5 Luglio 2011

Le sterne della Valle Cavanata

Il naturalista appassionato che si rechi in questi giorni nelle zone umide della nostra regione alla ricerca di qualche scatto fotografico per ritrarre uccelli acquatici rimarrà un po’ deluso. Siamo, infatti, in una stagione di stasi per quanto riguarda la presenza di avifauna nelle nostre paludi. La Riserva Naturale della valle Cavanata non fa eccezione. A parte qualche airone (rosso, cenerino, bianco maggiore, garzetta) delle coppie di cigni, un centinaio di oche selvatiche, molti gabbiani, alcune volpoche, dei chiassosi cavalieri d’Italia e un gruppetto di marangoni minori, non troverà molto altro (beh, in fondo non è neanche poco…). Ma, defilata dai soliti itinerari, la Valle Cavanata custodisce una colonia di sterne nidificanti, la maggiore attrazione per questa stagione.
La Sterna comune (Sterna hirundo) nota anche come Rondine di mare è un uccello marino che vive sia lungo le coste che nelle acque interne. Il suo nome deriva dal fatto che la coda si presenta forcuta, simile a quella della Rondine. E’ un uccello di aspetto molto elegante, con sottili ali appuntite, zampe rosse e corte, becco affilato di color rosso-arancione con l’estremità nera, parti superiori grigio chiaro, quelle inferiori bianche, cappuccio nero.
Arrivano in Valle Cavanata quasi sempre il primo di aprile, provenienti dalle zone di svernamento a sud del deserto del Sahara e fino alla regione del Capo di Buona Speranza. In primavera è possibile ammirarle mentre il maschio corteggia la femmina con voli acrobatici e offerte di cibo (piccoli pesci che cattura con tuffi verticali). Il nido, una semplice conca con all’interno dei fili d’erba e qualche conchiglia, viene costruito a terra, su suoli ghiaiosi. La femmina depone fino a tre uova (covate anche dal maschio), da cui nasceranno i pulcini che saranno accuditi da entrambi i genitori.
Durante la nidificazione gli intrusi sono aggrediti con voli radenti, grida stridule e colpi di becco.
Questa specie è particolarmente sensibile al disturbo umano, ad esempio bagnanti, lavori lungo le coste, arginature. Per favorirne la riproduzione da alcuni anni in Valle Cavanata sono state costruite delle isole artificiali ricoperte di ghiaia e conchiglie. Le più piccole (uno o due nidi) presentano una leggera recinzione fatta da aste metalliche verticali e cordino teso orizzontalmente: questa struttura infastidisce i temibili gabbiani reali che potrebbero predare le uova e i pulli delle sterne, le quali invece, grazie alla loro agilità in volo, si posano senza problemi. Altre isole più grandi, che ospitano anche una decina di nidi, non necessitano di questo tipo di difesa.
L’anno scorso i nidi erano ottantacinque, mentre quest’anno, grazie agli ultimi lavori che hanno portato la superficie utile a più di 250 metri quadrati, sono almeno un centinaio. Da rimarcare che queste strutture sono state costruite dal personale della Riserva e dai volontari appassionati che hanno dato un grande contributo all’operazione, visto che il trasporto del materiale può avvenire solo via acqua con una piccola barca.
In questi giorni i giovani sono ormai grandi. Dopo circa un mese dalla nascita saranno in grado di volare e di seguire, in agosto, i genitori nel lungo viaggio che li porterà in sconosciuti Paesi esotici.

Questo il link alla pagina di Raitre Regione che ha realizzato un servizio andato in onda nell’ultima puntata di Buongiorno Regione il 17 giugno scorso.

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