I cosplayer a Udine sembrano non conoscere ostacoli né confini. Escono dalle fottute pareti. Si travestono talmente bene da asiatici che sembrano veri, per dire. Qualcuno si traveste anche da sindaco di Udine o da membro dello staff; perché le solite geishe, i soliti samurai, i soliti super sayan hanno francamente rotto i coglioni.
Sono riuscito pure a vedere gentaglia del genere Gothic Lolita: di norma dei cessi abnormi che per l’occasione si truccano pesantissime in modo da risultare un pelo appetibili. O quantomeno per confondere le idee. Roba per chi ama il visual key spintissimo, i film di lupi mannari e mostri marini ed il surrealismo in generale. Astenersi over 30, gente troppo allegra e persone normali.
Poi ci sarebbe anche chi si traveste da intenditore di cinema, ma per fortuna non è tanto appariscente e chiassone. Ce n’è però un tipo ancora più subdolo, che purtroppo sta prendendo piede tra i tavolini del bar del foyer del Giovannone (altri due “del” di fila, ed era record europeo): il giocatore compulsivo di Mahjong – o quel cazzo che è.
Un consiglio, cari amici giocatori: non essendo il Mahjong la briscola chiamata, evitate di sbattere e remenàre pesantemente le tessere sul tavolino.
Altrimenti chiamo il cosplayer vestito da Mazinga e poi sono cazzi vostri.
Giornata cinematografica divisa in due tronconi, con la commedia coreana delle 16.45 a fungere da spartiacque: mattina inoltrata/primo pomeriggio coi coglioni mantecati grazie a due drammoni inutilmente lunghi, serata con action thriller a pallettone per risollevare fino al minimo sindacale quello spirito tamarroide che alberga in tutti noi.
La palma di film “flop” va inesorabilmente al giapponese Villain: se fosse finito mezz’ora prima (finale aperto, col protagonista che sotto il diluvio e mentre sta per consegnarsi alla polizia si volta un istante verso la sua amata) avrebbe avuto una palla in più; con questo finale inutilmente stiracchiato le palle in più diventano due, le mie, e pure belle grandi.
La palma di film “top” invece se la aggiudica prepotentemente il coreanissimo gangsterone The Man From Nowhere di LEE Jeong-beom: suspence, azione, ritmo, fotografia e sceneggiatura top mondo per un altro prodotto (per me allo stesso livello di No Mercy for the Rude) di un genere ormai collaudatissimo ma pur sempre innovativo e mai ripetitivo e banale.
Giudizi (espressi in palle):
09.15 – Sabi Otoko Sabi Onna – Quirky Guys and Gals di autori giapponesi vari / 3 palle
10.55 – Floating Lives di NGUYEN Phan Quang Binh / 3 palle
14.15 – Villain di LEE Sang-il / 2 palle e mezza
16.45 – My Dear Desperado di KIM Kwang-sik / 3 palle e mezza
20.00 – Buddha Mountain di Li Yu / 3 palle e mezza
22.00 – The Man From Nowhere – di LEE Jeong-beom / 4 palle e mezza
00.15 – The Stool Pigeon – di Dante Lam / 3 palle e mezza
La pheega del giorno:
la giapponese Sakuraba Nanami, che interpreta Chiharu in Sabi Otoko Sabi Onna – Quirky Guys and Gals.
La perla del giorno:
«hai detto che sono un cane? Allora lo hai fatto con un cane! WOOF! WOOF! Ehi! Sentito tutti?!? Lei lo fa con i cani! WOOF!» (detta da Dong-cheol a Se-jin nel film My Dear Desperado).
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