21 Aprile 2011

Niente Decathlon a Trieste. Rovis: “Bloccati anche gli altri centri monomarca, persi 500 posti di lavoro”

“La Fondazione Gaslini blocca i propri investimenti. L’assenza di risposta alla proposta di insediare un centro monomarca (Decathlon) fa fuggire l’imprenditore. Come è ovvio. Stessa sorte per altri sei interventi, programmati da privati in città. Per complessivi 100 milioni di investimento e 500 nuovi posti di lavoro. Destinati soprattutto ai giovani”. Paolo Rovis, assessore uscente della giunta Dipiazza, nonchè ricandidato al consiglio comunale nella lista del Pdl, ricorda che “la delibera che dice “sì” agli investimenti ha in calce la mia firma. Data 30 luglio 2010″.

Sottolinea Rovis con amarezza, sul suo blog: “Da allora una girandola di tentennamenti. Sulla delibera deve esprimersi il Consiglio comunale. Ma non è mai arrivata all’aula. Una serie di atteggiamenti che nemmeno nell’Unione Sovietica si usavano (“dobbiamo vedere, capire, cosa vogliono vendere, c’è bisogno o no di quello che vogliono vendere, ma poi c’è troppa concorrenza, si è vero che i Triestini vanno comprare in Friuli ma ai piccoli negozi cosa diciamo…”) ha bloccato l’iter. Ferma contrarietà è stata espressa dal Sindaco e da alcuni Consiglieri comunali.
Per quanto mi compete, il percorso si è concluso in quel 30 luglio 2010. Positivamente. Poi la palla è passata ad altri. Che l’hanno fatta rimbalzare, finché si è bucata e sgonfiata. Così come si sono sgonfiati gli investimenti. E i posti di lavoro a Trieste. Forse apriranno Decathlon in Slovenia. E assumeranno giovani Sloveni. E i 18.000 Triestini all’anno che acquistano da Decathlon Udine invertiranno la rotta e spenderanno i loro soldi da Decathlon Slovenia. Ovunque, insomma, meno che a Trieste. Perché per qualcuno a Trieste no se pol”.

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27 commenti a Niente Decathlon a Trieste. Rovis: “Bloccati anche gli altri centri monomarca, persi 500 posti di lavoro”

  1. capitan alcol ha detto:

    Però si ricandida con gli stessi. Perseverare autem diabolicum…

  2. Paspartù ha detto:

    Ma la smetteranno una buona volta di chiamare “posti di lavoro” quelli che (con diverse formule ed acronimi)non sono altro che incarichi a tempo determinato, precariato spinto e soggetto a tutti i capricci del “mercato”. Il lavoro è altra cosa.

  3. Nastro ha detto:

    Basterebbe consigliare Dacathlon ad aprire il loro negozio a Montedoro visto che il sito e’ perennemente vuoto o aspettare qualche mese ed aprirlo al Giulia (altro centro sulla via di chiudere) O si vuole costruire un’altra cattedrale nel deserto? Cominciamo a decuplicare l’ICI per tutti quei negozi che rimangono sfitti in centro ( visti gli esosi affitti) e ridiamo vita al centro stesso: tanto l’acquirente se vuole uscire da Trieste lo fa comunque.

  4. Mentat ha detto:

    @Paspartù: il lavoro sarà anche altra cosa, ma intanto così non avremo né i posti “soggetti ai capricci del mercato” né quelli a vita, tetragoni a ogni movimento di mercato.

  5. massimilianoR ha detto:

    cominciamo ad utilizzare spazi vuoti già esistenti (sulle rive, vecchi negozioni sfitti e cadenti, etc), altro che creare capannoni che oltraggiano il paesaggio. altrimenti la soluzione è proprio la slovenia. i gruppi grossi come decathlon etc., nn hanno alcun problema a pagare affitti elevati (vedi H&M in corso italia). e le seghe mentali del consiglio comunale sull’opportunità o meno di aprire negozi del genere sulla base di valutazioni merceologiche, mi fanno ridere. se ragionassimo così, il giulia, montedoro e le torri andrebbero rasi al suolo, a parte il food, l’elettronica e lo sport.

  6. Stufo ara! ha detto:

    Ma ancora con ste bale… ma non basta veder svodi il giulia, le torri e montedoro? Se sa ke la teseco aprirà un’altro megamercato dove iera i serbatoi de montendoro? xe tute speculazioni e cementificazioni a perdere. Semo in crisi e non xe trippa per gati, semo sempre de meno… e lori espandi! Vergogna!

  7. Srečko ha detto:

    Perche’ si parla di 500 posti di lavoro? Sono ex novo? Non credo, perche’ non e’ che si troverebbero acquirenti del tutto nuovi per questo centro commerciale. Qualcuno ne perderebbe, perche’ una parte si trasferirebbe in questo centro nuovo. Pertanto nei centri esistenti ci sarebbero dei posti di lavoro in diminuzione. Ergo alla fine ci sarebbe solo un rimescolamento di carte. Chi oggi lavora al Giulia andrebbe al Decanonsoche…

    500 posti sono un miraggio!!!

  8. arlon ha detto:

    Penso che un decathlon o simili se possi farlo benissimo in zone centrali o semicentrali, senza grandi problemi.

    Più che altro, ma la zona Gaslini, no xe dentro el porto e quindi regolada da leggi internazionali/etc?

  9. Stefano Bertuzzi ha detto:

    Al di là del Decathlon si conferma che questi qua son divisi su tutto… e si ripresentano alle elezioni come amiconi!

  10. Mi ha detto:

    A Udine Decathlon funziona, ga un megaparcheggio gratuito (al Giulia e alle Torri no) e mi go trovado diverse persone che conosso de Trieste.
    Se a Trieste no i vol farlo, scomettemo che li farà in Friul? E cussì qualche triestin co andarà in friul a magnar, comprerà qualcossa…
    Per i 500 posti… anche se fossi solo 50, ma i ga un lavor, saria za ben… ma forsi no i sta cussì mal, visto che i ristoranti anche in mezo ala setimana i xè pieni…

  11. Lasko ha detto:

    @ arlon
    La zona ex Gaslini non è parte del porto, tantomeno parte di un puntofranco… In ogni caso inviterei tutti i solerti commentatori ad evitare di invocare trattati di pace di 64 anni fa per giustificare l’immobilismo di questa città.

  12. arlon ha detto:

    @Lasko: ?
    Se fosi stado dentro el porto, xe solo che “normal” che fosi nati longhi de cui no i voli parlar, ma che blocasi tuto al istante.

    Se, come te me disi, xe fora, alora probabile che xe solo beghe personali fra i soliti.

  13. Maximilian ha detto:

    Decathlon da solo sarebbe un grosso traino per Montedoro…..ci va mezza Trieste tenendo conto che è una città dove molta gente fa sport anche amatoriale fino ai 60 e passa anni, poi c’è chi arrampica, chi fa trekking….

  14. Tergestin ha detto:

    Verzer qualche fabrica in quela selva de capanoni abandonai ciamada “zona industriale” per crear VERI posti de lavor e nel fratempo iniziar la ricolocazion dei operai dela Feriera par una bruta idea?

  15. mutante ha detto:

    un esempio: farse dar un capannon in slovenia xe quasi gratuito a tutte le nuove imprese per i primi quattro anni. farse dar un capannon dall’ezit a prezzi folli xe come vinzer l’enalotto.

  16. alpino ha detto:

    non fatevi abbindolare dal sistema della GDO, non vi è bastata l’illusione IKEA ke ha posto termine a molti contratti prima di Natale? movimentano i contratti a tempo indet da altre sedi verso le nuove, poi chiamano dei tempi determinato per il lavoro grosso e di sistemazione in ogni filiale gdo ci sono lavoratori che sono preposti agli spostamenti di sede in sede fin da subito, ad esempio qui a Padova vai al brico e ti becchi tutti ragazzi toscani a mondoconvenienza sono tutti fi giu…
    500 posti di lavoro con il binocolo!

  17. Ercole ha detto:

    Bon bon, se non xe lavoro a vita con la 16ma pagada e 78 giorni de ferie non ve interessa, go capì…. capisso ben che chi disi ste robe ga el cul pien.

    Rovis che attacca la sua giunta e si ricandida per farne una uguale se devi esser immonì del tutto, me spiasi perché cusì a vederlo senza conoserlo me pareva un cocolo.

    Comunque no i xe votabili nepur de loro stessi oramai e speremo che vinzi Cosolini o qualchedun altro che tegni lontan dalla cheba sti qua che se adesso. Chi vien, anche se no fa niente, solo a tenir lontan dalla caregha questi fa già un bel servizio civico.

  18. massimilianoR ha detto:

    quoto alpino. a ud da unieuro (tavagnacco), per anni hanno lavorato ragazzi di trieste ex side, ricomparsi dopo le chiusure triestine dei punti vendita.

  19. lcoroll ha detto:

    QUOTO AL 1000%
    “Chi vien, anche se no fa niente, solo a tenir lontan dalla caregha questi fa già un bel servizio civico”

    Buona Pasqua!

  20. g Lau ha detto:

    bastassi che il 60% delle cose vendute al decathlon e negli altri grandi centro commerciali siano prodotte in Italia e non nei paesi asiatici – si sarebbe lavoro per tutti! – bhe certo dovremmo rinunciare a pensar di arrivar alla pension o star a casa in caso di malattia ecc. finchè non ci adegueremo a questo tipo di vita l’economia italiana non migliorerà, perchè da un altra parte costerà sempre meno. centri commerciali o negozi aperti 24 ore su 24 non potranno aiutar a crear lavoro- purtroppo!!

  21. Francesco ha detto:

    Perché allora non si e’ dimesso?

  22. Paolo Rovis ha detto:

    Ercole: “Rovis che attacca la sua giunta e si ricandida per farne una uguale se devi esser immonì del tutto, me spiasi perché cusì a vederlo senza conoserlo me pareva un cocolo.”

    Grazie per il simpatico commento e per il “cocolo”! Il post completo è sul mio blog e su Facebook. Non attacco da nessuna parte “la Giunta”. Che del resto non ha titolo per esprimersi. Lo può fare solo il Consiglio comunale. Io ricandido coerentemente con il PdL, che non ha mai espresso contrarietà alla mia delibera. I candidati contrari sono in altre liste: in parte a destra, in parte a sinistra.

    Per quanto ai 500 posti di lavoro, sono tutti veri. Previsti in 7 diverse attività. In particolare Leroy Merlin: sarebbe stato l’unico punto vendita della Regione. Saltato anche quello e con esso la possibilità di riconversione di un paio di aziende già esistenti. Che quindi chiuderanno e licenzieranno.

    Posti di lavoro a tempo determinato? In buona parte si, come in tutta Europa e come in tutte le aziende. Ma se fa schifo e si preferisce la mancanza di opportunità – come da qualche commento traspare – allora forse è giusto che imprenditori privati investano altrove.

  23. Nastro ha detto:

    Spett Dott Rovis: non facciamo inutile propaganda su pseudo opportunita’ di lavoro: possiamo paragonare la ventilata apertura di altri mega negozi e o centri commerciali al principio di Torricelli: essendo l’utenza di Trieste quella che e’ automaticamente si sposterebbe dal punto vendita vecchio a quello nuovo: pensa che con l’apertura di Decathlon non ne andrebbe a risentire ad esempio Sportler? Ribadisco il concetto che bisogna incentivare l’apertura di negozi sia piccoli che medio grandi in centro: ma sino a quando gli affitti (drogati dalle offerte di banche o assicurazioni) non scenderanno a livelli accettabili cio’ risultera’ impossibile; a questo punto l’aumentare anche di 10 volte l’ICI degli immobili sfitti potrebbe essere una soluzione

  24. Francesco ha detto:

    Il punto e’ capire che siamo in un regime di libertà di impresa.
    Non a caso la recente sentenza del tar(se non sbaglio) pubblicata sul piccolo lo stesso giorno dell’articolo su decatlon dice che non si possono imporre limiti alle aperture. Magari ci vorranno tre anni perché la nostra normativa regionale lo recepisca e nel frattempo questi apriranno a Koper e noi andremo a comprare li.

  25. Stufo ara! ha detto:

    Ideona, Rovis ciote il casinò, il decatonton, e il rigass., che te piasi ssai, e metili tutti insieme a casa de dipiazza… e speremo nel botto!

  26. Paolo Rovis ha detto:

    Nastro: grazie per il “dott.” ma anziché terminare l’Università decisi, a suo tempo, di dedicarmi all’impresa della mia famiglia.

    Il suo ragionamento sarebbe valido se vivessimo entro una cinta di mura medioevali. Ma un territorio deve attrarre, non mantenere lo status quo né, tanto meno, allontanare. I diciottomila triestini che comprano ogni anno a Decathlon Udine lo fanno perché qui non c’è. Gli Sloveni e Croati che vanno da Ikea forse si fermerebbero (anche) qui se ci fosse il concorrente Leroy Merlin (proposto ma bloccato anch’esso).
    Aumentando l’offerta aumenta l’utenza: mi sembra semplice.

    Per il resto – piccoli negozi in centro ecc. – non è la politica che fa decidere a un imprenditore dove aprire e quanto grande dev’essere la sua attività. Uno investe i propri denari dove e come vuole, soprattutto dove e come gli conviene.

    Sui locali commerciali sfitti e sul deterrente fiscale: sarei d’accordo, ma c’è un tetto massimo per legge da poter applicare come aliquota ICI. E quello applicato a Trieste è, appunto, il massimo. Quindi la soluzione, seppur condivisibile, non è praticabile.

  27. Francesco ha detto:

    E vero l’ultima parola l’ha il consiglio comunale. Di norma pero’ Prima una delibera passa in giunta e poi va in consiglio comunale.
    Peccato che il consiglio non abbia mai potuto discutere perche’ non e’ mai stata portata la delibera nemmeno in giunta. Di cosa parliamo? Son gli uffici comunali ad aver fatto il loro lavoro di istruttoria delle domande. All’assessore toccava di portare la delibera in giunta e consiglio cosa che mi pare non sua avvenuta.

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