22 Marzo 2011

Arrivano al Comunale di Monfalcone i Rusteghi di Gabriele Vacis

Approda al Teatro Comunale di Monfalcone, ospite della stagione di prosa martedì 29 e mercoledì 30 marzo alle ore 20.45, Rusteghi – I nemici della civiltà, lo spettacolo che il regista Gabriele Vacis ha tratto da una delle commedie più mature ed ancora attuali di Carlo Goldoni, prodotto dalla Fondazione del Teatro Stabile di Torino insieme al Teatro Regionale Alessandrino.

Tradotto e adattato dallo stesso Vacis insieme ad Antonia Spaliviero, lo spettacolo, che ha debuttato lo scorso febbraio ed ha già riscosso un grandissimo successo di pubblico e critica, vanta un cast d’eccezione composto da Eugenio Allegri, Mirko Artuso, Natalino Balasso e Jurij Ferrini. La composizione delle scene, costumi, luci e scenofonia sono firmati da Roberto Tarasco.

I Rusteghi appartiene alla maturità compositiva di Carlo Goldoni, che coincide anche con gli ultimi malinconici anni della permanenza a Venezia. Ai fasti del pubblico, che accompagnano la felice stagione del 1750 delle sedici commedie riformate, seguono le commediole antagoniste dell’abate Chiari che sottraggono pubblico al commediografo e, soprattutto, la polemica restaurazione proposta da Carlo Gozzi, a favore di un ritorno alla Commedia dell’Arte.

Due anni separano Goldoni dal viaggio a Parigi, alla Comédie Italienne, e sempre più nelle sue storie si coglie il disinganno per una realtà storica profondamente diversa da quella raccontata agli esordi: Venezia ha perso il ruolo di potenza dell’Adriatico, agita da una classe aristocratica incapace di gestire un indispensabile cambiamento di rotta e da una borghesia commerciale che stenta a imporsi come classe dirigente.

I Rusteghi si inserisce dunque a pieno titolo su questo sfondo, con un tratto di audacia finora mai emerso. Il mercante Pantalone, l’avveduto borghese che in molte commedie incarna l’ideale di un soggetto sociale responsabile, si trasforma in un’amara caricatura di se stesso. Autentico tiranno, si impone con protervia su famiglia e domestici. In un prezioso gioco di specchi, Goldoni amplifica le valenze del personaggio sdoppiandolo in altrettanti alter-ego, gli altri “rusteghi” dell’opera: Canciano, Leonardo, Simon e Maurizio. La loro capitolazione a un nuovo codice comportamentale ha il sapore di un happy end forzoso, estraneo per primo a loro stessi.
Cupa e vagamente claustrofobica questa commedia parla ancora al nostro tempo, all’intolleranza travestita da moralismo, alla difficoltà di mettersi in relazione, alla mancanza di comunicazione di un’epoca che proprio della comunicazione fa il proprio vessillo.

Il disinganno di Goldoni è ancora vivo nelle parole dei protagonisti e descrive una società buia e alla deriva, sopita ma ancora presente nella nostra pratica quotidiana.

Scrive Gabriele Vacis nelle note di regia: “[…] Da bambino mi facevano vedere le commedie alla televisione. E io morivo di noia. Tranne Goldoni. Goldoni mi commuoveva in quel bianco e nero sfumato che sembrava nebbia. I Rusteghi, in particolare, che rivedevo dopo decenni nel video ritrovato all’archivio della Paolo Grassi, mi riportava alla memoria una configurazione particolare del teatro, che però, per me bambino, era il teatro tout-court: gioia pura offerta in dono”. E più avanti: “[…] I rusteghi di oggi non offrono quello di cui i figli hanno bisogno: la mediazione del padre, la sua azione di collegamento tra il passato e il futuro. I rusteghi di oggi amano il progresso e la novità. Tifano per il futuro. Ma senza passato non c’è futuro: solo un eterno presente di palestre, s.p.a. e chirurgia estetica per mantenersi giovani e performanti”.

I biglietti possono essere acquistati presso: Biglietteria del Teatro (tel. 0481 790 470, da lunedì a sabato, ore 17-19), Ticketpoint di Trieste, Radioattività di Trieste, Libreria Antonini di Gorizia, ERT di Udine e on line sul sito www.greenticket.it.

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