31 Marzo 2011

I treni e gli interessi contrapposti dei pendolari

Dal blog di Sara Rocutto

Da due mesi e mezzo faccio la pendolare sui treni. E dato che da questa sera alle 21.00 a domani sera alle 21.00 i dipendenti delle ferrovie sono in sciopero (qui l’elenco di quelli garantiti in FVG), mi pare giusto fare oggi una raccolta di cose che ho osservato.

Sui treni dei pendolari la maggior parte dei viaggiatori sono… pendolari. Gente che va a a lavorare, studenti universitari e un universo variegato di ragazzi delle scuole superiori.

Ebbene: ho osservato attentamente il comportamento di questi gruppi e ho scoperto che se scendere dal treno e raggiungere la strada talvolta richiede un tempo molto lungo e fastidioso legato ad intasamenti vari, beh, la colpa è un po’ di una somma sbagliata tra capre e cavoli.
Infatti affinchè tutto funzioni al meglio è necessario che tutti remino nella stessa direzione, no? Ebbene questo non accade nei treni dei pendolari.

Nei treni dei pendolari viaggiano assieme gruppi con interessi fortemente contrapposti: mentre chi va a lavorare o all’Università maledice i ritardi perchè sono minuti, ore, di lavoro in più da fare magari nel pomeriggio, per gli studenti i ritardi sono una vera pacchia. Quando un treno è in ritardo, si ferma in mezzo alla campagna, loro gioiscono nel profondo, pianificano se vale la pena entrare con un’ora di ritardo, rintracciano col cellulare l’amico al primo vagone, si accordano per una colazione lunga al bar tal dei tali. Per gli studenti il ritardo del treno è una fatalità per rincorrersi l’un l’altro e raccontarsi storie ed è tutto un chiacchiericcio e uno scherzo che fa molto più rumore del mugugno di chi va a lavorare. Che secondo me significa che questo gruppo è più forte di ogni altro gruppo presente sul treno, o no?

E anche se il treno arriva in orario gli interessi contrapposti emergono fortemente: i ragazzi scendono le scale come lumache, difendendo il loro interesse al ritardo, si aspettano l’un con l’altro proseguendo nel loro modo, nel loro mondo. Chi invece deve andare a lavorare cerca di disvincolarsi, tra scarpe lente e zainetti penzolanti. E quasi sempre maledice quei 4 minuti d’intasamento.

Allora forse occorrerebbero treni per studenti e treni per i pendolari, treni che ogni tanto possono a sorpresa fermarsi per far passare un merci (ma non troppo spesso, ogni tanto) e treni che invece arrivano sempre puntuali. Allora ecco ognuno avrebbe i propri interessi soddisfatti e le ferrovie meglio saprebbero far contenti gli uni e gli altri.

Ecco, non so se la mia analisi è corretta. Ma mi sembrava utile dire che a volte ci impuntiamo sui non funzionamenti e ci pare impossibile che le cose vadano a rotoli e a qualcuno vada bene così. Ma il senso dell’andare a rotoli è relativo.

Potrebbe essere un esperimento interessante per verificare la mia analisi ristrutturare gli istituti scolastici rendendoli belli ed accoglienti, magari pensando a qualche evento stimolante come laboratori e incontri con persone meritevoli, oppure pensando a un modo nuovo di interrogare gli studenti per fare in modo che la paura non li tormenti di continuo.

Secondo me gli interessi contrapposti convergerebbero e col tempo, se la legge della domanda e dell’offerta funzionano ancora, i treni comincerebbero ad arrivare in orario…

In alternativa potrebbe essere una cosa da sperimentare quella di dotare le Università di aule più grandi e capienti, dislocate secondo una logistica migliore che eviti agli universitari di imprecare quando c’è un ritardo perchè temono di non trovare posto in aula.

Per i lavoratori non saprei che fare. Anche perchè la gente di una certa età non si accontenta mai.

Che in fondo in fondo qualche volta mi viene da dire che è meglio recuperare 5 minuti la sera ed aver ascoltato certe storie sulle trote, le vicende di un allevamento di mucche, i dolori di amori che nascono e muiono tra un “Siamo in arrivo alla stazione di…” e un altro che sorbirsi tutto il viaggio l’incredibile e triste storia delle 4 babe e dei loro geranei.

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