato in uno strumento di ispezione popolare esplorativo e di vigilanza utilizzabile al solo scopo di sottoporre a verifica generalizzata l’operato dell’amministrazione…” (Consiglio di Stato sez VI 22/10/2002 n. 5818). Cioè la partecipazione della Slovenia alla procedura di VAS transfrontaliera è regolata dalle leggi amministrative italiane che sono (secondo il ministero dell’ambiente) prevalenti suò diritto comunitario…

  102. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Giurastante

    Ok. Ho trovato il punto (non era il paragrafo da te indicato, bensì il 4.3).

    Mi piacerebbe adesso che tu mi dicessi quali norme internazionali della navigazione sarebbero violate dai limiti alla navigazione del rigassificatore, nel caso in cui fossero uguali a quelle di Porto Viro.

    Oltre a ciò, mi piacerebbe sapere in che modo tecnicamente il porto di Capodistria sarebbe “distrutto” (come dici tu) dal rigassificatore off shore.

    Grazie.

    Luigi (veneziano)

  103. Luigi (veneziano) ha detto:

    Un’altra cosa.

    Tu scrivi che “alla Slovenia non sono stati nemmeno forniti tutti i documenti per potere esprimersi”.

    Stiamo parlando di ulteriori documenti richiesti dalla Slovenia, rispetto a quelli presentati per la VIA, giusto?

    E cioè quali, in particolare?

    Infine, quali norme comunitarie sarebbero state violate o rese inefficaci dall’asserita prevalenza del diritto interno italiano?

    L.

  104. mutante ha detto:

    @ Giurastante: non perdere tempo a discutere col veneziano, perchè tanto ha sempre ragione lui. piuttosto fai chiarezza sugli aspetti che ovviamente vengono nascosti ai triestini, grazie.

  105. In sintesi:
    – il terminale di Zaule è quello più probabile perché fortemente sostenuto politicamente (ricordiamoci che il relativo gasdotto sottomarino ha ottenuto parere favorevole dalla provincia di Gorizia guidata da un esponente dello stesso partito del neo sindaco di Trieste);
    – il terminale off shore potrebbe essere usato come merce di scambio.
    Entrambi gli impianti determinerebbero peraltro un pesantissimo condizionamento per il piccolo Golfo di Trieste fatto non solo di impatti ambientali elevatissimi (scavi di milioni di metri cubi di terre inquinate), commerciali (zone di interdizione alla navigazione anche attorno alle navi gasiere in navigazione – pari a 195 unità all’anno) e sulla pesca e sul turismo, ma anche per la sicurezza dell’intero litorale. Negli studi di impatto ambientale il rischio terrorismo viene semplicemente eluso. Ma una piattaforma galleggiante di 270 metri di lunghezza a meno di 600 metri del confine marittimo di un altro Paese, non è difendibile. E i relativi costi sono comunque a carico dello Stato in cui il terminal è ubicato. La Slovenia non ne vuole sapere di trasformare l’Adriatico Settentrionale nel bacino energetico europeo sacrificando per questo questo il proprio futuro. Per l’Italia la questione è invece più marginale: si tratta solo di declassare definitivamente Trieste (unico porto franco internazionale in amministrazione italiana). La partita si deciderà a Bruxelles dove si stanno confrontando non solo Italia e Slovenia, ma anche gli ambientalisti (AAG-Greenaction) che hanno presentato le denunce sulle irregolarità dei progetti dei rigassificatori nel Golfo di Trieste.

  106. Luigi (veneziano) ha detto:

    Sono d’accordo con te: la partita si deciderà a Bruxelles. Aggiungo che non credo si giocherà prevalentemente di fronte alle corti di giustizia.

    Alla fine, credo che almeno un rigassificatore sarà costruito.

    Credo però che questo rigassificatore non modificherà sensibilmente l’attività di nessuno dei porti altoadriatici.

    Nel frattempo, nell’alto adriatico già opera a pieno regime il rigassificatore di Porto Viro, e oramai fra pochissimo inizieranno i lavori di costruzione del rigassificatore di Veglia (Croazia).

    Chi è che costruisce il rigassificatore di Veglia?

    Una società di nome “Adria LNG” con sede a Zagabria.

    Chi sono i proprietari di Adria LNG?

    – Il 39,8% appartiene alla tedesca E.ON
    – Il 32,47% appartiene all’austriaca OMV
    – Il 27,36% appartiene alla francese Total
    – L’1% appartiene alla slovena Geoplin

    Perché la principale società slovena di distribuzione di gas partecipa al rigassificatore croato con l’1%?

    Altra domanda: se un rigassificatore in mezzo al golfo di Trieste può diventare una disgrazia per tutto l’Alto Adriatico, due rigassificatori a 50/100 km in linea d’aria da lì non sono ancora peggio?

    L.

  107. Srečko ha detto:

    Luigi detto il Veneziano

    “Perché la principale società slovena di distribuzione di gas partecipa al rigassificatore croato con l’1%?”

    Perche’ no lo dici tu? Sappiamo tutti che la tua e’ una domanda retorica. E che tu sai tutto di tutto…

  108. Luigi (veneziano) ha detto:

    Evidentemente lo fanno per beneficenza… oppure lo fanno perché ritengono per loro importante questo business, perché magari sono quelli che costuriscono la pipeline fra Veglia e la Slovenia. Guarda caso, Geoplin importa due terzi del gas dalla Russia, e un terzo dall’Algeria per il tramite del gasdotto italiano. Dopo di che, la Croazia a dicembre del 2010 ha rappresentato le proprie difficoltà a portare avanti il progetto di Veglia, di fronte alla potenza di fuoco messa in campo dai russi per South Stream. Chi è socio dei russi in Slovenia per South Stream? Indovinato: Geoplin!

    E così il 31 maggio viene fuori che di fronte al rinvio del rigassificatore di Veglia da parte dei partner franco-austro-tedeschi, il ministro dell’energia russo – Sergei Shmatko – dice che il suo paese è pronto a subentrare.

    Qualcuno è interessato al resto della storia, e a come potrebbe riflettersi sulle scelte strategiche italiane relativamente al dilemma Russia = South Stream sì / South Stream no e dall’altra parte Qatar (e altri fornitori) = rigassificatori sì / rigassificatori no?

    L.

  109. Mauricets ha detto:

    benissimo, vediamo chiaramente che le istanze naturaliste del governo sloveno sono balle per i gonzi. e allora perche noi italiani non dovremmo perseguire i nostri legittimi interessi? o noi triestini viviamo in slovenia?

  110. Mauricets ha detto:

    “La Slovenia non ne vuole sapere di trasformare l’Adriatico Settentrionale nel bacino energetico europeo sacrificando per questo questo il proprio futuro”

    la slovenia fara quello che vuole Bruxelles. come con le case agli stranieri.

  111. Luigi (veneziano) ha detto:

    Tanto per capire ancor meglio come vanno le cose in questo mondo, sarà bene spiegare chi è il ministro dell’energia russo Shmatko.

    Questo signore attualmente non è solo l’attuale ministro dell’energia (e quindi uomo apparentemente superpotente) della sterminata federazione russa, ma prima di prendere in mano questa carica è stato CEO di Atomstroyexport, un mega-conglomerato che si occupa di esportare tecnologia nucleare in giro per il mondo. Tanto per capirci, è il signore che ha firmato l’accordo con l’Iran per fornire la tecnologia per la loro prima centrale nucleare.

    E di chi è Atomstroyexport? E’ di proprietà di una supermega holding, di nome Atomenergoprom. A sua volta, chi è il proprietario di questa holding? Il maggiore azionista (quasi maggioranza assoluta) è una banca, di nome Gazprombank: la prima banca privata russa. Dice niente questo nome? Certo che dice qualcosa: il proprietario di Gazprombank è… Gazprom!

    Adesso capiamo ancor meglio come mai la PRIMA nomina che fece Putin quando divenne primo ministro fu quella di Shmatko a ministro dell’energia, e ovviamente capiamo anche quali siano gli interessi diretti e immediati che difende quest’uomo.

    L.

  112. Srečko ha detto:

    MauriceTS

    A leggere i tuoi post sotto questo articolo si direbbe che la Slovenia non abbia diritto di fare i propri interessi. Tutti avrebbero questo diritto, la Slovenia no.

    Mi dispiace per te, ma anche la Slovenia, se ha un governo degno di questo nome, si fa, si fara’ e dovra’ fare il proprio interesse. Che non necessariamente coincidera’ con quello italiano ne’ quello di Trieste.

    Che sia anche nell’interesse dell’ambiente e’ da vedere. Io spero di si, ma come tu fai tifo perche’ si tenga conto degli interessi italiani prima di quelli dell’ambiente circostante, cosi’ in Slovenia c’e’ chi fa tifo degli interessi sloveni prima di quelli dell’ambiente. Se il tuo atteggiamento e’ legittimo, lo e’ anche quello della tua controparte slovena. Checche’ tu ne dica.

    Io personalmente non tifo per gli interessi “mercantili” prima di quelli dell’ambiente, percio’ spero che i due terminali non si facciano. Mi sembra che la reet esistente sia gia’ sufficiente. C’e’ il gasdotto russo che arriva (passando per dove?) in Italia e c’e’ quello algerino, che si collega con il precedente. C’e’ l’impianto al largo di Rovigo, tanto decantato dal Veneziano, cioe’ a soli 200km (o meno). Se si fara’ anche uno solo degli altri gasdotti in progetto (South Stream o Veglia?), non sara’ piu’ che sufficiente?

    Non ci decideremo mai a comnciare a risparmiare energia? Dobbiamo per forza parlare solo di aumenti dei consumi?

  113. Mauricets ha detto:

    la slovenia ha assolutamente diritto a fare i suoi interessi. cosi come l’italia. e in questa ottica entrambi i paesi dovranno rivolgersi ad un arbitro che deve far rispettare le regole.

  114. Mauricets ha detto:

    ne consegue che se l’italia, e anche la società costruttrice, non adempierà a tutti gli obblighi di legge non avrà il permesso a costruire.

    ma se tutto sarà legalmente corretto il permesso non potrà essere negato.

    altra cosa sono le dispute politiche, ma di quello non dovrebbe interessare. almeno ora.

  115. Mauricets ha detto:

    è mia idea che non si farà niente nemmeno South Stream. che il vero obbiettivo europeo è il gasdotto Nabucco appoggiato anche dagli USA. perchè l’europa vuole svincolarsi dal cappio di un solo fornitore. mentre la russia vuole essere il monopolista.

  116. Mauricets ha detto:

    “L’obiettivo del Nabucco, infatti, è proprio quello di alleggerire la pressione russa sull’Europa occidentale. Ci sono Paesi dell’Ue (Slovacchia, Finlandia, Grecia) che dipendono interamente da Mosca per l’importazione del gas. Altri (Bulgaria, Repubblica Ceca) hanno una dipendenza quasi completa, superiore all’80%. Austria, Ungheria, Slovenia e Croazia importano più della metà del loro fabbisogno dalla Federazione Russa. Polonia, Germania e Italia più di un terzo. Francia e Romania, circa un quarto”

    http://www.libertiamo.it/2010/01/07/nabucco-south-stream-e-il-rubinetto-di-mosca-per-il-gas-europeo/

    se Silvio è caduto in disgrazia alla corte di Obama si deve anche alla sua alleanza con Putin, e quindi al gas.

  117. Luigi (veneziano) ha detto:

    Per approfondimenti: http://ec.europa.eu/energy/infrastructure/index_en.htm

    Faccio notare che la Slovenia attualmente entra nei giochi solo tramite South Stream, e quindi io ritengo più che logico che farà di tutto per affossare qualsiasi alternativa.

    L’Italia ha una serie di progetti in piedi, oltre ai rigassificatori: lo stesso South Stream, il gasdotto Trans-Adriatico, l’Interconnettore Turchia-Grecia-Italia, Il cosiddetto “Galsi” (Gasdotto Algeria-Sardegna-Italia).

    In teoria, a regime l’Italia potrebbe essere uno dei pochi paesi importatori netti al mondo (credo l’unico in Europa) ad avere vie di approvigionamento gas da ogni direzione geografica: nord, sud, est, ovest, suddivisi anche per tipologia di mezzo di trasporto (nave o condotta).

    Perché una cosa del genere dovrebbe fare schifo?

    L.

  118. Mauricets ha detto:

    che strano, le cose accadono sotto i nostri occhi e nemmeno c’è ne accorgiamo:

    Gas: South stream; incontro Gazprom-Wintershall a Trieste

    http://www.clubradio.it/2010/10/10/gas-south-stream-incontro-gazprom-wintershall-a-trieste/

  119. Mauricets ha detto:

    “I DUBBI DEL NEW YORK TIMES Tra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin esisteva una «linea diretta», tanto che l’ambasciata americana e il ministero degli Esteri italiano «erano al corrente delle conversazioni tra i due solo dopo che accadevano i fatti, riuscendo a sapere solo alcuni dettagli o background». Lo scrive il New York Times, nella sua puntata di oggi dedicata ai cable che riguardano le relazioni tra Roma e Mosca. Secondo il rapporto della diplomazia americana a Roma, ‘rubato’ da Wikileaks, questa vicinanza cosi stretta «non era ideale dal punto dell’amministrazione e costituiva più un danno che un beneficio».”

    http://tintarelladiluna.blog.tiscali.it/2010/12/02/wikileaks-%C2%ABa-berlusconi-percentuali-da-putin-per-il-gas-russo%C2%BB/

    silvio…silvio…

  120. massimo p ha detto:

    perchè fa schifo, luigi. il golfo di muggia diventerebbe sterile con gravi conseguenze sul golfo di trieste e danni economici, c’è poco da discutere. forse a te questo non interessa dato che non vivi qua.

  121. Triestin - No se pol ha detto:

    Strano che el venezian ghe xe scampà la notizia su Adria Lng che ga chiuso i battenti….E.On ga adesso el progetto in mezzo al golfo e pur quei incentivi nel caso de mancanza de gas che ghe passa l’italia…..
    IL PICCOLO – VENERDÌ, 24 DICEMBRE 2010
    Pagina 7 – Istria
    MA SI STA PIANIFICANDO UN IMPIANTO OFF-SHORE, PIÙ PICCOLO, SEMPRE NEL GOLFO DI FIUME
    Veglia, ”Adria Lng” rinuncia al rigassificatore
    Il consorzio chiude l’ufficio di Zagabria, il mercato sconsiglia il maxi investimento
    di ANDREA MARSANICH
    CASTELMUSCHIO Più che un arrivederci, un addio. L’altro giorno è stato chiuso l’ufficio croato del Consorzio Adria Lng, che anni fa aveva ottenuto dal governo dell’allora premier Ivo Sanader i diritti di concessione per la realizzazione e la gestione del maxi rigassificatore di Castelmuschio (Omisalj), sull’Isola di Veglia. ”Adria Lng” era ”calata” in Croazia nel 2006, con l’intento di fare entrare in funzione il terminal metanifero nel 2014. L’anno scorso la data di inaugurazione era stata spostata al 2017 e si era chiaramente intuito che il consorzio stava per disimpegnarsi, dopo avere valutato l’andamento negativo del mercato europeo del gas, flessione (-6%) proseguita anche quest’anno. La chiusura dell’ufficio croato, situato a Zagabria, ha fatto capire che il consorzio ha praticamente rinunciato a questo grande progetto in campo energetico. Il gruppo è composto dalla tedesca E.On Ruhrgas, dall’austriaca Omv, dalla francese Total e dalla slovena Geoplin. L’informazione che ”Adria Lng” ha deciso di chiudere i battenti al suo punto di riferimento in Croazia è stata diffusa dai responsabili di ”Plinacro”, il principale distributore di gas nel Paese, che, con la compagnia petrolifera Ina e l’Azienda elettrica statale, sarebbe dovuto entrare prossimamente nel consorzio, occupando così la quota riservata a imprese croate. «Adria Lng non ha però intenzione di ritirarsi dalla Croazia – hanno spiegato ai giornalisti – ma di mettersi in posizione di stand by, cercando nel prossimo futuro altre soluzioni». La stessa cosa è stata ribadita, tramite un comunicato, dalla concessionaria, la quale ha fatto presente che il Consorzio Adria Lng continuerà a lavorare in Croazia, anche se in modo diverso rispetto a quanto avvenuto finora. «Abbiamo inoltrato la richiesta di licenza per l’utilizzo del suolo pubblico – si legge nela nota –. Quanto la riceveremo avrà la durata di due anni. Nel frattempo i soci del consorzio dovranno decidere in via definitiva se intendono, e in quale misura, investire a Castelmuschio». Goran Francic, direttore del Settore sviluppo della ”Plinacro”, ha dichiarato ieri che la sua azienda sta pianificando – quale impianto alternativo – la costruzione di un piccolo rigassificatore offshore, sempre nelle acque del Golfo di Fiume. Il terminal, destinato chiaramente ad accogliere navi gasiere, costerebbe sui 50 milioni di euro, circa 16 volte in meno del megaimpianto previsto a Castelmuschio. Avrebbe però una minore capacità di rigassificazione, fra i 6 e gli 8 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Il rigassificatore di ”Adria Lng”, se fosse entrato in funzione, avrebbe potuto produrre annualmente fino a 15 miliardi di metri cubi.

  122. ufo ha detto:

    Sono debitamente impressionato – dalle cifre e dalla fantasia matematica, non so se di Adria LNG o del Marsanič. Par di capire che se ho bisogno di 8 miliardi di metri cubi di gas all’anno il rigassificatore (odio ste parole chilometriche) mi costa 50 milioni, ma se ho bisogno di 15 miliardi di metri cubi (il doppio scarso) il coso mi viene a costare 16 volte di più, che sarebbero 800 milioni. Farne invece due da 8 per soli 100 milioni no, no se pol – troppo facile?

    Mi sa che non è per via del mercato che hanno deciso di disimpegnarsi – è perché gli è arrivata in visita la maestrina dalla penna rossa e gli ha corretto il compito di aritmetica.

    Chissà se ce la presterebbero per un paio di settimane? Anche dalle parti nostre la maggior parte dei progetti potrebbe trarre profitto dalla presenza di qualcuno che distingue i numeri calcolati da quelli del lotto ricevuti in sogno dal nonno buonanima.

  123. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Triestin – no se pol

    L’ho già scritto nel mio intervento numero 114, laddove ho fatto notare che i russi hanno immediatamente offerto la propria disponibilità a subentrare. Delle malelingue in Croazia mi hanno detto che attorno al rigassificatore di Veglia girano strane storie di mazzette, che forse Sanader chiarirà.

    L.

  124. gianbo ha detto:

    Più pericoloso della ferriera non potrà mai essere. Quindi sono solo strumentazioni. A Barcellona c’è un rigassificatore nel centro della città.

  125. Triestin - No se pol ha detto:

    gianbo : leggite el Konrad de settembre 2009 dove ghe xe l’inserto sul rigassificador che te spiega de Barcelona……
    http://www.estnord.it/index.php?option=com_content&view=article&id=333:su-konrad-speciale-rigassificatore-di-trieste&catid=13:ambiente&Itemid=31

  126. Luigi (veneziano) ha detto:

    Tanto per dire, lo sai da che anno esiste il rigassificatore di Barcellona?

    1968. Dicasi: mille-novecento-sessantotto.

    Una città evidentemente rovinata da 43 anni di questo mostro presente nel cuore del suo porto.

    L.

  127. Dario Predonzan ha detto:

    Veramente l’inserto di Konrad (che ho curato io, insieme a vari altri) si limita a dimostrare, mappe alla mano, che il rigassificatore di Barcellona dista 3,5 km dalle zone residenziali della città, mentre quello di Trieste-Zaule sarebbe collocato a poche centinaia di metri da quartieri densamente popolati.
    Poi, quanto alla pericolosità dell’impianto (e a come il problema sia stato sottovalutato dagli organi “competenti”), conviene leggersi tutto l’inserto e anche quello pubblicato nel numero di Konrad del giugno 2010 (v. in http://www.konradnews.it).
    E’ vero che il rigassificatore catalano non ha provocato, dal 1968 a oggi, incidenti di rilievo. Neanche la centrale di Fukushima, del resto, in trent’anni e oltre di funzionamento, aveva mai dato soverchi problemi, finché…

  128. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ DP

    Io accetto qualsiasi critica fondata alla questione del rigassificatore, ma purtroppo non riesco a vedere l’inserto di Konrad (mi dice che IE6 non può vederlo) e mi tocca commentare solo ciò che leggo qua.

    Io capisco che il rigassificatore di Barcellona sia una vera spina nel fianco per i contrari ai rigassificatori di Trieste, visto che sta lì da più di 40 anni, non blocca il porto (come tutti dicono succederebbe a Trieste), non ha causato nessun incidente (però sicuramente ne causerà nei prossimi 40 anni, e di tremendi), non ha causato la morte del mare di fronte a Barcellona (ma quelli di Trieste distruggeranno tutto il nord Adriatico) ecc.ecc.

    Adesso vediamo scritto che il rigassificatore di Barcellona è a 3,5 km dalle zone residenziali della città, e quindi – ne deduco – questa potrebbe essere una distanza adeguata, o comunque più adeguata rispetto a Trieste. Implicitamente potremmo dire quindi che il rigassificatore off shore a 15 km da Trieste potrebbe andar bene… ma non è questo il punto.

    Vediamo quindi dov’è posizionato il rigassificatore di Barcellona.

    Eccolo qui: http://maps.google.com/maps?f=d&hl=en&geocode=12967178176659133979,41.338540,2.158771&time=&date=&ttype=&saddr=Unknown+road+%4041.338540,+2.158771&daddr=41.403531,2.174349&mra=mi&mrsp=1,0&sz=15&sll=41.398606,2.179799&sspn=0.014229,0.029182&ie=UTF8&ll=41.3397,2.15847&spn=0.056967,0.11673&t=k&z=13&om=1

    In prima battuta, notiamo che le gasiere per andare al rigassificatore di Barcellona percorrono la stessa identica rotta di tutte le navi che entrano in porto, che attraccano a circa 2,5 km di distanza a nordest dopo esser passati proprio di fronte al rigassificatore.

    A circa 300 metri a ovest del rigassificatore c’è il confine del Parco Logistico della Zona Franca di Barcellona: un mastodonte direzionale di 120.000 metri quadrati di uffici. E’ in fase di costruzione una zona per negozi lunga 1350 metri e larga 40 metri, che praticamente starà fianco a fianco col rigassificatore. E’ la più grande area logistica del Mediterraneo, dove hanno la propria sede colossi societari come Abertis, Asea Brown Boveri, le Poste Spagnole (Correos). Un luogo dove ogni giorno lavorano migliaia di persone.

    Credo che non ci sia nulla da aggiungere, o devo andare avanti ricordando che 500 metri più in là c’è il Poligono Industriale della Zona Franca di Barcellona, dove hanno sede decine di industrie con altre migliaia di addetti?

    E’ poi da notare che la prima zona residenziale (a circa 3,5 km dal rigassificatore), non è proprio una zona qualsiasi, bensì si tratta del comune de L’Hospitalet de Llobregat, inglobato oramai nella metropoli catalana, che conta 261.130 abitanti: il 30% più di tutto il comune di Trieste, con la differenza che il comune di Trieste è esteso su 84,49 chilometri quadrati, mentre L’Hospitalet di Llobregat è tutto concentrato in un’area di 12,5 chilometri quadrati, costituendo la località con la maggiore densità abitativa di tutta Europa!

    Come ho detto, non riesco a leggere Konrad, ma ho come il vago sospetto che tutte queste informazioni non siano state proprio scritte ben bene, lì dentro.

    O sbaglio?

    L.

  129. Dario Predonzan ha detto:

    Sbagli. Quando leggerai gli inserti di Konrad te ne renderai conto. Strano che tu non ci sia riuscito: a me il link (al numero di settembre 2009) che ha messo Triestin – no se pol funziona benissimo. L’altro del giugno 2010 lo trovi nel sito che ho indicato io.
    Poi mi spiace disilluderti: il rigassificatore di Barcellona non è affatto una spina nel fianco per noi qui a Trieste.
    Perché, checché ne dicano quelli di GasNatural, le due situazioni non sono paragonabili. Dal punto di vista ambientale, prima di tutto, perché una cosa è scaricare le acque (fredde e clorate) di processo nl mare aperto, con fondali piuttosto profondi come a Barcellona, ben altro è farlo in un bacino chiuso (quasi un lago, di fatto) com’è la baia di Muggia. Tant’è vero che i consulenti di GasNatural hanno dovuto manipolare gli sudi presentati per la VIA, nel tentativo di negare l’esistenza di problemi legati all’impatto di queste acque sull’ecosistema marino.
    I due inserti di Konrad si diffondono ampiamente su questo punto. Buona lettura.

  130. giampaolo lonzar ha detto:

    RIGASSIFICATORE : non entro nel merito del pro e contro ne dei vantaggi economici; desidero
    dare alcune osservazioni sul traffico delle gasiere.
    Le navi non sono treni che vanno su binari.
    La sicurezza della navigazione e’ sempre responabilita’ del Comandante della nave che segue e programma un viaggio sulle informazioni ricavate dai documenti ufficiali internazinali che sono ,carte nautiche, portolani, avvisi ai naviganti e pubblicazioni specializzate edite dall’ IMO obligatorie per legge a bordo.
    Le gasiere come tutte le navi seguono le “Regole per evitare gli abbordi in mare”
    nessun segnale radio particolare viene inviato
    tipo Transponder,le radio emissioni sono ben regolamentate sotto quella che si puo chiamare
    l’0mbrella del GMDSS.
    Per quando riguarda la segnalazione del proprio posizionamento se la nave batte bandiera Italiana deve seguire le regole ARES cioe’ se e’ in navigazione da piu’ di 24 ore comunicare la propria posizione alle autorita’ Italiane , se batte bandiera estera puo’ aderire al servizio Usa dell’ANVER il resto si autoregola o segue le regole imposte dalla societa’ armatrice.
    Le navi mercantili in navigazione possono entrare e passare nelle acque territoriali di qualsiasi paese sulla regola del “Free and Innocent Passage”, uno stato certo puo limitare la navigazione per questioni soggettive che pero’ devono essere chiaramente riportate su carte nautiche,avvisi ai naviganti etc se poi queste sono temporanee vengono diffuse via Radio
    sistemi, tipo VHF,Navtex etc.
    Le navi militari per entrare nelle acque territorialiu devono chiedere il Diplomatic Clearing 3 settimane prima della visita di cortesia programmata, a meno che non ci siano operazioni belliche congiunte , certo qualcuno si ricorda che Trieste durante la guerra in BiH
    era frequentata dalle navi Usa e Nato
    Le distanze di sicurezza da impianti marini a rischio vengono valutate dalle rispettive direzioni marittime che emettono Ordinanze opportune e il personale che deve avvicinarle deve seguire le regole del ISPS.
    L’avvicinamento alle piattaforne con obbligo di rimorchiatori non credo sia regolamentato il numero ,quanto consigliato in presenza di condizioni meteo marine avverse ,oggi le navi sono dotate di Bow-thruster che permettono ormeggio e disormeggio anche senza rimorchiatori.
    Pertanto tutto sommmato l’ operativita’ e decisamente sicura; d’altro canto la MIA PERSONALE OPINIONE e’ la scelta del posto che e’ situata proprio sul punto di partizione del “TRAFFIC SEPARATION SCHEME ” come appare dalla copia carta nautica inserita da “Luigi Venezian ” che e’ sulla rotta delle navi che
    raggiungono ed escono dai porti di Capodistria/Koper,Trieste e Monfalcone che per le navi di grande pescaggio ” Deep Draft Vessels” per Trieste le petroliere e per Capodistria/Koper le Bulk Carrier che portano minerale , potrebbero avere qualche problema di manovra in caso di emergenze ,inoltre il problema BORA che in quel punto in mare aperto raggiunge i massimi da record, se Trieste chiude il porto a 70 KM/h !!! boh qualcuno ci avra’ pur pensato.
    Un ‘ultima perplessita’ perche’ un opera del genere non viene concordata una joint venture con Capodistria/Koper invece di avere 2 rigassificatori ne avremo uno oppure hanno paura di dover fare i contatori bilingui !
    Aggiungo che non bisogna avere paura di bombe ecologiche in Alto Adriatico, hanno gia’ pensato i Croati con la Saipem con le piattaforme di prospezione al largo di Pola/Pula.

  131. Paolo Geri ha detto:

    Referendum ! Decidano i cittadini.

  132. giampaolo lonzar ha detto:

    @139 GERI
    Ok giusto facciamo come gli inglesi ” NOT IN MY GARDEN “

  133. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ lonzar

    Apprezzo sinceramente il suo intervento, che mi pare pacato e ragionato.

    La cosa è doppiamente rimarchevole, giacché in giro si trovano dei report sui rigassificatori di Trieste che paiono scritti da un esperto terrorista mediatico.

    Per esempio: nella sola prima pagina del rapporto di Adria Green sul rigassificatore di Zaule si afferma che:

    1. “Un incidente alle navi gasiere può incenerire cose e persone in un raggio da due a oltre dieci chilometri” (se fosse vero, il rigassificatore di Barcellona a 3,5 km da una località in cui sono concentrati 260.000 abitanti in 12 km quadrati sarebbe una follia totale, ma si tratta di una pura ipotesi di scuola che non tiene conto delle misure di sicurezza delle moderne gasiere e degli impianti di rigassificazione)

    2. “I rigassificatori possono essere costruiti soltanto su coste deserte o aperte con forte ricambio d’acqua oppure a 15 o più chilometri al largo” (dove stia scritta questa prescrizione, nessuno lo sa, e basta guardare dove si stanno costruendo i rigassificatori oggi per capire che non è vero)

    3. “Per l’Alto Adriatico, l’IMO ha stabilito che la zona di interdizione di navigazione deve avere un raggio di 1,5 miglia nautiche e quella di sicurezza un raggio di 2 km” (questo non è vero: l’IMO ha preso nota di quanto stabilito dal porto di Chioggia, che però non ha parlato dell’intero Alto Adriatico, bensì del solo impianto di Porto Viro).

    4. “Il trattamento dei gas compressi è inoltre sottoposto alla direttiva comunitaria europea 96/82/CE sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose, che proibisce anche la vicinanza di più impianti a rischio” (la normativa cui si fa riferimento è qui: http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/testi/99334dl.htm . La proibizione di cui si parla non esiste)

    Mi permetto di segnalarle questo documento:

    http://docs.google.com/viewer?a=v&q=cache:BSbqcXEo6qUJ:www.ren.pt/SiteCollectionDocuments/Terminal%2520Sines/vEN/TA.G.SS.001%2520-%2520Sines%2520Port%2520and%2520LNG%2520Jetty%2520Data%2520(Rev2).doc+sines+port+gnl&hl=it&gl=it&pid=bl&srcid=ADGEESg2EdhOMOMvHKsEsvhIJKIAqq6xtVUOQVhCA_65X23AbZkigqlNXJTm-eJRcDlAR_rH7QZwgtCz0XNj2caHeH3PGPK9ms7sXqzn1fQ4PIhXTxDYMn-EWAgofN8f1CD-a22FeGtp&sig=AHIEtbQL1sSvK_ORyyf9GyDcPFHfnGvqZw

    Contiene tutte le regole relative al rigassificatore di Sines, in Portogallo.

    Come potrà notare, c’è l’intero paragrafo 6.2 dedicato alle “Shipping procedures”.

    Se interessa, buona lettura.

    L.

  134. Dario Predonzan ha detto:

    Un referendum comunale a Trieste è già stato proposto nel 2006, ma il quesito è stato dichiarato “non ammissibile” dall’apposita commissione del Comune.
    Questo perché non risulta possibile indire un referendum su una materia che non sia di competenza esclusiva del Comune (il quale può esprimere solo dei pareri, in base alla leggi vigenti).
    Tra l’altro, quand’anche lo si potesse indire, il referendum non si terrebbe – verosimilmente – prima della prossima primavera, cioè quando le decisioni magari saranno già state prese.

  135. giampaolo lonzar ha detto:

    141 venezian

    L’IMO da indicazioni ,limiti di operativita’, suggerimenti supportti da indicazioni tecniche
    non e’ un ente legislatore,non puo’ legiferare in casa d’altri se non seguo le regole IMO nessuno mi fa una contravvenzione fimo al giorno
    che non succede qualcosa ,allora le commissioni costituite per indagini possono rilevare un comportamento non consono alle disposizioni.
    Le disposizioni IMO devono esssere prima sottoscritte dalle nazioni che sono presenti alla convenzione poi ratificate dal Governo che ha firmato e presentate al parlamento che le trasformi in legge dello stato.
    Resta il fatto che ora nazioni in fatto di inquinamentop.e. emettono leggi piu stringenti delle linee guida date ed indicate negli Antipollution Acts.Le applicazioni sono sempre demandate alla bandiera della nave ” Law of the Flag” .Altre autorita’ possono intervenire solo se infrazioni commesse entro le acque territoriali, fuori Marine Militari,Guardie Costiere etc fermano la nave fanno un verbale in 3 copie una al Comandante,una all’autorita’ che riscontra l’infrazione ,la terza viene inviata all’ambasciata della Bandiera di appartenza della nave presso lo stato dell’unita’ che ha steso il verbale Abbastanza laborioso !

  136. Triestin - No se pol ha detto:

    da “La Guerra del gas” di Cristina Corazza (responsabile comunicazione e stampa dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas )
    Il rebus della sicurezza : ….la necessità di prevedere vaste zone di sicurezza intorno alle navi in caso di incendio potrebbero interferire con le attività portuali. Altre preoccupazioni sono legate al pericolo di attentati terroristici e attacchi di pirateria. ….le navi metaniere, inconfondibili per la loro struttura e carico cariche di gas, possono costituire un bersaglio ideale. Alcune simulazioni hanno dimostrato che, se una nave carica di GNL fosse colpita da un missile o da un aereo in fiamme in una zona portuale, le fiamme causerebbero una radiazione termica tale da ustionare e uccidere gli essere umani e di incendiare gli edifici nel raggio di oltre un chilometro. ….Per questo insieme di motivi, è sempre necessaria una grande attenzione nella scelta dei siti e nella predisposizione delle misure di sicurezza…

  137. gianbo ha detto:

    Triestin no se pol ormai questa storia ha fatto venire il latte ai cogl….
    Ma se esci per strada a piedi o con la macchina quante possibilità hai di lasciarci le penne?
    Il problema è che l’Italia è caduta in una involuzione medievalista tragica e criminalmente portata avanti da minoranze violente e para-terroristiche che personalmente tratterei con i metodi conseguenti. Ne va della salvezza dell’economia e del benessere. Chi arriva a dire che anche una ferrovia non si può costruire è da trattamento sanitario obbligatorio. Con questi esseri nati per sbaglio dopo un droga party non può esservi dialogo. Nè dovrebbero avere diritto di parlare. Tanto più che in questo caso sono al soldo di uno stato straniero dichiaratamente anti-italiano da sempre come l’ex-jugo.

  138. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ GL

    Dovresti scrivere due righe ai vari comitati contrari al rigassificatore, che invece continuano a propagandare l’idea per cui l’IMO abbia dettato delle norme sui rigassificatori, ed in particolare sui rigassificatori dell’Alto Adriatico.

    L.

  139. giampaolo lonzar ha detto:

    146) Venezian- Non credo sia necessario perche’ chiunque conosca il traffico marittimo sa che l’IMO non dira’ mai dove devi o non devi costruire un rigassificatore ma ti dira’ cosa devi fare o non fare o comportarti in presenza di un rigassificatore e di sicuro se avesse questa facolta’non lo posizionerebbe nel luogo che tu hai fatto vedere nella carta nautica che hai allegato. E’ come consigliare ad un malato d’asma di curarsi stando seduto in poltrona in mezzo ad una rotatoria spartitraffico nelle ore di punta di un centro urbano trafficato.

  140. Luigi (veneziano) ha detto:

    Tanto per presentare un’altra idea di come stanno girando le cose.

    Secondo uno studio di giugno 2010 della DNV (leader mondiale per la valutazione dei rischi d’impresa) l’utilizzo del gas gassificato come combustibile al posto dell’attuale utilizzazione di gasolio o nafta, ridurrebbe del 45% i costi operativi delle navi in un arco di vent’anni. Di conseguenza, sono già allo studio dei sistemi di rigassificazione in sedicesimo, da utilizzarsi a bordo per la normale propulsione.

    In pratica il mondo sta ragionando su come “rigassificare” ogni singola nave che solca gli oceani.

    L.

  141. Luigi (veneziano) ha detto:

    “gas gassificato” = “gas rigassificato”

  142. Triestin - No se pol ha detto:

    gianbo le ferrovie xe un problema che no me toca perchè a parte deragliar un treno altro no succedi, ma nel caso de una gasiera o rigassificador xe un’altra menada…
    da “La sfida del secolo” di Piero Angela ( che no xe un ambientalista e no ghe iera stada Fukushima)
    Il peggior incidente immaginabile
    Insomma, l’energia, in qualsiasi modo prodotta, ha provocato e continua e provocare delle vere stragi.
    Purtroppo è così. E c’è da aggiungere un’ultima osservazione. Cernobyl è stato il peggior incidente teoricamente possibile in una centrale atomica. Lo scenario da incubo per qualsiasi ingegnere nucleare. Cioè la fusione de nocciolo, lo scoperchia mento del reattore, la fuga dei composti radioattivi volatili nell’atmosfera. E’ difficile pensare a qualcosa di peggio. Per il petrolio e in particolare per il gas si possono immaginare, invece, incidenti molto peggiori di quelli terribili appena raccontati. Il peggior scenario possibile, fortunatamente, non si è verificato e speriamo non accada mai.
    E quale sarebbe il peggior incidente immaginabile ?
    Per esempio, una grande nave metaniera, che trasporta 125 mila metri cubi di gas liquefatto a bassissima temperatura, contiene un potenziale energetico enorme. Se nelle vicinanze della costa, per un incidente, dovesse spezzarsi e rovesciare in mare il gas liquefatto, potrebbe cominciare una sequenza di eventi catastrofici. Il gas freddissimo, a contatto con l’acqua del mare, molto più calda, inizierebbe a ribollire, a evaporare e formare una pericolosa nube. Questa nube di metano evaporato rimarrebbe più fredda e più densa dell’aria e potrebbe viaggiare sfiorando la superficie marina, spinta dal vento, verso la terraferma. Scaldandosi lentamente la nube comincerebbe a mescolarsi con l’aria. Una miscela tra il 5 e il 15 per cento di metano con l’aria è esplosiva. Il resto è facilmente immaginabile. Se questa miscela gassosa, invisibile e inodore, investisse una città, qualsiasi ( inevitabile ) scintilla farebbe esplodere la gigantesca nube. La potenza liberata in una o più esplosioni potrebbe avvicinarsi a un megaton : un milione di tonnellate di tritolo, questa volta nell’ordine di potenza distruttiva delle bombe atomiche. Le vittime immediate potrebbero essere decine di migliaia, mentre le sostanze cancerogene sviluppate dagli enormi incendi scatenati dall’esplosione, ricadendo su aree vastissime, sarebbero inalate in “ piccole dosi “, dando luogo a un numero non calcolabile, ma sicuramente alto, di morti differite nell’arco di 80 anni. Si tratta di uno scenario assolutamente improbabile, ma non impossibile.
    Terrificante. Si può immaginare qualcosa di peggio o questo è lo scenario da incubo finale ?
    Quello della metaniera, che si spezza vicino alla costa, viene definito il peggior scenario “energetico” possibile. Cioè l’incidente più catastrofico immaginabile fra tutte le fonti energetiche.

  143. giampaolo lonzar ha detto:

    148 Veneziano – I motori che oggi sono a bordo delle navi non funzionano come quelli delle automobili dove si puo cambiare l’alimentazione.
    Si devono applicare tecnologie diverse, cambiare quelle attuali che coinvolgono altri tipi di impianti e non ultimo creare nuovi equipaggi che sappiano operare su questi nuovitipi di motori ed alimentazione e controllo
    del GPL ,che nulla ha da vedere con lo stoccaggio nelle cisterne di trasporto.

    150 – nosepol – mi sembra la trama di un “disaster movie” se si incrina una cisterna il gas si espande nell’atmosfera , lasci aperta una bombola e vedra’ che il gas ne si vede ne si sente e si mescola con l’atmosfera, non resta li fermo.
    Io ho partecipato ad un corso antincendio per navi dove i VVFF aprivano una bombola le davano fuoco la fecevano rotolare da un piano inclinato e dovevo spegnerla a mano e’ stato piu’ facile e meno rischioso di quello che uno crede.
    E’ piu’ pericoloso il Tankfarm di Dolina , abbiamo visto quando l’OLP lo ha fatto saltare
    ( Al Qaeda non esisteva ancora)il vento favorevole ci ha salvati ma l’anidride solforosa che si sprigiona quando brucia il Crude Oil e’ piu’ pericolosa e nociva del GPL.

  144. Dario Predonzan ha detto:

    Cacchio! Gianbo (sempre anonimi questi tipi, eh?) parla di “involuzione medievalista tragica e criminalmente portata avanti da minoranze violente e para-terroristiche”, e poi di “esseri nati per sbaglio dopo un droga party” i quali “non dovrebbero avere diritto di parlare” (e lui invece sì? perché mai?) in quanto “in questo caso sono al soldo di uno stato straniero dichiaratamente anti-italiano da sempre come l’ex-jugo”.
    Gli sfugge magari il fatto che l'”ex-jugo” non è UNO stato, ma sono almeno sei, ma a parte ciò devo dire che mai mi era capitato prima di leggere tante cavolate in così poche righe: sicuro che non sia proprio lui ad aver bisogno di un trattamento sanitario obbligatorio?

  145. Triestin - No se pol ha detto:

    151 g.l. …me par che come esempio l’esercitazion con la bombola xe come un film de ridolini…i volumi me par diversi…poi sulla Siot savemo della pericolosità che dopo oltre quaranta anni xe aumentada a causa dei impianti obsoleti e corrosi…per questo no se pol inserir anche un rigassificador e gasiere a fianco del terminal…( che Barcelona no ga )
    148 per le nuove propulsioni venezian te devi ricostruir la nave de sana pianta…convien far una nova…

  146. Triestin - No se pol ha detto:

    spegner una gasiera anche se de propano no xe come spegner una bomboletta…Un vecio articolo de Selezione del 91 “La nave bomba di Brindisi”….

    https://sites.google.com/site/amicigolfots/NaveBomba.pdf?attredirects=0

  147. giampaolo lonzar ha detto:

    154 nosepol – xe ciaro che distudar una bombola no xe una gasiera ,el conceto jera che el gas xe volatile, no el sta fermo come una macia.
    Ma niente paura riva el 2012 che distuda tuto
    -:)

  148. Marcus ha detto:

    Leggo spesso “noi italiani” o “gli sloveni” o l'”Unione Europea” o “Trieste no se pol permettere” ecc..
    Allora fino a prova contraria chiunque che vuole costruire un impianto di rigassificazione nel golfo di Trieste deve avere il via libera dal Consiglio di Governo del TLT dopo approvazione dell’Assemblea Popolare del TLT, dal Governatore del TLT, dalla Commissione Internazionale per il PLT, ed in ultima analisi dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
    Ho già spiegato più volte che le acque territoriali del TLT sono di sovranità del TLT e di conseguenza della comunità internazionale ovvero non dell’Italia, Slovenia, o della Unione Europea ma di tutte le nazioni che compongono l’ONU (193 + TLT + PLT = 195 Stati sovrani).
    Allora il governo italiano sta inervosendo un pò tutto il mondo in quanto non rispetta gli accordi internazionali firmati, oltre ad essere stato preso con le mani nel sacco con l’appropriazione illegale del Porto Libero di Trieste (vedi http://www.triestfreeport.org/wp-content/uploads/2011/06/Lappropriazione-illegale-del-PLT-SENTENZA-TAR-n-200902677-dd-16.03.09.pdf ) che per qualcuno sono cosette da niente per chi invece vede un po oltre al proprio naso sa che bisogna assolutamente ripristinare la legalità poiché i triestini (cittadini del TLT) sono stati fregati a causa della Guerra Fredda, ma quest’ultima è finita nel 1989 e sto giro da queste parti bisogna stare molto attenti di tenersi fuori da altri conflitti che si stanno delineando sull’orizzonte occidentale. Insomma lasciar fare un governo che non si attiene alle leggi internazionali significa farsi coinvolgere nelle conseguenze che può portare tale governo poiché su ogni documento ce scritto “Nell Nome Del Popolo Italiano” questo a significare che alla fine sarà punito il popolo italiano come che è accaduto il 10 febbraio 1947 con il Trattato di Pace che definisce i confini terrestri e marittimi dell’Italia e dove appunto è stato istituita la Nazione Internazionale di Trieste la quale è e rimane un territorio gioiello intoccabile per tutte le nazioni del mondo.

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