23 Marzo 2011

La centrale nucleare Krško ha smesso di funzionare stamattina: attivato il sistema di sicurezza

La centrale nucleare di Krško si è spenta automaticamente questa mattina alle 10.30. Il sistema di sicurezza automatico è infatti entrato in funzione dopo che la linea di trasmissione di 400 chilovolt Tumbri- Krško 2 è andata fuori tensione.

L’evento è stato notificato alle autorità competenti. L’impianto, in condizioni di spegnimento sicuro, sarà nuovamente collegato alla rete una volta noti tutti i dettagli sulla motivazione dell’arresto.

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64 commenti a La centrale nucleare Krško ha smesso di funzionare stamattina: attivato il sistema di sicurezza

  1. isabella ha detto:

    uff!

  2. bernydj ha detto:

    amala

  3. Giovanni ha detto:

    stavolta ci è andata bene!

  4. Diego ha detto:

    Speriam bene…

  5. Srečko ha detto:

    La centrale si e’ fermata non per un guasto interno, ma per un’interruzione sull’elettrodotto che porta energia in Croazia. E’ un automatismo. La centrale sara’ riattivata, quando il collegamento sara’ funzoinante.

    Un piccolo appunto alla redazione: forse la notizia cosi’ scarna di questi tempi provoca apprensione. Perche’ non dare le notizie un po’ piu’ complete?

    Per fiferimenti stampa locale:

    http://www.dnevnik.si/novice/aktualne_zgodbe/1042433168

  6. Luca ha detto:

    Una falsa notizia mi pare. Titolo da far pensare chissacché e poi in realtà non c’è nessun guasto alla centrale!

  7. Jack ha detto:

    Non strumentalizziamo le notizie per favore…

  8. Paolo Geri ha detto:

    @5 Stecko
    Grazie per avere precisato.

  9. effebi ha detto:

    avanti tutta !!! garantisce srecko !!!

  10. ilaria ha detto:

    Mah…io non mi fido proprio di nessuno in materia di centrali nucleari…anche in Giappone era tutto sotto controllo e invece adesso arrivano pure le radiazioni…ma si certo tutto sotto controllo e nessun problema per la salute…si si certo! Ci crediamo tutti che sia così!!!!!!

  11. Luca ha detto:

    Qui sopra parlano di problema alla linea di trasmissione: CAVIDOTTI.
    Non si parla di problemi all’impianto di produzione.

  12. Srečko ha detto:

    effebi

    Cos’e’? Vuoi una fidejussione? 🙂

    Se tu dall’alto della tua cultura bimillenaria scendessi di un palmo, potresti imparare lo sloveno e, senza Google translator, capire cio’ che si scrive in Slovenia. Persino questo:

    http://www.nek.si/sl/

    Vedrai che c’e’ esattamente la spiegazione di quanto accaduto. Se poi tu sapessi un po’ di inglese, potresti leggere anche in quella lingua!

  13. Srečko ha detto:

    Una prposta per i lettori/redazione di Bora.la e il WWF del FVG: perche’ non nominate una delegazione che andra’ in visita alla centrale di Krško? La JEK e’ aperta per il pubblico, per appuntamento, ma e’ aperta. Vi accompagneranno a vedere il quid e il quod. Le spiegazioni saranno in sloveno e/o inglese.Ovviamente dovrete sottoporvi a misure di sicurezza, controlli, ma e’ quello che ci vuole!

    Propongo ci vadano anche i contrari per partito preso, che probabilmente non hanno mai visto una centrale nucleare dal di dentro.

  14. Dario Predonzan ha detto:

    Anche a Fukushima, probabilmente, organizzavano visite guidate alla centrale. Prima….

  15. Srečko ha detto:

    D. P.

    Ma sei disposto ad andarci, oppure non se ne parla nemmeno? Ne hai gia’ visto una?

  16. gnurante ha detto:

    Srečko, per curiosità sei anti o pro nucleare?
    Nessuna intenzione polemica, solo per inquadrare altri tuoi interventi in altri dibattiti

  17. ilaria ha detto:

    Io personalmente non ne ho mai visto una dal vero ma solo in tv grazie a qualche documentario…scusa Srecko ma cosa cambierebbe il visitarla?

  18. Srečko ha detto:

    ilaria

    Molte cose ci fanno paura nella vita. Spesso si tratta di quelle che non conosciamo bene o per niente. Come ho gia’ scritto altrove, non c’e’ da attendersi che con una visita i contrari divengano favorevoli, ma solo che si tranquillizzinino un po’, perche’ la conoscerebbero, certamente non al 100%, ma meglio…

    gnurante

    Difficile da spiegare ma per mia cultura e convinzione personale sono laico, per cui non snono mai per partito preso, a priori pro o contro qualche cosa. Ho molti dubbi. I miei dubbi sono sulla sicurezza, ma ho anche la coscienza che oggi, cosi’ come stanno le cose, non siamo in grado di spegnere tutte le centrali nucleari senza conseguenze. Ci sarebbe un immediato rincaro di tutte le altre fonti energetiche, dell’energia elettrica. I poveri ne diverrebbero piu’ poveri ed i ricchi non ne sofrirebbero piu’ di tanto. Parlo su scala mondiale, dove la Slovenia conta una s’cinca e un botton! So anche che le centrali termo, a nafta e carbone, fanno permanentemente danni all’ambiente, coi fumi, col trasporto degli energenti… Che cosa e’ meglio? L’inquinamento lento e costante di una termo o quello possibile di una nucleare? Non le so a partito preso. Vorrei capire di piu’, non esprimermi con il fegato, vorrei uasere il cervello…

  19. Srečko ha detto:

    Vorrei anche ritornare sull’argomento risparmio: solo con un cambiamento radicale del nostro modo di vivere potremo, in una generazione?, dire che le nucleari non ci servono piu’!

    La popolazione mondiale sta crescendo di numero, ogni singola persona ha sempre piu’ esigenze energetiche. Dove finiremo? E’ urgente cambiare la ditrezine in cui stiamo navigando. Dobbiamo fermare la crescita della popolazione, cambiare radicalmente le abitudini di vita. Invertire la curva che indica i consumi globali di energia. Altrimenti il nostro destino, il destino dell’umanita’ e’ chiaro: l+estinzione!

    I vari WWF non dicono questo, almeno non chiaramente. Per loro fa piu’ affetto chiedere la chiusura di Krško o di altre centrali, o di tutto il nucleare, ma non danno una risposta sul come dopo, sul che fare in alternativa…

  20. massimilianoR ha detto:

    @Srečko
    concordo con te aggiungendoci una cosa:
    se ad esempio, senza parlare di nucleare, per qualche malaugurata sfiga dovesse saltare in aria l’area di ricerca di padriciano (in toto o comunque qualche laboratorio sotterraneo), dove sono custoditi e studiati virus, batteri, etc etc (da ebola a hiv, ad altri), cosa potrebbe succedere?
    di questo nessuno parla. perchè pochi sanno che esiste.
    del nucleare tutti parlano (è facile, di moda, lo senti in tv), ma nessuno ha esperienza diretta.
    effetto mediatico.

  21. El sinter de Gropada ha detto:

    Le tante balle sull’incidente in Giappone:

    http://www.noisefromamerika.org/index.php/articoli/2244

    “Migliaia di radiazioni sulla testa dei giapponesi”. Adriano Celentano ha un modo tutto suo di misurare le radiazioni: le conta una ad una, come si contano i bambini sullo scuolabus. Ma non è questa la parte più dubbiosa di una lettera scritta, immagino, in uno stato di confusione mentale. Una lettera che, purtroppo, contribuisce solo a quel rumore diffuso che non permette ai cittadini di assistere ad un dibattito informato su un tema incerto e cruciale come quello del nostro futuro energetico.

    Nel leggerla, la parte che più ha colto la mia attenzione è quella in cui Celentano sostiene che “le radiazioni non sono pericolose solo perché si muore, ma per il modo come si muore. Una sofferenza di una atrocità inimmaginabile. E poi non si è mai in pochi a morire”. Ma quanti sono stati i morti causati da incidenti in impianti nucleari? Sono davvero così tanti, come Celentano sembra sostenere? E quanti sono questi morti rispetto a quelli causati da altri metodi di produzione di energia elettrica? In altre parole, possiamo davvero sostenere che gli impianti nucleari sono maggiormente pericolosi, per la vita umana, di quanto non lo siano le altre fonti di produzione dell’energia?

    Questi dubbi mi sono venuti, ve lo confesso, perché su questi temi mi sentivo parecchio ignorante. Per cominciare a chiarirmi le idee, mi sono dunque messo a fare qualche conto, che riporto qui sotto. Tutto ciò senza ambizione alcuna di presentare conclusioni scientifiche solidissime, ma piuttosto con l’idea di lanciare la palla a qualche lettore più competente di me in materia. Dal canto mio nel fare questi conti “sul retro della busta”, come si dice in gergo, ho imparato due cose.

    La prima è che l’energia nucleare appare essere più sicura, in termini di morti causate direttamente, della principale fonte di energia rinnovabile, quella idroelettrica.

    La seconda è che gli incidenti mortali agli impianti nucleari e idroelettrici sono, almeno nei paesi economicamente avanzati, eventi molto rari. In un sottoinsieme di questi casi, poi, il numero di morti è stato elevato. La presenza di episodi rari ma potenzialmente disastrosi porta a concludere che gli incidenti di cui qui trattiamo abbiamo una distribuzione statistica “a coda grassa”. Questo fatto dovrebbe ricordarci che dobbiamo essere cauti nell’interpretatazione di indici di mortalità come quello da me calcolato e basati solo sul calcolo di frequenze storiche (maggiori dettagli in appendice).
    Ecco dunque in sintesi i calcoli che ho fatto. Per un’analisi un po’ più dettagliata potete vedere l’appendice al post. Ho stimato quanti TeraWatt/H (TWH) di energia elettrica sono stati prodotti dal 1957 ad oggi utilizzando centrali nucelari oppure centrali idroelettriche. Ho fatto oquesto calcolo sia per i paesi OCSE, che per il mondo intero. Ho poi fatto una stima delle morti causate, nello stesso periodo di tempo, da incidenti a centrali nucleari e da quelli a centrali idroelettriche. Infine, ho fatto il rapporto fra queste due quantità.

    La matrice 2X2 di indici di mortalità cosi’ calcolati ci dice quante siano state le morti causate in una determinata aerea geografica (OCSE o Mondo) per ogni TWH di energia elettrica prodotta utilizzando due modalità alternative (nucleare o idroelettrico). Voglio sottolineare che, per una serie di ragioni discusse in appendice, mentre gli indici di mortalità per il nucleare sono probabilmente molto precisi (o leggermente sovrastimati), gli indici di mortalità dell’idroelettrico sono sostanzialmente sottostimati, soprattutto nel caso “Mondo”. In questo senso nell’incertezza dei calcoli ho sempre cercato di giocare il più possibile a favore dell’idroelettico.

    Indici di mortalità (numero di morti per TWH)

    OCSE
    Mondo
    Idroelettrico
    2080/64,800=0.032
    28,080/117,000=0.240
    Nucleare
    130/61,700=0.002
    4,130/72,100=0.057

    Il tasso di mortalità nucleare è sostanzialmente inferiore a quello dell’idroelettrico. Nel caso dei Paesi OCSE, un TWH di energia elettrica prodotta con l’idroelettrico ha storicamente causato sedici volte più morti dirette di un TWH prodotto col nucleare. Nei Paesi OCSE, la quasi totalità dei morti per cedimenti di impianti idroelettrici è da attribuire al Vajont (circa 2000 morti). Sempre nei Paesi OCSE, le morti da nucleare sono praticamente tutte concentrate nell’incidente di Windscale del 1957, proprio agli albori del nucleare per uso commerciale (30-100 morti stimati nell’arco di 30 anni). Ricordo che Russia ed Ucraina non fanno parte dell’OCSE, quindi i morti di Chernobyl vanno in “Mondo”.

    Per ora, la situazione a Fukushima sembra suggerire che le morti che si verificheranno nel futuro a causa della fuoriuscita di radiazioni saranno prossime a zero. La popolazione civile non sembra correre particolari rischi, ed è stata evacuata per tempo. Finora dai giornali ho appreso che una sola persona è morta nei pressi della centrale: un tecnico caduto da un traliccio durante le fasi di soccorso. Al momento in Giappone ha generato più morti (4 probabilmente) il cedimento di della diga di Fujinuma nell’est del paese. La diga, creata principalmente a scopo di irrigazione, ha ceduto a causa del terremoto. Il fatto che dal ’58 ad oggi non ci siano stati morti nei Paesi OCSE a causa di malfunzionamenti nelle centrali nucleari è quasi sorprendente, soprattutto quando teniamo conto che (fuori d’Italia) viviamo circondati da centrali nucelari (qui, qui o qui). Uno studio recente ha cercato di valutare l’impatto delle centrali nucleari sulla salute della popolazione che vive nei pressi della centrale. Secondo tale studio il rilascio, prolungato nel tempo, di quantità molto basse di radiazioni da parte delle centrali ha conseguenze negative sulla salute. Siccome finora non esistono ulteriori evidenze che confermino tale risultato, sospendo il giudizio in attesa di ulteriori studi.

    A differenza dei miei calcoli sulle morti “dirette”, che nella pratica includono principalmente le morti di “civili”, questo post include anche le morti “indirette”, cioé sostanzialmente quelle di chi lavora nel ciclo complessivo di produzione dell’energia elettrica. Per esempio il numero di tecnici morti cadendo dal tetto mentre istallano i panneli solari. O il numero di minatori morti nell’estrazione del carbone per le centrali elettriche. O il numero di tecnici morti nella costruzione e manutenzioni delle torri che sostengo le pale per l’eolico. Se prendiamo per buoni i risultati del post (forse qualche lettore qui ci può aiutare), il nucleare è la fornte di energia elettrica con minore mortalità. Le centrali a carbone, ampiamente utilizzate in Italia, sono le più pericolose, mentre l’eolico genera 10 volte più morti del nucelare. Disclosure: il post di cui sopra me l’ha consigliato un amico e ne sono venuto a conoscenza solo dopo aver fatto i calcoli che ho riportato nella parte iniziale. Sono dunque lavori indipendenti. Inoltre, il post usa lo stesso tipo di indice da me calcolato; esso è percio’ un buon benchmark di riferimento per i miei risultati. Notate quindi che, a seconda che ci riferiamo solo all’Europa o a tutto il mondo, il post linkato stima che l’indice di mortalità dell’idroelettrico sia in un range fra 2,5 e 35 volte superiore a quello del nucleare. Il valore da me stimato (16) sta giusto nel mezzo.

    Appendice

    I dati. Ho scaricato, dal sito dell’EIA, i dati sulla produzione di energia elettrica. I dati sono disponibili solo per il periodo 1980-2009. Ho esteso i dati al periodo 1957-2011 nel seguente modo. Ho assunto che la produzione nel 2010 e 2011 sia la stessa del 2009, cosa che non crea problema alcuno, visto che la produzione è molto stabile da un anno all’altro. Ho esteso all’indietro la serie sulla produzione nucleare assumendo che nel periodo 1970-1979 la produzione annua sia stata la stessa che nel 1980, mentre sia stata pari a zero nel periodo 1957-1969. Ricordatevi che a noi interessa il totale della produzione nel periodo 1957-2011, non come tale produzione è distribuita negli anni. Credo che il mio modo di procedere dia una stima ragionevolmente precisa per il nucleare. Infatti, nella pratica, la maggior parte delle centrali nucleari (in particolare, praticamente tutte le centrali in USA, la stragrande maggioranza di quelle francesi e buona parte di quelle giapponesi) sono entrate in funzione nel perido che va da inizio anni ’70 a metà anni ’80. Infine, per l’idroelettrico ho assunto che la produzione annuale nel periodo 1957-1979 sia stata la stessa che nel 1980. Notate che questa assunzione porta sicuramente ad una sovrastima della produzione idroelettrica (e quindi ad una sottostima del corrispondente indice di mortalità), visto che probabilmente la produzione idroelettrica mondiale è cresciuta fra il 1957 e il 1980. La mia sembra essere comunque una stima decente in quanto la produzione idroelettrica è stata molto stabile nel tempo (questo vi può dare un’idea, ma considerazioni simili valgono per tutti i paesi OCSE, a cui nel periodo 1957-1969 possiamo attribuire quasi tutta la produzione elettrica mondiale). Notate infine che dai miei calcoli, riportati nella tabella, le produzioni cumulate di eneriga idroelettrica e nucleare nel periodo considerato sono sostanzialmente identiche.
    L’identificazione degli incidenti mortali in centrali nucleari procede come segue. Concentriamoci sui reattori usati nei Paesi OCSE. I peggiori incidenti sono stati quelli di Three Mile Island (USA, 1979) e quello di Windscale (UK, 1957). Per il primo caso, tutte le fonti ufficiali e vari studi epidemiologici che ho trovato dicono che ci sono stati zero morti, anche a distanza di anni, dalle radiazioni. Per il secondo ci sono vari dati. Gli studi più seri sembrano essere i due condotti dal National Radiological Board, che ha stimato in 30-100 le morti, negli ultimi 40 anni, per cancro indotto dalle radiazioni originate a Windscale. Alcuni criticano il primo studio, che ha stimato solo 30 morti: nei miei calcoli prendo per buono il valore più pessimistico di 100 riportato dal secondo studio. Per Fukushima i decessi sono per ora pari a uno. Al momento non c’è motivo di pensare che ci saranno morti fra i civili nei prossimi anni, ma tanto per essere prudente ho assunto che i morti futuri possano arrivare ad essere 30 (come nel primo studio su Windscale). Non ho controllato uno per uno i decessi negli altri incidenti perché è inutile: sono incidenti classificati dalla IAEA al di sotto del livello 3, che implica totale assenza di morti.

    Per i Paesi non-OCSE l’unico evento rilevante, che è poi l’evento a cui possiamo attribuire quasi tutti i morti da energia nucleare a livello mondiale, è quello di Chernobyl (Ukraina,1986). Le morti causate, immediatamente o nel tempo, dal disastro ucraino sono stimate, nella peggiore delle ipotesi, in circa 4,000. A mio avviso questo numero è un limite superiore esagerato perché stimato in base dubbie correlazioni; le morti immediate sono state molto meno ed anche quelle seguenti, direttamente associabili all’incidente, sono di un ordine di grandezza più piccolo. Aumentarlo anche significativamente, comunque, non cambierebbe le conclusioni del nostro calcolo. In secondo luogo, è bene tenere in considerazione un aspetto importante: a differenza dei morti per disastri idroelettrici, gran parte delle morti attribuibili a disastri nucleari si verificano in realtà a distanza di molti anni dall’evento (anche 20 o 30 anni) e, con la grettezza che solo un economista può avere, andrebbero dunque “scontate” sia perché avvengono nel futuro sia perché l’attribuzione causale è indiretta, quindi non certa.

    Passiamo ora ai morti per disastri idroelettrici. Mi sono qui rifatto alla lista (probabilmente parziale) di wikipedia. Bisogna fare un po’ di lavoro per selezionare solo i cedimenti delle dighe per produzione idroelettrica. La mia lista, per i Paesi OCSE, comprende i morti del Vajont (1965), Kelly Barnes (USA, 1977), Teton (1982), Tous (1982). In totale 2080 morti, quasi tutti attribuibili al Vajont (circa 2000). Per i Paesi non-OCSE ho considerato solo il caso (che basta e avanza) di Banqiao (1975). La stima ufficiale va da 26,000 a 145,000 morti, a seconda che calcoliamo o meno anche i morti per la successiva epidemia e carestia. Io uso il valore ultra-conservative di 26,000.

    Le code grasse e i problemi di stima in presenza di innovazione tecnologica. Supponiamo di trovarci al 31 dicembre 2010 e di voler calcolare, sulla base dell’esperienza passata, la probabilità che, nel 2011, si verifichi in uno dei paesi OCSE un incidente nucleare che abbia il potenziale di causare almeno 100 vittime. Escludendo il possesso di doti divinatorie, un modo naturale di calcolare tale probabilità è quello di contare (in proporzione al numero di centrali operative ogni anno) gli incidenti in centrali nucleari occorsi dal 1957 (primo anno di funzionamento della prima centrale nucleare per uso commerciale, quella di Sellafield in UK) ad oggi e di dividere la somma di tali numeri per gli anni intercorsi, cioé 55. Tale divisione ci dà una frequenza annuale media, per numero di centrale attiva. Moltiplicando tale frequenza per il numero di centrali che riteniamo saranno operative nel 2011, otteniamo il valore atteso desiderato. Sappiamo che nel periodo considerato c’è stato un solo incidente con le caratteristiche richieste, quello di Windscale. Scordiamoci del fatto che il numero di centrali è cambiato anno per anno (stiamo facendo solo un esempio, dopotutto) e facciamo finta sia rimasto costante e pari ad uno (difficile avere un incidente con zero centrali in funzione): dobbiamo dunque concludere che la probabilità che si verifichi un incidente nel 2011 è approssivamente pari a 1/55=1.8% ? La risposta è “ forse sì, ma…”. I “ma” sono di vario tipo e ce n’è uno di particolarmente importante per le questioni che qui trattiamo. Esso ha a che fare col cambiamento tecnologico.
    Infatti, sappiamo che l’unico incidente nel nostro campione si è verificato nel 1957, cioé proprio all’inizio dell’era nucleare e quando c’erano pochissimi reattori in funzione. Visto da quel punto di vista, la probabilità di un incidente nucleare è piuttosta alta. Mettiamoci nei panni di uno statistico che, al 31 dicembre 1960, avesse voluto calcolare la probabilità di un incidente nucleare nel 1961. Il nostro statistico avrebbe avuto a disposizione solo 5 anni di osservazioni, e avrebbe dunque stimato una probabilità pari a 1/5=20%. Ripetiamo l’esercizio per uno statistico al 31 Dicembre 1970, 1980, … e così via fino al 2010. La sequenza di stime risulta rapidamente decrescente, persino se non pesiamo i nuovi valori con il fatto che vengono da campioni sempre più ampi (il numero delle centrali attive cresce anno dopo anno, eppure non ci sono nuovi gravi incidenti sino a Fukushima): 20%, 6.6%, 4.0%, 2.8%, 2.2%, 1.8%. Se crediamo che la probabilità di un incidente sia costante nel tempo e che 55 anni siano “tanti”, allora dovremmo dedurre che 1.8% rappresenta proprio la stima corretta, a cui convergono le stime parziali precedenti. Se pensiamo che 55 anni non sia “tanti anni”, allora non possiamo fidarci del valore 1,8% (molto minore, in realtà, sempre per questa storia che ora ci cono centinaia di impianti in operazione e non più 3 o 4 come nel 1957) e decidere che la probabilità “vera” è maggiore perché ci sono eventi disastrosi che si realizzeranno “presto”. Qui “presto” deve essere entro 54 anni. Tuttavia, potremmo anche dire che la probabilità di incidente non è costante perché l’innovazione tecnologica ha permesso di creare centrali più sicure e metodi migliori di protezione della popolazione civile. In tal caso l’1.8% sarebbe una sovrastima. Potremmo addirittura pensare che l’incidente del 1957 rappresenti davvero l’età della pietra del nucleare e debba essere escluso dal campione che utilizziamo per stimare la probabilità di incidenti nel 2011. Se seguiamo questa via, qual’è dunque la probabilità stimata di incidente nel 2011? Zero. Ma allora qual è la stima migliore, 1.8% o 0%?

    Il problema qui è chiaro, anche se insolubile. Visto che gli incidenti sono rari, per cercare di stimarne la probabilità usando la frequenza storica dobbiamo utilizzare un campione temporale molto lungo. Ma nei tempi lunghi la tecnologia cambia, portandoci a sovrastimare la reale probabilità dell’incidente nucleare. Un trade-off difficile da gestire. Un ragionamento simile potrebbe essere fatto per gli incidenti idroelettrici nei paesi OCSE. Qui, al posto di Windscale, abbiamo la tragedia del Vajont. Dobbiamo pensare che la tragedia del Vajont sia ripetibile, cioé che anch’essa abbia una probabilità pari a 1/55=1.8% di ripetersi nel 2011? Come pesiamo il cambiamento tecnologico nella costruzione di dighe dal 1965 ad oggi? Non lo so. Qui, a differenza del nucleare, verrebbe da dire che la tragedia del Vajont ha poco a che fare con questioni tecnologiche (in realtà la diga non è crollata) ed ha molto a che fare con la cattiva governance. Ma, leggo sia sui giornali che in rete, la grande maggioranza di coloro che sono preoccupati per il nucleare in Italia adduce esattamente motivi di cattiva amministrazione, truffa, incuria, eccetera. La cattiva amministrazione e pessima governance del 1965 sono ripetibili oggi? In Italia? Altrove?

  22. gnurante ha detto:

    @Srečko OK chiarissimo, non sono un assiduo frequentatore e avevo equivocato … anch’io ho posizioni simili alle tue.

    @Chi mi cale

    Sulla scia di altri miei interventi precedenti (critiche costruttive alle associazioni ambientaliste in genere e grillini vari), mi chiedevo se sono disponibili sul web, in tempo reale, le rilevazioni di radioattività (ionizzante) nella nostra regione e in Slovenia.
    Tutti i portali sono molto prodighi in fatto di situazioni aggiornate sul meteo. Per quanto riguarda l’ARPA regionale non sono riuscito a trovare nulla. Poi, a livello nazionale, ho adottato criterio di ricerca da “inferiority complex italiano”, e , a botta sicura tadah, eccovi i dati dell ‘Alto Adige http://www.provinz.bz.it/umweltagentur/2908/radioaktivitaet/radio_i.asp

    Troppo efficienti …. prevedono anche il futuro eh eh

  23. Dario Predonzan ha detto:

    Invece, caro Srecko, il WWF dice e scrive (e non da oggi)proprio quello che dici anche tu, sulla necessità di cambiare sitili di vita, modi di produzione e soprattutto di consumo dell’energia, ecc.
    Basta farsi un giro nei nostri siti (www.wwf.it e http://www.wwf.it/friuliveneziagiulia), come in quelli di altre organizzazioni analoghe (greenpeace, Legambiente, ecc.) per rendersene conto.
    E per rendersi conto che quella della pericolosità degli impianti nucleari è solo una delle ragioni della nostra contrarietà a qeusta tecnologia. Contrarietà ben documentata con dati e ragionamenti, non certo “per partito preso”. Siamo laici anche noi, insomma, e quindi ragioniamo criticamente sui problemi, senza farci incantare da quello che raccontano i tecnici al servizio della lobby nuclearista.
    Poi, se ti dà fastidio che si esprimano preoccupazioni e allarmi su Krsko, non so che farci. Anche in questo caso ci sono dei dati (sulla sismicità, per esempio), che mi pare legittimino le preoccupazioni.

  24. ilaria ha detto:

    @Srecko
    Ma sai qual’è il problema? La gente non si fida perchè non sono capaci di esporre le cose come sono veramente, si cerca sempre di nascondere e minimizzare qualsiasi evento e poi a distanza di tempo le cose vengono fuori e ti accorgi che ti avevano solo raccontato una marea di cazzate! Ci fosse uno e dico uno in quanto favorevole al nucleare che sia in grado di spiegarti i pro e i contro…questo non accadrà mai perchè saprà solo sviolinarti i vantaggi e questo non lo trovo corretto e la gente non può farsi un’idea in merito e allora nel dubbio anche io ti dico assolutamente no al nucleare!!!

  25. Srečko ha detto:

    D. P.

    Che si critichi Krško non e’ un mio problema: il mio pane non viene da la’. Mi da’ fastidio, quando si attacca Krško perche’ e’ una centrale slovena, mentre si chiude un occhio e anche l’altro, quando si tratta di centrali francesi ecc. ecc. (e non sto dicendo che siete voi della WWF del FVG tra questi, visto che siete qui, regionali, ma su Bora.la ci sono molti personaggi che funzionano cosi’…)

  26. chinaski ha detto:

    scusa srečko, ma secondo me sei fuori strada. credo che nessuno critichi krško perche’ slovena. dopo l’ incidente di fukushima si e’ aperto un dibattito a livello mondiale sul futuro del nucleare. la merkel ha sostanzialmente deciso di cominciare a smantellare le centrali tedesche. qui in italia fra qualche mese voteremo al referendum. se c’e’ preoccupazione per krško, dipende dal fatto che e’ vicina. in piemonte c’e’ preoccupazione per le centrali francesi. non si puo’ ridurre sempre tutto quanto a una questione di orgoglio nazionale.

  27. gnurante ha detto:

    @24 Srečko … eh eh subodoravo questa risposta, ma insomma essere patrioti nei giusti termini credo sia lecito … anch’io pecco in tal senso.

    @22 Dario Predonzan … e mettere in evidenza questi dati? Sollecitare l’ARPA a rendere pubbliche in tempo reale le rilevazioni?

  28. mutante ha detto:

    mi la me par più inruzinida dela 127 de mio nono…

  29. mutante ha detto:

    @ sinter: sono d’accordo. anzi, la popolazione giapponese avrà solo da guadagnarci in salute. niente più radiografie o bollette da pagare per accendere la luce…
    a parte gli scherzi, come al solito non si mettono in conto scorie e loro gestione, nel conto economico dell’economia moderna non c’è l’ammortamento dei danni ambientali. il conto è falsato in partenza.

  30. Srečko ha detto:

    chinaski & gnurante

    Lo ripeto: non dico che tutti qui sopra (o sotto)siete contro Krško, perche’ slovena. La mia memoria pero’ non va indietro solo fino all’11 marzo 2011. Va indietro parecchio di piu’. Per anni in Italia e Austria ci sono stati molti che chiedevano la chiusura di Krško per partito preso, perche’ dava fastidio che la Slovenia avesse una centrale cosi’. Devo ricirdarvi personaggi come Menia?

    In Austria hanno al confine, in Baviera, una centrale un paio d’anni piu’ vecchia di quella di Krško. Eppure sono sempre stati vociferanti solo contro Krško.

    Le critiche costruttive benvengano, quelle per partito preso ed a occhi chiusi, no grazie.

  31. Maximilian ha detto:

    @Srečko…..pensi che qualcuno si preoccupi di krško perchè è slovena?? In parte si ma perchè è vicina, non perchè è slovena.
    Non ficchiamo dentro nazionalismi quando non c’entrano nulla. Forse un giorno certi pregiudizi saranno superati (forse) e sarà un mondo migliore.

  32. ilaria ha detto:

    E’ da augurarselo Maximilian!

  33. Dario Predonzan ha detto:

    @gnurante
    Abbiamo già divulgato tempo fa le informazioni (con relative cartine di fonte slovena) sulla sismicità di Krsko. I giornali friulani le hanno riprese, il PICCOLO no…
    Comunque le trovi nel nostro sito http://www.wwf.it/friuliveneziagiulia (sezione (archivio news) insieme ad altro materiale sull’energia ed il nucleare (sezione “documenti”)

  34. Maximilian ha detto:

    In ogni caso la centrale è lì, i xosti di dismissione sono elevatissimi ed i tempi lunghissimi.
    Per cui tocca tenerla in funzione…..ed incrociamo le dita.

  35. Tergestin ha detto:

    @ Srečko

    Cossa c’entra Menia?
    No xe che se vien un Olocausto nucleare, la gente prima de crepar disi: “bon, pazienza, basta che no radiazioni de quei altri oltra confin”. Forsi gnanca Menia stesso (credo).

    Mi le centrali le serassi tute e ovunque le xe. Gavemo altri mezzi che funziona anca meio.

  36. isabella ha detto:

    Ne abbiamo parlato fin troppo ormai.
    Sono completamente contraria al nucleare e non ci tengo minimamente a visitare una centrale perchè non muterebbe il mio pensiero.
    Mi spaventano i sistemi di sicurezza che in nessun luogo di lavoro vengono mai utilizzati nel miglior modo possibile.
    E mi spaventa il fatto di non saper dove stoccare le scorie in maniera sicura.

  37. alpino ha detto:

    OT per Giovanni:
    ma scrivi su M3V ?

  38. Luigi (veneziano) ha detto:

    L’articolo di Sinter de Gropada contiene un errore, che inficia però tutto il suo discorso.

    Egli fa un paragone fra i morti da idroelettrico e i morti da nucleare, arrivando a concludere che ne sono morti di più da idroelettrico.

    Ma mentre i morti da idroelettrico sono noti (e quasi tutti relativi ad un caso, e cioè quello del Vajont), i morti da nucleare sono stimati.

    Ecco com’è arrivato alla sua stima per i paesi non-OCSE (Chernobyl) l’autore dell’articolo:

    “Per i Paesi non-OCSE l’unico evento rilevante, che è poi l’evento a cui possiamo attribuire quasi tutti i morti da energia nucleare a livello mondiale, è quello di Chernobyl (Ukraina,1986). Le morti causate, immediatamente o nel tempo, dal disastro ucraino sono stimate, nella peggiore delle ipotesi, in circa 4,000. A mio avviso questo numero è un limite superiore esagerato perché stimato in base dubbie correlazioni; le morti immediate sono state molto meno ed anche quelle seguenti, direttamente associabili all’incidente, sono di un ordine di grandezza più piccolo”.

    In realtà questo è un numero derivante da una stima fornita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma è la stima MINIMALE che si trova in giro.

    In particolare, secondo un rapporto dei Verdi Europei questo numero sarebbe da aumentare da 30 a 60.000, mentre le stime di Greenpeace partono da 400.000 morti in su.

    E’ anche da notare una cosa: secondo questo studio dell’IAEA (International Atomic Energy Agency) http://www-pub.iaea.org/MTCD/publications/PDF/Pub1239_web.pdf sono stati interessati da fenomeni di inquinamento del suolo a causa del disastro di Cernobyl ben tredici paesi europei: dalla Russia (49.800 km quadrati) alla Moldavia (60 km quadrati), passando per la Bielorussia (29.900 kmq), l’Austria (8.600 kmq), la Slovenia (300 kmq), l’Italia (300 kmq) e vari altri paesi.

    In pratica, da questo disastro ne sono derivate conseguenze mostruosamente ampie, il cui costo sociale non è quantificabile, ma nemmeno quello economico è stimabile, se non nell’ordine di decine e decine di miliardi di Euro. Basti pensare allo spostamento di centinaia di migliaia di abitanti, la “sparizione” di una regione intera, le perdite dei raccolti, l’aggravio dei costi per l’intero sistema sanitario eccetera eccetera.

    Questo senza nemmeno considerare un altro ordine di problemi, e cioè quello della gestione delle scorie. Vengo a sapere proprio qui che la Slovenia ad oggi non ha un luogo di smaltimento delle scorie di Krsko, che – secondo quanto detto – sarebbero ancora dentro la centrale. In pratica, in quasi trent’anni la Slovenia non ha nemmeno risolto in minima percentuale il problema, sapendo poi che bisogna garantire la sicurezza del luogo in cui verranno seppellite le scorie per alcune migliaia di anni. Ragazzi: stiamo parlando di MIGLIAIA di anni. Anche ammettendo che siano solo CINQUE migliaia (ma sono molte di più), a questo punto dovremmo dire che si dovrebbe trovare un luogo di stoccaggio per il quale il rischio sismico non è come quello sloveno (considerato limitato perché tutto sommato in cinquecento anni ci sono stati “solo” due terremoti catastrofici nella zona), ma DIECI VOLTE TANTO: un luogo non toccato da sismi catastrofici da oltre cinquemila anni!

    E tu vuoi domandarmi se è peggio l’inquinamento nucleare o quello dei combustibili fossili? Qui il fatto è che basta UN evento come quello di Chernobyl per inquinare in modo devastante un’area mastodontica.

    @ Srecko
    Quindi austriaci e italiani sarebbero contro Krsko solo perché slovena. Oltre a ciò, non ti risultano proteste contro le centrali tedesche a ridosso del confine austriaco.

    Io leggo invece che i movimenti antinuclearisti austriaci partecipano regolarmente alle manifestazioni contro la cantrale di Wackersdorf in Baviera, e addirittura in Austria sono state raccolte 420.000 firme di protesta, poi spedite al governo tedesco. Ma non solo: rappresentanti del governo austriaco hanno protestato sia in sede UE che a Berlino contro il progetto, il che dimostra che il livello di protesta è molto, ma molto più avanzato rispetto a quanto visto con Krsko.

    E allora torno alle mie due domande:

    1. Dove trovo il documento che dimostri che Krsko può resistere a un terremoto come quello giapponese o come quello che rase al suolo Lubiana?

    2. Dove verranno messe le scorie radioattive di Krsko?

    L.

  39. Maximilian ha detto:

    Bisogna dire per correttezza che la centrale di Fukushima ha resistito egregiamente al terremoto….è stato lo Tsunami a fare i danni.

  40. fax max ha detto:

    Ho letto sopra che qualcuno cercava un link per rilevere le riadiazioni in zona.
    Io per ora ho trovato solo questo, live steaming, piazzato a roma
    http://www.ustream.tv/channel/contatore-geiger-roma

  41. fax max ha detto:

    Questo è uno dei sistemi di energia alternativa che potrebbero essere attuati o perfezionati.
    Scusate se metto i links, ma non mi piace fare copia incolla, preferisco che, se interessati, si possa vagliare direttamente la fonte delle informazioni.
    http://it.wikipedia.org/wiki/Impianto_solare_termodinamico

  42. mauricets ha detto:

    ma veramente io la mentalita slovena la conosco, visto che sono un mezzo sangue, e sinceramente non mi piace. tutto quello che è sloveno è buono, tutto il resto è niente.

  43. mauricets ha detto:

    e una “balla” tecnicamente se c’è un problema su una linea questa si seziona, cioè si isola. la centrale puo produrre ugualmente e deviare ad altri utenti dell’anello l’ecesso, oppure ridurre il regime di produzione.

  44. El sinter de Gropada ha detto:

    43mauricets
    24 marzo 2011, 19:50
    ma veramente io la mentalita slovena la conosco, visto che sono un mezzo sangue, e sinceramente non mi piace. tutto quello che è sloveno è buono, tutto il resto è niente.

    ————-

    Questa e me sembra di più la mentalità italiana. Oppure, è la mentalità delle parti più TRIBALI e più ARRETRATE mentalmente di tutti i popoli.

  45. ukmar stefano ha detto:

    Ricordo a tutti che siamo sotto elezioni e c’è chi crede che parlare contro la centrale di Krsko aumenti il consenso elettorale.
    Forse sarebbe più utile parlare di green economy a Trieste.
    Comunque all’ epoca votai contro il nucleare e lo rifarei, più per principio che per convinzione. Anche gli aerei cadono, eppure chi vuole andare in Brasile, non prende nemmeno in consuderazione l’ ipotesi di andarci via mare.
    Sono stato sei volte in Sud America, ora non ci vado perchè non posso permettermelo, mica perchè voglio cambiare stile di vita.

  46. Mauro ha detto:

    @ilaria Io per curiosita mi piacerebbe ma per paura NO.
    Non vorrei che ci fosse quache picio spandimento di radiazioni e visto che ci tengo la mia pelle e meglio di no oppure al massimo con il rivelatore Geigher ho come si chiama ansi mi piacerebbe comprarlo ma non saprei dove trovarlo in commercio, e dicono che costa una bella botta di €uro.

  47. Mauro ha detto:

    A ragazzi aproposito avete sentito che la Germania esce dal nucleare, si vede che il primo ministro ha preso una bella fifa, ma mi fa piacere che almeno qualcuno chiude le centrali nucleari, e spero che gli altri stati la seguono.

  48. Dario Predonzan ha detto:

    @Stefano Ukmar
    Il parallelismo tra la centrale di Krsko e gli aerei che vanno in Brasile è un po’ oscuro: magari prova a chiarire un po’.
    Ricordo comunque che la pericolosità delle centrali nucleari, specie in zone sismiche (Krsko lo è), è solo uno dei problemi.
    Non bisogna fare molta fatica per documentarsi sugli altri: scorie radioattive che non si sa dove mettere, costi esorbitanti, irrilevanza del nucleare per la soluzione dei problemi energetici e climatici, durata limitata delle riserve di uranio, ecc.
    Poi è chiaro che in periodo elettorale i partiti strumentalizzano qualsiasi cosa, pur di raccattare un voto in più. Non succede però solo a Trieste e con Krsko e mi pare che finora i politici locali si siano spesi soprattutto a favore di Krsko (Tondo e i suoi la vogliono addirittura raddoppiare), limitandosi semmai a chiedere timidamente qualche controllo in più sulla sicurezza.
    Mentre gli altri non ne parlano proprio.

  49. Srečko ha detto:

    Sulle misurazioni delle radiazioni in Slovenia, anche molto vicino al confine, potete andare su questo link:

    http://www.radioaktivnost.si/ewsmambo/EWS/POZDRAV/MZO_gmaps1.html

    Vi si aprira’ una carta geografica della Slovenia con tanti scudetti puntati su alcune localita?. Cliccate sulla localita’ che vi interessa e otterrete la data e l’ora della misurazione e il valore in nSievert/ora. Le localita’ piu’ vicine al confine: Rateče, Bovec, Nova Gorica, Bilje, Koper…

  50. Srečko ha detto:

    Ancora un link che riporta i dati sullo stato nella centrale. Qui vedrete anche, per es. che in questo momento la centrale non e’ in funzione:

    http://www.nek.si/sl/aktualni_podatki/

  51. Srečko ha detto:

    Luigi detto il Veneziano

    Non sono un addetto ai lavori, quindi non ti so rispondere con esattezza. Alla domanda n.1 pero’ ti posso dire che la Slovenia, come il NE dell’Italia, non e’ una zona sismicamente cosi’intensa come il Giappone, sarebbe quindi un eccesso di zelo e costi pretendere che la costruzione resista ai terremoti come quello di Fukushima. Krško e’ progettata per resistere ad una accelerazuine di 0,56g.

    Alla domanda n. 2 non c’e’ ancora una risposta. Il motivo e’ che la Croazia, che dovrebbe accollarsi la meta’ delle scorie, si rifiuta di farlo. C’e’ inoltre la possibilita’ che vengano “cedute” a un paese terzo.

  52. Dario Predonzan ha detto:

    Qualche chiarimento ufficiale servirebbe, però. Pochi giorni fa, per esempio, il geologo austriaco Hoegelsberger intervistato dal PICCOLO dichiarava che la centrale di Krsko è stata progettata per resistere ad accelerazioni di 0,30 g.
    Il geologo triestino Suhadolc, invece, confermava questo dato ma aggiungeva che “il progetto recentemente è stato rivisto (???) e la stima portata a 0,60 g”.
    Sarebbe opportuno, penso, che una commissione mista di esperti italo-sloveno-austriaca, approfondisca e chiarisca questo aspetto e il problema più generale della sismicità nell’area di Krsko.

  53. mi ha detto:

    Strano che su wikipedia slovena manchi del tutto la parte relativa all'”Incidente nucleare del 4 giugno 2008″ presente e ben spiegata nella parte italiana e inglese e tedesca.

    stralcio:
    “Le autorità slovene hanno inizialmente fatto passare l’incidente per una esercitazione e solo alcune ore dopo in seguito a domande di chiarimenti da parte delle autorità austriache hanno allertato le istituzioni internazionali, compresa l’Agenzia internazionale dell’energia atomica (AIEA) e l’ECURIE. .[2] L’Unione europea ha quindi notificato (tramite ECURIE) gli altri Stati membri dell’UE e diverse agenzie di stampa di tutto il mondo hanno poi riferito dell’incidente.

    Secondo Greenpeace la procedura di allertaggio dell’UE fu insolita. Sorprendentemente, le autorità croate non furono direttamente informate circa l’incidente, anche se la Croazia partecipa al sistema ECURIE. Molti croati infatti sentirono le prime notizie attraverso i media stranieri e gli espatriati, anche se Krsko si trova a soli 15 km dal confine con la Croazia.”

    Preoccupante questa parte:

    “Le autorità slovene hanno chiuso la questione relegandola ad una fuga di acqua di raffreddamento del reattore da alcune pompe e rifiutando la richiesta di ispezione da parte delle autorità europee su eventuali malfunzionamenti delle strutture”

    http://it.wikipedia.org/wiki/Centrale_nucleare_di_Kr%C5%A1ko

  54. gnurante ha detto:

    @ Predonzan, max ,Srečko

    50 Srečko … ottimo Slovenia batte Italia in termini di informazione (in tempo reale).
    Anche in Italia vengono condotte delle campagne di rilevamento della radioattività su base quotidiana, ma per ottenere i dati bisogna percorrere delle vie tortuose.

    Il mio invito alle associazioni ambientaliste è di sollecitare le istituzioni a rendere pubbliche e aggiornare tali misurazioni.

    A tutti un buon fine settimana … per le previsioni meteo http://www.osmer.fvg.it/ …. per le radiazioni buona caccia al tesoro

  55. Srečko ha detto:

    D. Predonzan

    Per quanto mi risulta la direzione JEK (abbreviazione per la centrale di K) e’ abbastanza aperta al dialogo.

    Perche’ non chiedete un contatto diretto, li visitate, chiedete direttamente? Da soli o con altre organizzazioni up to you.

  56. Dario Predonzan ha detto:

    A dire il vero, piuttosto che andare a chiedere all’oste se il suo vino è buono, preferiremmo avere notizie e dati da una fonte competente d autorevole ma “terza”.

  57. Anonimo ha detto:

    Rapportando tutto ai nanoSievert/ora:

    Radiazione naturale di fondo 270
    Massimo il SLO oggi 125 @ Sostanj (CE)
    Cormons oggi 280-350 (5 misurazioni)

  58. mi ha detto:

    Per la cronaca a Fukushima e Miyagi ora rilevano radiazioni pari a 0 nGy/h o meglio stranamente “under survey – sotto indagine” chissa’ perche’ non funzionano, eppure li vicino sono quasi a 1000 nGy/h, proprio accurati questi siti con le rilevazioni ufficiali.
    https://www.targetmap.com/viewer.aspx?reportId=4870

  59. ukmar stefano ha detto:

    Rispondo a Predonzan.
    Volevo dire che il rischio esiste sempre. Non mi riferivo a Krsko in particolare. Una centrale può esplodere, un aereo può cadere, ecc.
    Non per questo rinuncio al progresso, ma credo, in via generale, che si debbano migliorare le condizioni di sicurezza, cercando di diminuire i rischi, sapendo però di non poterli eliminare del tutto.
    Per quanto riguarda le centrali nucleari, chiaro che preferirei non averle ne vicino, ne lontano.
    Però…

  60. Anonimo ha detto:

    @59mi
    Nei giorni scorsi ho letto dal sito http://www.bousai.ne.jp/eng (la sorgente di targetmap che hai linkato) fino a 1800nS/h presso il sensore più vicino non censurato, Ibaraki, che si trova ad oltre 100km da Fukushima…. circa la distanza tra Krsko e TS.

  61. Dario Predonzan ha detto:

    @ Stefano Ukmar

    Tutto sta ad intendersi su quale tipo di “progresso” si vuole.
    E’ più “progressista” un sistema energetico con al centro tante centrali nucleari (come in Francia, la quale però, pochi lo sanno, malgrado ciò consuma pro capite più petrolio dell’Italia…), oppure un sistema che integri tra loro le tecnologie più avanzate per l’efficienza energetica, le fonti rinnovabili – quelle vere – le “smart grids”, ecc. e che soprattutto si fondi su un diverso paradigma economico, non più schiavo del mito della crescita senza limiti dei consumi e del PIL, ma attento alla sostenibilità a lungo termine, alla conservazione degli ecosistemi ed all’uso oculato delle risorse non rinnovabili?

  62. ukmar stefano ha detto:

    Dario, con me sfondi una porta aperta.

  63. Andrea ha detto:

    L’articolo è assolutamente scarno, non permette la comprensione dell’accaduto. E’ piuttosto un bollettino uscito tanto per notifica. Sbaglia quindi chi crede faccia parte di un complotto mediatico anti-nucleare o persino anti-Slovenia. Sbaglia quindi Srecko a infervorarsi e infatti alla fine le sue motivazioni si rivelano chiaramente legate a uno spirito di rivalsa nazionalista. Tu che non “parli mai per partito preso”, come fai ad accusare la nostra politica di ostacolare la centrale di Krsko? non hai saputo che Tondo ne chiede a gran voce il suo ampliamento?
    A ogni modo, per informarsi sull’accaduto bastava leggere l’articolo sul “nostro” Piccolo, dove le rassicurazioni, come d’uso, non mancavano affatto. Quindi è assurdo parlare di “influenza mediatica” che spinge alla paura, quando sono proprio i media a rassicurarci con solerzia.
    E’ da presuntuosi definire l’opposizione al nucleare come frutto di ansie emotive legate a Fukushima o come fobie del progresso tecnologico. Io il progresso tecnologico lo vedo nelle auto elettriche (e chissà perché se ne -in pratica- impedisce l’utilizzo), certo non lo vedo nell’investimento sul nucleare. Una “tecnologia” che è sempre in fase evolutiva, richiede costi elevatissimi, non utilizza fonti rinnovabili, produce scorie che nessuno dei “molti Paesi civilizzati che usano il nucleare” (parafraso la dichiarazione di qualche benedicente l’atomo) sa come smaltire (e figurarsi l’Italia che non sa nemmeno gestire i rifiuti normali) e infine può provocare un disastro come in Giappone, secondo me non è una tecnologia. E’ un business che conviene ai soliti pochi.
    Le motivazioni non mancano per essere contrari al nucleare. Per quanto riguarda Krsko, una è evidente: il rischio sismico. Sarà pure scarso ma con i movimenti tellurici degli ultimi anni trovo inutile qualsivoglia garanzia di sicurezza. E non è una questione politica, caro Srecko, bensì pragmatica: la vicinanza di quella centrale al nostro territorio.

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