16 Aprile 2011

Ulivo asciutto, uova bagnate. Ulivo bagnato, uova asciutte

Un tempo la domenica degli ulivi o delle palme sotto i volti di Senaus (piazza sant’Antonio) e della casa di Volchero degli Ungrispach, in piazza del Duomo, venivano messi in vendita i rami d’ulivo che si portavano a benedire nel Duomo. Venivano benedetti dall’arcivescovo, prima della processione e della celebrazione della messa. I rami benedetti si portavano poi a casa dove si bruciavano quelli dell’anno precedente.
Dalle condizioni meteorologiche della domenica delle palme si traevano poi le previsioni per il giorno di pasqua, infatti si diceva: “Ualiv sut, us bagnàs; ualiv bagnàt, us sus”. E le condizioni del tempo erano molto importanti perchè per il giorno di pasqua c’era grande attesa per poter sfoggiare l’abito e le scarpe nuovi e non ci si poteva permettere il lusso di farseli rovinare dalla pioggia, dovevano durare in buono stato fino all’inverno successivo. Quindi se pioveva era meglio indossare sì gli abiti nuovi, ma era invece opportuno ripiegare sulle scarpe vecchie, per non rischiare!
Dal lunedì che seguiva “le palme” in piazza Corno venivano già messi in vendita gli agnelli che finivano sulla tavola pasquale, in piazzetta davanti all’arcivescovado si trovavano i prosciutti nostrani e sui banchetti del Travnik si potevano acquistare l’uva passa e le noci indispensabili per la preparazione dei dolci pasquali. I pasticceri esponevano nelle vetrine dei loro negozi le pinze, le titole e le colombine, i tipici dolci del periodo, da acquistare per chi non li confezionava in casa. Le case venivano ripulite, spolverate ed era insomma tutto un attendere la pasqua. Ai bambini soprattutto piaceva molto colorare le uova ed era un’impresa non facile in quanto bisognava farlo in modo che rimanessero commestibili. Chi non era particolarmente abile usava le bucce della cipolla rossa immerse nell’acqua in cui erano messe a bollire le uova per renderle sode, funzionava anche con gli spinaci o la cicoria di campo, ma rimanevano un po’ sbiadite!
Le cerimonie religiose della settimana santa erano seguite soprattutto a partire dal giovedì, ma ai bambini piaceva suonare per le strade dei borghi le raganelle, il cui suono gracchiante sostituiva quello delle campane che rimangono mute nei giorni di passione. Oggi non si sentono più e nel caos dei rumori della città nemmeno ci si accorge se le campane non suonano.

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2 commenti a Ulivo asciutto, uova bagnate. Ulivo bagnato, uova asciutte

  1. Milost ha detto:

    Se posso aggiungere: la prima domenica delle palme fu la replica di una festa pagana di primavera. Che il Gesù storico ne sia stato il protagonista rafforza il senso della primitiva celebrazione di una divinità solare, portatrice della primavera( nella settimana santa c’è anche il plenilunio di primavera)e di un nuovo sole ( quello che poi trionferà simbolicamente a Pasqua).

  2. digei ha detto:

    a Trieste se disi:
    se no piovi sule palme, piovi sui ovi
    me piasi de de più de quel usus etc….. 🙂

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