27 Marzo 2011

“Zaule come Fukushima?”. Il Tavolo tecnico rigassificatori ribadisce: “Un impianto così non va ubicato dentro una città”

“Zaule come Fukushima?” I potenziali rischi “dovuti ad errori e trascuratezze nella progettazione del rigassificatore di Zaule” sono stati esaminati alla luce del recente disastro della centrale nucleare di Fukushima, dagli scienziati del Tavolo Tecnico Rigassificatori Trieste promosso dalla Uil Vigili del Fuoco nel corso di una conferenza stampa aperta al pubblico tenutasi al Caffè degli Specchi di Trieste.

“ll contenimento dei costi di realizzazione dell’impianto si riflette negativamente sulla sicurezza antropica e sulla qualità dell’ambiente – hanno sottolineato gli esperti -. Si è evitato di analizzare l“effetto domino” che in caso di incidente si innescherebbe tra i quattro impianti a rischio di incidente rilevante, derogando pesantemente alle rigide norme di sicurezza internazionali vigenti: impianti così non vanno ubicati dentro una città. ll prezzo finale del prodotto così ottenibile è assolutamente fuori mercato. L’effetto Libia è marginale: non ci serve alcun rigassificatore a terra né oggi, nè domani. Di qui a qualche anno sarà possibile trasportare via mare gas compresso che non avrà bisogno di impianti di liquefazione e, quindi, di rigassificatori”.

“Il disastro della centrale nucleare di Fukushima deve far riflettere. Secondo gli standard di sicurezza internazionali infatti un impianto di rigassificazione costituisce un rischio che è secondo solo a quello di una centrale nucleare”. Le analisi degli scienziati del Tavolo Tecnico Rigassificatori Trieste hanno evidenziato che alla base  dell’incidente nucleare giapponese c’è l’errore umano, sempre possibile anche in un paese ipertecnologico – a rischio sismico – come il Giappone, dove da decenni gli standard di progettazione sono elevatissimi.

“Quale scenario si prospetta per Trieste, in un territorio dove l’esperienza sui rischi antropici non è nemmeno  lontanamente paragonabile a quella giapponese, alla luce della recente decisione ministeriale che, sull’ondata emotiva dell’incidente nucleare giapponese, usa la crisi Libica per giustificare il rilancio della rigassificazione quale prima alternativa energetica per il Paese, rendendo così di importanza strategica il progetto di Gas Natural?”.
Le motivazioni della contrarietà al progetto dell’impianto di Zaule – definito dagli esperti “insufficiente, impreciso e lacunoso” – sono state ribadita nel corso della una conferenza stampa aperta al pubblico dagli esperti del Tavolo Tecnico Rigassificatori Trieste promosso dalla Uil Vigili del Fuoco.

“Prevedere e coprire tutti i rischi – ha spiegato il professor Gianrossano Giannini, docente di Fisica nucleare dell’Università di Trieste – oltre che difficile è costoso. Non sempre chi realizza impianti, strutture o macchinari è in grado, o disposto, a pagare per garantire la piena sicurezza. E i rischi, specie se trattati superficialmente o addirittura non calcolati, storicamente hanno causato gravi danni”.

“Il contenimento dei costi di realizzazione dell’impianto – ha lamentato la professoressa Marina Zweyer, docente di Biologia dell’Università di Trieste – si riflette negativamente sulla sicurezza antropica e sulla qualità dell’ambiente. L’impianto di Rigassificazione si basa su scelte progettuali che evidenziano il contenimento dei costi di realizzazione e gestione: l’ipotesi di clorazione dell’acqua è una di queste. Benché siano disponibili altre tecniche, il proponente si è cristallizzato su questa posizione a dispetto di quanto sostenuto da più voci, sia in Italia che in Slovenia”.

“Su questo esiguo lembo di terra – ha osservato ancora l’ingegner Marino Valle, esperto di Sicurezza antincendio e infrastrutture energetiche – sono stati imposti ben quattro impianti a rischio di incidente rilevante: un rigassificatore, una centrale di lancio con annesso metanodotto e adiacente centrale turbogas a terra e un rigassificatore in mezzo al mare, servito dal medesimo metanodotto, ma i cui progetti sono stati trattati come se queste fossero indipendenti l’una dall’altra, evitando di analizzare gli “effetti domino” che in caso di incidente si innescherebbero sicuramente tra questi impianti, derogando pesantemente alle rigide norme di sicurezza internazionali vigenti. Se si analizzano i costi necessari per la sorveglianza, a fronte dell’obiettivo sensibile rappresentato da un simile polo energetico, ci si renderà conto che il prezzo finale del prodotto così ottenibile è assolutamente sproporzionato e privo di una logica economica che giustifichi la costruzione di un impianto basato su tecnologie obsolete e superate dalla realtà del mercato internazionale del gas, che già impiega impianti meno impattanti e meno pericolosi di quelli che ora si vorrebbero installare qui”.

Ha rilevato invece Livio Sirovich, geologo dell’Ogs: “Il progetto del rigassificatore di Trieste si basa su clamorosi errori. Anche il rigassificatore è un impianto soggetto ad incidenti rilevanti (per incendi ed esplosioni). Impianti così non vanno ubicati dentro una città”.

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16 commenti a “Zaule come Fukushima?”. Il Tavolo tecnico rigassificatori ribadisce: “Un impianto così non va ubicato dentro una città”

  1. daniela diomedi ha detto:

    stesse preoccupazioni per il rigassificatore al largo di Ancona. Siamo terrorizzati e la popolazione non sa nulla.
    Necessario coordinarsi e fare rete tra i territori per difendersi (e difenderci) da questi pericolosi “sviluppisti”.

  2. mauricets ha detto:

    ma con tutti i gasdotti in costruzione a cosa servono i rigasificatori?

  3. stefano ha detto:

    e soprattutto impianti così non vanno ubicati dentro una città in cui il vento soffia fino a 180 all’ora e sposta al largo piattaforme del calibro dell’Ursus!!!

  4. mutante ha detto:

    in giro per il mondo, li costruiscono ad almeno 5km da qualunque centro abitato. un motivo ci sarà. sono d’accordo sulla necessità di organizzarsi per tempo.

  5. Maximilian ha detto:

    @ mauricets: servono per non dipendere al 100% da uno o al max 2 fornitori (nel nostro caso Russia e Libia).
    Continuo a chiedermi di cosa vuole vivere la gente, se diciamo sempre di no a tutto.
    Non c’è lavoro ma nemmeno lo vogliamo, mi pare.

  6. mutante ha detto:

    non voglio una bomba potenziale a 2km da casa mia, scusa se è troppo…

  7. Tergestin ha detto:

    Xe la “zona industrial” de Trieste che a parte un do’ fabrichete e tre concessionari, xe piena de magazzini abandonai.

    Far qualcossa la’, no?

    (Giusto per esser original, anca se savemo tuti qual xe el cuor dela cita’ con la quale el se ga sviluppado e declinado al stesso tempo)

  8. alpino ha detto:

    Zaule come Fukushima??? ahahahahahahaahahahahahahhahahahhahahahahahahaahahhaahahahahahahahahahhahah

  9. Maximilian ha detto:

    @mutante:

    ed i km di tubazioni piene di gas metano che passano sotto la città? Il tuo vicino di casa che lascia il gas aperto oppure ha una caldaia vecchia? Tutti i serbatoi delle macchine posteggiate pieni di benzina?
    I distributori stessi di carburante?
    Hai voglia a fare disinformazione su un impianto che sarebbe super-controllato.

  10. mutante ha detto:

    si tranquillo, le tubazioni di metano sono pericolose come un rigassificatore, dormi felice.

  11. kaiokasin ha detto:

    #5 Metanodotti da Russia e Libia?
    Il TAG che passa a Tarvisio arriva dalla Russia, quello che entra a Passo Gries (Piemonte) da Olanda e Norvegia e quello Transmed dall’Algeria e quello Greenstream dalla Libia (quindi 4 e non solo 2 e da 3 zone del mondo piuttosto diverse, quindi c’è già una buona diverisificazione). Sono già attivi in Italia due rigassificatori. Serve altro?

  12. digei ha detto:

    x ki ga poca ram instalada in testa ve ricordo la data del 4 agosto 1972.. altro no servi dir

  13. digei ha detto:

    intendo dir che za quela volta se la semo fata soto co brusava i bidoni ad un passo dalla città, pensè davvero che saria salutare gaver una bestia del genere fora de casa? mi digo de no…

  14. Carlo ha detto:

    digei ga razòn! Anca noaltri de Falconara sèmo contra el rigazifigadòr!
    (digei c’ha ragiò! Ancò noialtri de Falconara -Ancona- sèmo contra el rigazzificatore!)

  15. digei ha detto:

    una volta de più se cerca de metter gli interessi dei pochi davanti alla sicurezza dei tanti, penoso e davvero triste

  16. Carlo ha detto:

    http://www.youtube.com/watch?v=AdZwYtN88Ro

    su you tube – a questo indirizzo – il film contro il rigassificatore di Falconara.
    Può servire a sostenere anche la battaglia degli amici triestini…

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