17 Giugno 2011

Lo “spettacolo” di una profezia che si auto avvera: intervista agli autori di “Pop Economy”

Venerdì 17 giugno 2011, alle 20.30, presso lo Spazio Rosa del Parco di San Giovanni, Banca Etica presenterà la conferenza-spettacolo “Pop Economy”, nell’ambito del “Festival delle Diversità”.
I vostri inviati di Bora.la hanno contattato Nadia Lambiase, che a Torino insieme ad Alberto Pagliarino ha scritto e messo in scena l’opera, per intervistarla in attesa del loro arrivo a Trieste.

Potete anticiparci qualcosa della rappresentazione che porterete al pubblico triestino?
PopEconomy è una conferenza spettacolo che racconta della crisi globale che ci ha investito: l’intento è farlo in modo semplice e puntuale attraverso gli occhi di un narratore.
A fianco dei fatti economici si comporrà davanti al pubblico il disegno di come vivevamo un tempo, dei decenni che abbiamo attraversato tra la Milano da bere, le vacanze a Borghetto Santo Spirito e la caduta del muro di Berlino. E poco a poco si rappresenteranno i fatti storici, i personaggi, i meccanismi di un sistema insostenibile che ha portato a fenomeni di tracollo globale, che ha impoverito molti e arricchito enormemente pochissimi. Dalla bolla dei tecnologici degli anni novanta al grande buco nero del sistema bancario americano 2008, dai mutui subprime al tracollo della Grecia. E oltre alla grande storia finanziaria ed economica parleremo delle vite di tutti: di chi in vacanza non ci va più, delle case che non ti puoi comprare, di un pianeta che si sta consumando.
Il pubblico farà conoscenza con le vicende di Mario, insegnante, che per guadagnare quello che Richard Fuld guadagnò in un solo anno, avrebbe dovuto cominciare a lavorare all’epoca dei Sumeri… Ma non aggiungiamo altro.
Piuttosto, va sottolineato che bisogna raccontarla, la storia della crisi, anche per cominciare a cambiare.
Non un semplice spettacolo quindi, ma un teatro di impegno civile, a tratti leggero, comico e drammatico.

Quando è nata l’idea di allestire questa iniziativa?
l’idea è nata da una collaborazione tra Banca Etica e Teatro Popolare Europeo all’interno di un progetto attivo in Provincia di Torino e nel Comune di Venezia relativo alla sensibilizzazione dei temi legati alla finanza e al denaro. Dopo aver sperimentato alcuni moduli formativi sulle tematiche sopra riportate con modalità a cavallo tra la lezione e intervento teatrale, è nata l’idea di creare una drammaturgia più complessa a partire dalla crisi economica finanziaria.
Nata quindi quasi per gioco, la conferenza spettacolo PopEconomy è ora uno strumento comunicativo e divulgativo utilizzato dalla Banca stessa per farsi conoscere.

Com’è stato ricevere le prime notizie della crisi globale che ci ha investito, per voi che già nel vostro quotidiano siete impegnati nel settore pioniere della finanza etica?
E’ stato come assistere a una profezia che si auto avvera; per chi da tempo è attento a temi come la sostenibilità sociale ed ambientale oltre che quella economica; per chi da tempo sostiene che l’economia, e di conseguenza la finanza, è ancella della politica e non viceversa; per chi da tempo guarda con allarme allo spostamento sempre più aggressivo verso comportamenti speculativi piuttosto che di investimento responsabile, già da tempo era possibile ipotizzare conseguenze come quelle che purtroppo stiamo vivendo, chi più chi meno in maniera diretta.

Il vostro spettacolo si presenta come un evento interattivo. Qual è stata la risposta del pubblico, finora?
Molto interessata a capire meglio quanto avvenuto, sia puntualmente sia come cause più remote.

Avete dei modelli di riferimento per il vostro lavoro? (Penso ad esempio a Marco Paolini, che nel 2008 ha portato a Trieste: “Miserabili – Io e Margaret Tatcher”)
Certamente Marco Paolini è un riferimento, dal momento che i fondatori di Teatro Popolare Europeo hanno collaborato con lui in opere precedenti (Il racconto del Vajont, 1997). Un altro punto di riferimento è il lavoro di narrazione di Marco Baliani con cui gli autori di PopEconomy hanno più volte lavorato. Questa modalità di creazione teatrale è stata ulteriormente sviluppata nell’ambito del teatro sociale e di comunità.

Durante la vostra visita a Trieste, avrete un po’ di tempo per conoscere la città e per confrontarvi con le altre iniziative del Festival delle Diversità?
Sicuramente, e con molto interesse, in quanto Trieste è città di confine da differenti punti di vista, non solo geografici, se pensiamo alla sua storia con tutto ciò che riguarda la malattia mentale.

“Pop €conomy”
Venerdì 17 giugno 2011, alle 20.30, presso lo Spazio Rosa del Parco di San Giovanni

uno spettacolo di Alberto Pagliarino e Nadia Lambiase
con Alberto Pagliarino
e con Nadia Lambiase
supervisione artistica Alessandra Rossi Ghiglione

logo pop economy
logo festival diversità

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1 commenti a Lo “spettacolo” di una profezia che si auto avvera: intervista agli autori di “Pop Economy”

  1. Paolo S ha detto:

    Interessantissimo! E complimenti per il taglio proposto sull’argomento. Purtroppo non ci sono…

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