22 Maggio 2011

Nessun apparentamento tra Bandelli e Antonione

Un’Altra Trieste non ha sottoscritto l’apparentamento con il candidato Sindaco Roberto Antonione e con quello alla Presidenza della Provincia Giorgio Ret. Questo il comunicato:

Nonostante la disponibilità manifestata da Antonione a confrontarsi sui punti del documento programmatico presentato da Franco Bandelli, non si sono raggiunte le condizioni minime per la firma dell’apparentamento. L’assenza di qualsiasi garanzia sui temi che riguardano lo sviluppo economico della città e gli impegni necessari da parte della Regione e del Governo nazionale ha impedito a Un’Altra Trieste di accogliere la richiesta di apparentamento. Si tratta ora di verificare se la manifestata intenzione di impegnarsi sui punti programmatici di Un’Altra Trieste sará suffragata nei prossimi giorni da atti concreti di Regione e Governo. La coerenza e la linearità dell’azione politica che hanno contraddistinto dalla nascita Un’Altra Trieste hanno sottolineato anche questa delicata fase politica: solo impegni per la Cittá e nessun’altra richiesta.

Questo ciò che Un’Altra Trieste aveva chiesto ad Antonione:

TERRITORIO
Adozione di delibera urgente da parte della Giunta comunale entro il 22 maggio, di ritiro dell’ultima variante al piano regolatore generale comunale, con contestuale atto di indirizzo per l’ adozione di un nuovo strumento di pianificazione urbanistica, con completa riorganizzazione degli uffici dell’urbanistica.( pagina 28 del programma amministrativo di Un’Altra Trieste).

AMBIENTE
Stop a qualsiasi azione di sostegno istituzionale all’insediamento di un impianto di rigassificazione nel sito di Zaule.
Adozione di un atto di indirizzo della Giunta comunale entro l’ultima data utile per la firma degli apparentamenti, per esprimere contrarietà al progetto di rigassificatore di Gas natural.( pagine 21 e 22 del programma amministrativo di Un’Altra Trieste)

SVILUPPO ECONOMICO
Sottoscrizione prima del 27 maggio, di una dichiarazione di intenti da parte del Governo nazionale, per lo stanziamento annuale di 200milioni di Euro per la Provincia di Trieste, finalizzati a realizzare opere infrastrutturali, programmi di riconversione industriale, opere di bonifica ambientale, necessari per il rilancio economico della città. ( “Legge speciale per Trieste). ( pag. 5 programma amministrativo di Un’Altra Trieste)

SANITA’
Impegno degli Assessorati regionali alle Finanze e alla Sanità, a deliberare entro domenica 22 maggio, lo stanziamento di 140 milioni di euro per la sanità provinciale a valere su fondi 2011.
Adozione da parte della Giunta comunale di un atto di indirizzo -entro il 22 maggio – che esprima contrarietà a qualsiasi ipotesi di trasferimento del Burlo Garofolo, che non sia supportata da certezza di finanziamento e che non garantisca la continuità dell’attività di ricerca scientifica dell’Istituto nel periodo di trasferimento.( pag. 51 del programma amministrativo di Un’Altra Trieste)

DISABILITA’
Delibera urgente della Giunta comunale da adottare entro il 22 maggio, per l’avvio delle procedure amministrative necessarie all’istituzione di una delega assessorile alla Disabilità. ( pag.49 programma amministrativo di Un’Altra Trieste)

POLITICHE SOCIALI
Delibera urgente della Giunta comunale da adottare entro il 22 maggio, per predisporre l’utilizzo dell’avanzo di bilancio a favore di misure di supporto sociale alla collettività. (pag.37 del programma elettorale di Un’Altra Trieste)

PORTO VECCHIO
Netta contrarietà da esprimersi con apposito atto di indirizzo del Comune, espresso entro il 22 maggio 2011, a qualsiasi ipotesi di sdemanializzazione dell’area e del suo riutilizzo attraverso la realizzazione di attività del terziario estranee alla vocazione portuale degli spazi.
Approvazione d’atto di indirizzo che riaffermi l’intangibilità del punto franco e che rilanci il riutilizzo dei magazzini già predisposti ad uso portuale, per consentire investimenti internazionali che valorizzino il punto franco. (pag.11 del programma amministrativo di Un’Altra Trieste)

TURISMO

Adozione d’atto di indirizzo della Giunta comunale per la concessione trentennale alla Camera di Commercio per utilizzi turistici dell’area del mercato ortofrutticolo a far data dal trasferimento del mercato stesso nell’area appositamente individuata dalla Camera di Commercio.( pag.13 del programma amministrativo di Un’Altra Trieste).

Adozione di un atto di indirizzo giuntale per la creazione di un polo congressuale nel Palazzo Carciotti da adottare entro le date indicate nei paragrafi precedenti.( pagine 35-36 del programma amministrativo di Un’Altra Trieste)

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141 commenti a Nessun apparentamento tra Bandelli e Antonione

  1. Gorizian ha detto:

    A questo punto Cosolini rischia seriamente di diventare sindaco.
    “l’acqua del sindaco sarà la Radeska”…
    🙂

  2. Servolier ha detto:

    ai, ai, ai…..el dentista no vol forza nova e fiamma come aleadi, che delusion….

  3. mark ha detto:

    un sentito ringraziamento all’intellighenzia politica del PDL locale. Adesso vi prenderete la responsabilità di aver regalato la città a Cosolini ed a tutta la sua cricca di radical chic. Già avete dato il vostro meglio durante gli ultimi 12 mesi (cacciata di Rosolen e Bandelli, Tononi sindaco e poi Antonione, campagna interna contro Antonione). Complimenti a Gottardo, Dressi, Camber, e tutto il Direttivo. Siete dei geni della politica!!!!

  4. marits ha detto:

    Credo che i signori Antonione, Dipiazza, Camber, Dressi & co. dovranno spiegare agli elettori perchè hanno consegnato la città nelle mani della sinistra!!! Onore a Bandelli che si è dimostrato una persona coerente. Ora aspettiamo che la macchina del fango si rimetta in moto…

  5. Mauricets ha detto:

    ma antonione è uomo di silvio?

  6. effebi ha detto:

    Bandelli si è fatto ulteriore pubblicità (IO c’è !) tanto si sapeva che finiva così…
    Al PDL consiglio un ripasso del latino:
    “Qui ventum seminabunt et turbinem metent”

  7. Triestin - No se pol ha detto:

    Cosolini ringrazia… bravo Bandelli a non cascar nel trabocchetto dell’ultimo minuto…se ghe iera intenzion de chiuder e far l’apparentamento, le trattative iniziava e se chiudeva già all’inizio della settimana… al dentista no ghe resta che andar all’opposizion e mantener la carega a Roma

  8. effebi ha detto:

    Ricordo che anche il FLI ha negato il suo 3,5 ai berluscones triesini (poco ma simbolico)

    L’UDC !? Che ne è della Balena Bianca triestina !?
    Un pò di qua e un pò di là…
    qualche caregha arriverà….

  9. matteo ha detto:

    iera logico che el pdl non podeva meterse d’accordo, bastava leger solo el primo punto dato che dixi de toglier la variante del prg

    volesi solo ricordar che far quela popo xe sta el pdl, quindi no xe de votarli

    po antonione xe vegnu fora che cosolini xe un comunista che el vol meter el bilinguismo a trieste

    e mi qua nghe chiedo antonione che fastidio te da el bilinguismo in una citta che xe storicamente austriaca (mai stada italiana, mai stada conquistada dai italiani, mai stada soto venezia) e che ga la componente slava storicamente presente da secoli?

  10. effebi ha detto:

    7
    ritorare a roma “incloume” forse era proprio quello che ad antonione interessava.
    non mi sembra di averlo “sulle barricate” a spendersi con convinzione.
    Giulio rimane il “re” del c-ds triestino… magra consolazione, il “re” del nulla….

  11. Stefano Bertuzzi ha detto:

    Oh no, ora se vinzi Cosolini se troveremo l’armata rossa in Piazza Grande… … …

    http://www.facebook.com/pages/Attento-se-voti-Cosolini-/228602657156779

  12. Riccardo ha detto:

    Resta da capire se gli elettori di Bandelli seguiranno quello che dice il capo…

  13. Radimiro Dragovic ha detto:

    Che arrivi l’armata rossa in piazza Grande è una propspettiva priva di senso logico. Che venga sviluppata una politica “proterzomondistica” è a mio avviso un pericolo concreto. Questo mancato apparentaqmento non ci voleva, spero che Bandelli non “abbia l’interrutore per mandare il suo elettorato al seggio”. Per determinate persone che provengono da aree politiche ben definite, impedire a Cosolini di diventare sindaco, dovrebbe essere una priorità !

  14. Mat ha detto:

    La notizia porta conforto e stima per la persona di Bandelli. Dopo una campagna elettorale “contro” Antonione e Di Piazza, l’alleanza dell’ultimo minuto lo avrebbe penalizzato nel lungo periodo, in termini di coerenza con gli elettori. Ora, come già fa notare Riccardo, la parola spetta agli elettori, ovvero chi ha dato la propria preferenza a Fli, Udc e Un’Altra Trieste cosa farà tra 7 giorni? Aspetterà i risultati a Barcola o voterà per il PdL considerandolo un male minore rispetto ad un sindaco di Sinistra? Analogo discorso lo si potrebbe fare anche sulla Lista a Cinque Stelle e Cosolini.

  15. Riccardo ha detto:

    Dragovic sta iniziando a diventare un po’ noioso… Senza entrare in polemica, forse bisognerebbe ricordare per colpa di chi quel mondo è terzo. Detto ciò è chiaro che parte dell’elettorato bandelliano andrà a votare Antonione e i suoi amici della Fiamma Tricolore, parente stretta di Forza Nuova e della Destra di Storace. (non che le camicie verdi siano meno preoccupanti di quelle nere)

  16. capitan alcol ha detto:

    Allora faremo una politica proprimomondistica. Se riusciamo a pronunciarla senza dover pagare i diritti.

  17. maja ha detto:

    Ma la Serbia è primo, secondo o terzo mondo?

  18. effebi ha detto:

    13 radimiro…
    capisco le tue “paure” ma pensi che sia proprio il tuo cavalliere cristiano il migliore baluardo contro l’invasione dei mori:
    http://www.youtube.com/watch?v=dbsXQpA3sMc

    buona visione….

  19. Servolier ha detto:

    dragovic e pierpaolo i ripeti sempre le stese monade, lori no i xe pro-terzomondisti, xe per quel che ghe da fastidio i rom, che a Trieste no i xe, e no ghe da fastidio i 25.000 tunisini importadi dal loro ministro dei interni

  20. Taclamacan ha detto:

    La scelta di Bandelli è stata coerente e va apprezzata, in un periodo in cui la coerenza è totalmente sconosciuta. Con la scusa dell’anticomunismo, il centro destra triestino ci ha ampiamente preso per i fondelli, inchiodando la città e perdendo ottime occasioni. Anticomunisti si, mona no!

  21. Radimiro Dragovic ha detto:

    Per me la Serbia fa parte del secondo mondo. Li c’è la povertà, ma a mio avviso si sta molto meglio rispetto a certi paesi, Asiatici, Africani e dell’America Latina !

  22. effebi ha detto:

    ecco come solo pochi giorni fa il PDL pensava di “addescare” gli apparentabili…

    ancora una volta seminando vento…
    http://ilgiornale.ita.newsmemory.com/publink.php?shareid=2bf0f23fa

  23. Mat ha detto:

    I Bandelli-boys saranno comunque all’opposizione, indipendentemente da quale dei due Roberto diventi sindaco. Non si potrebbe ipotizzare il fatto che Franco riuscirebbe rafforzato da un Cosolini Sindaco? Riuscirebbe a farsi sentire molto di più con emendamenti e contrapposizioni che con un Roberto più vicino ideologicamente, ma lontano sul piano concreto? E questo non potrebbe giovare a Un’Altra Trieste alla prossima tornata Amministrativa?

  24. Raf ha detto:

    TANTO DI CAPPELLO A UN’ALTRA TRIESTE, COERENZA E PROGRAMMI!

  25. Stefano Bertuzzi ha detto:

    @Radimiro, ti do un consiglio per me e per il mio schieramento molto controproducente. Lascia perdere il postare qui le tue teorie sullo disfacimento causato da Cosolini. Credo che su questo sito la maggior parte della gente capisca, come ho scritto in un’altra discussione, che sono proprio le politiche di intolleranza, di segregazione e di mancanza di diritti che portano alla criminalità e alla paura della gente. Ma se vai a dire queste teorie alle persone anziane che non frequentano internet e forum hai molta più possibilità di fare presa.

  26. bona lama ha detto:

    profezia. camber non sopporta antonione 8dal liceo) trieste non gliene può fraga’ dde meno, la partita deve esser molto importante, ma non locale. cosolini potrà vincere ma . sollevamenti baruffe casini fari, commissariamento del comun e camber o meglio qualche sua emanazione in municipio. L’amica di camber all’autorità portuale perchè dovrebe collaborare con COSO LI’ NI. Camber non sembra appoggiare nessuno dei candidati, muoia sansone con tutti i filistei, careghe sarà che noi no saremo!

  27. maja ha detto:

    Non ho capito, Rade.
    I Serbi secondomondisti possono venire a Trieste, sì o no?
    E i Rom con cittadinanza serba?
    Che mi dici degli Albanesi del Kosovo, invece?

  28. bona lama ha detto:

    tastiera capricciosa, chiedo scusa per gli svarioni

  29. Riccardo ha detto:

    @Maja (26):

    Nel dubbio, tutti foera de ball xD

  30. Radimiro Dragovic ha detto:

    Sono già due secoli che c’è una comunità Serba stanziata a Trieste e quindi mi sembra giusto che essa possa avere determinati diritti. Sui Rom e gli Albanesi del Kosovo ed i Bosniacchi, preferisco non esprimermi pubblicamente, anche se i miei amici conoscono perfettamente le mie idee a riguardo. Chi ha seguito la trasmissione l’Altra Trieste su Radio Opcine, di Paolo G. Parovel, negli anni 90, se le ricorderà !

  31. Riccardo ha detto:

    @Radimiro
    Vergognarsi di essere razzisti è già un primo passo…

  32. maja ha detto:

    Rade, ne seri.
    I serbi che oggi a migliaia vivono a Trieste sono venuti l’altro ieri dalla città natale dell’Amato leader.
    Sono immigrati tanto quanto i šiptari, i bosanci, i cigani, i tunisini e i senegalesi.

  33. bona lama ha detto:

    chissà chi verrà a perorare la causa di antonione !! fuori dalle p..le TUTTI! e fuori i razzisti in primo luogo. Bisogna altrimenti fare come in america : no presidente chi non nato in america: il dentista è quindi fuori, pure fedriga, cosolini non so, di piazza lo sarebbe stato. dai cominciamo!!!!

  34. Radimiro Dragovic ha detto:

    Mi dispiace per te Maia. Ma i Serbi a Trieste sono una comunità presente in città da due secoli e la chiesa Ortodossa ne è la testimonianza. Che successivamente altri Ser-
    bi siano venuti qui in tempi piu’ recenti è altrettanto vero, ma cio’ non toglie che già ai tempi di Maria Teresa la succitata popolazione era presente a Ts !

  35. Riccardo ha detto:

    Ma quindi il diritto a stare a Trieste si acquisisce con termine ultimo in quale secolo?

  36. Radimiro Dragovic ha detto:

    La storia della Comunità Religiosa Serba-Ortodossa di Trieste

    Genti di San Spiridione. I Serbi a Trieste 1751-1914

    Giuseppe e Pompeo Bertini: San Spiridione, 1880 circa, Mosaico nella lunetta della porta principale. Trieste, chiesa di San Spiridione, esterno

    dal 17 luglio al 4 novembre 2009, Castello di San Giusto

    Con questa mostra il Comune di Trieste-Assessorato alla Cultura-Direzione Area Cultura-Civici Musei di Storia ed Arte intende ripercorrere la storia della Comunità Religiosa Serbo-Ortodossa di Trieste, in occasione del 140° anniversario della consacrazione della chiesa di San Spiridione e del 240° anniversario della prima messa celebrata a Trieste in antico slavo ecclesiastico.

    “Dopo le iniziative dedicate negli ultimi due anni – osserva l’Assessore alla Cultura del Comune di Trieste, Massimo Greco – alle Comunità armena e greco-orientale, si conferma con questa grande mostra nel Castello di San Giusto uno dei più significativi indirizzi di lavoro culturale dell’amministrazione, basato sulla conoscenza e sulla valorizzazione delle presenze religiose, culturali e sociali che hanno contribuito all’importanza e alla peculiarità di Trieste”.

    I primi insediamenti serbi a Trieste risalgono al Settecento. Sono gli anni in cui la città, che l’Imperatore Carlo VI assurgeva a Porto Franco di un Adriatico in cui era finalmente permessa la libera navigazione, spiccava il volo verso la modernità, quale principale porto commerciale dell’Impero austriaco.

    A Trieste confluivano e si insediavano mercanti, uomini d’affari, armatori marittimi provenienti da tutta Europa e dall’Impero Ottomano, contribuendo a costruire rapidamente le fortune economiche dell’emporio adriatico: negli anni ’70 del ‘700 approdavano annualmente a Trieste tra i 5 e i 6 mila bastimenti e le merci esportate superavano il valore di 6 milioni di fiorini.

    Numericamente la Comunità Serbo Ortodossa non raggiunse mai grandi numeri, da poche decine a poche centinaia di persone. Nel 1864, periodo particolarmenteflorido per Trieste, gli Illirici erano circa 500, i Protestanti di confessione augustana 850, di confessione elvetica 520, anglicana 350, i Greci ortodossi 1200 e gli Ebrei 4400.

    Eppure il ruolo dei Serbi fu significativo: l’attività marittima era di primaria importanza ma non esauriva gli interessi dei commercianti della comunità illirica, che preferivano investire gli ingenti capitali di cui disponevano in diversi settori di attività. Oltre all’acquisto e alla vendita di merci, provvedevano al loro trasporto con naviglio proprio. Per finanziare gli acquisti fondarono le prime banche private e per assicurare le merci le prime compagnie di assicurazione: alla fine del ‘700, su quattordici compagnie esistenti sulla piazza triestina, gli Illirici ne controllavano otto.

    Quando, il 20 febbraio del 1751, Maria Teresa emise la Patente di Riconoscimento in base alla quale a Greci e Illirici veniva riconosciuto il diritto di fondare una propria comunità religiosa e fondare una chiesa, la Comunità decise di innalzarne una dedicandola a San Spiridione. L’area scelta era nel cuore della nuova Trieste, accanto al Canal Grande. Un’area instabile, visto che un secolo dopo chiesa e campanili erano così lesionati da dover essere abbattuti. Il concorso per la nuova chiesa venne vinto da Carlo Maciachini: un edificio monumentale ispirato all’architettura bizantina sovrastato da una grande cupola centrale e attorniato da quattro campanili. A decorarlo furono chiamati insigni artisti lombardi, in un profluvio di mosaici e marmi preziosissimi che il restauro che si sta ora concludendo restituisce in tutta la loro bellezza e forza celebrativa.

    Il tempio doveva confermare a tutti il “peso” economico e culturale di una comunità piccola ma di grande prestigio e rilevanza. Una comunità i cui membri stavano innalzando anche alcuni dei più imponenti edifici privati della nuova Trieste.

    La mostra intende sottolineare proprio l’importanza del ruolo culturale ed economico che la comunità serba ebbe nello sviluppo della città, mettendone in luce le vicende storiche e artistiche e gli intrecci familiari.

    Attraverso diverse sezioni, una ricca documentazione dà risalto ai personaggi più rappresentativi che contribuirono alle fortune economiche di Trieste, attivi nel settore commerciale, marittimo, assicurativo e politico, nella beneficenza e nel collezionismo: le vicende biografiche, i volti, i palazzi, i velieri di famiglie e personaggi come i Gopcevich, i Popovich, gli Opuich o gli Skuljevich – solo per citarne alcuni – sono ricostruiti tramite ritratti, fotografie, progetti, libri, documenti d’archivio.

    Ampio spazio viene dedicato alle vicende architettoniche della chiesa di San Spiridione, a partire dall’originario edificio settecentesco sino ai restauri di oggi: gli acquerelli che testimoniano l’aspetto della chiesa settecentesca, i progetti chiamati a concorso nel 1859 per la realizzazione della nuova chiesa, la documentazione degli importanti lavori di restauro che hanno riguardato le facciate, i mosaici e la sostituzione del tetto della chiesa di San Spiridione e che si concluderanno alla fine di quest’anno.

    Accompagnano l’esposizione diversi manufatti liturgici: evangeliari ed oreficerie sette-ottocenteschi ed antiche e raffinate icone permettono di entrare virtualmente nella ritualità delle cerimonie religiose di confessione ortodossa.

    Due sezioni inoltre sono dedicate alla biblioteca ed alla scuola della Comunità Religiosa Serbo-Ortodossa di Trieste, importanti istituzioni culturali che hanno perpetuato il patrimonio culturale serbo in città con le loro raccolte di preziosi documenti e antichi volumi.

    Le opere esposte provengono prevalentemente dai Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste, dalla Comunità Religiosa Serbo-Ortodossa di Trieste e dalla chiesa di San Spiridione, ma per garantire la completezza del percorso espositivo ci si è avvalsi delle opere d’arte di proprietà della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e di diverse istituzioni museali, tra cui il Civico Museo Revoltella ed il Museo Etnografico di Servola a Trieste, ed i Musei Provinciali di Gorizia, fornendo così anche l’occasione per ammirare opere inedite o raramente visibili.

    Le origini della Comunità serbo-ortodossa di Trieste

    La città di Trieste deve la propria espansione economica e demografica ai provvedimenti mercantili adottati dall’imperatore d’Austria Carlo VI all’inizio del ’700: la Patente di libera navigazione nell’Adriatico del 1717, e la proclamazione del Porto Franco di Trieste nel 1719.
    Pertanto affluirono in città mercanti, uomini d’affari, armatori e marittimi provenienti da varie parti d’Europa e dall’impero ottomano, contribuendo a costruire rapidamente le fortune economiche dell’emporio adriatico: negli anni ’70 del ’700 arrivavano annualmente a Trieste tra i 5.000 e i 6.000 bastimenti, e venivano esportate merci per 6.000.0000 di fiorini.
    Nacquero così diverse comunità etnico-religiose, tra cui quella di religione ortodossa, formata da Greci e Serbi che iniziarono a giungere sporadicamente in città già nella prima metà del secolo, con un incremento soprattutto a seguito della Patente di riconoscimento dell’imperatrice Maria Teresa del 20 febbraio 1751: con essa si concesse ai Greci e agli Illirici di fondare una comunità religiosa e di erigere una chiesa a Trieste, nella zona più prestigiosa della città.
    Tra il 1751 e il 1781 affluirono a Trieste un po’ più di 150 Illirici – termine con cui venivano definiti i Serbi – provenienti dall’Erzegovina e dalla Bosnia, dalla Dalmazia, dalle Bocche di Cattaro e dal Montenegro.
    La costituzione ufficiale di una Confraternita greco-illirica avvenne nel 1756; il suo primo Statuto fu deliberato dall’assemblea della confraternita ed approvato dall’imperatrice Maria Teresa nel 1772.
    Nel 1781 la comunità ortodossa triestina si divise nelle sue due componenti, greca e illirica, e nel 1793 venne approvato dall’imperatore il nuovo statuto della comunità illirica.

    Una comunità piccola ma molto attiva

    Nel 1762 la Nazione illirica di Trieste contava circa 30-40 persone, diventate un centinaio nel 1766.
    Nel 1780, su una popolazione che superava di poco i 20.000 abitanti, gli Illirici erano 162 persone: 68 uomini, 28 donne, 42 bambini, 24 persone di servizio. Gli uomini svolgevano le seguenti occupazioni: 2 sacerdoti, 4 nobiluomini, 30 commercianti, 7 benestanti, 11 artigiani, 4 negozianti, 2 capitani marittimi, 1 aiutante di commercio, 3 proprietari di caffè, 1 sagrestano, 3 facchini.
    Nel 1792 vi erano 75 famiglie per un totale di 217 persone.
    Con il nuovo secolo, nel 1805 le famiglie erano 85 per un totale di 309 persone, che erano diventate 301 nel 1821, suddivise in 66 famiglie e 23 singoli.
    Tra il 1830 e il 1845 i Serbi a Trieste oscillavano tra le 247 e le 272 persone, su una popolazione di 60.000 abitanti.
    Nel corso degli anni seguenti la presenza di Serbi a Trieste ebbe notevoli incrementi e flessioni, ma le famiglie realmente residenti e regolarmente iscritte all’anagrafe non superarono mai il centinaio e le persone fisiche le 400-500 unità: per esempio, nel 1864 – periodo particolarmente florido per Trieste – gli Illirici erano circa 500, i Protestanti di confessione augustana 850, di confessione elvetica 520, anglicana 350, i Greci ortodossi 1200 e gli Ebrei 4400.
    La categoria più numerosa era quella dei “negozianti”, che possedevano casa, moglie, prole e domestici. Seguivano i capitani marittimi che preferivano investire i proventi del proprio lavoro nell’acquisto di proprietà (carati) di una nave, piuttosto che in proprietà immobiliari.
    L’attività marittima era di primaria importanza – come era logico nel principale porto dell’Impero austro-ungarico – ma non esauriva gli interessi dei commercianti illirici di Trieste, che preferivano investire gli ingenti capitali di cui disponevano in diversi settori di attività. Oltre all’acquisto e alla vendita di merci, provvedevano al loro trasporto con naviglio proprio. Per finanziare gli acquisti fondarono le prime banche private e per assicurare le merci le prime compagnie di assicurazione: alla fine del ’700, su quattordici compagnie esistenti sulla piazza triestina, gli Illirici ne controllavano otto.
    La terza occupazione francese (1809-1813) fu un periodo di grave crisi per l’emporio triestino e molti commercianti abbandonarono la città per tornare alle terre di origine o riparare altrove davanti all’avanzata delle truppe francesi.
    La ripresa economica e commerciale cominciò con il ritorno dell’Austria, nell’estate del 1814.
    Molto estesa era la gamma delle merci che venivano importate a Trieste dal Levante, ma erano tre le tipologie di prodotti della terra che formavano da soli l’ossatura dell’intero traffico: l’olio d’oliva (soprattutto dalla Morea, da Creta, dalle altre isole greche e dall’Albania), il tabacco in foglia e in polvere (dalla Bosnia, dall’Albania, dalla Macedonia) e i cotoni, sia grezzi che filati (dall’Egitto, dalla Siria, dall’Anatolia e dalla Macedonia).
    Inoltre giungevano altri prodotti agricoli come cereali (riso e frumento), caffè (dall’Arabia attraverso l’Egitto), datteri egiziani; tutte le province mediterranee fornivano agrumi, vino, olive e frutta secca d’ogni specie: fichi, nocciole, mandorle, uva passa. Dalle province più lontane giungevano gomma arabica, incenso e tutta una serie di piante o sostanze vegetali esotiche per uso alimentare, farmaceutico o industriale.
    Tra i prodotti d’allevamento va ricordata la lana, grezza, filata o anche tessuta in panni grossolani, il pelo di cammello, il cuoio, i formaggi salati della Morea o dell’Anatolia, la seta grezza, la cera vergine dei Balcani e dell’Anatolia, che in parte veniva raffinata a Trieste.
    Completavano il quadro delle importazioni i minerali, come il rame della Bosnia, l’allume di rocca e il vetriolo di Cipro.

    La scuola e la biblioteca serbe a Trieste

    La scuola
    La scuola serba “Jovan Miletić“ iniziò la sua attività, in maniera non ufficiale, il 1º gennaio del 1782. Gli esponenti della Comunità serba – commercianti, banchieri, armatori – intendevano tramandare la propria lingua e la propria cultura, e a tale scopo a partire dalla metà del ’700 stanziarono considerevoli risorse finanziarie. Uno dei più generosi fu Giovanni Miletich, un ricco commerciante proveniente da Sarajevo, il quale, con il testamento del 1787, lasciò 24.000 fiorini alla Comunità Serba di Trieste con l’indicazione di fondarvi un istituto d’istruzione per i giovani Serbi.
    Nel 1792 la Scuola iniziò la sua attività ufficiale all’interno del palazzo della Comunità Religiosa Serbo-Ortodossa. Fino alla fine del ’700 e durante i primi decenni dell’800 anche altri ricchi Serbi di Trieste sostennero, con donazioni, la Scuola.
    Nella Scuola venivano insegnati lettura, scrittura e grammatica in illirico, canto, aritmetica, tedesco, italiano, latino. Durante l’800 la Comunità Serbo-Ortodossa cercò di attrarre i migliori maestri nella scuola “Jovan Miletić“, la quale esercitava una forte influenza sulla formazione della particolarmente ricca vita spirituale e culturale dei Serbi a Trieste la quale, a sua volta, era fortemente collegata con lo sviluppo della coscienza nazionale serba.
    Durante gli anni ’80 e ’90 dell’800, la Comunità Serbo-Ortodossa, con il sostegno dello Stato serbo, lavorò costantemente al miglioramento della qualità dell’insegnamento nella scuola “Jovan Miletić”. In questo senso, oltre alla scuola regolare, furono aperte anche la scuola serale e la scuola operante nei giorni festivi. Le porte della Scuola erano aperte anche ai bambini di altre nazionalità e religioni. Inoltre, fu aperta una sala di lettura e, nel 1911, anche il primo asilo serbo a Trieste.
    La particolare importanza della scuola “Jovan Miletić” risiede nel fatto che essa contribuiva alla conservazione dell’identità culturale e spirituale serba, continuamente curata dalla Comunità Serbo-Ortodossa di Trieste, ma allo stesso tempo anche nell’educazione delle nuove generazioni e nella loro preparazione a vivere in armonia con la cultura e con le tradizioni di Trieste.

    La biblioteca
    La biblioteca della Comunità serbo-ortodossa di Trieste possiede un patrimonio librario fondamentale per la storia della cultura serba ed è un anello importante e prezioso della rete bibliotecaria di libri antichi in serbo.
    La scelta dei libri che vengono esposti in questa prima presentazione della biblioteca della Comunità fuori dalla sua sede segue le linee della diffusione del libro nel Settecento: vi predominano vari manuali, visto che presso la Comunità fu istituita una scuola privata già nel 1782, che dal 1792 diventò pubblica.
    Pertanto una parte cospicua della biblioteca è rappresentata dai vocabolari, dalle grammatiche e dai manuali di lingua tedesca, latina, francese e italiana. Tra questi c’è anche il primo manuale di italiano “per la gioventù illirica”, pubblicato nel 1794 a Buda da un diacono della chiesa di San Spiridione, Vićentije Ljuština
    Mentre il repertorio dei libri presenti nella biblioteca è conforme a molte altre biblioteche attive sul territorio dell’Impero asburgico, una forte differenza si nota nel tipo di caratteri usati per la stampa dei libri serbi. Anche l’occhio meno esperto potrà notare la presenza di due tipi di caratteri cirillici: quelli antichi, più pesanti e provenienti dalla tipografia viennese, e quelli più snelli, modernizzati, riformati, in uso presso la tipografia di Venezia. A partire dagli anni ’30 e ’40 dell’Ottocento entrò in uso un terzo tipo di caratteri cirillici, tuttora in uso. Infine, nella biblioteca compaiono anche libri stampati in caratteri latini.
    Non sono noti i modi d’acquisto e le vie di accesso dei libri in questa biblioteca. Solo su alcune copie si trovano i cognomi delle famiglie dei commercianti triestini, che avevano regalato le loro biblioteche private alla biblioteca della Comunità. Inoltre, su alcuni libri compare il timbro “Српска читаоница”, la Sala di lettura serba, associazione fondata nel 1909.
    In base alle dediche scritte a mano, o stampate sulle prime pagine dei libri, è possibile ricostruire la storia dei rapporti di mecenatismo tra i commercianti triestini e i rappresentanti della cultura moderna serba: ai mercanti triestini Palicuchia e Teodorovich è dedicato un manuale universitario di fisica scritto dal serbo Atanasije Stojković e pubblicato a Lipsia nel 1801-1803. Alcuni volumi sono dedicati alle donne della Comunità triestina, sia come lettrici che come benefattrici: a Sofia Teodorovich, nata Mechsa è dedicato un libro bilingue francese-serbo, compilato da Pavle Solarić e intitolato La Philosphie Indien on l’Art de Vivre Heureux-Mudroljubac Indijski libo iskustvo sčastlivo živiti (Venezia, 1809).
    Nella biblioteca triestina si possono sfogliare anche le prime traduzioni in lingua serba dei romanzi moderni: il primo fu Bélisaire dell’autore francese Jean François Marmontel, pubblicato nel 1767 e tradotto nel 1777. Nel 1798 fu data alle stampe la prima tragedia scritta in serbo (Tragedia di Uroš V).
    Vengono presentate anche le opere di due autori della fine del Settecento e dell’inizio dell’Ottocento, che avevano trascorso a Trieste una parte della loro vita e vi avevano svolto la propria attività: Dositej Obradović (1739-1811), figura centrale dell’Illuminismo serbo, chiamato a Trieste nel 1802, e il suo allievo Pavle Solarić (1779-1821), che a Trieste ed ai triestini dedicò una poesia.

    San Spiridione e la sua prima Chiesa

    Il soggetto del culto: San Spiridione
    San Spiridione nacque a Trimisonda (Trimithonte), sull’isola di Cipro, nel 270. Prima di dedicarsi alla vita ecclesiastica, svolse l’attività di pastore di greggi ed era sposato e padre di famiglia. Non compì studi teologici ma si fece subito notare per la grande generosità e carità.
    Divenne in seguito vescovo di una piccola area nord-orientale dell’isola di Cipro, nei pressi di Salamina. Secondo lo storico Socrate, egli fu ritenuto degno della carica episcopale per la santità dimostrata nell’attività precedente e fu così che divenne pastore di uomini nella sua città, Trimithonte. La sua profonda umiltà lo portò a continuare a pascolare anche il suo gregge.
    Non si ha certezza che abbia partecipato al Concilio di Nicea del 325. Secondo Atanasio, Spiridione sarebbe stato tra coloro che mantennero posizioni ortodosse, in contrapposizione alle idee eretiche emerse al concilio di Sardica, concilio del quale fu anche firmatario nel 346.
    Le sue reliquie, tutt’oggi venerate, erano custodite inizialmente nella sua città natale e vennero trasportate a Costantinopoli intorno alla fine del VII secolo. In seguito alla conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi nel 1453, le reliquie di San Spiridione vennero trasferite a Corfù, dove ancora sono oggetto di culto. La popolarità del Santo è assai diffusa nel Mediterraneo orientale (Istanbul, Cipro, Grecia, Egitto, Siria, Dalmazia) e giunge fino a Venezia. San Spiridione viene generalmente commemorato il 12 dicembre benché la data del 14 sia già attestata nel secolo IX e abbia prevalso in tutto l’Occidente.
    Il Santo viene raffigurato in vesti da pastore e con il caratteristico copricapo, rispondendo così allo spirito e alle tradizioni delle popolazioni egee fra cui egli esercitò il suo ministero e che lo venerano ancora come taumaturgo e protettore dei marinai.

    La prima chiesa
    Il progetto della costruzione di una prima chiesa, dedicata a San Spiridione e alla Santissima Trinità, di una sede comunitaria, di un cimitero e relativa cappella per la Comunità greco-illirica ebbe il suo avvio a seguito della Patente del 1751.
    La chiesa venne eretta nei pressi del Canal Grande, sui terreni delle vecchie saline, che in quegli anni venivano bonificati per ospitare gli edifici del nuovo borgo Teresiano.
    La prima messa fu celebrata nel 1755.
    L’edificio, a navata unica, aveva l’entrata sul lato dell’attuale via San Spiridione. La facciata, scandita da paraste con capitello, era chiusa da un frontone con finestra circolare; una porta d’entrata timpanata e grandi finestre l’abbellivano sul fronte.
    La facciata era connotata da un grande rilievo decorativo, in rame dorato e sbalzato, raffigurante San Spiridione seduto su uno scanno mentre si rivolge a un fedele, ed in alto la Trinità.
    Ai lati si ergevano due campanili, con relativa porta d’accesso, culminanti con cuspide a cipolla (costruiti nel 1782, grazie alla generosità di Giovanni Miletich, mercante viennese nativo di Sarajevo).
    All’interno spiccava la ricca iconostasi; le pareti laterali erano dipinte, e sul soffitto si trovava un grande dipinto su tela. Nel 1782 la chiesa si arricchì di un manufatto prestigioso: il futuro zar Paolo Romanov e la moglie Maria Fedorovna – durante una visita alla città di Trieste – donarono una preziosa lampada votiva in argento, opera di oreficeria veneziana, che tuttora pende nell’endonartece del tempio triestino.
    Nel 1781, dopo la separazione dai Greci e a seguito del pagamento di una quota concordata, ai Serbi rimase la proprietà del tempio. Purtroppo però il terreno su cui era stato costruito non era molto stabile: già prima del 1850 fu demolito il campanile posto sul lato destro, perché pericolante, e nel 1860 si dovette demolire l’intera chiesa.

    San Spiridione: la nuova Chiesa

    Il concorso per la nuova chiesa
    La nuova chiesa di San Spiridione sorge nello stesso luogo dell’antica e omonima chiesa settecentesca. Già prima della sua demolizione la Comunità, desiderando edificare un tempio particolarmente importante – essendo aumentate di molto anche le possibilità economiche dei suoi membri – bandì, nel settembre del 1858, un pubblico concorso, cui vennero invitati i più rinomati architetti di Vienna, Venezia, Milano, Monaco di Baviera, Roma, Firenze e San Pietroburgo. I progetti dovevano essere presentati entro e non oltre il 31 marzo 1859; la scelta del vincitore venne affidata all’Accademia di Belle Arti di Venezia.
    Bisognava rifare la palazzina della scuola e dare una bella vista alla struttura ecclesiale, come avvenne: cioè entrata diretta sulla pubblica via, quella di San Spiridione, e visibilità dal Canale; un altro accesso alla chiesa doveva essere predisposto sulla via Genova.
    Al concorso parteciparono sette progetti, tra cui risultò vincitore quello dell’architetto Carlo Maciachini (Induno, Varese 1818-Varese 1899), allievo dell’Accademia milanese di Brera, sostenitore degli “stili storici”.
    Si conoscono con sicurezza i nomi di altri due concorrenti: il milanese Angelo Colla, e Carlo Ruffini, ambedue presentatisi con sigle o scritte in greco.

    La nuova chiesa
    La costruzione della nuova chiesa fu avviata nel 1861 e i lavori si protrassero per alcuni anni. Il terreno venne rinforzato con palafitte, come nella laguna veneziana.
    Nel suo progetto l’architetto lombardo Carlo Maciachini disegnò un edificio monumentale ispirato all’architettura bizantina, nell’impianto a croce greca tri-absidata, sovrastata da una grande cupola centrale e attorniata all’esterno da quattro campaniletti cupolati angolari. La facciata principale richiama il romanico italiano.
    Anche i mosaici e gli affreschi dell’interno rivelano un senso di magnificenza: tutto è rappresentato a grande formato e cosparso d’oro, sull’esempio delle chiese bizantine di Ravenna e della basilica di San Marco a Venezia. Per motivi economici, i mosaici furono eseguiti soltanto negli esterni, mentre all’interno si cercò di darne l’impressione, imitandone la tecnica negli affreschi.
    L’architetto venne coadiuvato per gli esterni dal pittore Pompeo Bertini, dal decoratore Antonio Caremi e dallo scultore Emilio Bisi, tutti milanesi; i lavori vennero diretti all’architetto triestino Pietro Palese. Al pittore milanese Giuseppe Bertini, fratello di Pompeo, venne affidata la decorazione pittorica interna, come pure la progettazione dei mosaici decorativi esterni, eseguiti in parte con il fratello.
    I marmi pregiati usati per la costruzione e per il pavimento, senza risparmio di mezzi, vennero da Carrara, Verona, dal Carso e da Brioni in Istria.
    Il tempio, alto 40 metri, lungo 38 e largo 31, può accogliere fino a 1600 fedeli.
    Venne aperto al culto il 2 settembre 1868, ma l’inaugurazione ufficiale avvenne il 20 settembre del 1869. Dopo vent’anni, il 24 dicembre 1885, il sacro edificio fu finalmente completato con il compimento dei mosaici esterni, e vi si tenne una solenne liturgia.

    Veduta interna della chiesa serbo-ortodossa di San Spiridione a Trieste

    L’interno
    La realizzazione dell’interno della chiesa di San Spiridione, nella ricca decorazione pittorica che imita il mosaico e nell’imponente iconostasi ornata da preziose icone, ricorda la magnificenza dell’arte bizantina e delle più splendenti chiese orientali.
    L’ideazione delle numerose pitture, con molteplici scene e personaggi, si deve a Giuseppe Bertini. Il fondo oro trionfa, imitando le tessere musive con una tecnica a fresco e olio. Le tinte sono brillantissime, le decorazioni ornamentali rispecchiano una profusione di motivi, bordure, simboli, che incorniciano personaggi e scene.
    Al centro della cupola sta il Cristo Pantocratore; lungo il timpano sottostante, Profeti, Apostoli e Santi guardano verso il Cristo in trono, attorniato da una schiera di Santi. Negli archivolti si accampano Angeli, nei pennacchi i simboli dei quattro Evangelisti.
    Nell’abside centrale il Cristo, seduto e racchiuso da una luminosa “mandorla”, porge le braccia verso gli Apostoli. Le absidi laterali mostrano, alla sinistra, San Spiridione al concilio di Nicea, in quella di destra la Vergine Assunta. Le lunette dipinte sopra le tre porte di accesso recano la tomba di San Spiridione nella raffigurazione iconografica della Reliquia di San Spiridione sulla porta principale, le immagini del profeta Elia e di San Giovanni Battista sulle porte laterali. Varie figure di Santi e Sante abbelliscono le pareti tra i matronei e il coro.
    L’iconostasi, che nelle chiese orientali separa il presbiterio dall’aula dei fedeli, è molto imponente. Legni dorati e modanati e stucchi racchiudono scene dipinte: nella parte superiore, Crocifissione, Battesimo di Cristo e Resurrezione; nel registro di mezzo si presentano, ieratici, i Santi serbi Simone Mirotocivi, Sava, Stefano Prvovençani e lo zar Urosh. Nel registro inferiore, tra le tre porte “regali”, hanno parte importante, perché vicine ai fedeli, le icone “despotiche”, che seguono un posizionamento rituale: a sinistra il santo cui la chiesa è dedicata, cioè San Spiridione, seguito da: una porta, l’icona della Madonna col Bambino, la porta centrale, l’icona con il Cristo Gran Sacerdote, un’altra porta ed infine un’Annunciazione. Anche i battenti della porta centrale recano le immagini dipinte di un’Annunciazione, databile alla fine dell’800.

    Le campane
    Le quattro simmetriche celle campanarie, poste agli angoli dell’edificio, contengono altrettante campane, tutte eseguite presso la “Fonderia Lapagna” di Trieste e recanti dediche in caratteri cirillici che ne testimoniano il donatore.
    La campana di sud-ovest (altezza interna 76 cm, diametro alla base 98 cm, fascia dell’anello di percussione 9,5 cm) è stata donata da Alessandro di Giovanni Covacevich nel 1878. È decorata nella parte superiore da una sequenza di archi gotici, che si ripetono tutto in giro, accavallandosi, e da tralci con motivi floreali lungo la circonferenza inferiore.
    La campana di nord-ovest (altezza interna 85 cm, diametro alla base 108 cm, fascia dell’anello di percussione 10 cm) è stata donata da Cristoforo Skuljevich nel 1900. È decorata nella parte superiore da un motivo in stile gotico; un ricco ed elaborato fregio a ghirlanda si ripete per sei volte nella parte bassa del fianco, lungo la circonferenza.
    La campana di nord-est (altezza interna 90 cm, diametro alla base 120 cm, fascia dell’anello di percussione 12 cm) è stata donata da Giovanni Skuljevich nel 1900. È decorata nella parte superiore da un motivo in stile gotico e, in basso, lungo la circonferenza, si ripetono ricche ghirlande floreali. Al centro della parte inferiore di un settore del fianco è posta la figura di San Spiridione seduto in trono, vestito con ampio mantello e con mitria vescovile sul capo.
    La campana di sud-est (altezza interna 100 cm, diametro alla base 133 cm, fascia dell’anello di percussione 11,5 cm) è stata donata anch’essa da Giovanni Skuljevich nel 1900. È decorata nella parte superiore da un motivo formato a circonferenze, intervallate da motivi a ventaglio rovesciato; nella parte inferiore si ripetono volute che, alternativamente, contengono foglie o germogli.

    L’arte delle icone

    Le icone della Comunità serbo-ortodossa, di cui nella mostra si presenta una selezione, sono tutte post-bizantine, ovvero databili ad un’epoca posteriore al 1453, anno della caduta di Costantinopoli.
    Provengono sia dall’area slava che da quella mediterranea: al primo gruppo appartengono icone legate alla Scuola bulgara e alle scuole russe; nel secondo gruppo confluiscono icone legate alla Scuola cretese, alla contemporanea Scuola cretese-veneziana e alla Scuola delle Isole, che fu una prosecuzione, nelle isole Ionie, delle scuole cretese e cretese-veneziana dopo la caduta di Creta in mano ai Turchi.
    Si affiancano ad esse alcune icone di proprietà dei Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste, che pure possiedono una ricca collezione di tali opere: due di esse sono state scelte perché di produzione serbo-macedone, la terza perché raffigura la particolare iconografia della reliquia di San Spiridione, in cui il corpo del santo è presentato in abiti vescovili e chiuso in un’urna di vetro.
    In Italia, per secoli, circolarono tavole di tipo “bizantino” provenienti non soltanto dall’Oriente (Grecia, isole dello Ionio e dell’Egeo, Asia Minore, Balcani, Russia), ma anche da botteghe e scuole locali.
    In Italia il maggior centro di produzione e diffusione di icone fu Venezia, da sempre felice mediatrice tra Oriente e Occidente, ma non rimasero estranei a questa attività centri minori localizzabili lungo le coste occidentali dell’Adriatico, in Sicilia, nei possedimenti veneziani dell’Istria e della Dalmazia. Le botteghe erano legate alla produzione di mercato, oppure operanti presso le Comunità ortodosse sorte in Italia, specialmente nel ’700.

    Andrea Ritzos da Candia: Madonna Hodigitria con angeli, seconda metà del XV secolo, tempera su tavola, fondo dorato. Trieste, Comunità Religiosa Serbo-Ortodossa

    L’arte delle icone
    L’icona va intesa prima di tutto come un oggetto religioso. Solamente così essa può “aprirsi” agli occhi dell’osservatore e svelare pienamente il suo significato sacrale, ma anche le ragioni più nascoste della sua stessa ideazione pittorica. La raffigurazione si pone in una condizione atemporale, allo scopo di continuare a recare al fedele la potenza taumaturgica e la sacralità delle antiche immagini e delle narrazioni arcaiche che essa rispecchia fedelmente. Se invece togliamo all’icona questo suo significato primario, teologico e religioso, essa può apparire spesso povera, monotona nella ripetitività dei soggetti, nella gestualità ieratica dei personaggi.
    Per questo l’icona ha delle caratteristiche diverse dalla pittura occidentale: il fondo oro rappresenta l’eternità, resa con il colore più prezioso, che non può avere gradazioni e sfumature, simbolo del duraturo e dell’immobile. Altri elementi del dipinto perseguono questo fine: la posizione frontale delle figure, l’assenza della corposità e dell’ombra, l’allungamento delle figure. Pure i colori sono usati in modo innaturale e le figure presentano proporzioni che seguono rapporti geometrici, non naturalistici.
    Collegandosi direttamente alle origini di culti, martirii di santi, fatti miracolosi, il dipinto vuol superare la corrosione della materia e la distanza del tempo. L’esecutore, sia egli pittore laico o monaco, si mette in “sintonia” con il divino che “parla” attraverso la sua mano, la sua tavolozza. Secondo l’ortodossia il pittore d’icone non può essere un uomo comune, deve rispettare particolari norme di vita, essere degno dell’incarico che la comunità o la Chiesa gli concedono, eseguire le sacre immagini in modo che siano conformi alle proto-immagini già venerate.

    Fonte: http://www.arslife.com

  37. Mauricets ha detto:

    il diritto di stare a trieste, nel rispetto delle leggi, è di tutti.

  38. Radimiro Dragovic ha detto:

    Ovviamente, basta avere i documenti in regola !

  39. Riccardo ha detto:

    Ma quindi, secondo la tua logica stringente, un operaio di Belgrado ha più diritto di stare a Trieste di uno di Dakar perché a Trieste esiste una storica comunità serba? Quindi se tu fossi vissuto nel 1700 avresti osteggiato le ‘invasioni serbe’ perché all’epoca la comunità non c’era… Questo si potrebbe chiamare il Paradosso del Leghista

    @Mauricets: il mio commento sopra era una domanda (ironica) a Dragovic

  40. Mauricets ha detto:

    non è scontato pero che tutti li abbiano. io sarei per aiutre e premiare gli onesti e punire i lestofanti, senza distinzione.

  41. bona lama ha detto:

    si puo’ dire che la prima legge è : non stravolgere la cultura cosmopolita

  42. Servolier ha detto:

    sicuro radimiro, xe per quel che Maroni el ga regolarizado 25.000 tunisini

    ma cossa c’entra ste robe con Bandelli e Antonione?

  43. Mauricets ha detto:

    non possiamo fare distinzioni, unico metro deve essere la persona nello specifico. tenedo ovviamente conto della legislazione.

  44. Riccardo ha detto:

    Haha e sai come si stabilisce se uno ha o meno i documenti in regola? Dal luogo di provenienza, quindi il reato di clandestinità, per esempio, non è la sanzione di un comportamento ma di una situazione soggettiva. Un’assurdità giuridica ed etica.

  45. maja ha detto:

    Ma vara ti che nova, Rade. Sa che no la conosevo la ciesa dei s’ciavoni?

    La stragrande maggioranza dei serbi di Trieste non ha la cittadinanza italiana.
    Stai qui col permesso di soggiorno? Sei un immigrato che ruba lavoro agli onesti manovali triestini. Raus!

  46. Radimiro Dragovic ha detto:

    Non c’entra nulla con Bandelli e Antonione ed era una risposta a Maia. Comunque con Dipiazza c’era anche Ljubica Mihailovic, traduttrice Serba al consolato che ha totalizzato 16 preferenze e Bandelli in un’intervista si è dichiarato d’accordo di concedere determinati diritti alla succitata comunità. Quindi se un Serbo vota centrodestra, non c’è nulla di male!

  47. Radimiro Dragovic ha detto:

    Io sono un cittadino Italiano di nascita e quindi prima di scrivere cose che non conosci informati !

  48. Riccardo ha detto:

    Dragovic, guarda che Maia non si riferiva mica a te, e comunque il fatto che tu ti sia offeso è emblematico del rispetto che (non) hai verso i non italiani o i neo italiani…
    Era un’affermazione impersonale “Stai qui col permesso di soggiorno? Sei un immigrato che ruba lavoro agli onesti manovali triestini. Raus!”… Anche perché sennò non ti saresti potuto candidare e prendere 20 preferenze

  49. asem ha detto:

    che vinca il vecchietto rosso, così sarà ancora una volta chiaro che incapaci e ideologicamente intolleranti sanno essere quando governano……..a parole sono sempre i migliori , gli innovatori, alla prova dei fatti sempre fallimentari, violenti e pericolosi….questi qua rovineranno tutto il bene che hanno fatto illy e di piazza ….peccato…già vedo certi come sbraiteranno per certe tematiche ideologiche (pensate a dimaco al comune, da rabbrividire) ……peccato…

  50. maja ha detto:

    Ci rinuncio.

  51. Riccardo ha detto:

    @Maja: tutta la mia solidarietà 😛

  52. Mauricets ha detto:

    che la componente serba sia orientata a destra (legittima scelta) non è un mistero, sia tra i “vecchi” che i nuovi. cosi come molti sloveni stanno a destra, su posizioni legate al vaticano. quindi sarebbe ora di toglierci dalla testa l’equazione exyugo = comunisti. se non riusciamo a capire questo saremo prigionieri di schemi ormai superati. e questo riguarda entrambi gli schieramenti.

  53. Radimiro Dragovic ha detto:

    20 preferenze al comune e 430 in provincia, collegio 1 Trieste !

  54. matteo ha detto:

    scusa asem ma dipiazza che bene ha fatto? che io sappia nessuno

  55. Servolier ha detto:

    radimiro te posso dir una roba? la mula la se ciama Maja, cola i lunga, e ti te ghe rispondi scrivendoghe Maia, quando che inveze te scrivi el nome de quela tua amica serba, che no conosso ma imagino sia una brava mula, te ghe scrivi el nome cola i lunga, Ljubica….prova a dimostrarghe lo steso rispeto anca ala Maja e a scriverghe el nome come chel se scrivi……e complimenti per le tue 20 preferenze, pol sembrar robeta ma dipendi dala prospetiva

  56. Mauricets ha detto:

    non è che la concordia insita nella federativa si sia spostata a ts?

  57. maja ha detto:

    Ebbene sì.
    Il problema sono io. Non ci posso fare nulla se il mio nazionalismo snob mi fa odiare i serbi e tutti gli ex fratelli del bratstvo i jedinstvo.

    (Ma oggi bora.la viaggia sulle coordinate di un universo parallelo?)

  58. Servolier ha detto:

    comunque, nonostante la mancata alleanza mi son sicuro che almeno l’80% dei bandelliani i votera’ per Antonione, con o senza indicazioni dall’alto

  59. asem ha detto:

    52
    Mauricets, no dire fesserie…..gli sloveni votano tra l’80% ed il 90% per la sinistra (c’è anche il modo di dire, che tutti i dittatori comunisti (da kim a fidel) dovrebbere venire a lezione a doberdò o sgonico o prosecco per capire come restare tranquillamente al potere anche in democrazia…..)
    CMQ vatti a vedere i dati prima di scrivere queste fesserie, così sembri un tipico ignorantello…..

  60. asem ha detto:

    52
    Mauricets, no dire fesserie…..gli sloveni votano tra l’80% ed il 90% per la sinistra (c’è anche il modo di dire, che tutti i dittatori comunisti (da kim a fidel) dovrebbero venire a lezione a doberdò o sgonico o prosecco per capire come restare tranquillamente al potere anche in democrazia…..)
    CMQ vatti a vedere i dati prima di scrivere queste fesserie, così sembri un tipico ignorantello…

  61. Mauricets ha detto:

    esatto, ma 10%-20% no. o vuoi la dittatura della maggioranza? e poi vai in slovenia a goderti tutte le chiese restaurate o a quanto ci ha messo il vaticano a riconoscere la slovenia quando ha proclamato l’indipendenza.

  62. asem ha detto:

    in che senso? al massimo 10 -20%…non è tollerabile ne pensabile che i moderati superino il 20% …..

    io ho solo risposto a una tua fasulla ed ignorante affermazione: “quindi sarebbe ora di toglierci dalla testa l’equazione exyugo = comunisti. se non riusciamo a capire questo saremo prigionieri di schemi ormai superati. e questo riguarda entrambi gli schieramenti.”

  63. Mauricets ha detto:

    perche secondo te la gente non pensa questo?

  64. asem ha detto:

    62
    Mauricets, per farti capire meglio: “per gli “sloveni” del carso non è pensabile che ci sia alternanza ne pluralismo. la democrazia viene giustificata dal punto di vista culturale soltanto se la stessa “nomenclatura” rimane al potere per sempre……

  65. asem ha detto:

    64
    Mauricets
    si lo pensa, ma non è fasullo, la prova dei fatti lo dimostra.

  66. asem ha detto:

    64
    Mauricets
    peccato che mi censurano i link sui risultati delle amministrative…….gurada elezioni 2011 doberdò troverai 82, 23% per RIF, PD, SEl….

  67. Servolier ha detto:

    bon dei, xe tradizioni locali, i sloveni a sinistra, i esuli a destra, i nostalgici del’Austria RDP per diese anni, i altri i zoga a briscola

  68. asem ha detto:

    68
    Servolier. mi trovi d’accordo, è ovvio dicimo che a doberdò solo vendola prenda il 22% ed il PDL intero il 3%……però non mi dite che gli “sloveni” : ” quindi sarebbe ora di toglierci dalla testa l’equazione exyugo = comunisti.”…o no?

  69. Mauricets ha detto:

    guarda che io non parlo dei sloveni nei confini italiani, ma quelli nella madre patria. per ironia della storia sono piu a sinistra qui che in slo.

  70. asem ha detto:

    68
    Servolier. mi trovi d’accordo, è ovvio diciamo che a doberdò solo vendola prenda il 22% ed il PDL intero il 3%……però non mi venite a dire : ”quindi sarebbe ora di toglierci dalla testa l’equazione exyugo = comunisti.”…o no?

  71. asem ha detto:

    70
    Mauricets,
    dipende dove. nelle zone che hanno subito la “pulizia” etnico -ideologica e l’immigrazione politica forzata la sinistra stravince altrove molto meno, ma le redini “reali” sono rimaste nelle stesse mani che decenni fa….ma tu sai qualcosa della slovenia o croazia o ti basi fu fatti e conoscenze giornalistiche?

  72. Gorizian ha detto:

    @ asem
    Quando mai Doberò è stato in Yugoslavia?

  73. massimo p ha detto:

    asem gli sloveni anche quelli di centrodestra sono costretti a votare sinistra per l’atteggiamento che ha la destra verso la miniranza, la problematica è più complessa evidentemente non la conosci se no non giungeresti a conclusioni del tipo:maggioranza sinistra allora sono tutti comunisti

  74. asem ha detto:

    73
    Gorizian
    dove l’ho scritto?
    la frase l’ho solo citata , opponendomi….rileggi tutti i post. grazie.

  75. asem ha detto:

    74
    massimo,
    non è vero, non minimizzare , lo sai che non è così. di piazza non mangiava slavo-comunisti, anzi si è dimostrato più aperto di molti di sinistra, eppure…… si vede che non conosci l'” immaturutà” democratica ed il dogmatismo ideologico imperante in queste minuscole enclavi.

  76. Mauricets ha detto:

    un esempio: i serbi, ma in definitiva penso tutti gli extra comunitari, non possono comprare beni immobili in slo. secondo me è una posizione nazionalista e di destra

  77. asem ha detto:

    massimo, lo sai che oggi festeggino pure “il girono della gioventu titina”? …si oggi, non scherzo……
    lo sai che giorno è oggi per i nostalgici?

  78. Servolier ha detto:

    minuscole enclavi de cossa scusa? te parli dela provincia de Trieste? i xe tuti liberi citadini e par conto mio i pol votar per chi che i vol, vedemo de esprimerse co un poco de rispeto

  79. asem ha detto:

    77
    Mauricets, più che di destra (moderati) è una posizione nazional-socialista. milosevic era socialista, si è professato socialista fino alla morte, tudman era il più giovane ed affidabile generale di tito, kucan era dell’udba, ecc. ecc. ….fin’ora nessuna repubblica ex-jugoslava non ha MAI eletto un presidente che non sia di estrazione non comunista, ripeto NESSUNO, è ne hanno avuti tutti almeno 3 o 4…..

    non valutare i balcani secondo la logica italiana.
    (sai chi governa ora la slovenia, sai chi propone la legge nui beni immobili?…non credo, altrimenti non scriveresti queste stupidagini. Stammi bene.

  80. Mauricets ha detto:

    dire moderati quelli di destra è un eufemismo.

  81. Triestin - No se pol ha detto:

    dove te vol andar Radimiro, se a Dolina nel 2009 te ga avù 16 preferenze per el comun… I tui 400 voti per la provincia xe in automatico perchè votando el partito se vota anche el candidato inserì in lista…

  82. sergio rudini ha detto:

    complimenti per il profondo livello culturale della discussione, meno mal che me par de capir che ve conosè tuti

  83. Gorizian ha detto:

    @ asem 75

    Tuo messaggio n°69
    “Servolier. mi trovi d’accordo, è ovvio diciamo che a doberdò solo vendola prenda il 22% ed il PDL intero il 3%……però non mi venite a dire : ”quindi sarebbe ora di toglierci dalla testa l’equazione exyugo = comunisti.”…o no”

  84. Gorizian ha detto:

    Quando parli di ex-yugo subito dopo aver parlato di Doberdò a chi ti riferisci?

  85. Servolier ha detto:

    cio’, pasar da 16 a 20 xe un incremento impresionante, xe un fantastico + 25% ostia, vitoria storica

  86. sergio ha detto:

    Cmq il mancato apparentamento del Bandelli non mi pare dovuto a profonde motivazioni etiche, ma invece ai casini fatti da quei dela fiamma, io c’ero, ma se anche non ci fossi stato mi sarebbe bastato ascoltare il gazetin giuliano

  87. massimo p ha detto:

    asem non condivido. dipiazza solo parla si dichiara amico di tutti ma non ha fatto mai niente. ma dai asem sei tu che generalizzi io non ho detto che tutti di sinistra sono pro-sloveni però che la destra triestina ostacola sempre ogni minimo passo verso la messa in atto della legge sulla minoranza è un dato di fatto e stroricamente è stato sempre così, dai non prendiamoci in giro

  88. Gorizian ha detto:

    Comunque secondo me a Trieste i giochi non sono ancora compromessi per il PdL, magari B. porta un paio di ministeri anche lì.

  89. Mauricets ha detto:

    io per lavoro ho molti contatti con gli slo, e sinceramente la loro posizione su diritti tipo ferie, sciopero, reperibilita, contratti collettivi, mi sembrano molto piu orientati verso il modello liberale e di destra che viceversa.
    è anche la politica del governo è peggio della nostra in fatto di tutele.

  90. Servolier ha detto:

    come i fazeva a convinzer Tremonti a darghe 200 milioni de euri per mi riman un mistero, ghe xe qualche bandelliano che pol spiegarme?

  91. Franz Foti ha detto:

    “Mauricets, per farti capire meglio: “per gli “sloveni” del carso non è pensabile che ci sia alternanza ne pluralismo. la democrazia viene giustificata dal punto di vista culturale soltanto se la stessa “nomenclatura” rimane al potere per sempre……”

    Si vede che Duino Aursina non è Carso, visto che abbiamo gli sloveni sia in maggioranza (di centro destra), che in opposizione (di centro sinistra).

    gli “sloveni del carso”: LOL, lui li consce tutti, uno per uno. Che razzismo da due soldi…

  92. Muricets ha detto:

    è evidente che uno scontro basato su posizioni ideologiche o linguistiche fa comdo. ma non è meglio la dialettica su problemi veri? le rette degli asili, la pulizia delle strade, le mille cose che un comune o provincia deve gestire. puo essere fatta bene da destra o sinistra. su queste cose dobbiamo poter votare. nessuno ha la verita in mano. a volte delude la sinistra altre la destra. ma cristallizzarsi sul comunismo mi pare una farsa. anche perche certe politiche non sono di sinistra, ne hanno solo l’etichetta. per inciso lo stesso vale per la destra.

  93. luca ha detto:

    Onore a Bandelli per aver messo davanti a tutto i programmi.
    Questa è politica

  94. Muricets ha detto:

    bignorebbe discuterle anche qui

  95. francesco ha detto:

    Si hai ragione Mauricets bisognerebbe discutere dei problemi reali.
    Putroppo oggi tocca a cosolini sentirsi dare del comunista, fino a ieri molti qui avevano lo stesso atteggiamento pregiudiziale nei confronti di bandelli e di un’altra trieste.
    Come la mettiamo? Chi fa il primo passo e si toglie la casacca della propria squadra?

  96. coraggio ha detto:

    bravo bandelli coerente e serio. e’ questa la nuova politica che vogliamo vedere a trieste fatta per essere posta al servizio del cittadino/elettore. Una nuova corrente, un nuovo modo di essere, un nuovo modo di proporsi: alle prossime elezioni si raddoppierà non vi è dubbio!!!!! non esiste concorrenza e voi di un’altra trieste siete la differenza!!!!
    antonione ha messo la città nelle mani di cosolini e se ne dovrà assumere tutte le responsabilità. Bravo a bandelli che non è sceso a compremessi

  97. Mauricets ha detto:

    allora, parlando di cose serie, secondo me la questione rigasificatore è uno specchio per le allodole. il vero punto energetico che ci puo essere utile è la costruzione del gasdotto South Stream che passera per la slo, progetto Eni e Gazprom. ora noi come ci poniamo? c’è una diramazione che puo alimentare servola e monfalcone? cosi da permettere la chiusura della ferriera. perche la ferriera sta aperta grazie alla centrale elettrica. elettra usa parte del gas prodotto dagli impianti della exlucchini. che opinione avete?

  98. Danilo Ulcigrai ha detto:

    (No go resistido a postar el 100° comento)
    Me iero perso el fato che Bandelj ieri contro el rigasificator. El programa no paressi gnanche mal, ma esporlo desso, dopo che te son fora pignata, me par bastanza facile.
    Vedo che come sempre la discussion sbrissa sui soliti argomenti: titini, s’ciavi, fassisti ecc.
    E comunque in sto marasma (e val anche per quel che se parla a Milan) no rivo a soportar la frase “consegnare la città ai comunisti” e sotolineo che NON son comunista. Me par che el Paese comunista più vizin, atualmente, xe la Cina: ne me vedo Cosolini ala testa dela Armata Rossa che entra in cità. Questo no xe un Paese democratico dove el voto popolare conta? El xxxxx de Arcore no disi sempre che lui xe su grazie al espression del voto popolare? Desso no va più ben?

  99. Francesco ha detto:

    Ma come, mauricets, due post fa chiedevi di parlare di problemi di amministrazione(asili, strade ecc) e ora apri su politica energetica nazionale-europea?

  100. edo ha detto:

    offtopic
    triestina in c udinese in champions.. 🙂

  101. Marco Ianza - Un'altra Trieste ha detto:

    @100: scusami Danilo ma per onor di cronaca Bandelli e Un’altra Trieste hanno presentato il suo programma prima di qualsiasi altra lista/partito(qualcuno non lo ha ancora fatto), in dicembre 11 punti principali e 2 mesi fa il programma completo (60 e passa pagine).
    saluti
    Marco Ianza

  102. lorenz ha detto:

    yawn

  103. Lorenzo Battista ha detto:

    Bandelli ha fatto la sua campagna elettorale (carissima) buttando betoniere di letame addosso al PDL. Mi sembra che la scelta fatta sia di assoluta coerenza. Noto con piacere che gli omini verdi fanno fatica a capire il termine di questa parola c-o-e-r-e-n-z-a ma probabilmente nel loro linguaggio celtico non esiste questa parola. D’altronde proprio loro erano quelli che davano del mafioso a Berlusconi e poi invece sono tornati amici come se nulla fosse (per ora). Ora non capisco dove stia il problema. Gli elettori della coalizione di Bandelli sapranno comportarsi di conseguenza, non credo che ci sia bisogno di alcuna indicazione di voto da parte del sig. Bandelli, se il centro destra sarà in grado di catturare questi voti buon per loro, sennò che si facciano una ragione della loro eventuale sconfitta. Saluti.

  104. Giacomo ha detto:

    @ 58 Servolier:
    se credi che l’80% del popolo di “Un’Altra Trieste” voti Antonione al ballottaggio per non avere Cosolini come Sindaco, mi devi spiegare anche:
    – considerato il fatto che una parte delle astensioni al primo turno erano frutto del mancato voto dei “camberiani”, come vedi l’annullo di queste due componenti elettorali al ballottaggio? Se vuoi una percentuale, io dico che il 15% dell’elettorato di Un’Altra Trieste potrebbe andare al voto;
    – che differenza fa ad un elettorale di “Un’Altra Trieste” avere Cosolini o Antonione sindaco? Io credo che al ballottaggio avremo una impennata delle schede bianche o nulle.

    @ 91 Servolier:
    se l’investimento di 200 milioni di euro comportasse un incremento sul territorio del 50% degli introiti fiscali (IREPF-IRE-IRAP) derivanti dal fatturato delle nuove aziende e della nuova occupazione creata in città, credo che Tremonti lo possa capire al volo e subito possa acconsentire. D’altra parte, perdonami: non sono tutti SENATORI-DEPUTATI-PRESIDENTI DI COMMISSIONE e chi più ne ha più ne metta?
    Non me lo spiego invece se 200 milioni andassero a foraggiare i soliti “amici degli amici”.

  105. effebi ha detto:

    agli “omini verdi” sarebbe da chiedere come mai a muggia han deciso di correre da soli contribuendo a regalare la città ai “temutissimi rossi” (ma sono tali solo a trieste e milano ?)

  106. Tergestin ha detto:

    No per dir effebi, ma escludendo Dipiazza Muja xe una rocaforte rossa da prima che nassessi i nostri nonni, ancora un poco.

  107. Edoardo Damiani ha detto:

    Meglio una buona e ferma opposizione che con “gli ex Lista per Trieste”. Cosoloni e Antonione: uno vale l’altro. Consiglio spiaggia a tutti. Illusi chi gli voterà. Nel comune ed in Comune non cambierà nulla. I loro programmi: solo che aria fritta o prosecuzione della politica dipiaza. Bandelli è l’unico che ha fatto un programma per questa citta’. E poi ha dimostrato nel suo assessorato d essere stato uno che ha fatto tanto sia per le scuole italiane ma anche per quelle slovene. Quindi onere e merito ad una persona senza pregiudizi e che lavora per tutti, almeno per i veri triestini. Continua cosi’Bandelli. Fra quattro anni, ma secondo me anche molto prima, con questi teschioni della politica e degli inciuci si torna alle urne e poi toccherà a te…Coraggio.

  108. Atahualpa ha detto:

    Ma Bandelli non era quello che copriva le scritte slovene sulle magliette della Bavisela? E adesso “ha fatto tanto” per le scuole slovene? Ma dai….

  109. effebi ha detto:

    108 tergestin… no per dir…e quindi ?
    che centra col ragionamento sui diversi comportamenti della lega ?

  110. effebi ha detto:

    ora per pdl e lega l’obiettivo è quello di riportare al voto quantomeno gli stessi che li hanno votati al primo turno: 34000 elettori

    un numero diverso da questo (superiore o inferiore) sarà indicatore del significato anche politico di questa elezione.

    bandelli per evitare figuracce dovrà adoperarsi per mandare al mare i suoi (vedi 109)

    ——————-
    34000 !
    ——————-

    ma poi chissà, pdl e lega tireranno fuori anche qui l’arma segreta…
    e per trieste ci sarà…
    el ministero delle klanfe….

  111. Tergestino ha detto:

    Caro cogoi, semo cagai…

  112. mutante ha detto:

    questo è il risultato di tutti questi anni destra in comune: declino e immobilismo. gli elettori si sono rotti.

  113. Edoardo Damiani ha detto:

    Della bavisela non so nulla e per quanto mi riguarda possono eliminarla ma per quanto e quel poco che è stato fatto per le scuole materne negli ultimi conque anni gli sloveni hanno ricevuto tanto quanto gli italiani. Fatti e non parole Atahualpa. Vedere ristr. Milcinski (materna Cattinara), mensa e S.I.S Finzgar (Barcola), piano terra della Cernigoy elementare di Prosecco e grazie all’intercessione di Bandelli. E finiamola una buona volta di accusare quelli di destra sempre di antislavismo quando la maggior parte degli sloveni…(della Slovenia),oggi, sono di destra.

  114. MM ha detto:

    La notizia porta conforto e stima per la persona di Bandelli. Dopo una campagna elettorale “contro” Antonione e Di Piazza, l’alleanza dell’ultimo minuto lo avrebbe penalizzato nel lungo periodo, in termini di coerenza con gli elettori. Ora, come già fa notare Riccardo, la parola spetta agli elettori, ovvero chi ha dato la propria preferenza a Fli, Udc e Un’Altra Trieste cosa farà tra 7 giorni? Aspetterà i risultati a Barcola o voterà per il PdL considerandolo un male minore rispetto ad un sindaco di Sinistra? Analogo discorso lo si potrebbe fare anche sulla Lista a Cinque Stelle e Cosolini
    I Bandelli-boys saranno comunque all’opposizione, indipendentemente da quale dei due Roberto diventi sindaco. Non si potrebbe ipotizzare il fatto che Franco riuscirebbe rafforzato da un Cosolini Sindaco? Riuscirebbe a farsi sentire molto di più con emendamenti e contrapposizioni che con un Roberto più vicino ideologicamente, ma lontano sul piano concreto? E questo non potrebbe giovare a Un’Altra Trieste alla prossima tornata Amministrativa?

  115. Servolier ha detto:

    @106 Giacomo

    grazie delle spiegazioni, sui 200 milioni io pero’ rimango scettico

  116. francesco ha detto:

    Se non arrivano i 200 a trieste x 5 anni siamo fritti.
    Come finanzi la piattaforma logistica?
    Come la riconversione della Ferriera?
    Le bonifiche nel sito inquinato?
    Le infrastrutture per il porto e non?

  117. Atahualpa ha detto:

    Ora passerà l’idea che Franco Rosolen si è battuto in prima linea per fare lavori alle scuole slovene, non che invece erano lavori già programmati da impegni di spesa su precisi capitolati di interventi edilizi e che quindi lui o un altro, li avrebbero fatti comunque. Mi sa che qui ben pochi conoscono regolamenti e bandi di lavori pubblici e amministrazioni patrimoniali pubbliche

  118. effebi ha detto:

    116 MM: i grillini voteranno “alla chetichella” per cosolini che in caso di vittoria regalerà loro 4 belle careghette (anzichè 2) …credo che non rischieranno di farsele scappare…

    che faranno bandelliani, fli,e udc !? posto che quella di antonione è ormai una fuga “per la sconfitta….” lo lasceranno affondare (con la lega …al collo).
    maggiore sarà il tonfo e maggiore sarà per loro il risultato politico.

    si preannuncia una settimana di noia mortale…

    propongo “provocatoriamente” di aprire una rubrica: “se vinzi antonione…”

  119. piesse ha detto:

    se vinzi Antonione, se costruisi un muro de 10 metri sul confin

  120. piesse ha detto:

    se vinzi Antonione, se vieta cevapcici, ajvar e Lasko

  121. Srečko ha detto:

    In compenso asem si e’ rifatto vivo, il che significa che e’ vivo. Gioisco con lui! 🙂

  122. francesco ha detto:

    @120 effebi
    I Grillini e Cosolini non si sono apparentati.
    L’unica differenza – se il Piccolo ha scritto giusto – è che in caso di vittoria di Cosolini entrano due Grillini in Consiglio Comunale, in caso contrario uno solo (il candidato sindaco).

    @119 Atahualpa
    Ma ce l’hai con Franco Bandelli?

    ciao

  123. Maurice ts ha detto:

    per francesco: non è solo una questione energetisca internazionale, ma riguarda molto i cittadini di servola. perche se c’è un gasdotto che porta il gas direttamente alla centrale la ferriera non ha piu di ragione di esistere, con le conseguenze che tutti conosciamo. ripeto che il grosso introito per la ferriera viene dalla vendita di gas. tutto il resto fa da contorno. calcolando poi che la lucchini ha un ramo energia si puo capire come riconvertire l’area. penso che il comune sia soggetto interessato.sarebbe bene discuterne quindi, e lasciar perdere altre tematiche piu frivole.

  124. effebi ha detto:

    124 francesco, ma che centra l’apparentamento !? si può votare (se conviene) anche senza essere apparentati… dai !

    “se vinzi cosolini canterà anche i grillini…”

  125. asem ha detto:

    io credo (e spero) che vinca il vecchietto rosso, perchè si veda l’incapacità e radicalizzazione ideologica……io come l’ho già detto non voto (spero che saremo circa il 50%)…..ma il fatto positivo di questi girni c’è già stato….in spagna..:-)….

  126. asem ha detto:

    sono pure contento che si è fatto vivo il nostalgico ed intollerante srecko……come va in Slo?…..:-)

  127. Gorizian ha detto:

    Beh dai, un fatto positivo è accaduto anche in Germania… 😉

  128. Francesco ha detto:

    @effebi
    C’entra nella misura in cui tu scrivi che se vince Cosolini prendon 4 careghe. Forse ho capito male ma ho inteso fossero i posti di consigliere comunale.

  129. asem ha detto:

    intendi i turco/verdi? :-=

  130. piesse ha detto:

    ma asem! hai sempre detto che sei sloveno, parli sempre di affari interni sloveni e ora dici che voti per le comunali e chiesi a Srecko come vanno le cose in slovenia?
    Mah, no xè più religion.

  131. ufo ha detto:

    Sul serio? I ga finido l’opio dei popoli? Vol dir che semo liberi de pasar al peteš? Per mi con Aperol!

  132. Tergestin ha detto:

    Asem secondo mi credi che quel che xe scrito in rubrica “Se vinzi Cosolini…” no xe altro che scenari iminenti.

  133. effebi ha detto:

    notizie della notte:

    Cagliari – L’Msi-Destra nazionale preferisce Massimo Zedda, ma il candidato sindaco del centrosinistra conferma che in vista del ballottaggio di domenica e lunedì prossimi per le comunali di Cagliari, non ci saranno apparentamenti. Vale la pena, tuttavia, soffermarsi sul contenuto della nota diffusa da Maria Antonietta Cannizzaro, presidente nazionale del partito: “Votate Massimo Zedda. Meglio avere i nostri avversari, anche il diavolo se possibile, piuttosto che appoggiare quelli del Pdl e Berlusconi, traditori che in 18 anni hanno portato l’Italia al degrado. La sinistra e il diavolo, almeno, non fanno bunga bunga”.

    buona notte…

  134. Srečko ha detto:

    asem

    Ma va moderatamente bene, in Slovenia. Se non lo sai, il tuo Janša si sta preparando a riprendere il potere 🙂

    Comunque sono meno intollerante di quanto credi. Pensa che mi fa picere che sei ricomparso 🙂

  135. Srečko ha detto:

    asem

    … nostalgico? Si, dei giorni in cui avevo i pantaloni corti! 🙂

  136. Edoardo Damiani ha detto:

    Sarà Atahualpa, ma credimi,da allora da quando l’hanno cacciato si è fatto molto poco, quasi niente. Si galleggia. Senza assessore, con il sindaco con incarico ad interim, povere le nostre scuole materne e nidi, ma anche elementari e medie. vedremo ora. Ma nutro poche speranze con Antonione ancora meno con Cosolini.

  137. Edoardo Damiani ha detto:

    Parole sante! effebi. Peggio di lui non puo’ essere nessuno. Meglio qualsiasi altro.

  138. marisa ha detto:

    E intanto ieri pomeriggio tardi Renzo Tondo, in Piazza Libertà a Udine, alla festa organizzata per il quarto posto conquistato dall’Udinese Calcio, è stato SONORAMENTE fischiato dai tantissimi friulani che erano in piazza (si parla di 1.500 persone !).
    Honsell è invece stato a lungo applaudito!

    Non mi pare sia un buon momento per il PDL regionale!
    Del resto Tondo mi risulta avesse negato anche un centesimo di finanziamento regionale per la ristrutturazione del vecchio Stadio Friuli (costruito negli anni 70 del secolo scorso) e che verrà riammodernato con i soldi di paron Pozzo !
    E poi ha anche la faccia tosta di presentarsi?

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