14 Giugno 2011

Tra edonismo ed indifferenza: cronaca di un venerdì sera a Trieste

Arrivo in centro verso le nove, è Trieste ma potrebbe essere anche Valencia, Marsiglia, Cardiff o Siracusa. Non sono abituato a vedere così tanta gente per strada nella mio ex luogo di residenza, ma ne rimango piacevolmente sorpreso. Nello spazio che corre tra Cavana, il Teatro Romano e Piazza della Borsa tutti i locali sono stracolmi, sia dentro che fuori, tanto che si fa fatica anche ad attraversare il muro umano per poter procedere lungo gli stretti vicoli del ghetto. In un tripudio di mojito, bicchieri di plastica e piadine surgelate si consuma così la pre-nottata, un flusso continuo di chiacchiere, cicche ed iphone, l’atmosfera sembra quella delle grandi occasioni, sui volti leggo la speranza di chi si prepara al grande evento, sì proprio quello, a quella serata che ti cambierà la vita per sempre. Si viaggia così fino all’una circa, quando ci si trova di fronte allo spartiacque della nottata: Sistiana? Ausonia? Barcola? Etnoblog? Scelgo l’ultimo, che per proposta è quello che soddisfa al meglio le mie aspettative musicali. Le pagine facebook anticipano una gran serata: ospite Miss Jools, una dj londinese nelle cui tracce mi sono imbattuto già diverse volte negli ultimi dieci anni.

foto: Andrea Lakovic

Alle due il posto sembra semideserto, o meglio, sono tutti all’esterno. Ne approfitto per scambiare due parole con Jools, la quale conferma quella che per me era ancora un’impressione: molto dell’entusiasmo che si vedeva nei clubs fino a cinque anni fa è scemato, i dj ed i produttori di musica elettronica devono fare salti mortali per destare l’attenzione dell’avventore, oggi troppo distratto e bombardato dagli input dalla rete, oggi resa portatile grazie agli smartphone. Il lavoro di un dj su suoni, timbri e dinamiche è degno di un ingegnere del suono “perchè se vuoi far muovere il culo a qualcuno in pista, il suono del tuo set deve superare la barriera dell’indifferenza generale” dice Jools. Il risultato di tutto ciò e che lei inizia a mettere dischi appena alle tre, quando sembra ci sia abbastanza gente nel locale, quindi l’evento di fatto si riduce ad un’ora e mezza di performance, tra le preoccupazioni degli organizzatori ed un pubblico coinvolto a metà.

foto: Andrea Lakovic

Una situazione a tratti imbarazzante, causata da eccessive aspettative e dal fatto di avere, al giorno d’oggi, un’offerta sin troppo ampia, l’esatto contrario di ciò che accadeva dieci anni fa: Troppi eventi, tutti bellissimi nelle loro anteprime su youtube, tutti imperdibili e tutti nello stesso momento, ma nessuno così devastante da cambiare le nostre vite.

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23 commenti a Tra edonismo ed indifferenza: cronaca di un venerdì sera a Trieste

  1. Diego Manna ha detto:

    porfiric advisory: apolid music!
    🙂

  2. digei ha detto:

    no saremo miga alle solite no? co no xè niente tutti a zigar” BUUUUH no xe niente in sta città de veci”, co xe qualcosa (xkè sinceramente 4 locai verti de notte no me par definibile “troppo”) semo a zigar “EEEEh ma xe troppo no se sa dove andar”!!!
    MAVALA’ MAVALA’ MAVALA’!!! un buon adagio sempre valido disi che chi se accontenta godi

  3. Diego Manna ha detto:

    xe che la muleria ogi ga tuto, e no sa + divertirse.
    una volta gavevimo poco, ma se lo godevimo de +.

    😛
    scherzi a parte, anche mi noto da alcuni anni un risveglio delle robe che xe a trieste. o forsi xe facebook che ga reso facilmente divulgabile le iniziative de tuti, robe che magari prima restava nascoste, e cussì xe più muleria che bagola tra una roba e l’altra. me fa ssai piazer 🙂

  4. denis furlan ha detto:

    piu muleria che bagola tra una roba e l’altra
    esattamente diego,hai centrato

  5. roberto lisjak ha detto:

    certo, se tu avessi detto che il set di jools era assolutamente mediocre avresti fatto un miglior reportage

  6. ToMo ha detto:

    hmm, se fidemo de un Furlan?

    scherzi a parte, xe vero che tutti se da de far nel marketing. ormai semo svezzadi da quel punto de vista, ogni evento se presenta benissimo (non OGNI, ma la maggior parte), ma ga de presentarse ben! infondo xe pubblicità per ingrumar gente, dunque bori.

    Mejo troppo che poco? No so dir… Ma no me aspetto de farme cambiar la vita da un evento.

    L’evento che cambia la vita xe un concetto apolide, la vita de frontiera in continuo cambiamento xe una rumizada.

  7. roberto lisjak ha detto:

    eventi che cambia la vita esisti, un che te buta soto col auto, un goldon che se rompi, un fradel assicurator. de sicuro no un dj set mediocre.

  8. aldo ha detto:

    Altre volte sono stato all’Etnoblog ed era strapieno. Forse hai sbagliato serata per l’Etnoblog…comunque il venerdì in seconda serata mi risulta si riempiano sempre la Bottega del vino al castello di San Giusto e il Cantera a Sistiana.

    Comunque a Trieste manca una grande location sul fronte mare, stile Barcellona. Avrebbe tre vantaggi:
    alleviare il disturbo a chi abita in centro
    far spostare meno i residenti
    attrarre il turismo giovanile del week end e far fermare di più a Trieste il turismo giovanile che va verso le coste croate

    Mi è capitato di vedere su Telequattro Young un servizio su un progetto di un architetto per ridestinare a centro di divertimenti diurni e notturni la stazione marittima. Grande idea, ma a Trieste…se pol?

  9. roberto lisjak ha detto:

    probabilmente ti stai riferendo all’intervista a claudio farina che ha coordinato la progettazione della nuova sala tripcovich (http://www.facebook.com/group.php?gid=50640813612). io sono coinvolto quindi sarebbe stucchevole che mi mettessi a cantarne le lodi, potremmo sobriamente chiamarla “LA SOLUZIONE” 🙂

  10. aldo ha detto:

    Ah si, dimenticavo…hai notato due signore di una certa età che si aggiravano con atteggiamento indignato e fare indagatore?

  11. roberto lisjak ha detto:

    ma dove? all’etno?

  12. aldo ha detto:

    @9
    ottima idea la vostra…

    io mi riferivo a un’idea di Cosimo Fusco per la stazione marittima:
    http://www.youtube.com/watch?v=UJflh66Nyag

    Mi pare che le idee non manchino, speriamo che la politica esca dall’immobilismo e che la burocrazia non si metta in mezzo…

  13. aldo ha detto:

    @11
    La mia domanda del commento @10 era scherzosamente rivolta all’autore dell’articolo e si collegava al commento @1 “porfiric advisory: apolid music!” (vedi post su musica apolide ed eros apolide nella sezione “monadistica” Quel dela Quela)

  14. roberto lisjak ha detto:

    no ma speta, arda che iera veramente due milfone all’etno!

  15. Diego Manna ha detto:

    @13: ara che roberto lisjak xe el mio principale indiziato de esser la geniale mente drio FCP, GS, Boranera ecc…
    dovemo meterlo ale strete!

  16. Denis Furlan ha detto:

    Insomma, guai a chi tocca Trieste ed i triestini mi sembra di capire.

  17. roberto lisjak ha detto:

    eh?

  18. Denis Furlan ha detto:

    voglio dire, vedo molte “penne d’oro” e “voci esperte” nei commenti, ma solo attraverso i commenti.
    Nessuno (triestini compresi) che si sia mai preso la briga (e la responsabilità) di spendere quattro righe per descrivere l’atmosfera in città di notte.
    Non è stata né la prima né l’ultima volta mia all’Etnoblog, infatti il mio non è un reportage su quell’evento in particolare, consideriamola pure una “rumizada”.

  19. lorenz ha detto:

    troppi eventi per un pubblico che non c’è.
    il pubblico ideale, è nell’immaginazione degli organizzatori.
    il lato psitivo è che siamo pronti per sostenere una vita notturna per il triplo delle presenze!

  20. roberto lisjak ha detto:

    denis, dico sinceramente, non capisco le tue recriminazioni ma forse mi manca qualche pezzo della storia. puoi spiegarmi meglio?

  21. ToMo ha detto:

    Viva le rumizade.

    Spesso spunta articoli sulla trieste by night, il più delle volte simpatici, o almeno mi li ritengo tali. Ricordo quel de Rumiz, gran penna, poi il mitico Acre odor d’urina etc. Quei mejo xe sul piccolo chiaramente, dove spunta i giovani sbandati etc. Xe tante robe de far de sera, ovunque e no parlo de locali o de posti precisi. Mi la penso cussì, ma l’edonismo e l’indifferenza non me affascina e nemmeno “la movida triestina” (copyright Il piccolo).

    Poesia (Rumizada2.0)

    L’atmosfera dela note
    a Trieste xe i odori,
    xe chitare scordade
    e ridade rauche,
    xe cese coi muri
    scrostadi, xe biceri
    svodi, xe el mato
    che ziga: te son una troia.
    Xe vardar lontan
    e becarse la piova
    e pensar al ziel
    come jera de matina
    ciacolando con una legera.
    L’atmosfera dela zita de note
    xe la polpeta rimasta,
    xe mandar in mona l’amico
    che se vol far rasta
    e poco resta, ma va ben cussì

  22. dimaco ha detto:

    scusè, ma tuto sto edonismo dove sta? volemo sentir le storie grasse de edonismo, no de una dj che la sona la tre de note. che edonismo xe?

  23. Macia ha detto:

    Mi saria per far una discoteca al mercato ortofrutticolo de Campo Marzio.

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