16 Marzo 2011

Pretto incanta il pubblico monfalconese con la sua grintosa lettura dei capolavori della letteratura flautistica


Per la stagione concertistica del Teatro Comunale di Monfalcone mercoledì 9 marzo si è esibito il flautista Giampaolo Pretto in duo con il pianista Marino Nicolini: duo molto ben collaudato, che già nel 2004 si è reso protagonista di una pregevole incisione discografica delle sonate romantiche tedesche per flauto e pianoforte. Come brano d’apertura del concerto ci hanno proposto proprio la romantica Sonata Op. 42 di Julius Rietz, brano non molto conosciuto, in stile mendelssonhiano, con temi cantabili nei primi due movimenti e temi pulsanti e vivaci con elementi di virtuosismo nel terzo e nel quarto movimento.
Successivamente Pretto ha eseguito con molta naturalezza e maestria la Sequenza di Luciano Berio per flauto solo; “un festone alleluiatico” – per riprendere la descrizione del musicologo Mario Bortolotto – brano tecnicamente ed anche dal punto di vista interpretativo molto difficile, con cambi repentini di registro e di dinamiche, prevede inoltre l’uso di particolari tecniche novecentesche quali “frullato” e suoni percussivi. Lo stesso James Galway, uno dei più famosi flautisti al mondo, lo elogiò in un’intervista “la più bella che abbia mai sentito: il modo in cui l’ha suonata mi ha talmente ispirato che forse un giorno mi dedicherò allo studio di questo brano che non mi è mai piaciuto.”

A conclusione della prima parte la Sonata di Francis Poulenc per flauto e pianoforte, uno dei più famosi brani della letteratura flautistica, è stata molto applaudita dal pubblico presente.

Chant de Linos per flauto e pianoforte di André Jolivet, “lamento funebre [dell’antica Grecia], un pianto interrotto da grida e danze”, ha aperto la seconda parte della serata. Pretto usa come mezzo espressivo anche l’intonazione, per poi concludere il programma con una delle più belle musiche dedicate al flauto, qual’è la Sonata di Sergei Prokofiev, nella quale il pianista Nicolini ha dato il meglio di sé. Il bis ci ha riservato una vera chicca: la trascrizione di un brano di Edward Elgar Salut d’Amour composto per la fidanzata nel 1888.

Abbiamo visto un grande flautista, che ha dato una lettura molto personale e grintosa di questi capolavori della letteratura flautistica, con una presenza scenica fuori dal comune (si muoveva molto sul palco), anche se a scapito di un’intonazione non sempre precisa, accompagnato da un ottimo pianista, a tratti forse un po’ troppo presente.

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