5 Luglio 2011

Libri.i – Linneo mi è antipatico

Libri.i Quarta puntata della rubrica di Bora.La curata da Martina Luciani: una serie di vagabondaggi letterari tra libri poco noti e poco letti. Qui i precedenti articoli della rubrica.

Cacciatori di piante. Mary Gribbin, John Gribbin. Raffaello Cortina Editore 2009.
Thorkild Hansen. Arabia Felix. Iperborea 1992.

Carolus Linnaeus, per chiamarlo alla latina, per noi Carlo Linneo, settecentesco ed eclettico scienziato che per semplicità qui definiremo padre riconosciuto della moderna botanica e del metodo scientifico di classificazione delle forme viventi , mi sta sinceramente antipatico. Meriti scientifici a parte ( senza di lui, mi dicono, il disordine regnerebbe sovrano nelle banche dati di scienze naturali) il nostro mi pare l’antesignano dei contemporanei “baroni” universitari, adeguatamente legati al potere politico e graziosamente venerati da schiere di pretendenti alle poltrone subito dietro il trono.
Alla indiscutibile sua genialità associava una grande e fastidiosa abilità a gestire il lavoro e il sacrificio di altri – che in nome suo e della scienza batterono le contrade più lontane e spesso ci lasciarono la pelle, o comunque la salute – e una diplomaticissima abilità a restare negli ambiti dell’ortodossia religiosa, culturale e accademica pur quando esponeva idee rivoluzionarie e innovatrici (era pur sempre il secolo dei Lumi!).

Nel capitolo dedicato a Linneo in “Cacciatori di piante” , di Mary e John Gribbin, questi aspetti emergono con grazia, poco più che aneddoti, della vita pubblica e privata, ma tuttavia non sfuggono ad una lettura attenta: favorita, questa, da un così bel modo di narrare, che la serie di botanici-esploratori la si percorre tutta d’un fiato con curiosità e piacere.

Laddove si fa notare che l’unica spedizione affrontata da Linneo fu quella in Lapponia ( cioè dietro casa), viene anche descritto il lavoro e la dedizione degli “apostoli” ( diciotto per la precisione), che permisero, esplorando mezzo mondo ed inviando in patria semi e piante, la realizzazione della insuperabile opera di nomenclatura e classificazione lasciata ai posteri e dando essi per primi un contributo fondamentale alla scienza ( dalla botanica all’astronomia, dall’archeologia all’antropologia, dalla zoologia alla geografia).
Non viene citato in queste pagine un personaggio ingiustamente poco noto, cui Linneo aveva melodrammaticamente affidato il compito di riportare in Svezia, dallo Yemen, un ramo dell’Opobalsamum, ( da cui l’antichità traeva una delle essenze più preziose, importandola a qualunque prezzo lungo la Via dell’incenso) affinchè il maestro lo potesse classificare prima di morire.
Trovato l’albero dell’incenso, il vero albero del balsamo della Mecca, spedito un rametto fiorito al bramoso botanico , poco dopo la scoperta morì invece il discepolo ,il finlandese Peter Forsskal, un giovanotto di ruvida personalità e di grandi meriti scientifici, così coraggioso d’animo da osare mettersi contro il mondo accademico cui apparteneva per sostenere le sue convinzioni.

Giunse al punto di pubblicare a sue spese – era il 1759 – un libretto intitolato “Riflessioni sulla libertà dei cittadini”, in cui tra l’altro sosteneva che l’abuso del potere dei governanti poteva essere contrastato solo dalla libertà di parola e di stampa. Ne venne fuori un putiferio, il rettore dell’Università di Upssala ritirò e fece bruciare quante più copie possibile: il rettore, e venerato maestro del troppo audace allievo, era Carlo Linneo, che tuttavia approfittò, pochi anni dopo, dell’incarico ricevuto da Forsskal , chiamato a partecipare ad una missione scientifica nello Yemen dal re di Danimarca, per attendere , comodo comodo a casa sua, preziosissime informazioni e materiale botanico .
Forsskal in quella tragica spedizione fu quindi di fatto l’inviato di Linneo, a spese di un altro governo e a prezzo della sua stessa vita.

Questa storia è raccontata in “Arabia Felix”, un romanzo-documentario avvincente quanto dotto, che irretisce pagina dopo pagina tra le illusioni e i pericoli propri tanto delle terre inesplorate quanto del mai sufficientemente esplorato animo degli esseri umani.
Il Cadì di Taiz diede a Forsskal, poco prima che egli morisse in uno sperduto villaggio dello Yemen, una lettera per l’ Imam di Sana’a: c’era scritto solo “Non pensare niente di male di quest’uomo”.
Forsskal, ci dice l’autore, non giunse mai a Sana’a: si presentò, a soli trentun’anni, con quelle parole in tasca, davanti ad un Imam che sta molto più in alto e non riuscì, perlomeno da vivo, a rispondere alla domanda che lo tormentava: “Perchè l’Arabia si chiama felice?
L’eccezionale lavoro di ricerca,descrizione e catalogazione, ben più ampio di quello esclusivamente botanico, ricevette da Linneo una sola e significativa consacrazione: l’ortica scoperta in Egitto, fu battezzata dal maestro con il nome di Forsskalea e da lui descritta, ispirandosi allo scopritore, come tenacissima, hispida, adherens , uncinata. Tutto qui.

N.B: nel numero di giugno del National Geographic, scopro che la lista di sei mila specie classificate da Linneo ha superato nel tempo il traguardo di un milione. Nel 2010, solo trecento mila sono state confermate come specie uniche e almeno cinquecentomila sono superflue: la classificazione ad ogni costo ha travolto sé stessa.

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3 commenti a Libri.i – Linneo mi è antipatico

  1. marino ha detto:

    Curioso: mi hai fatto ricordare che fra i libri ancora non letti ne ho uno, trovato su una bancarella, dal titolo “I cacciatori di piante”. Non mi ricordavo l’autore ma sapevo che era della mitica collana “L’Ornitorinco” di Rizzoli, pensavo quindi che ne recensivi una riedizione. Invece no: è un altro. Il titolo è lo stesso (a parte che questo ha anche l’articolo), ma l’autore è un certo Tyler Whittle, il quale passa in rassegna più di tre millenni di ricerche (soprattutto nel senso originario del termine) botaniche, eseguite da un ricco campionario di personaggi per lo più, neanche a dire, testardi, bizzarri o squinternati, per non dire folli. Di Linneo però, a parte nella bibliografia, non vedo traccia: risparmiato?

  2. Martina ha detto:

    Grazie Marino, questa tua informazione scatena in me una curiosità pazzesca ( non conosco questo libro: me lo cerco immediatamente). Se non c’è Linneo ( il che mi diverte moltissimo), forse era antipatico anche all’autore, forse non ha ritenuto di includerlo nella schiera di autentici ricercatori/esploratori ( in fondo più che andar per prati e boschi di casa sua Linneo non fece).

  3. fabrizio dalla costa ha detto:

    Bell’articolo! Appena posso leggerò il libro

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