6 Aprile 2011

Cosolini: “Vita culturale triestina mortificata negli ultimi dieci anni”

“Ridare nuovamente un ruolo internazionale alla cultura e alla produzione culturale triestina”: è questo l’obiettivo annunciato dal candidato sindaco del centrosinistra Roberto Cosolini, che ha incontrato il variegato mondo degli “addetti ai lavori” durante il Forum intitolato “Risorse ed Opportunità per la Città della Cultura”, tenutosi lunedì al Teatro dei Fabbri. A introdurre il dibattito la Presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat, che ha delineato competenze e lavoro svolto dall’amministrazione provinciale: recupero del teatrino dell’ex Opp, nascita della Casa del Cinema, mostre come quella di Spacal o Unica solo per citare degli esempi.

«In questi ultimi dieci anni la vita culturale triestina è stata mortificata, negandole quella sua innata apertura verso il suo universo di riferimento, che è tracciato dalle rotte delle navi e dei mercanti, dalla sua vicenda di città di confine, dal suo essere anello e cerniera tra mondo occidentale e orientale» ha sintetizzato Cosolini. «La cultura a Trieste ha una storia e una vivacità tali da non poter essere guardata da un’unica angolatura».

Le proposte del candidato sindaco partono da un assunto chiaro: «Il Comune ha il compito di tracciare la linea di indirizzo e di coordinare le realtà che operano con competenza e professionalità sul territorio, favorendo le sinergie e promuovendo il patrimonio culturale della città come un variegato spettro di offerte, quando non un singolo “grande evento”. La politica culturale del Comune, in compatibilità e sintonia con quanto di buono fatto dalla Provincia in questi anni, deve essere innanzitutto il riflesso di un cambio di atteggiamento nei confronti delle iniziative più importanti, che l’amministrazione locale deve supportare e promuovere, favorendo un significativo e reale coinvolgimento della popolazione e del territorio. Fornendo un contesto propizio a tali eventi, infatti, la cultura può essere sempre più volano anche per il turismo, apportando nuova linfa a settori come il commercio e la ristorazione».

L’ampio dibattito ha toccato temi come la necessità di una calendarizzazione precisa degli appuntamenti per evitare dannose sovrapposizioni; è stato ribadito il problema della carenza di spazi ed è stata caldeggiata la nascita di uno sportello per l’aiuto alla compilazione dei contributi e la segnalazione di bandi, concorsi e fondi. Più volte è ritornata l’immagine di Trieste letteraria come possibile “brand” della città.

«La cultura nella sua globalità ha bisogno di stanziamenti» ha commentato Cosolini «ed è inammissibile che i fondi europei – spesso riservati a iniziative di tutela e promozione del patrimonio – cui Trieste ha avuto accesso nel 2010 abbiano raggiunto la risibile somma di 25.000 euro. La nostra città merita di più».

«Serve – conclude Cosolini – riproporre a Trieste un grande evento, dopo l’inopinata cancellazione di Fest, e va ridata dignità ad una rete museale di qualità, oggi penalizzata da scelte discutibili di oscuramento. Il patrimonio culturale del Comune è un valore, penso anche alla Biblioteca civica e al sistema bibliotecario in generale, che in questi anni non è stato sostenuto, nonostante la nostra Biblioteca civica sia una realtà primaria a livello nazionale».

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6 commenti a Cosolini: “Vita culturale triestina mortificata negli ultimi dieci anni”

  1. Federer ha detto:

    per Cosolini e Poropat la proposta di cultura è chiamare al Teatro Romano Vladimir Luxuria…(come ha fatto la provincia qualche anno fa)…che tristezza…….non se ne può più di questi comunisti radical chic…voi mortificate Trieste

  2. francesco ha detto:

    Che la Poropat lamenti che la cultura sia stata mortificata in città in questi anni sembra un controsenso. Ma come? Detto da chi è stato presidente della provincia per 5 anni ed aveva come cavallo di battaglia della sua campagna elettorale il “Distretto Culturale”.
    Che fine ha fatto questo progetto? Quanto è costato sino ad oggi? Quali i risultati raggiunti?

  3. Tergestin ha detto:

    Odio, per la giunta comunal che gavemo avudo la cultura xe alestir sagre dela Sardella nel migliore dei casi o nel pegior far robe come meter un bel museo dedicado ai fassisti, in via Ghega tra l’altro: do’ portoni a fianco del edificio dove xe stadi impicai 51 partigiani sule scale.

    E tante altre bele robe del genere. Diria che xe el caso de cambiar aria, specialmente in una cita’ dove el turismo xe de stampo cultural e se ga tante ocasioni e tanti modi per rivalutarlo.

  4. capitan alcol ha detto:

    Ma radical chic è un’offesa?

  5. Servolier ha detto:

    ma vardilo, cio’ Cosolini el ga un facion de cativo, ma cussi cativo che al confronto Darth Vader me par Padre Pio

  6. Stefano Bertuzzi ha detto:

    E’ innegabile che la cultura sia stata pesantemente mortificata a Trieste in questi ultimi 10 anni: è una deriva purtroppo di tutto il paese, d’altra parte abbiamo un ministro che dice: “La cultura non si mangia”! Ma una città che vuole puntare anche sul turismo, a meno di 2 ore da Venezia, in una posizione geografica privilegiata per i turisti diretti in Croazia o in Austria, deve avere dei forti richiami per chi potrebbe fermarsi qualche giorno spendendo tanti soldi!

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