11 Maggio 2011

Vinicio Capossela e Raphael Gualazzi tra i protagonisti di Udin&Jazz 2011

Una ventunesima edizione poliedrica, che esplora il “jazz” nelle sue più diverse forme comunicative. Un’edizione che non vuole smettere di scoprire e di incuriosirsi nel rispetto della musica, della “sacralità” del suo ruolo artistico, sociale, storico e psicologico. È con questo spirito che l’organizzazione invita il pubblico ad ascoltare i tanti concerti e le attività proposte dal Festival Internazionale Udin&Jazz 2011, non a caso sottotitolato “Jazz&Jazz”, che aprirà le sue porte il 16 giugno a S. Giorgio di Nogaro per concludere al Castello di Udine, il 27 giugno, con il già annunciato concerto della nuova stella del nostro jazz, Raphael Gualazzi.

E nessun nome meglio di quello di Vinicio Capossela, che l’organizzazione annuncia con orgoglio per la serata di domenica 26 giugno al Castello di Udine (ore 21.30), incarna la sublimazione delle arti nella musica, avvolge ogni possibile espressione della creatività portata all’estremo: un artista che vaga fra il sogno e l’ironia, tra riti circensi e favole gotiche, tramuta in suoni e visioni una dimensione “altra”, quasi surreale. Dopo due anni di assenza dalla regione, torna per Udin&Jazz e presenta il nuovo, monumentale progetto “Marinai, profeti e balene” (il relativo cd è in vetta alle classifiche) dove il mare è mitologia, canzone di gesta, simbolo del fato, sfida al destino, scenario di passioni umane, spettri, presagi, voci di marinai, uragani, naufragi…

Di nuovo “ai blocchi”, dunque, questo storico festival, come sempre organizzato da Euritmica – Associazione Culturale di Udine e sostenuto dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, dal Comune di Udine (inserito nel palinsesto estivo di UdinEstate), dalla fondazione CRUP, dai Comuni di Cervignano del Friuli, San Giorgio di Nogaro e (per la prima volta) Fagagna; sorretto dal contributo di Friuladria, Reale Mutua Udine, Honda City e il circuito di rivenditori Saphilèns della città, e reso più articolato dalle numerose collaborazioni con partner storici e nuovi (in particolare per la prima volta l’Agenzia Jota, organizzatori musicali d’oltreconfine, l’Home Page Art/Music Festival, The Groove Factory di Martignacco e la Fabric Free Festival, (attivissime realtà giovanili dell’udinese). E sarebbero molti i collaboratori da citare e da ringraziare, collaboratori vecchi e nuovi che attivamente sono vicini al Festival e lo sostengono fattivamente: ancora più importanti in un periodo così difficile per tutte le realtà che propongono cultura e musica.

Introdotto come sempre da una sezione itinerante, il festival vede svolgersi nel territorio circostante il capoluogo friulano quattro serate, ognuna con una sua forza espressiva diversa: si comincia giovedì 16 giugno a Villa Dora di San Giorgio di Nogaro (ore 21) con “Metamorphosis Project”, proposto dal quartetto del chitarrista triestino Andrea Massaria. Un progetto coraggioso che con l’improvvisazione filtra ogni stimolo musicale, dal jazz lirico alla classica, fino all’elettronica, sorretto in quest’operazione dal violista Mat Manieri, tra i massimi strumentisti mondiali di free jazz (Mat Maneri viola / Arrigo Cappelletti pianoforte /Andrea Massaria chitarra / Nicola Stranieri batteria).

Un’operazione di cui Udin&Jazz è particolarmente orgogliosa si svolge nelle giornate di venerdì 17 e sabato 18 giugno: il festival si sposta “oltreconfine” e approda a Šmartno, un delizioso paesino della Slovenia vicinissimo al confine e immerso nel più bel paesaggio del Collio, valorizzato da una fortezza medievale chiamata Tabor, antico riparo dalle invasioni turche, oggi perfettamente restaurata e valorizzata. La location fa da cornice a una due-giorni di laboratorio di jazz d’avanguardia con giovani musicisti sloveni e italiani, corredata da alcuni concerti serali. L’evento si svolge grazie alla collaborazione tra Euritmica e l’Agenzia Jota e vanta la direzione artistica di Zlatko Kaučič, il più importante tra i musicisti jazz sloveni, recentemente insignito dalla Presidenza della Repubblica Slovena dell’onorificenza analoga al Cavalierato italiano per il suo fondamentale operato nell’ambito della cultura. Tra gli ospiti serali della Šmart Kreativni Fest (questo il nome dell’appuntamento) diversi artisti italiani e sloveni: tra essi i Diavoli Rossi di Claudio Cojaniz, un’esplosiva commistione “ad alta gradazione” di 15 scatenati musicisti provenienti da jazz, rap, musica popolare, blues, rock e musica classica.

Sabato 18 giugno Udin&Jazz coinvolge anche il Parco del Cormor, già sede dell’Home Page Art/Music Festival e in collaborazione con il Fabric Free Festival. È dalla collaborazione di Euritmica con questo contenitore musicale giovanile che nasce la prima serata nel parco: protagonista la band friulana degli Arbe Garbe (Marco Bianchini batteria / Flavio Zanuttini tromba, voce / Federico Galvani fisarmonica, voce / Roberto Fabrizio chitarra elettrica, chitarra baritona, voce / Giacomo Zanuttini tuba), istrionici giocolieri tra tradizione, punk, free jazz e noise, che si presenta con Eugene Chadbourne, chitarrista, banjoista e cantante statunitense, per una dissacrante e travolgente rivisitazione di alcuni capisaldi del jazz classico e del repertorio di Don Cherry.

Domenica 19 giugno alle ore 19, ancora al Parco del Cormor, Udin&Jazz propone Gianluca Mosole, tra i migliori chitarristi fusion contemporanei, accompagnato dalla sua band per un concerto appassionato e non privo di una trascinante anima soul (Gianluca Mosole chitarre / Paolo Carletto basso / Maurizio Pagnutti batteria / Alex Balestrieri voce / Alberto Carletto mix e sequence). Il festival si trasferisce poi al Comune di Fagagna, per la prima volta partner di Udin&Jazz: nel Cortile del Municipio, alle 21, grazie alla collaborazione con la Groove Factory è attesa la Luca Colombo Band (Luca Colombo chitarre / Lele Melotti batteria / Paolo Costa basso / Giovanni Boscariol tastiere). Quattro musicisti che da decenni suonano con i migliori artisti pop-rock italiani (da Zucchero a Vasco Rossi, da Ivano Fossati a Enrico Ruggeri) e si riuniscono per un viaggio musicale creativo, fatto di energia e dolcezza, che mescola pop, rock e jazz, passando dalle musiche originali di Luca Colombo, alle più famose cover italiane e internazionali.

Ancora itinerante il concerto di lunedì 20 giugno, a Cervignano del Friuli, in piazza Indipendenza alle ore 21: “Supuesto Blue” è il nome del progetto di Marcello Benetti (Marcello Benetti composizioni, batteria / Enrico Sartori ance / Domenico Caliri chitarra / Silvia bolognesi contrabbasso / Simone Padovani percussioni) che chiama come special guest Jeff Albert al trombone: un colore ruvido e sanguigno, ma non per questo meno raffinato, è la prima caratteristica del sound della band (reso ancora più energico dall’illustre trombonista americano), nella quale si riconoscono le carnose radici blues del leader da tempo trasferitosi nella capitale del jazz New Orleans.
Mercoledì 22 giugno il festival approda a Udine dove, alle 18, nella Corte di Palazzo Morpurgo va in scena “Amatissima”, una suggestiva rivisitazione dell’omonimo testo dell’afroamericana Toni Morrison, storico capolavoro letterario dedicato alla schiavitù dei neri d’America: la chiave blues cruda, appassionata e dolorosa è tutta ripresa nello spettacolo che vede in scena l’attrice Claudia Contin affiancata dalla dolente armonica di Gianni Massarutto, per la regia di Ferruccio Merisi e la consulenza artistica di Flavio Massarutto (produzione L’Arlecchino Errante). Un’opera teatrale totalmente “blues”, un racconto dolce e agghiacciante, un’avventura di sofferenza, amore e passione.
Alle ore 20 il pubblico è chiamato al Teatro San Giorgio per la prima “doppia serata” del festival: alle 20 sale sul palcoscenico del piccolo teatro un fuoriclasse della tastiera, Tigran Hamasyan, pianista armeno classe 1987, che dalla sua terra porta tutto lo struggimento, il lirismo, le atmosfere sinuose della tradizione orientale. Alla purezza del tocco, del pianista classico si accosta l’aggressività ritmica graffiante del jazz più sperimentale: un giovane artista già tra i più riconosciuti del suo strumento. Alle 22.30 una coppia di solisti italiani di prim’ordine: la voce di Petra Magoni con il contrabbasso di Ferruccio Spinetti (Musica Nuda), propongono il loro ultimo lavoro discografico, “Complici”. Un album maturo, introspettivo e misurato, composto di ben 11 brani inediti, tutto incentrato sull’intimità del suono, sulla ricerca di sensazioni sottili, profonde. Oltre a brani di altri autori (Pacifico, Dalla,…) anche tre contributi firmati dagli stessi interpreti.

Giovedì 23 giugno si torna nella Corte di Palazzo Morpurgo, alle 18, con il nuovo progetto Acoustik’è: Lorena Favot, voce notissima e raffinata della nostra regione, e Gaetano Valli, uno tra i chitarristi più versatili e personali del territorio, formalizzano per la prima volta proprio per Udin&Jazz un progetto comune ufficiale (accanto a loro Alessandro Turchet al basso e Luca Colussi alla batteria e alle percussioni, anch’essi corregionali): spontaneamente attratti dagli standard, come dal jazz storico, senza tralasciare accenti pop e sguardi al sud del mondo, il quartetto “indaga” i suoni più diversi con perfetta intesa artistica e musicale, nel nome di un’improvvisazione spontanea e senza sovrastrutture.
Segue una prima assoluta alle 20 al Teatro San Giorgio: “Cantare il pane” è un’analisi originale, un filtro musicale colto e ponderato che Giancarlo Schiaffini e il suo quartetto (Silvia Schiavoni voce / Gianni Trovalusci flauti / Giancarlo Schiaffini trombone / Gianluca Ruggeri percussioni) mettono in opera per “rileggere” l’assoluto capolavoro letterario di Pedrag Matvejević, “Pane nostro”: il dolore, l’intimità, la ritualità della scrittura sono riprodotti da interventi musicali scelti tra il popolare, l’antico e il contemporaneo, mentre la suggestione del testo è restituita dalla voce recitante di Peppe Servillo, voce e fondatore degli Avion Travel e artista completo ed eclettico, oltre che attore dal fascino magnetico.
Sempre al Teatro San Giorgio, alle 22.30 va in scena uno dei progetti più acclamati (Disco dell’Anno 2010 nella classifica di Musica Jazz) del Francesco Bearzatti Tinissima Quartet: “Suite for Malcom X” (Francesco Bearzatti sax tenore, clarinetto / Giovanni Falzone, tromba, flicorno / Danilo Gallo contrabbasso, basso / Zeno De Rossi, batteria / Disegni di Francesco Chiacchio / Progetto video a cura di Antonio Vanni). Un tributo a una figura storica che ha caratterizzato l’aspetto più intenso della lotta dei neri d’America e anche lui ucciso per le sue idee, reso con la forza della musica e delle immagini: i quattro strumentisti del Tinissima, tra i migliori interpreti a livello nazionale, calcano tutto lo spettro coloristico con i loro strumenti, dal lirismo più intenso alle sonorità nervose della dance, fino all’hip hop, sulle musiche dello stesso Bearzatti, supportate dai disegni in proiezione appositamente creati da Francesco Chiacchio. Energia, libertà, creatività fanno di questo spettacolo ogni volta un unicum irripetibile e incredibilmente emozionante.

Alle 18 di venerdì 24 giugno, a Corte Palazzo Morpurgo è ospite Albert Hera (anche docente del workshop di improvvisazione corale il pomeriggio precedente) in concerto: ardito sperimentatore vocale, che con una coscienza assoluta del proprio strumento e un controllo tecnico sbalorditivo plasma la voce su suoni, ritmi, artifici e giochi di fiato che sembrano travalicare le possibilità fisiche. Demetrio Stratos e Bobby Mc Ferrin i capisaldi da cui è cominciato il suo lavoro, Hera oggi è una figura universale di riferimento per la ricerca sulla voce.
Torna poi, al Teatro San Giorgio alle 20, dopo l’entusiasmante performance dello scorso anno, la N.I.O.N (Not In Our Name) Orchestra, una “creatura” che Euritmica continua a sostenere e produrre: guidata dal poliedrico Claudio Cojaniz, pianista, compositore e direttore (gli altri membri: Giancarlo Schiaffini trombone, tuba / Francesco Bearzatti sax tenore / Danilo Gallo contrabbasso / Romano Todesco contrabbasso, fisarmonica / Zeno De Rossi batteria / Luca Grizzo percussioni ), quest’anno ospita un altro appassionato funambolo del pentagramma, il violinista rumeno Alexander Balanescu, interprete di punta del repertorio contemporaneo classico e non soltanto, visionario e geniale come si addice a un progetto tanto sincero e carnale come quello di N.I.O.N. “Maktoub” è il titolo del progetto di questa stagione, un grido infantile felice e disperato insieme: nell’idioma africano “Maktoub” significa “destino”.
La serata al Teatro San Giorgio prosegue, alle 22.30, con un illustre ospite d’oltreoceano. Figlio del celebre regista, il bassista Kyle Eastwood (portato alla ribalta dalle colonne sonore di “Milion dollar baby” e “Gran Torino”) fa ormai parte del circuito jazzistico internazionale: influenzato nel tocco e nella composizione dall’atmosfera smooth francese (a Parigi trascorre diversi periodi della sua vita) e dall’ascolto dei grandi americani (Davis, Basie, Ellington) che sin dalla prima infanzia lo accompagna in tutto il suo percorso, il nuovo progetto di Eastwood, “Songs from the chateau” ha accenni latini, non privi del ritmo trascinato del blues ed è caratterizzato da una serena e solare eloquenza espressiva, interpretata da una band affiatata e di ottimo livello (Martyn Kaine batteria / Andrew McCormack piano / Graeme Blevins sax / Graeme Flowers tromba).

Un tocco di colore e di “gusto” per ricordare l’iniziativa “Food&Drinks”, nell’ambito degli spettacoli al Teatro San Giorgio, il 22, 23 e 24 giugno, negli spazi esterni al teatro, durante la pausa tra il primo e il secondo concerto sarà disponibile un buffet di specialità gastronomiche in attesa del cambio del gruppo; il servizio rimarrà aperto anche alla fine della serata, con l’aggiunta di cocktail e long drinks.
Sabato 25 giugno la lunga giornata comincia già alle 17 a Corte Palazzo Morpurgo, quando Adriano Mazzoletti, figura storica dei programmi musicali di Radio Rai sin dalla fine degli anni Cinquanta, curatore di fondamentali pubblicazioni sulla storia del jazz, a Udine presenta il suo ultimo lavoro, commentandolo con Flavio Massarutto e Neri Pollastri: Il jazz in Italia. Dallo swing agli anni Sessanta, pubblicato da EDT, che sarà presentato poche settimane prima anche all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
A seguire nella stessa location alle ore 18 è atteso il concerto del Riccardo Morpurgo Trio (Riccardo Morpurgo pianoforte / Simone Serafini contrabbasso / Luca Colussi batteria): pianista triestino annoverato tra i migliori nuovi talenti in Italia da Musica Jazz, a Udine presenta un progetto nato durante la registrazione dell’ultimo cd, “Answering”, costruito su proprie composizioni e fondato sull’improvvisazione e la composizione istantanea, tanto ben riuscita quanto equilibrato ed empatico è l’interplay dei tre musicisti.
Un clima di festa che condurrà con entusiasmo fino alla fine della manifestazione caratterizza il concerto successivo del sabato: nel piazzale del Castello di Udine, alle ore 21, sale sul palcoscenico la Big Band “Città di Udine”, storica orchestra del capoluogo giuliano, formata da giovani (e meno giovani) musicisti friulani, alcuni dei quali già sulla ribalta come solisti. Attiva grazie al lavoro dell’Associazione Musicisti Jazz Friulani dal 1996, oggi la Band è diretta dal sassofonista Nevio Zaninotto (ottimo musicista e didatta, figura di riferimento del jazz regionale) e propone a Udine un omaggio al grande Duke Ellington con una serata, che si prospetta certo travolgente, intitolata “Ritorno al futuro”.
Di seguito il piazzale del Castello si appresta poi ad accogliere, a partire dalle 23, tre personaggi che non è difficile definire dei veri “miti” della storia della musica del secolo appena trascorso: riuniti nel nuovo progetto in trio, dal nome Black Stone Raiders, a Udine in esclusiva nazionale arrivano Jean Paul Borrelly, chitarrista eccezionale e universalmente riconosciuto come l’erede di Jimi Hendrix (ha suonato, tra gli altri, con Miles Davis, McCoy Tyner e Pharoah Sanders); il bassista Darryl Jones, che dopo aver suonato con Miles Davis, dal 1994 ha fatto parte dei Rolling Stones; e Will Calhoun, batterista vincitore di molti Grammy, che ha fatto parte, tra gli altri dei Living Colours, oltre che suonare con BB King, Wayne Shorter, Pharoah Sanders. Dei mostri sacri prestati dal rock e dal blues, con esperienze storiche epocali, che decidono di unirsi nel nome di un nuovo modo di fare musica improvvisando, e conoscendosi reciprocamente attraverso la loro arte, il loro linguaggio, le loro personalità rocciose, filtrate da esperienze ricchissime. Un concerto realmente imperdibile per poter vedere tre importanti “pezzi” di storia della musica fondersi insieme per una nuova creazione.
Domenica 26 e lunedì 27 giugno due serate fondamentali per il Festival, che chiude omaggiando l’attuale scena italiana con due personaggi d’eccezione, simboli il primo della più geniale musica d’autore, libera da ogni vincolo o definizione (e per questo profondamente “jazz” in tutte le sue espressioni) e il secondo di un importante sguardo verso il futuro del jazz più legato alla sua forma classica, passato (forse paradossalmente) alla ribalta grazie a una kermesse quanto meno inusuale per il genere: il Festival di Sanremo.
Una sorta di sfida, per voler “parlare” di jazz a tutti e con tutti: entrambi con inizio alle 21.30, nel piazzale del Castello di Udine, il festival Udin&Jazz 2011 ospita domenica 26 giugno Vinicio Capossela (“Marinai, profeti e balene”) e lunedì 27 Raphael Gualazzi (“Reality and Fantasy”).

Per entrambi gli artisti si vedano i comunicati ufficiali dei rispettivi tour (di seguito)
Non mancano, come sempre, le attività collaterali che riempiono le giornate festivaliere di didattica, di riflessioni, di convivialità, sempre all’insegna della musica e dei suoi tanti significati da condividere.
Dal 22 al 25 giugno, alle 12, all’Osteria Alla Ghiacciaia, gli artisti, i giornalisti, i critici e tutti quanti vorranno conoscerli troveranno del buon vino e un po’ di specialità locali agli “Aperitivi jazz”, ormai apprezzatissima consuetudine del festival.
Anche gli approfondimenti sulle varie e intersecanti forme della creatività non mancheranno, grazie a “Jazzformando”, a ritmo di apprendimento, workshop organizzato dall’Associazione Italiana Formatori, in collaborazione con ENAIP FVG e Euritmica e curato da EUPRAGMA: Fabio Turchini, Zlatko Kaučič, Claudio Cojaniz, Franco Feruglio i protagonisti che interverranno al laboratorio, mercoledì 22 giugno, dalle 10.30 alle 18.30 presso l’ENAIP di Pasian di Prato (UD).

E ancora: non può mancare la didattica, quest’anno ospitata nelle sale della Groove Factory (presso il Centro Commerciale Città Fiera di Martignacco): per la direzione artistica di Barbara Errico è quest’anno la terza edizione del workshop Cantare, interpretare, emozionare (18, 19 e 26 giugno) che vedrà esibirsi i migliori allievi a Corte Palazzo Morpurgo lunedì 27 giugno alle ore 18. Con il grande Alber Hera, invece, si potrà seguire un intenso laboratorio vocale sull’improvvisazione corale giovedì 23 giugno, dalle 16.30 alle 19.30.

Tag: , , .

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *