La via sale dal Rafut verso il Castello, sul lato nord dello stesso. Il nome è dovuto probabilmente a quello del vitigno di origine austriaca o croata di cui in Friuli si ha notizia a partire dalla fine dell’Ottocento e che forse qui veniva coltivato.
Del vino che se ne ricava Goethe aveva una particolare predilezione, ma a parte questa curiosità il vino ha un colore rosso rubino, un gusto morbido ed un profumo speziato. Si accompagna a cacciagioni, arrosti e carni di maiale.
Ritornando alla via, questa ha origini antichissime. Già nel Trecento all’estremità settentrionale del torrione del castello si apriva la Porta di Salcano, usata dai castellani per raggiungere più facilmente la parrocchiale di Salcano, quando a Gorizia ancora non era stata edificata una chiesa.
Dopo il Cinquecento, con i lavori di rinforzo delle mura del castello, rimase un unico ingresso: quello che dopo il 1660 prese il nome di Porta Leopoldina.
La via Franconia veniva comunque usata per farvi passare i carri che portavano sotto le mura il materiale necessario per le opere di fortificazione, come oggi viene sfruttata quale passaggio per i camion che trasportano il materiale di sbancamento del colle per i lavori dell’ascensore.
Dopo l’erezione dell’Arcivescovado, siamo a metà Settecento, la via divenne una stradella consortiva, cioè una strada la cui manutenzione competeva agli stessi abitanti, tutti allora coloni di famiglie nobili.
(immagine: Google Maps)
Adoro il Franconia. Piuttosto difficile da trovare.
…e io che invece speravo si chiamasse così in onore della Franconia, praticamente regalata da Napoleone nel 1803 alla Baviera che purtroppo ancora la ingloba; sob, che tristezza 🙁