5 Maggio 2011

Grizon: “Lungomare di Muggia ridotto a una zona di guerra”

“Un vero disastro. Sono senza parole”. E’ sconsolato Claudio Grizon, capolista del Pdl alle prossime elezioni comunali a Muggia e candidato in Provincia sul collegio Muggia 5 -, dopo il sopralluogo effettuato nei giorni scorsi lungo tutta la costa con un gruppo di cittadini infastiditi per lo slogan elettorale “riprendiamoci la costa” lanciato da Nerio Nesladek.

In effetti la situazione in cui versano le piazzole sul lungomare di Muggia, nella zona dopo il molo a T, non è delle migliori. “Sono circa 600 metri di costa da sempre dedicata alla balneazione per le famiglie – spiega il consigliere Grizon – che d’estate ospita anche fino a un migliaio di bagnanti che ora è ridotta a zona di guerra: le piazzole in cemento sono state letteralmente divorate dal mare”.

“Mi chiedo come faranno i bagnanti a stendersi per prendere il sole su queste pietraie –prosegue Grizon – a cui Nesladek in questi anni non ha dedicato nessuna attenzione lasciando che il mare distrugga tutto”. A conferma dei rischi a cui si possono incorrere lungo quella spiaggia campeggia un cartello con un segnale di pericolo su cui c’è scritto “Attenzione Pavimentazione Sconnessa” sulla base di un’ordinanza emessa dal Circondario Marittimo del Porto di Trieste della quale il Comune certamente è informato”.

“Ebbene, nonostante questo scempio di abbandono ed incuria della costa – sottolinea ancora Grizon – Nesladek si diverte a coniare slogan che vista la situazione di degrado e abbandono gli si ritorcono contro: se avesse voluto davvero restituire la costa ai cittadini con pochi soldi, con le opportune autorizzazioni, nel corso di questi cinque anni avrebbe potuto sistemare quella zona assicurando la completa fruibilità della zona”.

“Giudichino i cittadini – conclude Grizon – se si poteva fare meglio e di più. Anche noi vorremmo che l’area ex Acquario sia riaperta alla gente ma ad oggi, secondo l’Arpa, è ancora parzialmente inquinata e da bonificare. Quindi Nesladek, anziché ostinarsi a far finta che l’area è fruibile ed aperta, assumendosi responsabilità gravissime, avrebbe potuto dimostrare che lui alla costa ci tiene veramente sistemando quelle piazzole martoriate dal mare alle quali, a questo punto, dovremo pensare noi”.

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29 commenti a Grizon: “Lungomare di Muggia ridotto a una zona di guerra”

  1. digei ha detto:

    non go parole… da anni oramai la costa de muggia xe abbandonada a se setessa e ai banganti, l’unic aroba che i ga fato xer sta meter i parcheggia apagamento per i stranieri de fora muja, ma renedeve conto dei…
    ma voelmo parlar del EX bango della polizia? una struttura oramai fatiscente ma ceh se ciapada per tempo fusi sta una manna per le casse del comun? a quel tempo (della chiusura) gavessi basta poco per rimetterlo in esercizio e inveze adesso xe tristemente un ricovero de gati e sariandole…

  2. effebi ha detto:

    muggia ? esisti !? veramente ?

  3. digei ha detto:

    skerza skerza, te vederà quando che i meterà i park a pagamento a barcola e a sistiana andarà solo i residenti in baia…

  4. Servolier ha detto:

    no go parole, xe una vergogna, e pensar che quando iero mulo la domenica andavimo sempre a farse el bagno a Muja, ‘ara cossa xe diventa’

  5. effebi ha detto:

    e chi scherzava ?

  6. effebi ha detto:

    per la precisione: “le piazzole” hanno uno sviluppo di nemmeno 200 mt (fonte googlemap)

    Un tanto per capire il problema (sia per chi il problema non l’ha ancora risolto come pure per chi ora lo solleva sparando numeri…)

    ma si sa, siamo sotto elezioni e il problema s’ingrossa …o s’affloscia a piacimento…

  7. viceversa ha detto:

    @ digei 3: i parchegi a Sistiana i xè già a pagamento de un par de anni e te auguro ndar parchegiar dentro parco caravella…

  8. viceversa ha detto:

    Ps: Duin tuta la vita!

  9. Tergestin ha detto:

    No so se qua xe muiesani in ascolto ma volessi domandarghe (anca se xe un quesito non atualissimo): cossa ne pense’ del complesso de Porto San Rocco?

  10. Radimiro Dragovic ha detto:

    Mi piacerebbe leggere il commento di Cosolini.
    Mi sembra puerile incolpare sempre il centrodestra della cattiva amministrazione. Oltre la regione Fvg ed il comune di Trieste, esistono anche Sgonico, Monrupino, Muggia e San Dorligo della Valle e ovviamente la provincia di Ts e non mi sembra che con il centrosinistra le cose vadano a gonfie e vele !

  11. Manuel Ikeya ha detto:

    no me par una situazion cussì grave se confrontada a come iera messo el lungomar quando andavo mi de picio al bagno la…
    prima andavo coi miei nonni al bagno della polizia, che iera un posto stupendo ma dopo savemo tutti come xè finì…
    dopo i miei nonni ga deciso de andar al bagno la davanti, la delle piazzole bianche… subito prima de rivar al bagno della polizia ghe iera una specie de capanna de pescadori che i ga tirà zo… sul fondo però xè rimasti pai de ruggine impiantadi sul fondo, tanto che una volta mio cugin se iera fatto un taio sulla panza…
    sotto a quela specie de moletto blu galleggiante che i metti desso in estate, ghe xè un moletto de cemento che sembra esser un’ex fognatura, e a noi ne tocava zogar la, dove se sbrisava de cagarse, ma no iera altro… el molo T, prima che i lo chiudessi e rifazessi, gaveva una tavola si e una no, tanto che una volta iero cascà in un buso e me iero verto mezza gamba (gaverò avù 10 anni)… e me ricordo che in tutta muggia no ghe iera una doccia!

  12. Nerio Nesladek ha detto:

    Ci sono le strumentalizzazioni elettorali, le chiacchiere da bar ed i fatti. Vediamo i fatti?
    1)quelle piazzole non sono proprietà del Comune e nemmeno, purtroppo, il bagno della polizia
    2)Da porto San Rocco ad Acquario non si può mettere un chiodo perchè nel 2003 (governava il centro destra!) quel tratto è stato inserito imprudentemente nel Sito Inquinato Nazionale
    3)Nel 2000 sul terrapieno di Acquario hanno scaricato materiale inquinato nessuno ha controllato malgrado i numerosi allarmi (sindaco a Muggia era prima Di piazza e poi Gasperini)e nessuno prima di noi si è mosso per iniziare il recupero
    4)nel tratto dopo Acquario,da Punta Sottile fino a Lazzaretto, era previsto un porto nautico privato.
    In tutti questi anni il signor Grizon e i sedicenti cittadini “infastiditi” non erano sulla luna, anzi il sigor Grizon assieme all’attuale candidato Prodan (allora vicsindaco) ricoprivano a vari livelli cariche pubbliche e di responsabilità.
    Noi abbiamo fermato il porto privato e abbiamo iniziato il recupero di Acquario e stiamo lavorando per poter bypassare il problema Sito Inquinato.Certo, un pezzo alla volta ci riprenderemo la costa..

  13. Nerio Nesladek ha detto:

    Scusate..ancora una considerazione di metodo.
    Se io fossi stato in questi anni a capo del centro destra muggesano ed avessi avuto a cuore il recupero della costa, mi sarei dato da fare presso la Regione ed il Ministero dell’Ambiente (politicamente “amici”) per portare a casa risultati più rapidi e poi, al momento buono, avrei giustamente vantato i miei meriti. Ed avrei contemporaneamente fatto una cosa buona per la città. Invece dal centro destra abbiamo solo denunce, esposti, indagini e pressioni per cercare di fermare il tutto. Noi siamo con la coscienza a posto, certo, ma sicuramente avremmo fatto pèiù velocemente se avessimo lavorato assieme…

  14. edo ha detto:

    mi me sembra che muja se molot leio de come iera con dipiazza e l’altro ….
    intanto a lazaretto i ga ripiana tutto ….

    quei della lega che i pensi a ballaman e le sue auto blu..

  15. Stè ha detto:

    Siceramente sign. Sindaco avrei reputato + alla sua altezza una dichiarazione ufficiale viste le sue ragioni, + ke un commento tra noi comuni elettori…
    Poi si sà sotto campagna elettorale tutto e responsabilità di altri…ma daltronde questo è il modo giusto di far politica in Italia!

  16. Davide ha detto:

    Stè, invece secondo postare un commento tra i “comuni elettori” è una cosa decisamente migliore di un freddo comunicato ufficiale, che non farebbe altro che mantenere le distanze tra “loro” e “noi”. Credo debba essere questa la democrazia e la comunicazione del futuro.

  17. effebi ha detto:

    bene, chissaà che non riusciamo ad avere qui tra noi anche Grizon
    http://claudiogrizon.blogspot.com/2011/05/le-piazzole-marine-non-sono-carico.html

    che tra l’altro denuncia anche un altro fatto:
    http://claudiogrizon.blogspot.com/2011/05/grizon-delfino-verde-senza-molo.html

  18. Marco ha detto:

    E’ una descrizione apocalittica e insincera.
    Quelle sono le condizioni annose di due piccoli tratti delle piazzole da anni. Prima era molto ma molto peggio. Il guard rail era una lama di ferro tagliente e il molo T si stava distruggendo.
    E’ da irresponsabili fare questa pubblicità a Muggia con foto che documentano una situazione che sette anni fa era peggiore e che tocca solo piccolissimi tratti. Tanto vale fotografare lo stato di numerose androne tra via Cavana e le rive e sbatterle sulla stampa: escrementi di topo, urina, legno marcio, calcinacci, tamarri che si fumano canne.
    Vedendo quelle immagini col cavolo che andrei a visitare tutta la bella zona di città vecchia, perché dovrei arrischiarmi ad entrare in un Bronx?
    Cosa sarà mai, allora, del panorama al tramonto, della collina di macchia mediterranea sovrastante, dell’acqua pulita! No, xe tuto un toco de asfalto disfà e alighe sui scoi de la costa, perché sì ah, se i ga fato la foto de zinque metri quadri sarà tuto cussì.

  19. effebi ha detto:

    quidi tutto è fermo a causa dell'”affare acquario”

    ma …aquario da chi e perchè è stato bloccato ?

    è sito inquinato ? si-no

  20. effebi ha detto:

    Le tre scimmiette

    dal Konrad n. 107 – Giugno 2011 – pag. 531.05.2005

    Il sito inquinato lungo la costa “balneabile” di Muggia

    Nell’agosto 2004 un gruppo di associazioni (WWF, Legambiente e Comitato SOS Muggia) denunciava alla stampa il pesante inquinamento, da rifiuti tossici e nocivi, sia nel terrapieno realizzato dalla società “Acquario” lungo la costa di Muggia, sia nell’area di Porto San Rocco.

    I dati erano desunti dal “piano di caratterizzazione”, cioè dalle analisi chimiche sui campioni di terreno, che la stessa Porto San Rocco aveva dovuto redigere in base alla normativa sui siti inquinati, dopo che l’area dell’interramento era stata sequestrata dai Carabinieri dei Noe.

    Reazioni indignate della società, che sosteneva di aver “messo in sicurezza” (in una specie di sacco impermeabile sepolto sotto la collinetta artificiale del Porto) tutti i rifiuti trovati nell’ex cantiere navale San Rocco e di aver scaricato nel terrapieno di “Acquario” soltanto terriccio pulito.

    Silenzio da parte delle istituzioni (Comune, Regione, ecc.).

    In dicembre, WWF e Legambiente tornano alla carica, inviando a tutti, ma proprio tutti, i rappresentanti istituzionali (sindaco Gasperini e tutto il consiglio comunale di Muggia, Illy ed i suoi assessori, tutti i consiglieri regionali, presidente della Provincia Scoccimarro, assessori e consiglieri provinciali, deputati e senatori eletti in Provincia di Trieste), un documento che riassume la questione, compresa un’eloquente tabella di dati, che testimonia come le concentrazioni di metalli pesanti (piombo, ad esempio), idrocarburi, ecc. fossero anche centinaia di volte superiori ai limiti di legge dentro il terrapieno di “Acquario”, notoriamente privo di qualsiasi protezione sul lato mare.

    Si tratta, viene evidenziato, delle stesse sostanze ritrovate nel 1997 nell’ex cantiere San Rocco, prima dell’inizio dei lavori di costruzione del porto nautico.

    Il documento riporta anche dichiarazioni dei responsabili di Porto San Rocco, secondo cui “lo sapevano tutti” che materiali provenienti da Porto San Rocco finirono nel vicino terrapieno a mare.

    Il problema è che il terrapieno avrebbe dovuto ospitare soltanto terriccio inerte ed assolutamente non rifiuti, men che meno se tossici e nocivi. Anche perché secondo le previsioni urbanistiche del Comune, l’interramento dovrebbe diventare un’area ricreativa e di balneazione…

    Pure stavolta, nessuna risposta dalle istituzioni. Forse perchè, appunto, tutti sanno.

    Sanno, ma magari preferiscono fare come le proverbiali tre scimmiette.

    Ai primi di maggio emerge con clamore, grazie ad ulteriori dati del piano di caratterizzazione, che anche all’interno di Porto San Rocco i terreni sono tuttora inquinati da metalli pesanti (arsenico, piombo, mercurio, cadmio, ecc.) e idrocarburi. Occorreranno altre indagini, per valutare la pericolosità sanitaria della situazione e definire le modalità della bonifica, ma i dati confermano gli allarmi degli ambientalisti. Stavolta reagiscono il sindaco Gasperini ed il vicesindaco Prodan. Il primo dichiarando di non saperne nulla (ma la conferenza dei servizi che ha approvato il piano di caratterizzazione è indetta dal Comune…). Il secondo sentenziando da un lato che “non c’è pericolo per la salute pubblica” (come fa a saperlo, visto che i tecnici non si sono ancora pronunciati?), dall’altro “non ho dubbi che molti inquinanti derivino anche da anni di fumi della Ferriera”. Peccato che nei fumi della Ferriera non ci siano gli stessi inquinanti trovati a Porto San Rocco. Peccato anche che il Comune di Muggia abbia sempre brillato, come tutti gli altri enti “competenti”, per la propria inerzia, di fronte all’inquinamento prodotto dalla Ferriera.

    Prosegue intanto, un po’ stancamente in verità, l’azione della magistratura, attivata dopo le prime denunce degli ambientalisti nel 2002, che ha rinviato a giudizio alcuni responsabili della società “Acquario” (tra i quali Manlio Romanelli, esponente di spicco della nomenklatura politica locale e tra l’altro vice presidente di Acegas APS). Dopo un primo rinvio, la prima udienza del processo è fissata al 13 luglio.

    Incombe purtroppo il rischio di prescrizione, perché in Italia i reati ambientali sono “di serie B” ed i fatti risalgono alla fine degli anni ’90. Magari, però, la Procura potrebbe rinviare a giudizio anche qualcuna delle “scimmiette” (e sono più di tre…).

    Dario Predonzan

    MA QUINDI OGGI IL SITO E’ (ANCORA) INQUINATO O NO !?

  21. effebi ha detto:

    se poi non sbaglio l’attuale sindaco Nesladek era allora presidente proprio di Legambiente che con la denuncia di fatto bloccò il progetto acquario.
    ma ora lo stesso sindaco ha aperto un varco per il passaggio nella zona inquinata…

    o non è (più) inquinata ?

  22. Marco ha detto:

    Affascinante come qualsiasi discorso di politica del territorio scivoli ineluttabilmente attorno a tre-quattro concetti.
    ACQUARIO FERRIERA EZIT RIGASSIFICATORE.
    Le piazzole tra san Rocco e punta Olmi non sono la zona Acquario.

  23. effebi ha detto:

    22 marco:
    vedi 12 N.N.

    “2)Da porto San Rocco ad Acquario non si può mettere un chiodo perchè nel 2003 (governava il centro destra!) quel tratto è stato inserito imprudentemente nel Sito Inquinato Nazionale”

    quindi le piazzole rientrano nel “no se pol per via che xe inquinado”

    o no xe inquinado ?

  24. effebi ha detto:

    e poi forse sarà il “pubblico” a non poter “mettere un chiodo”
    mi risulta che un “privato” stia aprendo (poco prima delle piazzole) una baracchetta gastronomica

  25. Marco ha detto:

    @Effebi: Sì, ma continua a non avere analogie con l’interramento di Acquario, che è stato messo in mezzo da Grizon. In zona molo T non c’è stato scarico di materiale, non c’è nessun terrapieno, la gente non ha mai smesso di andarci a nuotare.

    Quanto all’altra denuncia di Grizon (quella sul molo di Caliterna, http://claudiogrizon.blogspot.com/2011/05/grizon-delfino-verde-senza-molo.html ), perché non vediamo un po’ le foto di Caliterna quando il mare è mosso? L’attracco attuale del Delfino Verde non è bello, ma è protetto dal braccio esterno della diga. Lo molo di Caliterna, invece, è stretto, basso ed esposto a tutti i venti, sicché è coperto dai marosi già con bora media quando i traghetti ancora circolano. Posso dir che el xe ssai cocolo e ornamental, ma poco bon per el sbarco de passegeri.

  26. effebi ha detto:

    marco… marco…

    è nerio nesladek che scrive:

    “Da porto San Rocco ad Acquario non si può mettere un chiodo perchè nel 2003 (governava il centro destra!) quel tratto è stato inserito imprudentemente nel Sito Inquinato Nazionale”

    e le piazzole sono inluse in quel tratto.
    quindi nulla si può fare in quel tratto, nemmeno “mettere un chiodo”.

    mi chiedo allora come mai si sia potuto intervenire -proprio in questo ultimo periodo- per sistemare proprio la zona “acquario” relizzando la passeggiata a mare.

    forse con quei schei si potevano sistemare le piazzole (!?) dove almeno è consentita la balneazione… mi sembra.

  27. sergio ha detto:

    @ al sindaco di Muggia

    Da porto San Rocco ad Acquario non si può mettere un chiodo perchè nel 2003 (governava il centro destra!) quel tratto è stato inserito imprudentemente nel Sito Inquinato Nazionale
    io penso che in 5 anni di sindaco qualcosa di più si poteva fare,

  28. Nerio Nesladek ha detto:

    Il tratto da Porto San Rocco a punta olmi(subito prima di Acquario) è a tutti gli effetti Sito Inquinato Nazionale nel tratto marino: non è quindi possibile attualmente nessun intervento dal bagnasciuga verso il mare. Ci siamo fatti un mazzo grande come una casa per toglierlo da quell’assurda posizione finora però senza successo (tutto è legato alla soluzione generale del problema Sito Inquinato).
    Acquario invece non rientra nel sito inquinato nazionale, ma è inquinato per conto suo. Il mare antistante invece è pulitissimo. Siccome la scogliera di protezione stava crollando miseramente con il rischio di propagazione inquinamento, siamo intervenuti d’urgenza: ecco perchè sono stati fatti quei lavori.
    Il terrapieno presenta delle zone più inquinate, altre meno: per viverci sopra 24 ore su 24 necessita di una messa in sicurezza di tutta l’area, per starci 8 ore al giorno (bambibni esclusi) molta parte potrebbe essere già utilizzata (questo ci dicono ufficialmente i dati: ma noi voglliamo una restituzione completa.
    In questi 5 anni abbiamo: dissequestrato l’area di Acquario, trovato i fondi per fare la caratterizzazione, l’abbiamo messo in sicurezza rifacendo tutta la protezione a mare e ora, entro cinque mesi predisporremo il progetto di bonifica. Francamente non mi sembra poco e basta veder la differenza tra prima e ora. Ci tengo a precisare, inoltre, che tutte le spese sono state accuratamente annotate e non appena il tribunale ci dirà di chi è la colpa noi presenteremo il conto..

  29. Nerio Nesladek ha detto:

    Sull’attracco di Caliterna, che dire?? Un bel tacer non fu mai scritto..
    A parte che ancora non si sa chi ha avuto la bella idea di realizzare un attracco esposto alla bora!
    Ma il bello è che nessun perito voleva collaudare quell’opera, costata ben più di un milione di euro e realizzata così bene che non appena siamo arrivati abbiamo dovuto adire alle vie legali per far rifare quasi complpetamente il corten e molti altre strutture: pioveva negli uffici, fischiava il vento e colava la ruggine… La controversia (che ci ha visti dalla parte della ragione) si è composta solo recentemente e, come tutti hanno potuto vedere, la struttura è stata rifatta…

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