11 Luglio 2011

Ottocento goriziano: cercare refrigerio a luglio

Era abbastanza diffuso tra la gente di tutte le età cercare refrigerio nelle acque dell’Isonzo, a destra del ponte di Pevma, in un sito denominato “sot i cres” oppure vicino al ponte della ferrovia, di fronte al Calvario. Qualcuno arrivava fino alla Piumizza, nel piccolo bacino che si forma ancor oggi alla base di una cascatella, ma è più lontano dalla città e più difficile da raggiungere. Dopo il 1878 ci si poteva tuffare e nuotare anche nella piscina esterna del Civico stabilimento bagni, chiuso dal 1995.

La sera si cercava refrigerio passeggiando nella via del Rovere, dove tigli e sambuchi profumavano e rinfrescavano l’aria, lungo i contro viali di Corso Italia e nella via del Ponte Nuovo, l’odierno viale XX Settembre, dopo che nel 1857, con il contributo di Francesco Giuseppe e di Sissi, in visita a Gorizia, fu costruito il ponte sul Corno, in fondo alla via Santa Chiara.

La banda militare allietava i cittadini che nei pomeriggi dei giorni di festa sostavano nei giardini pubblici. I più fortunati uscivano però di città ed una passeggiata con la carrozza aperta nel bosco del Panoviz era una romantica e refrigerante evasione. Anche le osterie del circondario con tavoli all’aperto, sistemati sotto i pergolati erano frequentatissime dai Goriziani, specie se facilmente raggiungibili a piedi o con la carrozza. Ecco allora che l’Aisevizza, Krombreg, San Mauro, Pevma, Podgora, Sant’Andrea, Merna e San Pietro vivevano di una nuova vita, ogni locale pubblico brulicanti di cittadini. Inoltre il gran caldo faceva il successo delle sagre estive, come del resto accade ancor oggi.

Quotidiana era invece la polvere delle strade al passaggio di ogni veicolo e che solo la pioggia o le botti piene d’acqua caricate su carri che giravano per bagnare le strade risolvevano temporaneamente! Poco durava il refrigerio, la polvere ricompariva in poco tempo.

In luglio la Castagnavizza, “la capela” per i Goriziani, era la passeggiata tradizionale per coloro che sceglievano una meta religiosa. Infatti molti in città erano devoti alla Madonna del Carmine cui nel santuario è dedicato un altare e annualmente il 16 luglio, data della ricorrenza, si svolgeva una processione, le cui origini risalgono ai tempi dei padri Carmelitani.

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9 commenti a Ottocento goriziano: cercare refrigerio a luglio

  1. alpino ha detto:

    che vita de merda…ciapar la moto e corer al mar no iera meio 🙂

  2. abc ha detto:

    Belli gli articoli di Liliana Mlakar.
    Le prime biciclette, nemmeno tante, sono ai tempi della prima guerra mondiale. Come poteva la gente comune andare al mare in moto nell’ottocento?

  3. abc ha detto:

    Le prime biciclette, nemmeno tante, sono comparse …

  4. isabella ha detto:

    forse stavano meglio di molti di noi, eterni insoddisfatti.

  5. abc ha detto:

    Sicuramente non avevano la possibilità di cadere in depressione. Ma dov’era via del Rovere?

  6. Mentat ha detto:

    Non mi sembra se la passassero male i goriziani dell’ottocento, tra osterie e gite in carrozza… Anch’io da ragazzo facevo il bagno nella Piumizza, valeva la pena farsi la sfacchinata in bicicletta quando faceva molto caldo.

  7. alpino ha detto:

    abc iera na batuda…xe ovio che nell’800 non andavano al mare in moto! infatti prendevano l’apt alla RIBI 🙂

  8. liliana ha detto:

    via del rovere era circa un tratto di via Blaserna e via Cravos, quindi borgo san rocco

  9. abc ha detto:

    Grazie liliana, mi hai fatto venire voglia di ritornare in Piumizza.

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